Lessico


Iena e Sogliola iena

Plinio, Naturalis historia XXXII,154: Et hyaenam piscem vidi in Aenaria insula captum.

All’isola d’Ischia Plinio vide catturare un pesce che egli chiamò hyaena. Doveva trattarsi di un tipo di sogliola, come qualcuno ipotizza, e allora potremmo battezzarla come sogliola iena essendo impossibile darle un altro nome: nell’attuale nomenclatura non ne esiste il corrispettivo.

Iena

Magari la sogliola di Ischia era barrata, come è barrata quella iena - mammifero - che Plinio forse conosceva direttamente, quella che oggi viene chiamata Hyaena hyaena, la più diffusa, in quanto il suo habitat spazia dall’Africa settentrionale - dalle coste del Mediterraneo fino al Kenia - alla penisola arabica, all’Asia centrale e all’India. Il suo mantello varia dal grigio al grigio-bruno chiaro, con strisce bruno scure o nere.

La iena maculata, Crocuta crocuta, è nativa dell’Etiopia, e forse Plinio non aveva potuto osservarla direttamente in quanto è diffusa in tutte le regioni africane a sud del Sahara. La colorazione del mantello è un grigio giallastro su cui spiccano macchie variabili dal bruno al nero.

Non dovrebbero esistere dubbi sul fatto che nell’antichità il prodotto dell’incrocio tra iena striata e leonessa fosse la Crocuta crocuta. Plinio chiama questo ibrido corocotta, Solino lo chiama crocotta, e in greco suona in modi diversi a seconda degli autori.

Tutti i seguenti vocaboli greci di genere maschile vengono usati per indicare la iena corocotta, ma era anche il nome di un ladro attivo in Spagna come riferisce Dione Cassio.

korokótas e korokóttas

Dione Cassio

Storia romana LVI, 43: For instance, there was a robber named Corocotta, who flourished in Spain, at whom he was so angry at first that he offered a million sesterces to the man that should capture him alive; but later, when the robber came to him of his own accord, he not only did him no harm, but actually made him richer by the amount of the reward.
Storia romana epitome LXXVII,1: At this time there occurred, too, all sorts of spectacles in honour of Severus' [Alessandro Severo] return, the completion of his first ten years of power, and his victories. At these spectacles sixty wild boars of Plautianus fought together at a signal, and among many other wild beasts that were slain were an elephant and a corocotta. This last animal is an Indian species, and was then introduced into Rome for the first time, so far as I am aware. It has the colour of a lioness and tiger combined, and the general appearance of those animals, as also of a dog and fox, curiously blended.

Eliano

La natura degli animali VII,22: Davvero maligna è la iena e anche quella che chiamano corocotta [korokóttan].

krokóttas
 Diodoro Siculo

krokoútas e krokoúttas
Strabone

Questo vocabolo forse è di origine libanese e credo possa essere correlato al greco krókos che è lo zafferano, e krókos deriverebbe appunto da vocaboli semitici: per esempio in ebraico suona karkom. E la Crocuta crocuta ha infatti un mantello giallognolo, come è quello dello zafferano, che tende al rossiccio. In italiano esiste l’aggettivo croceo, che significa del color del croco, dello zafferano, tra il giallo e il rosso, e in medicina si dice che un espettorato è croceo quando ha un colore rugginoso e che si riscontra negli ammalati di polmonite pneumococcica.

Zafferano di Pierandrea Mattioli
Commentarii in libros sex Pedacii Dioscoridis Anazarbei De Materia Medica
1554

Se dovessimo basarci sulla scarna descrizione del mantello della iena fornito da Aristotele saremmo costretti a formulare due ipotesi. O Aristotele era stato in Africa meridionale e in particolare della regione del Kalahari, oppure vi era stato qualche suo informatore, in quanto in quest’area, molto ristretta rispetto a quella delle altre due iene, vive la iena bruna - Hyaena brunnea - che ha un mantello che può ricordare quello del lupo europeo - Canis lupus lupus - in quanto ha il capo grigiastro e il corpo è nettamente bruno, presentando delle strisce orizzontali solo agli arti. Infatti ecco cosa dice Aristotele in Historia animalium VI,32: La iena è di colore simile al lupo, ma è più pelosa e presenta una criniera lungo l’intera colonna vertebrale.

Ecco il testo di Plinio relativo alla corocotta: Naturalis historia VIII,107: Huius generis coitu leaena Aethiopica parit corocottam, [...] e quello di Solino che la chiama crocotta: Collectanea rerum memorabilium XXVIII: In Aethiopiae parte coit cum leaena, unde nascitur monstrum: crocottae nomen est.

Ma Plinio riferisce anche di un crocotta che stavolta chiama crocota e che nell’indice ha chiamato crocotta. Si tratta di un animale mostruoso che nasce sempre in Etiopia, ma stavolta è un ibrido tra cane e lupo. È sempre la iena maculata - Crocuta crocuta - ma accanto ad essa viene citato anche un altro animale che va sotto il nome di leucocrocotta, cioè crocotta bianco, ma forse più corretto sarebbe leocrocotta, cioè leone-iena, e che forse è la iena bruna, Hyaena brunnea, che infatti è africana, anche se oggi vive molto a sud rispetto alle altre due iene. Ecco il testo di Plinio Naturalis historia VIII,72: Lyncas vulgo frequentes et sphingas, fusco pilo, mammis in pectore geminis, Aethiopia generat multaque alia monstris similia, pinnatos equos et cornibus armatos, quos pegasos vocant, crocotas, velut ex cane lupoque conceptos, omnia dentibus frangentes protinusque devorata conficientes ventre, cercopithecos nigris capitibus, pilo asini et dissimiles ceteris voce, Indicos boves unicornes tricornesque, leucrocotam, pernicissimam asini feri magnitudine, clunibus cervinis, collo, cauda, pectore leonis, capite melium, bisulca ungula, ore ad aures usque recesso, dentium locis osse perpetuo[...].

Sogliola iena

E veniamo finalmente alla sogliola iena che Plinio vide pescare - o già pescata - a Ischia. Bisogna premettere che gli appartenenti all’ordine dei Pleuronettiformi cui appartiene anche la sogliola comune - Solea vulgaris - quando hanno raggiunto la vita adulta, mentre la parte inferiore rimane chiara, quella superiore dove si trovano gli occhi si arricchisce di pigmenti che assicurano spesso una spiccata capacità di adattare la propria colorazione a quella del fondo. Ciò avviene grazie ai cromatofori, cioè le cellule in cui i pigmenti si muovono sotto il controllo del sistema nervoso, dando di volta in volta al pesce la colorazione più idonea al fondo su cui vivono. La ricezione degli stimoli necessari al processo di adattamento cromatico è demandato agli occhi, per cui se il fondale è ghiaioso il pesce si presenterà maculato, ma, se l’ambiente cambia, questi pesci si adattano al nuovo disegno del fondale.

Solea vulgaris

Il rombo chiodato - Scophthalmus maximus - si presenta maculato di bianco e nero su sfondo zafferano. Era noto e apprezzato per le sue carni già nell’antichità e Giovenale nella quarta satira parla di un pescatore che ne aveva catturato un esemplare davanti al tempio di Venere nei pressi di Ancona e che lo offriva all’imperatore cui apparteneva di diritto tutto ciò che di bello e raro veniva estratto dal mare con queste parole: “Accetta ciò che per il focolare del tuo suddito è troppo grande! Fa di questo giorno una festa! Fa in modo di avere ben presto lo stomaco vuoto e banchetta con questo pesce che il destino ha tenuto in serbo per il tuo giorno e che si è offerto personalmente alla cattura.”

Scophthalmus maximus

Ma una sogliola, come dire, stabilmente barrata, non vive nel Mediterraneo, bensì nei mari del Sudafrica. Si tratta della Zebrias regani. Ma Plinio non può averla vista pescare.

Salvo che Plinio abbia visto a Ischia un rombo chiodato che si era mimetizzato con un disegno a strisce, oppure qualche altra sogliola che per motivi mimetici si era rivestita in modo tale da ricordare a Plinio il mantello della Hyaena hyaena, essendo questa iena quella che forse Plinio aveva potuto personalmente osservare, anche se non lo dice, e non ne descrive neppure il mantello.

Zebrias regani