Lessico


Livia Drusilla

Giulia Augusta, cioè Livia Drusilla poi moglie di Augusto, aveva sposato in prime nozze l'uomo politico romano Tiberio Claudio Nerone col quale aveva concepito Tiberio, il futuro imperatore.

Augusto la sposò nel 38 aC dopo averla indotta al divorzio dal primo marito, dal quale le era nato Tiberio e da cui stava per avere l'altro suo figlio Druso. Influì notevolmente su Augusto, che a sua volta la circondò di onori e nel testamento la assunse nella famiglia Giulia col nome di Augusta.

Caratteristici dell'iconografia di Livia sono la bocca piccola dal taglio duro, gli occhi molto grandi, il naso aquilino (per l'aleatorietà dei nasi aquilini si veda quello di Tiberio nel capitolo Fisiognomia). I suoi ritratti (monete, gemme, busti, statue) sono numerosi; quelli con l'acconciatura italica del periodo tardorepubblicano, caratterizzata dal nodus sulla fronte (testa del Museo Oliveriano di Pesaro; cammeo del Gabinetto Numismatico dell'Aia) si alternano a quelli di tipo classicheggiante con i capelli spartiti al centro del capo (statua della Villa dei Misteri a Pompei; testa della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen).

L’episodio narrato da Plinio si riferisce alla gestazione di Tiberio. Il pulcino che nacque era maschio come lo sarebbe stato il figlio - Naturalis historia X,154:

Quin et ab homine perficiuntur. Iulia Augusta prima sua iuventa Tib. Caesare ex Nerone gravida, cum parere virilem sexum admodum cuperet, hoc usa est puellari augurio, ovum in sinu fovendo atque, cum deponendum haberet, nutrici per sinum tradendo, ne intermitteretur tepor; nec falso augurata proditur. Nuper inde fortassis inventum, ut ova calido in loco inposita paleis igne modico foverentur homine versante, pariterque et stato die illinc erumperet fetus.

Svetonio - in De vita Caesarum, Tiberius 14.2 - non fa incubare l'uovo usando il tepore delle mammelle di Livia, bensì quello della mano, limitandone così l'attività diurna. E di notte, se Livia non voleva fasciarsi la mano prima di dormire, doveva affidare l'uovo alle ancelle, che a turno vegliavano:

Praegnans enim Livia cum, an marem editura esset, variis captaret ominibus, ovum incubanti gallinae subductum nunc sua nunc ministrarum manu per vices usque fovit, quoad pullus insigniter cristatus exclusus est.

Non si può tuttavia escludere che anche Svetonio avesse scritto sinu e che un giorno un qualche amanuense disattento - oppure puritano e sessuofobo - abbia cominciato a scrivere manu, seguìto a ruota dai suoi futuri colleghi.

da Illustrium imagines (1517)
di Andrea FULVIO (Palestrina sec. XV-XVI)

Villa di Livia a Prima Porta

Matilde Carrara
Soprintendenza Archeologica di Roma
2004

La Villa di Livia a Prima Porta sorge a poco più di 50 m slm sull’ultima propaggine orientale del sistema collinare dell’Ager Veientanus, delimitato a est dalla piana del Tevere, a sud dal fosso di Prima Porta e a ovest da quello della Torraccia, in prossimità della biforcazione delle vie Flaminia e Tiberina. Veio era un'antica città etrusca le cui rovine sorgono nei pressi di Isola Farnese che si trova 15 km a NW di Roma e subito a ovest di Prima Porta. Tra questa località e il ponte Milvio si svolse, nel 312, la famosa battaglia ad Saxa Rubra (Grottarossa) tra Massenzio e Costantino, che segnò il trionfo del cristianesimo.

Prima Porta

Prima Porta è il nome della cinquantottesima zona del comune di Roma nell'Agro Romano, indicata con Z.LVIII. Il toponimo indica anche la zona urbanistica 20l del XX Municipio. Popolazione della zona urbanistica: 2.108 abitanti. Si trova nell'area nord del comune, a ridosso del confine con i comuni di Formello, Sacrofano e Riano e a ridosso del fiume Tevere. La zona ha subito diversi allagamenti a seguito delle piene del fiume Tevere e confina: a nord con i comuni di Formello, Sacrofano e Riano - a est con la zona Z.III Marcigliana - a sud con la zona Z.LVII Labaro - a ovest con la zona Z.LV Isola Farnese.

La storia di Prima Porta è legata alla Villa di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto: la famosa villa romana che domina dalla collina del quartiere il Tevere là dove la via Flaminia si incrocia con la via Tiberina. A Labaro, vicino piazza Arcisate, la via denominata via delle Galline Bianche prende il nome proprio dalla Villa di Livia chiamata Ad Gallinas Albas, perché secondo la leggenda un'aquila lasciò cadere tra le braccia dell'imperatrice una gallina bianca, particolarmente candida, con un ramo di alloro nel becco (questo era un evidente segno divino). Gli indovini infatti interpretarono quello che era stato un sogno dell'imperatrice come un buon auspicio e consigliarono di piantare l'alloro e di allevare le candide galline. L'alloro servì da allora a incoronare la testa degl'imperatori vittoriosi.

Il nome Prima Porta risale al XIII secolo e precisamente al 1225. Fu quindi nel Medioevo che il piccolo borgo, sorto al 13° km della via Flaminia su resti di antiche costruzioni romane, assunse appunto tale denominazione. Nell'antichità Prima Porta veniva indicata con i seguenti toponimi: "ad Gallinas" in riferimento alla villa imperiale della moglie di Augusto, "Rubrae" in riferimento ai "Saxa Rubra" che sono identificabili con il costone tufaceo che domina sulla via Flaminia. Infine la denominazione "Mutatio ad Rubras" di cui ci parla il poeta latino Marziale, ricorre negli itinerari dei viaggiatori che lungo la Via Flaminia si fermarono per i cambi dei cavalli e per ristorarsi. Nel Medioevo dunque Prima Porta assunse tale denominazione per la presenza dell'arco romano in opera laterizia, datato al IV secolo, nel quale si è riconosciuto una parte di un acquedotto. Sotto di esso passava la via Flaminia e probabilmente doveva essere la porta che apriva il primo ingresso a Roma per chi veniva da nord. Dell'arco resta oggi un pilone addossato alla chiesa seicentesca dei SS. Urbano e Lorenzo. Di fronte alla Chiesa nell'area recintata in piazza Saxa Rubra c'è una piccola fontana coperta a volta del II secolo. La zona ospita il più grande cimitero d'Italia, il Cimitero Flaminio, normalmente chiamato Cimitero di Prima Porta.

Villa di Livia

La villa di Livia o villa di Prima Porta è un sito archeologico di Roma, che corrisponde all'antica villa di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto. Qui, tra gli importantissimi ritrovamenti, venne scavata anche la celebre statua di Augusto loricato.

La statua di Augusto loricato – Musi Vaticani
Lorica - corazza di stoffa o cuoio, rivestita di lamine metalliche,
largamente usata dai Greci e dai Romani.

La villa è citata da Plinio, Svetonio e Cassio Dione. In particolare ne esiste anche una leggenda poetica circa la fondazione, secondo la quale un'aquila avrebbe fatto cadere sul ventre di Livia una gallina bianca con un rametto di alloro nel becco. Consigliata dagli aruspici, ella allevò la prole del volatile e piantò il rametto generando un bosco, dal quale gli imperatori coglievano i ramoscelli per incoronarsi la testa quando erano vittoriosi. Per via della leggenda la villa veniva anche detta ad gallinas albas.

Pittura di giardino dalla Villa di Livia - Museo Nazionale Romano

I primi scavi del sito risalgono al 1863-1864, quando venne scoperta la statua di Augusto di Prima Porta oggi ai Musei Vaticani e alcuni ambienti sotterranei, come il famoso ipogeo con affreschi di giardino. Nel 1944 un ordigno danneggiò la sala sotterranea, usata anche dai militari come bivacco. Nel dopoguerra si decise di staccare le preziose pitture (1951) che vennero trasferite nel Museo Nazionale Romano dove si trovano tutt'oggi. Solo nel 1973 la villa venne espropriata ai privati proprietari, creando un parco pubblico, e nel 1982 si è iniziato il restauro delle strutture superstiti. Di recente gli affreschi, maggior motivo di attrazione del sito, sono stati riprodotti in fedeli pannelli posti sul sito originario.

Prima Porta

Prima Porta is a suburb of Rome located 12 kilometres north of its center along the Via Flaminia and just a kilometre outside of the Grande Raccordo Anulare highway. It is located on the right bank of the Tiber where the Via Tiberina leads away from the Via Flaminia and another road led off along the Cremera to Veii (Latitude: 42.000992° - Longitude: 12.493380°). The location was strategically important due to the iron-rich cliffs of red tuff that approach the river at this point, the confluence of several roads, and its function as the north entry point to Rome.

The name Prima Porta (First Door) came from an arch of the aqueduct that brought water to the Villa of Livia, which formed over Via Flaminia a sort of gateway which travellers saw as the first indication of having reached Rome (Piperno). One of the most famous statues of the Divine Augustus was found in the general area of Prima Porta in 1863.

During the 1965, heavy rains made two near Tiber tributaries, which had no protective banks, to flood the area, generating infrastructural and economic damage. Water level was two meters high at some points. The population of the XX Municipio, the administrative unit that includes Prima Porta, was 146,000 as of the census of June 7, 2001. Prima Porta was one of the scenes of Constantine's victory over the army of Maxentius in 312 which ended with the Battle of the Milvian Bridge. The battle is shown in the frieze of the Arch of Constantine in Rome. A triumphal arch was also erected here.

Villa of Livia

The villa of Livia Drusilla called Ad Gallinas Albas was probably part of Livia's dowry brought to the Julio-Claudian dynasty. It was named and famous for its breed of white chickens and for its laurel grove (Pliny's Natural History 15.136f), which were given auspiciously omened origins by Suetonius. The villa's site was rediscovered and explored as early as 1596, but it was not recognized as that of Livia until the nineteenth century. In 1863/4 a marble krater carved in refined low relief was discovered at the site and 1867 the heroic marble statue of Augustus, the Augustus of Prima Porta, which is now in the Vatican (Braccio Nuovo). The magisterial Augustus is a marble copy of a bronze statue that celebrated the return in 20 BC of the military standards captured by the Parthians in 53 after the defeat of Crassus at Carrhae: a rich iconography plays out in the low reliefs that decorate his cuirass.

The villa occupied the height dominating the view down the Tiber valley to Rome; some of the walling that retained its terraces may still be seen (Piperno). Except for works of terracing — the gardens are currently being excavated — all that can be seen today are three vaulted subterranean rooms, from the largest of which the fine fresco decor of an illusionistic garden view, where all the plants and trees flower and fruit at once, was removed to Rome; it has recently been reinstalled in the Palazzo Massimo, following cleaning and restoration. The vault above the fresco was covered with stucco relieves of which only a few remains survive. The villa was built and modified in four stages, the earliest of Republican date, the latest of the time of Constantine the Great. In the nineteenth century the villa belonged to the convent of Santa Maria in Via Lata; it may never have passed into private hands. A new series of more meticulous modern excavations was initiated in 1970. Since 1995 exploration at Villa Livia has been undertaken by the Soprintendenza Archeologica di Roma, headed by prof. Gaetano Messineo, in tandem with the Swedish Institute in Rome.