Lessico
Pellicano
Onocrotalus
albus
Acquarello
di Ulisse Aldrovandi
Pellicano
comune
Pelecanus onocrotalus
che mangia un palmipede - 4 MB
Pelecanus onocrotalus –
Pelikan
Johann Friedrich Naumann (1780-1857)
Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas – 1903
Pellicano deriva dal latino tardo pelecanus risalente al greco πελεκάν pelekán, genitivo πελεκᾶνος pelekânos, a sua volta derivato da πέλεκυς pélekys, ascia, scure, per la forma del becco di questo uccello che Aristotele in Historia animalium VIII,12 chiamava pelekán e che viene comunemente identificato col Pelecanus onocrotalus o pellicano bianco o pellicano comune.
Onocrotalo è un termine assente negli attuali vocabolari di italiano, ma è ancora presente in quello di Tommaseo & Bellini (1865-1879) che addirittura ne dà l'esatta etimologia: dal greco ὄνος ónos = asino e κρόταλον krótalon = sonaglio, nome da alcuni adoperato per indicare il pellicano comune (Pelecanus onocrotolus). Si tratterebbe quindi di un uccello che produce un rumore paragonabile a quello del sonaglio appeso al collo dell'asino. Possiamo tuttavia puntualizzare che nessun autore che usò il termine greco onokrótalos descrisse le caratteristiche del volatile in modo da potergli dare un'identità. L'identificazione con il pellicano la dobbiamo a Plinio, che usò la forma latinizzata onocrotalus.
La famiglia dei Pellicanidi (Pelecanidae) appartiene all'ordine dei Pellicaniformi (Pelecaniformes) e annovera i Pelecaniformi più grandi: lunghezza totale 170-180 cm, apertura alare fino a circa 300 cm (pellicano crespo), peso 7-14 kg. Il peso più elevato viene raggiunto durante il periodo precedente il primo volo. Sebbene a prima vista diano un' impressione di pesantezza, questi uccelli, per l’elevato numero di sacchi aerei posti sotto la pelle e nelle ossa, risultano relativamente leggeri. Il corpo è massiccio, con ali larghe e lunghe, il collo è piuttosto lungo e il becco grandissimo. Tra i due rami della mandibola e la parte anteriore del collo vi è un sacco, fortemente dilatabile allorché il becco viene spalancato; la lingua è invece molto piccola. Le zampe sono corte, i piedi grandi, provvisti di quattro dita unite da una membrana. Hanno 17 vertebre cervicali; la ghiandola dell’uropigio si apre con 6-9 condotti, tutti a forma di fessura. Hanno 20-24 penne timoniere.
Pelecanus crispus –
Krauskopfpelikan
Johann Friedrich Naumann (1780-1857)
Naturgeschichte der Vögel Mitteleuropas – 1903
I pellicani si muovono sull’acqua nuotando con il becco appoggiato sul collo, che viene tenuto lievemente arcuato; il loro volo, leggero ed elegante, può essere sia veleggiato sia librato, e alcune specie sono anche in grado di gettarsi in picchiata, soprattutto quando devono catturare una preda. L’alimentazione è costituita unicamente da pesci, che vengono tratti dall’acqua con il becco.
Estremamente socievoli, i Pellicani volano riuniti in gruppi o in grandi stormi, di solito in formazione diagonale. La ricerca del cibo viene effettuata collettivamente, e così pure la costruzione dei nidi, per cui spesso si formano colonie gigantesche (costituite da parecchie migliaia di individui), nelle quali molte volte vengono accolti anche altri Uccelli acquatici.
Il nido è un semplice cumulo di canne o di sterpi, talvolta anche di penne, sul quale vengono deposte le uova (2 o 3 per covata): queste hanno un’uniforme colorazione bluastra o giallognola, con guscio calcareo alquanto robusto, coperto da un’incrostazione dapprima bianca e successivamente di tinta indefinibile. L’incubazione si protrae per 30-42 giorni; i piccoli sono nudi durante la fase iniziale dello sviluppo, e si rivestono di un piumino bianco o nero-bruno all’età di 8-14 giorni. Il periodo che essi trascorrono nel nido è piuttosto lungo (12 o 15 settimane), mentre la maturità sessuale viene raggiunta al terzo o quarto anno di vita.
Le femmine si differenziano dai maschi per la minore lunghezza del becco e le dimensioni più ridotte del corpo. I resti fossili finora ritrovati risalgono all’oligocene superiore, cioè a circa 30 milioni di anni fa. Vi è un solo genere, con 7 specie.
Le due specie eurasiatiche
Pellicano comune - Pelecanus onocrotalus
Pellicano crespo – Pelecanus crispus
Le due specie eurasiatiche, il pellicano comune (Pelecanus onocrotalus) e il pellicano crespo o pellicano riccio (Pelecanus crispus), pur avendo dimensioni pressapoco uguali (il loro peso oscilla tra i 9 e i 14 kg), si distinguono per talune caratteristiche del piumaggio e del comportamento. Il pellicano comune ha infatti una livrea bianca, sfumata di rosa subito dopo la muta, e presenta durante il periodo degli amori una protuberanza aranciata sulla fronte; il pellicano crespo ha invece un piumaggio di colore grigio argenteo. Entrambi hanno sul capo un ciuffo di penne; nel pellicano crespo queste sono però più lunghe, e pure lunghe, morbide e arricciate sono le penne che coprono il collo. Osservando infine i due uccelli durante il volo, è facile rilevare che nel pellicano comune le remiganti primarie sono nere e le secondarie grigio-scure, mentre nel pellicano crespo le ali sono quasi completamente bianche, con sfumature grigie alla sola estremità delle remiganti primarie.
Nidificazione
In Europa, il pellicano comune nidifica prevalentemente in ampie zone paludose, ad esempio nel delta del Danubio, ove trova abbondante vegetazione e calme, aperte distese d’acqua in cui procacciarsi il cibo. Nella maggioranza dei casi la ricerca del nutrimento viene effettuata piuttosto lontano dalla località di nidificazione: gli esemplari che nidificano nella regione del delta del Danubio, ad esempio, si riuniscono in gruppi, e spesso coprono a volo i sessanta chilometri che li separano dalla riva del mare, oppure risalgono il corso del fiume, portandosi a cento e più chilometri dal delta. In Africa questa specie costruisce i propri nidi anche sulle isole e sugli scogli rocciosi prospicienti le coste; l’istinto sociale di questi uccelli, piuttosto spiccato abitualmente, diviene ancora più forte all’epoca della riproduzione, spingendoli a nidificare in colonie molto numerose.
Il pellicano crespo, per contro, non vive mai in schiere molto grandi: le sue località di incubazione preferite sono i piccoli laghi riparati, ma spesso costruisce i propri nidi nel delta del Danubio, assieme al pellicano comune; forma però dei gruppi ben separati, ovvero si trattiene nelle zone marginali delle colonie.
I nidi, disposti generalmente l’uno vicinissimo all’altro o a piccoli gruppi, vengono costruiti nel folto dei canneti, a! limite delle acque, su piccoli cumuli di detriti vegetali gettati a riva dalla corrente. Essi sono molto piatti, tanto che spesso le uova rotolano da un nido all’altro, e verso la fine del periodo di incubazione si sono trasformati in vere e proprie piattaforme attaccate le une alle altre; su di essi i piccoli si raccolgono in gruppi di 10-15 o più individui di diversa età, e perciò di differente grandezza.
I piccoli
Nel periodo infantile il becco ha una forma piuttosto tozza, mentre il corpo è rivestito da un piumino di tinta quasi nera nel pellicano comune, e bianca nel pellicano crespo. I genitori nutrono i figli con pesci che hanno in precedenza inghiottito e ridotto in poltiglia; i piccoli prendono il cibo parzialmente digerito nel gozzo, e rigurgitato nella sacca.
I pellicani si accovacciano nel nido ancora prima di avere deposto le uova, e ciò rende praticamente impossibile determinare con sicurezza la durata del periodo d’incubazione; secondo le osservazioni compiute su esemplari in cattività, essa non dovrebbe in ogni caso superare i 30 giorni. All’inizio della cova, gli uccelli si dimostrano molto paurosi e sensibili a ogni piccolo perturbamento, e abbandonano spessissimo il nido. Straripamenti dei fiumi e condizioni ambientali e meteorologiche sfavorevoli determinano un'elevata mortalità tra le uova e i piccoli, per cui, in una covata, un solo individuo riesce in genere a raggiungere il pieno sviluppo.
All’età di 3 o 4 settimane i piccoli sono in grado di uscire dal nido e di spostarsi tra i canneti; a 10 settimane si allontanano di quando in quando dalla colonia, cominciando a volare e a procurarsi il cibo da soli, e a 14 settimane di vita diventano autosufficienti. In questo periodo la livrea del pellicano comune ha un colore giallo-bruno nella parte superiore del corpo, e bianca in quella inferiore, mentre nel pellicano crespo è grigio-bruna nella parte superiore e bianca in quella inferiore, con un corto e diritto ciuffo di penne sul capo.
Voce
Gli adulti fanno udire di rado la propria voce, lanciando suoni simili a sibili, sbuffi, gemiti o grugniti; di quando in quando battono l’uno contro l’altro i rami del becco, producendo un rumore notevole. I piccoli delle colonie, per contro, emettono continuamente cupi suoni lamentosi, simili al belato delle pecore, a muggiti o squittii e grugniti; questi suoni possono però essere percepiti soltanto se ci si avvicina alle colonie senza farsi scorgere dagli uccelli: in caso contrario, anche i piccoli rimangono silenziosi al pari degli adulti.
A una certa distanza dalle colonie si incontrano abbastanza regolarmente dei pellicani di due o tre anni, che non sono ancora in grado di riprodursi, insieme a compagni più anziani, che hanno invece già raggiunto tale capacità. Ogni anno infatti una parte della popolazione non si dedica alla cova, ma non è stato finora possibile chiarire le cause di un simile comportamento.
La cattura delle prede
Il singolare metodo adottato da questi uccelli per catturare le prede, è stato oggetto di dettagliate descrizioni da parte di numerosi osservatori; H. A. Bernatzik, che ebbe l’occasione di studiare i pellicani sul lago di Maliqi, in Albania, racconta: "Non essendo capaci di tuffarsi, i pellicani prediligono le acque poco profonde, sulle quali si dispongono a semicerchio o ad anello; battendo con forza le ali spaventano i pesci in modo da sospingerli verso la riva, e quindi li afferrano con grande facilità. Sui corsi d’acqua stretti si suddividono talvolta in due file, che spostandosi l’una verso l’altra spingono le prede entro uno spazio molto limitato: in tal caso nuotano scaglionati anche in due o tre colonne successive."
Avanzando lentamente dalle acque più fonde alle più basse, gli uccelli sono perciò certi del successo di tale operazione; giunti in prossimità della riva, i pellicani crespi si sollevano spesso con un balzo dall’acqua, rituffandosi con un gran tonfo un poco al disotto della superficie e riuscendo così a catturare anche i pesci che nuotano a una certa profondità.
Distribuzione
In Europa, entrambe le specie sono oggi diffuse soltanto nella zona del corso inferiore del Danubio; più precisamente i pellicani comuni, che contano circa 3000-5000 coppie, vivono nel delta del fiume, mentre i pellicani crespi, con circa 1000 coppie, vivono sia nel delta sia nella riserva di Srebarna, nei pressi di Silistra (Bulgaria nord-orientale sulla destra del Danubio). In passato vi erano colonie di pellicani anche nella penisola balcanica e in Ungheria; esse sono gradualmente scomparse nel corso degli ultimi decenni; di tanto in tanto, un certo numero di esemplari torna però a nidificare in queste regioni, come accadde nel 1966, quando nella Grecia settentrionale venne segnalata la presenza di pellicani crespi intenti alla cova.
Nel corso delle loro migrazioni, taluni esemplari vengono sospinti in regioni ove la loro presenza è del tutto insolita. Simili episodi furono particolarmente frequenti nel XVIII e nel XIX secolo, quando alcuni pellicani si spinsero verso nord fino alla Germania settentrionale e alla Finlandia, e a occidente fino alla Francia e alla Spagna. Nel 1708, ad esempio, un pellicano fu rinvenuto nei pressi di Königsberg; nel 1585 cinque esemplari furono avvistati vicino a Breslavia, e nel 1763 sul lago di Costanza apparve un gruppo, composto addirittura da 130 individui. Gli scavi effettuati nella zona del Basso Reno hanno inoltre permesso di stabilire che il Pellicano crespo era solito nidificare in questi territori ancora all’epoca dei Romani.
È necessario aprire una parentesi storica allo scopo di integrare le notizie fornite da Grzimek. Se vogliamo credere a Plinio, in Naturalis historia X,131 afferma: Gallia hos septentrionalis proxima oceano mittit. - La Gallia settentrionale, quella vicina all'oceano, ci manda questi uccelli. Il poeta Marziale, praticamente contemporaneo di Plinio, in uno dei suoi epigrammi (XI,21) scrive così al verso 10: turpe Ravennatis guttur onocrotali - la ripugnante gola di un pellicano di Ravenna. Per cui nel I secolo dC il pellicano bazzicava in Romagna, ma vi bazzicava anche 15 secoli più tardi, in quanto Ulisse Aldrovandi per motivi di studio poté procurarsene un esemplare da un uccellatore di Ferrara (Ornithologiae tomus tertius ac postremus,1603). Conrad Gessner, in Historia animalium III (1555), riporta la presenza del pellicano nei pressi di Zurigo (un esemplare da lui studiato), e basandosi su fonti affidabili dice che di quando in quando era presente a Losanna sul lago di Ginevra, talora lo si poteva vedere nei pressi di Mantova e sul lago di Garda. L'interpretazione di Filippo Capponi (Ornithologia Latina, 1979) è che tutte queste presenze anomale del pellicano al di fuori del suo areale fossero dovute al fatto che gruppi di individui, a causa dei venti e delle tempeste, dirottassero dalla direttrice normale di migrazione e si fermassero temporaneamente in aree lacustri o paludose per poi migrare nuovamente verso sud al sopraggiungere della brutta stagione.
Riprendiamo il testo di Grzimek. Al sopraggiungere della stagione fredda, entrambe le specie si spostano verso l’Asia orientale e sudorientale, mentre gli esemplari viventi nel delta del Danubio migrano in prevalenza verso l’Egitto, l’Africa orientale, 1’Angola e il Mozambico; centinaia di pellicani crespi, infine, svernano con una certa frequenza nella Grecia settentrionale.
Il pellicano nella tradizione popolare
Nella tradizione popolare il pellicano, per il suo singolare aspetto, ha dato spesso origine a fiabe e leggende. Presso gli antichi Egizi esso era già conosciuto come animale domestico, gli Indiani se ne servivano durante le battute di caccia, mentre gli Arabi lo veneravano quale presunto coadiutore nella costruzione della Kaaba, il piccolo edificio al centro della Mecca.
Nella simbologia precristiana il pellicano era divenuto l’immagine dell’amore materno spinto all’abnegazione, della madre che non esita a dilaniarsi il petto per nutrire i propri piccoli affamati- L’origine di tale leggenda è probabilmente da ricondursi al fatto che le macchie rossicce del gozzo e della sacca, particolarmente evidenti all’epoca della riproduzione, hanno l’aspetto di ferite. L’immagine del pellicano, quale martire e incarnazione della misericordia umana, venne effigiata da innumerevoli artisti medievali nelle loro opere pittoriche e negli stemmi nobiliari, secondo una tradizione che si è protratta fino all’epoca odierna.
Ibridi interspecifici
In base alle attuali conoscenze, sembra che l’etologia delle altre specie della famiglia sia molto simile a quella delle due forme eurasiatiche. Ursula Klös analizzò la biologia della riproduzione di tutte le specie di pellicani allevati nello zoo di Berlino, senza riscontrare alcuna differenza, il che spiega come, nei giardini zoologici, si verifichi spesso la formazione di coppie miste. Nello zoo di Berlino, ad esempio, si accoppiarono pellicani crespi con pellicani bianchi d’America; pellicani rossicci con pellicani crespi; pellicani grigi con pellicani rossicci; pellicani comuni con pellicani rossicci. Tra il 1964 e il 1967, da queste unioni nacquero 4 piccoli ibridi.
Bernhard Grzimek
Vita degli animali - 1971
Pellicano comune
Pelecanus onocrotalus
Pellicano crespo
Pelecanus crispus
A pelican is any of several very large water birds with a distinctive pouch under the beak belonging to the bird family Pelecanidae. Along with the darters, cormorants, gannets, boobies, frigatebirds, and tropicbirds, pelicans make up the order Pelecaniformes. Modern pelicans are found on all continents except Antarctica. They occur mostly in warm regions, though breeding ranges reach 45° south (Australian Pelican, Pelecanus conspicillatus) and 60° North (American White Pelicans, Pelecanus erythrorhynchos, in western Canada). Birds of inland and coastal waters, they are absent from polar regions, the deep ocean, oceanic islands, and inland South America.
Pelicans are large birds with enormous, pouched bills. The smallest is the Brown Pelican (Pelecanus occidentalis), small individuals of which can be as little as 2.75 kg (6 lb), 106 cm (42 in) long and can have a wingspan of as little as 1.83 m (6 ft). The largest is believed to be the Dalmatian Pelican (Pelecanus crispus), at up to 15 kg (33 lb), 183 cm (72 in) long, with a maximum wingspan of nearly 3.5 m (11.5 ft). The Australian Pelican has the longest bill of any bird.
Pelicans swim well with their short, strong legs and their feet with all four toes webbed (as in all birds placed in the order Pelecaniformes). The tail is short and square, with 20 to 24 feathers. The wings are long and have the unusually large number of 30 to 35 secondary flight feathers. A layer of special fibers deep in the breast muscles can hold the wings rigidly horizontal for gliding and soaring. Thus they can exploit thermals to commute over 150 km (100 miles) to feeding areas. Pelicans rub the backs of their heads on their preen glands to pick up its oily secretion, which they transfer to their plumage to waterproof it.
Sub-groups
The pelicans can be divided into two groups: those with mostly white adult plumage, which nest on the ground (Australian, Dalmatian, Great White, and American White Pelicans), and those with gray or brown plumage, which nest in trees (Pink-backed, Spot-billed, and Brown, plus the Peruvian Pelican, which nests on sea rocks). The Peruvian Pelican is sometimes considered conspecific with the Brown Pelican.
Feeding
The regular diet of a Pelican usually consists of fish, but they also eat amphibians, crustaceans and on some occasions, smaller birds. They often catch fish by expanding the throat pouch. Then they must drain the pouch above the surface before they can swallow. This operation takes up to a minute, during which time other seabirds are particularly likely to steal the fish. Pelicans in their turn sometimes pirate prey from other seabirds.
The white pelicans often fish in groups. They will form a line to chase schools of small fish into shallow water, and then simply scoop them up. Large fish are caught with the bill-tip, then tossed up in the air to be caught and slid into the gullet head first.
The Brown Pelican of North America usually plunge-dives for its prey. Rarely, other species such as the Peruvian Pelican and the Australian Pelican practice this method.
Reproduction
Pelicans are gregarious and nest colonially. The ground-nesting (white) species have a complex communal courtship involving a group of males chasing a single female in the air, on land, or in the water while pointing, gaping, and thrusting their bills at each other. They can finish the process in a day. The tree-nesting species have a simpler process in which perched males advertise for females.
In all species copulation begins shortly after pairing and continues for 3 to 10 days before egg-laying. The male brings the nesting material, ground-nesters (which may not build a nest) sometimes in the pouch and tree-nesters crosswise in the bill. The female heaping the material up to form a simple structure.
Both sexes incubate with the eggs on top of or below the feet. They may display when changing shifts. All species lay at least two eggs, and hatching success for undisturbed pairs can be as high as 95 percent, but because of competition between siblings or outright siblicide, usually all but one nestling dies within the first few weeks (or later in the Pink-backed and Spot-billed species). The young are fed copiously. Before or especially after being fed, they may seem to have a seizure that ends in falling unconscious; the reason is not clearly known.
Parents of ground-nesting species have another strange behavior: they sometimes drag older young around roughly by the head before feeding them. The young of these species gather in "pods" or "crèches" of up to 100 birds in which parents recognize and feed only their own offspring. By 6 to 8 weeks they wander around, occasionally swimming, and may practice communal feeding.
Young of all species fledge 10 to 12 weeks after hatching. They may remain with their parents afterwards, but are now seldom or never fed. Overall breeding success is highly inconsistent. Pairs are monogamous for a single season, but the pair bond extends only to the nesting area; mates are independent away from the nest.
Populations
The Dalmatian Pelican and the Spot-billed Pelican are the rarest species, with the population of the former estimated at between 10,000 and 20,000 and that of the latter at 13,000 to 18,000. The most common is believed to be the Australian Pelican (though some estimates have placed the White Pelican at a higher population).
From the fossil record, it is known that pelicans have been around for over 40 million years, the earliest fossil Pelecanus being found in early Miocene deposits in France. Prehistoric genera have been named Protopelecanus and Miopelecanus. The supposed Miocene pelican Liptornis from Argentina is a nomen dubium, being based on hitherto indeterminable fragments. A number of fossil species are also known from the extant genus Pelecanus:
Pelecanus alieus (Late Pliocene of Idaho, USA)
Pelecanus cadimurka
Pelecanus cauleyi
Pelecanus gracilis
Pelecanus halieus
Pelecanus intermedius
Pelecanus odessanus
Pelecanus schreiberi
Pelecanus sivalensis
Pelecanus tirarensis
Symbolism and culture
In medieval Europe, the pelican was thought to be particularly attentive to her young, to the point of providing her own blood when no other food was available. As a result, the pelican became a symbol of the Passion of Jesus and of the Eucharist. It also became a symbol in bestiaries for self-sacrifice, and was used in heraldry ("a pelican in her piety" or "a pelican vulning (wounding) herself"). Another version of this is that the pelican used to kill its young and then resurrect them with its blood, this being analogous to the sacrifice of Jesus. Thus the symbol of the Irish Blood Transfusion Service (IBTS) is a pelican, and for most of its existence the headquarters of the service was located at Pelican House in Dublin, Ireland.
For example, the emblems of both Corpus Christi College, Cambridge and Corpus Christi College, Oxford are pelicans, showing its use as a medieval Christian symbol ('Corpus Christi' means 'body of Christ'). Likewise a folktale from India says that a pelican killed her young by rough treatment but was then so contrite that she resurrected them with her own blood.
These legends may have arisen because the pelican used to suffer from a disease that left a red mark on its chest. Alternatively it may be that pelicans look as if they are stabbing themselves as they often press their bill into their chest to fully empty their pouch. Yet other possibilities are that they often rest their bills on their breasts, and that the Dalmatian Pelican has a blood-red pouch in the early breeding season.
The symbol is used today on the Louisiana state flag and Louisiana state seal, as the Brown pelican is the Louisiana state bird. Likewise, the pelican is featured prominently on the seal of Louisiana State University. A pelican logo is also used by the Portuguese bank Montepio Geral. The Moche people of ancient Peru worshipped nature. They placed emphasis on animals and often depicted pelicans in their art.
Louisiana state flag
Louisiana state seal
Exceptional behaviour
A pelican swallowed a living pigeon in St. James Park, London in October 2006. According to tourists watching, the pelican strolled to the pigeon and grabbed it into its beak, a 20 minute struggle ensued, which ended with pigeon being swallowed "head first down while flapping all the way down". In May 2008, a woman bore 20 stitches after a pelican rammed into her face and died. The pelican was believed to be diving for fish in the sea off Florida.
Pelecanus onocrotalus
Ordre: Pélécaniformes
Famille: Pélécanidés;
Taille: 140 à 175 cm
Envergure: 270 à 360 cm
Poids: 10000 à 11000 g
Synonymes - Rozovy Pelikan (ru), Vit pelikan (sv), Pelícano Común (es), Pellicano (it), Rosapelikan (al), Gewone pelikaan/Roze pelikaan (nl), Great White Pelican (en).
Identification - Ce très gros oiseau ressemble beaucoup à son cousin, le pélican frisé (Pelecanus crispus). Le pélican blanc en diffère cependant par son plumage qui est entièrement blanc, excepté les grandes plumes noires des ailes, visibles par dessous en vol. Mais sa caractéristique la plus remarquable demeure la poche de peau jaunâtre sous le bec, d'une capacité de treize litres où il peut stocker jusqu'à 4 kg de poisson. Il possède par ailleurs une paire de pattes rosées à rougeâtres dont les quatre doigts sont réunis par la même palmure. Le mâle est pourvu d'une huppe derrière la tête.
Chant - Généralement silencieux. Dans les colonies, ils se manifestent cependant par une sorte de grondement.
Habitat - Il fréquente les lacs bordés d'une épaisse végétation palustre en particulier les roselières, les estuaires (un des sites les plus important est celui du Danube), les lacs de steppe en Asie, les lagunes côtières et les marécages.
Répartition - Sud-est de l'Europe, Proche-Orient, Asie Centrale, nord-ouest de L'Inde, Afrique Tropicale et Méridionale. Localisé, il est devenu rare en Europe.
Comportements - Le pélican fait preuve de très grandes qualités en vol: c'est notamment un excellent planeur et il est très gracieux à voir. Sa technique de pêche est très originale: il est en effet adepte de la pêche collective: de nombreux pélicans nagent côte à côte et se rapprochent de la rive, en refoulant les poissons qu'ils capturent avec la poche de leur bec. Contrairement à sa réputation, il ne plonge guère. Les jeunes trouvent leur nourriture dans la poche et dans la gorge de la femelle. Chaque petit peut ainsi consommer jusqu'à 70 kilogrammes de nourriture régurgitée pendant sa période d'apprentissage et avant de prendre son envol. Outre sa capacité à stocker de la nourriture, le sac gulaire du pélican blanc sert de soufflet pour abaisser la température de son corps.
Vol - Comme les hérons, il replie le cou en vol. Ce sont des planeurs admirables. Les pélicans sont les seuls oiseaux à voler de front. Leurs battements d'ailes sont synchronisés, de même, quand le 'chef' entame un vol plané, les autres suivent.
Nidification - Le nid est placé sur un amas de roseaux, sur un banc de sable ou sur un rocher. Le pélican blanc niche en colonie. En Europe, la période de nidification intervient entre avril et juin. La femelle pond deux oeufs dont l'incubation n'excède pas les 35 jours. Les jeunes sont nidicoles et ne prennent pas leur envol avant 65-70 jours.
Régime - Il se nourrit exclusivement de poissons. Il fait preuve d'un appétit vorace et sa consommation quotidienne varie entre 1 kg et 1,5 kg.
Protection / Menaces - La population grecque qui ne dépasse pas une cinquantaine des couples, a montré, ces dernières années, une légère diminution. Les causes en sont principalement la disparition des habitats de nidification et d'alimentation (assèchement des zones humides pour la mise en culture des terres, extraction d'eau, etc), les dérangements fréquents des colonies par les pêcheurs, la chasse et la collision contre les lignes électriques.
http://www.oiseaux.net
Pélican frisé
Pelecanus crispus
Ordre: Pélécaniformes
Famille: Pélécanidés;
Taille: 160 à 180 cm
Envergure: 280 à 310 cm
Poids: 10 à 13 kg
Synonymes - Pelícano Ceñudo (es), Pellicano riccio (it), Krauskopfpelikan (al), Kroeskoppelikaan (nl), Dalmatian Pelican (en).
Identification - C'est un très gros oiseau au plumage gris-blanc. Il se distingue du pélican blanc par l'arrière de sa tête plus anguleux et par le dessous de ses ailes presque entièrement blanc. Au printemps, une très large poche de peau rougeâtre pend sous un bec gris aux dimensions impressionnantes et légèrement crochu à l'extrémité. Les pattes palmées sont courtes proportionnellement au reste du corps. Elles sont de couleur gris-noir. Le mâle est de la même couleur que la femelle.
Chant - Il émet des sons mugissants tels que 'wo-wo-wo' et 'kh-kh-kh' et d'autres semblables.
Habitat - Il recherche le milieu aquatique et fréquente les lacs, les vastes étangs et les deltas riches en végétation palustre et notamment en roseaux.
Répartition – Balkans (Yougoslavie et Grèce), sud de l'Ukraine, Bulgarie et Roumanie, notamment le delta du Danube (- de 1000 couples dans le monde).
Comportements - Migrateur partiel, le pélican frisé se déplace sur une courte distance. En hiver, il s'envole vers le Nil. Il quitte son aire de nidification dès la fin août et revient en mars. Sociable, il possède un instinct grégaire très fort. De ce fait, tout comme le pélican blanc, il utilise un technique de pêche collective: les groupes poussent les poissons vers la rive où ils les capturent plus aisément dans les eaux peu profondes.
Nidification - Le pélican frisé revient de migration en mars. Une semaine après son retour, il commence à bâtir son nid. Le mâle apporte les matériaux dans son bec, s'approche du nid en nageant et les remet à la femelle. Le nid est ordinairement disposé sur un pied de roseau touffu ou d'autres plantes brisées et toujours sur un bas-fond. Quand les colonies sont nombreuses, les nids sont tout proches les uns des autres. De fin mars à début mai, la femelle pond habituellement deux oeufs que les deux partenaires couvent en se remplaçant. Ils s'installent sur le nid sitôt le premier oeuf pondu. Les petits éclosent le plus souvent au bout de 30 à 32 jours. Les parents leur jettent d'abord la nourriture dans le nid. Quand les jeunes ont grandi, ils prennent eux-mêmes celle-ci dans la poche gulaire de leurs parents. Les jeunes pélicans savent voler à 12 semaines et sont indépendants au bout de 14 à 15 semaines.
http://www.oiseaux.net