Pollo pinguino – Gallina e gallo pinguino


Pollo pinguino
Gallina e gallo pinguino

Mumble
la gallina Cinese che crede di essere un pinguino

Signori, ecco a voi Mumble (in inglese = borbottio, brontolio, mormorio), una gallina Cinese, che come avrete capito dal suo nome, ha qualche dubbio sulla sua reale identità.

La giovane gallina invece di fare ‘coccodè’ e camminare muovendo il collo, si tiene dritta con la schiena e cammina ondeggiando da destra a sinistra, proprio come un pinguino.

Il proprietario della bizzarra gallina, il signor Lu Zi, proveniente da Jiangsu a est della Cina, afferma che Mumble è nata con delle ali molto piccole rispetto ai suoi simili e che proprio come un pinguino le tira fuori ondeggiando quando cammina, e crede proprio di essere un pinguino!

Il nome Mumble è stato dato al volatile dai giornali locali che hanno preso spunto da una pinguino del cartone Happy Feet che non sapendo cantare come gli altri, si metteva a ballare.

Lu Xi sembra soddisfatto del nome dato alla sua gallina: "Non ho visto il film ma mi piace il nome. Ci siamo tutti quanti affezionati all’animale tanto che abbiamo deciso di tenerla con noi in casa anziché metterla nel pollaio".

Lo Jiangsu è una provincia della Repubblica Popolare Cinese collocata lungo la costa est della nazione. Il nome ha avuto origine da jiang, abbreviazione di Jiangning (antico nome di Nanchino), e da su, abbreviazione di Suzhou, due città importanti di questa provincia. Dall'istituzione delle riforme economiche nel 1978, lo Jiangsu è divenuta una delle province più ricche, anche se rimangono delle fortissime differenze tra un sud ricchissimo e un nord ancora molto povero.

Numerosi i polli pinguino reperibili nel web

     

La causa del pollo pinguino

I dati biologici relativi alla causa del pollo pinguino sono presenti in una preziosa relazione del Dr. Carmelo Luzio Alfieri pubblicata nel sito Agraria nella sezione di podologia aviaria . Ecco i preziosi dati forniti dal Dr. Carmelo Luzio Alfieri.

Podologia aviaria (3a parte)

MALATTIE NUTRIZIONALI

Sono più di 36 gli elementi nutritivi assolutamente necessari al pollame per esprimere tutto il proprio potenziale genetico e riproduttivo. Queste sostanze devono essere presenti nella dieta in concentrazioni e rapporto appropriati. Ogni volta che si verifica una grave deficienza o un’eccessiva presenza di uno degli elementi nutritivi essenziali si assiste alla comparsa di sintomi che spesso all’inizio hanno un carattere generico per poi divenire molto caratteristici.

Oggigiorno, però, l’avvento dell’industrializzazione nelle produzioni zootecniche e i sempre più approfonditi studi sulla nutrizione animale hanno ridotto al minimo l’incidenza di molte patologie dell’alimentazione.

Vitamina D

Nella carenza di vitamina D i sintomi si manifestano 2 settimane dopo che gli animali sono stati privati della vitamina D; le ovaiole perdono temporaneamente l’uso delle zampe e assumono un tipico atteggiamento definito "a pinguino". Successivamente le unghie, il becco e la carena diventano molli e pieghevoli e i soggetti camminano con evidente sforzo e fanno pochi passi incerti prima di accovacciarsi sui garretti. All’esame anatomopatologico si può osservare una scadente calcificazione dell’epifisi della tibia o del femore. La carenza di vitamina D determina un allargamento della placca epifisaria, ipertrofia e rammollimento dell’osso.

        

scheletro di pinguino e scheletro di pollo

La vitamina D

Per uno sviluppo corretto la maggior parte degli animali giovani richiede un rapporto ottimale tra calcio, fosforo e vitamina D. La carenza di uno di questi principi non provoca la comparsa contemporanea di sintomi in tutti gli individui: quelli geneticamente più suscettibili li manifestano assai prima, mentre i più resistenti possono anche non manifestarli.

La vitamina D svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo della struttura ossea: importante durante il periodo di crescita, resta un elemento immancabile nella dieta delle persone di qualsiasi età. Per questo la carenza di vitamina D può creare problemi connessi a un irregolare sviluppo delle ossa, come il rachitismo e l’osteoporosi. In particolare, rende difficoltoso l’assorbimento di calcio, importante per lo sviluppo sano della struttura delle ossa.

Un buon pollo viene allevato razionalmente dalle ditte specializzate con mangimi selezionati (prevalentemente granoturco), con altri mangimi equilibrati che prevedono oltre alle granaglie, crusca, sostanze proteiche vegetali, oligoelementi minerali e vitamine.

Cos’è la vitamina D

Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme nelle quali la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe forme dall'attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l'ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.

La vitamina D ottenuta dall'esposizione solare o attraverso la dieta è presente in una forma biologicamente non attiva e deve subire due reazioni di idrossilazione per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il calcitriolo.

Le prime alterazioni, in caso di vitamina D sotto la norma, consistono in: diminuzione dei livelli sierici di calcio e fosforo con conseguente iperparatiroidismo secondario e aumento della concentrazione di fosfatasi alcalina. Successivamente si hanno alterazione dei processi di mineralizzazione con rachitismo (nel bambino) e osteomalacia (nell'adulto) e debolezza muscolare, deformazione ossea e dolori.

Nell'osteomalacia, fragilità ossea, la deposizione di osteoide nell'osso da parte degli osteoblasti come pure la struttura dell'osso sono normali, mentre la mineralizzazione dell'osso è insufficiente (per carenza della vitamina D e/o calcio).

Nell'osteomalacia grave di lunga durata e non trattata, il rammollimento delle ossa lunghe può determinare l'arcuarsi delle gambe.

Una carenza di vitamina D

Una carenza di vitamina D compromette il buon funzionamento delle ossa causando malattie come rachitismo e osteoporosi. Scopriamo le cause, le conseguenze e gli alimenti per integrarla.

I sintomi della carenza di vitamina D

La vitamina D è una vitamina liposolubile che può essere assimilata sia attraverso gli alimenti che con l’esposizione ai raggi del sole. L’azione dei raggi ultravioletti attiva una forma di colesterolo presente nella pelle e la converte in vitamina D.

La carenza di vitamina D compromette il funzionamento osseo, causando malattie come osteoporosi, rachitismo, osteomalacia. Da una carenza di vitamina D consegue un anomalo assorbimento del calcio da parte del tratto intestinale e una ritenzione di fosforo nei reni, causando una mineralizzazione difettosa della struttura ossea.

Le ossa diventano quindi deboli e si originano deformazioni scheletriche come inarcamento delle gambe e della colonna vertebrale, ingrossamento dell’articolazione del polso, del ginocchio e dell’anca.

Spesso accade anche che i muscoli si sviluppino male, si intorpidiscano e causando formicolii e spasmi. Tra i sintomi di carenza di vitamina D c’è anche una tendenza all’irritabilità nervosa.

Le cause della carenza di vitamina D

La carenza di vitamina D può svilupparsi a causa di diversi fattori, primo fra tutti l’inadeguato apporto alimentare e un’insufficiente esposizione ai raggi solari.

A volte accade anche che un subentri un aumentato fabbisogno di vitamina D, con un relativo consumo elevato, associato a un alterato assorbimento o a condizioni patologiche particolari, come possono essere le malattie renali o epatiche, che ne compromettono la conversione e l’impiego.

Anche il morbo celiaco è indirettamente collegato a una carenza di vitamina D, in quanto i grassi, i sali di calcio e la vitamina D non vengono assorbiti, ma vengono espulsi con le feci.

Un’altra causa di carenza di vitamina D può essere la diminuita capacità della pelle di sintetizzarla, dovuta all’avanzare degli anni, oppure a quella dei reni di realizzare l'ultima trasformazione necessaria ad attivarla. Ad alto rischio di carenze sono gli alcolisti, chi è colpito da insufficienza renale o ha subito operazioni all’intestino, chi soffre di insufficienza epatica, fibrosi cistica, pancreatite o cirrosi biliare.

Principali alimenti ricchi di vitamina D

Verdure verdi e funghi – Tra le verdure, quelle che contengono bassi livelli di vitamina D sono quelle a foglia verde, come spinaci, bietole, erbette. L’unico vegetale che è una fonte naturale di vitamina D è il fungo, come dimostrano le ultime ricerche effettuate: 100 grammi di funghi porcini forniscono 3 microgrammi di vitamina D.

Muesli e cereali rinforzati per la colazione – Il muesli (miscela di cereali, frutta fresca o secca, semi e noci) e i cereali per la prima colazione rinforzati di vitamine e i prodotti di soia arricchiti contengono dosi variabili di vitamina D. Una porzione di cereali alla crusca fornisce in genere intorno ai 3 o 4 microgrammi di vitamina D.

Anatra corritrice indiana
Anas domestica cursitans
Anatra pinguino

   

La Corritrice Indiana è probabilmente una delle più antiche anatre domestiche al mondo, le prime testimonianze risalgono a più di mille anni fa: si tratta di alcune sculture nella pietra in un antichissimo tempio a Giava in Indonesia. I primi esemplari arrivarono in Europa nei primi anni dell’Ottocento, più precisamente in Gran Bretagna, anche se probabilmente i primi contatti tra quest’anatra e gli Europei fu con marinai Olandesi.

Nel Museo Marittimo di Amsterdam si possono consultare documenti che provano l’utilizzo per uso alimentare da parte dell’equipaggio di una nave olandese di anatre e uova di Corritrice acquistate in Indonesia, durante il XVI secolo. La carne e le uova delle anatre erano conservate sotto sale e servivano a migliorare la dieta dei marinari durante i lunghi mesi del ritorno a casa. Come per molte altre razze, in quel periodo le prime Corritrici Indiane che arrivarono in Inghilterra, furono donate al parco zoo di Londra nel 1837, dal XIII Conte di Derby presidente della Zoological Society.

Molti autori scientifici, nella seconda metà dell’Ottocento, descrissero la Corritrice Indiana creando purtroppo malintesi che durarono per molti decenni. Nolan, Zollinger, Wallace e Charles Darwin confusero l’origine, assegnandole una provenienza dal subcontinente indiano e coniarono il nome di "Anatra Pinguino".

Charles Darwin, nel suo libro La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico, la definisce come l’esempio più interessante tra le anatre domestiche e la descrive così: "essa cammina con il suo corpo estremamente eretto e con il suo collo sottile teso verso l’alto."

L’appellativo di "Anatra Pinguino" dura fino alla prima esposizione di una Corritrice Indiana in Inghilterra, a Dumfries nel 1877. Durante questo avvenimento viene inventato il nome "Indian Runner" cioè, Corritrice Indiana.

Fino al 1890 c’è una forte confusione sull’origine e sulla denominazione di questa razza di anatra, dovuta al fatto che era evidente un forte contrasto tra le anatre Corritrici che continuavano a essere importate dalle isole dell’Indonesia, impeccabili nel loro portamento eretto, e le linee di Corritrice Indiana presenti in Gran Bretagna, probabilmente incrociate con le anatre domestiche inglesi.

Molti allevatori e appassionati inglesi cercarono alla fine dell’Ottocento la Corritrice Indiana in India, naturalmente fallendo. È probabile che il malinteso fu generato dal fatto che il primo Comandante di nave che portò le Corritrici Indiane in Gran Bretagna appartenesse alla Compagnia delle Indie Orientali.

È il piccolo pamphlet di J. Donald del 1890 "The India Runner Duck: its History and Description" a fare chiarezza sul nome e sulla provenienza, che deve essere ricondotta alle isole dell’Arcipelago Indonesiano.

Le prime Corritrici che arrivarono in Inghilterra nell’Ottocento presentavano principalmente 3 diverse colorazioni: "white"- bianco, "fawn" - camoscio e "fawn and white" – camoscio pezzato bianco. Il primo standard della Corritrice Indiana fu redatto in Inghilterra nel 1901 e descrive una sola colorazione: la "fawn and white" – camoscio pezzato bianco. L’ideale Corritrice Indiana per i "puristi" era un’anatra che ricordasse nella forma e nella linea la bottiglia della soda.

Ottima pascolatrice e molto rustica, depone fino a 200 uova (65/70 g) all’anno. La deposizione inizia tra il 5° e il 6° mese. L’anatra Corritrice Indiana di norma non cova. Il motivo è semplice, quando si seleziona per millenni una razza per una determinata specialità (deposizione), risulta praticamente automatico perdere molte altre caratteristiche naturali (ad es. la cova). La produzione di uova è maggiore nelle femmine giovani, le uova però delle femmine di 2 o 3 anni sono di solito più grandi rispetto alle uova delle femmine giovani. Attualmente si alleva in tutti i continenti del mondo Asia, Africa, Oceania, America e naturalmente Europa. Ad oggi è allevata in tutto il mondo in quasi trenta colorazioni differenti.

Caratteristiche morfologiche – Corpo slanciato, elegante, sottile, praticamente perpendicolare e portamento diritto, specie se l’animale è spaventato. Di solito ha un comportamento frenetico e mai rilassato. Quando non è allarmato o si muove il corpo può essere inclinato tra i 50 e gli 80 gradi. Il petto non deve mai essere prominente e staccato in maniera netta dall’attacco del collo. La forma ideale è quella del cono o della bottiglia della soda, la linea che dal collo scende fino alla pancia deve essere dolce. Questo difetto è molto tipico nelle femmine. Ci sono differenze sostanziali in peso e altezze tra lo standard italiano e quello inglese. Nello standard inglese gli esemplari sono più pesanti (circa 300 grammi in più in media) e più alti (5 cm almeno) e producono un maggior numero di uova e di maggiori dimensioni. Alcuni esemplari di maschi di Corritrice indiana di ceppo inglese arrivano a misurare 80 cm di altezza.

UN FALSO IBRIDO DEL POLLO

Immagine dovuta a Cornelis Theodorus Simon Van Gink
fig. 5 Een tweetal merkwaardige kruisingsprodukten; links: hoen x fazant, rechts: hoen x eend
Due curiosi ibridi; a sinistra un incrocio di un pollo con un fagiano, a destra di un pollo con un’anatra.
Two curious mongrels; in the left is a cross chicken x pheasant, right is a cross chicken x duck. (Elly Vogelaar )

Il pittore olandese Cornelis Theodorus Simon Van Gink (1890-1968) ha disegnato 2 ibridi:

– di un pollo con un fagiano

– di un pollo con un’anatra – un ibrido che a me pare falso oltre che impossibile: i piedi e la testa sono quelli di un pollo, il portamento è quello del pollo pinguino (dovuto a carenza di vitamina D) o dell’Anas domestica cursitans, cioè dell’Anatra corritrice domestica, come è stata denominata dal tedesco Bruno Dürigen (1853-1930) nel suo trattato Avicultura tradotto in spagnolo (Tomo I – Barcelona – Gustavo Gili Editor, 1931), anatra detta Indian Runner in inglese – Laufente in tedesco – Pato corredor in spagnolo. Probabilmente l’Anas domestica cursitans è una delle più antiche anatre domestiche al mondo, le cui prime testimonianze risalgono a più di 1.000 anni fa.

     

Anas domestica cursitans – Anatra corritrice domestica
Indian Runner in inglese – Laufente in tedesco – Pato corredor in spagnolo

Cornelis Theodorus Simon Van Gink (1890-1968)

Il pittore olandese Cornelis Theodorus Simon Van Gink nacque ad Amstel il 25 ottobre 1890. Si specializzò nel riprodurre il pollame. Svolse il suo corso di disegno ad Amsterdam. Poi, dal 1914 perfezionò la sua formazione artistica a Chicago (USA) ricorrendo al celebre illustratore di pollame Arthur O. Schilling. Ottenne il riconoscimento in tutto il mondo per le sue interpretazioni artistiche del pollame.

Inoltre Van Gink era anche un allevatore: nel 1935 creò la razza di piccione Voorburg Schildkropper. In qualità di giornalista, organizzatore, insegnante, allevatore e giudice in concorsi rappresentò per più di mezzo secolo, in patria e all'estero, gli interessi degli appassionati. Dal 1924 Van Gink fu vice presidente della mondiale Poultry Science Association. Durante la vita fu nominato cavaliere per 3 volte. Morì a Heemstede in Olanda l’11 febbraio 1968.

COS’È UN IBRIDO
E
GLI IBRIDI DEL POLLO

Tra gli uccelli si conoscono ibridi del gallo con la fagiana, della faraona col gallo, dell'oca con l'anatra, del pavone con la gallina faraona, del colombo con la tortora. Il piccione non si è mai concesso di dare progenie con una gallina, non solo domestica.

Tra i vari ibridi reperibili in trattati di avicoltura e in internet non esiste alcuna citazione di un verosimile ibrido dovuto all’incrocio tra pollo e anatra, salvo 2 citazioni assai discusse circa la veridicità di tali ibridi pollo e anatra. Sono presenti le seguenti immagini. (vedere )

Un apparente, un presunto ibrido pollo-anatra che ha fatto notizia in Cina nel 2008.
Notare i piedi di pollo e la testa di germano reale.

Un uccello covato in Texas, "Chuck, il pollo-anatra,"
sostanzialmente diverso dall’uccello cinese della precedente foto
e del quale non sono visibili i piedi.

Ibrido è un aggettivo e un sostantivo maschile che deriva dal latino maschile ma anche femminile hybrĭda oppure hibrida, o dal maschile ibrida, cioè «bastardo» (animale di sangue misto, nato dall’incrocio di razze o varietà diverse), di etimologia incerta, magari dal greco hýbris = insolenza, violenza, prepotenza, fregola (di animale), violenza carnale.

In biologia un ibrido, per lo più come singolare maschile, è un individuo animale o vegetale proveniente da un incrocio di genitori appartenenti a razze o varietà diverse (ibrido interrazziale), a generi diversi (ibrido intergenerico), o a specie diverse (ibrido interspecifico).

Gli ibridi interspecifici possono comparire in natura o essere ottenuti sperimentalmente, e, nel caso di animali, sono quasi sempre sterili (per es., il mulo) in quanto hanno corredi cromosomici provenienti da genitori di specie diverse (asino e cavalla) e quindi al momento della formazione dei gameti non avviene il processo fondamentale dell’appaiamento dei cromosomi omologhi. Nelle piante, invece, sia gli ibridi intergenerici sia gli ibridi interspecifici sono per lo più fertili.

Gli ibridi più comuni di animali domestici sono, oltre al mulo, sterile, che nasce dalla cavalla e dall'asino, il bardotto, ibrido generalmente infecondo che nasce dall'asina e dal cavallo (le femmine nate da questo incrocio possono essere occasionalmente fertili), lo chabin (in francese) o ibrido di capra e pecora che nasce di rado e muore prima di raggiungere l'età adulta, il leporide bastardo del coniglio con la lepre.

Le zebre appartengono tutte alla famiglia degli equidi e si prestano agli incroci; avendo però una dotazione cromosomica diversa, gli ibridi saranno sterili come i muli. Gli ibridi cavallo-zebra sono striati, ma il disegno del mantello tende a essere differente da quello del genitore zebra, sia nel numero che nell’organizzazione delle strisce.

Tra gli uccelli si conoscono ibridi dell'oca con l'anatra, del pavone con la gallina faraona, della faraona col gallo, del gallo con la fagiana, del colombo con la tortora. Il piccione non si è mai concesso di dare progenie con una gallina, non solo domestica.

Si conoscono ibridi abbastanza numerosi tra animali domestici e specie selvatiche: il toro si incrocia col bisonte americano ed europeo, con lo yak (detto anche bue tibetano), col banteng (bovide diffuso nel Sud-est asiatico e nelle isole indonesiane); la capra con lo stambecco; la pecora col muflone; il cavallo con la zebra; il maiale col cinghiale; il gatto domestico col selvatico; il cane con lo sciacallo, col lupo e con la volpe. In parecchi di questi casi la specie selvatica è il presunto antenato della razza domestica e il prodotto dell'incrocio è fecondo.

L'osservazione che in molti casi l'unione è sterile e che in altri il prodotto di unione fertile talora è sempre sterile, talora è qualche volta fecondo, mentre talaltra è sempre fecondo, ha indotto i biologi di questo secolo a cercare le cause di queste differenze o per lo meno a stabilire quale sia il rapporto tra la fisiologia e la morfologia delle cellule germinali degli ibridi.

La fecondità completa coincide con l'affinità gametica, ossia con la capacità delle cellule germinali a produrre germi che sviluppano normalmente tutte le parti di un organismo, comprese le ghiandole germinali stesse e i loro prodotti; la sterilità coincide con l'amissia (latino scientifico amixia, da a- privativa e dal greco mĺxis mescolanza), ossia con l'attributo opposto all'affinità gametica. Tra questa e quella esistono condizioni intermedie; talvolta l'una e l'altra possono coesistere.

Ibrido di pollo con fagiano

Ibrido di pollo con faraona