Lessico


Valerio Massimo

Valerius Maximus, scrittore latino (sec. I aC - sec. I dC). Di modeste condizioni, godette della protezione di Sesto Pompeo (console nel 14 dC), al seguito del quale fu più tardi in Asia (27).

Tornato a Roma, fra il 31 e il 32 compose un'opera mista di storia, di etica e di enciclopedismo, che dedicò a Tiberio: Factorum et dictorum memorabilium libri novem, vasta raccolta di aneddoti, tratti da fonti storiche greche e romane (assai largamente da Livio), relativi alla religione, alle istituzioni politiche e sacre, alla vita morale e culturale, a vizi e virtù, suddivisi in 95 rubriche per ogni tema. Serviva alle scuole di retorica e lo testimonia lo stile declamatorio, acceso nella polemica contro i vizi ed enfatico nel presentare le virtù, pomposo nell'elogio dei personaggi e superficiale nel suo nazionalismo.

Il Factorum et dictorum memorabilium libri novem di Valerio Massimo ebbe due epitomatori: Giulio Paride e Gennaro Nepoziano. Epitome, che significa riassunto, deriva dal greco epitomë, dal verbo epitémnø = io taglio. Giulio Paride (Iulius Paris, sec. IV dC) fu appunto un epitomatore di Valerio Massimo, di cui ridusse l'opera in un solo libro, talvolta correggendola, ad uso, com'egli dichiara, dei declamatori. L'epitome è giunta integralmente e, con l'altra epitome redatta da Gennaro Nepoziano, aiuta parzialmente a riparare alla lacuna del 1º libro dei 9 libri di Factorum et dictorum memorabilium libri novem di Valerio Massimo. Gennaro Nepoziano (Ianuarius Nepotianus) è stato uno storico romano del IV secolo dC, la cui epitome dell'opera di Valerio Massimo è alquanto imperfetta, si interrompe nel secondo capitolo del terzo libro, è molto breve, tralascia vari esempi forniti da Valerio Massimo e li sostituisce con altri.

Factorum Dictorumque Memorabilium Libri IX
Bruges - 1480 circa