Albertgallus in italiano
Il Pollo di Alberto Magno
contenuto
in
De animalibus libri XXVI
I Volume - libri 1-12 - 1916
II Volume – libri 13-26 - 1920
Hermann Stadler – Münster – 1916-1920
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Trascrizione
di Fernando Civardi
Traduzione di Elio Corti con la revisione di Roberto Ricciardi
Revisione del testo italiano di Fernando Civardi
È incerta l'epoca in cui Alberto avrebbe composto il suo Libro degli animali, come anche in generale quella dei suoi commenti scientifici ad Aristotele, forse dopo la sua rinuncia alla cattedra episcopale di Regensburg nel 1262. Già verso la metà degli anni 50 del sec. XIII Alberto si sarebbe occupato, come attività principale, di commentare gli scritti di Aristotele. Altri, in modo peraltro poco convincente, ne assegnano la composizione verso il 1268.
Il De animalibus libri XXVI di Alberto è conservato in circa 40 manoscritti, di cui almeno 3 del sec. XIII, 10 del XIV, gli altri del XV. Il più importante è senza dubbio il codex Coloniensis (W 258a dell'Archivio civico di Colonia), che Hermann Stadler ha chiamato C, e che si può considerare lo scritto originario dell'opera, sia perché è l'unico a offrirne il testo completo (mentre gli altri manoscritti e le edizioni a stampa soffrono di lacune e omissioni), sia perché è esente da molti errori di lettura (la cui presenza nei codici testimoni si spiega solo in dipendenza da C), sia per la presenza di correzioni che risalgono alle fonti principali di Alberto, ossia Aristotele e Avicenna, e mostrano l'attività dell'autore che cambia nel corso d'opera. Nel codice C sono inserite altre due opere di Alberto: De motu et origine animae e De principiis motus processivi.
La scrittura, affatto individuale, corrisponde al modo di scrivere in uso verso la metà del sec. XIII. Secondo una tradizione che risale al 1483, Alberto fu sepolto nel Convento dei Domenicani di Colonia. Qui, accanto a un'opera teologica, fu trovato un volumen de naturis animalium de manu sua (appunto il codice C). Queste opere dal Convento, distrutto nel corso delle guerre con i Francesi all'inizio del sec. XIX, furono portate nell'Archivio civico di Colonia, dove tuttora si trovano. Naturalmente, come si è detto, vi sono altri manoscritti di Alberto. Il codice C, pergamenaceo, è costituito di 429 (in realtà 427) fogli; è scritto da una mano, con aggiunte marginali (che sembrano appartenerle). Di un'altra mano sono forse piccole aggiunte (in apparato critico Stadler le designa come m2 e m3). Vi sono numerose abbreviazioni, che non sono diverse dal modo di abbreviare dell'epoca. L'ortografia, come osserva Stadler, è 'conseguente nell'inconseguenza', cioè la stessa parola nella stessa riga può essere scritta in modo diverso. L'interpunzione è quella in uso nei coevi manoscritti francesi.
Si ricordano poi i codici Basiliensis F 1,19 e F 1,20 (= B di Stadler), il codice Divisionensis M. Nr. 262 di Digione (= D), entrambe copie di C, il codice Suessionensis Colb. 3 ms. 33 di Soissons (= S). Gli altri codici hanno minore rilevanza. Per quanto riguarda le edizioni a stampa, la Storia degli animali fu pubblicata in editio princeps (prima edizione a stampa) a Roma nel 1478, poi a Mantova nel 1479, a Venezia in varie ristampe fra il 1490 e il 1515. Nella sua edizione, Stadler ha cercato di distinguere quello che spetta ad Alberto da quello che proviene dalle sue fonti, e ha impiegato barrette verticali, per modo che i prestiti stanno fra barrette semplici (I) e doppie (II), mentre gli ingredienti di Alberto stanno fra barrette doppie (II) e semplici (I). Per esempio in IX 69:
I Adhuc autem omnia [Aristoteles et Scotus] II sive quadrupedia sive bipedia sive pedibus carentia [Albertus] I prima [Aristoteles et Scotus] II ante completam quantitatem [Albertus] I tenent capita sua [Aristoteles et Scotus] II in matrice [Alberts] I etc.
Alberto segue la traduzione arabico-latina di Michele Scoto (ca. 1175 - ca. 1235), che tratta la zoologia in 19 libri (10 De historia animalium; 4 De partibus animalium; 5 De generatione animalium). Per questo si è servito di una riproduzione del codice latino Vindobonensis 97 (= Sc. in apparato critico). Stadler fornisce in apparato i nomi perduti degli animali greci, che Alberto muta nella sua redazione in modo che risultano incomprensibili. Di Avicenna Alberto utilizza i Canones nei suoi libri anatomici, come anche gli estratti del De animalibus di Aristotele, mentre Galeno è da lui citato indirettamente tramite Avicenna, di cui circolavano ai suoi tempi versioni latine, poi stampate.
L'asterisco indica che la voce è presente nel lessico
Incipit liber de animalibus primus, qui est de membris animalium et praecipue perfectissimi animalis, quod est homo. |
Inizia il primo libro sugli animali che riguarda le parti del corpo degli animali e soprattutto di quell'animale perfettissimo che è l'uomo. |
I - 81 |
I - 81 |
Ovantium
autem quaedam ova sunt durae testae et continent in se duos humores,
album videlicet et citrinum, sicut omnia ova avium aput nos notarum.
Ego tamen iam vidi ovum gallinae, quod habuit duas testas, unam intra
aliam, et in medio duarum testarum habuit albuginem, et intra
interiorem etiam non fuit nisi albugo, et fuit ovum parvum, totum
rotundum ad modum sperae. Sed
hoc erat unum de naturae peccatis et monstris. Quaedam autem ovantium
ova sunt mollis testae, quae est sicut pellis, et humor qui est in eis,
est unius et eiusdem coloris. Et talia sunt ova piscis quem
supra nominavimus, qui keleti vel celeti[1]
vocatur. Sunt autem talia etiam ranarum et piscium et aranearum ova et
vermium multorum. Animalium autem generantium vermes quidam vermes
moventur in eadem hora suae nativitatis, et quidam non faciunt hoc
nisi post aliquot dies, sicut vermes formicarum et apum: et de omnibus
hiis diversitatibus exsequemur inferius cum ratione subtili causam
assignantes omnium dictorum. |
Inoltre
alcune uova degli animali ovipari hanno il guscio duro e contengono al
loro interno due liquidi, cioè il bianco e il giallo, come tutte le
uova degli uccelli a noi noti. Tuttavia ho anche visto un uovo di
gallina che aveva due gusci, uno dentro l'altro*, e fra i due gusci
aveva dell'albume, e anche in quello più interno c'era solo
dell'albume, ed era un uovo piccolo, completamente rotondo come una
sfera. Ma questo costituiva uno degli errori e delle anomalie
della natura. Invece alcune
uova degli animali ovipari hanno il guscio molle come la pelle e il
liquido che esse contengono è di un solo identico colore. Tali sono
le uova del pesce che precedentemente abbiamo citato, il quale è
detto keleti o celeti – pesce cartilagineo. Sono tali del resto
anche le uova delle rane, dei pesci, dei ragni, nonché di molti
vermi. D'altra parte alcuni vermi degli animali che generano vermi si
muovono nello stesso momento in cui le uova sono deposte, e alcuni non
fanno ciò se non dopo alcuni giorni, come i vermi delle formiche e
delle api: e in seguito tratteremo di tutte queste differenze,
attribuendo con motivazioni precise la causa di tutte le affermazioni. |
Incipit
liber secundus de animalibus in quo agitur de comparatione aliorum
animalium ad hominem secundum convenientiam et differentiam. |
Inizia
il secondo libro sugli animali nel quale vengono paragonati all'uomo
gli altri animali in base alla somiglianza e alla diversità. |
II
- 75 |
II - 75 |
Amplius
autem quaedam genera avium quae non habent magnos ungues habent in
crure suo quiddam prominens, sicut sit digitus quidam corneus, sicut
gallus: et gallina habet etiam signum istius sed non est perfectum, eo
quod fere in omnibus deficit sexus femininus, quae perfecta sunt in
masculo. Nullum autem volatile magnorum et curvorum unguium
communicat cum isto additamento: quia in illis avibus materia illius
additamenti transit in ungues. Volatile autem curvi unguis boni est
volatus: et volatile quod praedictum habet additamentum, gravis est
volatus sicut fasianus et perdix et gallus et orix[2]
et omnia talia, quae aut habent dictum additamentum aut signum ipsius. |
Inoltre,
alcune specie di uccelli che non hanno grandi unghie, posseggono sulle
loro zampe un qualcosa di sporgente come se fosse un dito corneo, come
il gallo: e anche la gallina ne possiede un accenno, ma è imperfetto,
per il fatto che in quasi tutti gli uccelli il sesso femminile manca
di ciò che nel maschio è completo. D'altronde nessun volatile dalle
dita grandi e ricurve ha a che fare con questa appendice, in quanto in
questi uccelli la materia di tale appendice passa nelle unghie.
Inoltre, un volatile dalle unghie ricurve vola bene, ma il volatile
che possiede la suddetta appendice vola male, come il fagiano*, la
pernice*, il gallo, l'orix e tutti quei volatili dotati della suddetta
appendice o di un suo accenno. |
Adhuc
autem quaedam genera avium habent in capitibus suis additamenta
coronalia, quasi sint galeata: et hoc aliquando est ex pluma sicut in
pavone et upupa. Aliquando autem est ex dura substantia, quae media
est inter carnem et cartillaginem, sicut in capite galli et gallinae
et in capite eius quod vocatur pullus aquae[3],
et est nigrum habens galeam albam iacentem super verticem capitis sui
non erectam. |
Inoltre
alcune specie di uccelli posseggono sulla loro testa delle appendici a
forma di corona, come se fossero fornite di elmi: e talora ciò accade
grazie alle piume come nel pavone e nell'upupa. Ma talvolta ciò
avviene grazie a una sostanza dura, di consistenza intermedia fra la
carne e la cartilagine, come sulla testa del gallo e della gallina e
sulla testa di quella specie detta pollo acquatico che è nera e
possiede un elmo non eretto e bianco adagiato sulla sommità della sua
testa. |
II
- 105 |
II
- 105 |
[...]
Quaedam enim huius generis animalium habent in anteriori suo sub collo
interius papam[4]
quae est a quibusdam dicta struma[5],
et a quibusdam vocatur vesicula avis, eo quod creatio eius est ex tela
nervali sicut vesica, sicut gallus et columba et perdix et sperewerius
et aliae huiusmodi aves: et creatio huius papae est ex corio sive tela magna profunda extensibili secundum
cibi tumescentis quantitatem: et in ipso continetur cibus indigestus.
Et causa huius est, quia stomachus talium avium est parvus, et
aliquando spissae carnis et durae et non extensibilis, in quo non
potest reponi cibus nisi prius amittat tumorem inflationis sicut in
gallina et ansere. |
Infatti
alcuni animali di questa specie posseggono anteriormente sotto al
collo e più internamente un gozzo che da alcuni è detto struma e da
alcuni è detto vescichetta d'uccello, in quanto la sua formazione
proviene dal tessuto muscolare alla maniera della vescica, come accade
nel gallo, nella colomba, nella pernice, nello sparviero e in altri
uccelli siffatti: e la formazione di questo gozzo proviene dallo
strato di pelle o grande tessuto profondo che è estensibile a seconda
della quantità del cibo che si gonfia: e in esso è contenuto il cibo
non ancora digerito. E la causa di ciò risiede nel fatto che lo
stomaco di tali uccelli è piccolo e talora costituito da carne
spessa, dura e inestensibile, in cui il cibo non può trovare posto se
prima non ha perso il turgore del rigonfiamento, come nella gallina e
nell'oca. |
Incipit liber quartus animalium. |
Inizia il quarto libro degli animali. |
IV - 95 |
IV - 95 |
[...]
Quaedam vero genera avium sunt, quae uno modo vociferant tam mas quam
femina. In quibusdam autem diversificantur mas et femina in vocando:
aves vero parvi corporis plus garriunt aliis propter levitatem
spirituum et sanguinis: parvae etiam frequentius loquuntur et maxime
moderatae quae sunt mediae inter parvas et magnas, sicut sturnus
et psitacus et pica et huiusmodi. Garritus
autem earum maxime est tempore coitus. Differentiam autem
habent in garritu quoniam quaedam musica sunt in garritu ut coturnix
et filomena[6]
et multa alia. Quaedam autem non cantant, sed sono quodam
clamant vocando feminam sicut id quod coaf vocatur et columba et multa
alia. Quaedam autem vociferant distinguendo tempora noctis et diei et
post victoriam in prelio sicut gallus: et ideo uno gallo cantante et alter cantat,
ne videatur vinci ab ipso. [...]
In quibusdam autem avibus masculi quidem dant vocem musicam, et
non feminae sicut gallus et mas coturnicis: sed mas coturnicis habet
vocem exilem fere sicut grillius, et femina habet vocem grossam. |
Esistono
invero alcune specie di uccelli in cui sia il maschio che la femmina
emettono suoni in un solo modo. Invece in alcune specie il maschio e
la femmina si diversificano per il richiamo: gli uccelli dal corpo
piccolo cinguettano più degli altri a causa della leggerezza del
respiro e del sangue: quelli piccoli parlano anche più
frequentemente, soprattutto quelli di grandezza non eccessiva che si
trovano a metà strada fra quelli piccoli e grandi, come lo storno, il
pappagallo, la gazza e simili. Il loro chiacchierio ricorre
soprattutto nel periodo dell'accoppiamento. Infatti presentano una
differenza nel modo di chiacchierare in quanto alcuni sono musicali
nell'emettere la voce, come la quaglia*, l'usignolo e molti altri. Però
alcuni non cantano, ma schiamazzano emettendo un certo suono per
chiamare la femmina, come quello chiamato coaf - la pernice*, la
colomba e molti altri. Alcuni invece vociferano distinguendo il tempo
diurno e notturno nonché dopo aver vinto in combattimento, come il
gallo: e pertanto quando un gallo canta anche l'altro canta affinché
non sembri che sia stato da lui sconfitto. [...] In alcuni uccelli i maschi emettono una voce musicale, e non le
femmine, come il gallo e il maschio della quaglia: ma il maschio della
quaglia ha una voce debole quasi come un grillo, mentre la femmina ha
una voce possente. |
Periodo della deposizione delle uova |
|
Incipit
liber animalium quintus de generatione animalium in communi, cuius
primus tractatus est de coitus eorum diversitate. |
Comincia
il quinto libro degli animali relativo alla generazione degli animali
in generale e il cui primo argomento riguarda il loro modo differente
di accoppiarsi. |
V
- 40 |
V - 40 |
Avis
autem agrestis non aquatica coit et ovat semel in anno: sed
yrundines ovant bis in anno et similiter merula quae Graece a
quibusdam fastoroz, ab aliis autem fartokoz vocatur[7].
Sed ova prima quandoque tempore frigoris supervenientis corrompuntur
propter hyemem et aliquando proveniunt. Ova vero posteriora semper
complentur et faciunt pullos: et hoc fit in hyrundinibus quae frigus
sustinere non possunt. Avis vero domestica propter cibi habundantiam
et mansionis temperamentum et alia fomenta libidinis coit frequenter
sicut columbae et gallinae. Ovant enim istae aves tota aestate et non
multiplicantur ova eius nisi propter multitudinem coitus sui. Tempore
tamen quo sol intrat tropicum hyemalem, non pullificat columba et
certum experimentum est, quod etiam tunc pullificat, si calidam habeat
habitationem et cibi habundantiam: sed non pullificat altero istorum
deficiente, et hoc quidem faciunt columbae domesticae. |
Un
uccello selvatico non acquatico si accoppia e depone uova una volta
all'anno: ma le rondini* depongono uova due volte all'anno e la stessa
cosa fa il merlo* che in greco da alcuni è detto fastoroz, da altri
fastocoz. Ma talora le prime uova nel periodo dell'arrivo del freddo
si guastano a causa del gelo e qualche volta si schiudono. Invece le
uova successive giungono sempre a completamento e producono dei
pulcini: e ciò accade nelle rondini che non sono in grado di
tollerare il freddo. Un uccello domestico a causa dell'abbondanza del
cibo e della temperatura mite della dimora e per altri stimoli di
libidine si accoppia sovente, come le colombe e le galline. Infatti
questi uccelli depongono uova per tutta l'estate e le loro uova non si
moltiplicano se non a causa dell'elevato numero dei loro
accoppiamenti. Tuttavia nel periodo in cui il sole entra nel tropico
invernale del Capricorno la colomba non produce pulcini, eppure è un
esperimento comprovato il fatto che anche in tale periodo produce
pulcini se possiede un'abitazione calda e abbondanza di cibo: ma non
produce prole se una delle due cose è mancante, e in effetti questo
è ciò che fanno le colombe domestiche. |
Le uova e la nascita del pulcino |
|
VI |
VI |
Incipit liber sextus de animalibus de natura et anathomia et generatione ovorum, cuius tractatus primus de alteratione et diversitate est ovorum. |
Inizia il VI libro sugli animali che riguarda la natura, l'anatomia e la generazione delle uova, e il primo argomento riguarda la differenziazione e la diversità delle uova. |
Cap. I. De
diversitate nidorum et ovorum in numero et colore et figura. |
Capitolo I La
diversità dei nidi e delle uova circa numero, colore e aspetto. |
[1]
Adhuc autem de generatione animalium loquentes oportet etiam in isto
libro determinare modum ovantium volatilium et modum, quo ovum mutatur
in animal, et tempora, quibus concepta semina in creaturas
transmutantur: hoc enim specialem requirit determinationem praeter eam,
quam iam in praehabito libro de potentia generativa animalium fecimus. |
[1]
Inoltre, parlando ancora della
generazione degli animali, è opportuno chiarire anche in questo libro
il modo in cui i volatili depongono uova, il modo in cui un uovo si
trasforma in un essere vivente, nonché i tempi in cui i semi del
concepimento si trasformano in creature: infatti ciò richiede una
definizione precisa, oltre a quella che abbiamo esposto nel libro
precedente a proposito della capacità procreativa degli animali. |
Dicamus
igitur, quod cum eo, quod diximus in libro praecedente, oportet scire,
quod quaedam aves coeunt et pullificant omni tempore, si calidas
habeant mansiones et delicatum et habundans nutrimentum, sicut
gallinae et columbae: quoniam gallina ovat toto anno, praeterquam in
duobus mensibus tropicorum: et tunc etiam forte plures ovabunt, si
affuerint ei<s> duo, quae diximus: sed plures retrahuntur in
tropico hyemali propter frigus constringens vias et materias ovorum et
spermatum. |
Diciamo
pertanto che, insieme a ciò che abbiamo detto nel precedente libro,
è necessario sapere che alcuni uccelli si accoppiano e prolificano in
qualunque stagione se dispongono di dimore calde e di un nutrimento
raffinato e abbondante, come le galline e le colombe: dal momento che
la gallina depone uova tutto l'anno eccetto che nei due mesi del
solstizio d'inverno: e anche in quel periodo non è escluso che
parecchie deporranno uova se avranno a disposizione quelle due
prerogative che abbiamo detto: ma la maggior parte recede dalla
deposizione durante il solstizio d'inverno a causa del freddo che
riduce le vie e i componenti delle uova e dello sperma. |
[2]
In tropico autem aestivo, licet sit signum humidum, quod est Cancer,
tamen propter sperae artitudinem
et nimiam moram radii solaris circa idem exsiccantur etiam humiditates
et abscinditur sperma in avibus et animalibus pluribus: non enim
habent ingenium impediendi in corporibus suis celestem effectum, quemadmodum habet homo, qui haec celestia
praevidens in se praevenit frequenter et in aliis et disponit corpora
in contrarium: tamen in tantum praevalet in hominibus, quod mulieres
parturientes in tropico hyemali vel alio simili frigore hyemis ex celestibus causato sunt in periculo vitae
propter viarum constrictionem, et concipientes circa tropicum aestivum
frequenter debiles pariunt propter spermatis parvitatem, quod
conceperunt. Quaedam tamen de numero gallinarum in aliquibus
regionibus temperatis multa faciunt ova ante cubationem, ita quod
forte ponunt sexaginta et amplius ova. Cubantes autem aliquando
ova fecundiores sunt in ovando quam non cubantes. |
[2]
Durante il solstizio d'estate,
quantunque sia una costellazione umida poiché si tratta del Cancro,
tuttavia, a causa dell'influsso della sfera celeste e dell'eccessivo
indugiare dell'irradiazione solare, in tale periodo si prosciugano
anche le umidità, e negli uccelli e in parecchi animali lo sperma si
fiacca: infatti non hanno la capacità di impedire che nei loro corpi
si verifichi l'effetto del cielo come invece possiede l'essere umano,
il quale prevedendo questi effetti celesti spesso li previene in se
stesso e in altri, e dispone i corpi girati al contrario: tuttavia
negli esseri umani ciò ha più influenza, in quanto le donne che
partoriscono durante il solstizio d'inverno, o durante un altro simile
periodo freddo invernale causato da influssi celesti, si trovano in
pericolo di vita a causa del restringimento delle vie genitali, e
quando concepiscono intorno al tropico del Cancro, spesso partoriscono
indebolite a causa della scarsità dello sperma che hanno accolto in sé.
Tuttavia in alcune regioni temperate alcune galline fanno molte uova
prima del periodo della cova, tanto che eventualmente depongono 60 e
più uova. Ma talora quelle che covano le uova sono più feconde nel
deporle di quelle non covano. |
[3]
Adhuc autem quaedam sunt gallinae, quae Adriani regis vocantur, et
aput nos dicuntur gallinae magnae, et sunt magni et longi valide
corporis, et habundant in Selandia et Hollandia et fere ubique in
Germania inferiori. Ovant omni die et sunt malorum morum ad pullos
suos, saepe enim interficiunt eos: et colores earum sunt diversi, sed
aput nos frequentius sunt albae: multae tamen etiam sunt aliorum
colorum et pulli earum diu iacent sine pennis: quaedam etiam gallinae
domesticae propter habundantem pastum ovant bis in die.
Quaecumque autem earum multum ovant, debilitantur et citius moriuntur.
Palumbes autem et turtures et huiusmodi aves bis ovant in anno in
regionibus calidis vel temperatis, sed in frigidis non ovant nisi
semel. Columbae autem ovant decies in anno et forte duodecies,
sicut in priori ante hunc habito libro determinavimus. |
[3]
Inoltre esistono delle galline
dette del re Adriano* che presso di noi vengono dette galline grandi,
e presentano una corporatura grande e molto allungata, e abbondano
nella Zelanda e nell'Olanda e quasi ovunque nella provincia della
Germania Inferiore*. Depongono tutti i giorni e hanno un cattivo
comportamento nei confronti dei loro pulcini, infatti spesso li
uccidono: e la loro colorazione è varia, ma presso di noi più spesso
sono bianche: tuttavia parecchie sono anche di altre colorazioni e i
loro pulcini per lungo tempo rimangono senza piume: inoltre alcune
galline domestiche a causa di un'alimentazione abbondante depongono
uova due volte al giorno. Ma tutte quelle che tra loro depongono molte
uova, si debilitano e muoiono più in fretta. Invece i colombi
selvatici e le tortore e uccelli di questo tipo depongono uova due
volte all'anno nelle regioni calde o temperate, ma in quelle fredde
depongono una sola volta. Le colombe invece depongono dieci volte
all'anno e forse dodici volte, come abbiamo affermato nel libro
precedente a questo. |
[4]
Amplius autem maior pars avium ovat in vere et sunt quaedam, quae
multa ovant ova, et maxime parvae aves: et sunt quae multotiens ovant
sicut gallinae. Sed omnes fere aves nobis notae curvorum unguium, quae
rapaces vocantur, sunt paucorum ovorum, praeter eam, quae Graece
kayandoz, Latine seneris vocatur, et hanc quidam Graeci vocant tenesym:
haec enim avis inter omnes notas habentes ungues curvos ovat
multotiens et pullificat ad minus quatuor: sed cubeg et harcohyz
frequenter non ovant in nido, sed super ramos coniunctos, et aliqua
corpora humida supponunt ovis. Avis autem, quae Graece baharcaria,
Latine merobs vocatur: et est picus viridis, cuius vocem et volatum
multum observant augures, similiter autem avis, quam obarcham Graeci
vocant, ovant in foramine terrae, quod faciunt et construunt rostris
suis, aut forte factum inveniunt. Istae tamen aves in nostra
terra nidum aliquando faciunt in cavernis antiquarum arborum
putrefactarum. |
[4]
Inoltre la maggior parte degli
uccelli depone le uova in primavera e ve ne sono alcuni che ne
depongono molte, soprattutto gli uccelli piccoli: e vi sono di quelli
che depongono frequentemente, come le galline. Ma quasi tutti gli
uccelli dalle unghie ricurve a noi noti, che vengono detti rapaci,
depongono poche uova, eccetto quello che - il gheppio* - in greco è
detto kayandoz, seneris in latino, e che alcuni Greci chiamano tenesym:
infatti quest'uccello, fra tutti quelli noti dalle unghie ricurve,
depone parecchie volte e prolifica almeno quattro volte: inoltre cubeg
e harcohyz - le pernici* e le quaglie* - spesso non depongono le uova
nel nido ma sopra dei rami tra loro uniti, e collocano al di sotto
delle uova del materiale umido. Quell'uccello - l'allodola* - che in
greco è detto baharcaria e merobs in latino, e si tratta del picchio
verde*, la cui voce e il cui volo gli auguri osservano parecchio, e
parimenti quell'uccello - il gruccione - che i Greci chiamano obarcha,
depongono le uova in un buco della terra che allestiscono e
costruiscono coi loro becchi, o per caso trovano già fatto. Tuttavia
questi uccelli nei nostri territori talora fanno il nido in cavità di
vecchi alberi marci. |
[5]
Similiter autem animal, quod triangel Graece et aulones Latine
vocantur, facit nidum sicut yrundines ex luto in superiori altitudine
arborum et ponunt et ordinant nidos consequentes sibi in acie, sicut
etiam yrundines faciunt, quae in superioribus murorum acies ponunt
nidorum suorum. Acoz autem, qui est picus marinus, inter alia
nidificantia facit nidum intra corpora arborum in concavitate ipsa, ut
non timeat de pullis: et hic est picus varius, qui solo cognomine
marinus vocatur, non quod in mari cibum venetur. Cignus autem albus,
qui et olor vocatur, nidificat in domibus, quando est domesticus, et
in lapidibus iuxta aquas: aput nos autem nidificat in paludibus inter
herbas, sicut fere omnis avis aquatica. Animal autem, quod radoryz
Graece vocatur et est species quaedam picorum fere similis turdo, et
hoc etiam in Affrica cacalyz vocatur, nidificat super arbores non
altas, sed in ramis terrae propinquis. |
[5]
Similmente quell'animale - il
tordo* - che in greco viene chiamato triangel e aulo in latino,
servendosi del fango come le rondini* costruisce il nido nella parte
più alta degli alberi e dispone e ordina i nidi uno di seguito
all'altro così da formare una schiera, come fanno anche le rondini,
che alla sommità dei muri dispongono le schiere dei loro nidi. Ma tra
gli altri animali che nidificano l'acoz - l'upupa - che è il picchio
marino, costruisce il nido dentro al tronco degli alberi nella
concavità stessa, in modo da non avere timori per i pulcini: e questo
è il picchio variegato*, detto marino solo di soprannome, non perché
vada a caccia di cibo in mare. E il cigno bianco*, detto anche olor,
quando è domestico nidifica nelle case e tra le pietre in prossimità
dell'acqua: ma presso di noi nidifica nelle paludi tra l'erba, come
quasi ogni uccello acquatico. Poi un animale detto radoryz in
greco - il gallo cedrone*
- e che è una specie di picchio quasi simile al tordo*,
e che in Africa viene pure detto cacalyz, nidifica sopra agli alberi
non alti, ma anche sui rami vicini a terra. |
[6]
Adhuc autem in ovis avium magna est diversitas. Quaedam enim sunt
dura, et quaedam sunt mollia, facile fractiva sicut ova gallinarum et
multarum aliarum avium. Dura autem voco, quae non facile franguntur
propter spissitudinem testarum suarum sicut ova strutionum. Et quaedam
ova sunt duorum colorum, citrinum habentia interius in substantia
vitelli et album extra sicut fere omnia ova avium aput nos notarum.
Quaedam autem sunt unius coloris tantum sicut ova quorundam reptilium.
In quantitate etiam vitellorum est diversitas in ovis avium, quoniam
citrinum in ovis avium aquaticarum, sicut in ovis anatum et anserum et
huiusmodi, fere duplum est ad citrinum, quod est in ovis avium
terrestrium, non in aqua, sed in ripa habitantium, ita quod comparatio
fiat inter ova eiusdem quantitatis, quae etiam sint avium eiusdem
quantitatis. |
[6]
Inoltre esiste una grande
diversità tra le uova degli uccelli. Infatti alcune sono dure, mentre
alcune sono molli e facili a rompersi come le uova delle galline e di
molti altri uccelli. D'altra parte definisco dure quelle che non si
rompono facilmente a causa dello spessore dei loro gusci, come le uova
degli struzzi. E alcune uova sono di due colori, di color limone nella
parte centrale a livello del tuorlo e di colore bianco all'esterno,
come accade per quasi tutte le uova degli uccelli a noi noti. Ma
alcune posseggono un solo colore così come le uova di alcuni rettili.
Nelle uova degli uccelli esiste anche una differenza circa la quantità
del tuorlo, in quanto nelle uova degli uccelli acquatici, come in
quelle di anatre e oche e uccelli simili, il giallo è quasi il doppio
rispetto al giallo presente nelle uova degli uccelli terrestri, i
quali abitano non nell'acqua ma sulle rive, cosicché il confronto
deve avvenire tra uova della stessa grandezza, che siano inoltre di
uccelli della stessa taglia. |
[7]
Adhuc autem ova diversantur in colore testarum: quaedam enim sunt albi
coloris sicut ova perdicum, gallinarum et columbarum, et quaedam sunt
viridia, declinantia ad {citrini tatem} <citrinitatem>[8],
sicut ova avium palustrium, sicut anatum et huiusmodi avium, et
quaedam sunt picta, sicut ova picarum et cornicum et passerum et eius
avis, quae Latine meleagridis, Graece autem melagoydoz vocatur, et ova
catheaiar, qui Latine theagridi vocantur. Avis autem eius, quae Graece
forahydez, Latine autem fasianus vocatur, ova sunt rubea, similia fere
ovis milvorum. |
[7]
Inoltre le uova si
diversificano per il colore del guscio: infatti alcune sono di colore
bianco, come le uova delle pernici, delle galline e delle colombe,
mentre alcune sono verdi tendenti al giallognolo come le uova degli
uccelli palustri quali anatre e uccelli siffatti, e alcune sono
macchiettate, come le uova delle gazze, delle cornacchie, dei passeri
e di quell'uccello che in latino è detto meleagris – la gallina
faraona* – e melagoydoz in greco, e le uova di catheaiar che in latino sono detti
theagridi. Ma le uova di quell'uccello che in greco è detto forahydez,
fasianus in latino - il fagiano comune*
- sono rossastre, quasi simili alle uova dei nibbi*. |
Amplius
autem ova diversantur in figura, quoniam quaedam sunt acuta, et
quaedam sunt lata rotunda. et quaedam secundum duas extremitates suas
habent utramque figuram, et in hiis prius ab ave exit latum rotundum,
quia hoc versum est exterius, et posterius exit acutum, eo quod hoc
versum fuit ad dyafracma avis: propter quod etiam illa extremitas est
durior et ex calore aliquantulum corrugata in ovis gallinarum. |
Ma
le uova si diversificano ulteriormente nella forma, in quanto alcune
sono aguzze e altre sono completamente rotonde. E alcune a seconda
delle loro due estremità posseggono ambedue le forme, e per quelle di
questo tipo dall'uccello esce per primo il lato rotondo in quanto esso
è diretto esternamente, e successivamente esce il lato acuto, in
quanto questo lato si trovava rivolto verso il diaframma dell'uccello:
motivo per cui nelle uova di gallina questa estremità è anche più
dura e un pochino corrugata dal calore. |
[8]
Dicit autem Aristoteles, quod ova longa acuti capitis producunt mares
avium, rotunda vero et habentia in loco acuti anguli rotunditatem
producunt feminas. Et hoc est falsum omnino et vitium fuit ex
scriptura perversa, et non ex dictis philosophi: propter quod dicit
Avicenna, quod ex rotundis et brevibus ovis producuntur mares et
galli: ex longis autem et acutis ovis producuntur gallinae: et hoc
concordat cum experientia, quam nos in ovis experti sumus, et cum
ratione, quoniam perfectio virtutis in ovo masculino aequaliter ambit
et continet extrema: sed eiusdem imperfectio in feminino causa est,
quare materia diffluit longius a centro. |
[8]
Aristotele* dice però che le
uova allungate con l'estremità aguzza generano uccelli maschi, mentre
quelle rotonde e che al posto dell'estremità aguzza presentano un
arrotondamento, producono femmine. Ma ciò è del tutto falso ed è
stata un'inesattezza dovuta a un errore di trascrizione, non a ciò
che il filosofo afferma: motivo per cui Avicenna* dice che dalle uova
rotonde e tozze nascono maschi e galli, mentre dalle uova allungate e
aguzze nascono galline: e ciò è in accordo con l'esperienza che noi
possediamo circa le uova e con la ragione, in quanto il
perfezionamento della forza nell'uovo maschile cinge e allo stesso
tempo contiene cose che stanno agli estremi: mentre la sua
imperfezione in quello femminile è la causa per cui la materia si
allontana parecchio dal centro. |
[9]
Calor enim alterativus et maturativus ovi est in ipso ovo, et fomentum,
quod praestat avis{,}[9]
extrinsecus est amminiculans: quoniam in quibusdam calidis terris
meridionalibus ponuntur ova gallinarum sub terrae superficie et per se
complentur sicut in Egipto: Egiptii enim complent ova sua ponendo sub
fimo ad solem: et in civitate, quae antiquitus vocabatur Theoharoz,
fuit quidam bibulus, qui posuit ova sub culcitra calida et dixit se
posse continuare potum usque ad exitum ovorum: et hoc probant experta,
quoniam gallinis nolentibus incubare ova sua ova ponuntur in vasis
calidis, et superponitur stuppa calida, et lento calore fovente et non
adurente extrahuntur pulli: et praecipue calore vitali alicuius
animalis, sicut si in sinu hominis teneantur, aut si forte sub fimo
calido ponantur aut sub cineribus lente calefactis aut aliquo
huiusmodi. |
[9]
Infatti il calore modificatore
e maturativo dell'uovo è presente nell'uovo stesso, e il
riscaldamento che l'uccello fornisce dall'esterno serve da aiuto: dal
momento che in alcuni territori caldi del meridione le uova di gallina
vengono poste al di sotto della superficie della terra e si completano
da sole, come in Egitto: infatti gli Egiziani fanno schiudere le loro
uova ponendole al sole sotto il letame*: e in una città che
anticamente si chiamava Theoharoz
- Siracusa - ci fu un beone che mise delle uova sotto un materasso
caldo e disse che lui poteva continuare a bere fino alla schiusa delle
uova: e lo dimostrano degli esperimenti, poiché quando le galline non
vogliono covare le loro uova, le uova vengono poste in recipienti
caldi e al di sopra si pone della stoppa calda, e riscaldando in modo
prolungato ma senza scottare vengono fatti uscire i pulcini: e
soprattutto col calore corporeo di qualche animale, come se fossero
tenute nel grembo di un essere umano*, o magari se le si mette sotto
dello sterco caldo o sotto a ceneri scaldate pian piano o sotto
qualcosa di simile. |
Cap.
II. De completione ovorum et generatione in ovantibus perfecta, antequam exeant ova. |
Capitolo II A proposito del completamento delle uova e della loro formazione portata a termine negli animali che depongono uova, prima che le uova fuoriescano. |
[10]
Oportet autem scire, quod spermata omnium avium sunt alba, sicut et
aliorum omnium animalium, et proicitur sperma a masculo, et femina
recipit ipsum, et reponitur in matrice superius prope telam, quae
myrach[10]
vocatur, et cum est ovo incorporatum et fovetur et alteratur in
gallina, primo quidem apparet album, et deinde mutatur et fit rubeum
et accipit colorem sanguinis propter calorem, qui digerit ipsum: et
quando crescit ovum in gallina, in principio quidem incrementi totum
non apparet nisi citrinum, ac si sit vitellum quoddam, et cum
inceperit inspissari substantia ovi et compleri, dividitur substantia
alba a citrina, et ponitur citrinum in medio in cibum, et album in
circuitu, ut ex ipso fiat substantia membrorum radicalium: et tunc
membrana circumducitur fortis et circa illam testa dura: et cum sic
completum fuerit ovum, exibit ab ave, et in descensu ovum quando exit
a gallina, induratur quasi per congelationem. Signum autem eius quod
diximus, est, quod quando finditur gallina, inveniuntur ova sub mirach,
et sunt multa simul diversae quantitatis fundata interius supra
spondiles gallinarum: et sunt tota ova, licet sint diversae
quantitatis citrini coloris. |
[10]
È poi opportuno sapere che lo
sperma di tutti gli uccelli è bianco, come anche di tutti gli altri
animali, e lo sperma viene eiaculato dal maschio e la femmina lo
accoglie, e viene depositato in alto nell'utero in vicinanza del
diaframma, che è detto myrach, e quando nella gallina è
incorporato dall'uovo viene sia riscaldato che alterato, in effetti
dapprima appare bianco e successivamente si modifica e diventa
rossiccio e assume il colore del sangue a causa del calore che lo fa
maturare: e quando nella gallina l'uovo aumenta di volume, all'inizio
dell'accrescimento appare tutto quanto giallognolo, come se si
trattasse di un tuorlo, e quando la sostanza dell'uovo ha cominciato a
ispessirsi e a completarsi, la sostanza bianca si separa da quella
gialla e il giallo si pone al centro per diventare cibo e il bianco
tutt'attorno, affinché da esso prenda origine la sostanza degli
abbozzi delle parti del corpo: quindi viene posta all'intorno una
robusta membrana e intorno a essa un guscio duro: e quando l'uovo sarà
così ultimato uscirà dall'uccello, e l'uovo durante la sua discesa
quando esce dalla gallina diventa duro quasi si trattasse di un
congelamento. La prova poi di quanto abbiamo detto consiste nel fatto
che quando alla gallina viene aperto l'addome si rinvengono le uova
sotto il diaframma, e allo stesso tempo sono parecchie in quantità
variabile, fissate internamente a ridosso delle vertebre delle
galline: e sono tutte quante uova, anche se sono in quantità
variabile di colore giallo. |
[11]
Illi autem, qui dixerunt ova venti esse superfluitatem relictam ex
ovis generatis per coitum, mentiti sunt, quoniam multae gallinae et
anseres et spervarii et columbae, similiter autem et aliae aves, ovant
sine coitu. Ova autem venti voco ea, quae in figura et
humiditatibus similitudinem quidem habent ovorum, sed deficiunt a
semine masculi. Sunt autem aliquantulum aliis minora, eo quod calor
seminis masculi trahit materiam aliquam in ovis completis, quae deest
in istis. Sunt etiam ceteris humidiora aquosa humiditate et
insipidiora ideo, quod deest eis digerens et complens semen maris: et
quando aliquod ovorum venti ponitur sub gallina, non alterabitur per
incubationem, sed albugo remanebit alba et vitellum remanebit citrinum:
per quod scitur falsum dixisse Galienum in eo, quod dixit, quod semen
feminae coagulat in generatione et format, licet minus coagulet et
formet semine maris. |
[11]
Ma coloro che hanno affermato
che le uova ventose rappresentano una sovrabbondanza residua
proveniente da uova generate attraverso il coito, hanno detto una
menzogna, in quanto molte galline, oche, sparvieri, colombe e anche
altri uccelli depongono uova senza coito. Infatti definisco uova del
vento quelle che nell'aspetto e nei liquidi posseggono senza dubbio
una somiglianza con le uova, ma sono carenti del seme del maschio. In
effetti sono un pochino più piccole delle altre, in quanto il calore
del seme maschile porta con sé un po' di materia nelle uova ultimate,
nelle quali manca. Inoltre sono più umide delle altre grazie a
un'umidità acquosa e sono più insipide in quanto a esse manca il
seme del maschio dotato di capacità maturative e fecondanti: e quando
qualcuna delle uova ventose viene posta sotto la gallina, non si
modificherà attraverso l'incubazione, ma l'albume rimarrà bianco e
il tuorlo rimarrà giallo: motivo per cui sappiamo che Galeno* disse
il falso in quanto affermò che il seme della femmina si coagula
durante la generazione e prende forma, anche se il seme del maschio si
coagula e prende forma in modo minore. |
[12]
Ova autem venti sunt quidem in gallinis et columbis, pavonibus,
anseribus, accipitribus et malokaroz, hoc est perdicibus, et multis
aliis avibus. Dicuntur autem ova venti, eo quod calor ipsa resolvere
quidem potest in ventum, sed non formare in pullum: haec tamen ova
coagulabilia sunt epsesi et optesi[11],
sed non formabilia, sicut diximus: sunt enim materia quidem pulli
proprio formante destituta, quae est sicut permixtio spermatis feminae
cum sanguine menstruo in ceteris animalibus, ex qua materia nichil
omnino generatur: et in tali quidem materia non est in potentia
aliquid, eo quod, sicut diximus in Physicis[12], potentia formae, quae est in materia, est per
formae et formantis aliquam incoationem. Haec igitur dicta sint de
ovis venti. |
[12]
Le uova ventose* sono presenti
nelle galline e nelle colombe, nei pavoni, nelle oche, negli
sparvieri* e nelle malokaroz, cioè le pernici*,
e molti altri uccelli. Vengono dette uova ventose in quanto il calore
è in grado di dissolverle in vento ma non di trasformarle in un
pulcino: tuttavia queste uova possono solidificarsi se bollite e
arrostite, ma non possono prendere una forma, come abbiamo detto:
infatti sono materia del pulcino priva del proprio impulso formativo,
la quale è come un miscuglio del seme femminile con il sangue
mestruale negli altri animali, dalla quale materia assolutamente nulla
si genera: e in siffatta materia non esiste in potenza alcunché, per
il fatto che, come abbiamo detto in Physicorum, il potere della forma presente nella materia
esiste attraverso un qualche abbozzo della forma e di ciò che dà
forma. Pertanto questo sia detto riguardo le uova ventose. |
[13]
Quod autem diximus in praehabitis, semen maris mutare et complere ovum
usque ad exitum, probatur ex hoc, quod si frangitur ovum completum,
invenitur semen galli in ovo tres habere proprietates: in colore enim
est albius, quod puritatem suae demonstrat substantiae: in substantia
autem est multo spissius, quam sit albugo cetera, et hoc est, ut
retineat intra se spiritum et calorem formantem, ne exalare de facili
possit: in situ autem pertingit per albuginem totam usque ad vitellum
et illi ex parte acuminis ovi infigitur, ut virtus sua sit quidem in
albugine, ex qua fit pulli substantia, et pertingat usque ad vitellum,
ex quo fit creaturae cibus conveniens, quamdiu est in testa ovi. Ovum
autem venti tali spermate destitutum omnino caret formante et ad
speciem deducente et non est nisi sicut materia aedificii, ad quam non
accedit manus artificis: propter quod etiam quando ova gallinarum
ponuntur ad incubandum, aspiciuntur ad solem, ut videatur, an semen
galli sit in eis vel non, et eiciuntur ea, quae carent galli semine. |
[13]
Ma quanto a ciò che abbiamo
detto in precedenza, che cioè il seme del maschio modifica e completa
l'uovo fino a quando esce, viene comprovato dal fatto che, se un uovo
ultimato viene spaccato, si trova che il seme del gallo presente
nell'uovo possiede tre proprietà: in quanto a colore è più bianco,
il che dimostra la purezza della sua sostanza: in effetti per quanto
riguarda la sostanza è molto più denso di quanto lo sia il rimanente
albume, e ciò avviene affinché trattenga dentro di sé il soffio e
il calore formativo, affinché non possa esalare facilmente: infatti
da dove si trova si estende attraverso tutto quanto l'albume fino al
tuorlo e gli si conficca dalla parte del lato acuto dell'uovo, affinché
la sua forza si trovi nell'albume dal quale si forma la materia che
costituisce il pulcino, e si estenda fino al tuorlo dal quale proviene
un cibo adatto alla creatura, finché si trova all'interno del guscio
dell'uovo. Ma l'uovo ventoso sfornito di siffatto seme è
completamente privo di ciò che dà forma e aspetto e non è
null'altro che il materiale di un edificio al quale non giunge la mano
dell'artefice: motivo per cui anche le uova delle galline quando
vengono messe a covare vengono guardate contro sole perché si possa
vedere se il seme del gallo sia in esse presente oppure no, e vengono
eliminate quelle che sono prive del seme del gallo. |
[14]
Post incubationem autem septem dierum iterum inspiciuntur: et si quod
est, quod soli exhibitum non est alteratum, eicitur, quoniam scitur
esse ovum venti et inutile esse ad pullum. Licet autem dixerimus ova
duarum esse humiditatum, albuginosae quidem et citrinae, tamen quaedam
ova venti inveniuntur, in quibus non est nisi albugo, et haec fiunt,
quando in materia coitus habundant gallinae ex aliquo cibo
singulariter materiam coitus operante: tunc enim absque citrino humore
testa albugini circunducitur, et figura ovi datur et producitur: ovum
enim gallinae michi transmissum pro miraculo ego vidi totum rotundum sicut
spera, quod habebat duas testas, unam intra aliam, et inter testas
albuginem aquosam tenuem, et intra secundam testam non habuit nisi
albuginem tenuem et aquosam, et nichil
penitus in eo erat de citrino. Non est autem visum fieri ovum venti ex
sola citrina substantia, quoniam haec paratur in cibum et non
circumducitur ei nisi secundina, qua distinguitur ab albugine, et est
res incompleta ad partum nisi circumducatur albugo, quae est sperma
feminae virtute matricis et testiculorum attracta ad ovi substantiam.
Inveniuntur tamen quaedam ova venti non habere testam exteriorem, sed
membranam quae est sub testa tantum: et hoc contingit eo, quod talia
ova humida sunt et aquosa et non habent in se sufficienter
distinguentem calorem inter terrestre decoquendum in testam et
viscosum humidum convertendum in membranam, et ideo sola membrana
contenta ovantur a gallinis. Adiuvat
autem adhuc cibus humidus aquosi seminis factivus, sicut in
antehabitis diximus. Talis igitur materia est et natura ovorum venti. |
[14]
Vengono però nuovamente
esaminate dopo un'incubazione di 7 giorni: e se c'è qualcosa che,
esposta al sole, non si è modificata, viene eliminato, in quanto si
sa che si tratta di un uovo ventoso e che non serve per ottenere un
pulcino. Potremmo dire che le uova presentano due tipi di umidità,
quella dell'albume e quella del tuorlo, tuttavia si rinvengono alcune
uova ventose nelle quali non c'è null'altro se non l'albume, e queste
si formano quando le galline hanno abbondanza di materiale per il
coito che deriva da qualche cibo che produce materiale per il coito in
modo speciale: infatti in tal caso in assenza di liquido giallo il
guscio circonda l'albume e viene prodotta e realizzata la forma
dell'uovo: infatti ho visto un uovo di gallina, inviato a me come se
si trattasse di un miracolo, che era completamente rotondo come una
sfera, in quanto aveva due gusci, uno dentro all'altro, e tra i gusci
un tenue albume acquoso, e all'interno dell'altro guscio c'era
solamente dell'albume tenue e acquoso, e all'interno di questo guscio
non c'era assolutamente nulla di giallo. In effetti non pare che
l'uovo ventoso si formi solamente dalla sostanza gialla, in quanto
questa si trasforma in cibo e viene circondata solo dalla secondina -
la membrana vitellina*, grazie alla quale rimane distinta dall'albume,
ed è una cosa incompleta per il parto a meno che l'albume non si
metta all'intorno, in quanto è il seme della femmina attratto verso
la sostanza dell'uovo dalla forza dell'utero e delle gonadi. Tuttavia
si rinvengono alcune uova ventose prive del guscio più esterno ma
fornite di una membrana che si trova solamente al di sotto del guscio:
e ciò accade in quanto tali uova sono umide e acquose e non
posseggono in sé in modo sufficiente il calore che separa ciò che di
terroso va trasformato in guscio e ciò che di vischioso e umido deve
trasformarsi in membrana, e pertanto vengono deposte dalle galline
contenute nella sola membrana. Inoltre torna utile un cibo umido
capace di produrre un seme acquoso, come abbiamo detto in precedenza.
Pertanto questa è la sostanza e la struttura delle uova ventose. |
[15]
Aliquando tamen ex aliis causis corrumpuntur humores ovorum, ita quod
non egreditur pullus ex ipsis sicut nec ex ovis venti: et hoc fit
quadrupliciter in genere: et una quidem causa est corruptus humor
albuginis, propter quam non obedit formativae deducenti ad speciem et
figuram animalis. Secunda autem causa est corruptio humoris citrini,
ex quo non potest trahi supplementum et cibus pulli formandi, et ideo
destituuntur membra ipsius. Sed differentia est inter primum et
secundum modum, quod in primo quidem modo nichil omnino formatur per
incubationem, sed totum ovum turbatur et corrumpitur, eo quod calor
digerens in generatione tunc corrumpit humorem, sicut corrumpitur
humor in apostemate: et ideo multum efficiuntur fetida talia ova. In
secundo autem modo formatur imperfecte ovum, et inveniuntur quaedam
membra in ipso non completa et non coniuncta sicut in animali, quod
patitur aborsum
ante compaginationem
lineamentorum creaturae. |
[15]
Tuttavia talora i liquidi
delle uova si corrompono per altri motivi, tant'è che il pulcino non
ne fuoriesce così come neppure dalle uova ventose: e ciò accade
generalmente per quattro motivi: una causa consiste nel liquido
corrotto dell'albume e per colpa di ciò non obbedisce all'impulso
creativo che porta all'aspetto e alla forma dell'animale. La seconda
causa è il deterioramento del liquido giallo, dal quale non possono
essere ricavati la materia supplementare e il cibo del pulcino che
deve formarsi, e pertanto i suoi organi non vengono completati. Ma
esiste una differenza tra la prima e la seconda modalità, in quanto
nella prima maniera non si forma assolutamente nulla attraverso
l'incubazione, ma tutto quanto l'uovo è sconvolto e alterato, poiché
il calore che si diffonde durante la generazione adesso corrompe il
liquido, come si corrompe il liquido in un ascesso: e pertanto tali
uova diventano parecchio fetide. Nella seconda maniera l'uovo si forma
in modo imperfetto e in esso si rinvengono degli organi incompleti e
non collegati come accade in un animale che subisce un aborto prima
che gli abbozzi della creatura si siano congiunti. |
[16]
Tertius autem modus corruptionis est ex corruptione secundinarum ovi
et ex corruptione filorum, quae extenduntur per albuginem: tunc enim
corrupta tela, quae continet vitellum, fluit humor vitellinus in
albuginem, et confunditur unus humor cum alio, et impeditur ovi
fecunditas: corruptis autem filis corrumpuntur venae et nervi
creaturae et cordae, et impeditur via nutrimenti, et dissolvitur
compago destructis cordis et ligamentis, et remanebit sine sensu
destructis nervis. Quartus autem modus corruptionis est antiquitas
ovi, eo quod tunc evaporat spiritus in quo est virtus formativa, et
vitellum pondere suo penetrat albuginem et decidit ad testam in latere,
super quod iacet ovum.[13] |
[16]
La terza modalità di
corruzione proviene dall'alterazione delle membrane dell'uovo e dalla
deterioramento delle fibre che si dispongono attraverso l'albume: e
allora, essendosi corrotta la membrana che contiene il tuorlo, il
liquido del tuorlo defluisce nell'albume e un liquido si mescola con
l'altro, e la fecondità dell'uovo viene bloccata: essendosi corrotte
le fibre, le vene, i nervi e i legamenti della creatura si corrompono
e viene bloccata la via del nutrimento, e la struttura si dissolve
essendosi distrutti fibre e legamenti, e rimarrà senza sensibilità
una volta che si sono distrutti i nervi. La quarta modalità di
corruzione consiste nella vetustà dell'uovo, in quanto a questo punto
evapora la forza vitale in cui risiede la capacità formativa, e il
tuorlo con il suo peso penetra nell'albume e cade verso il guscio sul
lato al di sopra del quale giace l'uovo. |
Ex
hiis igitur causis sterilia efficiuntur ova completa, sicut sunt ova
venti. Ex secunda autem aliquando contingit, quod in corruptione
humorum partes igneae combustae feruntur ad testam ovi et respergunt
eamdem, et fit ovum lucens in tenebris sicut quercus putrefacta, sicut
accidit in ovo, quod se vidisse testatur Avicenna in civitate, quae
vocatur Kanetrizine in terra Corasceni: et forte multi sunt alii modi
corruptionis ovorum, qui sub istis de facili poterunt comprehendi. |
Pertanto,
per questi motivi, delle uova complete, come lo sono le uova ventose,
diventano sterili. Talora poi per il secondo motivo accade che durante
la corruzione dei liquidi le parti legnose bruciate si trasferiscono
verso il guscio dell'uovo e lo spruzzano, e ne scaturisce un uovo
luminoso nelle tenebre - per bioluminescenza* - come se fosse una
quercia putrefatta, come accadde in un uovo che Avicenna* testimonia
di aver visto in una città che si chiama Kanetrizine nella
regione del Corasan*: e
forse esistono molte altre modalità di corruzione delle uova che
potrebbero essere facilmente catalogate in quelle appena descritte. |
Cap.
III. De
tempore, quo aves ovant et fovent usque ad exitum pullorum. |
Capitolo
III Sul
periodo in cui gli uccelli depongono e covano le uova fino all'uscita
dei pulcini. |
[17]
De tempore autem fecunditatis ovorum hoc sciendum est, quod quando
gallina cubat in aestate, citius finduntur ova ad exitum pullorum quam
in hyeme. In decem et octo enim diebus fota finduntur in aestate, et
in viginti quinque finduntur fota in hyeme: et hoc etiam attenditur
secundum climata calidiora et frigidiora, quoniam in calidis citius,
in frigidis autem exeunt tardius. |
[17]
A proposito del tempo
necessario alle uova per essere prolifiche bisogna sapere che quando
la gallina cova durante l'estate le uova si aprono più in fretta per
far uscire i pulcini di quanto accade in inverno. Infatti si aprono in
18 giorni quando sono scaldate in estate e si schiudono in 25 giorni
se scaldate in inverno: e si osserva la stessa cosa a seconda dei
climi più caldi e più freddi, in quanto in quelli caldi si schiudono
prima, più tardi invece in quelli freddi. |
Attenditur
autem in hoc etiam virtus stellarum, quoniam in temporibus aequaliter
calidis citius exeunt sole ascendente, quam sole descendente. |
A
questo proposito si osserva anche il potere delle stelle, in quanto in
periodi ugualmente caldi si schiudono più rapidamente quando il sole
è in ascesa di quando il sole è in discesa. |
Adhuc
autem luna post accensionem crescente citius exeunt quam eadem
decrescente, quamvis in omnibus aliis paria sint tempora. |
Inoltre
durante il periodo della luna crescente si schiudono più in fretta di
quando la luna è in fase calante, ma in tutte le altre fasi i tempi
sono uguali. |
[18]
Amplius autem quando tonitrua fortia veniunt in hora cubationis, quae
non agunt in sensum auditus tantum, sed etiam commovent aerem, ita
quod concutit ova, corrumpuntur tunc ova ex commotione, et praecipue
si iam in eis formati sunt pulli: hoc tamen secundum magis et minus
nocet ovis diversarum avium: sed inter omnes aves magis dicitur nocere
ovis corvorum, et ideo videntur anticipare tempus tonitrui ovando et
fovendo, ita quod semper videntur in Martio pullos educere. Videtur
autem haec etiam esse causa, propter quam avis Dyomedis[14],
de qua supra diximus, fovet in hyeme et quaedam avium aliarum.
Commotio enim tonitrui turbat praecipue humida et tenera, et facit in
eis dislocationem et corruptionem, quamvis testam propter sui
subtilitatem non inveniatur corrumpere. Animalia tamen, quae ab
antiquis vocantur zabuza et wara, hoc est se abscondentia, praecipue
educunt pullos in aestate, et minus nocet eis tonitrus quam aliis. Et
quaedam illorum animalium, sicut dicit Avicenna, vocatur chychelynches[15],
quae sunt aves compositae ex ansere et strucione, quae etiam in
aestate pullos educunt. |
[18]
Inoltre quando nel periodo
della cova giungono dei tuoni potenti, i quali non agiscono solamente
sull'udito, ma scuotono anche l'aria al punto tale che scuote le uova,
allora le uova si corrompono a causa dello scuotimento e soprattutto
se in esse si sono già formati i pulcini: tuttavia questa seconda
situazione nuoce più o meno alle uova dei vari uccelli: ma si dice
che fra tutti gli uccelli nuoce maggiormente alle uova dei corvi, e
pertanto sembra che anticipino il periodo del tuono deponendo e
covando le uova, cosicché li si vede sempre far nascere i pulcini a
marzo. Sembra che questo sia il motivo per cui anche l'uccello di
Diomede, del quale abbiamo parlato in precedenza, e alcuni altri
uccelli covano in inverno. Infatti la scossa del tuono rovina
soprattutto quelle umide e delicate e provoca in esse uno spostamento
e un'alterazione, anche se non si osserva che altera il guscio a causa
della sua sottigliezza. Tuttavia quegli animali che dagli antichi sono
chiamati zabuza e wara, cioè che si nascondono, fanno nascere
i pulcini soprattutto in estate e il tuono nuoce a essi meno che agli
altri. E alcuni di questi animali, come dice Avicenna*,
sono detti chychelynches, i quali sono degli uccelli composti da oca e
struzzo che fanno nascere i pulcini anche in estate. |
[19]
In omnibus autem avibus feminae semper magis inveniuntur circa ovorum
custodiam quam mares: quaedam tamen nullo modo custodiunt ea nisi per
occultationem, neque inveniuntur fovere ea sicut strucio, sed in loco
calido ponit ea sub arena, et per calorem solis vivificantur et exeunt:
et ideo proverbium est, quod “duratur ad ova, quasi non sint sua”:
haec etiam avis exeuntes non pascit filios, quia per se statim nati
comedunt, et fomentum matris non valeret eis, quia fere est sine
plumis et corpus pulli operire non posset, et si operiret ipsum,
pondere corporis gravaret. Quod autem dicitur visu fovere ova sua
strucio, fabula est falsa, quoniam nichil cubat visu, sed forte raro
ad ipsa aspicit propter custodiam, et ex hoc vulgus imperitum putat,
quod visu foveat. |
[19]
A livello di tutti gli uccelli
si trova che sono sempre le femmine a custodire le uova più dei
maschi: tuttavia alcune le custodiscono occultandole solamente, e non
si trova nessuna che le scalda come fa lo struzzo, che le mette in un
posto caldo sotto la sabbia e grazie al calore del sole prendono vita
e si schiudono: pertanto esiste il proverbio che dice "si dedica
alle uova come se non fossero sue": inoltre questo uccello non
nutre i figli che ne nascono, in quanto i neonati subito mangiano da
soli e il riscaldamento della madre a essi non serve, in quanto è
quasi senza piume e non sarebbe in grado di coprire il corpo del
pulcino, e se lo ricoprisse, lo opprimerebbe col peso del corpo.
Quanto al fatto che si dice che lo struzzo scalda le sue uova con lo
sguardo si tratta di una falsa diceria, in quanto non cova nulla con
lo sguardo, ma forse ogni tanto getta loro uno sguardo per
sorvegliarle, e basandosi su ciò il popolo incompetente pensa che le
scalda con lo sguardo. |
Amplius
autem animalia inflativa, quae inflatione et ventositate quadam ova
concipiunt et ideo inflativa dicuntur, et Graece vocantur zacorye[16],
maxime ova venti concipiunt in autumno flante vento austrino: hic enim
aperit corpora avium, et humectat et fecundat. Ex tempore autem
autumni habundat in eis sicca ventositas, et humor quidem concrescit
calore venti austrini. Ventositas autem movet eum et extendit
genitalia, et tunc excitatur libido et praeparatur materia
generationis et formatur in ova. |
Inoltre
gli animali che assorbono aria, che grazie a un soffio e a una certa
ventosità concepiscono uova dette pertanto ventose*, e dette zacorye
- zefirine - in greco, concepiscono uova ventose soprattutto in
autunno quando spira il vento del sud: infatti questo vento - Austro*
- apre i corpi degli uccelli e li inumidisce e li feconda. Infatti a
partire dall'autunno in essi abbonda una ventosità asciutta e l'umido
aumenta grazie al calore del vento del sud. La ventosità smuove
l'umido e dilata i genitali, per cui la libidine viene eccitata e il
materiale della generazione viene preparato e organizzato nelle uova. |
[20]
Quaedam autem aves segregatae a maribus etiam ova venti faciunt in
vere, quando recipiunt ventum austrinum calore et humore moventem ad
materiam generationis. |
[20]
Anche alcuni uccelli separati
dai maschi depongono uova ventose in primavera, quando accolgono
Austro che col calore e l'umidità stimola alla produzione del
materiale della generazione. |
Adhuc
autem aliquando ad tactum manus supra anum et per confricationem
excitatur in avibus libido, quae attrahit materiam conceptus et
formatur in ovum venti, sicut ad tactum mulieris in ore vulvae semen
adducitur infecundum. |
Inoltre
talora negli uccelli al tocco della mano sull'ano e con lo sfregamento
viene eccitata la libidine che richiama la materia del concepimento
che si trasforma in un uovo ventoso, come accade che toccando la rima
vulvare di una donna viene introdotto un seme infecondo. |
Aliquando
etiam ova, quae ut ova venti concipiuntur, aliquando pullificant,
quando post conceptum tactum fuerit a semine galli sive masculi. Contingit
autem etiam ova ex coitu formata et concepta alterari ad sterilitatem
ovorum venti, quando citrinum ad albedinem per evaporationem caloris
transmutatur. Ova tamen venti maxime ex vento concipiuntur in avibus.
Rara enim corpora habent et aerea et locum ani, per quem concipiunt,
vento expositum: propter quod vento etiam moventur ad libidinem et
materiae generationis attractionem: sicut etiam mulieres vento
austrino vulvas aperientes libidine coitus delectantur, et attrahitur
eis menstruum. Fit autem hoc frequentius in avibus propter volatum et
continuum caudae motum, propter quem etiam attrahitur semen ad
matrices earum. Feminae enim avium testiculos habent super caudam et
in exteriori corporis, sed mares habent interius in loco, ubi aliis
animalibus siti sunt renes. |
Talora
anche le uova che vengono concepite come le uova ventose producono
pulcini quando, dopo essere state concepite, sono entrate in contatto
col seme del gallo o di un maschio. Accade che anche le uova che si
sono formate e che sono state concepite in seguito al coito si
alterano sino a raggiungere la sterilità delle uova ventose, quando
il giallo si trasforma in albume attraverso l'evaporazione del calore.
Tuttavia negli uccelli le uova ventose vengono concepite soprattutto a
causa del vento. Infatti posseggono dei corpi rarefatti e leggeri come
l'aria e la posizione dell'ano, attraverso il quale concepiscono, è
esposta al vento: per questo motivo vengono spinti alla libidine e
all'attrazione della materia della generazione anche dal vento: come
anche le donne che aprono la vulva al vento del sud si dilettano della
libidine del coito e vengono loro stimolate le mestruazioni. Ciò
accade più spesso negli uccelli a causa del volo e del continuo
movimento della coda, a causa del quale il seme viene pure attratto al
loro utero. Infatti le femmine degli uccelli hanno le gonadi al di
sopra della coda e nella parte esterna del corpo, mentre i maschi le
hanno all'interno là dove negli altri animali sono situati i reni. |
[21]
Gallinae autem veteres praecipue ovant in principio veris, eo quod
tunc calido humido frigiditas complexionis earum temperatur. Gallinae
autem iuvenes ovant in aestate, quando superfluus humor exsiccatur in
eis. Ovant autem etiam in autumno. |
[21]
Le galline vecchie depongono
soprattutto all'inizio della primavera in quanto in questo periodo
l'ipotermia del loro organismo viene mitigata dal caldo umido. Le
galline giovani depongono in estate quando in esse l'umore in eccesso
si essicca. Ma depongono anche in autunno. |
Adhuc
autem minoris quantitatis sunt ova gallinarum iuvenum quam antiquarum,
propter nutrimentum, quod in iuvenibus maxime transit in substantiam
corporis. |
Inoltre
la quantità delle uova delle galline giovani è inferiore a quella
delle galline vecchie a causa del cibo, che in quelle giovani si
trasforma soprattutto in struttura corporea. |
Adhuc
autem gallina multum ovans et non cubans ova infirmatur frequenter et
moritur, eo quod non abstrahitur ab ovando et ex ipsa per nimia ova
educitur subiectum vitae. Ea autem, quae cubat, infirmatur quidem ex
affectu pullorum, quod ostendit acumen vocis eius: sed tamen sanatur
per restitutionem humidi vitalis in ipsa, ex hoc, quod interim non
ovat. |
Inoltre,
una gallina che depone molte uova e che non le cova, spesso si ammala
e muore in quanto non viene distolta dal deporre uova e per colpa
delle troppe uova viene ridotta la sua forza vitale. Invece quella che
cova viene indebolita dall'amore dei pulcini, come mostra il tono
acuto della sua voce: tuttavia viene risanata attraverso la
restaurazione in essa dell'umore vitale in quanto nel frattempo non
depone uova. |
[22]
Adhuc autem gallina post coitum excutit se cum horripilatione, eo quod
in concupiscentia transit per eam vapor faciens extensiones et alices[17]
in ea, sicut in homine, quando languet desiderio coitus, et quia
concupiscentia pertingit ad sensibilia capitis, tunc confricando se
saepe paleam accipit in ore et reponit quasi nidum componens: et eadem
est causa de osculo avium, quoniam non osculantur, sed vapore
libidinis excitato ante completum motum coitus confricant se faciendo
sibi et augendo coitus delectationem: et hoc idem faciunt etiam,
quando ovant, eo quod tunc semen interius tangit nervos et delectat.
Sicut etiam mulier praegnans plus delectatur in coitu quam illa, quae
non est impraegnata, propterea quod semen conceptum movet nervos, et
ideo quaerit confricationem: et ideo gallinae sedentes in nido saepe
rostro convertunt paleas, et similiter faciunt aliae aves. Hac etiam
de causa columbae, quae calidiores sunt, tempore libidinis incurvant
caudam ad terram et trahunt eam super terram, et ita moventur ad
invicem masculus et femina. Anseres autem et anates tempore libidinis
natant in aqua, eo quod frigidae sunt aves, et evaporaret ab eis calor
coitus, si non restringeretur aquae frigiditate: cuius signum est,
quia etiam homo surgens et exponens se frigori fortius movetur ad
libidinem ad mulierem accedens, quam ille qui in calore iacuit iuxta
mulierem. |
[22]
Inoltre dopo il coito la
gallina si scuote rizzando le piume in quanto durante il desiderio
sessuale viene attraversata da una passione che determina in lei delle
tensioni e delle torsioni come in un essere umano quando languisce per
il desiderio del coito, e siccome la concupiscenza si estende alle
zone sensibili della testa, allora strofinandosi spesso prende della
paglia in bocca e la depone come se stesse allestendo un nido: e
identico è il motivo del bacio degli uccelli, in quanto non si
baciano, ma dopo aver stimolato la fiamma della libidine, prima di
aver portato a termine il movimento del coito si sfregano eccitandosi
e aumentando il piacere del coito: e questa stessa cosa la fanno anche
quando depongono le uova, per il fatto che in quel momento il seme
tocca i nervi internamente e provoca piacere. Così come anche una
donna gravida si diletta durante il coito più di quella che non è
gravida, dal momento che il seme concepito scuote i nervi e pertanto
provoca uno sfregamento: e pertanto le galline accucciate nel nido
spesso col becco spostano la paglia, e gli altri uccelli si comportano
allo stesso modo. Sempre per questo motivo le colombe, che sono più
focose, nel periodo del desiderio sessuale incurvano la coda verso
terra e la trascinano sulla terra, e sia il maschio che la femmina si
muovono alternativamente in questo modo. Invece le oche e le anatre
nel periodo del desiderio sessuale nuotano in acqua in quanto si
tratta di uccelli freddi, e il calore del coito esalerebbe via da loro
se non venisse imprigionato dal freddo dell'acqua: e ne è la riprova
il fatto che anche un uomo, che si alza e si espone al freddo,
avvicinandosi a una donna, diventa maggiormente libidinoso di quello
che è giaciuto al caldo presso una donna. |
[23]
Adhuc autem multae aves valde leviter concipiunt, sicut perdices, ita
quod dicitur, quod concipiunt ex semine vaporabiliter transfuso a mare
in feminam: propter quod aliquando cum femina vertit anum ad masculum
et flaverit ventus a mare ad feminam, dicuntur concipere: ego tamen
non credo, quod illa conceptio fecundet, nisi forte ad ovum et non ad
pullum: sed ad pullum exigitur receptio seminis in corporali humore
transfusi. Quidam etiam probantes, quod vaporabiliter semen perdix mas
transfundat, dicunt fetorem excitari a perdicibus tempore coitus ex
vapore seminis transfusi, quod vaporabiliter transfundi dicunt. Sed
hoc non est signum nisi fallax, quod inducunt. Omne enim animal fetet
post coitum, et praecipue femina: et hoc contingit ideo, quia calor
coitus educit humidum et multum corrumpit de ipso: et ille humor
corruptus est, qui fetet: et ideo fetor ille est in genitalibus, quae
vaporosa sunt membra, et est similis fetori sudoris, sed acutior est
in tanto quantum humidum seminale subtilius est humore sudoris ex
parte passivi, et in tanto, quantum calor coitus acutior est calore
sudantis ex parte activi. Experta etiam probant non esse verum, quod
inductum est, quia perdices domesticas iam vidimus coeuntes sicut
coeunt aliae aves. |
[23]
Inoltre molti uccelli
concepiscono in modo assai delicato, come le pernici*, sicché si dice
che concepiscono grazie a un seme trasfuso per via aerea dal maschio
alla femmina: motivo per cui si dice che talora concepiscono quando la
femmina rivolge l'ano verso il maschio e un vento sia spirato dal
maschio verso la femmina: tuttavia io non credo che tale modo di
concepire sia in grado di fecondare, a meno che forse sia riferito
alla produzione di un uovo e non di un pulcino: ma per produrre un
pulcino è d'obbligo ricevere il seme trasmesso in un liquido del
corpo. Alcuni che concordano anche sul fatto che la pernice maschio
trasmette il seme attraverso il vapore, dicono che nel periodo
dell'accoppiamento il fetore viene provocato dalle pernici in seguito
al vapore del seme trasmesso, che a quanto dicono viene trasmesso
sotto forma di vapore. Ma questa caratteristica che adducono altro non
è che falsa. Infatti qualunque animale puzza dopo il coito, e
soprattutto la femmina: e ciò accade in quanto il calore del coito fa
uscire dell'umido e se ne altera parecchio: e quell'umore che puzza è
corrotto: e pertanto quel fetore è presente nei genitali che sono
delle strutture piene di aria, ed è simile al fetore del sudore, ma
è più penetrante in quanto l'umidità seminale è più penetrante
del liquido del sudore che in parte è passivo, e in quanto il calore
del coito è più penetrante del calore di colui che suda, essendo in
parte attivo. Anche la pratica conferma che non è vero che ciò è
stato osservato, in quanto abbiamo già visto delle pernici domestiche
che si accoppiano come si accoppiano gli altri uccelli. |
Adhuc
autem vaporabilis exalatio seminis non habet motum ad matricem
feminae, sed potius dilatationis, quando exalat a gallo perdicis,
sicut et alia vaporabiliter exalantia ex aliquo. |
Inoltre
l'esalazione vaporosa del seme, quando fuoriesce dal maschio della
pernice, non è dotata di un movimento verso l'utero della femmina, ma
piuttosto di un movimento dilatante, come anche le altre esalazioni
vaporose che fuoriescono da un essere vivente. |
Cap.
IV. De
tempore completionis ovorum et de anathomia eorum et mutatione in
formam pulli. |
Capitolo
IV Circa
il tempo necessario al completamento delle uova e la loro anatomia e
la trasformazione in pulcino. |
[24]
Genera autem pullorum diversantur secundum tempus cubationis et
anathomiam ovorum. Ovum enim gallinae fecundum, quod a semine galli
concipitur, ab undecimo die seminis concepti completur in quantitate
et figura ad emissionem ovi ut frequentius, contingit tamen in
gallinis duplex ovi conceptus. Unus quidem est a semine galli, quod
primum intra matricem concipitur et attrahit materiam ovi et format
eam, sicut semen gressibilium generantium sibi simile attrahit
materiam conceptus: et ille conceptus et formatur et perficitur ad ovi
perfectionem ut frequentius in diebus undecim. In gallina tamen iuvene
cicius completur quam in antiqua, et in climate calido cicius quam in
frigido: et in ea quae utitur nutrimento calido, cicius completur quam
in ea quae utitur nutrimento frigido: et sic est de aliis accidentibus
considerandum, quae complexiones variant gallinarum. |
[24]
La nascita dei pulcini si
diversifica a seconda della durata dell'incubazione e dell'anatomia
delle uova. Infatti un uovo di gallina fecondo, che viene concepito
grazie al seme del gallo, a partire dall'undicesimo giorno dal
ricevimento del seme si completa in volume e aspetto in vista della
fuoriuscita dell'uovo, come accade più di frequente. Tuttavia nelle
galline si verifica un concepimento duplice dell'uovo. Un concepimento
proviene dal seme del gallo, che viene accolto per primo dentro
all'utero e attrae la materia dell'uovo e le dà forma, come il seme
degli animali da riproduzione che deambulano attrae la materia del
concepimento che gli è simile: e tale concepimento avviene e si
completa fino al perfezionamento dell'uovo per lo più in undici
giorni. Tuttavia nella gallina giovane si completa più in fretta che
in quella vecchia, e in un clima caldo più in fretta che in uno
freddo: e in quella che si nutre di un cibo caldo si completa più in
fretta di quanto accade in quella che si serve di un cibo freddo: e
nello stesso modo bisogna fare le considerazioni circa le altre
evenienze che fanno variare la costituzione delle galline. |
[25]
Alius autem conceptus est, quando sperma galli receptum invenit
materiam ovi venti in matrice aut in parte aut in toto praeter pellem
et testam completam: tunc enim sociatur ei et fecundat item ovum et
immutat, et hoc ovum cicius ovatur secundum quod magis vel minus
materiam in matrice praeparatam invenit. Aliter
enim est de avibus et aliter de animalibus. Aves enim aliquando
retinent intra se materiam ovorum diucius, et aliquando emittunt
tardius: et hoc apparet in avibus, quibus auferuntur ova. Illae enim
post modicum ovant alia, quae retinerent, si ova priora eis ablata non
fuissent: et probabile est quod coitus, quem iterant amissis ovis, ad
haec cooperetur: sed tamen, nisi haberent quasi in thesauro ovorum
materiam, non ita cito ovarent post amissionem ovorum: et quando non
amittunt ea, non coeunt: et ideo non complentur, et forte consumitur
materia eorum per calorem famis et calorem naturalem. |
[25]
Si verifica inoltre un diverso
modo di concepire quando lo sperma del gallo una volta che è stato
accolto trova nell'utero la materia dell'uovo ventoso completata in
parte o del tutto, eccetto la membrana e il guscio: infatti allora si
unisce alla materia e allo stesso tempo feconda l'uovo e lo fa
cambiare, e questo uovo viene deposto più in fretta a seconda se
nell'utero trova maggiore
o minore materiale pronto. Negli uccelli e negli animali le cose si
verificano in maniera diversa. Infatti talora gli uccelli trattengono
più a lungo dentro di sé il materiale delle uova e talora lo
emettono più tardivamente: e ciò è visibile negli uccelli ai quali
vengono sottratte le uova. Infatti dopo poco ne depongono altre, e le
tratterrebbero se le precedenti uova non fossero state loro sottratte:
ed è probabile che il coito, che reiterano dopo aver perso le uova,
cooperi a questo scopo: tuttavia se non avessero per così dire
tesaurizzato la materia dell'uovo, non deporrebbero così presto dopo
aver perso le uova: e quando non le perdono non si accoppiano: e
pertanto non si ingravidano, e forse la materia delle uova si
esaurisce attraverso il calore della fame e il calore naturale. |
[26]
Feminae autem pavonum et columbarum et plurium aliarum avium
osculantur ante coitum propter libidinem, ut cicius pruritum inducant
per confricationem, ut superius diximus: et in tempore libidinis
aliquando femina saltat super feminam, quando deest eis mas, sed non
concipit ex hoc ovum fecundum, sed potius ovum venti, eo quod per
confricationem sola substantia materialis ovi ad matricem congregatur:
sed quando osculatur marem, tunc post modicum excitata libidine mas
ascendit super feminam et coit et fecundat ova ipsius. Sed tamen
pavonis femina et columbae in hoc habent differentiam, quoniam mas
columbus non utitur ad coitum columba tempore, quo fovet ova e quamdiu
parvuli sunt columbi: pavo autem mas etiam tempore quo femina fovet
ova, utitur ea ad coitum: et ideo locum, in quo cubat pava ova sua
abscondit a pavo: quia coeundo super eam frangit ea. Dixit tamen michi
quidam valde expertus circa pavones, quod ex zelo pavonis contingit
fractura ovorum: pugnant enim tunc pava et pavo pro incubatione ovorum
ex nimia ovorum dilectione: sicut etiam pro pullis ducendis pugnant
grus masculus et grus femina: ita quod vidimus oculis nostris gruem
marem deicere feminam gruem et occidere rostro undecim vulneribus sibi
datis, eo quod pullos abstraxit a mare, ne sequerentur eum: et hoc
accidit in Colonia, ubi sunt grues domesticae pullificantes. |
[26]
Le femmine dei pavoni e dei
colombi e di numerosi altri uccelli a causa della libidine si baciano
prima del coito allo scopo di indurre più in fretta l'eccitamento
attraverso lo sfregamento, come abbiamo detto in precedenza: e nel
periodo del desiderio sessuale talora una femmina sale sopra una
femmina quando sono senza maschio, ma da questo fatto non concepisce
un uovo fecondo, bensì un uovo ventoso in quanto nell'utero si
raccoglie solamente la sostanza che compone l'uovo. Ma quando bacia il
maschio, allora poco dopo, essendo stata eccitata la libidine, il
maschio sale sulla femmina e si accoppia e feconda le sue uova.
Tuttavia la femmina del pavone e del colombo presentano una
differenza, in quanto il maschio del colombo per il coito non si serve
del periodo in cui la colomba cova le uova e fintanto che i colombi
sono piccolini: invece il pavone maschio si serve della femmina per il
coito anche nel periodo in cui cova le uova: e pertanto la pavonessa
nasconde al pavone il luogo in cui cova le sue uova: perché durante
l'accoppiamento stando sopra di lei le rompe. Tuttavia un tale assai
esperto di pavoni mi ha detto che a causa della gelosia del pavone
accade che le uova si rompono: infatti in quel periodo la pavonessa e
il pavone a causa dell'eccessivo amore per le uova combattono al fine
di covare le uova: come anche il maschio e la femmina della gru
combattono per allevare i pulcini: tant'è che ho visto coi miei occhi
un maschio di gru gettare a terra una femmina e ucciderla con undici
ferite che le aveva inferto col becco, in quanto lei aveva sottratto
al maschio i pulcini affinché non lo seguissero: e ciò accadde a
Colonia dove ci sono delle gru domestiche che fanno nascere pulcini. |
[27]
Generatio autem pullorum quantum ad ipsam ovi transmutationem et
anathomiam est fere secundum unum modum in omnibus avibus magnis et
parvis, et hoc ostendemus in ovis magis notis, quae sunt ova
gallinarum, de quibus sciendum, quod habent tres pelliculas
universales, quarum una est, quae interius coniungitur testae, quae
fere est sicut dura mater in capite hominis: et altera est intra illam,
quae continet albuginem: quae est sicut pia mater cerebri humani: et
hoc apparet in ovis antiquis, quae resederunt aliquantulum a testa
retracta: in hiis enim etiam oculo praedictae apparent pelliculae. Tertia
vero est, quae includit vitellum ovi. |
[27]
La generazione dei pulcini,
per quanto riguarda la modificazione e l'anatomia dell'uovo, si
verifica quasi in un solo modo in tutti gli uccelli grandi e piccoli,
e lo illustreremo nelle uova più note che sono le uova delle galline,
a proposito delle quali bisogna sapere che posseggono tre membrane
uguali in tutte le uova, una delle quali è quella che all'interno
aderisce al guscio e che è praticamente come la dura madre che si
trova nella testa degli esseri umani; l'altra si trova al suo interno
e circonda l'albume, ed è come la pia madre del cervello umano: e ciò
è visibile in uova vecchie che si sono un po' allontanate dal guscio
che si è retratto: in queste infatti le anzidette membrane sono
ugualmente visibili. La terza membrana è quella che racchiude il
tuorlo. |
[28]
In gallinis igitur, postquam ova cubaverint per tres dies, statim
apparet ovi ad formam pulli mutatio: tamen in maioribus avibus erit
hoc post plures dies: et in minoribus avibus, quam sunt gallinae, erit
hoc post pauciores dies proportionaliter pensata quantitate. In spatio
enim trium dierum in gallinis ascendit citrinum ovi versus acumen ovi,
eo quod ibi est maior calor et vis spermatis, et trahit ad se materiam
cibalem, unde accipit supplementum carnis, quam ponit inter nervos et
venas, sicut supplementum accipit formativa, quae est in spermatibus
animalium generantium sibi similia, ex sanguine menstruo: propter quod
etiam caro pars materialis est, quae influit et effluit per augmentum
et diminutionem et pinguedinem et maciem. |
[28]
Pertanto nelle galline, dopo
che avranno covato le uova per tre giorni, subito compare un
cambiamento dell'uovo che assume la sagoma di un pulcino: tuttavia
negli uccelli più grandi ciò si verificherà dopo un numero maggiore
di giorni: e negli uccelli più piccoli delle galline ciò avverrà
dopo un numero inferiore di giorni in proporzione al corrispondente
volume. Infatti nelle galline nel giro di tre giorni il giallo si
sposta verso l'estremità acuta dell'uovo per il fatto che qui il
calore e la forza dello sperma sono maggiori, e attrae verso di sé il
materiale nutritizio dal quale riceve un aumento della carne che
colloca fra i nervi e le vene, così come subisce un aumento la
struttura presente negli spermi degli animali che generano esseri
simili a loro a partire dal sangue mestruale: motivo per cui anche la
carne è una porzione di materia che penetra e fuoriesce per un
aumento e una diminuzione, una pinguedine e una magrezza. |
[29]
Sic autem ascendente citrino ad acumen ovi continue ascendit tractum
ad illum locum ovi, ubi apparet fissura in testa, quando egreditur
pullus: haec enim fissura fit in superiori parte ovi versus acumen[18],
ubi formatur caput et rostrum avis: et ibi postquam ascendit citrinum,
apparet in albo ovi quasi gutta sanguinis: et illa gutta primitus
inter membra formatur in cor avis, quod statim ut formatur, spiritu
plenum est ex calore digerente et formante humidum, in quo spiritu
vehit se virtus formativa in formationem aliorum membrorum ex corde:
qui exitus spiritus a corde non fit nisi per motum cordis secundum
systolen et dyastolen, et ideo cor tunc movetur: sed a principio est
lentus motus eius propter multum humidum, quod est in ipso, quod cito
a calore vinci non potest. Motus autem hic relinquit supponens animam
sensibilem: licet non tunc insit ut actus corporis organici physici,
sed sicut artifex in artificiato faciens et instituens organa, in
quibus expleat vitae potentias. De hoc tamen in sequentibus cum
de generatione hominis agetur, erit aptior locus inquirendi. |
[29]
E così il giallo, spostandosi
verso il lato acuto dell'uovo, si sposta continuamente essendo
attirato verso quella zona dell'uovo dove compare una fessura nel
guscio quando il pulcino fuoriesce: infatti questa fessura si verifica
nella parte superiore dell'uovo verso la punta - no! verso la
parte ottusa, dove si forma la testa e il becco dell'uccello: e in questo punto,
dopo che il giallo si è portato in alto, nel bianco dell'uovo fa la
sua comparsa un qualcosa che sembra una goccia di sangue: e tale
goccia come prima cosa prende forma strutturandosi in cuore
dell'uccello, e non appena si forma è pieno di forza vitale che
proviene dal calore che distribuisce e dà vita all'umido, e in questa
forza vitale si trasferisce la capacità formativa per comporre le
altre strutture a partire dal cuore: e questa fuoriuscita della forza
vitale dal cuore non avviene se non attraverso un movimento del cuore
che si basa sulla sistole e sulla diastole, e pertanto allora il cuore
si muove: ma inizialmente il suo movimento è lento a causa della
grande umidità che è presente in esso, in quanto non può essere
vinta in fretta dal calore. Ma il calore permette i movimenti
aggiungendo un soffio percettibile: benché in questo periodo non sia
presente qualcosa di simile alla spinta di un corpo organico fisico,
ma sia presente qualcosa di simile a un artefice che in un laboratorio
crea e allestisce degli strumenti in cui realizza le potenzialità
della vita. Tuttavia sarà un momento migliore per indagare ciò
quando in seguito verrà trattata la generazione dell'essere umano. |
[30]
A gutta autem sanguinis, ex qua cor formatur, exeunt duae viae quasi
venales et pulsatiles: et est in eis sanguis purior, ex quo formando
sunt membra principalia sicut epar et pulmo et talia: et illae viae
primo sunt valde parvae et crescunt continue, ita quod extenduntur
usque ad telas illas exteriores, quae totam includunt ovi materiam, et
ibi incipiunt ramificari divisione multa: sed una maior earum apparet
in tela, quae includit ovi albuginem: illa enim albugo primo valde est
alba, et per venae illius virtutem mutatur quasi in palearem colorem:
et tunc via, de qua diximus, procedit ad locum, in quo formatur caput
pulli, portans illuc virtutem et puriorem materiam, ex quibus caput
formatur et cerebrum, quod est medulla capitis: et in formatione
capitis formantur etiam oculi, et quia sunt ex humido aqueo, quod vix
completur calore primo, sunt valde magni turgentes ante caput pulli,
et postea modico tempore resident aliquantulum et deturgent diminuti
propter caloris digestionem: et hoc totum operatur virtus vecta per
viam, quae directa ad caput separatur et ramificatur a vena continente
telam albuginis: et huius signum est, quod qui frangit ovum in illo
tempore, inveniet caput apparere in humore ovi absque omnibus aliis
inferioribus membris. |
[30]
Dalla goccia di sangue dalla
quale si forma il cuore escono due condotti simili a vene e pulsanti:
in essi è presente del sangue più puro dal quale debbono formarsi
gli organi principali come fegato e polmone e simili: e quei condotti
dapprima sono molto piccoli e crescono continuamente, tanto da
estendersi sino a quei tessuti esterni che racchiudono tutta la
sostanza dell'uovo, e qui cominciano a ramificarsi attraverso numerose
suddivisioni: ma una di esse appare più grande nella membrana che
racchiude l'albume: infatti quell'albume dapprima è molto bianco e
grazie al potere di tale vena si trasforma quasi in color paglia: e
quindi il condotto di cui abbiamo parlato si dirige verso l'area in
cui si forma la testa del pulcino, portandovi energia e materiale più
puro dai quali si formano la testa e il cervello, che è la parte
interna della testa: e mentre si forma la testa si formano anche gli
occhi, e dal momento che provengono da un'umidità acquosa che a
stento scompare al primo calore, si presentano molto grandi e turgidi
nella parte anteriore della testa del pulcino, e successivamente in
breve tempo si fermano un tantino e si sgonfiano in quanto
diminuiscono per l'assorbimento del calore: e tutto questo lo produce
la forza trasportata attraverso quella via che, diretta verso la
testa, si separa e si ramifica dalla vena che racchiude la membrana
dell'albume: e ne è riprova il fatto che chi rompe l'uovo in quel
momento troverà che la testa compare nel liquido dell'uovo eccetto
tutte le altre strutture poste in basso. |
[31]
Prius enim in formatione pulli apparent partes superiores, eo quod
sunt spirituales et nobiliores factae ex subtiliori parte ovi, in qua
magis potuit vis formativa: et tunc hoc facto una duarum viarum, de
quibus diximus, quod a corde oriuntur, ramificatur in duo: et una
quidem pars eius vadit ad spiritualia, quae cor {ocntinent} <continent>,
et dividitur in eis portans eis pulsum et subtilem sanguinem, ex quo
pulmo et spiritualia formantur: et alia extenditur per dyafracma, et
in extremitate sua claudit in se citrinum ovi: et circa illud format
epar et stomachum: et ideo ista dicitur habere vicem umbilici in
animalibus, quoniam per illam trahitur nutrimentum in supplementum
carnis, quae formatur in corpore avis: principium enim generationis
radicalium membrorum pulli est ex albugine: sed cibus, unde fit caro
supplens vacuitates, est ex vitello. |
[31]
Infatti durante la formazione
del pulcino compaiono dapprima le parti superiori in quanto sono
spirituali e più nobili, essendo costituite dalla parte più delicata
dell'uovo in cui la forza formativa ha avuto maggior potere: e allora,
una volta che ciò si è verificato, uno dei due condotti che abbiamo
detto originarsi dal cuore si ramifica in due parti: e una delle sue
porzioni avanza rapidamente verso le cose spirituali che racchiudono
il cuore, e si suddivide in esse portando loro una pulsazione e sangue
poco denso dal quale si formano il polmone e le strutture
respiratorie: e l'altra porzione si estende attraverso il diaframma, e
alla sua estremità racchiude in sé il giallo dell'uovo: e intorno a
esso forma il fegato e lo stomaco: e pertanto questa porzione si dice
avere la funzione dell'ombelico degli animali, in quanto attraverso di
essa viene assunto il nutrimento per aiutare l'accrescimento della
carne che si forma nel corpo dell'uccello: infatti il principio della
generazione degli abbozzi degli organi del pulcino proviene
dall'albume: ma il cibo da cui si forma la carne che chiude i vuoti
proviene dal tuorlo. |
[32]
Et quando sic transierint decem dies a principio cubationis, in quibus
huiusmodi fiunt distinctiones membrorum, erit pullus complete lineatus
in omnibus membris suis, licet adhuc membra eius sint humida mollia:
sed tamen omnes partes eius apparent manifeste, si frangatur ovum: et
caput suum tunc est secundum apparentiam maius toto corpore, eo quod
humidum medullare cerebri adhuc non resedit: propter quod etiam in
infantibus hominum capita etiam post generationem sunt aperta, donec
exsiccatum paulatim fuerit cerebrum: et in eodem tempore oculi pulli
non habent visum aliquem, eo quod non adhuc coadunatum est in eis
humidum: et si quis discooperuerit a tela palpebrae oculos in illo
tempore, inveniet oculos nigros magnos, ita quod quantitatem fabae
aequant vel forte excedunt: et si frangatur tunica oculi, emanat ex
eis humiditas alba, frigida valde et aquea: et nichil duriciae vel
glandulositatis invenitur in illa, eo quod non adhuc adunati fuerint
humores oculi. |
[32]
E così quando saranno
trascorsi dieci giorni dall'inizio della cova, durante i quali si
verificano siffatte differenziazioni degli organi, il pulcino sarà
completamente abbozzato in tutti i suoi organi, benché i suoi organi
siano ancora umidi e molli: tuttavia tutte le sue parti sono
chiaramente visibili se l'uovo viene rotto: in questo momento la sua
testa appare maggiore di tutto il corpo, in quanto il midollo umido
del cervello non si è ancora arrestato: motivo per cui anche nei
neonati degli uomini, anche dopo che sono nati, la testa rimane aperta
fintanto che il cervello non si sarà asciugato un po': e sempre in
questo momento gli occhi del pulcino non hanno alcuna capacità visiva
in quanto l'umido non vi si è ancora congregato: e se qualcuno in
questo momento liberasse gli occhi aprendo la membrana delle palpebre,
troverà dei grandi occhi neri, tanto grandi da eguagliare o forse
superare le dimensioni di una fava: e se la membrana dell'occhio viene
rotta, ne fuoriesce un fluido bianco, molto freddo e acquoso: e non vi
si trova nulla di duro o di ghiandolare, in quanto i liquidi
dell'occhio non sono ancora stati radunati. |
[33]
Sed interiora instrumenta viscerum in illo tempore manifesta sunt in
pullo: et tunc apparent etiam viae venales, quae extenduntur a corde
ad oculos per telas capitis, et illae habent quosdam ramos, qui se
extendunt ad citrinum, ex quibus nutrimentum apportatur oculorum. Et
in hoc tempore citrinum est magis humidum et liquidum, quam sit,
quando est in esse naturali ante cubationem: et hoc ideo fit, ut
aptius possit fluere per subtiles vias venarum: et tunc multum
ramificantur venae, et quaedam earum vadunt ad telam, quae continet
totum pullum et quaedam vadunt ad telam vitelli afferentes cibum et
quaedam etiam vadunt ad humiditatem albuginis, quae est inter duas
telas dictas: et crescente quidem pullo paulatim et paulatim dividitur
citrinum, et erit una pars eius sursum in nutrimentum superiorum et
alia deorsum ad inferiorum nutrimentum: in intermedio autem duorum
citrinorum est alba humiditas, quae est radicalis humiditas membrorum
in intermedio illo formandorum. Similiter autem sub citrino, quod
nutrit inferiora, descendit albus humor, qui est sicut primus humor
ovi, qui est radicalis inferioribus membris: et cum transeunt decem
dies a perfecta pulli formatione, de qua diximus, erit inferius in
corpore pulli totum album, et de eodem album paucum spissum quoddam
declinans est versus citrinum, per quod sugitur nutrimentum: et haec
quidem est pulli formatio. |
[33]
Ma nel pulcino il corredo
interno dei visceri in tale periodo è ben visibile: e in questo
momento sono visibili anche la vie venose che si estendono dal cuore
agli occhi attraverso le membrane della testa, e tali vie posseggono
alcuni rami che arrivano fino al tuorlo, attraverso i quali viene
portato nutrimento agli occhi. E in questo periodo il tuorlo è più
umido e liquido di quanto lo sia naturalmente prima dell'incubazione:
e pertanto ciò avviene affinché possa scorrere più agevolmente
attraverso le sottili vie venose: e allora le vene si ramificano assai
e alcune di esse procedono fino alla membrana che contiene tutto il
pulcino e alcune vanno alla membrana del tuorlo in quanto recano del
cibo e anzi alcune si spingono fino al liquido dell'albume che si
trova tra le due anzidette membrane: e mentre il pulcino poco per
volta si accresce, anche il tuorlo si suddivide gradualmente, e una
sua parte si troverà in alto e servirà da nutrimento delle parti
superiori e l'altra si troverà in basso per nutrire le parti
inferiori: nella parte che si trova frapposta alle due porzioni di
tuorlo è presente l'umidità dell'albume che è l'umidità
fondamentale degli organi che si debbono formare in tale area.
Parimenti il liquido bianco scende al di sotto del tuorlo che nutre le
parti inferiori, e tale liquido è per così dire il primo liquido
dell'uovo e rappresenta la radice degli organi inferiori: e quando
sono trascorsi dieci giorni da quando si è ultimata la formazione del
pulcino, della quale abbiamo parlato, tutto l'albume si troverà nella
parte bassa del corpo del pulcino, e un pochino di questo albume poco
denso sta dirigendosi verso il tuorlo, attraverso il quale viene
succhiato il nutrimento: e questa è la formazione del pulcino. |
[34]
Situs autem telarum est secundum istum modum, quem dicemus. Prima
quidem tela, quae quidem non est testa, sed quasi dura mater defendens
substantiam ovi a testa, est in posteriori parte ovi interius per
circuitum contingens testam. Alia autem, quae est sub ista sicut pia
mater, habet intra se albam rem humidam, ex qua fiunt substantiae
radicales membrorum pulli: et ipsa in generatione est quasi secundina[19] continens totum pullum. Inter telam autem et telam
est humor indigestus, qui reicitur in formatione pulli: et tela
interior separat pullum ab humido illo, quia in ipso impediretur
formatio et completio eius: et post istas ambas telas invenitur
citrinum in tela quadam sub pullo, inferius situm versus naturalia
pulli, remotum a spiritualibus ipsius partibus, et sicut diximus
superius, ad citrinum illud vadit una vena loco umbilici existens et
alia vadit ad telam continentem pullum. Et ista omnia sunt intra telam
exteriorem, quae sicut dura mater est, et cum hiis humidum, quod est
sicut virus, quod reicitur et tenetur intra duas telas exteriores
usque ad exitum pulli. |
[34]
La disposizione delle membrane
è nel modo che diremo. La prima membrana che in realtà non è il
guscio, ma quasi una dura madre che protegge la sostanza dell'uovo dal
guscio, nella parte posteriore dell'uovo - al polo ottuso - è
disposta più all'interno attraverso una formazione circolare che è
in contatto con il guscio. L'altra membrana, che si trova al di sotto
di questa come se fosse la pia madre, presenta al suo interno una
sostanza bianca umida dalla quale si formano gli abbozzi degli organi
del pulcino: e sempre questa membrana durante la generazione si
comporta quasi come una secondina che contiene tutto il pulcino. Fra
una membrana e l'altra si trova del liquido indigerito che viene
escluso durante la formazione del pulcino: e la membrana più interna
separa il pulcino da questo liquido in quanto in esso ne verrebbe
impedita la formazione e il completamento: e dopo ambedue queste
membrane si rinviene il tuorlo, all'interno di una membrana al di
sotto del pulcino, situato in basso verso gli organi genitali del
pulcino, lontano dalle sue parti respiratorie, e, come prima abbiamo
detto, verso questo tuorlo si dirige una vena che svolge le funzioni
di ombelico e un'altra si dirige alla membrana che contiene il
pulcino. E tutte queste cose si trovano all'interno della membrana
esterna che è come la dura madre, e insieme a esse il liquido che è
come un veleno che viene allontanato e trattenuto fra le due membrane
esterne fino alla fuoriuscita del pulcino. |
[35]
Post illud enim humidum est alia tela vice piae matris et secundinae,
quasi ipsa intendat separare pullum ab illo relicto humido et reiecto.
Et sub isto humido, quod in se continet haec tela, invenitur
citrinum coopertum in alia tela, ad quod extenditur umbilicus a corde,
sicut diximus. In vicesimo autem die completam habet vitam pullus, et
si moveatur ovum, quasi auditur interius fistula et sibilus pulli. Si
autem frangatur ovum intra decimum diem formationis pulli, invenitur
caput eius supra crus dextrum ipsius, et supra myrach complicatum, et
alae eius complicatae supra caput ipsius: et in isto tempore tela
exterior est sicut corium quoddam positum supra telam interiorem, quae
sequitur eam, ad quam superius diximus extendi unam duarum venarum a
corde ramificatarum: et ista tela, quae est post exteriorem, est in
qua invenitur pullus. |
[35]
Al di là di quel liquido si
trova un'altra membrana che svolge le funzioni di pia madre e di
secondina, quasi voglia separare il pulcino da quel residuo rifiutato
di umidità. E al di sotto di questo liquido, che tale membrana
contiene in se stessa, si trova il tuorlo, ricoperto da un'altra
membrana, al quale giunge l'ombelico che parte dal cuore, come abbiamo
detto. Al ventesimo giorno il pulcino ha una vitalità completa e se
l'uovo venisse mosso, quasi si udirebbe al suo interno il fischio e il
sibilo del pulcino. Se poi si rompe l'uovo intorno al decimo giorno di
formazione del pulcino, si rinviene la sua testa posta sopra alla sua
zampa destra e ripiegata sopra al diaframma, e le sue ali ripiegate al
di sopra della sua testa: e in questo momento la membrana esterna è
come un cuoio adagiato sulla membrana interna, che si dirige verso
quella alla quale abbiamo prima detto collegarsi una delle due vene
che si ramificano dal cuore: e questa membrana, che si trova dopo
quella esterna, è quella in cui si trova il pulcino. |
[36]
Adhuc autem apparet etiam alia tela similis corio membranali, quae
continet citrinum, ad quam diximus aliam venam cordis extendi. In isto
enim tempore, quod est formationi pulli deputatum, venit umbilicus ex
parte exteriori istius tertiae telae extensus a corde ad coreon[20],
quod est tela membranalis: et pars {eius dem} <eiusdem> venae,
quae est vice umbilici, apparet quasi continuata cum pullo aput
intestinum involutum gracile, quod est sub stomacho, per quod sugitur
quasi per meseraicas nutrimentum. Et isto tempore pullus emittit
superfluitatem valde humidam extra inter duas telas, de quibus diximus,
per foramen interioris telae versus anum pulli factum. Aliquando
autem aliquod parvum superfluum eiciendum retinetur in eius interiori
sub tela interiori: et est illa superfluitas alba, tenuis et intus et
extra. |
[36]
Inoltre appare anche l'altra
membrana simile a cuoio sottile che contiene il tuorlo, e alla quale
abbiamo detto estendersi l'altra vena del cuore. Infatti in questo
intervallo di tempo, che è dedicato alla formazione del pulcino,
l'ombelico che proviene dalla parte esterna di questa terza membrana
si estende dal cuore al corion che è una membrana sottile: e parte
della stessa vena, che svolge le funzioni di ombelico, appare quasi in
continuazione con il pulcino nei pressi dell'intestino sottile
raggomitolato che si trova al di sotto dello stomaco, attraverso il
quale intestino il nutrimento viene succhiato come se avvenisse
tramite dei mesenteri. E in questo periodo il pulcino emette una
sovrabbondanza molto umida tra le due membrane, di cui abbiamo
parlato, attraverso un foro della membrana interna verso l'ano che si
è formato del pulcino. Infatti talora una piccola quantità superflua
che deve essere emessa viene trattenuta al suo interno sotto la
membrana interna: ed è quella quantità superflua bianca, tenue sia
all'interno che all'esterno. |
[37]
Cum autem completur pullus, primo quidem citrinum est multum et
apparet etiam in exitu pulli in ventre eius multum citrinum, et postea
efficitur paucum: et cum tempus processerit et perfecte corroboratur
pullus, dissolvitur totum citrinum, ita quod nichil apparet de ipso.
Si quis enim pullo iam completo et perfecto findat testam et findat
etiam intestinum, quod vicinatur citrino pulli, et venam, quae est
vice umbilici, in ventre quidem venae inferius, in quo ambit citrinum,
inveniet adhuc aliquid de citrino, sed residuum iam dissolutum est.
Ante tempus autem illud pullus in ovo est quasi dormiens propter
multum humidum capitis eius: et tremunt oculi eius, eo quod non
adunatum habent visum, et non vociferat propter debilitatem et
molliciem organorum suorum: sed in suis oculis et in suo corde propter
venas pulsantes invenitur ampulla elevata et depressa a spiritu
pulsante, quasi sit anhelans. |
[37]
Quando il pulcino è ultimato,
dapprima il tuorlo è abbondante e anche durante la fuoriuscita del
pulcino è presente molto tuorlo nel suo addome, e successivamente
diventa poco: e col passare del tempo e con un buon irrobustirsi del
pulcino tutto il tuorlo si dissolve, tanto che in lui non se ne vede
più. Infatti se qualcuno, quando il pulcino è ormai completato e
ultimato, ne spezzasse il guscio e ne scindesse anche l'intestino che
si trova in vicinanza del tuorlo del pulcino, nonché la vena che
svolge le funzioni di ombelico, all'interno del ventre, posto
inferiormente alla vena, nel quale il tuorlo si muove, troverà ancora
un po' di tuorlo, ma il rimanente è già scomparso. Infatti prima di
quel tempo il pulcino sta come dormendo dentro all'uovo a causa della
molta umidità della sua testa: e i suoi occhi sono tremuli in quanto
non sono in grado di vedere, e non emette alcuna voce a causa della
debolezza e la mollezza dei suoi organi: ma nei suoi occhi e nel suo
cuore a causa delle vene che pulsano si rinviene un'ampolla alta e
bassa per le pulsazioni dovute al respiro, quasi stesse ansimando. |
[38]
Iste igitur est modus generationis pulli. Multa tamen sunt ova non
quidem venti, sed coitus, infecunda, ex quibus nichil generatur, sicut
in antecedentibus diximus: et quando illa ova cubat gallina, non
pullificant omnino: et similiter est in aliis avibus secundum
proportionem ad ova gallinarum. Apparet autem hoc praecipue in
columbis, in quibus saepe invenitur alterum ovorum non pullificare,
cum tamen columbae multum coeant. |
[38]
Questa è pertanto la maniera
in cui il pulcino viene generato. Tuttavia sono molte le uova
infeconde, non quelle ventose, ma quelle da coito, dalle quali nulla
si genera, come abbiamo detto in precedenza: e quando la gallina cova
quelle uova, esse non producono assolutamente pulcini: e lo stesso
accade negli altri uccelli analogamente a quanto accade alle uova
delle galline. Ciò si verifica soprattutto nelle colombe nelle quali
spesso si trova che una delle due uova non dà pulcino, nonostante i
colombi si accoppino parecchio. |
Cap.
V. De
gemellis ovorum et de numero ovorum diversarum avium, praecipue
gallinae et columbae. |
Capitolo
V I
gemelli delle uova* e il numero delle uova di diversi uccelli,
soprattutto della gallina e della colomba. |
[39]
Inveniuntur autem ova, ex quibus exeunt gemelli, eo quod duas habeant
gemmas et duo citrina, inter quae est tela subtilis. Sunt enim
quaedam gallinae, quae quasi semper faciunt ova gemellina. Ita quod
inventa est apud Macedones gallina, quae decem et octo fecit ova: et
quando cubavit ea, ex quolibet eorum exiverunt duo pulli, ita quod
triginta sex produxit pullos ex decem et octo ovis. Et unus quidem
gemellorum ovi frequenter est parvus et alter magnus et perfectus: et
multotiens contingit parvum monstruosum fieri, vel utrumque: minor
autem gemellorum fit monstruosus, ideo quod virtus spermatis maioris
fortius trahens corrumpit secundinas eius et aliquid forte materiae
trahit ad seipsum. Cuius signum est, quia frequenter in aliquo membro
deficit minor gemellorum. Uterque autem monstruosus efficitur, quando
uterque trahendo dislocationem materiae facit in utroque: ex hoc enim
etiam contingit dispositio inordinata membrorum. |
[39]
Si trovano delle uova dalle
quali escono dei gemelli in quanto hanno due dischi germinativi e due
tuorli, tra i quali è presente una membrana sottile. In effetti
esistono alcune galline che quasi sempre fanno uova gemellari. Tant'è
che presso i Macedoni fu trovata una gallina che depose 18 uova: e
quando le covò da ciascuna di esse uscirono due pulcini, tant'è che
produsse 36 pulcini da 18 uova. Ma spesso uno dei gemelli di uovo è
piccolo mentre l'altro è grande e completo: e spesso accade che
quello piccolo diventa mostruoso, oppure ambedue: in effetti il più
piccolo dei gemelli diventa mostruoso in quanto la forza dello sperma
maggiore attraendo con più energia altera le sue secondine e forse
attrae a sé stesso un po' del materiale. Di questo è conferma il
fatto che spesso al più piccolo dei gemelli manca qualche struttura.
Ma ambedue diventano mostruosi quando, esercitando ambedue
un'attrazione, provocano una dislocazione del materiale in ambedue: da
questo si verifica pure una disposizione disordinata delle parti del
corpo. |
[40]
Et iam in terra nostra apparuit pullus anseris, qui duplicis fuit
corporis et habebat duo capita et quatuor pedes et quatuor alas, et
coniunctio fuit in dorso, ac si haberet dorsum unum: et quocumque
verteretur, erat, ac si anser unus alterum portaret in dorso, ita quod
dorsa verterent ad se invicem: quod accidit ex ruptura secundinae,
quae distinguere debuit unam gemmam ovi ab altera a parte dorsi: et
omnia alia membra erant integra et salva, eo quod in formatione avis
in ovo membra capitis et pedum et alarum convertuntur ad ante et non
ad dorsum. Quaedam autem gallinae habent quasi in proprietate naturali
facere huiusmodi ova duplicium gemmarum: et illae sunt, quae habent
matrices longas et largas, quae moventur in receptione seminis galli. Motus
enim matricis facit spermatis divisionem: et tunc aut duo ova, aut
unum duplicis gemmae concipiunt. Sic igitur se habet de ovis
gallinarum. |
[40]
Inoltre nel nostro territorio
ha fatto la sua comparsa un pulcino di oca, che aveva un doppio corpo
e aveva due teste e quattro piedi e quattro ali, e il punto di
giunzione era a livello del dorso come se avesse un solo dorso: e in
qualunque modo lo si girasse, era come se un'oca portasse l'altra sul
dorso in quanto i dorsi erano rivolti uno verso l'altro: il che è
avvenuto a causa della rottura della secondina, che avrebbe dovuto
separare il disco germinativo di un uovo dall'altro a livello del
dorso: e tutte le altre strutture erano integre e intatte, in quanto
durante la formazione dell'uccello nell'uovo le strutture della testa,
delle zampe e delle ali sono rivolte in avanti e non verso il dorso.
In realtà alcune galline hanno quasi come dote naturale quella di
produrre siffatte uova con due dischi germinativi: e sono quelle che
hanno un utero lungo e largo, che si muove quando riceve il seme del
gallo. Infatti il movimento dell'utero produce una suddivisione dello
sperma: e allora concepiscono o due uova oppure uno solo fornito di
due dischi germinativi. Ecco pertanto come stanno le cose a proposito
delle uova delle galline. |
[41]
Omnes autem aves, quae vicinantur naturae columbarum, sicut columba,
turtur, palumbae et columbae, quae cavernarum dicuntur et nigrae sunt
aliquantulum et in arboribus habitant, non ovant nisi duo ova, et raro
tria, sed tertium frequenter corrumpitur. Turtures autem et palumbi
ovant bis in vere, et si corrumpantur aut auferantur ova secunda,
tertio aliquando ovant. Alia autem genera columbarum multotiens ovant
in anno, sicut diximus superius. |
[41]
Tutti gli uccelli che si
avvicinano all'aspetto dei piccioni, come la colomba, la tortora, i
palombi - colombi selvatici - e le colombe dette delle caverne che
sono un pochino nere e abitano sugli alberi, depongono solamente due
uova, raramente tre, ma spesso il terzo si guasta. Le tortore e i
palombi depongono due volte in primavera, e se le uova della seconda
nidiata si guastano oppure vengono sottratte, talora depongono una
terza volta. Poi altri generi di colombe depongono molte volte
nell'anno, come abbiamo detto in precedenza. |
[42]
Amplius autem maior pars generum avium ovare incipit post aetatem
unius anni: columba tamen et gallina nata in Aprili vel ante incipit
ovare in autumno eiusdem anni post aestatem, si fuerit locus calidus,
et copiosa habuerit pascua. Nec
est avis, quae pullificet sine ovis, licet aliquando non videantur ova
quarumdam avium: aut propter ocultationem aut forte propter paucitatem
earum. Columbae autem ut frequentius simul pullificant marem et
feminam: et quando ovant primo, ut frequentius ovant ovum masculinum
et sequenti die femininum: et quando exeunt ova, ut frequentius primo
die exit masculinum et sequenti die femininum, vel cicius, sed tamen
post masculinum propter calorem maiorem, qui est in masculino quam in
feminino. Adhuc autem columbus cubat ova de die frequentius et femina
de nocte. Et primum quidem ovum in utero completur in septem diebus,
et postea fovetur per quatuordecim dies, qui sunt dies viginti et unus:
et tunc finditur ovum et exit pullus. In fissura autem ovi
primo quidem columba parvula in ovo existens primo penetrat testam
anteriori rostri sui, ita quod testa ibi elevatur ad
quantitate<m> grani tritici, et postea dividit eam in duo et
exit pullus. Postquam
autem exiverint mas et femina, parentes calefaciunt eos simul divisis
temporibus: sed tamen femina magis sollicita est de eis quam mas sicut
et in omnibus aliis animalibus. |
[42]
Inoltre la maggior parte delle
specie degli uccelli comincia a deporre
dopo aver raggiunto l'età di un anno: tuttavia una colomba e
una gallina nate in aprile o in precedenza cominciano a deporre uova
in autunno dello stesso anno dopo l'estate se la zona sarà calda e se
avranno a disposizione abbondanza di cibo. Né esiste un uccello che
generi dei pulcini senza uova, sebbene talora non si vedano uova di
alcuni uccelli: o perché sono state nascoste oppure forse perché
sono poche. I colombi per lo più fanno nascere contemporaneamente un
maschio e una femmina: e quando depongono l'uovo per la prima volta
per lo più depongono un uovo maschio e il giorno seguente un uovo
femmina: e quando le uova vengono deposte, per lo più il primo giorno
esce quello maschile e quello femminile il giorno seguente, o più
tardi, tuttavia dopo quello maschile a causa del calore presente in
quello maschile in misura maggiore che nel femminile. Inoltre il
colombo per lo più cova le uova durante il giorno e la femmina
durante la notte. E il primo uovo viene completato in utero nel giro
di 7 giorni e poi viene riscaldato per 14 giorni, che in totale sono
21 giorni: e allora l'uovo si apre ed esce il pulcino. Dapprima la
colomba piccolina che si trova nell'uovo per prima cosa penetra il
guscio con la parte anteriore del suo becco nella fessura dell'uovo,
in modo tale che qui il guscio si innalza per l'altezza di un chicco
di frumento e successivamente lo divide in due e il pulcino esce. Dopo
che il maschio e la femmina sono usciti, i genitori li riscaldano per
periodi di tempo uguali: tuttavia la femmina si occupa di essi di più
rispetto al maschio, come accade anche in tutti gli altri animali. |
[43]
Columbae autem aliquando ovant decies in anno, et aliquando cubant
undecies, et aliquando duodecies in calidis locis, sicut est Egiptus:
et de hoc diximus satis in antehabitis. Masculus autem columbae
frequentius coit post unum annum. Aliqui tamen dixerunt turtures et
columbas nigrescentes, quae fehytae[21]
dicuntur, coire post tres menses: sed hoc rarissime contingit, et in
hiis solum quando ante tempus vernum vel in principio veris
procreantur. Communiter etiam tempus impraegnationis in generibus
columbae similibus est quatuordecim diebus a prima ovi conceptione
usque ad completam ovationem amborum ovorum: et cubant tunc per dies
quatuordecim, et pulli complentur ab exitu ab ovo usque ad
completionem alarum et volatus in quatuordecim diebus, ita quod extunc
difficulter capiuntur. Dicunt autem quidam columbas cavernales, quae
nigriores sunt et minores communibus columbis, vivere per quadraginta
annos. Sed compertum est aput nos columbam vivere per viginti annos:
et raro vivit ultra hoc tempus. Columba autem quando complet pullos,
ovat iterum, ita quod inter unam ovationem et aliam sunt triginta dies,
quia aliter non posset ovare singulis mensibus, sicut superius
determinatum est. |
[43]
Talora le colombe depongono
uova dieci volte in un anno, talora covano 11 e talora 12 volte nei
luoghi caldi, come è l'Egitto: e di ciò abbiamo detto a sufficienza
in precedenza. Il maschio della colomba più spesso si accoppia dopo
un anno d'età. Tuttavia alcuni hanno riferito che le tortore e i
colombi nerastri detti fehytae - i colombi selvatici - si
accoppiano dopo tre mesi d'età: ma ciò accade assai raramente, e in
essi accade solo quando vengono procreati prima delle primavera o
all'inizio della primavera. Inoltre abitualmente il tempo durante il
quale rimane gravido un uccello di specie simili alla colomba è di 14
giorni a partire dall'inizio del concepimento dell'uovo fino alla
completa deposizione di ambedue le uova: e quindi covano per 14
giorni, e i pulcini a partire dall'uscita dall'uovo fino al
completamento delle ali e del volo si ultimano in 14 giorni, tant'è
che a partire da allora vengono catturati con difficoltà. Alcuni
dicono che le colombe delle caverne, che sono più scure e più
piccole delle colombe comuni, vivono per quarant'anni. Ma presso di
noi si è riscontrato che il colombo vive vent'anni: e raramente vive
oltre questo tempo. La colomba quando porta a completamento i pulcini
depone nuovamente, tant'è che fra una deposizione e l'altra
intercorrono 30 giorni, in quanto diversamente non potrebbe deporre
ogni mese, come in precedenza si è affermato. |
Cap.
VI. De
cubatione et sollicitudine filiorum avium rapacium et aliarum. |
Capitolo
VI Sull'incubazione
e la cura dei figli degli uccelli rapaci e di altri uccelli. |
[44]
Vultur autem, qui Graece haraham[22]
vocatur, nidificat super montes, ad quos vix potest ascendere homo, et
quaerunt rupes silicum planorum parietum altissimorum, et in
foraminibus illorum altis nidificant. Et
similiter faciunt herodii et falconum genera et aquilarum. Et ideo
dicit Aristoteles, quod numquam invenitur nidus vulturis: sed hoc non
est verum in terra nostra, in qua saepissime multi nidi eorum
inveniuntur. Pulli etiam iuvenes huius avis rare inveniuntur propter
eamdem causam. Propter quod etiam Arotimus[23] poeta asserit, quod vultur in Graecia non pullificat,
sed venit ab alia terra remota, et huius signum dicit esse, quod nemo
umquam in Graecia vidit pullos eius, licet multi antiqui vultures in
Graecia saepe appareant. |
[44]
L'avvoltoio*, che in greco è
detto haraham, nidifica sui monti, sui quali l'uomo riesce a
stento a salire, e gli avvoltoi cercano delle rupi fatte di selci
piatte su altissime pareti e nidificano nelle loro cavità poste in
alto. E si comportano in modo simile gli aironi e le specie dei
falchi* e delle aquile*. E pertanto Aristotele* dice che giammai si
trova un nido di avvoltoio: ma ciò non è vero nei nostri territori,
dove se ne rinvengono assai spesso molti nidi. Per lo stesso motivo
anche giovani pulcini di questo uccello si rinvengono raramente.
Motivo per cui anche il poeta Erodoro afferma che l'avvoltoio non
prolifica in Grecia ma che viene da un'altra terra lontana, e dice che
ne è segno il fatto che giammai nessuno in Grecia ha visto i suoi
pulcini, anche se in Grecia spesso fanno la loro comparsa molti
avvoltoi attempati. |
[45]
Est autem avis haec infausta sequens exercitus, quando strages futura
est in eis aut pestilentia. Et huius causam dicunt esse odoratum huius
avis: sicut nos in aliis locis scientiae naturalis in libro secundo de
Anima determinavimus, nec hic repetere oportet. Huius tamen causam
scire difficile est, licet iam experimento compertum sit, quod avis
ista sua congregatione post exercitum stragem indicat futuram. Non
enim providentia futurorum est in ave ista: sed si quid est, oportet,
quod sit ab odoratu aut ex instinctu stellarum. Divinitatem enim, quam
huic avi attribuunt augures, difficile est valde investigare. Si quid
tamen est talium in hac et in ceteris avibus, in scientia augurum est
inquirendum. |
[45]
Quest'uccello è di cattivo
augurio e va al seguito degli eserciti quando in essi sta per
verificarsi una strage oppure una pestilenza. E dicono che il motivo
di ciò è l'olfatto di quest'uccello: come noi abbiamo affermato con
precisione in altri passi di scienza naturale, nel secondo libro del De
Anima, e non è il caso di ripeterlo adesso. Tuttavia è
difficile conoscere la causa di ciò, nonostante sia già stato
verificato con l'esperienza che questo uccello radunandosi al seguito
di un esercito indica una strage futura. Infatti in quest'uccello non
è presente la capacità di prevedere il futuro: ma se qualcosa in
esso è presente, deve provenire dall'olfatto o dall'ispirazione che
riceve dalle stelle. Ma è assai difficile indagare la divinazione che
gli àuguri attribuiscono a quest'uccello. Tuttavia se in questo e in
altri uccelli sia presente una tale peculiarità bisogna ricercarlo
nella scienza degli auguri. |
Vultur
autem duo facit ova, quia plura nutrire non posset, et est commune
fere omnibus avibus rapacibus et omnibus, quae carnes comedunt, semel
in anno tantum facere pullos praeter hyrundines, quae solae inter
comedentes carnes bis pullificant in anno. Et hoc dicuntur habere
proprium pulli hyrundinum, quod si quis perforaverit oculos eorum,
antequam aperiant eos, oculi iterum revertuntur et consolidantur. |
L'avvoltoio
depone due uova, in quanto non gli sarebbe possibile allevarne di più,
ed è una caratteristica comune a quasi tutti gli uccelli rapaci e a
tutti quelli che mangiano carne, e fanno nascere pulcini solamente una
volta all'anno, eccetto le rondini*, le uniche tra i mangiatori di
carne a generare pulcini due volte all'anno. E si dice che i pulcini
delle rondini hanno questa caratteristica, che se qualcuno perforasse
i loro occhi prima che li aprano, gli occhi si ricostituiscono e si
rafforzano. |
[46]
Genus autem aquilarum frequenter ponit tria ova: sed [non] ut
frequenter non extrahit nisi a duobus duos pullos, secundum quod dixit
Melissus[24]
in libro animalium suorum. Hic enim dicit, quod etiam si extrahat ex
tertio, quod eicit ipsum a nido. Et hoc iam compertum est ab aucupibus,
quod aquila tres pullos habuit et eicit tertium a nido suo, eo quod
graviter cubat et cibat tres. Cuius causam quidam dicunt esse, quod in
tantum debilitatur cubando, quod non potest venari pullos aliarum
avium, quod sufficiant tribus, sed vix potest procurare duos ex eis.
Incurvantur enim tunc ungues sui, ita quod ipsis parum rapere potest,
et albescunt alae suae: et ex hoc gravatur nimis ad procurandum cibos
tot filiis. Et quod mirabile esse videtur, avis[25],
quae Graece kym, Arabice autem cekar vocatur, quam Avicenna vocat
kahyn, accipit filium aquilae eiectum et nutrit eum: et hoc aput nos,
ubi tamen in montibus plurima sunt genera aquilarum, numquam potuit
experiri, nisi quod rumor communis est, quod sic aquila quosdam eiciat,
sicut dictum est, et alia quaedam parva aquila et nigra eiectos
nutriat, quando invenit eos, et cum nutriti sunt ab ea, ita quod
volare possunt, devorant alumnos suos. |
[46]
Il genere delle aquile* spesso
depone tre uova: ma per lo più non ricava che due pulcini da due,
stando a ciò che disse Museo nel libro dei suoi animali. Infatti
costui dice che se anche lo facesse nascere dal terzo lo getterebbe
via dal nido. Ed è già stato verificato dagli uccellatori che
un'aquila che abbia avuto tre pulcini getta il terzo dal suo nido in
quanto le torna difficile covarne e alimentarne tre. Alcuni dicono che
ne è causa il fatto che covando si debilita tanto da non riuscire a
catturare pulcini di altri uccelli in modo che siano sufficienti per
tre, ma a malapena è in grado di procurarne due. Infatti in quel
periodo i suoi artigli si incurvano tanto da poter ghermire con essi
poca cosa, e le sue ali diventano biancastre: e a causa di ciò le
diventa eccessivamente difficile procurare cibo per tanti figli. E una
cosa che sembra essere sorprendente consiste nel fatto che un uccello
- il gipeto* / l'ossifraga* - che in greco è detto kym e cekar
in arabo, che Avicenna* chiama kahyn, accoglie il figlio rifiutato
dell'aquila e lo nutre: e presso di noi, dove tuttavia sui monti
esistono moltissime specie di aquile, non si è mai potuto appurare ciò,
a parte il fatto che è diceria comune che l'aquila ne getta via
alcuni, come si è detto, e che un'altra aquila piccola e nera nutre i
reietti quando li trova, e quando dopo essere stati da lei nutriti
tanto da riuscire a volare, essi divorano coloro che li hanno nutriti. |
[47]
Aquila autem per triginta dies ova cubare dicitur. Hoc enim tempus
commune est cubationis ovorum omnium fere magnarum avium rapacium. Mediarum
autem tempus cubationis est viginti dies, sicut milvi et accipitris et
huiusmodi avium. Similiter autem aves magnae non rapaces cubant
triginta dies ut anser et cignus. Quoddam autem genus accipitris, quod
Arabice ancatynez, Latine accipenser vocatur, ut frequentius non ovat
nisi duo ova, et forte pullificat bis, ita quod facit pullos semel
duos et semel unum in eodem anno. Avis autem rapax, quae Graece
agulneos, Latine autem egonus vel egythynus vocatur et est quoddam
genus accipitris, aliquando pullificat quatuor pullos. Corvus autem
niger numquam pullificat duos tantum, sed semper plures, et cubat ova
viginti diebus: et cum omnes pascere non potest, eicit aliquos. Aves
enim magnae, quae pullificant simul multos filios, ex consuetudine
eiciunt aliquos sicut ciconiae. |
[47]
Si dice che l'aquila cova le
uova per 30 giorni. Infatti questo è il tempo abituale di incubazione
delle uova di quasi tutti i grandi uccelli rapaci. Di quelli di
dimensioni medie il tempo di cova è di 20 giorni, come il nibbio* e
lo sparviero* e uccelli siffatti. Parimenti i grandi uccelli non
rapaci covano per 30 giorni, come l'oca e il cigno*. Ma una specie di
sparviero detta ancatynez in arabo, accipenser in latino, per
lo più non depone che due uova, ed eventualmente fa nascere pulcini
due volte sicché produce una sola volta due pulcini e una sola volta
uno nello stesso anno. Un uccello rapace, che in greco è detto
agulneos - aigøliós = barbagianni - e in latino è detto egonus
oppure egythynus, e che è una specie di sparviero, talora produce 4
pulcini. Il corvo nero giammai produce solamente due pulcini, ma
sempre parecchi, e cova le uova per 20 giorni: e quando non può
nutrirli tutti, ne getta via alcuni. Infatti gli uccelli di grandi
dimensioni, che producono contemporaneamente molti figli, abitualmente
ne gettano via alcuni, come le cicogne. |
[48]
Amplius autem genera aquilarum non eodem modo nutriunt pullos, sed ut
frequentius aves habentes caudas albas magnae gravantur magis in
cibando pullos suos et cicius separantur ab eis: et quae habent caudam
nigram, levius cibant pullos, eo quod communius habent nutrimentum.
Omnes autem aves curvorum unguium rapaces, quando vident suos pullos
posse volare, eiciunt eos a se, percutiendo alis et cogendo exire de
nido, et quando pulli completi sunt, non amplius sollicitantur de eis,
sed potius stringunt eis rostrum et consolidant et eiciunt. Avicenna
tamen dicit, quod nati adhuc sequuntur parentes, et parentes fugiunt
eos, ita quod aliquando tam fugientes parentes quam insequentes filii
simul cadunt in retia aucupum. |
[48]
Inoltre le varie specie di
aquile non nutrono i pulcini allo stesso modo, ma come accade più
spesso i grandi uccelli dalla coda bianca provano parecchio fastidio
nel nutrire i loro pulcini e si separano da essi piuttosto presto: e
quelli che hanno la coda nera nutrono i pulcini più facilmente in
quanto dispongono più spesso di cibo. Tutti gli uccelli rapaci dagli
artigli ricurvi quando vedono che i loro pulcini possono volare li
allontanano da sé percuotendoli con le ali e obbligandoli a uscire
dal nido, e quando i pulcini sono ultimati non si danno ulteriormente
da fare per loro, bensì stringono loro il becco e lo rafforzano e li
scacciano. Tuttavia Avicenna dice che i figli vanno ancora dietro ai
genitori e che i genitori li rifuggono, tant'è che talora sia i
genitori che fuggono sia i figli che li inseguono cadono nelle reti
degli uccellatori. |
[49]
Dixerunt etiam aliqui experti, ut dicit Avicenna, quod aliquando
morantur volando cum parentibus duobus annis et in unum praedantur.
Sed quod mihi dixerunt aucupes et quod sum expertus, est, quod
accipitres quos vocamus astures, et speruwerii cibant pullos suos
volantes fere per unum mensem, et postea retrahunt se ab eis et docent
eos capere aves sic, quod parentes deferunt eis aves vivas et
dimittunt coram eis et incitant filios ad capiendum: et postquam
perfecti sunt volatus ad capiendum, tunc abstinent ab eis. Aquilae
autem terrae nostrae non cibant filios suos nisi in nido, et postea
educunt, et communiter praedantur cum parentibus, et post modicum
abstinent ab eis parentes. Sed falcones cibant filios in nido, et cum
volare possunt, educunt ad praedam: et cum praedari possunt per se,
educunt eos longe valde a loco nidi sui, ita quod in loco nidi vix
umquam ultra comparent: et parentes eorum retinent habitationem, ita
quod narravit michi falconarius, qui multos cepit falcones, quod etiam
in eadem regione pater filium secum esse non permittit, postquam
perfectus fuerit ad praedandum. |
[49]
Come dice Avicenna, alcuni
esperti hanno pure detto che talora quando volano rimangono coi
genitori per due anni e per un anno fanno i predatori. Ma ciò che mi
hanno detto gli uccellatori, e che so per esperienza, è che gli
sparvieri che chiamiamo astori* e speruweri nutrono quasi per un mese
i loro pulcini che volano, e poi se ne allontanano e insegnano loro a
catturare uccelli in modo tale che i genitori consegnano loro degli
uccelli vivi e li lasciano liberi al loro cospetto e incitano i figli
a catturarli: e dopo che si sono perfezionati nel volo per catturarli,
allora si allontanano da loro. Le aquile dei nostri territori nutrono
i loro figli solo nel nido, e poi li fanno uscire e cacciano le prede
insieme ai genitori, e dopo poco tempo i genitori si allontanano da
loro. Ma i falchi nutrono i figli nel nido e quando sono in grado di
volare li conducono fuori a predare: e quando sono in grado di predare
da soli li conducono molto lontano dal luogo dove si trova il loro
nido, tant'è che non fanno più la loro comparsa là dove c'è il
nido: e i loro genitori conservano la dimora, tant'è che un
falconiere, che aveva catturato molti falchi, mi ha raccontato che
anche nei medesimi territori il padre non permette al figlio di stare
con lui dopo che è diventato esperto nel cacciare le prede. |
[50]
Aquila etiam magna, quae aput nos est et herodius vocatur, raro aput
nos invenitur habere nisi unicum pullum, licet duo faciat ova. Et hoc
iam comperimus per sex annos continuos visitando nidum aquilae
cuiusdam. Sed in talibus difficile est experiri propter altitudines
montium, in quibus nidificant: nec potuimus experiri nisi desuper
quodam submisso in fune maximae longitudinis de rupe. Talis
enim est usus aput nos eorum, qui falcones et aquilas de nidis
accipiunt. |
[50]
Anche quella grande aquila che
vive presso di noi e che è chiamata airone, presso di noi si trova
che per lo più possiede un solo pulcino nonostante deponga due uova.
E abbiamo riscontrato ciò per 6 anni di seguito visitando il nido di
qualche aquila. Ma a proposito di questi uccelli è difficile
conoscere qualcosa a causa dell'altezza dei monti in cui nidificano: e
abbiamo potuto conoscere qualcosa soltanto facendo scendere dall'alto
di una rupe una persona legata a una fune di estrema lunghezza.
Infatti presso di noi tale è la prassi di coloro che catturano dai
nidi i falchi e le aquile. |
Aves
tamen carnes quidem comedentes, sed curvum rostrum et curvos ungues
non habentes, sicut est hacehac Graece dicta[26],
quam nos cornicem vocamus, cogitat de suis pullis magno tempore,
postquam evolaverint de nido: volat enim cum eis et dat eis cibum: et
similiter facit fere omne genus avium corvini generis, sicut cocix[27]
et monedula et plura alia genera avium hiis similia. Cocix autem
Latine vocatur avis, quae maioris est quantitatis quam cornix, et
habet rostrum magnum et album iuxta caput, ubi sunt nares, et non
comedit carnes: et hanc quidam graculum vocant, in lingua vero
Germanica ruch[28]
vocatur. |
Tuttavia
esistono uccelli che mangiano carne ma che non hanno il becco e le
unghie ricurve, come è quello detto hacehac in greco e che noi
chiamiamo cornacchia, la quale si dedica per parecchio tempo ai suoi
pulcini dopo che se ne sono volati via dal nido: infatti vola con loro
e dà loro del cibo: e quasi tutte le specie degli uccelli che
appartengono al genere dei corvi si comporta in modo analogo, come la
cocix e la gazza e molte altre specie di uccelli simili a questi. In
latino viene chiamato cocix quell'uccello che è presente in quantità
maggiore della cornacchia e ha un becco grande e del bianco in
vicinanza della testa dove ci sono le narici, e non mangia carne: e
alcuni lo chiamano cornacchia e in tedesco è chiamato ruch - il corvo
comune. |
[51]
Est autem quoddam genus avium compositum ex duobus avium generibus,
sicut gugulus maior et gugulus minor. Maior enim gugulus componitur ex
asture et palumba, quoniam rostrum et ungues et pedes habet similes
palumbo, et ceterum corpus simile est asturi, nisi quod varietas
pennarum in gugulo habet maculas nigras quasi rotundas: in asture
autem sunt lineae nigrae: et in volatu etiam assimilatur asturi: et
haec avis Graece kokokoz ab imitatione vocis vocatur, Arabice autem ab
Avicenna kabul vocatur. Aliquando enim quando coniungit voces,
triplicat eas, et tunc profert sonum kokokoz, Latine autem vocatus
gugulus maior. Minor autem gugulus componitur ex columba et sparvario,
habens rostrum et pedes columbae et cetera corporis et volatum similia
sparverio: propter quod vulgi opinio fabulatur gugulum maiorem
aliquando esse asturem, et e contrario fieri de asture gugulum maiorem,
et gugulum minorem aliquando fieri sparvarium, et e contrario, licet
hoc sit falsum. |
[51]
Esiste poi qualche specie di
uccelli composta da due specie di uccelli, come il cuculo maggiore e
il cuculo minore. Infatti il cuculo maggiore è composto dall'astore e
dalla colomba selvatica in quanto possiede becco, unghie e zampe
simili al colombo selvatico, mentre il resto del corpo è simile
all'astore salvo il fatto che nel cuculo la screziatura delle penne
presenta delle macchie nere quasi rotonde: nell'astore esistono invece
delle linee nere: e anche nel volo assomiglia all'astore: e questo
uccello in greco viene detto kokokoz imitandone la voce, in
arabo viene detto kabul da Avicenna. Infatti talora quando unisce i
versi li triplica e quindi emette il suono kokokoz, e in latino è
detto cuculus maior. Il cuculo minore si compone della colomba e dello
sparviero in quanto ha il becco e i piedi della colomba mentre le
rimanenti parti del corpo e il volo somigliano allo sparviero: motivo
per cui l'opinione popolare favoleggia che il cuculo maggiore talora
è un astore, e che per il cuculo maggiore accade il contrario in
quanto proviene dall'astore, e che il cuculo minore talora diventa uno
sparviero, nonché il contrario, anche se ciò è falso. |
[52]
Causa autem dicti est, quod gugulus uterque occultatur in hyeme: et in
illo tempore etiam raro apparet astur et nisus, qui sparvarius vocatur,
et in aestate apparet utraque avis. Sed accipiter sive astur est
curvorum unguium, sed non kokokoz, neque in capite assimilatur
accipitri{.}<:> sed potius in duobus hiis videtur similis
columbae: sed in colore assimilatur accipitri, nisi quod in alis
accipitris nigrae sunt lineae, et in kokokoz sunt maculae quasi
rotundae. Sed in sua magnitudine, et in suo volatu gugulus uterque
similatur accipitri magno et parvo, hoc est asturi et niso. Sed opinio
vulgaris haec falsa est, quia in multis temporibus et in multis terris
simul apparent istae quatuor aves: et videtur saepe astur capere
gugulum, et comedere eum. Et forte multi modi sunt huiusmodi gugulorum.
Et pulli quidem gugulorum numquam inveniuntur in nidis propriis, neque
gugulus invenitur umquam portare ad nidum, quia mos est suus
pullificare in nidis aliarum avium. Sed mos maioris guguli est
pullificare in nido palumbi, et mos minoris guguli est pullificare in
nido parvae avis, quae filomenam cantu imitatur et habet quantitatem
filomenae, et nidificat in rosariis, et Germanice grasemusche[29]
vocatur. |
[52]
La causa della diceria
consiste nel fatto che ambedue i cuculi si nascondono in inverno: e in
quel periodo raramente si vedono l'astore e il nisus, che è detto
sparviero, e in estate si vedono ambedue gli uccelli. Lo sparviero o
l'astore presentano le unghie ricurve, ma non il cuculo che neppure
nella testa somiglia allo sparviero: al contrario, per ambedue queste
strutture, è simile alla colomba: ma nel colore somiglia allo
sparviero salvo il fatto che nelle ali dello sparviero sono presenti
delle linee nere e nel cuculo ci sono delle macchie quasi rotonde. Ma
nelle dimensioni e nel volo il cuculo somiglia sia allo sparviero
grande che piccolo, cioè all'astore e al nisus - lo sparviero. Ma
questa convinzione popolare è falsa, in quanto in diverse stagioni e
in territori diversi compaiono contemporaneamente questi quattro
uccelli: e spesso si vede l'astore catturare il cuculo e mangiarlo. E
forse esistono parecchi tipi di questi cuculi. E i pulcini dei cuculi
non si rinvengono mai nei loro nidi, né mai si trova che il cuculo li
porta nel nido, in quanto è sua abitudine far nascere i pulcini nel
nido di altri uccelli. Ma l'abitudine del cuculo maggiore è di far
nascere i pulcini nel nido del colombo selvatico, e l'abitudine del
cuculo minore è quella di far nascere i pulcini nel nido di un
uccello piccolo che imita il canto dell'usignolo e ha le dimensioni di
un usignolo, e che nidifica nei roseti, e che viene detto grasemusche
in tedesco. |
[53]
Aliquando tamen visa est ovare in nido aviculae aquaticae, quae movens
caudam vocatur. Propter quod Avicenna dicit se gugulum minorem in
utriusque avis nido invenisse semel in ripa fluminis, et semel in
arbore peranginis[30],
et vidisse aviculas illas cibasse gugulum et in nido et in terra, et
cibaverunt eum cibo vermiculorum, qualem cibum pullis suis ferre
consueverunt. Cum autem isti modi gugulorum ovant in nidis avium
aliarum, primo sorbent ova illarum avium, et postea sua ponunt in
locum illorum: et ideo aliae aves fere omnes impugnant gugulos: sed
occulte accedunt ad eas, et raro faciunt nisi unum ovum, vel duo ad
plus. Interim autem, quando pullus guguli maioris nutritur a palumbis,
est pinguis valde et bonae carnis propter nutrimenti convenientiam: et
in hoc convenit cum pullis accipitris qui sunt valde bonae carnis, eo
quod carnibus et bonis cibis nutriuntur. |
[53]
Tuttavia talora è stato visto
deporre le uova nel nido di un uccellino acquatico che viene chiamato
scodinzolatore. Motivo per cui Avicenna dice che una sola volta sulla
riva di un fiume ha trovato il cuculo minore nel nido di ambedue gli
uccelli, e una volta sola su un albero di perangine, e di aver visto
quegli uccellini nutrire il cuculo sia nel nido che al suolo, e gli
diedero da mangiare un cibo di vermicelli simile a quello che sono
soliti portare ai loro pulcini. Quando queste specie di cuculi
depongono uova nei nidi di altri uccelli, per prima cosa bevono le
uova di quegli uccelli e poi depongono le loro al posto di quelle: e
pertanto quasi tutti gli altri uccelli assalgono i cuculi: ma questi
li avvicinano di nascosto e raramente depongono un uovo, o al massimo
due. Nel frattempo, quando il pulcino del cuculo maggiore viene
nutrito dai colombi selvatici, è molto ben pasciuto e di carne buona
a causa dell'adeguatezza del nutrimento: e in ciò corrisponde ai
pulcini dello sparviero che sono di carne molto buona in quanto
vengono nutriti con carne e cibi buoni. |
[54]
Invenitur autem unum genus accipitrum, quod suum nidum facit in locis
valde altis inaccessibilibus: et ideo raro eius pulli auferuntur, et
hoc praecipue faciunt herodii aput nos, qui nidificant in parietibus
montium altissimorum in Alpibus, ita quod non est accessus nisi per
funem aliquis submittatur a vertice montis: et hunc oportet ligari in
sporta profunda fortibus vinculis, ne ab herodiis antiquis deiciatur:
et oportet multos homines desuper montem submittere sagittas et ictus
lapidum super antiquos herodios ne lacerent carnes eius, qui submissus
est ad accipiendos herodios iuvenes. Multae autem aliae aves faciunt
nidos comportando sarmenta, sicut diximus de columbis, et cubant
successive aliquando mas, et aliquando femina, sed tempus cubationis
masculi est tempus minus quam quo cubat femina: non enim cubat mas
nisi tempore, quo indiget femina ad sui cibationem. Sed feminae avium
kanebralium[31],
hoc est earum, quae sunt de genere gallinarum et anserum, solae cubant
pullos suos absque maribus: et postquam incipiunt cubare, non recedunt
a cubatione ovorum suorum nisi tempore modico, quo cibum accipiunt. |
[54]
Si rinviene una sola specie di
sparvieri che costruisce il suo nido in località molto elevate e
inaccessibili: pertanto raramente i suoi pulcini vengono sottratti, e
ciò presso di noi lo fanno soprattutto gli aironi che nidificano
nelle Alpi sulle pareti di monti altissimi, tant'è che non è
possibile accedervi se non attraverso una fune che qualcuno faccia
scendere dalla cima della montagna: e conviene che costui venga legato
con delle corde robuste in una cesta profonda affinché non venga
fatto precipitare dagli aironi anziani: e conviene che dall'alto del
monte parecchi uomini lancino frecce e pietre sopra agli aironi
anziani affinché non lacerino le carni di colui che è stato fatto
scendere per prendere i giovani aironi. Molti altri uccelli
costruiscono il nido accumulando ramoscelli, come abbiamo detto a
proposito dei colombi, e si alternano nella cova una volta il maschio
e poi la femmina, ma il tempo dedicato alla cova da parte del maschio
è minore del tempo durante il quale la femmina cova: infatti il
maschio cova solo per il tempo di cui la femmina ha bisogno per
nutrirsi. Ma le femmine degli uccelli kanebrales, cioè di quelli la
cui specie appartiene a quella delle galline e delle oche, sono le
sole a covare i loro pulcini senza i maschi: e dopo che cominciano a
covare non desistono dall'incubazione delle loro uova se non per il
breve tempo in cui si nutrono. |
[55]
Aves autem lacunales, sicut anates et anseres et cigni, pullificare
consueverunt inter arbores et herbas virides iuxta profundum aquarum:
et ideo semper stant cum suis pullis non recedentes ab eis, eo quod in
illis locis cibi sui est copia in seminibus herbarum et in ipsis
herbis aquaticis. |
[55]
Gli uccelli acquatici, come le
anatre, le oche e i cigni, hanno preso l'abitudine di far nascere i
pulcini tra gli alberi e le erbe verdi in prossimità di acque
profonde: e pertanto stanno sempre in compagnia dei loro pulcini senza
allontanarsene, per il fatto che in quei luoghi c'è abbondanza di
cibo adatto per loro sia nei semi delle erbe sia nelle erbe acquatiche
stesse. |
Adhuc
autem feminae corvorum nigrorum cubant solae ova sua, sed mares ducunt
feminis cibum ad nidum, quod non faciunt mares gallinarum et avium
aquaticarum. Femina vero avis, quae Graece kariez vocatur, quae est
palumbus, incipit cubare ova a medio die et continuat usque mane
sequentis diei cubationem: et mas cubat a mane usque ad meridiem. Avis
autem, quae cubech vocatur, facit ex ovis suis duas acies, et femina
cubat aciem unam, et masculus cubat aliam aciem, et cum exiverint
pulli, uterque sollicitatur de eis, quos ipse cubavit: et postea illis
adultis iterum mas coit cum femina et pullificant dividendo acies
ovorum sicut prius. |
Inoltre
le femmine dei corvi neri covano da sole le loro uova, ma i maschi
portano alle femmine cibo fino al nido, cosa che non fanno i maschi
delle galline e degli uccelli acquatici. La femmina dell'uccello detto
kariez in greco, e che è il colombo selvatico, comincia a covare le
uova a partire da mezzogiorno e continua la cova fino alla mattina del
giorno successivo: e il maschio cova dal mattino fino a mezzogiorno.
Quell'uccello che viene detto cubech - la pernice - fa delle proprie
uova due gruppi, e la femmina cova un gruppo e il maschio l'altro
gruppo, e quando i pulcini sono usciti, ambedue si prendono cura di
quelli che ciascuno ha covato: e successivamente, una volta che sono
diventati adulti, il maschio si accoppia nuovamente con la femmina e
fanno nascere pulcini suddividendo i gruppi delle uova come in
precedenza. |
[56]
Pavo autem dicitur vivere viginti quinque annis et pullificare, quando
est trium annorum, et deinde colorantur eius pennae melius. Cubat
autem ova sua per triginta dies sicut aves magnae, de quibus supra
diximus: hoc enim tempus est, quo luna accessu vel recessu ad solem
perficit peryodum et quatuor modos temporum. Post triginta autem dies
aut circa hoc finduntur eius ova: et non pullificat nisi semel in
anno. Ovat autem duodecim ova aut parum minus: et interpolate ponit
ova, ita quod post unum ovum stat duobus diebus aut tribus, et tunc
ponit aliud: non enim ovat consequenter sine interpolatione. Et prima
quidem vice quando pullificat, forte facit octo ova, et frequenter
ovat ova venti, et ideo paucos facit pullos. Et in terra nostra
non sunt visi nisi quinque vel sex foti simul. Coitus
autem pavonis est in vere, et post vernum tempus statim ovat: et eicit
pennas, quando primo arbores folio fluere incipiunt. Nascuntur
autem iterato pennae, quando arbores primo folia habere incipiunt. |
[56]
Si dice che il pavone vive 25
anni e che produce pulcini quando ha 3 anni, e che quindi le sue penne
si colorano meglio. Cova le sue uova per 30 giorni come i grandi
uccelli di cui abbiamo parlato prima: questo intervallo di tempo
corrisponde a quello in cui la luna crescente o calante nei confronti
del sole porta a termine un ciclo e quattro fasi. Dopo più o meno 30
giorni le sue uova si schiudono: e produce pulcini solo una volta
l'anno. Depone 12 uova o poco meno: e depone le uova a intervalli,
sicché dopo un uovo fa una sosta di due o tre giorni, e quindi ne
depone un altro: infatti non depone di seguito senza intervalli. E la
prima volta in cui fa nascere pulcini forse depone 8 uova, e spesso
depone uova ventose, e pertanto produce pochi pulcini. E nei
nostri territori non se ne sono visti che 5 o 6 allevati
contemporaneamente. L'accoppiamento del pavone avviene in primavera e
depone le uova subito dopo il periodo primaverile: e lascia cadere le
penne quando gli alberi cominciano a perdere le prime foglie. Le penne
rinascono quando gli alberi cominciano ad avere le prime foglie. |
[57]
Ab aliquibus autem ponuntur ova pavonum sub gallinis, et cubantur ab
eis, eo quod, sicut diximus superius, pava a pavo ascenditur interim
dum cubat ova, et franguntur ova a strepitu coeuntis: et ideo etiam
feminae nidum abscondunt a masculis. Et similiter faciunt feminae
multarum avium agrestium et cubant ova sua solae in locis occultis.
Quando autem ova pavonum sub gallina ponuntur, non sunt ponenda nisi
duo, eo quod vix amplius extrahi potest a gallina pullus pavonis: et
oportet, quod homo sollicite observet, ne gallina dimittat cubationem
ovorum illorum: quia hoc est gallinis aliquibus proprium, quod ad
tempus cubant, et tunc cubare non curant: et oportet, ut cogatur ad
cubandum per frequentem ad ova reductionem, et quod cibetur super ova
et quod multum maceretur. |
[57]
Poi da alcuni le uova dei
pavoni vengono poste sotto alle galline e vengono da esse covate, in
quanto, come abbiamo detto prima, talora la pavonessa viene montata
dal pavone mentre cova le uova, e le uova vengono rotte dai movimenti
tumultuosi di lui che si accoppia: e pertanto le femmine nascondono
anche il nido ai maschi. E si comportano in modo simile le femmine di
molti uccelli che vivono nei campi e covano le loro uova da sole in
posti nascosti. Quando poi si mettono uova di pavone sotto a una
gallina, non bisogna metterne più di due, in quanto se sono in numero
maggiore a stento il pulcino di pavone può essere fatto nascere dalla
gallina: ed è necessario che l'uomo faccia molta attenzione che la
gallina non smetta la cova di quelle uova: in quanto alcune galline
hanno la caratteristica di covare fino a un certo tempo, e allora non
si prendono cura della schiusa: e conviene che vengano costrette a
covare rimettendole spesso sulle uova, e che vengano nutrite sopra le
uova, e che vengano spossate parecchio. |
Omnibus
autem avibus convenit, quod testiculi eorum crescunt tempore coitus:
et earum testiculi, quae sunt maioris coitus, magis crescunt: tunc
enim inveniuntur maiores habere testiculos, sicut cubech et gallinae. Quando
autem non coeunt, habent testiculos
parvos. |
È
naturale per tutti gli uccelli che i loro testicoli si ingrandiscano
nel periodo dell'accoppiamento: e i testicoli di quelli che si
accoppiano di più crescono maggiormente: infatti in quel periodo si
trova che hanno dei testicoli più grandi, come le pernici e le
galline - i galli. Ma quando non si accoppiano hanno dei testicoli
piccoli. |
Iste
igitur est modus pullificationis avium. |
Questo
è pertanto il modo in cui gli uccelli generano i pulcini. |
Incipit
octavus liber animalium qui est de moribus animalium, cuius tractatus
primus est de moribus animalium secundum quos pugnant ad invicem. |
Inizia
l'ottavo libro degli animali che riguarda il comportamento degli
animali, di cui la prima parte concerne il comportamento degli animali
in base al quale combattono fra loro. |
VIII
- 60 |
VIII - 60 |
Hoc
autem genus pulli quod cubech vocatur, non minus ovat quam decem ova,
et aliquando ovat sedecim et, sicut in praecedentibus diximus, ista
avis in multis est mali moris et astuta valde, et licet in hyeme
gregatim volet, tamen in tempore veris una segregatur ab alia, et
combinantur mas et femina: et tunc pugnant pro nidis et coitu mares
inter se, donec quilibet mas acceperit feminam suam, et ipsam sequitur
coeundo saepius cum ipsa, haec enim avis diligit coitum, et ideo etiam
quando mas invenit feminam super ova, coit cum ea et frangit ova, ne
femina sit sollicita circa ova cubanda, et ideo femina abscondit ova a
masculo: et si homo aliquis appropinquat ovis, circumvolat quasi non
potens volare hominem illum, donec pertrahat eum ab ovis, et tunc
redit ad ova: et dicitur quod haec avis habet hoc proprium, quod mas
eius pugnat cum mare fortiter et victus oboedit victori, et victor
ascendit super victum et coit cum eo sicut cum femina: et si
contingat, quod victor aliquando in secunda pugna vincatur ab eo quem
prius vicerat, tunc ille qui prius sustinuerat coitum, vice versa
asscendit[32]
et coit cum ipso: sed hoc non semper fit, sed tanto uno tempore anni,
quod est principium veris, quando multo haec avis desiderat coitum.
Similiter autem accidit ortigiis sive ortygometris[33].
Galli etiam faciunt hoc, ut dicitur, in locis qui sunt in regione quae
vocatur Leyhychynie. In
locis enim illis omnes galli iuvenes non vetusti appropinquant sibi et
pugnant, et victor nititur coire cum victo, quando sunt sine gallinis. |
Questa
specie di pollo che è detta cubech - pernice* - non depone
meno di 10 uova e talora ne depone 16 e, come abbiamo detto in
precedenza, questo uccello in parecchie cose ha un cattivo
comportamento ed è molto astuto, e benché in inverno voli in gruppo,
tuttavia nel periodo primaverile uno si separa dall'altro e il maschio
e la femmina si accoppiano: e allora i maschi combattono fra loro per
i nidi e per accoppiarsi, fintanto che qualunque maschio si è
conquistato la sua femmina e la segue accoppiandosi abbastanza spesso
con lei, in quanto quest'uccello ama il coito, e pertanto anche quando
il maschio trova la femmina sopra le uova si accoppia con lei e rompe
le uova affinché la femmina non si preoccupi di covare le uova, e
perciò la femmina nasconde le uova al maschio: e se qualche essere
umano si avvicina alle uova lei svolazza intorno a quest'essere umano
come se non fosse in grado di volare, fintanto che non l'ha
allontanato dalle uova, e allora fa ritorno alle uova: e si dice che
quest'uccello ha la seguente caratteristica, che il suo maschio
combatte con un maschio in maniera coraggiosa e che il vinto obbedisce
al vincitore, e che il vincitore sale sopra al vinto e si accoppia con
lui come fa con una femmina: e se accade che talora il vincitore venga
vinto in una seconda battaglia da colui che in precedenza aveva
sconfitto, allora quello che prima aveva dovuto subire il coito a sua
volta gli monta sopra e si accoppia con lui: ma ciò non sempre
accade, bensì solo in un periodo dell'anno che corrisponde all'inizio
della primavera, quando quest'uccello è molto desideroso di
accoppiarsi. Qualcosa di simile accade per le quaglie*. A quanto si
dice, anche i galli fanno ciò in luoghi che si trovano in una regione
detta Leyhychynie*. Infatti in quei luoghi tutti i galli giovani e non
anziani si avvicinano tra loro e combattono, e il vincitore tenta di
accoppiarsi con il vinto, quando sono senza galline. |
VIII
- 214 |
VIII - 214 |
Animalia
enim valde operationes diversas habent, et ita variant quaedam
accidentia locorum et temporum, et praecipue accidentia animae, quod
etiam aliquid de figura corporum ipsorum variatur: et in hoc
deprehendi potest quam valida sint animae accidentia. Gallinae enim
impugnant aliquando gallos iuvenes, et cum vicerint eos, erigunt
caudam et pectus ad modum gallorum, et aliquando ascendunt super eos
et luxuriant super eos: et accidens animae huiusmodi facit in eis,
quod aliquando cristae maiores efficiuntur eis in capitibus, et quod
crescunt eis cornua in cruribus sicut gallis: et in aliis incipiunt
habere accidentia gallorum, ita quod aliquando difficile est
distinguere inter gallinam talem et gallum. Iam enim visum est, quod
mares galli interfecerunt feminas habentes pullos, vel quod alia
occasione mortuae sunt: et tunc galli duxerunt pullos et foverunt eos
sub alis suis, et infirmati sunt in voce sicut gallina habens pullos
solet infirmari, nec coibant cum eis, sed casti erant usque ad
incrementum pullorum. Hoc autem saepe facit gallinacius, sicut visus
experimento probavimus: postquam enim gallinacius per unam noctem
steterit cum pullis, statim postea regit eos sicut gallina. |
Infatti
gli animali hanno molti comportamenti diversi, e così cambiano alcune
cose che accadono nei luoghi e nei tempi, e soprattutto ciò che
accade nel comportamento istintivo, in quanto si modifica anche
qualcosa dell'aspetto dei loro corpi: e a questo proposito si può
osservare quanto intense siano le modificazioni del comportamento.
Infatti talora le galline assalgono i giovani galli e dopo averli
sconfitti ergono la coda e il petto come fanno i galli, e talora
salgono sopra di loro e fanno sesso sopra di loro: e questo tipo di
comportamento determina in esse che talora le creste diventano più
grandi sulla loro testa, e che sulle loro zampe crescano delle corna
come ai galli: e in altre cominciano a verificarsi fattezze da gallo,
sicché talora è difficile distinguere una tal gallina da un gallo.
Infatti si è già visto che galli maschi uccisero le femmine che
avevano pulcini, oppure che sono morte per un altro motivo: e allora i
galli hanno guidato i pulcini e li hanno scaldati sotto le loro ali, e
si sono indeboliti nella voce come è solita indebolirsi una gallina
che ha dei pulcini, né si accoppiavano con esse, ma rimanevano casti
fintanto che i pulcini erano cresciuti. Spesso un gallo fa quanto
segue, come abbiamo verificato visivamente: infatti un gallo dopo
essere rimasto per una notte coi pulcini, subito dopo li governa come
una gallina. |
Incipit
liber XVII qui est de causa ovantium et ovorum. |
Inizia
il libro XVII che riguarda il motivo sia della deposizione delle uova
che delle uova. |
XVII
- 3 |
XVII - 3 |
Contingit
autem quod quaedam aves per se sine coitu ova concipiunt: et haec ova
vocantur ova venti: quod dicit Aristoteles non convenire avibus boni
et multi volatus, nec avibus rapacibus curvorum unguium, sed potius
avibus multorum ovorum quae non multum volant, nec habent multas et
magnas et fortes pennas. Superfluitas enim humida spermatica in
talibus avibus transit in alas et pennas et consumitur etiam labore
multi volatus in venando: et ideo non concipiuntur in eis ova nisi per
sperma maris attrahens materiam. Ego tamen vidi avem rapacem
domesticam quam dicunt sperverium sive nisum, facere plura ova venti:
sed fuit domesticus, et tunc non venabatur, sed stetit in sporta ubi
se remutabat in pennis: et ideo habundabat in huiusmodi superfluitate.
Diximus enim iam in antehabitis quod menstruum et sperma sunt de
superfluitatibus quartae digestionis: et natura in quibusdam non
potest maturare et facere habundare haec duo propter causas quas
diximus iam: et propter hoc aves rapaces nec multorum sunt ovorum nec
multi coitus: sed potius corpora earum sunt sicca et parva et acuta. |
Accade
che alcuni uccelli concepiscono le uova da soli senza coito: e queste
uova sono dette uova del vento: Aristotele* dice che ciò non si confà
agli uccelli che volano bene e parecchio, né agli uccelli rapaci
dalle unghie ricurve, bensì agli uccelli che depongono molte uova,
che non volano tanto e che non hanno molte e grandi e robuste penne.
Infatti in tali uccelli l'elemento spermatico umido eccedente passa
nelle ali e nelle penne e viene pure consumato dalla fatica di volare
parecchio per cacciare: e pertanto in essi non vengono concepite uova
se non attraverso lo sperma del maschio che attrae la materia.
Tuttavia io ho visto un uccello rapace domestico che chiamano
sparviero* o nisus - Accipiter nisus - deporre parecchie uova
ventose: ma era domestico e quindi non andava a caccia, ma rimaneva
nella cesta dove faceva la muta delle penne: e pertanto aveva un
eccesso di tale sovrabbondanza. Infatti in precedenza abbiamo già
detto che le mestruazioni e lo sperma appartengono alle sovrabbondanze
della quarta digestione: e in taluni la natura non può maturare e
rendere abbondanti queste due cose per i motivi che già abbiamo
detto: e per questo motivo gli uccelli rapaci non hanno la
caratteristica di deporre molte uova né di accoppiarsi parecchio: ma
i loro corpi sono preferibilmente secchi, piccoli e affusolati. |
Aves
autem ponderosae non boni volatus existentes, multae sunt generationis
sicut columbae et sibi similia. Mali autem volatus simul et paucarum
pennarum sunt praecipue gallinae et cubeg et alia hiis similia et
habent multam ovalem superfluitatem. Propter quod etiam mares horum
generum multum coeunt et feminae multam ovalem habent materiam. |
Gli
uccelli pesanti, che non sono dei buoni volatori, generano parecchio,
come le colombe e gli uccelli che somigliano loro. Soprattutto le
galline e le pernici* e altri uccelli consimili volano male e hanno
poche penne e hanno parecchia sovrabbondanza di uova. Motivo per cui
anche i maschi di tali specie si accoppiano parecchio e le femmine
posseggono molta materia per produrre uova. |
XVII
- 5 |
XVII
- 5 |
Amplius
aves parvi corporis nisi aliquid aliud impediat, sunt multi coitus et
multorum ovorum: propter quod etiam quoddam genus gallinarum quae
vocantur gallinae deiamos regionis ut dicit Aristoteles, sunt multorum
ovorum valde: eo quod cibus earum transit in materiam ovorum: et
quanto magis sunt gallinae huius speciei, tanto sunt plurium ovorum:
eo quod cibus transit in ovorum materiam: sicut etiam in arboribus et
aliis animalibus contingit quod cibum augmenti mutant in materiam
seminalem. Et istud
genus gallinarum multae est humiditatis et parvi corporis. Corpora
aliorum modorum avium quae sunt sicca et calida, faciunt magis aves
animosas et iracundas. Ira enim fortis ut plurimum est in corporibus
multae siccitatis. |
Inoltre
gli uccelli dal corpo piccolo, a meno che qualcos'altro lo impedisca,
si accoppiano parecchio e depongono molte uova: motivo per cui anche
una razza di galline che vengono dette galline adriatiche*, come dice
Aristotele*, depongono moltissime uova: in quanto il loro cibo passa
nella materia delle uova: e quanto più piccole sono le galline di
questa razza, tanto più numerose sono le uova che depongono: in
quanto il cibo passa nella materia delle uova: come anche negli alberi
e negli altri animali accade che trasformano il cibo
dell'accrescimento in materia seminale. E questa razza di galline è
di costituzione fisica assai umida e di corpo piccolo. I corpi degli
uccelli di altra grandezza che sono secchi e caldi producono più
uccelli impetuosi e irascibili. Infatti l'ira per lo più è forte nei
corpi molto asciutti. |
Amplius
gracilitas crurium et debilitas, facit ad maiorem coitum et ad maiorem
ovorum materiam sicut etiam in hominibus signum est siccitatis et
caliditatis gracilitas crurium: et quando non provenit ex inedia vel
infirmitate, tunc calorem significat complexionis ad coitum moventem:
quia cibus qui in aliis transit in coxas et crura magna, transit in
spermentalem materiam. Aves autem curvorum unguium rapaces, habent
crura fortia et pedes fortiter fixos ad tenendum fortiter quod capiunt,
eo quod regimen suae vitae est in venatione: et ideo paucum habent
sperma et parum coeunt et paucam habent materiam ovorum praeter unum
solum genus rapacium avium quod Graeci fieriz[34]
vocant. Illa enim sola species rapacium avium est multorum
ovorum propter multam humiditatem ipsius. |
Inoltre
la gracilità delle gambe e la debolezza spingono a una maggior
quantità di rapporti sessuali e di materiale per le uova, come anche
negli esseri umani la gracilità delle gambe è segno di secchezza e
calore: e quando non deriva dalla mancanza di cibo o da una malattia,
allora significa calore di un abbraccio che spinge al coito: perché
il cibo, che in altri passa nelle cosce e nelle grosse gambe, passa in
materiale spermatico. In effetti gli uccelli rapaci dagli artigli
ricurvi hanno gambe robuste e piedi molto saldi per poter ghermire con
forza quello che afferrano, in quanto il regime della loro vita
consiste nella caccia: e pertanto hanno poco sperma e si accoppiano
poco e hanno poco materiale per le uova eccetto una sola specie di
uccelli rapaci che i Greci chiamano fieriz - il gheppio*.
Infatti questa è la sola specie di uccelli rapaci che depone molte
uova a causa della sua elevata umidità. |
XVII
- 10 |
XVII
- 10 |
Amplius
postquam aves coierunt semel, semper postea in eis sunt ova et sunt a
principio valde parva. Et hoc induxit quosdam homines ad hoc quod
dixerunt quod ova venti nascuntur ex residuo spermatis quod superest
ovis completis. Hoc autem experta probant esse falsum, eo quod saepe
vidimus gallinas et anseres parvos ante omnem coitum ova venti habere
in corpore: praecipue tamen apparet hoc in feminis cubeg, quae sive
coeant sive non, implentur ovis, quando vident vel audiunt, et
praecipue si olfaciunt marem sui generis: et in tali odoratu quaedam
etiam subito iuxta mares ovant: sicut accidit hominibus aliquando
semine pollui ad visum vel tactum vel auditum pulcrae mulieris et
accidit etiam aliis animalibus moveri concupiscentia ad visum vel
auditum vel olfactum suarum feminarum. Licet enim sicut diximus per
coitum ordinatius ova concipiantur, tamen etiam sine coitu
concipiuntur ab avibus de quibus diximus. Isti enim modi avium multi
spermatis sunt naturaliter: et ideo etiam parvo motu concupiscentiae
movetur in eis superfluitas ad conceptum et descensum concepti. |
Inoltre,
dopo che gli uccelli si sono accoppiati una sola volta, in seguito in
essi sono sempre presenti delle uova e dapprima sono molto piccole. E
ciò ha indotto alcuni uomini ad affermare che le uova ventose nascono
da un residuo di sperma che avanza una volta che le uova sono state
completate. Le esperienze dimostrano che ciò è falso, in quanto
spesso abbiamo visto delle galline e delle piccole oche avere in corpo
delle uova ventose prima di qualunque accoppiamento: tuttavia ciò è
soprattutto osservabile nelle femmine di pernice* le quali, sia che si
uniscano sessualmente oppure no, si riempiono di uova quando vedono o
odono e soprattutto se annusano un maschio della loro specie: e quando
stanno annusandolo, alcune anche immediatamente depongono uova presso
il maschio: come accade talora agli uomini di sporcarsi di sperma alla
vista o al tatto o all'udito di una bella donna, e accade anche ad
altri animali di essere mossi da concupiscenza alla vista o all'udito
o all'olfatto delle loro femmine. Sebbene infatti come abbiamo detto
le uova vengano concepite in modo più regolare attraverso il coito,
anche se vengono concepite senza coito dagli uccelli di cui abbiamo
parlato. Infatti queste modalità degli uccelli presentano la
caratteristica naturale di avere molto sperma: e pertanto, anche con
poca concupiscenza, in essi si mette in movimento la sovrabbondanza
per concepire e continuare a concepire. |
Incipit
liber animalium decimus octavus qui est de modo generationis animalium
perfectorum. |
Inizia
il XVIII libro degli animali che riguarda il modo di generare degli
animali perfetti. |
XVIII
- 49 |
XVIII - 49 |
Universaliter
enim in omnibus monstris melius est opinari quod et naturalius et
verisimilius est, quod causa sit in materia et in modis
impraegnationis et creationis ipsius quod generatur et concipitur.
Cuius signum est quod valde raro sunt monstruosi partus in illis
animalibus quae non generant nisi unum conceptum. In animalibus autem
quae simul concipiunt et generant multos filios, plus inveniuntur
partus monstruosi et maxime in avibus multum ovantibus sicut gallinae
et columbae: et propter hoc plures gallinae faciunt ova in quibus duo
vitella inveniuntur propter coniunctionem duorum spermatum quae sunt
ex duobus coitibus in uno eodemque ovo. Duo enim spermata continuantur
coniuncta in uno ovo eo quod unum in propinquo loco matricis cadit
iuxta alterum: sicut etiam videmus saepe accidere in fructibus quod
infra unum corticem duo vel plures formantur fructus. Duobus autem
spermatibus sic in uno ovo coniunctis, nisi distinguantur tela forti,
monstrum generabitur: si enim tela bene distinguat, generabuntur duo
pulli quorum neuter habundabit superfluitate membrorum. Si autem
continuentur spermata non distinguente pariete medio vel non
universaliter distinguente, generabitur ex eis pullus monstruosus
habens forte unum caput et unum corpus et quatuor pedes. |
Generalmente infatti, a proposito di tutte le creature mostruose, è
meglio pensare a ciò che è più naturale e verosimile, perché la
causa sta nella materia e nel modo in cui viene concepito e creato ciò
che viene generato e concepito. Ne è la prova il fatto che assai di
rado sono mostruosi i parti in quegli animali che generano un solo
prodotto del concepimento. In effetti negli animali che
contemporaneamente concepiscono e generano molti figli si rinvengono
maggiormente parti mostruosi, e soprattutto in uccelli che depongono
molte uova come le galline e le colombe: e a causa di ciò numerose
galline fanno delle uova in cui si rinvengono due tuorli a causa
dell'unione in uno stesso uovo di due spermi che derivano da due
coiti. Infatti due spermi continuano a rimanere congiunti in un solo
uovo in quanto uno sperma va a finire vicino all'altro in un punto
vicino dell'utero: come spesso vediamo accadere anche nei frutti in
quanto al di sotto di una sola buccia si formano due o più frutti.
Così quando due spermi si sono uniti in un solo uovo, se non vengono
separati da una membrana forte, verrà generato un mostro: infatti se
la membrana li separa bene, verranno generati due pulcini, nessuno dei
quali avrà sovrabbondanza di membra. Ma se gli spermi rimangono uniti
senza che esista una barriera che li separa nella parte centrale
oppure completamente, da essi verrà generato un pulcino mostruoso che
possiede eventualmente una sola testa e un solo corpo e quattro zampe. |
Incipit
liber decimus nonus qui est totus in uno tractatu et est de hiis quae
accidunt ex natura sensibus et partibus animalium. |
Inizia
il XIX libro che si trova tutto in una sola sezione e che riguarda le
cose che accadono ai sensi e alle parti degli animali per cause
naturali. |
XIX
- 39 |
XIX - 39 |
Amplius
quaedam animalia secundum totam speciem unum habent colorem, sicut
leones: omnes enim leones unius et eiusdem sunt coloris et similiter
accidit in multis generibus avium et piscium et animalium aliorum.
Quaedam autem diversorum sunt colorum, ita quod unum est unius et
aliud eiusdem speciei coloris est alterius. Et horum quaedam in toto
corpore sunt unicoloria: quaedam autem discoloria sicut in vaccis et
canibus et columbis. Ea autem quae sunt diversi coloris, dupliciter
sunt: quoniam quaedam secundum totum genus multicoloria sunt: sicut
pica, fehit, pavo, licet albi pavi in inferiori Germania inveniantur,
et in piscibus kakata[35]
apud Graecos et in nostro mari macharellus et panthera inter
gressibilia et pardus et alia multa. Quaedam
autem non sunt secundum totam speciem multicoloria sicut vacca et
capra et ovis et gallina et anser et huiusmodi. Quaedam enim
istorum sunt varia et quaedam unicoloria. |
Inoltre
alcuni animali posseggono un unico colore che è uguale in tutta la
specie, come i leoni: infatti tutti i leoni presentano un solo e
identico colore e qualcosa di simile accade in parecchi generi di
uccelli e di pesci nonché di altri animali. Ma alcuni animali
posseggono colori diversi sicché uno presenta un colore e un altro
della stessa specie presenta un altro colore. E alcuni di questi
presentano un solo colore in tutto il corpo: altri presentano colori
diversi, come accade nelle vacche, nei cani e nei colombi. Quelli che
presentano colori diversi si suddividono in due categorie: infatti
alcuni presentano parecchi colori conformemente a tutta quanta la
specie come la gazza, il leopardo, il pavone, benché nella provincia
della Germania Inferiore* si rinvengano dei pavoni bianchi, e presso i
Greci in pesci di mare e nel nostro mare il maccarello* e la pantera
tra quelli capaci di camminare e il leopardo e molti altri. Ma alcuni
non sono multicolori a carico di tutta la specie come la vacca, la
capra, la pecora, la gallina, l'oca e simili. Infatti alcuni di questi
sono variopinti e alcuni sono di un solo colore. |
Amplius
animalia multicoloria facilius mutantur secundum colores quam animalia
unicoloria: multicoloria enim aliquando mutantur ex albedine in
nigredinem et e contrario: eo quod talia animalia mixtas habent causas
multorum colorum et in natura multos habent colores recipere, et in
talibus natura est velocis mutationis in transferendo unum colorem in
alium. Natura autem animalium unum colorem habentium contrariae est
dispositionis: non enim mutat colorem nisi propter infirmitatem et hoc
valde raro. Iam
enim vidimus lupum album. Ursi autem super Oceanum aquilonarem in
Dacia et Norwegya sunt fere omnes albi. Passeres etiam multi
albi sunt visi. Et iam
vidimus corvum totum album albedine nivis. Sed hoc raro accidit hiis
animalibus ex tempore generationis: quod enim rarum est, ex vitio
accidit et infirmitate in qualibet specie animalium. |
Inoltre
gli animali multicolori cambiano di colore più facilmente degli
animali unicolori: infatti quelli multicolori talora da bianchi
diventano neri e viceversa: in quanto tali animali posseggono una
mistura di cause dei numerosi colori e in natura possono assumere
parecchi colori, e in animali siffatti la natura agisce velocemente
nel cambiare un colore in un altro. La natura degli animali che
posseggono un solo colore presenta una regolamentazione opposta:
infatti non cambia colore se non a causa di una malattia e ciò accade
assai raramente. Infatti già abbiamo visto un lupo bianco. Gli orsi
che vivono a nord dell'oceano settentrionale in Danimarca e Norvegia
sono quasi tutti bianchi. Si sono visti anche molti passeri bianchi. E
abbiamo già visto un corvo tutto bianco candido come la neve. Ma in
questi animali ciò accade raramente nel momento in cui vengono
generati: infatti ciò che è raro, in qualsiasi specie di animali
accade per un'imperfezione e per malattia. |
|
Libro
XXIII - senza titolo |
XXIII
– 115-118 |
XXIII
– 115-118 |
[115]
[...] Gallus avis nota est, cristatus faucibus et capite, ungulas in
cruribus longas habens, ad modum semicirculi curvatis pennis caudam
figurans sed et ceteras in collo et dorso pennas habet
semicirculariter curvas, et teneras carnes habet duriores quam
gallina. |
[115]
Il gallo è un uccello
noto, munito di escrescenze sulla testa e sotto la bocca, munito di
lunghi uncini alle gambe, con la coda conformata a semicerchio grazie
a penne ricurve, ma al collo e al dorso possiede altre penne incurvate
a semicerchio, e ha le carni tenere, più dure di quelle della
gallina. |
Haec
avis pugnax valde est pro gallinis: et ideo cum plures conveniunt,
pugnant: et qui superat, coit cum gallinis et erigit caput et caudam
gloriando de victoria et alter tabescit de servitute. Aliquando
pugnant tam valide quod mors pugnam finit. |
Quest'uccello
è molto combattivo a favore delle galline: e pertanto combattono
quando si radunano in parecchi: e quello che vince si accoppia con le
galline ed erge la testa e la coda vantandosi della vittoria, e il
rivale languisce a causa della sottomissione. Talora combattono con
tanta forza che la morte mette fine al combattimento |
Haec
avis multi est coitus et ideo multas implet gallinas, et ad unum ovum
fecundandum multotiens cum eadem coit gallina: et si multi sunt galli,
occidunt gallinas nimio coitu. |
Quest'uccello
si accoppia parecchio e pertanto riempie molte galline, e si accoppia
molte volte con la stessa gallina allo scopo di fecondare un solo
uovo: e se i galli sono numerosi, uccidono le galline con il troppo
accoppiarsi. |
Haec
avis facile sentit aurae mutationes ex motibus solis contingentes: et
ideo cantu horas distinguit et nocte canens se erigit et alis percutit
et se excutit ut vigilantius cantet. Gallinis aliquando mortuis
tabescit. Cum dormit, in
alto se ponit: et quae petulantior est gallinarum, iuxta gallum
proximius sedet de nocte. |
Quest'uccello
percepisce facilmente i cambiamenti atmosferici dovuti ai movimenti
del sole: e pertanto separa le ore con il canto e di notte quando
canta si erge e sbatte le ali e si scuote per poter cantare con
impegno maggiore. Talora quando sono morte delle galline lui
languisce. Quando dorme si colloca in alto: e quella che tra le
galline è la più lasciva, di notte si appollaia più vicina al
gallo. |
[116]
Decrepiti galli carnes teneriores sunt: et si quid eis inest
viscositatis, decoctio consumit: et ideo iura gallorum decrepitorum
prosunt asmaticis et defectum cordis patientibus. Album gallum
leo timere dicitur forte propter speciei contrarietatem vel quia
basilisco similis esse dicitur. |
[116]
Le carni di un gallo decrepito sono più tenere: e se in esse è
presente della viscosità, la cottura la fa scomparire: e pertanto i
brodi di galli decrepiti giovano agli asmatici e a coloro che soffrono
di insufficienza cardiaca. Si dice che il leone teme il gallo bianco
forse a causa dell'avversione tra le specie o perché si dice che è
simile al basilisco*. |
Quod
autem dicunt decrepitum gallum ovum ex se generare et hoc in fimo
ponere, et hoc testa quidem carere, sed adeo durae pellis esse quod
ictibus fortissimis resistat: et quod hoc ovum fimi calore fecundetur
in basiliscum qui est serpens in omnibus sicut gallus, sed caudam
longam serpentis habens, ego non puto esse verum: tamen Hermetis
dictum est et a multis susceptum propter dicentis auctoritatem. |
Quanto
a ciò che dicono, che un gallo decrepito genera un uovo a partire da
se stesso e che lo pone nel letame e che non ha guscio, ma che ha una
membrana talmente dura da resistere a traumi fortissimi: e che questo
uovo viene fecondato dal calore del letame tanto da produrre un
basilisco che è un serpente del tutto uguale al gallo ma dotato di
una coda lunga da serpente, io non ritengo sia vero: tuttavia è
un'affermazione di Ermete Trismegisto* e da molti è stata accettata a
causa dell'autorità di colui che lo afferma. |
Gallina
avis nota est tardi volatus, temperatae carnis et levis, ultra modum
diligens fetum suae speciei ita quod etiam acuta voce infirmatur
dilectione pullorum: sed non curat cuius sint ova quae fovet ita quod
etiam circa partum alienae speciei sollicitantur. Ovat autem multum et
clamore accedit ad nidum et clamore recedit ab eodem: et si agitetur
et persecutionem patitur, tamen postquam securitatem acceperit,
perficit cantum. |
La
gallina è un uccello noto per il volo lento, per la carne gustosa e
delicata, che ama in modo inconsueto la prole della sua specie, tanto
che viene anche estenuata dalla voce acuta come segno di amore per i
pulcini: ma non le interessa di chi sono le uova che scalda, tant'è
che si prendono cura anche della prole di specie diverse. Depone molte
uova ed entra nel nido facendo chiasso e facendo chiasso se ne
allontana: anche se viene tormentata e subisce una persecuzione,
tuttavia termina di cantare dopo aver acquisito sicurezza. |
[117]
Dicitur autem quod illa die cum ovum fecerit, a serpente
percuti non potest, et caro eius percussis est medicina. Ovum autem
completur in ipsa die undecima nec fecundatur per unicam spermatis
mixturam, sed per coitum continuum. Ovant autem aliquando ova venti:
ex rotundis galli ex oblongis gallinae generantur, licet huic
contrariari videatur Aristoteles. Ova decem dierum bene foventur et
paucorum usque ad ova quadriduana. Recentiora vel antiquiora
minus valere probantur. In aestate decimo nono die in calidis locis
exeunt, et in hyeme vicesimo nono die. Ova bona ad fovendum quarto die
sanguineas habent venas: et quae tunc ad radium solis clara sunt in
acutiori parte, non valent. Plena et fecunda ova merguntur in aqua, et
alia supernatant. Multum nocet si commoventur manu quia venae et
humores per inversionem corrumpuntur: et huius signum est quod quando
gallina in occulto ovat nido, omnia ova fecundantur: et quando manibus
hominibus tractata sunt, plura eorum corrumpuntur. Caput pulli ad
acumen ovi convertitur et totum corpus ad residuum: et pullus nascitur
supra pedes sicut et ceteri pulli avium. |
[117]
Si dice che in quel giorno in cui ha deposto l'uovo non può essere
colpita da un serpente e che la sua carne è una medicina per coloro
che ne sono stati feriti. L'uovo si completa in lei all'undicesimo
giorno e non viene fecondato da una sola commistione con lo sperma,
bensì attraverso un continuo accoppiamento. Talora depongono uova
ventose: da quelle rotonde nascono i galli, da quelle oblunghe le
galline, anche se sembra che Aristotele* a questo proposito sia di
idee opposte. Le uova di dieci giorni, o di pochi giorni sino ad
averne quattro, vengono covate bene. Quelle più recenti o più
vecchie vengono giudicate di qualità inferiore. In estate nelle
località calde si schiudono al 19° giorno e in inverno al 29°
giorno. Le uova buone per la schiusa presentano al quarto giorno delle
vene sanguigne: e quelle che in tale momento in corrispondenza del
polo acuto si presentano chiare ai raggi del sole non sono buone. Le
uova piene e feconde messe in acqua vanno a fondo mentre le altre
galleggiano. È assai nocivo se vengono scosse con la mano in quanto
le vene e i liquidi si alterano se vengono rigirati: e ne è segno il
fatto che quando la gallina depone le uova in un nido nascosto tutte
le uova risultano feconde: e quando sono maneggiate dagli uomini
parecchie di loro si guastano. La testa del pulcino si dirige verso il
polo acuto dell'uovo e tutto il corpo verso la restante parte: e il
pulcino nasce stando sui piedi come anche gli altri pulcini degli
uccelli. |
Pullis
exeuntibus gallina eos sub alas congregat et pro eis milvum invadit et
alia quaeque insurgentia. Gallina est avis unguibus cracando victum
quaerens, et ad inventum pullos vocans. Faciunt autem quaedam gallinae
ova in quibus sunt gemelli: sed alter geminorum comprimit alium, et
aliquando ruptis telis pullus bicorporus generatur. Alia
etiam multa de ovis et gallinis in praehabitis libris dicta sunt. |
Man
mano che i pulcini nascono la gallina li raccoglie sotto le ali e per
difenderli attacca il nibbio* e qualsiasi altro nemico. La gallina è
un uccello che cerca il cibo ruspando con le unghie e che chiama i
pulcini quando l'ha trovato. Alcune galline fanno delle uova in cui
sono presenti dei gemelli: ma uno dei gemelli comprime l'altro e
talora quando si sono rotte le membrane nasce un pulcino con due
corpi. Parecchie altre cose sono state dette nei libri precedenti a
proposito delle uova e delle galline. |
[118]
Sed hoc adiciendum est quod Plinius dicit[36],
quod si inter membra gallinae aurum divisum minutatim ponatur, membra
gallinae consumunt aurum ita quod membra gallinae venenum auri esse
videantur. |
[118]
Ma bisogna aggiungere ciò che
Plinio* dice, che se si pone in mezzo a pezzi di gallina dell'oro
finemente suddiviso, i pezzi della gallina assorbono l'oro, per cui
sembra che i pezzi di gallina siano un veleno dell'oro. |
Hoc
etiam notandum est quod vitellum ovi quod in plenilunio ovatum est,
sordes lavat a pannis: et si alio tempore ovatum est, non tergit
sordes macularum. Et huius causam dicunt quidam esse quia media
saginata gutta in vitello prima quidem generatione existens calorem
penetrantem et dividentem maculas ex multo lumine lunae humidum
movente tunc concipit quod in alio tempore facere nequit. |
Bisogna
mettere in evidenza anche quanto segue, che il tuorlo di un uovo che
è stato deposto durante il plenilunio lava via la sporcizia dai
panni: e se è stato deposto in un altro periodo non deterge la
sporcizia delle macchie. E alcuni dicono che la causa di ciò consiste
nel fatto che nel tuorlo sin dall'inizio del concepimento è presente
una pingue goccia centrale e siccome l'abbondante luce della luna che
smuove l'umido causando un calore penetrante è in grado di dividere
le macchie, allora realizza ciò che in altri momenti non è in grado
di fare. |
Gallus
gallinacius gallus est castratus et effeminatus: et ideo nec generat
nec cantat: et cum quaedam urticarum genera aspera mortifera sint
pullis gallinarum quae etiam gallina rostro nititur evellere radicitus
tantum aliquando trahendo laborans quod rumpitur interius: tamen
gallinacius depilatus pectore et ventre et urticis perustus postea
fovet pulliculos, tactu suavi ad prurientem carnem delectatus: et cum
ita delectatus allectus fuerit, semper postea pullos diligit et fovet
et pascit et ducit: et hoc iam expertum vidi et miratus sum. |
Il
gallo gallinaceo è un gallo castrato* ed effeminato: e pertanto né
genera né canta: e dal momento che alcune specie pungenti di ortiche
sono mortifere per i pulcini delle galline e che la gallina tenta di
strapparle solo col becco dalla radice, talora affannandosi
nell'estrarre solo ciò che si rompe più internamente: tuttavia il
cappone col petto e il ventre spiumati e dopo essere stato ustionato
con le ortiche scalda i piccoli pulcini, provando diletto dal dolce
contatto con la carne che prude: e dopo essere stato adescato, essendo
stato sedotto in questo modo, successivamente ama sempre i pulcini e
li scalda e li nutre e li guida: e già ho visto ciò come esperimento
e sono rimasto meravigliato. |
De
gallinacio dicitur quod post sex annos aliquando in epate lapidem
electorium nomine gignit et ex tunc non bibit: et ideo etiam homo
lapidem hunc super se gestans dicitur non sitire. |
Del
cappone si dice che dopo sei anni talora genera nel fegato una pietra
detta alettoria* e che da allora non beve: e pertanto si dice che
anche l'essere umano che porta sopra di sé questa pietra non ha sete. |
Gallinacius
carnes habet bonas et solidiores quam gallinae. Gallinacium
antiqui paponem, moderni autem caponem vocaverunt. |
Il
cappone ha una buona carne che è più densa di quella della gallina.
Gli antichi chiamarono il cappone papo, i moderni capo. |
[1] Dovrebbe corrispondere al σέλαχος di Aristotele, il pesce cartilagineo di Historia animalium 511a, facente parte dei Plagiostomi (= dalla bocca obliqua, dal greco plágion, obliquo + stóma, bocca), sottoclasse di pesci alla quale appartiene per esempio lo squalo pinnanera (Carcharhinus brevipinna) della classe Condritti o Condroitti (Chondrichthyes - pesci cartilaginei, da chóndros = granello, cartilagine) sottoclasse Selaci (da sélachos = pesce cartilagineo).
[2]
Si veda Il tacchino di Teofrasto
in Summa Gallicana I -
sezione VIII.15.08. - per la disquisizione linguistica relativa a orix
che potrebbe corrispondere alla Numida meleagris, la quale tuttavia
sarebbe sfornita di sperone. Per cui nella traduzione conviene conservare orix.
§ A pagina 468 di Historia animalium III (1555) Conrad Gessner riporta quanto
segue a proposito di orix di Alberto: Orix Alberto genus est
gallinae sylvestris, perdice maius, fere colore perdicis. § Secondo
Hermann Stadler sarebbe il Francolino di monte*, Tetrastes bonasia.
[3] Potrebbe essere la Folaga*, Fulica atra. Vedere Summa Gallicana Volume1 - VIII.02.4.e.
[4] Papa o pappa deriva da pappare che significa mangiare. In portoghese il gozzo degli uccelli è detto papo, che deriva dal verbo papar (mangiare, in italiano), derivato anch'esso dal latino pappare. In italiano con pappa, derivata dal latino pappare, si intende un alimento semiliquido a base di farinacei, spesso con l'aggiunta di carne appena frullata o di formaggi, adatto specialmente per bambini appena slattati. § Interessante quanto riferisce Isidoro in Etymologiae XI,1,75: Papillae capita mammarum sunt, quas sugentes conprehenderunt. Et dictae papillae, quod eas infantes quasi pappant, dum lac sugunt. Proinde mamilla est omnis eminentia uberis, papilla vero breve illud unde lac trahitur.
[5] In latino struma - forse derivato da struo = disporre a strati, ammucchiare - significa ghiandola purulenta, oppure scrofola, cioè un processo infiammatorio di natura tubercolare a carico delle ghiandole linfatiche, più spesso a livello cervicale, ascellare e inguinale. Oggi con l'italiano struma si intende una displasia tiroidea che consiste nell'aumento di volume della tiroide, cioè in un gozzo (dall'etimologia assai discussa), da mettere in rapporto a ipertrofie, iperplasie e neoplasie del tessuto ghiandolare tiroideo.
[6] Forse si tratta di Filomela, in latino Philomela, figlia del re di Atene Pandione e di Zeusippe, tramutata dagli dei in usignolo.
[7] In greco il merlo suona κόσσυφος oppure κόττυφος – kóssyphos oppure kóttyphos.
[8] In Divi Alberti Magni de animalibus (Venetiis, 1495, Joannes & Gregorius de Gregoriis) troviamo un accettabile citrinitatem.
[9] Questa virgola è assente in Divi Alberti Magni de animalibus (Venetiis, 1495, Joannes & Gregorius de Gregoriis). Si adotta l'assenza di questa virgola in quanto la frase diventa più scorrevole e comprensibile.
[10] Si tratta di un termine arabo.
[11] Il verbo ἕψω significa far cuocere o far bollire. Il verbo ὀπτάω significa arrostire. - Aristotele Historia animalium VI,2 560a-b: Il giallo e il bianco dell’uovo hanno natura opposta non solo per il colore ma anche per le loro proprietà. Il giallo infatti viene coagulato dal freddo, mentre il bianco non si coagula, anzi tende piuttosto a liquefarsi; sotto l’azione del fuoco il bianco coagula, il giallo no, anzi rimane molle a meno che non venga interamente bruciato, e viene condensato e disseccato più dalla bollitura [ἑψόμενον] che dal fuoco vivo. Il bianco e il giallo sono tenuti separati l’uno dall’altro da una membrana. Le calaze che si trovano alle estremità del giallo non contribuiscono per nulla alla generazione, come alcuni suppongono; sono due, una in basso e una in alto. A proposito del giallo e del bianco, avviene anche [560b] questo: toltine un certo numero dai gusci e versatili in un recipiente, se li si fa cuocere [ἕψῃ] lentamente, a fiamma bassa, tutto il giallo si concentra in mezzo, e il bianco lo avvolge tutto intorno. (traduzione di Mario Vegetti) - Premesso che Alberto si serviva del testo di Aristotele tradotto dall'arabo in latino da Michele Scoto* (ca. 1215), visto che nel testo greco di Aristotele non compaiono forme come ἑψήσῃ e ὀπτήσῃ, ma compare solo ἕψῃ (congiuntivo presente), secondo Roberto Ricciardi si può ipotizzare quanto segue:
1) che esistesse nel codice di Aristotele utilizzato dal traduttore arabo la variante ἑψήσῃ (congiuntivo aoristo)
2) che questa forma fosse glossata nell'interlinea o sul margine con ὀπτήσῃ ('cuoccia' glossato con 'arrostisca')
3) che il traduttore arabo abbia inserito anche la glossa nel testo, ma non abbia tradotto i due termini e li abbia semplicemente traslitterati
4) che Michele Scoto abbia sì tradotto il testo arabo in latino, ma, come in altri casi, non comprendendo il senso delle traslitterazioni arabe, abbia traslitterato a sua volta il testo arabo in caratteri latini - omettendo la h di epsesi, diversamente da Gessner - senza però comprendere il significato delle due parole come di origine greca.
[12]
Dovrebbe trattarsi di Physicorum,
che riguarda le scienze della fisica. Titolo equivalente: Divi
Alberti Magni Physicorum sive de physico auditu libri octo.
[13] Concetto incomprensibile.
Aldrovandi a pagina 222 ha il seguente testo: Quarto propter vetustatem,
exhalante spiritu, in quo est virtus formativa: unde vitellus pondere suo
penetrat albumen, et ad testam fertur in eam partem, cui incumbit ovum.
Che tradotto suonerebbe così: In quarto luogo, a causa
dell’invecchiamento, in quanto fuoriesce l’aria in cui risiede la
proprietà formativa: per cui il tuorlo a causa del suo stesso peso entra
nell’albume e si porta verso il guscio, in quella parte in cui l’uovo
si incurva. § È assai
verosimile che il testo di Aldrovandi derivi da quello di pagina 420 di
Gessner: Quarto, per vetustatem, exhalante spiritu in quo est virtus
formativa: unde vitellus pondere suo penetrat albumen, et ad testam fertur
in eam partem cui incumbit ovum. - Fourth, because of getting old, since
the air in which lies the formative property comes out: hence the yolk by
its own weight penetrates the albumen and moves to the shell, in that part
where the egg is bending.
[14] Potrebbe essere il Gabbiano reale (Larus cachinnans Pallas, 1811). Sulle Isole Tremiti, di fronte Campomarino, è presente l'unica colonia nidificante dell'Adriatico. L'arcipelago delle Tremiti dista dalla costa garganica 12 miglia e comprende tre piccole isole, denominate: San Domino (208 ettari), San Nicola (42 ettari), Caprara (45 ettari), più un isolotto chiamato Cretaccio (3,5 ettari) e quello di Pianosa (13 ettari, lunga 700 metri). Molti scogli: i più importanti sono quelli dell' Elefante, del Diavolo e della Vecchia. Fin dall'antichità esse sono conosciute con il nome di Isole Diomedee. Questo nome deriverebbe dal mito della morte di Diomede, ritornato da Troia e sepolto sull'Isola di San Nicola e dalla trasformazione dei suoi compagni di viaggio in uccelli, le Diomedee. La leggenda (ritrovata negli scritti di Omero, Virgilio, Plinio il Vecchio) vuole che i fedeli compagni, mutati in uccelli, continuino a sorvegliare l'eterno sonno dell'eroe e a piangere la sua scomparsa con i loro versi notturni, simili a un lamento. (www.scricciolo.com)
[15] In greco suona chënaløpëx = oca volpe. Potrebbe trattarsi della Volpoca, Tadorna tadorna, oppure dell'Oca egiziana o Oca del Nilo, Alopochen aegyptiacus.
[16] Zephýria = di Zefiro, del vento di ovest, occidentale.
[17] Impossibile tradurre questo vocabolo. Il greco álix significa farina di spelta o di riso, salsa di pesce, mentre hâlix significa della stessa età, coetaneo, compagno, simile, uguale. Forse deriva dal greco hélix, genitivo hélikos, che in Aristotele può anche significare movimento circolare (del cielo) o anche voluta.
[18] Questo è un grave errore di Alberto. La testa del pulcino è diretta verso la parte ottusa dell'uovo, dove c'è la camera d'aria. Vedi il lessico alla voce Embrione di pollo*.
[19] Secundae (membranae), (membrane) che escono per seconde, cioè dopo il feto. La placenta e gli altri annessi fetali.
[20] Corion deriva dal greco chórion che significa membrana dell'uovo, ma anche placenta, membrana che avvolge il feto.
[21] In greco il colombo selvatico o palombo che dir si voglia suona phátta.
[22] Esatto è gýps.
[23] Erodoro di Eraclea sul Ponto fu uno scrittore greco che fiorì intorno al 400 aC. Ci restano frammenti di una sua Storia di Eracle (in 17 libri), primo esempio di romanzo pragmatico in cui sono riferite notizie geografiche, scientifiche, astronomiche e mitologiche. Fu autore anche di varie altre opere mitografiche. – Aristotele Historia animalium VI,5: L’avvoltoio nidifica su rocce inaccessibili, perciò è raro vedere il nido e i piccoli di questo uccello. E per questo Erodoro, il padre del sofista Brisone, sostiene che gli avvoltoi vengono da un’altra terra, a noi ignota, e ne indica come segno il fatto che nessuno ha mai visto un nido di avvoltoio, e che questi uccelli compaiono d’improvviso in gran numero al seguito degli eserciti. In realtà, benché sia difficile vederne, tuttavia ne sono stati osservati. Gli avvoltoi depongono due uova. A quanto si è potuto constatare, gli altri uccelli carnivori non depongono uova più di una volta l’anno; sola fra essi la rondine nidifica due volte. – Brisone, filosofo e matematico greco del sec. V aC, di ambiente megarico (Mègara, sull'istmo di Corinto), figlio di Erodoro, fu forse tra i maestri dello scettico Pirrone. Con Euclide di Megara fondò la dialettica eristica (dal greco eristikós = litigioso, amante della contesa: arte di vincere nelle controversie riuscendo a sostenere qualsiasi tesi a prescindere da ogni criterio di verità). In matematica avrebbe definito l'area del cerchio come la media aritmetica fra l'area di un poligono iscritto e quella di un poligono circoscritto.
[24] Alberto ha Melissus,
Aristotele ha Mousaîos (Museo in italiano) e Michele Scoto ha Moysis. §
Aristotele Historia animalium
VI, 6: L’aquila depone tre uova, ma ne fa schiudere due, com’è detto
anche nei versi attribuiti a Museo: «essa depone tre uova, due ne fa
schiudere, uno solo ne cura». §
Aristotle (Polit. viii. 5,
Hist. Anima. vi. 6) quotes some verses of Musaeus, but without
specifying from what work or collection. Some have supposed the Musaeus
who is spoken of as the author of the Theogonia and Sphaira to be a
different person front the old bard of that name. But there does not
appear to be any evidence to support that view. The poem on the loves of
Hero and Leander is by a very much later author. Nothing remains of the
poems attributed to Musaeus but the few quotations in Pausanias, Plato,
Clemens Alexandrinus, Philostratus, and Aristotle. (Fabric. Bibl. Graec.
vol. i. p. 119.) (www.mythindex.com)
[25]
Ossifraga:
dal latino ossifraga, da os ossis, osso + tema di frangere,
spezzare. Macromectes giganteus: uccello della famiglia
Procellaridi con tronco poderoso e apertura alare di 2,5 m. L'ossifraga ha
manto brunastro con penne orlate di bianco, becco grosso e uncinato di
colore giallo, zampe brevi e palmate. Abile volatrice, vive nelle regioni
antartiche e subantartiche ed è considerata un uccello predatore. È
anche denominata procellaria gigante. --- Gipeto:
Gypaëtus barbatus avvoltoio aquila (gýps+aetós in
greco), avvoltoio d'oro, falco barbuto, avvoltoio di montagna. – Vedere
la voce avvoltoio* del lessico.
[26] Korønë – corvo, cornacchia.
[27] Introvabile anche come equivalente greco – corrisponde al Corvus frugilegus – corvo comune. Frugilegus è composto dal sostantivo latino frux, frugis = frutto, raccolto, e dal verbo legere = raccogliere, accumulare. Il nome scientifico potrebbe essere tradotto come Corvo raccoglitore di frutta.
[28] Corvus frugilegus – corvo comune.
[29] Grasmücke: appartenente
al genere Sylvia, come per esempio la Sylvia melanocephala,
Gmelin 1789, Occhiocotto in italiano, Sardinian Warbler in inglese, un
uccello canoro dell'ordine dei Passeriformi. - Der Name Grasmücke kommt
aus dem Althochdeutschen von Gra-smucka = Grauschlüpfer. Die
Grasmücken sind mehr oder weniger graubraun und schlüpfen geschickt
durch niedrige Dickichte.
[30] Irreperibile.
[31] Kanebralium dovrebbe corrispondere al greco tôn chënôn ai thëleiai = le femmine delle oche.
[32] Non viene emendato con ascendit nonostante poco prima esista un corretto: victor ascendit super victum. Difficile la localizzazione di questo brano in Divi Alberti Magni de animalibus (Venetiis, 1495, Joannes & Gregorius de Gregoriis) che ci permetterebbe di risolvere il busillis.
[33] In greco ortýgion = piccola quaglia e ortygomëtra = quaglia, madre della quaglia.
[34] Kegchrís, cencride, forse il gheppio, Falco tinnunculus.
[35] Kakata dovrebbe corrispondere al greco thrâtta, un piccolo pesce di mare traducibile con tratta (per lo più irreperibile nei lessici), citato per esempio da Aristotele in De generatione animalium 785b 23: Alcuni animali sono di un solo colore (intendo di un solo colore tutto quanto il genere, come per esempio i leoni tutti rossi, e questo vale ugualmente per gli uccelli, per i pesci e per gli altri animali), altri sono di più colori, ma tutti di un colore (intendo che tutto il loro corpo ha lo stesso colore, come per esempio il bue è o tutto bianco o tutto scuro), altri infine variegati. Questo può essere in due modi: alcuni in quanto genere, come il leopardo, il pavone, alcuni pesci come per esempio le cosiddette thrâttai, altri invece il cui genere non è tutto variegato, ma di cui alcuni individui nascono variegati, come per esempio buoi e capre, e tra gli uccelli i colombi, ma anche altri generi di uccelli si trovano nelle stesse condizioni. --- Non si sa se thrattai corrispondano a thrìtta ricordate in Historia animalium IX (621b 16).
[36] Naturalis historia XXIX,80: Non praeteribo miraculum, quamquam ad medicinam non pertinens: si auro liquescenti gallinarum membra misceantur, consumunt id in se; ita hoc venenum auri est.