Etimologia botanica
di Alexandre de Théis
1810

Biografie botaniche


B

Bacchus – Dioniso Bacco

Bacon – Francis Bacon – Francesco Bacone

Baek Abraham Bäck

Balbis – Giovanni Battista Balbis

Banister – John Baptist Banister

BanksJoseph Banks

Barbacèna Felisberto Caldeira Brant Pontes de Oliveira e Horta,
Marchese di Barbacena

BarnadesMiguel Barnades Claris

Barnadez – Miguel Barnadez Mainader

Barrelier – Jacques Barrelier

BarrèrePierre Barrère

Barrington – Daniel Barrington

Bartram John John Bartram

Bartram WilliamWilliam Bartram

Bartsch Johann Bartsch

BassiFerdinando Bassi

BatschAugust Johann Georg Karl Batsch

BaudinNicolas Baudin

Bauhin Gaspard – Gaspard Bauhin o Caspar Bauhin

Bauhin JeanJean Bauhin o Johann Bauhin

Bégon Michel Bégon

Bellardi Carlo Antonio Ludovico Bellardi

Belon Pierre Belon

BergiusPeter Jonas Bergius

BerkenhoutJohn Berkenhout

Berkhey – Joannes le Franc van Berkhey

Berthollet Claude Louis Berthollet

Besler Basil Basil o Basilius Besler

Besler Michael Michael Rupert Besler

BignonJean–Paul Bignon

Blackwell – Elisabeth Blacherie vedova Blackwell

Bladh Peter Johan Bladh

BlairPatrick Blair

Blake Stephen Blake

BlasiusBlasius

Bobart Jacob Bobart the Younger

BocconePaolo Silvio Boccone

BochartSamuel Bochart

BockHieronymus Bock

Bodaeus – Johannes Bodaeus van Stapel

BoehmerGeorg Rudolf Boehmer

Boerhaave – Herman Boerhaave

Boissieu de La MartinièreJoseph Hughes de Boissieu
de La Martinière

BoltonJames Bolton

BomareJacques–Christophe Valmont de Bomare

Bonamy François Bonamy

BonatoAntonio Bonato

Bondt Jacob Bontius JacobusJacob de Bondt / Jacobus Bontius

Bonnet Charles Bonnet

BonplandAimé Jacques Alexandre Bonpland

Bory de Saint–Vincent Jean Baptiste Bory de Saint–Vincent

Bose CasparCaspar Bose

Bose ErnstErnst Gottlob Bose

BougainvilleLouis Antoine de Bougainville

BowlesWilliam Bowles

Braune Franz Anton Alexander von Braune

Breyn Jakob Breyn

BrosseGuy de La Brosse

Brotero Félix de Avelar Brotero

BroussonetPierre Marie Auguste Broussonet

Browall – Johan Browall / Johannes Browallius

Brown RobertRobert Brown

Browne Patrick – Patrick Browne

Browne William George – William George Browne

BruceJames Bruce

BruijnCornelis de Bruijn o Cornelis de Bruyn

BrunelliGabriele Brunelli

Brunfels BrunsfelsOtto Brunfels
/ Brunsfels / Brunfels / Braunfels

BrünnichMorten Thrane Brünnich

BuddleAdam Buddle

BuenoFrancisco Antonio Cosme Bueno y Alegre

Buffon – Georges Louis Leclerc Buffon

Bullet Jean–Baptiste Bullet

Bulliard Jean Baptiste François Pierre Bulliard

Burman Johannes – Johannes Burman

Burman NicolaasNicolaas Laurens Burman

BurserJoachim Burser

BuxbaumJohann Christian Buxbaum

Bacon

Francis Bacon, dapprima latinizzato in Franciscus Baco(nus) e poi italianizzato in Francesco Bacone (Londra, 22 gennaio 1561 – Londra, 9 aprile 1626), è stato un filosofo, politico e giurista inglese. Formatosi con studi in legge e giurisprudenza, divenne un sostenitore e strenuo difensore della rivoluzione scientifica sostenendo il metodo induttivo fondato sull'esperienza. Vissuto alla corte inglese, sotto il regno di Elisabetta I Tudor e di Giacomo I Stuart, ricoprì importanti cariche pubbliche fino a quella di lord guardasigilli (1617) e lord cancelliere (1618). Ottenne il titolo di barone di Verulamio e visconte di Sant'Albano. Nel 1621, dopo essere stato incarcerato per una condanna di peculato da cui comunque fu graziato dal re e scarcerato dopo qualche giorno di prigionia, si ritirò a vita privata dedicandosi esclusivamente ai suoi studi e alla stesura delle sue opere attraverso le quali esercitò una forte influenza nel mondo politico e culturale. Francis Bacon nacque il 22 gennaio 1561, nella York House di Londra, la residenza di suo padre, sir Nicholas Bacon, che nei primi vent'anni del regno d'Elisabetta I Tudor, aveva tenuto il Gran Sigillo. Sua madre era Lady Anna Cooke, cognata di Sir William Cecil, Lord Burghley, che fu Lord Tesoriere della Regina Elisabetta, e uno degli uomini più potenti d'Inghilterra. A 12 anni iniziò a frequentare il Trinity College di Cambridge, ma dopo tre anni se ne allontanò generando un'accesa ostilità verso il culto di Aristotele volendo allontanare la filosofia dalla disputa scolastica per portarla su campi più pratici per illuminare e accrescere l'umana felicità. Nel 1583 fu eletto in Parlamento come rappresentante di Tauton. Nel 1595 il Conte di Essex, suo grande amico, gli fece dono di una proprietà a Twickenham; l'amicizia fra i due si infranse però quando il Conte fu scoperto congiurare contro la Regina Elisabetta e lo stesso Bacone prese parte attiva nell'accusa. Nel 1606 fu fatto Procuratore generale; nel 1613 divenne Avvocato generale e nel 1618 fu nominato Gran Cancelliere d'Inghilterra. Morì a 65 anni, in pochi giorni, dopo aver contratto la polmonite mentre studiava gli effetti nella neve del congelamento per la conservazione delle carni. Tanto sollecitò la natura Bacone, che a un certo punto pare essersi ribellata. Narrano i biografi antichi che Sir Francis, in viaggio per Londra durante il lungo e rigido inverno del 1626, a Highgate incappò nella neve e scese dalla carrozza per compiere un esperimento: voleva rendersi conto se un pollo morto, dopo essere stato congelato, si sarebbe conservato meglio con il freddo, un piccolo esperimento, quindi, sulla conservazione e resistenza dei corpi morti. Si mise così a imbottire e ad avvolgere di neve un pollo, ma si raffreddò, riportandone una polmonite mortale. I dati biografici inerenti la singolare causa di morte sono tratti da Encyclopedia Britannica (1957) e da Encyclopedia of Philosophy (1967). Il pensiero – L'aspetto più significativo e moderno del pensiero baconiano sta nel suo atteggiamento nei confronti della natura. Mentre per un filosofo rinascimentale questa è un insieme ordinato e armonico, per Bacone essa è una forza estranea e resistente che bisogna assoggettare al volere dell'uomo. L'esperimento cessa così di essere una pura osservazione ripetuta, per divenire una sollecitazione, una “tortura” che l'uomo fa alla natura. Lo stesso metodo induttivo, che caratterizza la filosofia baconiana, deve essere visto in questa luce. Bacone infatti non si differenzia tanto da Aristotele per il fatto che pone l'accento sull'induzione, quanto piuttosto perché vede il metodo induttivo non come una semplice enumerazione di dati particolari, ma come una serie di domande che l'uomo pone alla natura in modo da farla divenire il regnum hominis. E il dominio dell'uomo si manifesta nella tecnica. Il metodo induttivo si articola in diversi momenti. Anzitutto la pars destruens, cioè la liberazione da tutte quelle immagini (idola) che alterano ai nostri occhi la percezione degli oggetti. Quattro sono i tipi di idola: gli idola tribus, derivanti dalla natura stessa del genere umano, che conducono a supporre nella natura un ordine inesistente nella realtà; gli idola specus, dovuti ai singoli individui; gli idola fori, che dipendono prevalentemente dal linguaggio; gli idola theatri, che sono prodotti da teorie speculative. Il secondo momento è dato dalla pars construens. Il materiale dell'esperienza viene articolato in tabelle di presenza, di assenza e dei gradi, in cui la natura di un singolo fenomeno, p. es. il calore, viene indagata attraverso uno studio dei casi diversi in cui esso compare con diversa intensità. Soltanto dopo questa operazione e per via di astrazione si può giungere all'essenzialità caratteristica del fenomeno, alla sua forma. Il limite di questa teoria, che peraltro nell'accentuazione dell'importanza della tecnica e nella concezione generale della natura aveva mostrato la propria forza innovatrice, è evidente. Anzitutto manca un'indagine critica sulle fonti da cui i dati catalogati provengono. Bacone infatti, pur considerando l'esperimento come un momento necessario alla scienza e intendendolo come una provocazione fatta alla natura, non ha cura di controllare più precisamente i dati, né di offrire accorgimenti metodologici che ne garantiscano l'oggettività. In secondo luogo la sua concezione del mondo, restando legata a una visione sostanzialistica, interpreta i fenomeni come distinti qualitativamente gli uni dagli altri e impedisce la ricerca di una legge determinabile quantitativamente, obbligando così alla ricerca della forma o sostanza di un fenomeno più che della sua legge. In terzo luogo, e conseguentemente, l'uso della matematica appare come non essenziale al metodo scientifico. Questi disconoscimenti non significano tuttavia che Bacone non abbia avvertito l'importanza di un'interpretazione meccanicistica (e quindi in ultima analisi anche quantitativa e matematizzabile) della natura. Questo gli va certamente ascritto a merito, così come l'intuizione di una finalità pratica del sapere scientifico, tanto più che tale riconoscimento del valore della tecnica è estremamente equilibrato. Non bisogna infatti ricercare, scrive Bacone, gli esperimenti che danno frutto, ma piuttosto quelli che danno luce. In campo letterario, nonostante la predilezione per il latino, Bacone è considerato uno dei creatori dell'inglese moderno, grazie allo stile conciso e idiomatico e al periodare ampio ed elegante. Aveva progettato un'opera monumentale che avrebbe dovuto dare le direttive di tutte le scienze particolari: l'Instauratio magna. Di quest'opera, il cui piano completo ci è dato nel De dignitate et augmentis scientiarum (1623), l'unica parte propriamente compiuta è il Novum organum (1620). Postuma fu pubblicata la New Atlantis (1627).

Baek

Abraham Bäck (* 1713 in Söderhamn; † 15. März 1795 in Stockholm) war der Leibarzt der Könige von Schweden. Abraham Bäck wurde 1730 Student an der Universität Uppsala und dort einer von Nils Rosén von Rosensteins eifrigsten Schülern. Im Jahr 1740 wurde er zum Doktor medicinalis promoviert, bereiste von 1740 bis 1745 das Ausland und wurde nach seiner Rückkehr Mitglied im Collegium medicum, dessen Präsident er 1752 wurde. Bäck wurde 1746 in die Königlich Schwedische Akademie der Wissenschaften aufgenommen und im Jahr 1748 in die Gelehrtenakademie Leopoldina gewählt. Im Jahr 1749 wurde er zum Leibarzt von Friedrich I. bestellt, nach dessen Tod 1751 blieb er Leibarzt von dessen Nachfolger Adolf Friedrich. Als dieser 1771 starb, wurde Bäck Leibarzt von Gustav III. Frau Sophie Magdalena. Carl von Linné benannte seinem engen Freund Abraham Bäck zu Ehren die Gattung Baeckea aus der Pflanzenfamilie der Myrtengewächse (Myrtaceae).

Balbis

Giovanni Battista Balbis: botanico e medico (Moretta CN 1765 – Torino 1831). Esiliato (1793) in Francia per aver congiurato contro i Savoia, ritornò in patria nel 1798 al seguito delle truppe napoleoniche, di cui era stato nominato vice medico–capo. Più versato in botanica che in medicina, divenne direttore dell'Orto Botanico di Torino (1801) e professore di botanica all'Università (1806). Tornati i Savoia, si ritirò a Pavia, dove curò, con Domenico Nocca (1758–1841), la pubblicazione della Flora ticinensis (1816–21). Nel 1819 gli vennero affidati la direzione dell'Orto Botanico e l'insegnamento della botanica nell'Università di Lione. § Giovanni Battista Balbis (Moretta CN, 17 novembre 1765 – Torino, 1831) è stato un politico, medico e botanico italiano. Nato da genitori di agiata condizione, frequentò le prime scuole nel suo paese natale. Ottenuto un posto presso il Collegio delle Province, istituito da Vittorio Amedeo II di Savoia, si trasferì a Torino a studiare filosofia e poi medicina. Nel 1785 si laureò presso la Facoltà di Medicina dove frequentò tra le altre le lezioni di Botanica tenute da Carlo Ludovico Allioni. Nel 1788, a soli tre anni dalla laurea, ottenne l'aggregazione al collegio di medicina. Affascinato dalla botanica, Balbis realizzò un censimento delle specie vegetali presenti intorno alle sorgenti di Valdieri, un piccolo paese in Val Gesso sulle Alpi Marittime. Tale studio venne poi incorporato e pubblicato, nel 1793 nell'opera “Des eaux sulphureuses et thermales de Vaudier” del chimico italiano Giovanni Antonio Giobert. Di indole liberale e progressista, nel 1794 venne coinvolto nei moti rivoluzionari piemontesi contro i regnanti di Casa Savoia e, a causa delle idee professate, fu costretto all'esilio in Francia. Qui, sfruttando le proprie competenze mediche, già nel dicembre dello stesso anno, ottenne il grado di medico militare. Nel 1796 venne nominato medico–capo dell'Armata d'Italia, l'armata francese inviata in Italia per tentare di annettere il regno sabaudo alla neonata repubblica. Verso la fine del 1798, quando le truppe francesi riuscirono a occupare Torino, costringendo alla fuga re Carlo Emanuele IV di Savoia, Balbis poté finalmente rientrare nella città e qui, il 19 dicembre dello stesso anno, venne chiamato a far parte del neonato Governo provvisorio della Nazione Piemontese, istituito dal generale francese Joubert, con il solenne giuramento di “odio eterno alla tirannide, amore eterno alla libertà, all'eguaglianza e alla virtù”. Nel febbraio dell'anno seguente venne nominato Presidente del suddetto Governo e si trovò a dover affrontare una situazione finanziaria disastrosa. Per tale motivo deliberò, in accordo con altri membri politici, di istituire un banco di credito utilizzando come garanzia i beni del clero dopo averli confiscati, rendendoli in tal modo patrimonio nazionale (come già avvenuto in Francia, il 2 novembre 1789, a opera dell'Assemblea Costituente). Ispirati dalle idee della neonata repubblica francese, Balbis e gli altri membri del Governo maturarono presto l'idea di una possibile annessione del Piemonte alla Francia. Per riuscire a dare corpo al loro progetto attuarono una campagna di propaganda politica, recandosi ognuno nelle località dove maggiori erano le rispettive conoscenze e il peso politico. Balbis si occupò di raccogliere favori a Saluzzo e nei paesi adiacenti. La sera del 9 marzo 1799, come risultato della votazione popolare, una commissione giungeva a Parigi per annunciare la volontà dei Piemontesi di essere annessi alla Repubblica di Francia. Tale situazione ebbe però vita breve: l'esercito austro–russo, guidato dal generale russo Suvorov avanzava veloce verso il Piemonte e, nel maggio dello stesso anno, i monarchici (soprannominati “branda”) riuscirono a ristabilire il governo di Casa Savoia mentre i repubblicani giacobini erano costretti a ritirarsi. La sede del Governo repubblichino fu trasferita dapprima a Pinerolo, quindi a Fenestrelle. Il 26 maggio, quando gli austro–russi entrarono vittoriosi a Torino cacciando i soldati francesi, Balbis fu costretto a riparare nuovamente in Francia, dove riassunse il grado di medico militare. Informato della sconfitta subita in Piemonte dalle armate francesi, l'allora console Napoleone Bonaparte, appena rientrato dalla campagna in Egitto, ordinò subito la costituzione di un'armata di sessantamila uomini che egli stesso avrebbe condotto in Italia. Partito il 6 maggio 1800 da Parigi, il 15 riuscì a forzare il blocco del Gran San Bernardo e, superato il forte di Bard, il 1º giugno entrò a Milano. Oltrepassato il Po, il 9 giugno sconfisse l'esercito imperiale austriaco a Montebello e il 25 dello stesso mese, col sacrificio del generale Desaix, ottenne la famosa vittoria di Marengo. Balbis, seguendo nei ranghi dell'esercito l'avanzata di Napoleone, poté così assistere alla riannessione della propria patria alla Francia e alla nuova proclamazione della repubblica. Stabilitosi nuovamente in Piemonte, l'anno successivo decise però di ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi completamente alla scienza. Negli anni 1792–93 compì un viaggio di istruzione in varie Università italiane, accompagnato da lettere di presentazione di Allioni al quale riferiva sullo stato dei Musei e degli Orti Botanici visitati, sottolineando l'alta qualità di quello torinese rispetto alle altre sedi. Nel 1801 venne invitato dall'Università di Torino a ricoprire la carica di professore di botanica e nel dicembre, dopo la morte di P.M. Dana, a divenire Direttore del relativo orto botanico che negli ultimi anni, dopo l'abbandono di Carlo Ludovico Allioni, era caduto pressoché in rovina anche per la scarsità di risorse finanziarie. Le uniche cure erano state portate dal custode capo Molineri, che era riuscito a conservare le piante esistenti ma queste si presentavano ormai in pessimo stato e in totale disordine. Balbis, forte anche dei suoi trascorsi politici, riuscì a destare l'interesse del generale francese Menou, allora amministratore capo del dipartimento del Po. Gli aiuti concessi, uniti alla perizia e alla perseveranza del suo curatore, consentirono all'orto botanico di riacquistare la bellezza perduta. Durante i tredici anni del suo mandato, Balbis riuscì ad aumentare la raccolta delle piante di ben millenovecento specie, anche grazie alla fitta corrispondenza intrattenuta con i più rinomati botanici e le organizzazioni scientifiche d'Europa (a molte delle quali fu, tra l'altro, ammesso come membro). In occasione delle sue escursioni botaniche era normale vederlo aggirarsi per le campagne attorno a Torino, descrivendo di volta in volta le caratteristiche botaniche o curative di una pianticella raccolta da uno dei tantissimi studenti che sempre lo seguivano. A causa della sua fama, ormai estesa oltre i confini del Piemonte, venne eletto membro dell'Accademia delle Scienze di Torino, quindi dal 1811 al 1814 Presidente della Società Agraria di Torino e operò come corrispondente di molte Società scientifiche straniere. La notorietà raggiunta e la stima provata all'epoca nei suoi confronti sono dimostrate dal fatto che Carl Ludwig Willdenow, un famoso botanico tedesco, nel 1803 dedicò a Balbis un nuovo genere di pianta, il genere Balbisia, comprendente all'epoca una sola specie, la Balbisia elongata Willd. Con la caduta di Napoleone (1814) e la conseguente restaurazione della monarchia dei Savoia, però, Balbis (come molti altri sostenitori dei francesi) cadde in disgrazia. Nel 1814 fu radiato dai pubblici uffici e dalle Accademie Scientifiche piemontesi e si ritirò a vita privata accettando l'ospitalità del Direttore dell'Orto Sperimentale della Reale Società di Orticoltura presso una piccola casa nella zona della Crocetta di Torino, allora in aperta campagna. La casa era di proprietà del chimico Evasio Borsarelli, direttore dell'orto e intimo amico di Balbis. Qui egli dedicò il suo tempo a coltivare piante rare, a collaborare con Borsarelli e a portare aiuto alle persone malate e povere di mezzi che si presentavano da lui in cerca di erbe medicamentose. Nel 1816, nonostante la sua fama di oppositore di Casa Savoia, l'Università di Torino lo nominò Professore Emerito assegnandogli un sussidio, che gli consentì di avere un reddito fino alla nomina nel 1819 a Direttore dell'Orto Botanico e titolare della Cattedra di Botanica presso la città di Lione. Presto, l'eco della sua fama, ormai consolidata, raggiunse re Vittorio Emanuele I che, resosi conto delle capacità del botanico e della sua competenza, firmò la sua riammissione all'Accademia delle Scienze di Torino e alla Regia Società di Agricoltura. Poco tempo dopo Domenico Nocca, professore di botanica all'Università di Pavia e direttore del relativo orto botanico dal 1797 al 1826, avendo deciso di censire la flora nel territorio della città, chiese a Balbis di aiutarlo nell'opera di classificazione. Il risultato del loro lavoro congiunto venne pubblicato, con il titolo Flora Ticinensis, in due volumi, uno nel 1816, l'altro nel 1821. Nel 1819 venne offerta a Balbis la direzione dell'orto botanico di Lione e la cattedra di professore di Botanica. Appena insediatosi nella sua nuova carica, si occupò subito di riordinare l'organizzazione dell'orto, che nel periodo precedente era stato piuttosto trascurato. Come già a Torino, iniziò immediatamente una fitta corrispondenza con i direttori dei principali orti botanici d'Europa, scambiando con essi conoscenza e semi, aumentando rapidamente il numero di specie vegetali dell'orto. Contemporaneamente si occupò di riordinarne e arricchirne anche l'erbario, non trascurando il proprio che aveva portato con sé dall'Italia. Durante la sua permanenza a Lione si pose come obiettivo quello di censire le specie botaniche presenti nella zona della città e spesso si recò a Parigi e a Ginevra a consultare gli immensi erbari dei musei di storia naturale e dei più celebri botanici di quelle città. Nel 1820 venne nominato membro della Reale Accademia delle Scienze di Lione, della Società di Medicina e di quella di Agricoltura, nel 1822 contribuì a fondare la Società Linneana; soltanto quattro anni più tardi, si trovò a presiederle tutte e quattro. Le sue lezioni e le sue escursioni botaniche erano frequentatissime, oltre che dai suoi allievi, anche da molti dilettanti. La sua notorietà venne definitivamente consolidata nel 1827 con la pubblicazione del primo tomo (il secondo sarebbe stato pubblicato l'anno successivo) dell'opera “Flore Lyonnaise”, frutto del suo lavoro di ricerca e classificazione svolto negli anni della sua permanenza nella città francese. Già dal 1827, però, Balbis aveva iniziato ad avere seri problemi di salute e, nel 1830, fu costretto per tale motivo a chiedere di essere dispensato da tutti i suoi incarichi, con rammarico suo e delle più alte cariche pubbliche lionesi, per rientrare in Piemonte a curarsi. Partì per Torino nel settembre di quell'anno portando con sé la sua raccolta di libri, il suo ricchissimo erbario e quello dell'Allioni, acquistato dopo la sua morte, che aveva sempre conservato separato dal proprio, pur essendone divenuto il legittimo proprietario, per mantenerne l'integrità. Nonostante le cure e le attenzioni di parenti e amici, si spense a Torino il 13 febbraio del 1831, all'età di 66 anni. La sua vita fu fra le più movimentate e ricche di interessi e il suo epistolario testimonia rapporti con eminenti studiosi fra cui De Candolle, Beguinot, Tenore e altri. Le sue numerose e importanti pubblicazioni evidenziano il prevalere degli interessi botanici volti a completare le conoscenze sulla flora pedemontana, anche se l'elenco completo degli scritti non è attualmente reperibile in nessun reperto bibliografico. L'erbario di Balbis passò in eredità al nipote, Vincenzo, che, però, morì alcuni mesi dopo. Rimase allora depositato per alcuni mesi a Moretta, presso altri parenti, finché, per opera del professor Giuseppe Giacinto Moris (allievo di Balbis), venne comprato dalla Regia Università di Torino che lo collocò nell'Orto botanico di Torino (dove ancor oggi è conservato all'interno dell'Herbarium Universitatis Taurinensis). L'erbario dell'Allioni, per disposizione di Balbis, venne affidato al botanico francese Matthieu Bonafous, uno dei più grandi cultori di storia naturale dell'epoca, ammiratore e amico dell'Allioni, che in seguito ne affidò la custodia all'Accademia di Agricoltura di Torino. Nel 1981 quest'ultima lo donò a sua volta all'Istituto Botanico dell'Università di Torino che inserì anch'esso nell'Herbarium Universitatis Taurinensis. Il Comune di Torino gli ha dedicato una via in Borgo San Donato ed il ponte sul Po all'altezza di corso Bramante. Il comune di Moretta, suo paese natale, gli dedicò una via e la locale scuola media. Citiamo solamente la sua Flora Ticinensis, seu enumeratio plantarum quas in peregrinationibus multiplicibus plures per annos solertissime in Papiensi agro peractis observarunt et colligerunt Dominicus Nocca et Joannes Baptista Balbis publici rei herbariae professores. I volume pubblicato nel 1816, II volume pubblicato nel 1821.

Banister

John Baptist Banister (1654 – May 1692) was an English clergyman and one of the first university–trained naturalists in North America. His primary focus was botany but he also studied insects and molluscs. He was sent out as a missionary chaplain by the garden–loving Bishop Henry Compton, with whom he soon established a correspondence. Banister was first in Barbados in the West Indies and then by April 1679 in Virginia, where, while serving a rector of the parish of Charles City he became one of Bishop Compton's most energetic plant collectors, "the first Virginia botanist of any note". Banister matriculated at Magdalen College, Oxford, where he could see and study the American plants grown from seed in the Oxford Physic Garden under the care of Dr. Robert Morison. From Virginia, his first letter to Dr Morison at the Oxford Physic Garden was dated 1679: in it he listed the bounty of American oaks that would supplement Britain's impoverished flora: dwarf, black, white, red, Spanish, chestnut, live or willow, shrubby. The historian of American gardens Ann Leighton surmises that Banister's list of Virginian timber trees provided some of the material for John Evelyn's list of desirable plants of Virginia and New England, intended to be given to a captain sailing for New England. Once settled in Virginia, where he purchased a tract of 1,735 acres (7.02 km2) on the Appomattox River in 1689/90, he established a close friendship with William Byrd of Westover, an influential Virginia planter with botanical connections in London. By 1692 Banister had become a substantial figure in Virginia, one of the founders of William and Mary College in Williamsburg that yea; Bishop Compton was on the college's board of overseers. Banister contemplated writing a natural history of Virginia; perhaps it was as a preliminary gesture he sent some fine botanical drawings and herbarium specimens to the botanist James Petiver, a London apothecary and Fellow of the Royal Society. According to Jon Kukla Robert Beverley's History and Present State of Virginia (London, 1705) reproduced extensive passages on natural history and the Indians from manuscripts of Banister. Sent numerous occasional papers to the Royal Society that were published in its Philosophical Transactions, providing "the first scientific account for Virginia in the field of descriptive botany, entomology, and malacology. His letter describing Mutinus elegans, a stinkhorn, is thought to be the first report of a fungus from North America. Among them were "Observations on the natural productions of Jamaica"; "The Insects of Virginia" (with James Petiver, 1700); "Curiosities in Virginia"; "Observations on the Musca lupus"; "On Several Sorts of Snails" ; and "A Description of the Snakeroot, Pistolochia or Serpentaria Virginiania." He compiled a catalogue of American plants, the first flora of North America; it was published in the second volume of John Ray's Historia Plantarum (London, 1680), an incunabulum of taxonomy. He was accidentally shot dead by Jacob Colson while exploring the lower Roanoke River in company with some men of Byrd's entourage. John Lawson in his New Voyage to Carolina saluted Banister's memory in 1709, as "the greatest Virtuoso we ever had on this Continent". Notable plants he collected and sent to his bishop, Henry Compton, in England included balsam fir (Abies balsamea), box elder (Acer negundo), honey locust (Gleditsia triacanthos), liquidambar (Liquidambar styraciflua), scarlet oak (Quercus coccinea), and Sweetbay magnolia (Magnolia virginiana). Banister's library in Virginia was dispersed after his death and his lists and papers found their way to publication through other botanists, beginning with James Petiver, whose Museum Petiveranum gives 65 common names for Banister's plants sent to Bishop Compton, where Banister's Virginian trees were flourishing in the gardens of Fulham Palace. Banister was commemorated by Linnaeus who gave the name Banisteria to a tropical genus of Malpighiaceae. Banisteriopsis also references Banister's name; the two genera are very close relatives and are sometimes merged under the older name Banisteria. His grandson, Col. John Banister, was one of the prominent Virginians of the American Revolution. The standard author abbreviation Banister is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Banks

Sir Joseph Banks (Londra, 13 febbraio 1743 – Londra, 19 giugno 1820) è stato un naturalista e botanico inglese, a lungo presidente della Royal Society. Figlio di un ricco possidente, avendo ereditato una grande fortuna poté finanziare numerose spedizioni scientifiche, sovvenzionare studiosi e agire per tutto il corso della sua lunga vita come un vero e proprio patrono dello sviluppo scientifico. Studiò nelle migliori scuole inglesi, Harrow, poi Eton e si immatricolò a Oxford, dove si interessò più agli studi scientifici che alle tradizionali discipline umanistiche. Passato poi a Chelsea, lasciò l'università senza laurearsi ma approfittò per crearsi un circolo di conoscenti fra i maggiori scienziati inglesi dell'epoca, che lo presentarono a Linneo, con cui cominciò a corrispondere. Nel 1766, anno in cui fu accolto nella Royal Society, prese parte a una spedizione scientifica a Terranova e in Labrador. Fu poi prescelto per accompagnare James Cook nel suo primo grande viaggio verso Tahiti, una missione congiunta fra la Royal Society e la Marina Inglese. Il viaggio durò tre anni (1768–1771), durante i quali vennero scoperte ed esplorate numerose località in Oceania, Nuova Zelanda e in Australia, fra cui la baia di Sydney, cui Banks diede il significativo nome di Botany Bay, cioè Golfo della Botanica. Durante questo viaggio, nel quale Banks fu accompagnato dal botanico svedese Daniel Solander, egli descrisse numerosissime piante (fra cui la Bougainvillea in onore del suo collega francese Louis Antoine de Bougainville) e animali, come il canguro; al suo ritorno divenne subito famosissimo. Nei mesi successivi al ritorno dal suo primo viaggio, Banks viene presentato al re Giorgio III, che per il suo interesse per l'agricoltura era popolarmente conosciuto come "George l'Agricoltore"; i due simpatizzano e Banks diviene in poco tempo il consigliere botanico del re, il quale aveva nel frattempo stabilito la sua residenza a Kew. Il secondo viaggio di Cook prevedeva una rafforzata presenza della Royal Society, e Banks avrebbe dovuto essere della partita, ma per viaggiare con la comodità che riteneva gli fosse dovuta fece apportare tante e tali modifiche alla HMS Resolution da renderla pericolosa per la navigazione nei mari subpolari, e Cook fece ripristinare la nave nelle sue forme originali. Banks si rifiutò di partire (ma non ritirò il suo sostegno alla spedizione) e mentre Cook salpava Banks partì per una spedizione in Islanda. Nel 1781 fu nominato baronetto, nel 1784 Presidente della Royal Society, che diresse per 42 anni (un record imbattuto). In quella posizione poté reggere il timone della ricerca scientifica inglese fino all'inizio del XIX secolo; esercitò anche una certa influenza politica, favorendo lo sviluppo della colonia penale di Botany Bay, le due spedizioni di William Bligh per acclimatare l'albero del pane nelle Indie Occidentali (durante la prima spedizione ebbe luogo il celebre ammutinamento del Bounty) e altre importanti missioni con scopi sia imperialistici che scientifici, come i viaggi di Vancouver. Continuò a proteggere Bligh fino ad affidargli il governatorato di Botany Bay, dove il suo noto caratteraccio provocò una rivolta. Fu un convinto sostenitore della internazionalità del sapere, contribuendo efficacemente a tenere aperte le comunicazioni scientifiche persino con la Francia durante le Guerre Napoleoniche. Sebbene nel 1805 avesse perso l'uso delle gambe, continuò a farsi portare alle riunioni e alle conferenze scientifiche in sedia a rotelle; solo nel maggio 1820 presentò le sue dimissioni dalla presidenza della Royal Society, che però vennero rifiutate. Morì ancora lucido il 19 giugno dello stesso anno. Circa 80 specie di piante portano il suo nome. È considerato l'introduttore in Occidente di piante come l'eucalipto, l'acacia, la mimosa e il genere di piante che prende il nome da lui, Banksia. A lui, inoltre, fu intitolata l'isola di Banks, situata nei Territori del Nord–Ovest, in Canada.

Barbacèna

Felisberto Caldeira Brant Pontes de Oliveira e Horta, Marchese di Barbacena (Mariana, Minas Gerais, 19 settembre 1772 – Rio de Janeiro, 10 giugno 1842) è stato un militare e diplomatico brasiliano. Fu un importante comandante dell'esercito imperiale nella guerra argentino–brasiliana e si distinse in importanti incarichi diplomatici. Esponente di un'importante e ricca famiglia dello stato di Minas Gerais, Felisberto Caldeira Brant entrò nel 1788 nell'Accademia della Marina a Lisbona. Dopo aver ricoperto l'incarico di aiutante del governatore dell'Angola Miguel Antônio de Melo tornò in Brasile, dove si sposò nel 1801 con Ana Constança Guilhermina de Castro Cardoso, figlia di ricchi proprietari terrieri. Nel 1807 accompagnò la famiglia reale portoghese durante il suo trasferimento a Rio de Janeiro; per la sua fedeltà alla Corona fu nominato maresciallo dell'esercito. Nominato incaricato d'affari a Londra poco prima dell'indipendenza formale del Brasile, cercò di trattare con il Regno Unito il riconoscimento di quest'ultima e il mantenimento dei trattati stipulati con il Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve, fallendo la missione. Dopo un breve periodo come deputato costituente per lo stato di Bahia tornò in Gran Bretagna come ambasciatore brasiliano; in questo ruolo cercò di ottenere dai grandi banchieri inglesi i prestiti che servivano al Brasile per fare fronte alle esigenze del nuovo stato. A titolo di ringraziamento per l'attività svolta Felisberto Caldeira Brant fu nominato Visconte di Barbacena il 12 ottobre 1825 dall'imperatore Pietro I; l'anno successivo il titolo nobiliare fu elevato al rango di Marchese. Nel 1825 ricoprì per un breve periodo l'incarico di Ministro delle Finanze. Scoppiata la guerra argentino–brasiliana, Felisberto Caldeira Brant fu nominato il 12 settembre 1826 comandante delle operazioni dell'esercito brasiliano; dopo un'estenuante marcia nel territorio del Rio Grande do Sul fu tuttavia sconfitto il 20 febbraio 1827 dall'esercito argentino nella battaglia di Ituzaingó. Nel 1828 fu incaricato di condurre a Vienna la figlia di Pietro IV, Maria, per essere educata presso la corte dell'Imperatore d'Austria; tuttavia, giunto a Gibilterra, venne a conoscenza dell'insurrezione del principe Michele e preferì riparare con la sua protetta a Londra. Pietro I gli diede in seguito l'incarico di recarsi in Germania per concertare il suo stesso matrimonio con Amelia Augusta di Leuchtenberg. Pietro IV di Braganza (in portoghese Pedro IV de Bragança; Lisbona, 12 ottobre 1798 – Lisbona, 24 settembre 1834) fu il ventottesimo re del Portogallo e dell'Algarve nel 1826 nonché primo imperatore del Brasile dal 1822 al 1831 con il nome di Pietro I (in portoghese Pedro I). Felisberto Caldeira Brant fu nuovamente Ministro delle Finanze tra il 1829 e il 1830; dopo quest'anno occupò il seggio di Senatore fino alla sua morte, avvenuta nel 1842.

Barnades

Miguel Barnadez Mainader (Puigcerdá, Cataluña (España) 1708 – 1771), botánico, naturalista y médico español. Miguel Barnades fue un relevante médico y botánico español que destacó por sus trabajo botánicos en torno a la nomenclatura binominal de Carl von Linneo enseñando la nueva sistemática botánica y por ser el médico de cámara del rey Carlos III de España. Fue, así mismo, el primer profesor del Real Jardín Botánico de Madrid, desde 1764 hasta su muerte. Miguel Barnades nació en Puigcerdá, Gerona Cataluña (España), en 1708. Interesado en la medicina, botánica y zoología se trasladó a Madrid para ser médico de cámara del Rey Carlos III de España y cuando José Quer dejó vacante el puesto de profesor del Real Jardín Botánico, sito en Soto de Migas Calientes, Barnades fue promovido al mismo. Adoptó y siguió el método de clasificación ideado por Carlos Linneo y defendido por los botánicos franceses. Junto con sus discípulos Casimiro Gómez Ortega (que lo sucedería en su cátedra), José Celestino Mutis y Antonio Palau i Verdera, fue el principal introductor del método de Linneo en España. Su hijo Miguel Barnades Claris (1750–1801), también médico y botánico, fue, desde 1793 segundo profesor del Real Jardín Botánico de Madrid. Su obra: realiza una interesante obra científica en la que introduce los modernos métodos clasificatorios. Atendiendo a la época en las que fueron escritas sus obras estas se pueden considerar como excelentes. Ente ellas destacan: Principios de botánica, escrita en 1767 – Noticias de las plantas de España, en las que aceptaba el nuevo método de clasificación científica ideado por Linneo – Historia de las aves más raras que se encuentran en España, tratado de zoología – Specimen Florae Hispanicae (Flora Española), que no se llegó a publicar, en donde describe y clasifica más de 2.000 plantas de la península Ibérica. Esta obra pasa, a la muerte de Miguel, a manos del Marqués de Casa Valencia. Abreviatura: la abreviatura Barnadez se emplea para indicar a Miguel Barnades como autoridad en la descripción y clasificación científica de los vegetales.

Barnadez

Miguel Barnadez Mainader (Puigcerdá, Cataluña (España) 1708 – 1771), botánico, naturalista y médico español. Fue un relevante médico y botánico español que destacó por sus trabajo botánicos en torno a la nomenclatura binominal de Carl von Linneo enseñando la nueva sistemática botánica y por ser el médico de cámara del rey Carlos III de España. Fue, así mismo, el primer profesor del Real Jardín Botánico de Madrid, desde 1764 hasta su muerte. Miguel Barnadez nació en Puigcerdá, Gerona Cataluña (España), en 1708. Interesado en la medicina, botánica y zoología se trasladó a Madrid para ser médico de cámara del Rey Carlos III de España y cuando José Quer dejó vacante el puesto de profesor del Real Jardín Botánico, sito en Soto de Migas Calientes, Barnadez fue promovido al mismo. Adoptó y siguió el método de clasificación ideado por Carlos Linneo y defendido por los botánicos franceses. Junto con sus discípulos Casimiro Gómez Ortega (que lo sucedería en su cátedra), José Celestino Mutis y Antonio Palau i Verdera, fue el principal introductor del método de Linneo en España. Su hijo Miguel Barnadez Claris (1750–1801), también médico y botánico, fue, desde 1793, segundo profesor del Real Jardín Botánico de Madrid. Para Miguel Barnadez botánico era: "Por consiguiente, solo merece llamarse botánico el que sabe reconocer las plantas con discernimiento y nombrarlas con propiedad, pues éste solo es capaz de dar razón de ellas con seguridad y certeza." Realiza una interesante obra científica en la que introduce los modernos métodos clasificatorios. Atendiendo a la época en las que fueron escritas sus obras estas se pueden considerar como excelentes. Ente ellas destacan: Principios de botánica, escrita en 1767. – Noticias de las plantas de España, en las que aceptaba el nuevo método de clasificación científica ideado por Linneo. – Historia de las aves más raras que se encuentran en España, tratado de zoología. – Specimen Florae Hispanicae (Flora Española), que no se llegó a publicar, en donde describe y clasifica más de 2.000 plantas de la península Ibérica. Esta obra pasa, a la muerte de Miguel, a manos del Marqués de Casa Valencia.

Barrelier

Jacques Barrelier est un dominicain et biologiste français, né en 1606 à Paris et mort le 17 septembre 1673 dans cette même ville d’une crise d’asthme. Il devient docteur en médecine en 1634 avant d’entrer dans l’Ordre des Prêcheurs. Il consacre ses loisirs à la botanique et visite la Provence, le Languedoc, l’Espagne et l’Italie. Il séjourne 23 ans à Rome et crée un jardin botanique. C’est pendant son séjour qu’il travaille à son Hortus Mundi ou Orbis botanicus, où il décrit les espèces récoltées durant ses voyages. Il fait graver sur cuivre de nombreuses illustrations destinées à figurer dans son livre. Il revient à Paris en 1672 et il meurt avant de mener à bien son projet. Un incendie détruit toutes ses notes, seules ses planches survécurent. C’est Antoine de Jussieu qui assure leur publication plus de 30 ans plus tard, sous le titre d’Icones Plantarum per Galliam, Hispaniam et Italiam observatæ. L'ouvrage compte 324 planches de plantes de France et d'Espagne et 1.392 planches de plantes d'Italie, dont une centaine d’espèces nouvelles. Plusieurs d’entre elles lui furent dédiées. Œuvre posthume 1714: Plantae per Galliam, Hispaniam et Italiam observatae, iconibus aeneis exhibitae a R. P. Jacobo Barreliero,... opus posthumum accurante Antonio de Jussieu,... in lucem editum... (S. Ganeau, Paris), 2 parties en 1 vol. in–fol., front. et pl. gravés.

Barrère

Pierre Barrère, né vers 1690 à Perpignan et mort le 1er novembre 1755 à Perpignan, est un naturaliste et un médecin français. Il pratique la médecine dans sa ville natale à partir de 1717. En 1722, il part à Cayenne – commune française située dans la région d'outre mer Guyane – où il passe cinq ans. Il revient en France et obtient la chaire de botanique et travaille dans l'hôpital militaire de Perpignan. L'ornithologie – Barrère fait paraître en 1745 son Ornithologiae Specimen Novum, sive Series Avium in Ruscinone, Pyrenaeis Montibus, atque in Galliâ Aequinoctiali Observatarum, in Classes, genera & species, novâ methodo, digesta à Perpignan. Sa classification, entièrement basée sur la forme du bec et du pied, est divisée en quatre groupes : les palmipèdes, les demi–palmipèdes, les fissipèdes et les demi–fissipèdes. À l'intérieur de ces groupes, il n'y a aucun classement et les genres et les espèces sont plus ou moins dans le désordre. Sa classification est très artificielle et sera vite abandonnée. Il dédicace son travail à Buffon. La médecine – Il fait paraître ses Observations anatomiques tirées des ouvertures d’un grand nombre de cadavres en 1753 à Perpignan. Les fossiles – Il fait paraître en 1746 ses Observations sur l'origine et la formation des pierres figurées, et sur celles qui, tant extérieurement qu'intérieurement, ont une figure régulière & déterminée à Paris. Il s'intéresse à l'origine et à la constitution des fossiles et en décrit plusieurs de Catalogne et du massif pyrénéen. Il suppose que les fossiles de coquillages trouvés dans les Alpes prouvent la présence ancienne d'un océan. Son récit de voyage – De son expérience en Guyane, Barrère fait paraître plusieurs ouvrages: Essai sur l'histoire naturelle de la France équinoxiale, ou Dénombrement des plantes, des animaux et des minéraux qui se trouvent dans l'isle de Cayenne, les isles de Remire, sur les côtes de la mer et dans le continent de la Guyane (1741) et Nouvelle Relation de la France équinoxiale, contenant la description des côtes de la Guiane, de l'île de Cayenne, le commerce de cette colonie, les divers changements arrivés dans ce pays, et les mœurs et coutumes des différents peuples sauvages qui l'habitent; avec les figures dessinées sur les lieux (1743).

Barrington

Daniel Barrington: né en 1727, mort en 1800, quatrième fils du vicomte de Barrington, remplit honorablement diverses fonctions judiciaires ou administratives et se distingua par des publications d'archéologie et d'histoire naturelle. Il fut vice–président de la Société royale de Londres. Nous citerons ici parmi ses publications, que Pritzel a omises: The Naturalist Calendar (1707), in 8°, et Miscellaneous on various subjects. D'aprés Théis, il aurait aussi fait un voyage à la Nouvelle–Hollande.

Bartram John

John Bartram (23 March 1699, Darby, Pennsylvania – September 22, 1777, Philadelphia) was an early American botanist, horticulturist and explorer. Carolus Linnaeus said he was the "greatest natural botanist in the world." Bartram was born into a Quaker farm family in colonial Pennsylvania. He considered himself a plain farmer, with no formal education beyond the local school. He had a lifelong interest in medicine and medicinal plants, and read widely. His botanical career started with a small area of his farm devoted to growing plants he found interesting; later he made contact with European botanists and gardeners interested in North American plants, and developed his hobby into a thriving business. He came to travel extensively in the eastern American colonies collecting plants. In 1743 he visited the shores of Lake Ontario in the north, and wrote Observations on the Inhabitants, Climate, Soil, Rivers, Productions, Animals, and other Matters Worthy of Notice, made by Mr. John Bartram in his Travels from Pennsylvania to Onondaga, Oswego, and the Lake Ontario, in Canada (London, 1751). During the winter of 1765/66 he visited East Florida in the south, and an account of this trip was published with his journal (London, 1766). He also visited the Ohio River in the west. Many of his acquisitions were transported to collectors in Europe. In return, they supplied him with books and apparatus. Bartram is considered the "father of American Botany", and was one of the first practicing Linnaean botanists in North America. His plant specimens were forwarded to Linnaeus, Dillenius and Gronovius, and he assisted Linnaeus' student Pehr Kalm during his extended collecting trip to North America in 1748–1750. Bartram was aided in his collecting efforts by colonists. In Bartram's Diary of a Journey through the Carolinas, Georgia and Florida, a trip taken from July 1, 1765, to April 10, 1766, Bartram wrote of specimens he had collected. In the colony of British East Florida he was helped by Dr. David Yeats, secretary of the colony. His 8–acre (32,000 m2) botanic garden, Bartram's Garden in Kingsessing on the west bank of the Schuylkill, about 3 miles (5 km) from the center of Philadelphia, Pennsylvania is frequently cited as the first true botanic collection in North America. He was one of the co–founders, with Benjamin Franklin, of the American Philosophical Society in 1743.

Bartram William

William Bartram (April 20, 1739 – July 22, 1823) was an American naturalist. The son of Ann (née Mendenhall) and John Bartram, William Bartram and his twin sister Elizabeth were born in Kingsessing, Pennsylvania, near Philadelphia. As a boy, he accompanied his father on many of his travels, to the Catskill Mountains, the New Jersey Pine Barrens, New England, and Florida. From his mid–teens, Bartram was noted for the quality of his botanic and ornithological drawings. He also had an increasing role in the maintenance of his father's botanic garden, and added many rare species to it. In 1773, he embarked upon a four–year journey through eight southern colonies. Bartram made many drawings and took notes on the native flora and fauna, and the native American Indians. In 1774, he explored the St. Johns River, where he had memorable encounters with aggressive alligators which he recorded in one of his journals, Travels through North and South Carolina, Georgia, East and West Florida, and also visited a principal Seminole village at Cuscowilla, where his arrival was celebrated with a great feast. He met Ahaya the Cowkeeper, chief of the Alachua band of the Seminole tribe. When Bartram explained to the Cowkeeper that he was interested in studying the local plants and animals, the chief was amused and began calling him Puc–puggee (the flower hunter). Bartram continued his explorations of the Alachua Savannah, or what is today Payne's Prairie.

Bartsch

Johann Bartsch (1709, Königsberg (the capital of East Prussia from the Late Middle Ages until 1945) – 1738, Suriname) was a Prussian physician, who graduated in the Netherlands at Leiden University in 1737. His Thesis de Calore Corporis Humani hygraulico is the only work he published. He was much attached to the science of botany, which led him to seek the society of Carl Linnaeus, who was on a year–long visit to Boerhaave at Leiden. No fewer than 47 letters of Bartsch to Linnaeus from 1736 and 1737 survive, and Bartsch assisted Linnaeus with the publication of Flora Lapponica. By the solicitation of Linnaeus, who had to decline the offer himself, Bartsch was sent by Boerhaave to Suriname, where, in six months after his arrival, he fell victim to the insalubrity of the climate. Linnaeus has perpetuated his name by denominating a genus of plants (Bartsia) after him. § Il Suriname (anche chiamata Guyana Olandese) è una Repubblica dell'America meridionale con una superficie di 163.270 km². Conta 433.998 abitanti ed ha per capitale Paramaribo. Confina a nord con l'Oceano Atlantico, a est con la Guyana Francese, a sud con il Brasile e a ovest con la Guyana. La lingua ufficiale è l'olandese, che costituisce anche la lingua franca del paese insieme allo Sranan Tongo. Le altre lingue maggiormente diffuse sono l'hindi, il giavanese e la saramacca.

Bassi

Ferdinando Bassi (1710–1774) è stato un botanico italiano. La sua vita orbitò sempre attorno allo Studio Bolognese. All'Orto botanico di Bologna ricoprì l'incarico di primo Prefetto della sezione riguardante le piante rare ed esotiche dal 1763 al 1774, anno della sua scomparsa. Si occupò di tutti gli aspetti delle scienze: dalla Fisica alla Chimica fino alla Paleontologia, senza tralasciare ovviamente la Botanica. Compì diversi viaggi per raccogliere nuove piante e se ne fece inviare numerose; intrattenne, inoltre, rapporti epistolari con alcuni scienziati dell'epoca, fra i quali va citato Linneo, col quale ebbe anche un documentato scambio di materiali. L'Erbario di Ferdinando Bassi, consta di 62 pacchi, 59 dei quali contengono fanerogame. Nel complesso esso raccoglie 4291 diverse specie suddivise in 1084 generi. I campioni sono liberi all'interno delle cartelle che li contengono, e sono spesso accompagnati da più di un cartellino. In alcuni casi si trovano delle annotazioni di Antonio Bertoloni, nei casi in cui egli abbia fatto riferimento a questi campioni nella sua Flora Italica. Nel 2007 sono stati ritrovati all'interno dell'erbario cinque campioni inviati da Linneo a Bassi.

Batsch

August Johann Georg Karl Batsch (Jena, 28 ottobre 1761 – 29 settembre 1802) è stato un botanico e medico tedesco. Studiò all'università di Jena dove ottenne il dottorato nel 1781. Nel 1786, ottenne il dottorato in medicina e nello stesso anno iniziò a insegnare storia naturale. Nel 1790 creò un orto botanico a Jena e fondò la Naturforschende Gesellschaft. Opere: Elenchus Fungorum (Discussion of Fungi) (1783–1789) – Versuch einer Anleitung zur Kenntniss und Geschichte der Pflanzen (1787–1788).

Baudin

Nicolas Baudin o Nicolas–Thomas Baudin (Saint–Martin–de–Ré, 17 febbraio 1754 – Mauritius, 16 settembre 1803) è stato un esploratore, cartografo, naturalista e idrografo francese. Baudin nacque a Saint–Martin–de–Ré nell'Ile de Ré. All'età di 15 anni entrò nella Marina Mercantile e a 20 fu assunto nella Compagnia Francese delle Indie Orientali (French East India Company). Si arruolò infine nella Marina Francese e servì nei Caraibi durante la Guerra di indipendenza americana. Nel 1785 Baudin divenne comandante della Caroline che trasportava emigranti dalla Francia a New Orleans. Dopo la guerra comandò navi trasportanti botanici Austriaci nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico, e schiavi dal Mozambico. Nel corso di questo periodo di tempo Baudin imparò la botanica e il modo di far sopravvivere le piante e gli animali a bordo. Nel 1792 la Francia dichiarò guerra all'Austria e Baudin cercò senza successo di riarruolarsi nella Marina Francese. Tornò in Francia nel 1795 e andò a trovare Antoine de Jussieu al Museo Nazionale di Storia Naturale per suggerirgli di intraprendere un viaggio botanico nei Caraibi. Questo viaggio fu un successo e Baudin tornò in Francia con una vasta collezione di piante, uccelli e insetti. Nell'ottobre del 1800 fu selezionato per condurre quella che divenne poi nota come Spedizione Baudin per cartografare la costa dell'Australia. Ebbe due navi, la corvetta Géographe e la corvetta Naturaliste comandata da Hamelin, e fu accompagnato da nove zoologi e botanici, tra cui Jean Baptiste Leschenault de la Tour. Raggiunse l'Australia nel maggio del 1801, e nell'aprile del 1802 incontrò Matthew Flinders, anch'egli incaricato di cartografare le coste, nella Encounter Bay. Baudin fece quindi ancora nella colonia britannica di Sydney per fare provviste. A Sydney acquistò una nuova nave, la Casuarina, così chiamata dal tipo di legno con cui era stata costruita. Da lì mandò a casa la Naturaliste, che portava a bordo tutti i campioni che erano stati scoperti da Baudin e dal suo equipaggio. Fece quindi rotta per la Tasmania, prima di proseguire a nord per Timor. Due delle sue navi chiamate Jardinière, furono perse in naufragi, uno nel Pacifico e l'altro nel porto di Port Louis durante un uragano. Baudin fece quindi vela verso casa, fermandosi nelle isole Mauritius, dove morì di tubercolosi. Un certo numero di monumenti sono stati eretti per tutta l'Australia, tra cui otto nel Western Australia. Baudin Beach nell'Isola dei Canguri, Australia Meridionale fu chiamata così in suo onore.

Bauhin Gaspard

Gaspard Bauhin o Caspar Bauhin (17 gennaio 1560 – 5 dicembre 1624) è stato un botanico svizzero. A lui si deve l' introduzione nella tassonomia della nomenclatura binomiale, che fu poi adottata da Linneo nel suo sistema di classificazione scientifica. Infatti, l'opera di Bauhin, Pinax theatri botanici (1596), fu la prima ad adottare questa convenzione per il nome delle specie. Egli ebbe inoltre interessi medici, in quanto discepolo del celebre Girolamo Mercuriale: si dedicò quindi anche alla nomenclatura dell'anatomia umana e descrisse la valvola ileo–cecale dell'intestino, detta appunto valvola di Bauhin. Suo fratello, Johann Bauhin, o Jean Bauhin, fu anch'egli un medico e botanico. Jean e Gaspard erano figli di Jean Bauhin (1511–1582), un medico francese che dovette abbandonare il proprio paese a causa della sua conversione al Protestantesimo. Gaspard nacque così a Basilea e studiò medicina a Padova, Montpellier e in Germania. Ritornato a Basilea nel 1580, fu insignito del titolo di dottore e si dedicò a letture private sulla botanica e sull' anatomia. Nel 1582 gli venne assegnata la cattedra di greco nella sua università, e nel 1588 quella di anatomia e botanica. In seguito divenne professore delle pratiche di medicina, rettore dell' università di Basilea e decano della sua facoltà. In aggiunta al Pinax theatri botanici, Gaspard progettò un'altra opera, il Theatrum Botanicum, che doveva consistere di dodici parti, delle quali ne finì soltanto tre; solo una, comunque, venne pubblicata (1658). Inoltre egli donò un copioso catalogo di piante spontanee dei dintorni di Basilea, ed editò le opere di Pietro Andrea Mattioli (1500–1577) con considerevoli approfondimenti. La sua principale opera di anatomia fu Theatrum Anatomicum infinitis locis auctum (1592). Charles Plumier dedicò a Caspar Bauhin il genere Bauhinia della famiglia delle Leguminose.

Bauhin Jean

Jean Bauhin o Johann Bauhin (Basilea, 12 dicembre 1541 – Montbéliard, 26 ottobre 1613), è stato un botanico e medico svizzero. Egli studiò botanica a Tubinga sotto Leonhart Fuchs (1501–1566). In seguito viaggiò con Conrad Gessner e iniziò a praticare medicina a Basilea, dove venne eletto Professore di Retorica nel 1566. Quattro anni dopo accettò l'incarico di medico al Duke Frederick I di Württemberg a Montbéliard, dove rimase fino alla morte. Jean si dedicò soprattutto allo studio della botanica. La sua grande opera, Historia plantarum universalis, un trattato di tutto ciò che era allora conosciuto sulla botanica, rimase incompiuta alla sua morte, ma venne lo stesso pubblicata a Yverdon tra il 1650–1651. Jean Bauhin era figlio del medico Jean Bauhin e il fratello dell'altrettanto prestigioso medico e botanico Gaspard Bauhin. Carolus Linnaeus chiamò il genere Bauhinia (famiglia Caesalpiniaceae) in onore dei due fratelli Bauhin.

Bégon

Michel Bégon, known as Michel V – fifth – Bégon or le Grand Bégon (25 December 1638, Blois – 14 March 1710, Rochefort) was a French ancien régime official. He was intendant de la marine at the port of Rochefort and intendant of the généralité of La Rochelle, as well as a passionate plant collector (he met the naturalist Charles Plumier in the Antilles, and Plumier later named the begonia after him). He was the son of Michel IV Bégon (1604 – 17 August 1683, Blois) and his wife Claude Viart. The Bégon family was an established court family, producing as many justices as finance ministers (two great–uncles were avocat and conseiller to the présidial of Blois, and Michel V's father and grandfather were receveurs des tailles). Michel V devient became garde des Sceaux of the présidial of Blois (1662) then president of the tribunal (1667). He only entered the naval administration late in life, aged around 40, when Colbert made him treasurer of the marine du Levant at Toulon (1677): this was the start of a happy career. Bégon later left the shores of the Mediterranean for north–western France, becoming commissaire général de la marine at Brest (24 November 1680) then at Le Havre (1681). He crossed the Atlantic to take up office as intendant of the îles du Vent (1 May 1682 – 24 November 1684). On his return from the Antilles, he won a new post with the Levant fleet which he had awaited since 4 November 1684, the date of his nomination to the post of intendant des galères at Marseille. Michel V was seigneur of Picardière and Mirbelin (or Murbelaix), and also possessed an estate at Saint–Pierre on Martinique, which he sold in 1684 on leaving the Antilles. He was made Intendant of Saint–Domingue and set up his headquarters in the east of the island, Haiti, where he and Bertrand D'Ogeron got involved in the spice trade. In 1686, he became conseiller honoraire of the Parlement d’Aix (he was then intendant des galères at Marseille, fonction a role he occupied from 1 May 1685 to 1688). On 1 September, Michel V Bégon became intendant of Rochefort (1688 – 13 March 1710). In 1694, he also obtained the intendance of the généralité of La Rochelle (1694–1710). His time at Rochefort considerably transformed the port and with Colbert du Terron (1669–1674) he was the prime mover in the development of its town and arsenal. His epitaph at the church of Saint–Louis de Rochefort reads Hanc nascentem urbem ligeam invenit / Lapideam reliquit (He found the city born in wood – he left it marble, referring to Augustus's words on the city of Rome). He is thus best known as a builder and it can be said that he was to Rochefort what Girardin de Vauvré was to Toulon.

Bellardi

Carlo Antonio Ludovico Bellardi nacque a Cigliano (Vercelli) il 30 luglio 1741 da Giuseppe Amedeo e da Anna Franchini. Esercitò la medicina, il che porrebbe in dubbio l'attendibilità di quanto affermano da una parte il Burnat, secondo cui il Bellardi sarebbe stato assistente all'Orto botanico di Torino, e dall'altra il Saccardo, che lo dice professore di botanica. Fu invece professore di materia medica nell'Università di Torino, ma certamente dedicò le migliori risorse del suo ingegno alla botanica, prima sotto la guida di Vitaliano Donati, di cui fu il migliore allievo, e poi di Carlo Ludovico Allioni di cui divenne amico e coadiutore. Il Bellardi fu un esploratore appassionato della flora del Piemonte e della Savoia; raccolse ingenti materiali botanici sopratutto fra il 1759 e il 1790. Coltivava un orto botanico costruito con l'aiuto di un mecenate, Roderigo Continho De Souza. La fama del Bellardi non è affidata tanto ai suoi lavori a stampa, non molto importanti, ma all'autorevolezza che godeva presso botanici italiani e stranieri. È citato fra i più brillanti botanici dal Bertoloni; in una lettera del 18 aprile 1799 (Mattirolo) il celebre Wildenow si dice lieto di comunicare con lui, "viro de re botanica celeberrimo, cuius laudatum nomen rei herbariae cultoribus est notissimum"; Haller lo conobbe personalmente; corrispondevano con lui Linneo, Gmelin, Villars, La–Billardière, De Suffren e altri. Il Bonino elenca una sessantina di specie nuove scoperte dal Bellardi durante l'attivissima esplorazione. Il suo erbario è conservato nell'Orto botanico di Torino e si compone soprattutto di una collezione in 4°, mutilata da asportazioni, che apparteneva precedentemente a C. M. Bonafous. Al Bellardi fu dedicato un genere Bellardia da Allioni, un altro da Schreber e un altro ancora da Colla. Il Bellardi morì a Torino il 4 maggio 1826. Opere: De Mimosa sentiente, Torino 1764; Osservazioni botaniche con un saggio d'appendice alla Flora Pedemontana, Torino 1788; Appendix ad Floram Pedemontanam, in Mém. d. Acad. Royal des Sciences de Turin, 1790–91, pp. 209–286, tav. III–IX (estr. datato 1792); Stirpes novae vel minus notae Pedemontii descriptae et iconibus illustratae, in Mém. de l'Acad. d. Sciences, Lit. et Beaux–Arts de Turin, s. 1, XII(1803), pp. 445–452; Additamentum novi generis, ad Floram Pedemontanam–Gallicam, in Mém. de l'Acad. Imp. des Sciences, Lit. et Beaux–Arts de Turin, s. 1, XVIII (1809), pp. 403–407, tav. 1.

Bergius

Peter Jonas Bergius est un botaniste suédois, né en 1730 à Stockholm et mort en 1790. Il étudie auprès de Carl von Linné, qui lui dédie le genre Bergia de la famille des Elatinaceae en 1771. Bergius est notamment l’auteur de Descriptiones plantarum ex Capite Bonae Spei (1767) où il décrit la flore du cap de Bonne–Espérance. Il lègue à l’Académie des sciences de Stockholm sa bibliothèque et son jardin botanique (Bergianska Trädgården), dont les bâtiments abritent aujourd’hui un organisme d’étude de l’environnement. Peter Jonas Bergius est devenu membre de la Royal Society le 31 mai 1770. P.J.Bergius est l’abréviation botanique officielle de Peter Jonas Bergius.

Berkenhout

John Berkenhout (Yorkshire, 8 luglio 1726 – 3 aprile 1791) è stato un fisico e naturalista britannico. Figlio di un mercante olandese, John Berkenhout Senor, e Anne Kitchingman. Fu educato alla Leeds Grammar School e servì gli eserciti prussiani e inglese dopo essersi laureato all'Università di Edimburgo, dove prese un dottorato in fisica (medicina) nel 1765. A Edimburgo pubblicò Clavis Anglicae Linguae. Pubblicò molti libri di storia naturale, tra cui Outlines of the Natural History of Great Britain and Ireland (1769) e Synopsis of the Natural History of Great Britain and Ireland (1789).

Berkhey

Joannes le Franc van Berkhey (* 23. Januar 1729 in Leiden; † 13. März 1812 ebenda) war ein niederländischer Naturforscher, Dichter und Maler. Der Sohn des Evert le Francq und der Maria Berkhey hatte bereits in frühster Kindheit seinen Vater verloren und wurde von seinem Großvater mütterlicherseits Jan Berkhey aufgezogen, dessen Namen er auch später annahm. 1741 hatte er die Schule in Katwijk besucht und wurde in den Kunsthandel seines Großvaters involviert. In der ständigen Auseinandersetzung mit Gemälden, Zeichnungen und Druckgrafiken wurde bei dem jungen Joannes le Francq van Berkhey ein Interesse für Kunst geweckt, welches er auch auf das Gebiet der Literatur ausdehnte. Aber auch an den Naturwissenschaften hatte er ein reges Interesse gezeigt, als er sich mit der Präparation von Tieren beschäftigte. Nachdem Francq van Berkhey sich auch in der griechischen und lateinischen Sprache gebildet hatte, wurde er am 22. September 1747 an der Universität Leiden immatrikuliert. Nach einem Studium der Medizin promovierte er 1761 mit der Verteidigung der Schrift Expositio de structura florum qui dicuntur compositi (Leiden 1761) zum Doktor der Medizin und ließ sich als Arzt in Amsterdam nieder. 1764 siedelte er nach Warmont über, wo er sich ein Landhaus kaufte. Er begann sein sechsbändiges Hauptwerk Natuurlyke Historie van Holland (Die Naturgeschichte von Holland), ein Nachschlagewerk über die Botanik, Geologie, Topographie und kulturelle Geschichte der Niederlande. 1769 erschien der erste Band. Die Vollendung des Werkes dauerte bis 1778. Diese Werk wurde ins Französische und Deutsche übersetzt. 1773 wurde Francq van Berkhey zum Professor für Naturgeschichte an der Universität Leiden berufen. Diese Stelle trat er am 1. November mit der Rede de antiqua et nobili urbe Lugduno Batavorum, suo situ ad Historiae Naturalis delicias et exercitium opportunissima an. Für seinen Unterricht fertigte er etwa 10.000 farbigen Abbildungen an. Joannes le Francq van Berkhey macht sich ebenso als Dichter einen Namen indem er das niederländische Königshaus pries. Seine gesammelten Gedichte erschienen 1782 unter dem Titel De zeetriumph der Bataafsche vrijheid op de Doggersbank. Als Anhänger des Hauses Oranien war er in manche politische Auseinandersetzung verwickelt, die ihn durch juristische Prozesse in eine finanzielle Notlage brachten. Dadurch war er 1789 gezwungen seine von Naturaliensammlung zu verkaufen. Mit dem Entstehen der Batavischen Republik wurde Francq van Berkhey als Königstreuer nicht mehr als Mitglied des Lehrkörpers der Hochschule tragbar. Man entließ ihn 1795 aus dem Dienstverhältnis. Bei einer Pulverexplosion 1807 wurde überdies sein Haus zerstört. Er verlor dadurch alle seine Habseligkeiten und wurde obdachlos. Francq van Berkhey zog zu seiner Tochter, wo er mittellos verstarb. Nach ihm ist der Asteroid (27657) Berkhey benannt. Zudem trägt die Pflanzengattung der Korbblüter Berkheya seinen Namen.

Berthollet

Il conte Claude Louis Berthollet (Talloires, 9 dicembre 1748 – Arcueil, 6 novembre 1822) è stato un chimico francese, insieme a Laplace lo scienziato più importante del periodo napoleonico. Inizia gli studi al collegio di Annecy per poi frequentare le Università di Chambéry e di Torino dove si laurea nel 1770. Dopo quattro anni trascorsi in Savoia si trasferisce a Parigi dove frequenta il laboratorio del Palais–Royal e stringe amicizia con Pierre Joseph Macquer e con Antoine Lavoisier, con il quale avrebbe collaborato alla realizzazione della Méthode de nomenclature chimique (1787). Nel 1780 viene ammesso all'Accademia delle scienze francese. In quel periodo è uno dei sostenitori della teoria sugli acidi per cui sarebbe l'ossigeno a rendere le molecole acide. Difatti in quel periodo decomponendo l'acido cloridrico con biossido di manganese isolò un gas verdastro che credette un ossido di un non metallo che chiamò murio (in realtà era cloro molecolare). L'errore fu corretto dopo il 1783 quando, studiando l'acido cianidrico, si accorse che esistono acidi che non contengono ossigeno. Nel 1784 inizia a dirigere le tinture dei Gobelins. La sua esperienza nell'industria lo fece conoscere anche a livello internazionale soprattutto grazie alla scoperta delle proprietà decoloranti degli ipocloriti (1789). L'uso di questa sostanza in chimica tintoria prese il nome di sbianca bertholliana mentre la soluzione di ipoclorito di sodio era nota come acqua di Javel dalla prima fabbrica che la produceva sita in Parigi in quai de Javel. Nel 1785 compie importanti scoperte: determina la formula bruta dell'acido solfidrico e dell'ammoniaca. Continuando gli studi sui composti del cloro scopre i clorati e le loro proprietà esplosive. Nel 1791 pubblicò gli Eléments de l'art de la teinture, che rappresentano il più sistematico trattato di chimica tintoria dell'epoca. Durante questi anni ebbe incarichi sia all'École Normale che all'École polytechnique. Nel 1796 viene mandato in Italia per prendere delle opere d'arte; qui incontra Napoleone che lo assolda per la spedizione militare e scientifica in Egitto (1798). Ritornato in patria, nel 1803 pubblica un articolo (Essai de statique chimique) con il quale tenta di smontare la legge delle proporzioni definite di Proust. Egli ipotizzò che i composti potessero formarsi anche in proporzioni variabili a seconda delle condizioni di reazione. La legge di Proust si sarebbe rivelata tuttavia corretta, motivo per cui Berthollet fu screditato. In futuro si sarebbe comunque scoperto che alcuni composti non hanno effettivamente una stechiometria fissa: tali composti non stechiometrici sarebbero stati chiamati composti bertholliani. Nel 1804 viene nominato senatore a vita e si impegna a organizzare la produzione industriale del carbonato di sodio. Successivamente si ritira in campagna a Arcueil dove con Laplace fonda la Société d'Arcueil dove raccoglie attorno a sé scienziati per, con parole dello stesso: accrescere le forze individuali attraverso un'unione basata sulla stima reciproca e sugli stessi gusti e studi, pur evitando gli inconvenienti di un'assemblea troppo numerosa. Fra i facenti parte della Société troviamo: Biot, von Humboldt, Gay–Lussac e Thenard. Morirà proprio a Arcueil di antrace nel 1822.

Besler Basil

Basil o Basilius Besler, botanico, farmacista, collezionista nonché tipografo nasce il 13 febbraio 1561 a Wöhrd, come secondogenito di un’antica e stimata famiglia norimberghese. Nel 1586 Besler diventa proprietario della farmacia Marienbild di Norimberga, che conduce fino al 1629, anno della sua morte. Gestisce inoltre un proprio giardino botanico e un gabinetto di scienze naturali. Nel 1597 Johann Konrad von Gemmingen, vescovo di Eichstätt, incarica Besler di allestire un orto botanico intorno al castello di Willibaldsburg. Il botanico porta a termine il compito coadiuvato dai medici Joachim Camerarius e Ludwig Jungermann oltre che da Karl Clusius, l’ideatore del giardino residenziale di Vienna. Una volta riempito di piante, il giardino, già rinomato all’epoca, ha un’estensione complessiva di un ettaro su otto livelli. Con quest’opera, Besler stabilisce nuovi criteri: è un caso finora unico e inconsueto che un farmacista sia il curatore di un grande giardino botanico. In seguito alla morte dell’erudito norimberghese Camerarius, a partire dal 1599 è Basilius Besler a concludere i lavori dei giardini di Eichstätt per ordine del vescovo principe Johann von Gemmingen. Il nome di Besler si lega dunque indissolubilmente al fastoso giardino di Eichstätt, l'Hortus Eystettensis, descritto con estrema chiarezza nel libro omonimo, che viene pubblicato nel 1613 da Besler e Jungermann. Nell’Hortus Eystettensis, che tra le sue 850 pagine contiene 367 calcografie in formato imperiale, le 1084 piante raffigurate da Besler sono perlopiù a grandezza naturale; la catalogazione segue l’ordine delle stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Non essendo uno scienziato, nella letteratura specializzata Besler si limita a indicare ciascuna pianta con il luogo del rinvenimento e con il nome in latino e in tedesco antico. Nel suo erbario, Besler mostra 349 specie tedesche, 209 dell’Europa meridionale e sud–orientale, 63 asiatiche, 9 africane e 23 americane. L’Hortus Eystettensis, che viene stampato per la prima volta nel 1613 in 300 esemplari, è il più moderno erbario del suo tempo, che rispecchia lo stato della flora prima dell’arrivo massiccio delle specie da oltreoceano. La pubblicazione di Basilius Besler figura tra le perle della letteratura botanica. Nonostante il giardino venga distrutto durante la Guerra dei Trent’anni, la ricchezza della sua vegetazione viene tramandata a beneficio dei posteri tramite questo inventario accurato e splendidamente illustrato. Da un paio di anni, grazie agli sforzi dell’esperto in salvaguardia del paesaggio Bernd Ringholz di Ansbach, i giardini del bastione di Willibaldsburg sono stati ricostruiti con le piante di Basilius Besler. Secondo le indicazioni contenute nel libro, le aiuole si susseguono su circa 2000 metri quadrati fino a formare uno scenario ricco di quella stessa vegetazione che già entusiasmava gli uomini rinascimentali.

Besler Michael

Michael Rupert Besler (1607–1661). The Museum Beslerianum had been assembled in Nuremberg by the pharmacist and botanist Basil Besler (1561–1629), who was followed by his nephew, the physician Michael Rupert Besler (1607–1661). The first description of the Museum Beslerianum appeared in 1616, illustrated with 24 plates. Such plates were reproduced in the Gazophylacium rerum naturalium, appeared in 1642, the first edition with the additions of Michael Rupert Besler. The Gazophylacium was reproduced in 1716 and 1733, with 35 plates. Therefore the description of the Museum Beslerianum due to father and son Lochner is the most complete, reproducing the 24 plates of the original edition and adding 16 previously unpublished plates, some of which were reproduced in the Gazophylacium edition of the same year. Moreover the Gazophylacium contains an explanation of the plates as only text, whereas this edition has been provided with a detailed commentary by the Lochners. "The last published description of Besler's remarkable "Wunderkammer" written by M. Rupert (sic in place of M. Friedrich) Lochner, and after his death published as a lasting tribute by his father Johann Heinrich (1662–1720). This beautifully illustrated work describes various objects contained in the collection started by Basil Besler and continued by his nephew Michael Rupert Besler ... (The plates) illustrate fruits, roots and berries, birds, lizards, salamanders, alligators, snakes, fish, shells, sponges, corals, stone fossil shells and plants etc." (Schuh).

Bignon

Jean–Paul Bignon, né à Paris le 19 septembre 1662 et mort à l'Île Belle le 14 mars 1743, est un homme d'Église français, grand commis de l'État, prédicateur de Louis XIV et bibliothécaire du roi. Petit–fils de Jérôme Bignon et neveu du comte de Pontchartrain, il fait ses études au collège d'Harcourt et au séminaire Saint–Magloire, attaché à l'Oratoire, où il est ordonné prêtre en 1691. En 1693, il est nommé abbé de Saint–Quentin–en–l'Isle et prédicateur de Louis XIV. La même année, il est élu membre de l'Académie française. Il devient en 1699 membre honoraire de l’Académie des sciences, qu'il a pour charge de réformer et dont il est plusieurs fois président. Il devient en 1701 membre de l'Académie royale des inscriptions et médailles, dont il est le secrétaire de 1706 à 1742. De 1705 à 1714, il siège au comité de rédaction du Journal des savants, dont il prend la direction avec Pierre Desfontaines en 1724. Il contribuera à lancer la longue rédaction des livres de la Description des Arts et Métiers. En 1718, il est nommé maître de la Librairie et garde de la Bibliothèque du roi. La future Bibliothèque nationale de France est à cette époque la plus grande bibliothèque d'Europe. L'ampleur de ses collections étant devenue telle que les bibliothécaires ne peuvent plus compter sur leur seule mémoire pour y retrouver un titre, Bignon classe les 23 catégories établies en 1670 par son prédécesseur, Nicolas Clément, en cinq départements: Imprimés, Manuscrits. Titres et généalogies, Estampes, Médailles. Il crée un corps de « gardes » ou de conservateurs et organise le dépôt légal, les acquisitions, les catalogues et les prêts. Grâce à son important réseau de correspondants et de visiteurs étrangers, il s'emploie à enrichir le fonds de la bibliothèque en commandant livres et périodiques dans toute l'Europe. Sous sa direction également, la Bibliothèque du roi devient pour la première fois accessible au public, un jour par semaine, pendant trois heures. Jean–Paul Bignon est par ailleurs l'auteur d'un roman, Les Avantures d'Abdalla, fils d'Hanif, qu'il signe d'un nom d'emprunt en la faisant passer pour la traduction d'un manuscrit arabe. Cette histoire d'un monde à l'envers est à la fois une parodie des romans précieux et un conte oriental dans l'air du temps: à sa parution en 1712, Antoine Galland a déjà publié ses Mille et une nuits et Montesquieu s'apprête à rédiger ses Lettres persanes. Le roman connaît un vif succès et il est traduit en anglais dès 1729. Il raconte le périple et les aventures d'un pieux musulman, Abdalla, envoyé par son maître, le sultan des Indes, à la recherche d’une eau qui procure la jeunesse éternelle. D'après les mesures qu'il avait prises, la charge de bibliothécaire fut, après lui, occupée par son neveu et son petit–neveu. Jean–Paul Bignon avait une immense instruction; il a composé jusqu'à quatre panégyriques de Saint Louis, tous différents, et il en a prononcé deux le même jour, l'un à l'Académie française et l'autre à l'Académie des inscriptions. Ses panégyriques et ses sermons ne sont pas imprimés. Le chancelier de Pontchartrain, son oncle maternel, lui confia le département des Académies des inscriptions et des sciences; elles n'étaient presque encore que de simples associations littéraires, et leur établissement n'était pas encore revêtu de la forme qui seule pouvait les rendre durables. L'abbé Bignon procura en 1699 un règlement très étendu à l'Académie des sciences, et, en 1701, il parut à l'Académie des inscriptions et belles–lettres. En 1715, il obtint encore, pour l'une et pour l'autre, des lettres patentes qui confirmaient leur établissement. II donna aussi, en 1701, au Journal des Savants, la forme qu'il a toujours conservée jusqu'au XIXe siècle; ce journal avait été pendant longtemps l'ouvrage d'une seule personne, Bignon jugea plus convenable qu'il fût l'ouvrage d'une société de savants, travaillant sous la direction du chef de la magistrature. Joseph Pitton de Tournefort, son protégé, a dédié à Jean–Paul Bignon, en 1694, le genre Bignonia (jasmin de Virginie), une plante grimpante tropicale. Il est inhumé dans l'église Saint–Nicolas–du–Chardonnet (Histoire de la ville et de tout le diocèse de Paris – Tome 1, page 345. Auteur: Abbé Lebeuf. Edité en 1883). Publications: Vie de François Lêvesque, prêtre de l'Oratoire, 1684, in–12 ; Les Aventures d'Abdalla, fils d'Hanif, Paris, 1712–1714 ; la Haye, 1715 ; Paris, 1725 ; ibid., 1743 ; la Haye et Paris, 1775, 2 vol. in–12. L'auteur, qui avait publié cet ouvrage sous le nom de Sandisson, le laissa imparfait. Colson, l'un des auteurs de l'Histoire de la Chine, qui en donna une nouvelle édition en vol. in–12, l'acheva. Le second volume de cette édition est presque entièrement neuf. On trouve un autre dénouement, et qui paraît être de M. de Pauliny, dans la Bibliothèque des Romans, janvier 1778. Bignon a aussi coopéré aux Médailles du règne de Louis le Grand, au Sacre de Louis XV, et au Journal des Savants.

Bladh

Peter Johan Bladh. The Bladh family probably came to Finland from Södermanland in Sweden. The elder Johan Bladh was born in 1682, did business in Nykarleby after his arrival in Finland, bought a shipyard in Jakobstad in 1706, and was a businessman in Vasa (Swedish: Vasa) or Vaasa, a city on the west coast of Finland. His second wife Beata was the daughter of Vasa businessman Hans Liljelund. During the Great War ("Stora Ofreden") they moved to Norrköpping, Sweden, where Johan represented Nykarleby in the Swedish Parliament in 1719. Johan Bladh (junior) was born in Norrköping in 1719. He was a successful businessman in Vasa and a quartermaster with the cavalry division of His Majesty’s Royal Lifeguard Regiment. He purchased the Benvik Estate from Herman Ross, the chief judge in Korsholm’s southern judicial district, in 1774 and moved there in 1776. He founded the town of Kaskö, an island town that is known for its beautiful wooden houses with large courtyards and gardens. He died at the Benvik Estate on January 13, 1783. Johan Bladh’s son Peter Johan was born in Vasa in 1746. Peter Johan studied chemistry and mineralogy at Uppsala University. He traveled to Asia many times in his position with the East India Company. In 1776 he became the director of the company’s Canton, China bureau, where he remained for 6 years, a time when the company experienced a substantial expansion in business. His success in Canton resulted in his promotion to the position of "over director" of the entire operation. Peter Johan visited his father frequently at the Benvik Estate, was familiar with his plans for Benvik, and moved there on June 19, 1785, two years after his father’s death. He was by then a mature man with extensive experience in international commerce and shipping. According to Nissén, Peter Johan Bladh’s fluency in several languages — along with his considerable property holdings that were worth about 100,000 "riksdaler" — provided him with the opportunity to continue to pursue his extremely successful business career. Peter Johan erected a stately trading house at the Benvik estate beside the Kaskö Channel in 1788, surrounded by an expansive garden with paved pathways, an herb garden, and expansive rose gardens. Peter Johan Bladh died at Benvik on March 1, 1816.

Blair

Patrick Blair, M.D. (c.1680–1728) was a Scottish surgeon and botanist, a Fellow of the Royal Society from 1712. He was born at Dundee, where he practised as a doctor. He was introduced to Hans Sloane by Charles Preston in 1705. Being a nonjuror and Jacobite, he was imprisoned as a suspect at the time of the 1715 Jacobite Rebellion. He subsequently moved to London, then settled at Boston, Lincolnshire. In 1706 dissected and mounted the bones of an elephant, and contributed a description, under the title of ‘Osteographia Elephantina,’ to the Royal Society of London, published in 1713. He delivered some discourses before the Royal Society on the sexes of flowers. He published ‘Miscellaneous Observations on the Practice of Physick, Anatomy, and Surgery’ in 1718, ‘Botanick Essays’ in 1720, and ‘Pharmaco–botanologia’ in 1723–8, which ended with the letter H. His ‘Botanick Essays’ were his major work. In them he expounded the progress of the classification of plants up to his time, and the then novel views as to the sexual characters of flowering plants, adding his own observations.

Blake

Stephen Blake, a biography from the Garden and Landscape Guide. Born – Died : ? – ?. Author of 'The Compleat Gardener's Practice, directing the exact way of gardening. In three parts. The garden of pleasure, physical garden, kitchen garden, with variety of artificial knots for the beautifying of a garden, all engraven in copper'. (London 1664). As the title states, it contained plans for knot gardens. – www.gardenvisit.com/biography/stephen_blake

Blasius

Così scrive Pier Antonio Micheli (1679–1737) a pagina 14 di Nova plantarum genera juxta Tournefortii methodum disposita (1729) a proposito della stringata biografia del suo contemporaneo titolare della Blasia (plantae genus, flore A monopetalo, campaniformi, tubulato etc) cioè del monaco Blasius: Hanc novam plantam iure quidem optimo Blasiam denominavimus a Pat. D. Blasio Biagi Congregationis Vallis–Umbrosae Monacho, Botanico non gregario, ac in Etruria itineribus nostris ad indagandas plantas saepe sedulo comite.

Bobart

Jacob Bobart (1641–1719), the younger, was an English botanist. Bobart was the younger son of Jacob Bobart. He was born at Oxford 2 August 1641, succeeded his father as superintendent of the Physic Garden, and on the death of Dr. Morison in 1683 lectured as botanical professor. In 1699 he brought out the third part of Morison's Historia Plantarum, the second having been issued during the writer's life in 1680, whilst the first was never printed. In Gray's 'Notes on Hudibras' occurs the following: 'Mr. Jacob Bobart, botany professor of Oxford, did about forty years ago (in 1704) find a dead rat in the Physic Garden, which he made to resemble the common picture of dragons by altering its head and tail, and thrusting in taper sharp sticks, which distended the skin on each side till it mimicked wings. He let it dry as hard as possible. The learned immediately pronounced it a dragon, and one of them sent an accurate description of it to Dr. Magliabecchi, librarian to the Grand Duke of Tuscany. Several fine copies of verses were wrote upon so rare a subject; but at last Mr. Bobart owned the cheat. However, it was looked upon as a masterpiece of art, and as such deposited in the museum or anatomy school at Oxford.' Whilst he held this appointment he formed a hortus siccus according to the fashion of the times in twelve vols. folio, which is kept at the garden. He vainly tried for the post of curator to the Apothecaries' Garden at Chelsea in 1692. Consul William Sherard, who afterwards left his library and an endowment to the Oxford Garden, wrote in July 1719 that Vice–chancellor Shippen had compelled Bobart, 'my old master,' who was then in weak health, to resign the office of botanic professor, Dr. E. Sandys receiving the post. He says: 'I am surprised the vice–chancellor hath obliged Mr. Bobart to resign his place . . . they ought to have let him spend the short remainder of his time in the garden.' He died on 28 Dec. 1719, and was buried two days later. Among the Sherardian letters in the library of the Royal Society are fourteen from Bobart to the consul, and in the 'Sloane MS.,' No. 3343, in the British Museum, are many of Bobart's memoranda of considerable gardening interest. An interleaved copy of Bauhin's 'Pinax,' with copious annotations by Bobart, is in the botanical department of the Natural History Museum at Cromwell Road, and an interleaved copy of the 'Oxford Garden Catalogue,' in the possession of the writer, has a few additions in same handwriting. The genus Bobartia was named in honour of the two Bobarts by Linnæus in the 'Amœnitates Academicæ.'

Boccone

Paolo Silvio Boccone (Palermo, 1633 – Parco 1704, fino al 1930 nome del comune di Altofonte PA) è stato un botanico italiano. Palermitano di nobile famiglia, si dedica fin dalla giovinezza allo studio della storia naturale, frequentando l'Orto botanico di Messina fondato da Pietro Castelli. Compie numerosi viaggi di studio in Sicilia, Italia ed Europa, e in ultimo si stabilisce a Padova ove diviene professore di botanica. Nel 1671 pubblica, a Parigi, l'opera Recherches et Observations naturelles nella quale tratta diversi argomenti naturalistici, spaziando dalla medicina alla tossicologia. Diviene botanico di corte del Granduca di Toscana Ferdinando II (1610–1670), contribuendo allo sviluppo del Giardino dei Semplici di Firenze. Nel 1682, a quasi 50 anni di età, entra nell'ordine Cistercense prendendo il nome di Silvio. Apprezzato all'interno della comunità scientifica, intrattiene rapporti di scambio e collaborazione con molti botanici europei. Tra i suoi allievi figurano il francese Charles Plumier (1646–1704) e il siciliano Francesco Cupani (1657–1710). Al suo nome sono dedicate varie specie vegetali tra cui Chiliadenus bocconei, Eryngium bocconei, Heliotropium bocconei, Helleborus bocconei, Jurinea bocconei, Limonium bocconei, Odontites bocconei, Seseli bocconi, Spergularia bocconi. Linneo gli ha dedicato il genere Bocconia della famiglia delle Papaveraceae. Morì nel monastero di Santa Maria di Altofonte (Parco, oggi Altofonte) nel 1704.

Bochart

Samuel Bochart (Rouen, 30 May 1599 – Caen, 16 May 1667) was a French Protestant biblical scholar, a student of Thomas Erpenius and the teacher of Pierre Daniel Huet. His two–volume Geographia Sacra seu Phaleg et Canaan (Caen 1646) exerted a profound influence on seventeenth–century Biblical exegesis. Bochart was one of the several generations of antiquaries who expanded upon the basis Renaissance humanists had laid down, complementing their revolutionary hermeneutics by setting classical texts more firmly within the cultural contexts of Greek and Roman societies, without understanding of which they could never be fully understood. Thus Bochart stands at the beginning of a discipline of the history of ideas that provides the modern context for all textual studies. He was for many years a pastor of a Protestant church at Caen, and also studied in Oxford, where he was tutor to Wentworth Dillon, later Earl of Roscommon. Bochart's Hierozoïcon sive bipartitum opus de animalibus sacrae scripturae (2 vols., London 1663), a zoological treatise on the animals of the Bible was more than a Christianized Pliny's Natural History nor just an expansion of Conrad Gessner's Historiae animalium. Bochart instanced the Arabic naturalists, like al–Damîrî and al–Qazwini, none of whose work had appeared in European print before. His etymologies follow the fanciful tradition inherited from Classical Antiquity and passed to medieval culture through Isidore of Seville. In 1652 Christina of Sweden invited him to Stockholm, where he studied the Arabic manuscripts in the queen's possession. He was accompanied by Pierre Daniel Huet, afterwards Bishop of Avranches. On his return to Caen he was received into the academy of that city. Bochart was a man of profound erudition; he possessed a thorough knowledge of the principal Oriental languages, including Hebrew, Syriac, Chaldean and Arabic; and at an advanced age he wished to learn Ethiopic. Bochart's examples and quotations provided challenges to London typographers, who created typefaces to reproduce them. He was so absorbed in his favourite study, that he saw Phoenician origins even in Celtic words, and hence the number of chimerical etymologies which swarm in his works. His correspondence on theological subjects, carried on with Cappellus, Salmasius and Vossius was included in his posthumous collected works, and so achieved a wide distribution. He died of apoplexy in the academy of Caen during an impassioned debate with Huet on the translation of a passage of Origen related to transubstantiation. His major works: A dictionary of Arabic – Geographia Sacra seu Phaleg et Canaan (Caen 1646) – De consiliandis in religionis negotio protestantibus, 1662 – Hierozoïcon, (London 1663).

Boehmer

Georg Rudolf Boehmer (German: Böhmer) (October 1, 1723 – April 4, 1803) was a German botanist and physician who was born in Liegnitz. He studied botany at the University of Leipzig under Christian Gottlieb Ludwig (1709–1773). In 1752 he succeeded Abraham Vater (1684–1751) as professor of botany and anatomy at the University of Wittenberg, where in 1782 became a professor of therapy. During his career he also had part–time duties as Stadtphysikus in Wittenberg, and later in Kemberg. Among his publications was a five volume work on natural history called Bibliotheca scriptorum historiae naturalis and he is also known as an entomologist. The plant genus Boehmeria from the family Urticaceae is named in his honor. Selected publications: Lexicon rei HerbariaeTechnische Geschichte der Pflanzen (Technical History of Plants) – Bibliotheca scriptorum historiae naturalis, 5 volumes 1785–1789 – Systematisch–literarische Handbuch der Naturgeschichte, Ökonomie und anderer damit verwandter Wissenschaften und Künste (Systematic and Literary Handbook of Natural History, Economics and related Sciences and Arts).

Boerhaave

Herman Boerhaave: medico, chimico e botanico tedesco (Voorhout, Leida, 1668 – Leida 1738). Raggiunse grande fama sia per la sua abilità clinica, che gli derivava dall'attento esame del malato e dalle conoscenze anatomiche e fisiologiche in opposizione a ogni dogmatismo, sia per le teorie innovatrici da lui sostenute nel dare un'interpretazione meccanicistica alla fisiologia. Fu uno dei maggiori fautori dei concetti della iatrochimica e della iatrofisica. Tra le opere: Institutiones medicae (1708), Elementa chemiae (1724) e Index plantarum (1724) dell'Orto botanico di Leida.

Boissieu de La Martinière

Joseph Hughes (ou Hugues) de Boissieu (de) La Martinière, aussi appelé Joseph La Martinière (né en 1758 à Saint–Marcellin, disparu dans l’océan Pacifique en 1788) était un botaniste et biologiste français. Il a participé à l'expédition de Jean–François de La Pérouse en 1785 et disparu avec lui dans le Pacifique en 1788. Joseph de Boissieu La Martinière est issu de la famille Boissieu–Perrin, vieille famille de bourgeoisie de robe et de marchands–châtelains du Dauphiné. Il est le fils de Jean Joseph de Boissieu (docteur en médecine de la faculté de Montpellier et consul de Saint Marcellin) et de Marie Anne François et le petit–fils de Claude de Boissieu (marchand à Saint Appolinard, puis bourgeois de Saint Marcellin) et Anne Thérèse Tabaret. Joseph de Boissieu La Martinière était docteur en médecine et botaniste du roi, formé à Montpellier. Il prit part à l’expédition scientifique de La Pérouse, partie en 1758, qui comprenait deux navires: L'Astrolabe et La Boussole. En décembre 1787, il échappe à la mort aux îles Samoa, fuyant à la nage et nageant d’un bras, l’autre tenant un sac de plantes (selon le site Internet Les manants du roi). Durant le voyage, La Martinière envoya en France plusieurs rapports au sujet de ses découvertes botaniques et biologiques (vers helminthes, crustacés copépodes et de nombreuses autres espèces marines). Il laisse ainsi une correspondance. En 1788, les deux navires firent naufrage à l'île de Vanikoro dans l’archipel des Salomon et tous les membres de l’expédition, dont Boissieu, disparurent. Le cadavre d’un membre de l’expédition a été découvert en 2003 mais n’a pas été identifié.

Bolton

James Bolton (1735 – 7 January 1799) was an English naturalist, botanist, mycologist, and illustrator. James Bolton was born near Warley in the West Riding of Yorkshire in 1735, the son of William Bolton, a weaver. James initially followed in his father's trade, but later became a self–taught art teacher and finally a publican in his home village of Warley. He married Sarah Blackburn in 1768 and the couple had four children. He and his family lived all their lives in the Halifax area. James and his older brother, Thomas (1722–1778), were keen naturalists, Thomas having a particular interest in entomology and ornithology. Edward Donovan named the dragonfly Cordulegaster boltonii after a specimen collected by Thomas Bolton. The two brothers contributed to the natural history section in The History and Antiquities of the Parish of Halifax in Yorkshire, published in 1775 by John Watson. James Bolton subsequently developed his interest further by writing or illustrating a number of important natural history books. In 1785, Bolton provided the illustrations for Richard Relhan's Flora Cantabrigiensis. In the same year, he also published the first of his own works, part one of Filices Britannicae, an illustrated account of British ferns in two volumes. James Bolton not only drew the illustrations, but etched them himself. Moreover, he did not merely collate existing information on ferns, but undertook original research and field work. The book includes a description and illustration of a new fern species, now known as Woodsia alpina (Bolton) Gray. At this time, Bolton enjoyed the patronage of Margaret Bentinck, Duchess of Portland (1715–1785). James Bolton's additional illustrations of native and exotic flowering plants were never published. A number of his original watercolours, however, are extant, including Fifty Flowers Drawn from Nature at Halifax (1785–1787) at the Natural History Museum, an album from 1794 called "Twelve Posies Gathered in the Fields" held at Liverpool Museum, and a collection of botanical paintings in the Lindley Library at the Royal Horticultural Society. In 1788 the genus Boltonia (Compositae) was named in his honour by Charles Louis L'Héritier de Brutelle. Bolton's chief interest was in fungi, which he assiduously collected, carried home in his vasculum and illustrated. He also corresponded with many of the notable mycologists of his day, including Jean Bulliard, James Dickson, John Lightfoot, and Carl Willdenow. The result was the publication of the first English–language work devoted to fungi, Bolton's three–volume An History of Fungusses growing about Halifax, published 1788–1790, with a supplement in 1791. The work was dedicated to Henry Noel, 6th Earl of Gainsborough (1743–1798), who was one of Bolton's patrons and helped fund the project. As with the earlier book on ferns, Bolton not only undertook the illustrations, but also did the etchings for the work, which were then hand–coloured. Among the species covered, many were newly described, including such familiar fungi as the Wood Woollyfoot Collybia peronata (Bolton) P. Kumm., the inkcap Coprinellus domesticus (Bolton) Vilgalys et al., the Cramp Ball Daldinia concentrica (Bolton) Ces. & De Not., the bracket Daedaleopsis confragosa (Bolton) J. Schröt., the agaric Lepiota cristata (Bolton) P. Kumm., and the Fairy–Ring Champignon Marasmius oreades (Bolton) Fr. The book was translated into German, as Geschichte der merkwürdigsten Pilze, and published in four volumes (1795–1820) with notes by Willdenow. An additional album of 233 unpublished paintings of fungi, known as Icones fungorum circa Halifax nascentium, is held in the Special Collections Library of the United States Department of Agriculture. A collection of 36 "fungi illustrations" (c. 1780) is also held at the Natural History Museum and some additional sketches are in the library of the Earl of Derby at Knowsley Hall. Few of Bolton's fungal collections survive, but some of his specimens are in the mycological herbarium at the Royal Botanic Gardens, Kew and others in the Edward Robson herbarium at Sunderland Museum. Bolton's final published work was Harmonia ruralis, an "essay towards a natural history of British songbirds", issued in two volumes (1794–6). Birds and their nests were drawn from life, whilst the text contained many of Bolton's first–hand observations. The popularity of the subject matter led to two subsequent but posthumous editions in 1830 and 1845. An exhibition devoted to James Bolton and his works was held at the Liverpool Museum in 1995–6 and he was one of the artists featured in the Nature Observed exhibition at the University of London in 2006. Bolton's fern and fungi books, with their descriptions of new species, remain of scientific value today, whilst his bird studies from Harmonia ruralis have retained their attraction – and have been reproduced as prints, on table mats and coasters, and even on tea towels.

Bomare

Jacques–Christophe Valmont de Bomare, né le 17 septembre 1731 à Rouen, mort le 24 août 1807 à Paris, est un naturaliste français. Fils d’un avocat au parlement de Normandie, Valmont de Bomare commence ses études chez les Jésuites de sa ville natale et fait de rapides progrès dans la langue grecque. Son père le destine au barreau mais les inclinations du jeune Valmont le portent à l’étude de la nature. Il commence par apprendre l’anatomie sous le chirurgien en chef de l’Hôtel–Dieu de Rouen Lecat et s’adonne ensuite à la pharmacie et à la chimie. Monté, en 1750, à Paris où il est accueilli par Buffon, Daubenton, Réaumur, Nollet, Rouelle, D'Holbach, D'Alembert et Diderot, qui l’aideront à suivre la carrière à laquelle il se destinait, il s’applique pendant plusieurs années à l’étude des sciences naturelles. Il nourrit pour ce domaine une telle passion qu’il conçoit dès ce moment l’idée de donner des cours d’histoire naturelle. Il communique ce projet au marquis d’Argenson, alors ministre de la Guerre, qui lui donne la commission de voyager au nom du gouvernement. Valmont visite les principaux cabinets de l’Europe, examine les ateliers métalliques, les gisements des mines et la profondeur de leurs excavations, pour rassembler les éléments et les matériaux de ses leçons. Il propose à son retour en 1756 un cours sur les différentes branches de l’histoire naturelle, cours renouvelé jusqu’en 1788. En 1767 il devient membre de la Société royale d’agriculture de Paris. En 1769 il accepte la direction du cabinet de physique et d’histoire naturelle du prince de Condé à Chantilly. Son premier ouvrage est le Catalogue d’un cabinet d’histoire naturelle, ébauche du Dictionnaire universel d’histoire naturelle (1764), auquel l’Europe fait le meilleur accueil, sans approche nouvelle, mais avec le mérite de la clarté et de la compréhension. Il se rend en Laponie et en Islande, fait une exacte description des volcans de ce dernier pays et rassemble dans l’un et dans l’autre de précieux matériaux, avec lesquels il revient à Paris. Ses résultats sont bien accueillis par les savants et les érudits, si bien que le 16 juillet 1756, il ouvre un cours sur les différentes branches d’histoire naturelle qu’il professe pendant trente–deux ans, jusqu’en 1788. Ceux–ci répandent bientôt le goût de l’histoire naturelle et celui des voyages destinés à l’étude de la nature. C'est en 1763 qu’il fait paraître son Traité de Minéralogie, suivi en 1764 du Dictionnaire d’Histoire naturelle, ouvrage qui fut traduit dans presque toutes les langues. Un grand nombre de sociétés savantes, dont les académies de Caen, de La Rochelle et de Rouen, l’admirent dans leur sein. Il eut même de pressantes invitations pour donner des cours en Russie et au Portugal mais il refusa toutes ces offres, ne pouvant se résoudre à quitter son pays. En 1793, il fut appelé à l’Institut comme membre associé et, peu après, il fut nommé professeur d’histoire naturelle à l’École centrale et censeur des études au lycée Charlemagne, fonctions qu’il remplit avec le plus grand zèle jusqu’à sa mort.

Bonamy

François Bonamy (10 mai 1710, Nantes – 5 janvier 1786, Nantes), médecin et botaniste français. Médecin et botaniste nantais (membre de la famille Bonamy ou Bonamico, Buonamico ou Buonamici, originaire de Florence), il enseigne la botanique pendant près de 50 ans, gratuitement et en public. A ses frais, il entretient un jardin botanique exotique. Fondateur de la Société d'agriculture de Bretagne (la première en France), il est l'auteur de Flore des environs de Nantes paru en 1782. Il est régent de la faculté de médecine de Nantes, procureur général, puis recteur de l'Université royale de Nantes. Directeur de l'établissement du Jardin des plantes de Nantes (1737), médecin personnel de Barin de la Galissonnière. En 1764 grâce à un rameau ramené par un jeune apothicaire, le sieur Louvrier, Bonamy identifie le laurier tulipier ou Magnolia grandiflora planté vers 1731 à la Maillardière près de Rezé par Darquistade, autre maire de Nantes. Quelques années plus tard, avec l'aide du jardinier Moreau, Bonamy tente et réussit à plusieurs reprises des marcottes aériennes mais hélas, à chaque fois, celles–ci sont volées. La quatrième année, leur patience est enfin récompensée et les rejetons du fameux arbre contribueront, de parc en jardin, à affirmer la notoriété botanique de Nantes. Lorsque Bonamy cesse ses activités en 1780, c'est Armand Prudent Lemerle qui lui succède.

Bonato

Antonio Bonato, prefetto dell'Orto Botanico di Padova dal 1794 al 1835, già bibliotecario dell'Università di Padova, unendo il suo fondo a quello di Giovanni Marsili istituisce la Biblioteca dell'Orto Botanico. Tra i pezzi più pregiati, ricordiamo la raccolta di tavole didattiche di grande formato dipinte a mano.

Bondt Jacob Bontius Jacobus

Jacobus Bontius (Jacob de Bondt) (Leiden, 1592 – Jakarta, 30 November 1631) was a Dutch physician, a pioneer of tropical medicine. He is known for the four–volume work De medicina Indorum. He was born in Leiden, son of the physican Gerard Bontius, and brother of Reiner Bontius who was court physician to Maurice of Nassau. Willem Bontius, another brother, was a law professor at the University of Leiden. Jacobus himself graduated M.D. from Leiden in 1614. He sailed to the East Indies with Jan Pieterszoon Coen, for the Dutch East India Company. De medicina Indorum (1642): the medical observations of Bontius were published after his death. They include what is recognized as the initial medical description of beriberi. He also reported on the dysentery epidemic in Java in 1628. The second edition of 1658, put together by Willem Piso, was expanded and included material by Piso on the Americas.

Bonnet

Charles Bonnet (Ginevra, 13 marzo 1720 – Genthod, 20 maggio 1793) è stato un biologo e filosofo svizzero, scopritore della partenogenesi e autore di una teoria dell'evoluzione. Dopo aver intrapreso gli studi universitari in giurisprudenza, campo verso il quale non provò mai molto interesse, Charles Bonnet scoprì di avere una grande passione per la biologia e, all'età di 16 anni, dopo la lettura del saggio dell'abate Pluche "Spectacle de la nature" e soprattutto, con lo studio dei lavori di Réaumur, col quale fu in corrispondenza fin dall'età di 18 anni, decise di iscriversi alla facoltà di Scienze Biologiche dell' Università di Ginevra, conseguendo la laurea nel 1746. La sua vita appare priva di avvenimenti degni di nota. Sembra non abbia mai lasciato la terra natale (Ginevra entrò a far parte della Confederazione Elvetica nel 1815, dopo la morte di Bonnet), né che abbia preso parte agli affari pubblici, eccetto il periodo compreso fra il 1752 e il 1768 durante il quale Bonnet fu membro del Consiglio della Repubblica di Ginevra. Esercitò la professione di avvocato, ma dedicò molto tempo alle scienze naturali, rivolgendo i suoi interessi dapprima all'entomologia e successivamente alla botanica. Divenne membro della Royal Society il 17 novembre 1743, mentre la pubblicazione del Traité d'insectologie (1745) gli vale l'ammissione all'Accademia delle scienze francese come socio corrispondente. Nel 1755 sposò Marie–Jeanne De la Rive; la coppia non ebbe figli, ma adottò come figlio Horace–Bénédict de Saussure, nipote della signora Bonnet. Divenuto cieco nel 1762, abbandonò le osservazioni scientifiche per dedicarsi alla filosofia. Trascorse gli ultimi venticinque anni della sua vita in un piccolo villaggio nei pressi di Ginevra, Genthod, dove morì dopo una lunga malattia. Bonnet si interessò alla riproduzione degli afidi, riuscendo a ottenere undici generazioni successive senza fecondazione maschile (fenomeno della "Partenogenesi"). Studiò anche la respirazione dei bruchi e delle farfalle, l'anatomia della Tenia, e la facoltà posseduta dall'Hydra di ricostituire le parti danneggiate o perdute dell'organismo (fenomeno della "Rigenerazione"). Nel 1754 apparve il Recherches sur l'usage des feuilles, in cui Bonnet inferiva la funzione delle foglie (respirazione, traspirazione, guttazione, ecc.) dalla loro struttura anatomica; ammirato da Cuvier, il testo è universalmente giudicato uno dei più importanti trattati scientifici prodotti nel XVIII secolo. Charles Bonnet nel 1760 riferì la presenza di allucinazioni visive complesse e realistiche (personaggi, uccelli, ecc.) nel proprio nonno, sebbene costui, che aveva 87 anni, fosse affetto da cecità quasi totale per cataratta. Questa sindrome psichiatrica, che colpisce soggetti anziani con deficit visivi, porta per l'appunto il nome di Bonnet. Dopo che la cecità gli impedì di continuare con le osservazioni scientifiche, Bonnet si dedicò alla rielaborazione teorica e filosofica di vari problemi scientifici, specialmente quello della generazione, nati dalle sue precedenti osservazioni. L'opera filosofica di Bonnet è caratterizzata dalla difesa del preformismo e dalla polemica contro la generazione spontanea, nella quale si trovò alleato con Lazzaro Spallanzani, dal razionalismo e dal meccanicismo creazionistico. Compose parecchi scritti filosofici (Essai de psychologie, Essai analytique sur les facultés de l'âme, Palingenesie philosophique, Recherches philosophiques sur les preuves du christianisme, Considérations sur les corps organisés, ecc.). Nell'ambito delle teorie preformiste secondo le quali tutti i germi esistevano già nel momento della Creazione biblica, Bonnet sosteneva tuttavia che gli esseri viventi fossero comparsi sulla Terra in epoche successive. Bonnet ipotizzava infatti che nel nostro pianeta fossero avvenute in passato numerose estinzioni catastrofiche dopo le quali si sarebbero sviluppati germi, sopravvissuti alle catastrofi precedenti e contenuti nei viventi più antichi, dai quali sarebbero sorte nuove forme di vita, sempre più perfette, adatte alle nuove condizioni geologiche. Il criterio che permetteva l'ordine gerarchico nella scala degli organismi era per Bonnet il "grado di organizzazione". Per Bonnet "l'organizzazione più perfetta è quella che con un numero uguale o inferiore di parti distinguibili raggiunge i maggiori effetti". Gli esseri viventi vengono valutati nella loro perfezione, da Bonnet, con gli stessi criteri di utilità e di finalismo con cui sono valutate le macchine costruite dall'uomo. L'applicazione di questi criteri era tuttavia inutilizzabile per la definizione della scala dei viventi; lo stesso Bonnet, per esempio, ammetteva che il corpo umano, pur essendo il più perfetto fra quelli degli esseri viventi sulla Terra, possiede numerose facoltà sensoriali e motorie inferiori a quelle di altri animali posti nei gradini inferiori della scala dei viventi. Bonnet, il quale riconosceva che tutti gli esseri avessero un'anima, non escludeva che anche l'uomo potesse estinguersi in futuro, lasciando "alla scimmia o all'elefante quel primato che attualmente egli detiene fra gli animali del nostro pianeta. In questa universale rinascita degli animali, si potrà trovare un Leibniz o un Newton fra le scimmie o gli elefanti, un Perrault o un Vauban fra i castori".

Bonpland

Aimé Jacques Alexandre Bonpland: esploratore e naturalista francese (La Rochelle 1773 – Santa Ana, Argentina, 1858). Nel 1799 prese parte con Alexander von Humboldt a un viaggio scientifico nell'America Centrale e Meridionale rimanendovi cinque anni, durante i quali collezionò oltre 6000 specie vegetali in gran parte sconosciute, che descrisse nell'opera Plantae aequinoctiales / Plantes équinoxiales (1805–09, in collaborazione con Humboldt). Nel 1816 si recò nuovamente nell'America Meridionale dove si stabilì definitivamente.

Bory de Saint–Vincent

Jean Baptiste Bory de Saint–Vincent (Agen, 6 luglio 1778 – 22 dicembre 1846) è stato un naturalista francese, il cui nome di battesimo è stato variamente riportato come "Jean Baptiste Marcellin" e "Jean Baptiste George Marie". Venne inviato come naturalista con la spedizione del capitano Nicolas Baudin in Australia nel 1798, ma sbarcò dal vascello alle isole Mauritius e trascorse due anni esplorando le isole Riunione e altre isole dell'Oceano Indiano. Al suo ritorno si arruolò, fu presente alla battaglia di Ulm e alla battaglia di Austerlitz, e, nel 1808, si recò in Spagna con il Maresciallo Soult. Nel 1815, sostenne Napoleone e si oppose ai Borboni. Di conseguenza, venne bandito con la restaurazione dei Borboni. Ma dopo diversi anni d'esilio, gli fu consentito di tornare tranquillamente a Parigi nel 1820. Nel 1829 comandò una spedizione scientifica nel Peloponneso e nel 1839 fu incaricato della esplorazione dell'Algeria. Fu direttore del Dictionnaire classique d'histoire naturelle (Dizionario classico di storia naturale). Le sue pubblicazioni comprendono: Essais sur les Iles Fortunées (1802; Saggi sulle Isole Fortunate [Isole Canarie]) – Voyage dans les Iles d'Afrique (1803; Viaggio nelle isole d'Africa) – Voyage souterrain, ou description du plateau de Saint–Pierre de Maestricht et de ses vastes cryptes (1821; Viaggio sotterraneo, o descrizione dell'altopiano di St. Pietersberg in Maastricht e delle sue vaste grotte) – L'Homme, essai zoologique sur le genre humain (1827; L'Uomo: saggio zoologico sul genere umano), in cui adottò una prospettiva poligenica – Resumé de la géographie de la Peninsule (1838; Riassunto della geografia della Penisola iberica).

Bose Caspar

Caspar Bose (1645–1700), dessen Familie dem Patriziat angehörte und eine gut florierende „Gold– und Silberhandlung–Compagnie“ führte, erwarb schrittweise zwischen 1680 und 1685 ein Gelände in der Ostvorstadt, das den heutigen Rossplatz, die heutige Tal–, Seeburg– und Nürnberger Straße sowie die heutige Johannisgasse umfasste, mit dem Ziel, dort einen Barockgarten zu errichten. Der Handelsherr wollte sein Repräsentationsbedürfnis befriedigen und leitete damit eine Entwicklung in Leipzig ein, die vor allem im 18. Jahrhundert zum Entstehen von rund 30 prachtvollen Barockgärten führte. Neben Apels Garten, Richters Garten oder dem Kleinbosischen Garten war der Großbosische Garten einer der weit über die Grenzen der Stadt bekannten und bewunderten Barockgärten. Caspar Bose besuchte die französische Schule in Leiden und unternahm mehrere Bildungsreisen durch Frankreich, Italien und die Niederlanden. Er lernte auf seinen Reisen die französische Gartenbaukunst kennen und führte in der Folge einen intensiven Briefwechsel mit namhaften europäischen Gelehrten zur Gartenkunst und zur Pflanzenzüchtung. 1685 beauftragte er den Mathematiker und Architekten Leonhard Christoph Sturm (1669–1719) mit dem Gestalten einer Gartenanlage. – Der Großbosische Garten (auch: Großbosescher Garten) war der älteste der berühmten Barockgärten der Stadt Leipzig.

Bose Ernst

Ernst Gottlob Bose (* 30. April 1723 in Leipzig; † 22. September 1788 ebenda) war ein deutscher Botaniker und Mediziner. Bose stammte aus einer bedeutenden Leipziger Familie, die eng mit der Familie des Johann Sebastian Bach verbunden war. Sein Studium an der Universität Leipzig hatte er 1745 als Magister der Philosophie absolviert. Danach widmete er sich den medizinischen Wissenschaften und promovierte 1748 zum Doktor der Medizin. Da er sich intensiv mit Botanik beschäftigt hatte, erlangte er 1755 die Professur der Botanik an der Leipziger medizinischen Fakultät. 1763 wurde er Professor der Physiologie und 1773 wurde ihm die Professur der Anatomie und Physiologie übertragen, welche er bis zu seinem Tode innegehabt hatte. Bose zeichnete sich durch große und umfassende Bildung aus und erfreute sich unter seinen Zeitgenossen allgemeiner Anerkennung. Seine literarischen Leistungen, zum größeren Teile botanischen und anatomischen Inhaltes, sind in einer sehr großen Zahl akademischer Gelegenheitsschriften niedergelegt. Zudem beteiligte er sich auch an den organisatorischen Aufgaben der Leipziger Hochschule und war im Wintersemester 1773 der Rektor der Alma Mater.

Bougainville

Louis Antoine, conte di Bougainville (Parigi, 11 novembre 1729 – Parigi, 31 agosto 1811) è stato un esploratore, navigatore, ammiraglio e matematico francese. Nato a Parigi l'11 o il 12 novembre 1729 dal notaio Pierre–Yves de Bougainville e da Marie–Françoise d'Arboulin, era il più giovane dei loro tre figli: Jean–Pierre (1722–1763, letterato e accademico di Francia), Charlotte (1724–1813, andata poi sposa al governatore di Loches, Honorat de Baraudin) e, appunto, Louis Antoine. Inizialmente si dedicò agli studi di diritto e di matematica divenendo avvocato, ma abbandonò presto questa professione per scrivere nel 1752, sotto l'influenza di d'Alembert, un saggio sul calcolo integrale come supplemento al trattato di Guillaume de l'Hôpital sul calcolo differenziale. L'anno successivo però entrò nell'esercito, nel corpo dei moschettieri, lasciando una promettente carriera di matematico: pubblicato nel 1754, infatti, il suo saggio sul calcolo integrale gli aprì le porte, l'8 gennaio 1756, della Royal Society a Londra, dove era stato inviato l'anno precedente come segretario dell'ambasciata francese. Nel 1756 si recò nel Canada francese (Nuova Francia) come capitano dei dragoni e aiutante di campo del generale Louis–Joseph de Montcalm e combatté attivamente contro gli inglesi nella cosiddetta guerra franco–indiana, capitolo nordamericano della guerra dei sette anni (1756–1763). Si distinse nella conquista di Fort Oswego (14 agosto 1756) e nel vittorioso assedio di Fort William Henry (3–9 agosto 1757). Venne ferito nella vittoriosa difesa di Fort Carillon (1758) e rientrò quindi in patria per ottenere ulteriori aiuti alla spedizione francese. Ritornò in Canada nel 1759 con la croce di San Luigi e con il titolo di colonnello, ma senza i rinforzi richiesti. Partecipò quindi alla difesa della città fortificata di Québec pattugliando per tutta l'estate con i suoi granatieri e i volontari a cavallo la sponda nord del San Lorenzo per bloccare i numerosi tentativi inglesi di passare il fiume e tagliare così le comunicazioni con Montréal. Il 13 settembre 1759 non riuscì invece a intervenire nella battaglia della piana di Abraham, durata solo un'ora, che vide la sconfitta francese e che, con la morte del generale Montcalm e la caduta di Québec (18 settembre), segnò irreparabilmente le sorti della guerra. Inviato dal nuovo comandante François–Gaston de Lévis a presidiare il fronte sudorientale, cercò di bloccare l'avanzata inglese trincerandosi all'Île–aux–Noix sul fiume Richelieu. In seguito, raggiunse de Lévis sull'isola di Sant'Elena per l'ultima resistenza francese prima della capitolazione generale (1761). Rientrato in Francia dopo la resa, Bougainville combatté sul fronte del Reno e partecipò ai negoziati che condussero alla firma del trattato di Parigi (1763) con cui venne posta fine alla guerra dei sette anni. Immediatamente dopo la pace, Bougainville si assunse il compito di colonizzare, a proprie spese ma per conto della Francia, le isole Falkland nell'Atlantico meridionale, allora disabitate, e nel 1763 vi fondò un primo insediamento: Port Saint–Louis (poi chiamato semplicemente Port Louis in suo onore). Le isole invece assunsero il nome di Îles Malouines poiché quasi tutti i colonizzatori erano dei malouins, provenivano cioè dalla città portuale di Saint–Malo. È da questa denominazione francese che deriva il nome argentino di Islas Malvinas. Anche se la piccola colonia non contò mai più di 150 persone, a causa delle ostilità fra inglesi e spagnoli che sfoceranno nella crisi del 1770, il governo francese gli ordinò di vendere le isole alla Spagna: il 31 gennaio 1767 Bougainville s'incontrò nel Río de la Plata con don Felipe Ruiz, comandante della fregata La Esmeralda e del vascello La Liebre nonché futuro governatore delle isole, per cedergliene il possesso ed evacuare i coloni francesi. In precedenza (1766), rientrato in Francia per le trattative connesse alla cessione delle Falkland, Bougainville aveva ottenuto da Luigi XV l'autorizzazione a circumnavigare il globo: sarebbe stato il primo francese a compiere quell'impresa che, si sperava, avrebbe ridato fulgore al prestigio del paese, appannatosi dopo la sconfitta nella guerra dei sette anni. Il 15 novembre 1766 Bougainville salpò da Nantes con la fregata La Boudeuse per la sua spedizione e, dopo gli ultimi preparativi a Brest, il 5 dicembre prese la via dell'oceano raggiungendo il Río de la Plata. Dopo la cerimonia ufficiale di cessione delle Falkland, venne raggiunto a Rio de Janeiro (13 giugno 1767) dalla nave da carico L'Étoile, che portava a bordo anche un disegnatore, un astronomo e il naturalista Philibert Commerçon che proprio in Brasile scoprì un nuovo genere di pianta, da lui in seguito descritta con il nome di bougainvillea in onore del capo della spedizione. Lasciata Rio de Janeiro a luglio, le due navi raggiunsero Montevideo, da cui salparono a novembre e, a dicembre del 1767, attraversarono lo stretto di Magellano dove Commerçon osservò un tipo particolare di delfino cui diede il proprio nome (Cephalorhynchus commersonii). La spedizione esplorò quindi l'immenso e pericoloso arcipelago delle Tuamotu (22 marzo 1768) e il gruppo delle Isole del Vento, toccando Mehetia (2 aprile 1768) e approdando poi a Tahiti, che Bougainville chiamò Nuova Citera rivendicandone la scoperta poiché ancora non sapeva che l'inglese Samuel Wallis vi era sbarcato dieci mesi prima. Da Tahiti i francesi proseguirono la loro rotta verso occidente raggiungendo le Samoa e le Nuove Ebridi. Dall'isola di Espiritu Santo si mossero alla ricerca del favoleggiato "continente meridionale" (l'aristotelica Terra Australis incognita) arrivando quasi a scoprire la Grande barriera corallina (4 giugno 1768), ma allontanandosene a causa della violenza delle onde in cui si imbatterono. Bougainville risalì quindi verso nord–est navigando fra le isole Salomone, che tuttavia non esplorò per l'ostilità degli indigeni e limitandosi a dare il proprio nome a una delle più vaste isole di tale arcipelago e quello del re Luigi XV (Louis in francese) all'arcipelago Louisiade. Raggiunta la Nuova Irlanda, la spedizione fu attaccata dalle popolazioni locali e perciò fece rotta verso le Molucche. Solo a Batavia (Giacarta) Bougainville apprese delle esplorazioni di Samuel Wallis e Philip Carteret, che qui avevano fatto scalo sulla via del ritorno. Il 16 marzo 1769 la spedizione completò il suo viaggio intorno al mondo rientrando a Saint–Malo e facendosi apprezzare, fra le altre cose, per la serie di osservazioni astronomiche sulla longitudine che permisero l'elaborazione di precise carte nautiche e anche per le scarsissime perdite subite: soltanto 7 marinai su un equipaggio di oltre 200 uomini. Nel 1771 Bougainville pubblicò il suo Voyage autour du monde in cui, descrivendo Tahiti, la presentò come una sorta di paradiso terrestre dove uomini e donne vivevano in una felice innocenza, lontani dalla civiltà corrotta, dando così un potente avallo alle teorie sul "buon selvaggio" diffuse dalla filosofia romantica, in particolare da Jean–Jacques Rousseau, prima della Rivoluzione Francese. Voltaire si mise a studiare il tahitiano, rimpiangendo di non potersi imbarcare per quelle isole a causa dell'età, e Denis Diderot scrisse addirittura un Supplément au voyage de Bougainville in cui, esaltando i costumi della Nuova Citera, criticava severamente lo stile di vita europeo. Del libro si parlò anche e a lungo a Berlino, alla corte prussiana, e Caterina II di Russia si ripromise di prendere come ammiraglio il principe Charles de Nassau–Siegen, uno dei protagonisti dell'avventura. Divenuto celebre in seguito alla sua impresa, Bougainville fu nominato segretario del re (1772); s'imbarcò quindi come capitano in seconda sulla Terpsichore (1775) e sul Solitaire (1776), ottenne il comando del Bien–Aimé (1777) e poi del Guerrier (1778–79), con cui partecipò alla guerra d'indipendenza americana. Rientrato in Francia, l'8 dicembre 1779 fu promosso capo di squadra navale (un grado assimilabile al contrammiraglio) e, rimessosi in salute, si unì in matrimonio a Brest (27 gennaio 1781) con Marie–Joséphine de Longchamps–Montendre. Pochi mesi dopo, il 22 marzo 1781, salpò di nuovo alla volta dell'America con la flotta del conte de Grasse e al comando dell'Auguste, che aveva un equipaggio di 1.149 uomini. Il 28 aprile, giunte in vista della Martinica, le navi francesi ebbero buon gioco nel liberare l'isola dal blocco tentato dall'ammiraglio Samuel Hood, quindi mossero alla conquista di Tobago e nei mesi successivi Bougainville partecipò alla vittoriosa battaglia di Chesapeake (5 settembre 1781) e a quella disastrosa delle Saintes (9–12 aprile 1782). In quell'occasione Bougainville riuscì a raggruppare otto vascelli della sua squadra e a portarli in salvo fino a Sint Eustatius. Ritornato a Parigi al termine della guerra (1783), fu sottoposto a processo per le accuse di de Grasse di non aver obbedito ai suoi ordini, ma ne uscì indenne e poté anzi rientrare nell'esercito con il grado di maresciallo di campo. In seguito progettò un viaggio di esplorazione al Polo Nord, che però non ottenne l'approvazione del ministro delle finanze Loménie de Brienne. Il 3 febbraio 1789 invece poté entrare come libero associato nell'Accademia reale delle scienze. Rimasto fedele al re durante la Rivoluzione, nel 1790 gli fu affidato il comando della flotta di Brest, ma nel 1791 si ritirò dal servizio attivo con il titolo di viceammiraglio non essendo riuscito a ristabilire l'ordine fra le sue truppe in rivolta. Nel 1792 lasciò definitivamente la marina, dopo averne rifiutato il ministero, per ritirarsi nelle sue terre in Normandia dove si dedicò agli studi e all'orticoltura. Arrestato durante il Terrore, fu liberato dopo la caduta di Robespierre e nel 1795 fu eletto tra i membri del neocostituito Institut de France, di cui divenne vicepresidente nel 1807 e presidente nel 1808. Napoleone lo fece senatore nel 1799, ufficiale della Legion d'onore nel 1804 e conte dell'impero nel 1808. Il suo ultimo incarico ufficiale fu la presidenza del consiglio di guerra che nel 1809 giudicò i responsabili della sconfitta di Trafalgar. Bougainville, vedovo dal 1806, morì a Parigi il 31 agosto 1811 lasciando tre figli (Hyacinthe 1781–1846, Alphonse 1788–1861 e Adolphe 1796–1849), tutti impegnati nelle guerre imperiali. Il suo cuore venne sepolto nel Cimetière du Calvaire a Montmartre mentre il suo corpo fu inumato al Panthéon. Le opere – Traité du calcul intégral, pour servir de suite à l'"Analyse des infiniment–petits" de M. le Marquis de l'Hôpital, Paris, Desaint & Saillant, 1754 (2 volumi). – L'état de la nouvelle France à l'époque de la guerre de sept ans, relazione inedita del 1757, Canadian institute for historical microreproductions. – Voyage autour du monde par la frégate du roi La Boudeuse et la flûte l'Etoile en 1766, 1767, 1768 et 1769, Paris, Saillant & Nyon, 1771 (2 volumi).

Bowles

William Bowles (1720–1780), unrecognised Irish–born scientist – Readers will have noticed that I have taken to writing occasional columns on famous Irish–born scientists. We have a proud scientific heritage that is not widely appreciated and I am trying to do my little bit to correct this. Today I describe the life and work of William Bowles (1720–1780) who did very significant scientific work, largely in Spain, but who is virtually forgotten in his native Ireland. I had never heard of William Bowles until, sparked by my recent column on Robert Boyle, I was contacted by a reader, George Reynolds. George, a winner of the Aer Lingus Young Scientist competition in 1968, told me about Bowles, to whose history he was initially introduced by Ms. Maureen Scannell (retd.) of the Botanic Gardens. Almost all of the details in this article are taken from a history of the life and work of William Bowles compiled by George Reynolds. William Bowles was born near Cork in 1720 (some references state 1705). Little is known about his early life. He studied law in London and then went to Paris (1740) where he studied natural history, chemistry, metallurgy and astronomy. He subsequently travelled through France and Germany studying natural history and mineral and other productions. In 1752, having become acquainted with Don Antonio de Ulloa (1716–1795), afterwards Admiral of the Spanish Fleet, Bowles was inducted to superintend the Spanish State mines, form a natural history collection and establish a chemical laboratory to study platinum and its alloys. One of his early successes was to visit the Almaden [e has accent] mercury mines that had been damaged by fire, and the plans he proposed were successfully adopted for their resuscitation. Also, Bowles’s research on platinum caused him to refute the ideas current at the time that platinum was merely an alloy of iron and gold. Afterwards Bowles travelled extensively in Spain, observing the flora and fauna, and commenting on the inhabitants and their customs as well as collecting information on the mineral deposits of Spain. His society was much valued in the ‘best’ Spanish circles. Bowles’s principal work, An Introduction to the Natural History and Physical geography of Spain, was published in Spanish in Madrid in 1775. This book has considerable value, being the first work of its kind. Bowles had difficulty learning Spanish and enlisted the help of friends to translate important documents. Don J.N. de Azara (Spanish ambassador at Rome) helped him in preparing the first edition of his book. It was later translated into several languages. In his work Bowles observed the geology, flora and fauna of Spain and collected mineral and biological specimens. He described the action of the sea on the coastline and made notes on springs and groundwater and the extinct Spanish volcanoes. Because of his familiarity with German geological thinking and with the geology of France and the Alps he appreciated the idea of geological uniformity and could put Spanish formations into context. Specific references to Ireland in the book include the assertion that the potato came to Ireland from Galicia (NW Spain), and a comment on the success of importing Irish Wolfhounds to Spain in keeping down the Spanish wolf population. Ulluoa convinced King Ferdinand VI in 1752 of the need to establish a Council of Natural History to consolidate the teaching of mineralogy, botany and zoology. The Museum of Natural History was founded in Madrid in 1753 with Ulluoa as Director and Bowles as principal scientist. Bowles introduced the heather Daboecia Cantabrica [italics], previously found in NW Spain and Ireland, to England. Also a genus of plant from Peru related to the carrot, Bowlesia, was named after him. Bowles married a German woman Anna Rustein and she accompanied him frequently on his travels around Spain as they were very devoted to each other. They moved house so many times that, to avoid putting their furniture in storage, they sold it each time a long trip was planned. Anna was pensioned by the King of Spain after her husband’s death in 1780. Although Bowles had an initial bad reaction to Spain, declaring that ‘All Spain was stupid, lethargic, poor, dirty, jealous and melancholy’, he quickly changed his mind and, as already described, became well accepted in Spanish society. He observed and commented on the similarity between Spanish and Irish people. In particular he observed the peasants of Vizcaya in the Basque region noting their love of fairs and dancing, resembling Irish celebrations of feast–days of Patron Saints. He described the tradition of ‘fist–fights’ at these fairs in both countries and noted that serious injury was seldom sustained. He compared the ‘Sheebeens’ of Ireland with the ‘Chacoli’ of Vizcaya, both venues for drinking illicit liquor. He decided that the women of Ireland and of Vizcaya greatly resembled each other and asserted that ‘the Irish have always professed a great love for the Spanish nation’. William Bowles died on August 25, 1780 in Madrid and is buried in the Church of San Martin. He made a remarkable contribution to science in general and to Spanish science in particular. Not only was he a fine scientist, but he was generally a fine fellow, described by his contemporaries as tall and fine–looking, generous, honourable, active, ingenious and well–informed. As far as is known, there is no English translation of Bowles’s book in existence today. It would be a most worthy project to commission a new English translation of this book. This would serve both to engender some appreciation of William Bowles in the land of his birth and also to enhance relations between Ireland and Spain. – – – By William Reville, University College, Cork. – (This article first appeared in The Irish Time, May 17, 2001) – http://understandingscience.ucc.ie/pages/sci_williambowles.htm

Braune

Franz Anton Alexander von Braune (* 17. März 1766 in Zell am See; † 24. September 1853 in Salzburg) war ein bekannter Salzburger Botaniker. Sein offizielles botanisches Autorenkürzel lautet „Braune“. Braune entstammt einem alten hessischen Adelsgeschlecht. Sein Vater war hochfürstlicher Pfleger (Bezirkshauptmann mit Aufgaben eines Richters) in Zell am See. Er besucht das Salzburger Gymnasium und studierte die Rechts– und Verwaltungswissenschaften. Zuerst war er „Accessist“ im Pflegegericht Werfen. Später war er auch Aufseher des Botanischen Gartens der Stadt Salzburg. 1801 war er Sekretär beim Berg– und Salinenwesen, später Hofkammersekretär. 1806 wurde Braune, dem von österreichischer Seite wiederholt großes Misstrauen entgegengebracht wurde, außer Dienst gestellt. 1809 war er unter bayrischer Verwaltung Sekretär bei der landärztlichen Schule. 1815 wurde er Referent für geistliche und weltliche Stiftungen, wobei ihm eine definitive Anstellung versagt blieb. Sein Ansuchen um Anstellung als Professor für Naturgeschichte am Salzburger Gymnasium wurde von Österreichs Verwaltung nicht bewilligt. Seine eigentlichen Leistungen waren und blieben botanisch–wissenschaftlicher Natur. Er wurde Mitglied der Akademien und Gesellschaften von München, Göttingen, London und Moskau. 1797 erschienen seine drei umfassenden und bahnbrechenden Bände „Salzburgische Flora“. Verschiedene Pflanzenarten (vor allem Alpenpflanzen) sind heute nach ihm benannt. Sein geplantes großes Werk der europäischen Alpenflora blieb unvollendet. Braune trat auch als Verfasser von Reiseführern und als Literat in Erscheinung. Schriften: Cuenna und Vivonne oder Rache und Untreu. Ein Trauerspiel in fünf Aufzügen nach Meißners Skizzen frey bearbeitet. Mayr, Salzburg 1793. – als Herausgeber: Salzburgische Flora, oder Beschreibung der in dem Erzstifte Salzburg wildwachsenden Pflanzen. Nebst Angabe ihrer Wohnorte, Blühezeiten, Dauer, Gestalt & ihrer Anwendbarkeit in der Heilkunde und Haushaltungswissenschaft, und ihrem Nutzen für Mahler, Färber, Gärber, Bienenzieher, Förster und Landwirthe. 3 Bände. Mayr, Salzburg 1797. – Salzburg und Berchtesgaden. Ein Taschenbuch für Reisende. Beck, Wien 1821 (mehrere Auflagen). – Der Fremde in Salzburg, neuester Wegweiser in der Stadt Salzburg und ihrer Umgebungen. Mayr, Salzburg 1836 (mehrere Auflagen). – Das Untersberg–Torfmoor–Gefild bei Salzburg. Ein Taschenbuch. Mayr, Salzburg 1845.

Breyn

Jakob Breyn (* 14. Januar 1637 in Danzig; † 25. Januar 1697 ebenda) war ein deutscher Kaufmann und Botaniker. Sein offizielles botanisches Autorenkürzel lautet „Breyne“. Jakob Breyn ist der Sohn seines gleichnamigen Vaters Jakob Breyn und dessen Ehefrau Anna Moorman. Eigentlich zur kaufmännischen Ausbildung nach Leiden geschickt widmete er sich mehr seiner Leidenschaft der Botanik. Nach dem Tod seines Vaters 1655 musste er nach Danzig zurückkehren, um dessen Geschäft fortzuführen. Er fand jedoch weiter Zeit, seine botanischen Studien fortzuführen. 1665 heiratete er Sarah Rogge, die Tochter eines Münzmeisters aus Danzig. 1678 erschien das Werk Exoticarum aliarumque minus cognitarum plantarum centuria prima, eine Abhandlung zu 102 Pflanzenarten, die überwiegend vom Kap der Guten Hoffnung stammen. Die Fortführung seines zweiten botanischen Werks Prodromi fasciculi rariorum plantarum... oblag seinem Sohn Johann Philipp Breyne.

Brosse

Guy de La Brosse (Rouen, 1586 – Parigi, 1641) è stato un botanico e medico francese. Medico di Luigi XIII, ottiene il 6 luglio 1626 l'autorizzazione dal re di creare a Parigi, un giardino di piante medicinali destinato alla coltivazione delle piante utili alla medicina per sostituire quello di Montpellier creato da Enrico IV. Ma questo progetto procede a rilento perché la Faculté de médecine de Paris lo considera come un concorrente delle sue attività, tanto più che La Brosse desidera anche istituirvi corsi di botanica e di chimica. Questo giardino, che sarà chiamato Jardin du roi e che diventerà a partire dal 1793 il Museo nazionale di storia naturale di Francia, sarà inaugurato ufficialmente solo nel 1640, cinque anni dopo la sua effettiva creazione. Per calmare la facoltà, il re autorizza un insegnamento privo di diplomi e la possibilità di scegliere i professori viene lasciata all'intendente del giardino. La Brosse pubblica Dessin du Jardin Royal pour la culture des plantes médicinales nel 1628 (pubblicato nuovamente con cinquanta tavole supplementari nel 1640), De la Nature, vertu et utilité des plantes et dessin du Jardin Royal de Médecine nel 1631, Avis pour le Jardin royal des plantes e nel 1636 la Description du Jardin royal des plantes médicinales, contenant le catalogue des plantes qui y sont à présent cultivées et le plan du jardin. Aveva in progetto l’uscita di un Recueil des plantes du Jardin du Roi (Raccolta delle piante del Giardino del Re) accompagnato da quattrocento tavole in rame ad opera di Abraham Bosse, ma la morte impedisce a La Brosse di portarlo a termine. Gli eredi di Guy de La Brosse vendono le tavole in rame a un calderaio per il solo peso del metallo. Guy–Crescent Fagon, successore di La Brosse al posto di intendente del Giardino del re, ne ritrova a stento una cinquantina. Finalmente, Sébastien Vaillant e Antoine de Jussieu ne effettuano un tiraggio limitato a 24 esemplari! Nel 1837 la rue Guy–de–La–Brosse è aperta a Parigi nei pressi del Jardin des plantes e della facoltà di scienze di cui gli edifici attigui prendono ugualmente il nome del botanico.

Brotero

Félix de Avelar Brotero (Loures, Lisbona, 25 novembre 1744 – Lisbona, 4 agosto 1828) è stato un medico e botanico portoghese. Nel 1788, per sfuggire all'Inquisizione, si rifugia in Francia ove compie gli studi di medicina all'Università di Reims. Trascorre in Francia dodici anni durante i quali pubblica, in portoghese, un Compendio da Botanica, opera che gli vale una discreta notorietà. Al suo rientro in Portogallo nel 1790 viene nominato professore di Botanica e Agricoltura presso la Università di Coimbra. Diviene direttore dell'Orto botanico della stessa città. Le sue opere Flora lusitanica (1804) e Phytographia Lusitaniae selectior (1816–1827) lo qualificano come uno dei massimi esperti della flora portoghese. Nel 1820 viene eletto deputato. Continua a pubblicare sino alla età di 83 anni: tra le sue ultime opere una memoria sulla desertificazione delle isole di Capo Verde, un trattato sulla patata dolce e uno sulle conifere. In suo omaggio è stata fondata la Sociedade Broteriana, accademia scientifica che attraverso il suo Boletim ha assunto una notevole importanza nello sviluppo della Botanica in Portogallo. Kurt Sprengel (1766–1833) ha dedicato alla sua memoria il genere Brotera della famiglia delle Compositae.

Broussonet

Pierre Marie Auguste Broussonet (Montpellier, 28 febbraio 1761 – Montpellier, 17 gennaio 1807) è stato un naturalista francese. Figlio di un medico di Montpellier, François Broussonet (1722–1792), si laureò egli stesso in medicina nel 1779. Nel 1780 si trasferì in Inghilterra dove, grazie all'intervento di Sir Joseph Banks (1743–1820), fu ammesso come membro onorario della Royal Society e nel 1782 pubblicò a Londra la prima parte del suo lavoro sui pesci, Ichthyologiae Decas I, basato sulle specie raccolte da James Cook (1728–1779) durante i suoi viaggi. Tornato a Parigi fu nominato segretario della Società dell'Agricoltura e nel 1789 diventò membro dell'Assemblea Nazionale. Fu costretto a lasciare Parigi e a rifugiarsi prima a Madrid, poi a Lisbona e infine in Marocco, come medico presso l'ambasciata americana. Successivamente fece ritorno in Francia e nel 1805 fu nominato professore di botanica a Montpellier, dove morì nel 1807. Di lui abbiamo anche Elenchus plantarum horti botanici Monspeliensis, Monspelii: Augusti Ricard, 1805.

Browall

Johan Browall or Johannes Browallius (1707–1755) was a Finnish and Swedish Lutheran theologian, physicist, botanist and one–time friend of Swedish taxonomist Carl Linnaeus. He was a Professor of Physics from 1737–46, Professor of Theology 1746–49 and was the Bishop of Turku (Åbo), then a diocese of the Church of Sweden, and Vice–Chancellor of The Royal Academy of Turku from 1749 until his death in 1755. He was an elected a member of the Royal Swedish Academy of Sciences in 1740. In 1735 seeds of a plant collected in Panama by a Robert Millar were donated to Philip Miller of the Chelsea Physic Garden in London. The plants were grown on and forwarded to the Royal Society but with the name Dalea. This plant was named Browallia (Species Plantarum 2: 631. 1753 [1 May 1753]; Genera Plantarum ed. 5, 1754) by the famous plant taxonomist Carl Linnaeus in honour of his fellow countryman and botanical colleague. Linnaeus’s principles of botanical nomenclature were first expounded in Fundamenta Botanica ("Foundations of botany") of 1736 and these were later elaborated, with numerous examples, in his Critica Botanica ("Critique of botany") of 1737. The book was published in Germany when Linnaeus was twenty–nine and the title page carries a discursus by Johannes Browall. The friendship was not to last. Coombes notes "Browallia demissa (weak). Renamed by Linnaeus from B. elata (tall) after falling out with Browall." Browall had advised the young Linnaeus to finish his studies abroad, then marry a rich girl – even though he was already engaged to Sara Lisa Moraea. Linnaeus did, indeed, spend the winter of 1737–1738 in Leiden, travelling on to France. While abroad, he was sent news that "his best friend B." had taken advantage of his absence to court Sara Lisa Moraea and had almost succeeded in persuading her that her fiance would never return to Sweden. However, the bishop’s suit failed; Sara Lisa and Linnaeus were married in 1739. The entry under Browallia grandiflora in Curtis’s Botanical Magazine of 1831 reports: "The intimacy and subsequent rupture between Browall and Linnaeus were commemorated by the latter in the specific appellations which he bestowed on the only three individuals of the genus then known. B. elata expresses the degree of their union; B. demissa its cessation; while the ambiguous name of a third species, B. alienata, while it intimates the uncertain characteristics of the plant, implies the subsequent difference between the two parties."

Brown Robert

Robert Brown (Montrose, 21 dicembre 1773 – Londra, 10 giugno 1858) è stato un botanico britannico. Agli inizi del XIX secolo esplorò l'Australia e al termine di quel viaggio pubblicò (1810) l'opera Prodromus Florae Novae Hollandie et Insulae Van Diemen, in cui cataloga e descrive oltre 4000 specie vegetali da lui scoperte. È famoso soprattutto per aver dato il nome al cosiddetto "Moto Browniano". Nel 1827 infatti, mentre esaminava al microscopio alcuni granelli di polline in sospensione nell'acqua, Brown vide piccolissime particelle all'interno dei vacuoli nei granelli eseguire un moto continuo e frenetico. Notò in seguito lo stesso movimento nelle particelle di polvere, giungendo quindi a sfatare l'ipotesi che quel movimento fosse dovuto al fatto che il polline fosse vivo. Sebbene egli non abbia mai fornito una spiegazione sulla natura di tale moto e Jan Ingenhousz l'avesse già descritto usando particelle di carbone in pubblicazioni tedesche e francesi del 1784 e 1785, il fenomeno è tuttora noto come "Moto Browniano", in suo onore. Altra importante scoperta di Robert Brown è il nucleo cellulare. Fu osservato da Robert Brown in cellule vegetali nel 1831, come è noto da una relazione orale tenuta alla Linnean Society of London e da un articolo pubblicato nel 1833. La scoperta fu fondamentale per l'affermazione della teoria cellulare. Brown, tuttavia, non ipotizzò che il nucleo fosse una struttura presente in tutte le cellule, ma ritenne che fosse una struttura tipica delle sole Monocotiledoni.

Browne Patrick

Patrick Browne (1720–1790) was an Irish physician and botanist. Browne was born in Woodstock, Irish County Mayo, sent to relatives on Antigua in 1737 and returned to Europe due to ill health after two years. He studied medicine, natural history and especially botany at Reims, Paris and Leyden, qualifying in 1743. He worked as a physician at St. Thomas's Hospital, London, visited Barbados, Montserrat, Antigua and St. Kitts in the West Indies and settled as physician in Jamaica in 1746. He corresponded with the botanist Carl Linnaeus, among whose papers were found fragments of articles on venereal diseases and yaws by Browne. His major work, The Civil and Natural History of Jamaica (1756), illustrated by the botanic artist Georg Dionysius Ehret contains new names for 104 genera. He retired to Rushbrook, near Claremorris, Co. Mayo in 1771. The standard author abbreviation P.Browne is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Browne William George

William George Browne: voyageur anglais (1768–1813), célèbre pour ses voyages à l'intérieur de l'Afrique, depuis l'Egypte. Né à Londres en 1768, William George Browne séjourne à Oxford pour de courtes études littéraires avant de voyager. En 1792, il débarque à Alexandrie, commence à apprendre l’arabe et pousse ses visites jusqu’à l’oasis de Siwa. Il fut l'un des premiers Occidentaux, en 1793, à suivre la piste caravanière dite des quarante jours (Darb–el–Arbaïn). D'Assiout en Égypte, elle gagnait le royaume du Darfour (Soudan occidental) d'où elle ramenait les richesses du centre de l'Afrique. Après avoir été arrêté et retenu prisonnier trois ans au Darfour, il revient à Londres en 1798, il publie le récit de ses voyages en 1799. En 1800, il repart et passe trois ans à parcourir la Grèce. En 1813, William George Browne parcourt l’Asie mineure et la Perse. Il est mort assassiné par des brigands à Tabriz. Un deuxième tome de ses récits de voyage est publié en 1820. – Nouveau voyage dans la Haute et Basse Egypte, la Syrie, le Dar–Four, Où aucun Européen n'avoit pénétré, fait depuis les années 1792 jusqu'en 1798, par W.G. Browne... Traduit de l'anglais sur la deuxième édition, par J. Castéra. Paris: Dentu, An VIII–1800.

Bruce

James Bruce est un explorateur et géographe écossais, né le 14 décembre 1730 à Kinnaird (Perthshire) et mort le 27 avril 1794. Il fait ses études à Harrow School puis à l'université d'Édimbourg. Il voyage d'abord en Europe (Espagne, Portugal). En 1763, il est nommé consul à Alger et profite des facilités que lui offre ce titre pour parcourir toute l'Afrique septentrionale. En juin 1768, il arrive à Alexandrie, résolu à découvrir la source du Nil. Après un séjour au Caire, puis la visite de Thèbes, il embarque à Kosseir, atteint Jeddah en mai 1769, puis retraverse la mer Rouge, et le 19 septembre, débarque à Massawa, alors en possession des Turcs. Le 17 février 1770, il atteint Gondar, capitale de l'Abyssinie où il est accueilli par le Negusä nägäst Tekle Haymanot II ainsi que par le Ras Mikael Sehul, le véritable maître du pays. En octobre, Bruce, ainsi que ses accompagnateurs Beluganie et Strates décident de repartir. Le 14 novembre, ils atteignent Gish Abayet découvrent le lac Tana, la source du Nil bleu. Mais en descendant le fleuve, Bruce découvre qu'il rejoint un autre fleuve le Nil blanc, au niveau de Khartoum. Il retourne en Grande–Bretagne en 1774, où on le croyait mort, et publie en 1790 son récit de voyage sous le titre de Travels to Discover the Source of the Nile (cinq volumes) (Voyage à la recherche des sources du Nil, traduit par Castéra). Selon le Dictionnaire Bouillet, sa vanité notoire, les singulières aventures qu'il relate et sa narration excessive ont fait que ce livre a été accueilli avec un grand scepticisme et a inspiré de nombreuses satires. On mesure mieux à partir du XIXe siècle la contribution de James Bruce à l'enrichissement des connaissances géographiques. Il a beaucoup ajouté aux connaissances que l'on avait sur la géographie de l'Abyssinie, mais il n'a pas découvert, comme il le croyait, les sources du vrai Nil; il est seulement remonté jusqu'à la source du Nahr–el–Azrek, un des principaux affluents du fleuve. Les spécimens d'histoire naturelle qu'il récolte sont envoyés au roi de France et utilisés par Buffon (1707–1788) pour son Histoire naturelle.

Bruijn

Cornelis de Bruijn o de Bruyn (L'Aia, 1652 – 1726 o 1727) è stato un pittore, scrittore e viaggiatore olandese. Le uniche informazioni attendibili relative al periodo giovanile di quest'artista si trovano nei resoconti della Gilda dei pittori de L'Aia, secondo cui Cornelis de Bruijn seguì l'apprendistato presso il pittore Theodor van der Schuer nel 1674. Di questo periodo non restano opere. Nello stesso anno Cornelis partì per il suo primo lungo viaggio in Medio Oriente, a cui ne seguì un secondo circa ventisette anni dopo. Durante questi viaggi eseguì centinaia di disegni e dipinti, dei quali non restano che pochi originali. Tuttavia, della maggior parte di questi furono eseguite delle incisioni per illustrare i resoconti degli itinerari seguiti. Inoltre de Bruijn collezionò oggetti di svariata natura, come piante essiccate, animali imbalsamati o conservati sotto alcool, fossili, minerali e manufatti umani, come antiche monete, statue egizie, frammenti di sculture, miniature orientali e cimeli della Terra Santa. Tra quest'ultimi, i ritrovamenti più importanti furono un rilievo, alcuni frammenti di sculture e un certo numero di tavole con iscrizioni cuneiformi provenienti da Persepoli. Al suo ritorno a L'Aia vendette questi souvenirs. Eseguì anche annotazioni e prese misure accurate dei monumenti visitati. Tutte queste informazioni furono pubblicate in due resoconti voluminosi e riccamente illustrati: Travels of Cornelis de Bruijn throught the most renown parts of Asia minor, the islands Scio, Rhodus, Cyprus, Metelino, Stanchio etc (1698) e Travels into Muscovy, Persia and East Indies (1711). Questi volumi furono pubblicati in parecchie edizioni e tradotti in francese ed inglese. Primo viaggio (1674–1693) – Nell'ottobre 1674, Cornelis de Bruijn lasciò L'Aia e, come usuale nel XVII secolo, raggiunse l'Italia, in particolare Livorno e Roma, per completare la sua istruzione di pittore. Qui rimase quasi quattro anni entrando a far parte della Schildersbent, il cui rituale di iniziazione descrisse nei suoi racconti. Ma, come scrisse lo stesso artista, visitare l'Italia gli fece desiderare maggiormente di vedere altri paesi lontani. Perciò il 10 giugno 1678, salpò dal porto di Livorno per Smirne, dove giunse il 18 luglio dopo aver toccato varie isole greche. Visitò le rovine di Efeso. Il primo luglio 1679 raggiunse Istanbul per terra e vi rimase per un anno. Ritornò poi a Smirne per nave, fermandosi a visitare la zona dove si supponeva sorgesse la città di Troia. L'11 febbraio 1681 raggiunse l'Egitto via Scio e Rodi. Alla fine di marzo arrivò a Damietta e viaggiando sul Nilo al Cairo. Con il console veneziano visitò le piramidi, entrando in quella di Cheope. Successivamente si spostò ad Alessandria d'Egitto. Il 21 luglio 1681 ormeggiò nel porto di Giaffa e il 17 ottobre raggiunse Gerusalemme passando per Rama. Visitò i luoghi sacri dentro ed attorno a Gerusalemme e Betlemme e il 26 novembre fu di ritorno a Giaffa per imbarcarsi per Tripoli. Durante il viaggio visitò il Monte Libano e i suoi famosi cedri e pernottò nel monastero del patriarca d'Antiochia. Trascorse a Tripoli tutto l'inverno e tre mesi più tardi visitò Nazareth, il lago di Tiberiade ed il Monte Tabor. Alla fine di aprile del 1682 partì per Aleppo in carovana e vi rimase per quasi un anno. Il 10 aprile 1683 si imbarcò per Cipro dal porto di Alessandretta. Dopo aver visitato l'isola per circa un mese raggiunse Antalia e poi Smirne per terra. Il 25 ottobre 1684 de Bruijn lasciò il territorio ottomano. Tuttavia, dopo sei anni in Oriente e dieci lontano da casa, non ritornò subito in Olanda, ma decise di visitare Venezia e di restarvi per un po' di tempo per migliorare le sue abilità nel campo della pittura, divenendo apprendista presso il maestro Johann Carl Loth. Infine ritornò a L'Aia il 19 marzo 1693. I disegni, acquerelli e dipinti ritraenti monumenti, città, persone, piante e animali provocarono molta ammirazione, di conseguenza de Bruijn decise di pubblicare a proprie spese il resoconto del suo primo viaggio riccamente illustrato da oltre duecento incisioni. Questo libro ottenne un grande successo e fu seguito subito da traduzioni, in francese nel 1700 e in inglese nel 1702. Negli ultimi mesi del 1700 si recò in Inghilterra, probabilmente per discutere della pubblicazione dell'edizione inglese del suo libro. Il testo del resoconto fu scritto utilizzando, oltre alle proprie annotazioni, anche il lavoro di altri viaggiatori, in particolare di Jean de Thévenot, autore del Voyage au Levant del 1664, che Cornelis portò con sé durante il proprio viaggio, assieme all'itinerario di Pietro della Valle (1650). Secondo viaggio (1701–1708) – Nonostante i diciannove anni passati in Italia e in Medio Oriente, il desiderio di viaggiare non venne meno e Cornelis de Bruijn decise di progettare un nuovo itinerario con Persepoli come principale destinazione. Il primo agosto 1701 si imbarcò per Arcangelo. Il 21 dicembre si unì ad un convoglio di mercanti che viaggiavano in slitta verso Mosca, dove rimase dal 24 febbraio al 2 aprile 1703. Lettere di raccomandazione di Nicolaes Witsen, mercante e sindaco di Amsterdam, gli permisero di incontrare Pietro il Grande in parecchie occasioni. Lo zar ammirò il lavoro di de Bruijn e gli commissionò i ritratti delle nipoti. Lasciata Mosca, si diresse a Esfahan, navigando lungo il Volga e il Mar Caspio, dove giunse nel novembre 1703. Dopo essere rimasto in questa città per quasi un anno, si recò a Persepoli. Impiegò circa tre mesi per eseguire i disegni e descrivere accuratamente le rovine dell'antico complesso di palazzi Achemenide. Ancor oggi è visibile la sua firma lasciata su uno dei monumenti. Dalla Persia proseguì il suo viaggio per Bandar Abbas, lo Sri Lanka e infine Batavia nelle Indie Olandesi dove arrivò nel febbraio 1706. Nell'agosto dello stesso anno ritornò in patria seguendo lo stesso tragitto. Giunto in Olanda nell'ottobre 1708, de Bruijn iniziò la preparazione del suo secondo libro Travels into Muscovy, Persia and East Indies, che fu pubblicato nel 1711 riccamente illustrato da circa 300 incisioni. Nel 1718 uscì la sua prima traduzione in francese e nel 1720 quella in inglese. Il resoconto di de Bruijn provocò delle discussioni: Gisbert Cuper osservò notevoli differenze tra le descrizioni e i disegni di Persepoli eseguiti dall'artista e quanto affermato recentemente nell'opera di Jean Chardin e Engelbert Kaempfer. Questo fatto indusse de Bruijn a pubblicare nel 1714 un volume intitolato Aenmerkingen. De Bruijn e l'Oriente – Durante i suoi viaggi, Cornelis de Bruijn dovette scontrarsi con la diversa visione dell'arte dei popoli orientali rispetto agli europei. Secondo l'artista, che non distingueva le sottili differenze tra le concezioni dei vari paesi islamici, le arti figurative furono sempre proibite nell'Impero ottomano e invece permesse in Persia. Egli cercò di trovare una motivazione della proibizione dell'arte nel mondo ottomano: essa era causata dalla credenza da parte dei musulmani ottomani che alla fine dei tempi ogni rappresentazione avrebbe ricevuto un'anima da Dio e sarebbe divenuta viva. In quel momento i realizzatori di ogni rappresentazione, si sarebbero posti alla stessa altezza del Creatore e perciò sarebbero stati severamente puniti. De Bruijn però si rese conto che tutto questo non comportava disinteresse degli Ottomani e degli Arabi nei confronti dell'arte, in particolare per i ritratti femminili, però nessuno comprava le sue opere. Agli Ottomani era permesso possedere dipinti rappresentanti paesaggi e nature morte con fiori, tuttavia non c'era mercato per questo genere di opere, dal momento che non era loro consuetudine decorare le case con dipinti. Nell'Impero ottomano i pittori occidentali non avevano vita facile, perché le autorità sospettavano che l'interesse degli artisti nei confronti delle loro città e fortezze fosse dovuto esclusivamente a ragioni strategiche. De Bruijn affermò che le autorità ottomane avrebbero potuto condannarlo a morte, se fosse stato sorpreso a ritrarre edifici di interesse strategico, perciò nella prefazione del resoconto del suo primo viaggio, scrisse che le illustrazioni erano state realizzate a rischio della sua stessa vita. Di conseguenza l'artista dovette operare con molta attenzione; non poteva dipingere vedute delle città apertamente. Ad esempio, eseguì schizzi della fortezza di Rodi su piccoli pezzi di carta per poi lavorarci successivamente a bordo della sua nave. Per lo stesso motivo, eseguì vedute della città di Antalia nascosto sul tetto del consolato francese. Comunque la paura delle autorità ottomane non era senza ragione dal momento che de Bruijn effettuava vedute molto particolareggiate, ritraendo persino i cannoni delle fortificazioni. Infatti il generale Zas van Bossche comprò diciotto copie del suo primo resoconto. D'altro canto in Persia esisteva maggior libertà per gli artisti ed era consuetudine dei Persiani decorare le loro case con dipinti. Perciò, fin dai primi contatti tra i Persiani e il mondo occidentale, questi mostrarono grande interesse per l'arte occidentale, che giocò anche un importante ruolo nei contatti diplomatici tra la VOC e la corte persiana. Persino prima dell'arrivo della prima delegazione della VOC nel 1623 c'era un pittore olandese alla corte safavide, Jan van Hasselt. Questi agì come mediatore tra le varie delegazione della VOC e la corte persiana e per due volte fu inviato dallo Shah in Olanda con una delegazione. Durante il XVII secolo vi furono vari pittori olandesi alla corte persiana, tra questi il più importante fu Philips Angel. Al tempo della visita di de Bruijn ad Isfahan, l'interesse persiano per l'arte occidentale era ancora grande, tanto che uno dei pittori di corte persiani era impegnato nella copia di un album olandese di acquerelli rappresentanti fiori. De Bruijn stesso rimase sorpreso di trovare in questa città colori ad olio olandesi. Inoltre menzionò un altro pittore olandese chiamato Dionys, che pare avesse eseguito per lo Shah un dipinto di soggetto storico e non fosse stato pagato. Secondo de Bruijn, i persiani decoravano le loro case con dipinti ed erano sempre pronti ad accettarne in regalo, ma molto meno ad acquistarli soprattutto se costosi. Esistevano anche collezionisti di libri illustrati. Perciò de Bruijn metteva in guardia i pittori olandesi dal pensare di poter fare fortuna in Persia. Da ciò si desume come il mercato dell'arte europea fosse in queste zone meno attivo che non nella prima metà del XVII secolo e che tutti i disegni e i dipinti realizzati dall'artista non erano rivolti al mercato orientale, bensì a quello occidentale. Non avendo a disposizione un mezzo quale la fotografia, i viaggiatori, che in generale non avevano studiato pittura, non erano in grado di effettuare schizzi attendibili di quanto vedevano. Spesso le illustrazioni dei libri di viaggio erano eseguite al ritorno da incisori che dovevano realizzarle a partire dalla descrizione dei luoghi fatta dai visitatori. Questo era un compito difficile perché spesso il viaggiatore doveva descrivere monumenti o qualsivoglia altro oggetto di aspetto molto diverso da ciò che conosceva. Perciò gli studiosi europei e gli amatori erano alla ricerca di illustrazioni accurate ed attendibili di posti esotici e lontani. De Bruijn, ben conscio di queste richieste, si avvalse di incisori che riportarono su tavole di rame i numerosissimi disegni da lui eseguiti in Oriente. Egli, nella prefazione a Traveles of Cornelis de Bruijn throught the most renown parts of Asia minor etc, assicurò il lettore che le incisioni nel suo libro erano più attendibili di quanto lo fossero quelle riportate in altri resoconti di viaggi e nella prefazione del suo secondo libro affermò quanto fosse per lui importante l'attenersi scrupolosamente alla realtà. L'importanza dei libri di Cornelis de Bruijn risiede nell'accuratezza delle sue descrizioni e soprattutto dei suoi disegni, in rapporto con quanto pubblicato nella stessa epoca. De Bruijn stesso affermò che il non discostarsi in alcun modo dalla verità era da lui considerato come legge. I suoi lavori accrebbero la conoscenza europea dei popoli stranieri, della flora, della fauna e degli antichi monumenti, in particolare quelli di Persepoli. Pubblicazioni – Reizen van Cornelis de Bruyn door de vermaardste Deelen van Klein Asia, de Eylanden Scio, Rhodus, Cyprus, Metelino, Stanchio ecc. Mitsgaders de voornamste steden van Aegypte, Syrien en Palestina. Verrijkt met meer als 200 kopere konstplaaten, vertoonende de beroemdste landschappen, steden ecc. Alles door den autheur self na het leven afgetekend , Delft, 1698 (in inglese Traveles of Cornelis de Bruijn throught the most renown parts of Asia minor, the islands Scio, Rhodus, Cyprus, Metelino, Stanchio etc) – Cornelis de Bruins Reizen over Moskovie, door Persie en Indie: verrykt met driehondert konstplaten, vertoonende de beroemste landschappen en steden, ook de byzondere dragten, beesten, gewassen en planten, die daer gevonden worden: Voor al derzelver oudheden, en wel voornamentlyk heel uitvoerig, die van het heerlyke en van oudts de geheele werrelt door befaemde Hof van Persepolis, by de Persianen Tchilminar genaemt, Amsterdam, 1711 (in inglese Travels into Muscovy, Persia and East Indies).

Brunelli

Gabriele Brunelli. Collaboratore di Feredinando Bassi (prefetto e conservatore dell'Orto Botanico dell'Università di Bologna) fin dall’anno 1767, il Sacerdote Gabriele Brunelli fu nominato dagli Amministratori delle finanze, il 5 ottobre 1774, Prefetto dell’orto delle piante esotiche; mantenne l’incarico fino alla morte, avvenuta il 14 agosto dell’anno 1797. Brunelli si occupò dell’Orto arricchendolo di nuove specie, provenienti in particolare dal Brasile, dove era di stanza il fratello Giovanni Angelo, mercenario del re del Portogallo, che gli inviò numerosi semi. Non sono conosciuti scritti di argomento botanico da parte di Brunelli; le uniche sue due dissertazioni, pubblicate nel tomo settimo dei Commentari dell’Accademia delle Scienze, Accademia della quale fu presidente nel 1775 e nel 1779, riguardano una l’anatomia delle locuste, e l’altra l’organo dell’udito dei rettili. Alla Linnean Society di Londra è conservata una lettera indirizzata da Brunelli a Linneo, datata gennaio 1775, nella quale annuncia di aver preso il posto di Bassi, che Linneo ben conosceva, e di essere disponibile a continuare i rapporti di scambio già avviati dal suo predecessore. § Ferdinando Bassi, botanico italiano (Bologna 1714–1774). Prefetto e conservatore dell'Orto Botanico dell'Università di Bologna, descrisse molte nuove specie di vegetali. Allioni e poi Linneo (1771) gli dedicarono il genere Bassia, della famiglia Sapotacee, le cui specie sono piante spontanee della flora malese e dell'Asia meridionale.

Brunfels Brunsfels

Otto Brunfels / Brunsfels / Brunfels / Braunfels (Magonza, 1488 – Berna, 25 novembre 1534), è stato un botanico e teologo tedesco. Con Hieronymus Bock, Leonhart Fuchs et Valerius Cordus, è considerato uno dei padri della botanica tedesca. Figlio di un bottaio, entrò molto giovane in un convento dell'ordine dei certosini dove studiò teologia e filosofia. Nell'agosto del 1521 si convertì al luteranesimo, diventando pastore di quella chiesa. Dopo aver insegnato a Strasburgo per nove anni, dove in parallelo studiò medicina, ottenne il titolo di medico a Basilea nel 1530, pochi anni prima della sua morte. Le sue opere di botanica sono un vero progresso rispetto a quelle precedenti. Le illustrazioni sono reali e non come fino ad allora una servile copia delle opere antiche; le piante sono riprese da modelli e con i loro difetti come, per esempio, una foglia in parte mangiata da un insetto. Nel suo Herbarum vivae eicones, che comparve in tre edizioni del 1530, 1532 e 1536, a Strasburgo, illustrate da Hans Weiditz, probabile allievo di Dürer, le piante sono rappresentate in modo realistico, anche con i loro difetti. La prima edizione trattava 135 essenze, mentre l'ultima ne conta 260. I testi sono ispirati alle opere di Dioscoride. In queste opere le illustrazioni risultano migliori dei testi. Brunfels, che si appoggiava su studi di autori italiani, non comprese la questione della ripartizione geografica delle essenze: continuò infatti a cercare le essenze descritte da Dioscoride nella regione di Strasburgo. Fu anche autore di molte opere teologiche. Carl von Linné gli dedico un genere botanico delle Solanacee chiamandolo Brunfelsia. Da ricordare il suo Iatron medicamentorum simplicium (1533).

Brünnich

Morten Thrane Brünnich (30 September 1737 – 19 September 1827) was a Danish zoologist and mineralogist. Brünnich was born in Copenhagen, the son of a portrait painter. He studied oriental languages and theology, but soon became interested in natural history. He contributed his observations of insects to Erik Pontoppidan's Danske Atlas (1763–81). After being put in charge of the natural history collection of Christian Fleischer he became interested in ornithology, and in 1764 he published Ornithologia Borealis, which included the details of many Scandinavian birds, some described for the first time. The publication of Ornithologia Borealis was aided by his insight in the collection. Brünnich corresponded with many foreign naturalists including Linnaeus, Peter Simon Pallas and Thomas Pennant. He published his Entomologia in 1764. He then embarked on a long tour of Europe, spending time studying the fish of the Mediterranean Sea and publishing his Ichthyologia Massiliensis on the subject in 1768. On his return Brünnich took up the post of Lecturer in Natural History and Economy at Copenhagen University. Here he established a natural history museum and wrote a textbook for his students, the Zoologiae fundamenta. Brünnich's Guillemot is named after him. One of his works: Catalogus bibliothecæ historiæ naturalis, Kopenhagen 1793.

Buddle

Adam Buddle (1662–1715) was an English cleric and botanist. Born at Deeping St James, a small village near Peterborough, Buddle was educated at St Catharine's College, Cambridge, where he gained a BA in 1681, and an MA four years later. Buddle was eventually ordained into the Church of England, obtaining a living at North Fambridge, near Maldon, Essex, in 1703. His life between graduation and ordination remains obscure, although it is known he lived in or around Hadleigh, Suffolk, that he established a reputation as an authority on bryophytes, and that he married Elizabeth Eveare in 1695, with whom he had two children. Buddle compiled a new English Flora, completed in 1708, but it was never published; the original manuscript is preserved as part of the Sloane collection at the Natural History Museum, London. Appointed Reader at Gray's Inn chapel, Buddle died there in 1715 and was buried at the church of St Andrew, Holborn. Buddle was commemorated by Linnaeus, who named the genus Buddleja in his honour. The standard author abbreviation Buddle is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Bueno

Francisco Antonio Cosme Bueno y Alegre (Belver de Cinca, Aragón, España 1711 – Lima 1798). Médico y Cosmógrafo Mayor del Virreinato del Perú. Estudió Latinidad; y hacia 1730 pasó al Perú. Cursó Farmacia y Medicina en la Universidad de San Marcos. Graduado de Doctor (1750), ganó la oposición a la cátedra de Método de Medicina. Empezó entonces un ministerio práctico en la materia, como médico de los presos del Tribunal del Santo Oficio y de los hospitales de Santa Ana (1753), San Bartolomé (1760) y San Pedro (1761). Se distinguió en el ejercicio de su profesión por sus aciertos farmacológicos, basados en la relación entre la salud y las influencias cósmicas. Al morir el jesuita Juan Rehr, asumió la cátedra de Prima de Matemáticas (1757), cuyas lecciones cambiaban de un año a otro, pues aparecen sucesivamente consagradas a Geometría y Trigonometría (1786), Óptica (1787) y Dióptrica (1788). Anexo a esta cátedra, ejerció el cargo de Cosmógrafo Mayor, al cual competía la edición anual de un calendario de observaciones astronómicas titulado El conocimiento de los tiempos. Como introducción a ellas publicó una serie de disertaciones médicas y astronómicas, a las cuales debió su fama de erudito. Fue publicando en diversos capítulos la valiosa Descripción del Perú, que empezó a preparar en 1741 por encargo del virrey Marqués de Villagarcía, y en la cual volcó noticias históricas y datos geográficos muy acuciosos. Obras – Disertación physico experimental sobre la naturaleza del agua, y sus propiedades. Lima : [s.n.], [1750?]. – Colección geográfica e histórica de los arzobispados y obispados del Reyno del Perú, con las descripciones de las provincias de su jurisdicción. [Lima : s.n., 1759–1776]. – Catálogo histórico de los virreyes, governadores, presidentes, y capitanes generales del Perú, con los sucesos mas principales de sus tiempos. [Lima] : [s.n.], [1763?]. – Tablas de las declinaciones del sol, calculadas al meridiano de Lima, que puedan servir sin error sensibe desde el año de 1764, hasta el de 1775, inclusive. Lima : [s.n.], 1763. – Inoculación de las viruelas. [Lima : s.n., 1778]. – Geografía del Perú virreinal. Lima : [D. Miranda], 1951.

Bullet

Jean–Baptiste Bullet, né à Besançon vers 1699 et mort le 6 septembre 1775, est un théologien et historien français. Après avoir professé la théologie à Besançon pendant près de cinquante ans, il mourut doyen de l'université. Bullet était correspondant de l'Académie des inscriptions et belles–lettres et membre des académies de Besançon, Lyon et Dijon. Il est l'auteur d'une Histoire de l'établissement du christianisme, d'un Traité de l'existence de Dieu démontré par la nature et des Réponses aux difficultés des incrédules contre divers endroits des livres saints. Mais il est connu surtout pour ses Mémoires sur la langue celtique ainsi que pour ses Recherches historiques sur les cartes à jouer et sa Dissertation sur différents sujets de l'histoire de France. C'est dans ce dernier ouvrage qu'il soutient que le mot fleur de lys ne provient pas de la ressemblance de cet insigne royal avec la fleur du même nom mais bien du mot « lis » qui en langue celtique aurait signifié « roi souverain ».

Bulliard

Jean Baptiste François Pierre Bulliard (Aubepierre–sur–Aube, 1742 – Parigi, 26 settembre 1793) è stato un botanico e medico francese. Studiò medicina a Langres, iniziò i suoi studi botanici all'abbazia di Clairvaux e poi a Parigi. Fu discepolo di Jean Jacques Rousseau. La sua opera Dictionnaire Elémentaire de Botanique (1783) ha dato un contributo alla terminologia botanica e al sistema tassonomico linneano. Pubblicazioni – Flora Parisiensis, ou Descriptions et figures des plantes qui croissent aux environs de Paris (1776 – 1780) – Herbier de la France, ou Collection complète des plantes indigènes de ce royaume (1780 – 1793) – Dictionnaire élémentaire de botanique, ou Exposition par ordre alphabétique des préceptes de la botanique et de tous les termes, tant françois que latins, consacrés à l'étude de cette science (1783) – Histoire des plantes vénéneuses et suspectes de la France (1784) – Histoire des champignons de la France, ou Traité élémentaire renfermant dans un ordre méthodique les descriptions et les figures des champignons qui croissent naturellement en France (1791–1812) – Aviceptologie (1796)

Burman Johannes

Johannes Burman est un botaniste néerlandais, né le 26 avril 1707 à Amsterdam et mort le 20 février 1780. Il est le neveu du philologue Pieter Burmann et fils du théologie Frans Burman (1671–1719). Son frère, Frans Burman (1708–1793), est aussi théologien. Il commence ses études à Leyde en 1722 et suit les cours d’Herman Boerhaave. Diplômé de médecine en 1728, il pratique à Amsterdem. Succédant à Frederik Ruysch, il enseigne la botanique toujours à Amsterdam. Johannes Burman est marié à Adriana von Buuren, leur fils, Nicolaas Laurens Burman, lui succèdera à sa mort. Carl von Linné lui rend visite en 1735, porteur d’une lettre de recommandation d’Herman Boerhaave. Burman est impressionné par le jeune homme et lui offre de s’installer chez lui, ce que Linné accepte. C’est en souvenir de cette rencontre que Linné lui dédiera plus tard le genre Burmannia et la famille des Burmanniaceae. Le fils de Johannes Burman viendra étudier auprès de Linné à Uppsala. Liste partielle des publications: Thesaurus zeylanicus, exhibens plantas in insula Zeylana nascentes (Amsterdam, 1737) – Rariorum Africanarum plantarum (Amsterdam, deux parties, 1738–1739) – Herbarium Amboinense, plurimas complectens arbores, frutices, herbas..., réédition de l’herbier de Georg Eberhard Rumphius (1628–1702) (Amsterdam, six volumes, 1741–1750) – Plantarum Americanarum fasciculus primus (Amsterdam, 1755–1760) – Auctuarium (1755) – Vacendorfia (1757) – De ferrariae charactere (1757) – Flora malabarici (1769). § Frans Burman, Teologo riformato (Leida 1628 – Utrecht 1679). Pastore della comunità dei Paesi Bassi in Hanau (1651); vicerettore nel Collegio statale di Leida (1661), professore di dommatica (1662) e di storia ecclesiastica (1671) in Utrecht; cercò di armonizzare la teologia di G. Cocceio con la filosofia di Descartes; scrisse una storia della dommatica protestante.

Burman Nicolaas

Nicolaas Laurens Burman (Amsterdam, 1734 – 1793) è stato un botanico olandese. Figlio del botanico Johannes Burman (1707–1780), gli succede alla cattedra di botanica dell'Università di Amsterdam. Fu allievo di Carl von Linné (1707–1778) all'Università di Uppsala nel 1760. Opere: Specimen botanicum de geraniis (1759) – Flora Indica (1768), completato da Johann Gerhard König (1728–1785).

Burser

Joachim Burser (1583–1639) was a German physician and botanist, professor of botany and medicine at Sorø, Denmark from 1625–1639. Burser's extensive herbarium, some 25 volumes, was seized by Charles X as booty in 1657–58 and taken to Sweden and used by Linnaeus. It is still an 'important source for the interpretation of many Linnaean species' (Stafleu & Cowan I, p. 419). Poggendorff I, p. 350.

Buxbaum

Johann Christian Buxbaum (no later than 5 October 1693 — 7 July 1730), was a German physician, botanist and traveller. He was born in Merseburg and studied medicine at the Universities of Leipzig, Wittenberg, Jena, and Leyden. In 1721 he was invited by Peter the Great, tsar of Russia, to take up a position as botanist in the Physical Garden, at the Medical Collegium in St Petersburg. In 1724 he became a member of the St Petersburg Academy of Arts and Sciences and a Professor at the Academic Gymnasium. In his capacity as a physician, Buxbaum in 1724 was called upon to accompany Alexander Rumyantsev to Constantinopolis, in a Russian diplomatic mission to Turkey. He used this opportunity to visit Greece. On his way back from Constantinopolis he visited Asia Minor, travelling through Baku and Derbent he reached Astrachan, to return, finally, to St Petersburg (in 1727). He died in Wermsdorf, Saxony. He is commemorated in the moss genus Buxbaumia (also the name of a journal on mosses) and in the names of several species (notably the sedge Carex buxbaumii) His most notable works are: Enumeratio plantarum acculatior in argo Halensi vicinisque locis crescentium una cum earum characteribus et viribus (Halle, 1721) – Plantarum minus cognitarum centuria I. [–V.] complectens plantas circa Byzantium & in oriente observatas (Petropoli : ex typographia Academiae, 1728-1740, partly posthumously published by Johann Georg Gmelin) in five volumes with copperplates. Johann Christian Buxbaum was also an entomologist.