Etimologia botanica
di Alexandre de Théis
1810

Biografie botaniche


F

FabriciusJohan Christian Fabricius

FagonGuy–Crescent Fagon

FagraeusJonas Theodor Fagraeus

FalckJohann Peter Falck

FalloppioGabriele Falloppio o Falloppia

FarsettiFilippo Farsetti

FernelJean François Fernel

FerrariGiovan Battista Ferrari

FerreiraAlexandre Rodrigues Ferreira

Feuillée – Louis Éconches Feuillée

Flacourt – Étienne de Flacourt

FontenelleBernard le Bovier de Fontenelle

ForskahlPehr Forsskål

Forster  GeorgGeorg Forster

Forster GeorgeGeorge Forster

Forster Johann Reinhold – Johann Reinhold Forster

FothergillJohn Fothergill

FragosoJuan Fragoso

FranckeniusJohannes Franckenius

FranklinBenjamin Franklin

Frézier – Amédée François Frézier

FroelichJosef Aloys Frölich

Fuchs – Leonhart Fuchs

Fuchs – Leonhart Fuchs

FuirenJørgen / Georg Fuiren

FuretièreAntoine Furetière

Fabricius

Johan Christian Fabricius, né le 7 janvier 1745 à Tønder dans le sud du Jutland et mort le 3 mars 1808 à Copenhague, est un entomologiste et un économiste danois. Fils d'un médecin, il fait des études de médecine à Altona et à l'université de Copenhague. Il voyage en 1762 avec son ami et compatriote Johan Zoega à l'université d'Uppsala, où ils suivent les enseignements de Carl von Linné (1707–1778) durant deux ans, et auquel il resta attaché toute sa vie. Il y obtient un titre de docteur en médecine en 1770. Il voyage beaucoup durant cette période. En 1766, il visite Leyde, Amsterdam, La Haye et Delft. L'année suivante, il parcourt l'Écosse puis arrive, en 1768 à Londres où, grâce à Daniel Solander (1733–1782), il rencontre Sir Joseph Banks (1743–1820). La même année, il se rend en Italie où il examine notamment les collections d'Ulisse Aldrovandi (1522–1605). À partir de 1770, il enseigne à l'institution d'histoire naturelle de Charlottenborg de Copenhague. De 1772 à 1775, il passe ses hivers à Copenhague et ses étés à Londres où il étudie notamment les insectes rapportés par Solander et Banks de leur voyage. Il enseigne l'histoire naturelle et l'économie rurale à l'université de Kiel à partir de 1775. Il visite, à cette époque, la Norvège et la Russie. Il récolte de nombreux spécimens et rencontre les principaux scientifiques de son temps. À partir de 1790, il séjourne tous les étés à Paris et devient ainsi l'ami de Pierre André Latreille (1762–1833). Il fait paraître de très nombreux travaux sur la classification des arthropodes, dont de très nombreuses espèces nouvelles. Parmi ses œuvres, il faut citer: Systema entomologiae (1775) – Genera Insectorum (1776) – Reise nach Norwagen (1779) – Von des Volks–Vermechrung, insonderheit in Dännemark (1781) – Mantissa insectorum sistens species nuper detectas adiectis synonymis, observationibus, descriptionibus, emendationibus (1787) – Entomologia systematica emendata et aucta (1792–1794). À partir de 1800, il envisage de traiter chaque groupe d'insectes séparément et publie alors: Systema Eleutheratorum (1801) – Systema Rhyngotoum (1803) – Piezatorum (1804), etc. Sa classification des insectes suivant la structure des pièces buccales (les instrumenta cibaria) a eu une importance considérable dans le développement de la taxinomie de ces animaux. Mais des treize ordres qu'il a créés, un seul, les Odonata lui a survécu. J.Fabr. est l’abréviation botanique officielle de Johan Christian Fabricius.

Fagon

Guy–Crescent Fagon (Parigi, 11 maggio 1638 – Parigi, 11 marzo 1718) è stato un medico e botanico francese. Era figlio di Henri Fagon, commissario di guerra, e di Louise de la Brosse, nipote di Guy de La Brosse (1586–1641), fondatore del Jardin du roi e padrino del bimbo. Se il suo primo nome è quello del suo padrino, si ignora l'origine di Crescent. Rimasto orfano di padre molto presto, fece studi brillanti e ottenne il titolo di dottore in medicina il 9 dicembre 1664. Esercitò dal 1666 al 1667 all'Hôtel–Dieu. Apprese i primi elementi di botanica da Pierre Magnol (1638–1715), botanico a Montpellier. Antoine Vallot (1595 o 1596–1671) gli affidò la raccolta delle piante in Francia. Contribuì all'abbellimento e all'arricchimento del Jardin des Plantes effettuando escursioni botaniche in Alvernia, in Provenza, nelle Alpi e nei Pirenei. Collaborò al primo catalogo del giardino, Hortus regius, che Denis Joncquet (?–1671) fece pubblicare nel 1665. Questa opera, scritta in gran parte da Fagon, contiene la descrizione di circa 4 000 specie di piante. La morte di Joncquet gli permise di ottenere un posto di vice dimostratore e l'anno seguente, di dimostratore delle piante medicinali nel Jardin du Roi. Eccelse nell'arte medica ed esercitò senza chiedere alcun pagamento. Fu il medico della Delfina nel 1668 e venne nominato primo medico del re Luigi XIV nel 1693 dopo il licenziamento di Antoine d'Aquin (1620–1696) caduto in disgrazia. Fu il primo a mettere in dubbio gli effetti benefici del tabacco sulla salute. Fu direttore del giardino botanico, a vocazione medica, del re. Su sua domanda, Luigi XIV autorizzò le esplorazioni scientifiche di Charles Plumier in America, di Louis Éconches Feuillée in Perù, di Joseph Pitton de Tournefort in Asia, e fu il protettore di quest’ultimo. Fu uno dei primi a riconoscere l'efficacia delle acque di Barèges e della china (redasse una memoria sulle Qualità della china nel 1703). Fu assertore della teoria sulla circolazione del sangue opponendosi così alla facoltà di medicina della Sorbona. Nel 1699, divenne membro dell'Accademia delle scienze.

Fagraeus

Jonas Theodor Fagraeus, född 1729, död 1797, var en svensk läkare och botaniker. Fagraeus blev filosofie magister i Lund 1751, medicine doktor i Uppsala 1758, var lärjunge till Carl von Linné och från 1759 stadsfysikus i Alingsås. Han biträdde Clas Alströmer vid anläggandet och vårdandet av dennes naturaliekabinett och botaniska trädgård i Göteborg.

Falck

Johann Peter Falck est un botaniste suédois, né en 1732 à Kockstorp dans la paroisse de Broddetorp (province de Västergötland) et décédé à Kazan (Russie) en 1774. Après avoir étudié à l'université d'Uppsala auprès de Carl von Linné (1707–1778), à partir de 1751, Falck se rend à Saint–Pétersbourg en 1763 et participe, entre 1768 à 1774, à une expédition russe menée en Sibérie par Peter Simon Pallas (1741–1811). Déprimé et malade, Falck se suicide à Kazan en 1774. Les notes de Johann Peter Falck ont été publiées en allemand dans le compte rendu de voyage de Johann Gottlieb Georgi (1729–1802), sous le titre Beyträge zur topographischen Kenntnis des russischen Reichs (publication en trois tomes en 1785–1786). Carl Peter Thunberg (1743–1828) lui a dédié, en 1781, le genre botanique Falckia de la famille des Convolvulacées.

Falloppio

Gabriele Falloppio o Falloppia (Modena, 1523 ca. – Padova, 9 ottobre 1562), Fallopius o Falloppius in latino, è stato un botanico, anatomista, chirurgo e naturalista italiano. Studiò da autodidatta anche se poi frequentò le università di Padova (dove seguì le lezioni di Realdo Colombo) e di Ferrara. Nel 1547 divenne professore di farmacia all'Ateneo di Ferrara, mentre nel 1548 accettò la cattedra di anatomia all'Università di Pisa. Infine, nel 1551, accettò la cattedra di anatomia, chirurgia e di botanica all'Università di Padova, dove rimase fino alla morte. Suoi allievi illustri furono Girolamo Fabrici d'Acquapendente, Marcello Capra, Antonio Minutoli e Volcher Coiter. Eccezionale settore, fu autore di mirabili scoperte anatomiche, con contributi fondamentali in osteologia, miologia, splancnologia. Nei suoi numerosi studi anatomici descrisse la struttura esatta delle trombe uterine (chiamate perciò anche tube di Falloppio), dei muscoli oculomotori, della chorda tympani, della chiocciola ossea e dell'acquedotto del vestibolo. Pubblicò nel 1561 le Observationes anatomicae. Molte altre sue opere furono pubblicate postume e, in seguito, raccolte nell'Opera omnia. Oltre ad essere stato uno degli scienziati più importanti della storia dell'anatomia, diede contributi importanti anche in anatomia comparata, botanica, fisiologia, farmacologia e medicina termale. Medico ricercato, ebbe una estesa clientela che lo chiamava a consulto da ogni parte d'Italia: in tal senso è anche ricordato per aver curato e guarito Paolo Manuzio. Quando era a Pisa, dove rimase su invito di Cosimo I de' Medici, fu anche accusato di praticare la vivisezione sui condannati a morte. L'editore De Maria gli attribuì un volume di segreti medicinali, ma il suo allievo Andrea Marcolini smentì recisamente l'attribuzione. Morto quarantenne, fu sepolto nella Basilica di Sant'Antonio da Padova. Opere principali: Observationes anatomicae, Venezia 1561, poi Colonia 1562 e Parigi 1562 – Secreti diversi et miracolosi ne' quali si mostra la via facile di risanare le infirmità del copo humano, Venezia 1563 – De medicatis aquis atque de fossilibus, Venezia 1569 – De morbo gallico, Venezia 1574 – De ulceribus, Venezia 1577 – Opera omnia (1584; 1600; 1606). – Le tube di Falloppio (dal nome dell'anatomista italiano del sedicesimo secolo Gabriele Falloppio), chiamate anche salpingi (dal greco salpìnx che significa tromba, tuba, alludendo alla loro forma), trombe uterine o ovidotti, sono due organi tubolari pari e simmetrici che collegano l'ovaio alla cavità uterina. Oltre a dare passaggio all'ovocito hanno anche funzione riproduttiva. Hanno, infatti, il compito di captare l'ovocita e lo spermatozoo e permettere la fecondazione. Hanno una lunghezza che va dai 12 ai 18 centimetri e uno spessore che arriva fino ai 3 millimetri. Esse sono rivestite dal peritoneo; sono collegate alla cavità peritoneale da dei foglietti peritoneali, chiamati mesosalpingi.

Farsetti

Filippo Farsetti, patrizio veneziano (Venezia 1703 – ivi 1774). Dal suo illuminato spirito di mecenatismo sorsero due istituzioni: la galleria d'arte nel suo palazzo (oggi municipio) e il giardino botanico nella sua villa di Sala nel Padovano, di cui egli stesso pubblicò il catalogo. L'una e l'altro oggi non esistono più.

Fernel

Jean François Fernel, in latino: Fernelius (Montdidier, 1497 – 1558), è stato un medico e astronomo francese. Nacque a Montdidier (Somme); dopo aver ricevuto la prima educazione nella città natale, entrò nel Collegio di Sainte–Barbe a Parigi. In un primo tempo si dedicò a studi di matematica e di astronomia. Il suo Cosmotheoria (1528) registra la determinazione di un grado del meridiano tra Parigi e Amiens da lui eseguita per mezzo di un contatore meccanico di giri di una ruota a circonferenza di sviluppo nota. Quest'opera è pertanto il resoconto della prima misura moderna del grado di longitudine terrestre. Fernel ha dato contributi molto importanti anche alla medicina: ha introdotto nel lessico medico il termine "fisiologia" per descrivere lo studio della funzione del corpo. Fu il primo a descrivere il canale vertebrale. La sua straordinaria erudizione generale, l'abilità e il successo con cui ha cercato di far rivivere lo studio dei medici dell'antica Grecia, gli procurarono una grande reputazione, e infine l'ufficio di medico di corte di Enrico II di Francia. Svolse la professione medica con grande successo, e alla sua morte lasciò un'immensa fortuna. Il cratere lunare Fernelius porta il suo nome. Opere: De proportionibus libri duo (1528) – Cosmotheoria libros duos complexa (1528) – De naturali parte medicinae libri septem (1542) – De vacuandi ratione (1545) – De abditis rerum causis libri duo (1548) – Universa Medicina (Physiologia, Pathologia, Therapeutice) – Medicina, ad Henricum II, Galliarum regem christianissimum (1554) – Thierapeutices universalis libri septem (1569) – Febrium curandarum methodus generalis (1577) – De luis venereæ curatione perfectissima liber (1579) – Consiliorum medicinalium liber (1582) – Consilium pro epileptico scriptum (1581) – Pathologiæ, archiatri clarissimi, libri septem (1587) – Pharmacia Joannis Fernelii cum Guilel. Planti et Franc. Saguyeri scholiis, in usum pharmacopoearum (1605) – De arthritidis praeservatione et curatione clarorum doctissimorumque nostrae aetatis medicorum consilia (1602).

Ferrari

Giovan Battista Ferrari. Fra i botanici del Seicento spicca, quale interessante figura di poligrafo e linguista, il gesuita toscano Giovan Battista Ferrari (nato a Siena nel 1584 e morto, sempre nella sua città, nel 1655), il quale fu, oltre che un valente grecista e latinista, anche un insigne orientalista, che scrisse un vocabolario di latino–siriaco e tenne la cattedra di ebraico presso il Collegio Romano, per ben 28 anni. Pur non avendo la sbalorditiva varietà d’interessi di un altro famoso gesuita del suo tempo, il tedesco, ma trapiantato a Roma, Athanasius Kircher (1602–1680), Ferrari nondimeno padroneggiò con grande competenza almeno due ambiti culturali: l’antico ebraico e la botanica; ma è in quest’ultimo che ci ha lasciato due opere veramente pregevoli e così rappresentative della curiosità e del gusto estetico seicentesco: «De florum cultura», in quattro libri, del 1633, tradotta e stampata in italiano cinque anni dopo; e le «Hesperides», del 1646. Quanto al contenuto, il pregio principale dell’opera è quello di aver tracciato una interessante storia della botanica e del giardinaggio, con una particolare attenzione per le specie esotiche; per quanto riguarda l’apparato iconografico – quattordici tavole incise su rame e perfettamente curate dal punto di vista scientifico, per un totale di ottanta immagini di piante e frutti – sono una vera festa per l’occhio del lettore. Le splendide illustrazioni, in effetti, sono il risultato della collaborazione di alcuni fra i maggiori artisti dell’epoca: i disegni sono opera di Guido Reni, Pietro da Cortona, Nicholas Poussin, Giovanni Lanfranco e Andrea Sacchi, mentre le incisioni sono dovute a Johann Friedrich Greuter, Anna Maria Vaiana e Claudio Mellan, Cornelis Bloemaert. Così la figura e l’opera di Giovan Battista Ferrari vengono delineate da Massimiliano Rossi (in: Folco Zanobini, «Il presente della memoria», Editrice Bulgarini, Firenze, 1990, vol. 2, p. 546): «Possiamo considerare tra le opere più preziose dell’editoria seicentesca  i due trattati di botanica, giardinaggio e floricoltura del Padre gesuita Giovan Battista Ferrari, la “De Florum Cultura” del 1633 e le “Hesperides, sive de malorum aureorum cultura et usu” del 1646. Il Ferrari iniziò la sua formalistica a Siena, ove era nato nel 1584, ma appena ventenne, terminati gli studi, si trasferì a Roma, dove gi fu affidata la cattedra di ebraico al Collegio Romano. Fu umanista, orientalista, letterato, pubblicò opere a carattere religioso, tragedie, opuscoli su aspetti vari del costume del tempo e coltivò, inoltre, per tutta la sua vita, gli studi botanici. Il trattato sui fiori (che fu anche tradotto in italiano nel 1646 [sic], col titolo: “La Flora, ovvero la cultura dei fiori” si caratterizza per lo stretto rapporto fra il testo, che denota una circostanziata osservazione botanica, e le illustrazioni delle specie floreali: quattordici tavole incise su rame. Le essenze vegetali sono rappresentate recise, mentre un cartiglio su cui è apposto il nome scientifico si snoda intorno allo stelo. Sebbene le illustrazioni si caratterizzino per la loro scrupolosità scientifica, l’artista è riuscito a giocare con linee e forme, rendendo l’immagine pienamente godibile anche dal punto di vista estetico. La descrizione dell’ibisco è particolarmente minuziosa ed è arricchita dalla rappresentazione grafica del seme visto al microscopio: prima immagine stampata di un vegetale osservato con lo strumento  che proprio intorno al 1626 iniziava a essere usato nella cerchia degli Accademici Lincei. Il testo non si limita alla didascalia scientifica ma si dilunga nella progettazione di giardini, di labirinti vegetali, di aiuole a forma di stella, cerchio, ottagono, svelando “segreti” per la tintura dei fiori e “artifici” per ottenere “fiori crespi” o di dimensioni e fogge strane e bizzarre. Il successivo trattato del Ferrari risulta una esauriente indagine  sugli agrumi, in cui l’autore si sofferma sulla classificazione e descrizione delle specie e sulle regole per la loro sistemazione nei giardini. Nelle ottanta immagini gli agrumi sono rappresentati a piena pagina, con il peduncolo ancora attaccato al ramo, la foglia ben visibile e il consueto cartiglio a nastro. L’incisore è riuscito a ricreare superfici corrugate  o piene di protuberanze, talora invece ha voluto suggerire la levigatezza e la lucentezza dei frutti. Il gusto per la rarità, per la stravaganza rintracciabile in natura coinvolge il naturalista senese che indugia compiaciuto nella descrizione  di frutti mostruosi. Ricordiamo, a questo proposito,  che le anomalie naturali erano spesso ottenute a bella posta con sofisticati procedimenti e isolate sull’albero quasi come pezzi da collezione. I due trattati, come le analoghe opere contemporanee di scienze naturali e di giardinaggio, si propongono come strumenti di “diletto”, secondo il principio di un apprendimento facile e piacevole proprio della poetica barocca. Una complessa attitudine intellettuale oscillante tra curiosità scientifica e gusto per la “meraviglia” naturalistica comune a scienziati letterati contemporanei come Francesco Redi e Lorenzo Magalotti.»

Ferreira

Alexandre Rodrigues Ferreira (Cidade da Bahia, 27 avril 1756 — Lisbonne, 23 avril 1815) était un naturaliste portugais, né au Brésil. Il entreprit un long voyage, parcourant l'intérieur de l'Amazonie jusqu'au Mato Grosso de 1783 à 1792. Durant le voyage, il décrivit l'agriculture, la faune, la flore et les habitants locaux. Il est considéré comme l'un des plus grands naturalistes luso–brésiliens. Il reçut grâce à ses explorations le surnom de Humboldt brésilien. Fils du commerçant Manuel Rodriguês Ferreira, il commença ses études au couvent des Mercês, à Bahia, qui lui concéda ses premiers ordres en 1768. À l'Université de Coimbra, où il s'inscrit aux cours de droits puis à ceux de philosophie naturelle et mathématiques, il obtint une maîtrise (bacharel au Brésil) à 22 ans. Poursuivant ses études dans l'institution, où il pût exercer la fonction de préparateur d'histoire naturelle, il obtint en 1779 le titre de docteur. Il travailla ensuite au Real Museu da Ajuda. Le 22 mai 1780 il fut admis comme membre correspondant de la Real Academia das Ciências de Lisboa, l'académie des sciences de Lisbonne. L'expédition au Brésil – À cette période les rentes coloniales du Brésil devenaient bien moins importantes, les gisements alluvionnaires d'or s'épuisant au Mato Grosso, Goiás et surtout au Minas Gerais. Pour cette raison, la reine Marie Ire de Portugal, désirant connaître mieux le centre–nord de la colonie, jusqu'alors pratiquement inexplorée, et afin d'implanter là des moyens de développement, ordonna à Alexandre Rogrigues Ferreira, en qualité de naturaliste, d'entreprendre un voyage philosophique à travers les capitaineries du Grão–Pará, Rio Negro, Mato Grosso et Cuiabá. L'idée était la dynamisation de l'exploration économique et la possession des conquêtes dans les régions litigieuses. En 1783 le naturaliste laissa sa charge au Museu da Ajuda et partit en septembre au Brésil pour décrire, collecter, apprêter et envoyer au Real Museu de Lisbonne des exemplaires d'ustensiles utilisés par la population locale, ainsi que des minéraux, plantes et animaux. Il fut également chargé de porter des commentaires philosophiques et politiques sur ce qu'il voyait aux endroits où il passerait. Ce pragmatisme sera ce qui fera que l'expédition sera différente de ses congénères, plus scientifiques, menées par les autres naturalistes qui vinrent explorer l'Amérique. Avec peu de moyens, l'expédition comptait deux dessinateurs ou riscadores, José Codina, duquel on sait peu de choses, et José Joaquim Freire (qui avait un rôle important à la Casa do Risco du Museu da Ajuda, fréquentait les cours de dessin de la fondation du Real Arsenal do Exército), ainsi qu'un jardinier botanique, Agostinho do Cabo.  Tinha a Viagem les auspices de l'académie des sciences de Lisbonne, ministère des affaires et domaines d'outre–mer et était planifiée par le naturaliste italien Domenico Agostino Vandelli. Il était prévu qu'il y ait quatre naturalistes, mais il en vint uniquement un, sans compter les coupes drastiques dans les finances et le matériel. Restèrent sur les épaules de Alexandre Rodrigues Ferreira et un petit nombre d'auxiliaires la tâche de collecter les espèces, la classification et la préparation pour l'embarquement à bord à Lisbonne, sans compter les études sur l'agriculture, la cartographie et la confection des plans de populations. En octobre 1783 il accosta à Belém dans le voilier (de type Charrua) baptisé Águia e Coração de Jesus (Roi des airs et cœur de Jésus). Les neuf années suivantes furent passées à parcourir le centre–nord do Brésil, en commençant par les îles de Marajó, Cametá, Baião (Pará), Pederneiras et Alcobaça (Bahia). L'expédition suivit ensuite le Fleuve Amazone et son affluent le Rio Negro jusqu'à la frontière avec les terres espagnoles, navigua sur le Rio Branco (Roraima) jusqu'à la sierra de Cananauaru. Elle descendit le Rio Madeira et le Rio Guaporé jusqu'à Vila Bela da Santíssima Trindade, alors capitale du Mato Grosso. Suivit alors Cuiabá, passant du bassin amazonien aux domaines du Pantanal de la région du Mato Grosso, déjà dans le bassin du Rio da Prata. Elle navigua par les fleuves Rio Cuiabá, Rio São Lourenço (Rio Grande do Sul) et Rio Paraguai. Elle retourna à Bélem do Pará en janvier 1792. Ainsi les capitaineries du Grão–Pará, Rio Negro, Mato Grosso et Cuiabá furent parcourues de 1783 à 1792. La nature fut inventoriée, ainsi que les communautés indigènes, ses coutumes, les potentialités économiques et les performances des noyaux de populations furent évaluées. Ce fut le voyage le plus important de la période coloniale portugaise. Œuvre – Dans la "Brasiliana" citée dans la bibliographie, on peut traduire page 51: « Dans le journal quotidien de son "Voyage Philosophique", il traça un large cadre des labours, cherchant des alternatives contre le déclin de la production, surtout après l'expulsion des jésuites. Les cultures se sont détériorées à cause du mépris des portugais envers le travail, la nonchalance des natifs, le manque de bras et la réduction du nombre d'esclaves noirs. Ses plans ne se concentraient pas uniquement sur l'augmentation des aires agricoles, mais sur la qualité et la diversification des produits. L'économie avancerait seulement dans le cas où il y aurait la rationalisation des cultures et l'introduction de techniques adéquates à l'exploitation agricole et de la terre. Pour évaluer l'entreprise, il fit des tableaux détaillés destinés à fournir un panorama des populations et des terres cultivées. Dans chaque communauté, les plans de population donnaient la dimension des potentialités de la main–d'œuvre, mettant en avant l'existence de travailleurs actifs et inactifs, le nombre de blancs, d'indiens, noirs, esclaves, femmes, enfants et vieux. De cette façon, il composa un tableau sur la viabilité économique des endroits visités. La production agricole devint, également, une donnée fondamentale pour poser un diagnostic de l'économie de l'Amazonie. Le naturaliste, alors, mesurait les collectes de farine, riz, maïs, cacao, café et tabac, composant les variations de production. » Son "Journal de Voyage Philosophique" fut publié dans la revue de l'institut historique et géographique brésilien en 1887. La division des manuscrits de la fondation de la bibliothèque nationale conserve dans la collection Alexandre Rodrigues Ferreira des centaines de documents du voyage philosophique, jusqu'à des papiers faisant référence à l'Amazonie du XVIIIe siècle. L'envoi pour le Portugal – Durant toutes les années de son passage par le Sertão, il ordonna l'envoi de matériel collecté à la cour royale. Découvrant que toutes les frais avaient été payés par le capitaine, gaspillant la dot de sa fille, il lui dit: « cela ne causera pas d'embarras pour son mariage; je serai celui qui aura ta fille pour femme. » C'est ainsi qu'il se maria le 16 septembre 1792 avec Germana Pereira de Queiroz. De retour à Lisbonne, en janvier 1793, il consacra sa vie à l'administration métropolitaine. Il fut nommé au secrétariat d'état des affaires et domaines d'outre–mer. En 1794 il fut décoré de l'Ordre du Christ et fut nommé directeur suppléant du Cabinet Royal d'Histoire Naturelle et du Jardin Botanique. L'année suivante il fut nommé, de manière permanente, vice–directeur de l'institution, administrateur des fermes royales et représentant de la communauté de Commerce. L'important matériel provenant du voyage philosophique resta pendant plus d'un siècle méconnu et n'a pas été étudié par les savants portugais, ni même par Ferreira. Celui–ci n'a jamais repris les travaux avec les espèces et les échantillons recueillis au Brésil, il n'a pas amélioré les mémoires et les études et une bonne parie de ce matériel sera emmené plus tard à Paris comme butin de guerre. Il y a cependant encore de riches acquis, des journaux, des plans géographiques, de population et agricoles, des correspondances, plus de mille  pranchas et mémoires que l'on peut trouver surtout à la fondation de la bibliothèque nationale de Rio de Janeiro et au Musée Bocage de Lisbonne.âce à ses explorations le surnom de Humboldt brésilien.

Feuillée

Le père Louis Éconches Feuillée (parfois écrit Feuillet) est un explorateur, botaniste, géographe et astronome français, né en 1660 à Mane près de Forcalquier et mort le 18 avril 1732 à Marseille. Il fait ses études au couvent des Minimes de Mane et se consacre aux sciences. Jean Mathieu de Chazelles (1657–1710) lui enseigne l'astronomie et la cartographie, tandis que Charles Plumier, qui a décrit quelque 6.000 plantes lors d'un voyage aux Caraïbes, lui enseigne la botanique. Il attire l'attention des membres de l'Académie des sciences et, en 1699, est envoyé par ordre du roi au Levant en compagnie de Jacques Cassini afin de déterminer la position géographique d'un certain nombre de ports maritimes et de villes. La réussite de cette entreprise le conduit à effectuer un voyage similaire aux Antilles en 1703: il quitte Marseille le 5 février 1703 et arrive à la Martinique le 11 avril. Une grave maladie le retarde, mais en septembre de l'année suivante, il navigue le long de la côte septentrionale de l'Amérique du Sud et effectue de nombreuses observations. Durant son séjour aux Antilles, il recueille de nouvelles espèces de la flore locale et dessine la carte de la Martinique. Il explore aussi la côte vénézuélienne avant de retourner en France en 1706. Son travail lui vaut la reconnaissance du gouvernement, et il entame immédiatement les préparatifs pour un voyage de plus longue durée le long de la côte occidentale de l'Amérique du Sud afin de poursuivre ses observations. Nommé « mathématicien royal » par Louis XIV et pourvu de lettres de recommandation émanant du ministère, il s’embarque à Marseille le 14 décembre 1707 à bord du Saint–Jean–Baptiste commandé par le capitaine Jean Doublet. Il fait route vers ce qui est aujourd'hui l'Argentine, franchit le cap Horn et après un voyage mouvementé, arrive à Concepción au Chili le 20 janvier 1709. Il reste un mois dans cette ville, procède à des observations astronomiques, botaniques et zoologiques, puis fin février il se rend à Valparaíso. Il voyage ensuite au Pérou et, en août 1711, retourne en France où il publie un inventaire complet de ses observations en trois volumes (1714–1725). Louis XIV lui accorde une pension et fait construire un observatoire pour lui au couvent des Minimes sur la plaine Saint–Michel à Marseille. Les colonies espagnoles d'Amérique Centrale et du Sud semblent avoir été explorées par de nombreux scientifiques français pendant cette période. Ces hommes étaient à la fois des « conseillers scientifiques » non officiels et des espions. Entre 1735 et 1744, des scientifiques tels que Louis Godin (1704–1760), Charles Marie de La Condamine (1701–1774) et Pierre Bouguer (1698–1758) prendront part à de semblables expéditions.

Flacourt

Étienne de Flacourt, dit le chevalier de Flacourt, né en 1607 à Orléans au sein d'une famille noble et mort en mer le 10 juin 1660 au large de Lisbonne, est un administrateur colonial français qui exerça le rôle de chef de colonie à Madagascar. Les historiens lui attribuent la deuxième ou troisième prise de possession par la France de l'actuelle île de La Réunion, dans l'océan Indien. Durant son mandat, il écrit un ouvrage de présentation pour lequel il se est tantôt naturaliste et tantôt géographe. Parti de La Rochelle à bord du Saint–Laurent, un vaisseau effectuant son troisième séjour vers Madagascar et dont le capitaine est Roger Le Bourg, il arrive au Fort–Dauphin le 3 décembre 1648 pour y exercer les fonctions de chef de la colonie. Quelques mois plus tôt, celle–ci lui a été décrite par Le Bourg comme étant en désordre. Il prend donc la place de Jacques Pronis, prédécesseur contre lequel il reçoit vingt–huit plaintes alors même qu'il n'a pas encore débarqué. Hébergé chez ce dernier même, il mène une enquête à son sujet pendant plus d'une année et doit finalement l'inviter à rentrer en France en février 1650. Ayant appris l'exil imposé par cet homme à douze mutins en 1646, il a auparavant l'occasion de l'envoyer avec Le Bourg les chercher là où il les a relégués, sur une île que l'on appelle alors Mascareigne. Le Saint–Laurent n'ayant pu toucher terre à cause de vents contraires, une barque est mise à l'eau pour aller les récupérer et les retrouve en parfaite santé, contre toute attente. Elle arrive à Fort–Dauphin deux jours après le navire le 7 septembre 1649. L'état de santé des passagers impressionne le nouveau gouverneur, resté à Madagascar, et l'incite à envisager la colonisation pure et simple de cette terre qui est aujourd'hui La Réunion et qu'il mandate Le Bourg pour qu'il la renomme « île Bourbon ». Celui–ci procède à ce baptême en novembre 1649 dans le cadre d'un voyage très éprouvant pour l'équipage malade. On pense alors qu'il s'agit de la seconde prise de possession de l'île par la France après celle d'Alonse Goubert dix ans plus tôt. Les historiens estiment aujourd'hui qu'il pourrait s'agir de la troisième. Le Saint–Laurent rentré au pays Pronis à son bord, les prêtres débarqués à Fort–Dauphin en même temps que lui achevés par la maladie, Étienne de Flacourt se retrouve seul à la tête de la colonie au milieu de l'année 1650. L'oisiveté qui s'y développe rapidement se transforme en une gigantesque révolte d'insurgés appuyés par des guerriers de la région impliquant peut–être 10.000 personnes, selon le chevalier lui–même. Pour la première fois dans l'histoire de la colonie, il demande que l'on fasse usage des canons et ceux–ci ont effectivement raison de la foule armée de flèches. Sans nouvelles du Saint–Laurent, le temps commençant à se faire long, Flacourt fait entreprendre la construction d'un chantier naval et s'embarque par ailleurs dans une expédition à la recherche de nourriture jusqu'à l'île Sainte–Marie. Celle–ci voit la mort de nombreux membres de l'équipage, emportés par la maladie, mais le petit vaisseau commandé est fini dès le 10 septembre 1652. Flacourt prend en décembre de l'année suivante la décision de quitter Madagascar et de regagner l'Europe à son bord. Pressentant une nouvelle révolte à l'annonce de son départ, il fait convoquer le chef des insurgés en personne et lui fait part dans le plus grand secret de son projet de retour au pays, probablement pour lui faire espérer sagement le poste de chef de la colonie à sa suite. Puis, prétextant un voyage jusqu'à Manghabé seulement, Flacourt met les voiles à bord de son nouveau Sainte–Marie le 27 décembre 1653. Mais les voies d'eau se révèlent bien vite très importantes et le navire de fortune doit rentrer dans la colonie après avoir abandonné l'idée d'une escale technique à l'île de France, actuelle île Maurice. Marovoule, le Malgache autrefois insurgé et désormais gouverneur, se sent trahi par le retour de Flacourt. Quand celui–ci annonce l'envoi d'hommes au Mozambique dans le cadre d'une nouvelle expédition, il exige que ce soit le Chevalier qui y prenne part, mais celui–ci parvient à s'y soustraire. Il est dès lors l'objet de pétitions négatives et de vols qui l'incitent à faire arrêter Marovoule le 13 avril 1654, ce qui lui vaut d'échapper à une tentative d'assassinat sur sa personne programmée par ce dernier pour le surlendemain. L'arrestation de son opposant permet par ailleurs à Flacourt d'asseoir enfin son autorité. Les navires français Le Saint–Georges et L'Ours touchent à terre à 80 kilomètres de la colonie. Pensant y trouver un moyen de rentrer en France, Étienne de Flacourt interpelle les commandants pour mieux découvrir que celui du second vaisseau n'est autre que Jacques Pronis revenu dans la Grande Île, où il avait laissé un enfant. Le commandant du premier l'invite quant à lui durant le mois d'août à se mettre à son service dans une autre colonie après lui avoir annoncé qu'aucune relève n'avait été prévue pour lui par sa Compagnie, dont la direction a changé. Outré par les changements survenus, Étienne de Flacourt n'en parvient pas moins à obtenir de Pronis l'exil de Marovoule accompagné de quelques Français volontaires à Bourbon par le biais de L'Ours. Le navire y arrive le 22 septembre 1654 et ses passagers y débarquent près de l'étang de Saint–Paul, sur la côte ouest de l'île. À son retour à Madagascar, Pronis accepte par ailleurs de laisser à Flacourt son navire chargé de marchandises précieuses pour rentrer en France chercher de l'aide. Il s'agirait peut–être d'une récompense pour son enquête sur lui sagement menée à son arrivée dans la colonie. Flacourt quitte Madagascar le 12 février 1655 et arrive en France rapidement, au début du mois de juin. Étienne de Flacourt est rapidement confronté à de nombreuses tracasseries administratives, notamment de la part des marins du Saint–Laurent revenus en 1650 et qui attendent toujours leur solde. Flacourt honore sa dette en liquidant le fret de L'Ours. Flacourt est par ailleurs attaqué en justice à trois reprises par des gens de la Compagnie dont il tente pourtant de défendre le monopole contre les velléités de certains membres d'armer des navires concurrents. Il publie Histoire de la Grande Isle Madagascar pour rallier des personnages haut placés à la cause de l'île abandonnée et en faveur de son projet de faire armer pour cette destination de nouveaux navires par la Compagnie. Il publie aussi pour que l'expédition qu'il monte comprenne des prêtres un catéchisme en langue malgache, une langue que personne ne sait lire, mais qui remporte un franc succès. Peu de temps avant son retour dans la colonie, il croise Marovoule, qu'il pensait à Bourbon, dans les couloirs de la compagnie, à Nantes. Malgré leur opposition passée, ils parviennent à converser et Marovoule apprend à Flacourt la rapide mort par maladie du gouverneur Pronis après son départ, à l'âge de 35 ans. Flacourt s'embarque tout de même pour l'océan Indien à bord de La Vierge le 20 mai 1660 à Dieppe. Son bateau est attaqué au large de Lisbonne par trois pirates barbaresques qui le pillent puis le font sauter. C'est ainsi qu'il meurt le 10 juin 1660.

Fontenelle

Bernard le Bovier de Fontenelle: scrittore e filosofo francese (Rouen 1657–Parigi 1757). L'appartenenza alla famiglia di Corneille incoraggiò l'avvio di Fontenelle sulla strada delle lettere. Vi si cimentò con poesie leggere, pubblicate sul Mercure galant, tragedie, commedie e libretti d'opera di scarso valore letterario, dando prova in seguito dell'acutezza del suo ingegno con Dialogues des morts (1683), vivace operetta di demistificazione di luoghi comuni filosofici, alla quale seguirono un'abile e lucida opera di volgarizzazione scientifica, Entretiens sur la pluralité des mondes (1686), in cui sosteneva le teorie di Copernico e Galileo, nonché la possibilità di vita anche fuori della Terra, e l'Histoire des oracles (1687), che anticipa la critica illuministica della religione. Con la Digression sur les anciens et les modernes (1688), si schierò con questi ultimi, dimostrandosi anche qui la figura più influente, in senso innovatore, della prima metà del secolo. Accolto all'Académie Française, segretario perpetuo dell'Accademia delle Scienze, quest'incarico lo portò a scrivere gli Elogi dei colleghi defunti, capolavoro di misura morale e stilistica. Nei suoi ultimi scritti Fontenelle passò dal razionalismo d'ispirazione cartesiana, cui aveva fino ad allora aderito, a un orientamento di tipo empirista che ne fece un precursore di Condillac.

Forskahl

Pehr Forsskål, conosciuto anche come Peter Forskaol, Petrus Forskål o Pehr Forsskåhl (Helsinki, 11 gennaio 1732 – Yemen, 11 luglio 1763), è stato un esploratore, orientalista e naturalista svedese. Forsskål nacque in Finlandia dove suo padre, Johannes Forsskål, era pastore protestante. Il famiglia Forsskål ritornò in Svezia nel 1741 quando il padre ottenne la parrocchia di Tegelsmora nella provincia di Uppland, (arcivescovado di Uppsala). Frequentò l'Università di Uppsala a 10 anni, fatto non eccezionale per l'epoca. Interruppe i suoi studi alcuni anni per poi riscriversi in 1751 ottenendo nello stesso anno un diploma di teologia. Seguì i corsi di Linneo (1707–1778) e dell'orientalista Carl Aurivillius (1717–1786) che intratteneva contatti con Johann David Michaelis (1717–1791) di Gottinga. È probabilmente per ciò che Forsskål si recò all'Università di Gottinga nel 1753 per studiare le lingue e la filosofia orientale. Ottenne il dottorato nel 1756, con la tesi: Dubia de principiis philosophiae recentioris. Ritornò lo stesso anno ad Uppsala dove seguì degli studi di economia. Ma la sua dissertazione di 1759 dove esalta la libertà della stampa, De libertate civili, fu censurata dal governo ed egli fu bandito del paese. Su raccomandazione di Michaelis e con l'appoggio di Linneo, Forsskål venne ingaggiato nel 1760 da Federico V di Danimarca (1768–1839) per partecipare a una spedizione in Arabia sotto la guida di Carsten Niebuhr (1733–1815), orientalista e matematico. La spedizione fece base all'inizio in Egitto ove Forsskål migliorò le sue conoscenze dei dialetti arabi. Alla fine del 1762 la spedizione giunse nello Yemen. Forsskål costituì una grande collezione di animali e di piante di questo paese ma morì di malaria nel luglio 1763. Niebuhr, solo superstite della spedizione, curò la pubblicazione dei manoscritti di Forsskål. Fece pubblicare nel 1775: Descriptiones Animalium – Avium, amphiborum, insectorum, vermium quæ in itinere orientali observavit Petrus Forskål. Nello stesso anno pubblicò anche un catalogo delle piante dello Yemen e del basso Egitto: Flora Ægyptiaco–Arabica sive descriptiones plantarum quas per Ægyptum Inferiorem et Arabiam felicem detexit, illustravit Petrus Forskål. Le osservazioni di Forsskål sono rinomate per la loro precisione. La collezione di Forsskål fu quasi interamente persa o deteriorata nel suo trasporto fino a Copenaghen. Il suo erbario sarà restaurato 150 anni dopo la sua morte dal botanico Carl Frederik Albert Christensen (1872–1942).

Forster Georg

Georg Forster: naturalista, etnologo e scrittore tedesco (Nassenhuben, Danzica, 1754 – Parigi 1794). Seguì Cook e il proprio padre (il geografo Johann Reinhold) nella circumnavigazione del globo (1772–75), che descrisse in Reise um die Welt (1778–80; Viaggio intorno al mondo), il libro di viaggi più letto del Settecento tedesco, esemplare per purezza di stile e lucidità di pensiero. Si occupò in alcuni saggi di problemi sociologici, morali ed estetici, ma il suo capolavoro è Ansichten vom Niederrhein, vom Brabant... (1790; Vedute del Basso Reno, del Brabante...), dove meglio risaltano in uno stile magistrale i suoi pregi di umanità, coerenza, senso concreto della realtà. Aderì alla Rivoluzione francese, si recò a Parigi quale deputato della Convenzione renana e vi morì in miseria.

Forster George

George Forster (died 1792) was an English traveller and civil servant of the East India Company, on the Madras establishment. He has sometimes been confused with Johann Georg Adam Forster. Forster undertook and safely accomplished in 1782 a journey from Calcutta overland into Russia. His journey took him through Kashmir and Afghanistan, then via Herat, Khorassan, and Mazanderan, to the Caspian Sea, which he crossed. In 1792 he was sent on an embassy to the Mahrattas, and died at Nagpore. He published in England Sketches of the Mythology and Customs of the Hindoos (84 pp., 1785); and on his return to India he wrote an account of his journey, the first volume of which was published at Calcutta in 1790. The narrative of his journey was completed from his papers, and published in London by an unknown editor as A Journey from Bengal to England through the Northern part of India, Kashmire, Afghanistan, and Persia, and into Russia by the Caspian Sea (2 vols. 1798).

Forster Johann Reinhold

Johann Reinhold Forster (Dirschau, 22 ottobre 1729 – Halle an der Saale, 9 dicembre 1798) è stato un pastore protestante e naturalista tedesco di origini scozzesi, noto per i suoi contributi all'ornitologia di Europa e Nordamerica. È famoso per essere stato il naturalista del secondo viaggio di James Cook nel Pacifico, in cui venne accompagnato dal figlio Georg. La famiglia di Forster discendeva dai Lord Forrester della Scozia; il suo bisnonno lasciò il Paese, insieme a molti altri scozzesi, dopo aver perso gran parte dei suoi possedimenti durante il governo di Oliver Cromwell. Johann Reinhold nacque nella città di Dirschau (Tczew), nella provincia polacca della Prussia Reale. Studiò lingue e storia naturale al Ginnasio Joachimsthal di Berlino e teologia all'Università di Halle; in seguito esercitò la professione di pastore luterano a Nassenhuben (Mokry Dwór) e sposò la cugina Elisabeth Nikolai. Ebbe otto figli, tra cui il celebre Georg Forster, ma uno di loro morì in tenera età. Nel 1766 si trasferì in Inghilterra con Georg (il maggiore dei suoi figli). Trascorse tre anni insegnando alla Warrington Academy, dove sostituì Joseph Priestley. Forster si spostò successivamente a Londra, dove divenne noto come esperto di storia naturale. Quando Joseph Banks si ritirò all'ultimo momento dalla carica di naturalista del secondo viaggio di Cook, Forster e suo figlio vennero assunti per rimpiazzarlo. Nel luglio 1772 si imbarcarono sulla Resolution e ritornarono in Inghilterra nel luglio 1775. Durante una sosta a Città del Capo, Forster ingaggiò come assistente Anders Sparrman. Entrambi i Forster tennero diari dettagliati dove descrissero qualunque cosa videro durante il viaggio e raccolsero moltissimi campioni di specie e manufatti. Al ritorno Forster pubblicò Observations Made during a Voyage round the World [Osservazioni Fatte durante un Viaggio intorno al Mondo] (1778). Tuttavia gli introiti ricavati dalla vendita del libro non furono sufficienti a saldare i suoi debiti e fu così costretto a vendere a Joseph Banks il grosso dei disegni fatti da Georg durante il viaggio. Negli ultimi anni di vita Forster scrisse varie opere, inclusa una traduzione in tedesco della Arctic Zoology [Zoologia Artica] di Thomas Pennant. Nel novembre 1779 Forster venne nominato Professore di Storia Naturale e Mineralogia all'Università di Halle e direttore del Giardino Botanico della stessa università, incarico che mantenne fino alla morte. Le sue Descriptiones animalium, completate dopo circa un mese dal ritorno in Inghilterra con Cook, vennero pubblicate dopo molti anni, nel 1844, da Martin Lichtenstein. Le Trattazioni Filosofiche della Royal Society (1772–73) su zoologia, ornitologia e ittiologia fanno di Forster una delle prime autorità nel campo della zoologia del Nordamerica. Di lui e del figlio Georg abbiamo: Forster J. R. et Forster G., Characteres generum plantarum, quas in itinere ad insulas maris australis collegerunt, descripserunt, delinearunt annis 1772—1775.

Fothergill

John Fothergill FRS (8 March 1712 – 26 December 1780) was an English physician, plant collector, philanthropist and Quaker. Fothergill was born of at Carr End, near Bainbridge in Yorkshire, the son of John Fothergill (1676–1745), a Quaker preacher and farmer, and his first wife, Margaret Hough (1677–1719). After studying at Sedbergh School, Fothergill was apprenticed to an apothecary. He later took the degree of M.D. at Edinburgh, in 1736, followed by further studies at St Thomas' Hospital, London. After visiting continental Europe in 1740, he settled in London, where he gained an extensive practice. For example, during the epidemics of influenza in 1775 and 1776 he is said to have had sixty patients daily. In 1745, he gave a brief lecture to the Royal Society of London, citing the work of a Scottish physician and surgeon, William Tossach (1700?–1771), which is the first known lecture on the practice of mouth–to–mouth ventilation. He is credited with first identifying and naming trigeminal neuralgia in his work Of a painful affection of the face in 1765. Fothergill's pamphlet, Account of the Sore Throat attended with Ulcers (1748), contains one of the first descriptions of streptococcal sore throat in English, and was translated into several languages. His rejection of ineffective traditional therapies for this disease saved many lives. In his leisure, John Fothergill made a study of conchology (the scientific or amateur study of mollusc shells) and botany. At Upton, near Stratford, he had an extensive botanical garden where he grew many rare plants obtained from various parts of the world (now West Ham Park). In the garden, with its glasshousees, John Coakley Lettsom (1744–1815), a Quaker physician and a protégé of his, exclaimed that "the sphere seemed transposed, as the Arctic Circle joined with the equator". Lettsom published a catalogue of the plants of Fothergill's garden Hortus Uptonensis, or a catalogue of the plants in the Dr. Fothergill’s garden at Upton, at the time of his decease anno 1780. Fothergilla is named in his honour. He was elected a Fellow of the Royal Society in 1763. He was the patron of Sydney Parkinson, the South Sea voyager, and also of William Bartram, the American botanist in his Southern travels 1773–1776. A translation of the Bible, known as the Quaker Bible (1764 sq.) by Anthony Purver, a Quaker, was made and printed at his expense. He founded Ackworth School, Pontefract, Yorkshire in 1779. John Fothergill died in London aged 68 on 26 December 1780.

Fragoso

Juan Fragoso (ca. 1530–1597): médico español nacido en Toledo hacia 1530 (según otros testimonios, sería de origen portugués) y fallecido en Madrid en 1597. Destacado por sus estudios sobre medicina, botánica y anatomía. Estudió en la Universidad de Alcalá, donde se graduó de bachiller de medicina el año 1552. Ejerció la profesión en Sevilla hasta finales de 1570, fecha en la que se trasladó a Madrid como cirujano de la Casa Real. Allí permaneció el resto de su vida, primero al servicio de la reina Ana y, más tarde, al de Felipe II. Fragoso merece ser recordado como naturalista por sus estudios sobre la flora peninsular. Sabemos, por ejemplo, que acompañó a Francisco Hernández en varias excursiones botánicas por diversas zonas de Andalucía a mediados de los años cincuenta. Recogió los resultados de dichos estudios en su Catalogus simplicium medicamentorum (1575), pero no llegó a terminar la Hispanicarum plantarum Historia que proyectaba. Publicó, en cambio, un Discurso de las cosas aromáticas, árboles y frutales... que se traen de la India Oriental (1572), basado principalmente en la obra del portugués García de Horta, al que no menciona, aunque sí a su traductor Carolus Clusius. También se ocupa de algunas plantas americanas estudiadas por Nicolás Monardes, al que tampoco cita. Este libro fue traducido al latín y publicado en Estrasburgo en dos ocasiones. Su labor de naturalista, sin embargo, no debe hacer olvidar que Fragoso fue, ante todo, un cirujano. Debido a su formación en Alcalá, junto a figuras como Francisco Valles, Cristóbal de Vega y Fernando de Mena, la base doctrinal de su obra quirúrgica fue el galenismo de orientación "hipocratista". Subrayó, por ello, la importancia de la observación clínica, tomando como modelo los textos hipocráticos. También tuvo gran interés por las nuevas corrientes del saber anatómico. En 1570 publicó unos Erotemas Chirurgicos, que contenían "todo lo más necesario del arte de la cirugía". Once años más tarde apareció la primera edición de su Chirurgia Universal, en la que reunió diversos escritos de temas anatómicos, quirúrgicos y terapéuticos, algunos inéditos y otros reelaboraciones o simples reimpresiones de textos que había publicado anteriormente. Fue muy apreciada y tuvo catorce ediciones en castellano y tres en italiano en poco más de un siglo. Incluye, en primer término, un compendio de cirugía dividido en los "libros" habituales en la época –anatomía, apostemas, heridas, úlceras, fracturas y dislocaciones–, cada uno de ellos con una amplia "glosa". El contenido es notable, más que por aportaciones personales, por la rica y actualizada información que maneja Fragoso. Por ejemplo, es el primer médico español que cita a Paracelso y, en su exploración anatómica, la obra de Vesalio queda ya claramente desplazada por la de Gabriele Falloppio. A partir de su segunda edición (1586), la obra incorporó una Suma de proposiciones de Cirugía, en la que dos años antes Fragoso había criticado la "vía particular" de Bartolomé Hidalgo de Agüero, acusándole principalmente de favorecer el abstencionismo quirúrgico. De acuerdo con la mentalidad de su autor, la Chirurgia Universal contiene una traducción castellana comentada de los Aforismos de Hypocrates, tocantes a la Cirugía. Incluye también un Tratado de las declaraciones que han de hazer los Cirujanos, que es una de las primeras monografías sobre medicina legal, así como tres escritos de tema terapéutico, uno dedicado a los medicamentos simples, otro a los compuestos y el tercero a las "evacuaciones". Las ideas terapéuticas de Fragoso son las tradicionales, aunque se ocupa con cierta amplitud de las "quinta essencias" y de los remedios obtenidos por destilación, apoyándose en textos alquímicos y en el tratado de medicamentos químicos de Conrad Gessner.
FUENTE: http://www.mcnbiografias.com/app–bio/do/show?key=fragoso–juan

Franckenius

Johannes Franckenius, 1590–1661: Sweden's first Professor of Botany. Wrote about plants and their healing properties.  Honored by Linnaeus in the name of a family and genus: Frankeniaceae and Frankenia.  Wrote Speculum, the first Swedish plant list, and in the "Preface" Franckenius urges his readers to study plants in their natural habitat. ––– Johannes Franckenius, or Franck (1590–1661), professor of anatomy and botany at Uppsala, is regarded as the first professional botanist in Sweden. He was familiar with medical plants from all parts of the world and is known as an admirer of Paracelsus. He is also the author to the first Swedish herbal. His ¨Botanologia¨ was discovered in a collection of manuscripts at the Univeristy of Uppsala in the 1850´s and is here for the first time published with an introduction and commentaries by Fristedt (in Latin).

Franklin

Benjamin Franklin (Boston, 17 gennaio 1706 – Filadelfia, 17 aprile 1790) è stato uno scienziato e politico statunitense. Genio poliedrico, fu uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti. Svolse attività di giornalista, pubblicista, autore, tipografo, diplomatico, attivista, inventore, scienziato e politico. Fu tra i protagonisti della Rivoluzione americana. Diede contributi importanti allo studio dell'elettricità e fu un appassionato di meteorologia e anatomia. Inventò il parafulmine, le lenti bifocali, l'armonica a bicchieri e un modello di stufa–caminetto noto nel mondo anglosassone come stufa Franklin. Inoltre propose l'instaurazione dell'ora legale. Per la sua notorietà e multiforme attività, gli viene attribuita l'invenzione di diversi altri dispositivi che in realtà semplicemente utilizzò, portandoli alla pubblica attenzione, o migliorò, come l'odometro (lo strumento che indica la distanza totale percorsa in chilometri o miglia sui veicoli – in greco hodós è la strada). Contribuì sia alla creazione della prima biblioteca pubblica americana che del primo dipartimento di vigili del fuoco volontari della Pennsylvania. Benjamin Franklin, incarnazione dello spirito illuminista e incarnazione del self–made man in quanto intellettuale autodidatta, si guadagnò il titolo di "Primo Americano" per la sua infaticabile campagna per l'unità delle tredici colonie originarie. Fu una figura fondamentale nella definizione dell'ethos americano come fusione di valori pragmatici (quali il duro lavoro e l'importanza dell'educazione e della parsimonia) e democratici (lo spirito comunitario e l'opposizione all'autoritarismo, sia politico che religioso), nello spirito razionale e tollerante dell'Illuminismo. Secondo le parole dello storico Henry Steele Commager, "In Franklin poterono fondersi le virtù del Puritanesimo senza i suoi difetti e la luce dell'Illuminismo senza il suo ardore eccessivo." Walter Isaacson definisce Franklin, "il più dotato americano della sua era e colui che più influenzò il tipo di società che gli Stati Uniti sarebbero diventati."

Frézier

Amédée François Frézier (Chambery, 4 luglio 1682 – Brest, 1773) è stato un ingegnere militare ed esploratore francese. Studiò scienze e teologia a Parigi e in seguito si recò in Italia, dove studiò arte e architettura. Nel 1706 pubblicò il Trattato sui fuochi d'artificio, in cui studiò l'uso dei razzi per i fuochi artificiali piuttosto che per usi militari, e incluse anche istruzioni per la fabbricazione di fuochi d'artificio per usi ricreativi e cerimoniali. In seguito entrò come ingegnere nei Servizi di informazione militare e nel 1712 fu inviato per due anni in Sudamerica, dove redasse varie mappe e studiò la flora e la fauna locale; al ritorno in Francia pubblicò la Relazione di viaggio nei mari del Sud lungo la costa del Cile e del Perù. Frézier viene ricordato anche per avere riportato dal Cile alcuni esemplari di una specie di fragola del Sudamerica, la Fragaria chiloensis, che venne incrociata con una varietà europea dando luogo alla produzione e coltivazione dei primi ibridi di questa pianta. Nel 1752 Frézier entrò a far parte dell'Accademia francese delle scienze. Si ritirò dal servizio nel 1764. Morì a Brest, in Bretagna.

Froelich

Josef Aloys Frölich or Alois von Frölich (1766–1841) was a German doctor, botanist and entomologist. He is not to be confused with Franz Anton Gottfried Frölich (1805–1878), his son, also an entomologist but specialising in Lepidoptera. Works: De Gentiana libellus sistens specierum cognitarum descriptiones cum observationibus. Accedit tabula aenea Erlangen: Walther, 1796 [Titel auch: De Gentiana, Erlangen: Kunstmann; De gentiana dissertatio; Dissertatio inauguralis de Gentiana], zugleich: Erlangen, Med. Diss., January 1796 – Beschreibungen einiger neuer Eingeweidewürmer, in: Der Naturforscher, 24, S. 101–162, Halle, 1789 – Bemerkungen über einige seltene Käfer aus der Insektensammlung des Herrn Hofr. und Prof. Rudolph in Erlangen, in: Der Naturforscher, 26, S. 68–165, Halle, 1792.

Fuchs

Leonhart Fuchs: botanico e medico tedesco (Wemding, Baviera, 1501 – Tubinga 1566). Dotato di intelligenza brillante, tanto da frequentare l’Università di Erfurt a 13 anni. Studia e insegna arte e medicina a Ingolstadt, approfondisce le conoscenze naturalistiche e botaniche con la consultazione dei lavori dei suoi contemporanei Bock e Gessner. I suoi studi sulle piante medicinali sono particolarmente interessanti per l’analisi della nomenclatura delle piante derivata dagli autori classici. Egli si rende conto delle scarse conoscenze dei medici nel campo della botanica terapeutica e prepara un erbario che ha il più gran numero di specie fino allora descritte, con illustrazioni molto più precise rispetto a quelle del contemporaneo Otto Brunfels. Dal punto di vista fitografico è quindi estremamente interessante perché la descrizione è realistica, mentre non è importante nella storia della classificazione perché la presentazione avviene sempre in ordine alfabetico. La sua opera principale, De Historia Stirpium (1542), con fedeli riproduzioni di centinaia di specie, sarà tradotta in tedesco e francese. Altre opere: Herbarium ac stirpium istoria (1544), Plantarum effigies (1552). Nel 1703 il missionario e botanico Charles Plumier (1646–1704) gli dedicò il genere Fuchsia.

Fuiren

Jørgen (Georg) Fuiren, född 1581, död 1628, var en dansk botaniker. Fuiren blev medicine doktor i Basel 1606, senare läkare i Köpenhamn, och bereste på Kristian IV:s befallning Jylland för att där insamla sällsynta växter och 1622 i samma syfte, tillsammans med Otto Sperling Skåne, Halland, Blekinge och Gotland. De under de sistnämnda resorna upprättade växtförteckningarna, de första rörande södra Sveriges flora, offentliggjordes 1662 av Thomas Bartholin.

Furetière

Antoine Furetière, Antoine Furetière (Parigi, 28 dicembre 1619 – Parigi, 14 maggio 1688) è stato un abate e scrittore francese. Studiò legge e fu avvocato per un periodo, prima di prendere gli ordini. Dopo varie promozioni, nel 1662, divenne abate di Chalivoy, nella diocesi di Bourges. Nei periodi di riposo si dedicò alle lettere e in virtù delle sue satire – Nouvelle Allégorique, ou historie des derniers troubles arrivés au royaume d'éloquence (1658) e Voyage de Mercure (1653) – fu ammesso come membro dell'Académie française nel 1662. L'accademia aveva promesso già da tempo un dizionario completo della lingua francese e, quando i membri sentirono che Furetière era sul punto di pubblicare un lavoro di natura simile, interferirono asserendo che egli aveva rubato materiale dai loro archivi e che solamente loro possedevano il privilegio esclusivo di pubblicare un tale libro. Dopo molte recriminazioni da ambo i lati, Furetière fu espulso nel 1685 ma si prese la rivincita con la satira Couches de l'académie (Amsterdam, 1687). Il suo Dictionnaire universel (Dictionnaire universel contenant généralement tous les mots françois, tant vieux que modernes, et les termes de toutes les sciences et des arts) fu pubblicato postumo nel 1690 (Rotterdam, 2 voll.). Venne rivisto e perfezionato dai giurista protestante Henri Basnage de Beauval (1656–1710), che pubblicò un'edizione in tre volumi nel 1701, e fu sostituito solo dalla compilazione, nota come il Dictionnaire de Tévoux (Parigi, 1704, 3 vol.; VII ed., 1771, 5 vol.), che fu di fatto poco più di una ristampa dell'edizione di Basnage. Furetière scrisse anche Le Roman Bourgeois (1666), che mette in ridicolo il romanticismo alla moda di Madeleine de Scudéry e di Gauthier de Costes, signore de la Calprenède, e descrive la vita di ogni giorno dei nobili del suo tempo. Una raccolta, Fureteriana, uscì a Parigi otto anni dopo la sua morte.