Vol. 1° -  II.8.

Il pollo con artigli alle mani

Plant, nel 1978, notò talora la presenza di artigli all’estremità delle ali in un suo ceppo di Pekin barrata, artigli ovviamente più ridotti di quelli dell’Archaeopteryx.

Chiese spiegazioni a Ostrom, che così rispondeva:

"Verosimilmente queste formazioni rappresentano un’anomalia, oppure una ricorrenza di una condizione primitiva, forse derivante da una situazione vicina a quella dell’Archaeopteryx. Questi artigli sono qualcosa di diverso da quanto possiede il vostro Piviere dall’ala con sperone, formazione molto simile allo sperone presente nelle zampe dei galliformi, come fagiani e polli. Proprio in questo periodo [1978] sono stato informato della presenza di una formazione, del tutto simile a quella delle sue Pekin, in un neonato di Ibis est-africano venuto alla luce in uno zoo."

Soddisfatto ma quanto mai curioso, il 4-6-1980 Plant poneva la stessa domanda alla Dottoressa Pat Rich della Monash University di Clayton, Stato del Victoria - Australia. Il 5 agosto 1980 Pat Rich inviava a Bill la seguente risposta:

"Molto interessante la presenza da lei segnalata di artigli alle ali delle sue Pekin. Sarei contenta di avere a disposizione lo scheletro di uno di questi soggetti quando muore. In questo modo sarei in grado di osservare e descrivere la disposizione delle ossa. Come suggerito dal Dr Ostrom, può benissimo trattarsi di una condizione di tipo neotenico [1] , cioè la ricomparsa di un carattere primitivo. Può anche rappresentare un errore durante lo sviluppo, o una mutazione attuale in quel particolare individuo (cfr. Welty, J.C. 1962. The Life of Birds. W.B. Saunders p. 491). Per cui sarebbe interessante osservare l’anatomia della struttura da lei segnalata. Debbo aggiungere, in risposta ai suoi quesiti, che il genere d'appartenenza del pollo domestico - cioè il genere Gallus - compare per la prima volta in reperti fossili del Pliocene inferiore, circa 7 milioni di anni fa, e precisamente in Grecia, Gallus aesculapii, mentre una seconda specie relativamente più giovane, Gallus bravardi (dell’alto Pliocene, circa 3 milioni d’anni fa), è noto in diverse località della Francia."

Fig. II. 23 - Scheletro dell’ala di tacchino

Per la presenza di speroni alle ali citata da Ostrom, affidiamoci alle osservazioni di Darwin:

"Diversi volatili hanno speroni sulle ali. Ma l’oca egiziana, Chenalopex aegyptiacus [Alopochen aegyptiacus], ha soltanto nude protuberanze ottuse e queste probabilmente ci mostrano i primi stadi attraverso i quali si sono sviluppati in altre specie gli speroni alari veri e propri. I maschi dell'oca con ali speronate, Plectropterus [2] gambensis, hanno speroni molto più grossi delle femmine, ed essi li usano nella lotta, come m'informa il Bartlett: cosicché in questo caso gli speroni alari servono come armi sessuali; ma, secondo Livingstone, essi vengono usati principalmente per difendere i piccoli. Il Palamedea cornuta o Kaimichi cornuto, Anhima cornuta, che è un anseriforme, è armato di un paio di speroni per ogni ala, e questi sono armi così formidabili che si è saputo che un solo colpo ha fatto fuggire un cane ululando. Ma non sembra che gli speroni, in questo caso e in quello dei galli con gli speroni alari, siano più grandi nel maschio che nella femmina.
In certi Pivieri, comunque, gli speroni alari vanno considerati caratteri sessuali. Così nel maschio della nostra pavoncella comune, Vanellus atratus, il tubercolo dell'ala all'altezza della spalla diventa più prominente all'epoca degli amori, e i maschi lottano tra loro. In alcune specie di Lobivanellus un tubercolo simile si sviluppa nella stessa epoca in corto sperone corneo. Nel Lobivanellus lobatus australiano entrambi i sessi possiedono speroni ma questi sono molto più grandi nei maschi che nelle femmine. In un uccello della stessa famiglia, Hoplopterus armatus, o Hoplopterus spinosus, la Pavoncella armata, gli speroni non aumentano di dimensione durante la stagione degli amori, ma in Egitto si sono visti questi uccelli lottare tra loro allo stesso modo delle nostre pavoncelle, sterzando all’improvviso nell'aria e colpendosi i fianchi a vicenda, talvolta con risultati fatali. Nello stesso modo essi respingono anche altri nemici."

In una comunicazione personale a Plant, il Dr Halstead, del Dipartimento di Geologia dell’Università inglese di Reading, suggeriva che potrebbero esistere delle relazioni tra gli artigli dei giovani Hoazin e quelli scoperti nella Pekin, e si esprimeva così:

"Nonostante questo tratto possa essere considerato un’anomalia, può tuttavia benissimo essere chiaro che le istruzioni genetiche per gli antichi artigli sono presenti, nonostante durante il normale corso degli eventi la loro espressione sia soppressa."

Affidiamoci nuovamente a Darwin per cercare un’interpretazione alla comparsa di artigli nel pollo in quanto, anche se egli non vi fa riferimento, le sue meditazioni e deduzioni sono universalmente valide:

"L'origine degli organi rudimentali è semplice se considerata in base alla mia teoria della discendenza con modificazioni. Nei nostri prodotti domestici abbiamo un'infinità di casi di organi rudimentali, come il moncone di coda nelle razze scodate [3] , il vestigio di orecchio nelle razze senza orecchie, la ricomparsa di piccole corna pendule in razze bovine prive di corna (e più frequentemente, secondo Youatt, nei giovani animali), le condizioni dell'intero fiore nel cavolfiore. Spesso osserviamo rudimenti di varie parti nei mostri. Tuttavia dubito che alcuno di questi casi serva a spiegare l’origine degli organi rudimentali allo stato di natura, salvo a dimostrare che la produzione di organi rudimentali è possibile. Dubito, infatti, che le specie allo stato naturale possano mai andare incontro a cambiamenti improvvisi. Credo che l’agente principale sia stato il non uso, che, in successive generazioni, ha condotto alla graduale riduzione di vari organi, sino a renderli rudimentali, come è il caso degli occhi degli animali che abitano in oscure caverne e delle ali di uccelli che vivono in isole oceaniche, i quali, essendo ben di rado costretti a levarsi in volo, hanno perduto definitivamente la capacità di volare. Ancora, un organo utile in certe condizioni può diventare nocivo in altre, come avviene con le ali dei coleotteri che vivono su piccole isole esposte ai venti. In questo caso la selezione naturale continuerà a ridurre lentamente l’organo fino a renderlo innocuo e rudimentale.
Qualsiasi mutamento di funzione, che possa realizzarsi attraverso una serie di piccoli passi insensibili, rientra nei poteri della selezione naturale, di modo che un organo che, in seguito ad un mutamento delle condizioni di vita, è divenuto inutile o dannoso per un dato scopo, può facilmente essere modificato ed impiegato ad altri scopi. Oppure un organo può conservarsi al fine di espletare una sola delle sue funzioni precedenti. Un organo, divenuto inutile, può benissimo essere variabile, perché le sue variazioni non possono essere controllate dalla selezione naturale.
In qualunque periodo della vita, il non uso o la selezione possono ridurre un organo, ma in genere questo accadrà quando l’organismo è giunto a maturità e possiede in pieno le sue capacità di azione; il principio dell'ereditarietà riprodurrà lo stesso organo allo stato ridotto in un'età corrispondente, per cui solo di rado lo ridurrà mentre l’organismo è ancora in embrione. Allora possiamo capire perché nell'embrione le dimensioni degli organi rudimentali sono relativamente maggiori, mentre sono relativamente più piccole nell'adulto. [Ma se ciascuna fase del processo di riduzione dovesse essere ereditata, non in un'età corrispondente, ma in un periodo della vita estremamente precoce (ed abbiamo buone ragioni per ritenere che la cosa sia possibile), la parte rudimentale tenderebbe ad andare completamente perduta e noi ci troveremmo di fronte ad un caso di aborto totale]. È probabile che entri in gioco anche il principio dell'economia, illustrato in un capitolo precedente, grazie al quale i materiali costituenti una parte o struttura qualsiasi, se non utile al possessore, saranno risparmiati quanto più possibile, e questo tenderà a provocare l’eliminazione totale di un organo rudimentale.
Gli organi rudimentali possono essere considerati analoghi a quelle lettere che, divenute inutili per la pronuncia di una parola, si conservano tuttavia nella scrittura e servono da indizio della loro etimologia [4] . In base alla teoria della discendenza con modificazioni, possiamo concludere che l’esistenza di organi in condizioni rudimentali, imperfetti e inutili, o di organi totalmente abortiti, non rappresenta affatto una strana difficoltà, come invece accade per chi segua la dottrina della creazione, ma anzi avrebbe potuto essere prevista e spiegata mediante le leggi dell'ereditarietà.
Fondandosi sul principio che ciascun vivente ed ogni singolo organo è stato creato separatamente, rimangono del tutto inspiegati certi fatti, per esempio la presenza di denti nell'embrione di vitello o le ali accartocciate che si trovano sotto le elitre di taluni coleotteri, tutti organi che evidentemente sono inutili! Si può dire che la natura ha fatto di tutto per rivelare, tramite gli organi rudimentali e le strutture ad essi omologhe, lo schema seguito nell'operare le variazioni, che, a quanto sembra, noi non vogliamo capire."

Fig. II. 24 - Ala di Livorno bianca a cresta semplice.
All’apice del secondo dito è raffigurata l’unghia che può essere o non essere presente. 
(Avian anatomy integument, Alfred Lucas e Peter Stettenheim)

Dopo tutto questo divagare - che spero istruttivo - debbo confessarvi che la soluzione al quesito di Plant è molto semplice, in quanto nel pollo può essere presente un’unghia connessa al secondo dito della mano. Il reperto non è costante, ma piuttosto frequente, tant’è che in Avian anatomy integument di Alfred Lucas e Peter Stettenheim, l’unghia al secondo dito della mano viene riportata come normale nella comunissima Leghorn.

 sommario 

 avanti 


[1] Neotenìa: dal greco néos = nuovo e  teínø = io tendo. La neotenìa è il fenomeno per cui certi animali possono raggiungere la maturità sessuale e riprodursi pur conservando le caratteristiche di stadi ontogenetici primitivi, prima cioè di aver completato lo sviluppo ontogenetico. Questa condizione si verifica in modo evidente in alcuni Anfibi Urodeli (Proteo delle caverne carsiche, Axolotl e, a volte, nei Tritoni) che conservano la respirazione branchiale propria dello stato larvale, pur diventando adulti. Alcuni Anfibi Neotenici possono essere condotti alla metamorfosi somministrando ormoni tiroidei e ipofisari; altri, come il Proteo, non raggiungono mai l'abito adulto, né in condizioni naturali né sperimentali.

[2] Plectròpterus significa dalle ali fornite di plettro. Plêktron deriva dal verbo greco plëssø, che significa colpire. Il plettro serve per suonare strumenti come la chitarra, sostituendo l’unghia, e l’apoplessia cerebrale viene erroneamente detta colpo apoplettico, in quanto colpo è già incluso nel vocabolo tecnico.

[3] L’assenza di coda nel pollo può assolvere a un’importante funzione, che è quella di permettergli di sfuggire facilmente a nemici come la volpe. A questo proposito ricordiamoci della coda caduca della lucertola. Secondo una visione finalistica, anche un organo rudimentale da involuzione potrebbe venir rivalutato.

[4] Credo che questo paragone sia alquanto azzeccato e, se riferito alla lingua inglese, permette di essere clementi verso questo idioma che spesso ci costringe a scrivere parole chilometriche che per la pronunzia richiedono un dispendio energetico insignificante.