Vol. 1° -  VIII.12.5.

La via transpacifica

Probabilmente fra il 3000 e il 2000 aC si verificò tutta una serie di viaggi attraverso il Pacifico e un processo di inseminazione culturale in America.

Senza dubbio esistono molti paralleli fra le culture dell’induismo e del buddismo con quelle centroamericane. L’enorme mole di dati biologici, culturali e linguistici è fortemente suggestiva per l’introduzione del pollo in Sudamerica attraverso il Pacifico molti secoli prima della conquista spagnola.

La prova definitiva potrebbe derivare dallo studio di scheletri di pollo provenienti da località precolombiane, ma non esistono documentazioni in letteratura scientifica. Carter, nel 1988, ha invece affermato e insistito sul fatto che simili studi sono stati fatti, ma i risultati probabilmente non vogliono essere resi di dominio comune.

La presenza del pollo in Sudamerica prima del XVI secolo è un rompicapo. Senza dubbio in compagnia degli Spagnoli hanno attraversato l’Oceano i polli cosiddetti Castigliani. Nei 40 anni successivi alla scoperta del Nuovo Mondo, Spagnoli e Portoghesi hanno esplorato buona parte del Sudamerica e dovunque si spinsero incontrarono polli, presunti discendenti di quelli introdotti dai primi esploratori.

Per l’America la velocità media di diffusione calcolata da Carter in » 80¸160 km/anno sembra eccessiva, e una velocità massima di 320 km/anno sembra eccessiva non solo a noi, in quanto lo stesso Carter ritiene ambedue i dati inverosimili, dal momento che per la diffusione in Asia e in Europa calcolò 1,5¸3 km l’anno corrispondenti in passato alla velocità di diffusione delle novità. Quest’ultimo valore dovrebbe essere applicabile anche ai polli del Sudamerica. Come ha fatto Carter a calcolare l’inverosimile velocità di diffusione di questo pollo supersonico?

Oggigiorno un pollo può viaggiare anche in aereo - non cercate però di introdurre di soppiatto delle uova in Australia! - mentre in passato era necessario ovviare alla lentezza dei mezzi di trasporto nonché far fronte alle avversità dovute alle beghe tribali, ai banditi, alle pestilenze e probabilmente in primis bisognava fare i conti con l’avversione di certe culture nei confronti di alcuni animali se proposti come cibo.

Fig. VIII. 39 - La diffusione del tabù di mangiar pollo - secondo Simoons.

Credo che i meno giovani abbiano avuto modo di provare disgusto quando ci è stato offerto il primo e unico capolavoro cinematografico che mettesse in risalto le crudeltà e i diversi modi di vivere questa vita, che si rivela spesso alquanto faticosa. Il titolo del film è Mondo Cane, che ha un doppio significato, volendo intendere crudeltà e stress, ma non ultimo il fatto che spesso sguazziamo in un mondo traboccante di contraddizioni. Ebbene, chi avrebbe avuto voglia di farsi invitare al ristorante orientale dove era d’uopo scegliere il cane da mangiarsi lì per lì? Il serpente lesso, che coronava un bel piatto di riso, era oltremodo poco invitante. Ma si tratta di remore culturali, in quanto il serpente è simbolo del peccato originale e il cane, in effetti, è il miglior amico dell’uomo, dotato d’intelligenza e di manifestazioni d’affetto che costituiscono un perenne pabulum per i cronisti alla ricerca del nuovo.

È scontato che per motivi culturali il pollo possa talora non godere considerazione maggiore di quella riservata al cane del ristorante orientale. Infatti, se durante un party tutto italiano vi uscisse dalla bocca la parola pollo, l’interlocutore non vi darebbe il tempo di aggiungere l’aggettivo ornamentale, e se per caso vi lascia questa possibilità, subito vi chiede se si tratti di statue o di ceramiche o di manufatti particolari. Il pollo in Italia è carne da macello e basta, si identifica con quei polli spiumati, impacchettati, irreggimentati in bell’ordine sulle scansie dei supermercati. Non hanno neanche più la testa, così non ci sentiamo osservati di sottecchi da un animale che, anche se sciocco, è spesso più dotato di cervello di molti esseri umani, e nel quale già solo l’istinto della maternità, dico l’istinto, non viene mai meno. Per l’uomo pare invece che ci siano periodi in cui la Nettezza Urbana si trasformi in un’Impresa di Pompe Funebri. Perlomeno un tempo c’era la nuda, dura, fredda e desolata pietà dei gradini delle Chiese ad ascoltare i primi vagiti, ma era pur sempre pietà, più accogliente di un cassonetto per l’immondizia.

Lasciamo tali slanci, che hanno tutto il sapore di elucubrazioni partorite da un perenne insoddisfatto di questa vita terrena, e torniamo all’avversione di alcuni popoli per un certo impiego di un animale e al conseguente rallentamento della sua diffusione. Se l’accettazione del pollo da parte dei Greci e dei Romani fu immediata, la Palestina fu un territorio difficile da conquistare in quanto qui il pollo aveva significato sacrificale, per cui l’idea religiosa era in aperta contrapposizione con un immediato impiego alimentare. Evidentemente i Palestinesi avevano altro con cui sedare i morsi della fame. Ricordiamo infatti che necessitas urget ingenium e che il Conte Ugolino non disdegnò i figli, e che lo stesso tema ci è stato proposto in un film che ricostruisce un naufragio aereo sulle Ande del 13 ottobre 1972.

... e due dì li chiamai, poi che fur morti:
poscia, più che 'l dolor, potè 'l digiuno”.
incisione di Gustave Paul Doré (Strasburgo 1832 - Parigi 1883)

1

La bocca sollevò dal fiero pasto

 

quel peccator, forbendola a’ capelli

 

del capo ch’elli avea di retro guasto.

4

Poi cominciò: “Tu vuo’ ch’io rinovelli

 

disperato dolor che 'l cor mi preme

 

già pur pensando, pria ch’io ne favelli…

58

ambo le man per lo dolor mi morsi;

 

ed ei, pensando ch’i’ 'l fessi per voglia

 

di manicar, di subito levorsi,

61

e disser: «Padre, assai ci fia men doglia

 

se tu mangi di noi: tu ne vestisti

 

queste misere carni, e tu le spoglia!»

 

…ond’io mi diedi,

73

già cieco, a brancolar sovra ciascuno;

 

e due dì li chiamai, poi che fur morti:

 

poscia, più che 'l dolor, potè 'l digiuno”.

Conte Ugolino della Gherardesca

Dante - Inferno - Canto XXXIII

Esistono pertanto vari tipi d’impedimenti al diffondersi d’una novità.

Posto che il primo verificabile contatto fra Conquistadores e Indiani Sudamericani corrisponda al 1519, posto che i più antichi polli ben stanziati in Sudamerica trovati dagli esploratori risalgano al 1544, ammesso che furono gli Spagnoli a portare i primi polli, questi ebbero modo di inoltrarsi nelle giungle del Brasile e di arrampicarsi lungo la Cordigliera Andina nel volgere di soli 25 anni. Ecco da dove scaturisce una loro velocità supersonica da speedy Gonzales.

Invece Carter suggerisce che l'introduzione e la diffusione del pollo si siano svolte parallelamente - e pertanto contemporaneamente - a quelle del mais dal Messico al Sudamerica e che ebbero inizio intorno al 1500 aC.

La velocità di diffusione del pollo, se contemporanea a quella del mais, non dovrebbe discostarsi da quella calcolata per l'Asia e l'Europa.

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