Abbiamo visto come l’interazione
O-R (ormone e recettore) evolva verso la formazione di un complesso OR che
può comportarsi in modo vario. Un’evenienza sicura è che, in tempi assai
brevi, il complesso OR è in grado di attivare l’adenilciclasi, un enzima localizzabile
nella superficie interna della membrana plasmatica. Questo enzima catalizza la
conversione dell’ATP in 3’-5’adenosin-monofosfato ciclico, cAMP.
In sintesi, alla recezione dell’ormone - o messaggio -
fa seguito la conversione del messaggio in un segnale ulteriore e
diversificato: il cAMP,
definibile come secondo
messaggero. Le fluttuazioni dei livelli di cAMP sono fondamentali ai
fini del metabolismo cellulare in quanto è attraverso questa molecola che
vengono attivate le proteinchinasi, enzimi che, utilizzando ATP, fosforilano e
attivano numerosi enzimi chiave del metabolismo cellulare.
Si ritiene che le proteinchinasi siano presenti nelle cellule in due forme: attive
e inattive. Queste ultime sono legate e bloccate da specifici inibitori che ne
impediscono il normale funzionamento. Si ritiene che il cAMP possa formare
complessi con gli inibitori o addirittura spiazzare
l’inibitore dell’enzima. Di conseguenza, con l’aumentare dei livelli di
cAMP, vengono parallelamente attivate le proteinchinasi e di conseguenza il
metabolismo cellulare. A sua volta il cAMP può essere inattivato da una
fosfodiesterasi che lo metabolizza in 5’-AMP.
Numerose evidenze sperimentali
sottolineano l’esistenza di tutta una serie di servomeccanismi accessori che possono integrare quest’azione
accentuandola o smorzandola. Per esempio, la stessa attività dell’adenilciclasi
può essere modulata da specifiche classi di prostaglandine. Le
fosfodiesterasi possono essere inibite da metilxantine (caffeina, teofillina)
che, attenuando la degradazione del cAMP, ne potenziano gli effetti.
Le ricerche degli ultimi anni hanno dimostrato come l’adenilciclasi
sia presente in tutte le membrane cellulari. Pertanto il cAMP può a ragione essere ritenuto
un vero e proprio messaggero
universale.
La specificità del messaggio ormonale viene così a
risiedere a livello della superficie cellulare dove i recettori specifici,
associati all’adenilciclasi, realizzano una selezione tra i diversi ormoni
circolanti. Così il glucagone stimolerà l’adenilciclasi delle cellule
epiteliali e non del muscolo, l’ADH (ormone antidiuretico) quello dell’epitelio
renale. Un secondo livello di specificità è determinato dalle
caratteristiche strutturali e metaboliche delle singole cellule bersaglio e
dal profilo enzimatico totale di ciascun tessuto.
Tutti gli ormoni proteici e glicoproteici, le catecolamine
e gli ormoni tiroidei interagiscono con recettori di membrana. Non per tutte
queste molecole è però valido il modello del cAMP. Per il GH, la prolattina,
la somatostatina, l’ossitocina, è ancora oscuro il meccanismo d’azione.
Sia l’insulina che le catecolamine interverrebbero invece sull’attivazione
della guanilato-ciclasi.