Vol. 2° -  XV.2.1.

Il rapporto sessi nelle fratrie unisessuali

Premesso che i figli di una coppia di genitori costituiscono una fratrìa, ciascuno di noi è a conoscenza di alcune famiglie in seno alle quali i figli sono tutti dello stesso sesso. È comprensibile il sospettare che vi sia un meccanismo peculiare a determinare la produzione di un solo sesso. Invece, una considerazione sulla natura statistica della determinazione del sesso ci dovrebbe rendere cauti nell’accettare troppo facilmente una conclusione di questo tipo.

Tralasciando la trafila matematica, si può affermare che se il numero di fratelli è alto, per esempio 10, la probabilità che vi sia una fratria di soli maschi è pari a 1/1024. Questo significa che, per fratrie composte di dieci fratelli, il semplice caso darà luogo in media a una fratria su 1024 composta da tutti maschi, e ad un’altra composta da tutte femmine, oppure (il che è lo stesso) a una fratria unisessuale, maschile o femminile, ogni 512.

Considerazioni simili a queste si applicano a fratrie nelle quali sono rappresentati entrambi i sessi, ma in cui vi è preponderanza di un sesso sull’altro, come 8 maschi contro 2 femmine, oppure 3 maschi contro 7 femmine. Non è necessario ammettere che una specifica fratria unisessuale, oppure con sproporzione fra i sessi, sia il risultato di un meccanismo insolito di determinazione del sesso, dato che il meccanismo normale produce un certo numero di fratrie siffatte, semplicemente seguendo le leggi del caso.

Quest’affermazione, comunque, non esclude la possibilità che, sovrapposti al caso, vi possano essere agenti capaci di determinare fratrie unisessuali o con sproporzioni fra i sessi. In qualche famiglia vi possono essere meccanismi speciali che agiscono nella determinazione di fratrie di questo tipo. Una verifica di quest’ipotesi si può effettuare in due maniere: studiando la frequenza relativa dei vari tipi di fratrie tra tutte le fratrie di campioni della popolazione, oppure studiando alberi genealogici singoli.

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