Lessico


Erica

L'erica in latino era detta erica, derivato dal greco ereíkë di etimologia incerta. Secondo Alexandre de Théis (Glossaire de botanique ou Dictionnaire étymologique, 1810) erica deriverebbe dal verbo greco ereíkø, rompere, squarciare, fendere, lacerare, in quanto nell'antichità fu attribuita all'erica la proprietà di frammentare i calcoli vescicali, e consiglia di consultare il capitolo I,100 di Dioscoride commentato da Pierandrea Mattioli. Ho controllato questo capitolo del 1554, ma non vi ho trovato alcuna menzione antilitiasica, neppure nell'edizione in italiano del 1585.

Genere di piante della famiglia Ericacee formato da circa 600 specie legnose proprie della regione mediterranea e dell'Africa meridionale, caratterizzate da corolla persistente e frutto a capsula o a noce. In Italia ne vivono una decina di specie, fra le quali Erica carnea (scopina) che cresce su terreni calcarei soleggiati, con corolla rosa carne o, più di rado, bianca, sovente usata per fabbricare scope, ed Erica arborea (scopa arborea o scopa da ciocco), della quale si utilizzano il rizoma e la radice (che formano il ciocco) per fare pipe di radica.

Brughiera deriva dal provenzale bruguiera, risalente al latino tardo brucus, erica. Grande estensione di terreno argilloso o sabbioso, scarso di humus e di sali solubili, dove crescono spontaneamente il brugo (Calluna vulgaris della famiglia Ericacee detto anche brentolo o crecchia), l'erica, il ginestrone e altre specie consimili. In genere la natura povera del suolo unita alla persistenza di venti più o meno forti impedisce la formazione di foreste, per cui le brughiere tendono ad autoperpetuarsi, in ciò favorite dalla presenza del brugo che peggiora le condizioni chimiche del suolo. Qualche volta, tuttavia, è possibile lo sfruttamento a pineta o, dove il terreno è meno acido, la coltura di cereali e foraggi. La brughiera s'instaura anche in quelle zone dove la foresta è stata degradata o il pascolo è stato abbandonato. Terra di brughiera o terra d'erica viene detto il terriccio soffice e spugnoso, ricco di sabbia silicea e di sostanze organiche, privo di argilla, usato in floricoltura. La brughiera è diffusa in Italia negli altopiani ai piedi delle Alpi che si estendono dal Piemonte alla Lombardia, con caratteristiche diverse dalle brughiere dell'Europa centrale, date le differenze climatiche. Il terreno è tuttavia caratterizzato da un forte dilavamento per effetto del clima umido e della forte permeabilità dei suoi costituenti. I terreni della brughiera italiana sono difficilmente coltivabili in quanto, oltre all'acidità e alla scarsità di elementi minerali, non consentono soluzioni economiche per l'irrigazione.

Erica

Erica (heaths or heathers) is a genus of over 700 species of flowering plants in the family Ericaceae. The English common names "heath" and "heather" are shared by some closely related genera of similar appearance. Most of the species are small shrubs from 0.2-1.5 m high, though some are taller; the tallest are Erica arborea (Tree Heath) and Erica scoparia (Besom Heath), both of which can reach up to 6-7 m tall. All are evergreen, with minute needle-like leaves 2-15 mm long. Flowers are sometimes axillary, and sometimes in terminal umbels or spikes, and are usually outward or downward facing. Flowers are borne in mass, and the plants are grown as landscape or garden plants for their floral effect. The seeds are very small, and in some species may persist in the soil for decades.

Approximately 600 of the species are endemic to South Africa, and these are often called the Cape heaths. The remaining 70 or so species are native to other parts of Africa, the Mediterranean region, and Europe. Like most of the rest of the Ericaceae, Erica species are mainly calcifugous, being limited to acidic or very acidic soils – from dry, sandy soils to extremely wet ones such as bog. They often dominate dwarf-shrub habitats (heathland and moorland), or the ground vegetation of open acidic woodland.

The closely related genus Calluna was formerly included in Erica – it differs in having even smaller scale-leaves (less than 2-3 mm long), and the flower corolla being more divided into separate petals. Plants of this genus are eaten by the larvae of many Lepidoptera species including Emperor Moth, Garden tiger moth, True Lover's Knot, Wormwood Pug and the Coleophora case-bearers C. juncicolella and C. pyrrhulipennella.

Erica carnea

L'Erica carnea si presenta come una pianta con fusto strisciante a livello del terreno, alta fino a 40 cm. È pianta perenne e forma dei cuscini fioriti dato il suo sviluppo per lo più in larghezza. Tipica delle Alpi, Appennini settentrionali ed Alpi Apuane; vive a quote fino ai 2500 m s.l.m. in prati e pascoli, su pendii rocciosi e soleggiati e nelle zone luminose al limitare dei boschi di conifere. Dal fusto sottile e legnoso spuntano foglioline aghiformi dal colore verde vivo, che lo ricoprono per la sua totalità. Possono presentarsi anche di color bronzeo o giallo scuro, in particolari condizioni di esposizione alla luce.

I fiori riuniti in grappoli apicali sono di colore rosa più o meno sfumato. La forma della corolla richiama una botte ed è formata dalla fusione dei singoli petali fra loro. Dalla sommità della corolla si intravedono 8 stami scuri e uno stilo più lungo, che viene urtato dagli insetti che si posano sul fiore, favorendone l'impollinazione. Esiste anche una mutazione naturale dai fiori molto chiari, a volte totalmente bianchi, e classificata come Erica carnea var. albina. Fiorisce da febbraio a giugno. È una pianta molto robusta e spesso capita di vedere i fiori rosei spuntare nella neve, annunciando la primavera. I fiori hanno proprietà diuretiche assai potenti e servono per la preparazione di tisane urinarie. Hanno inoltre azione antisettica dovuta alla presenza di arbutina; sono usati in casi di cistiti, specie quelle prostatiche, preferiti ad altri preparati, in quanto non tossici.

Erica carnea

Erica carnea (Winter heath, Winter Flowering Heather, or Spring heath; syn. Erica herbacea, Erica mediterranea) is a species of heath native to mountainous areas of central and southern Europe in the eastern Alps, where it grows in coniferous woodlands or stony slopes. It is a low-growing subshrub reaching 10-25 cm tall, with evergreen needle-like leaves 4-8 mm long, borne in whorls of four. The flowers are produced in racemes in late winter to early spring, often starting to flower while the plant is still covered in snow; the individual flower is a slender bell-shape, 4-6 mm long, dark reddish-pink, rarely white.

The first published name for the species is Erica herbacea; however, the name Erica carnea (published three pages later in the same book) is so widely used, and the earlier name so little used, that a formal proposal to conserve the name Erica carnea over Erica herbacea was accepted by the International Botanical Congress in 1999.
It is very widely grown as an ornamental plant for its winter flowering; over 100 cultivars have been selected for variation in flower and leaf colour. Unlike most species of Erica, it is tolerant of limestone as well as acidic soils, making it an easier plant to grow in many areas.

Erica arborea

  

L'Erica arborea è un arbusto sempreverde, dalla corteccia rossastra, a portamento eretto, appartenente alla famiglia delle Ericaceae. Ha numerosi rami, anch'essi a portamento quasi sempre eretto. Le foglie sono aghiformi, persistenti e coriacee, verde scuro, normalmente in verticilli di quattro, con margine dentellato. I fiori sono piccoli, penduli, molto numerosi, riuniti in ricche infiorescenze terminali, dal colore bianco-crema e profumati. Fioritura: marzo-maggio. Frutti: capsule contenenti numerosi piccoli semi. Nome comune: Radica

È distribuita in Africa settentrionale e centro-orientale, Europa meridionale, e nelle Canarie. In Italia ha distribuzione peninsulare con popolazioni presenti anche oltre lo spartiacque appenninico; è presente anche nelle isole (tipico elemento della macchia mediterranea). Le ramificazioni di eriche legate in fascina sono utilizzate per fare scope, e un tempo potevano costituire le coperture e le pareti di abitazioni povere e capanni. Per ottenere i bozzoli per la filatura della seta, i bachi erano posti, spesso, su rami di erica.

La parte inferiore della ceppa, era "cotto" (combustione interrotta) nella carbonaia nel bosco, per ottenere un carbone in grado di sviluppare molto calore. Il carbone da legno d'erica era richiesto nelle officine dei fabbri per la forgiatura del ferro. Il legno rossiccio di erica arborea è duro e pregiato ed è il materiale più utilizzato nella costruzione dei fornelli da pipa. La parte utilizzata per ottenere la pipa è quella nodosa della base, in angolo, il cosiddetto "ciocco". I fiori hanno interesse apistico e officinale.

Erica arborea

The tree heath (Erica arborea) is a shrub or small evergreen tree with a typical height of 1-4m, with some specimens reaching 7m. The numerous small flowers are white. The tree heath prefers acid soil. It is found mostly in the Macchia, dry evergreen shrublands, all around the Mediterranean region, west to Portugal and the Canary and Madeira Islands, and with disjunct areas in Africa including the Ethiopian Highlands, the mountains of Ruwenzori and the Cameroon mountains. The wood is used for making smoking pipes, and is known as briar root wood, bruyère, or French brier. Other tall growing heaths, including the Portugal Heath Erica lusitanica may also sometimes be called tree heath.

Bruyère arborescente

La bruyère arborescente (Erica arborea) est une grande bruyère poussant sur les sols siliceux du pourtour méditerranéen. Son rhizome est utilisé dans la confection des fourneaux de pipes (pipes de bruyère). Cette bruyère est parfois appelée aussi bruyère blanche, en raison de la couleur de ses fleurs, qui poussent en grappes serrées au début du printemps (mars-avril). Ses rameaux sont velus, cotonneux, contrairement à la bruyère à balais (Erica scoparia) avec laquelle elle est parfois confondue. Arbuste plus qu'arbrisseau, la plante peut atteindre près de deux mètres de haut. Son rhizome présente l'aspect d'un gros bulbe de couleur rouge pesant plus d'un kilogramme, qui peut fournir un excellent bois de chauffage, mais qui est surtout utilisé pour fabriquer des ébauchons de pipes.

Les pipes sont généralement fabriquées dans des lieux où ne pousse pas la bruyère arborescente, par exemple Saint-Claude, dans le Jura. Plutôt que de transporter directement les rhizomes vers les usines de production, on a souvent préféré installer, près des collines où pousse la bruyère, de petites usines produisant des ébauchons qui, une fois creusés et façonnés, se transforment en fourneaux de pipes. Dans les Pyrénées-Orientales, une fabrique d'ébauchons a fonctionné à Bouleternère pendant toute la première moitié du XXe siècle, faisant vivre pas mal de gens grâce à la bruyère.

La première étape consistait à aller récolter les rhizomes, activité pénible puisque chaque cueilleur ne redescendait au village qu'après avoir recueilli entre 80 et 100 kg de « bulbes » qu'il transportait sur son dos, par des chemins étroits et pentus. À la fabrique, les bulbes étaient arrosés pour éviter qu'ils ne se dessèchent, puis nettoyés soigneusement un à un. Ils étaient ensuite sciés à la scie circulaire, chaque bulbe ne produisant que deux ou trois ébauchons. Ces derniers étaient ensuite mis à bouillir pendant de longues heures, afin de « tuer » la sève et d'éviter que le bois se fende. Une fois triés selon leur forme (pipes courbées ou droites), les ébauchons étaient ensuite acheminés soit vers Saint-Claude, soit vers Lunel ou Cogolin, parfois beaucoup plus loin (États-Unis et Afrique du Sud notamment). On produit encore des ébauchons de pipes en Corse et au Maghreb.