Lessico


Euforbo

In greco Eúphorbos, in latino Euphorbus, il guerriero troiano figlio di Pantoo di cui parlano Omero (Iliade XVI, 808 ss) e Pausania (II,17,3). Eroe troiano, fu il primo a ferire Patroclo, che poi Ettore uccise. Egli morì a sua volta per mano di Menelao, che appese come trofeo il suo scudo nel tempio di Era ad Argo.

Pitagora, il fondatore della teoria della metempsicosi o trasmigrazione delle anime, affermava che la sua anima era stata prima l’anima di Euforbo e che ricordava episodi avvenuti quando viveva nel corpo del guerriero troiano.

Il pastore Euforbo nutre Edipo
Parigi – Museo del Louvre

Non si tratta di Euforbo il guerriero troiano, bensì del pastore che salvò Edipo, figlio del re di Tebe, Laio, e di Giocasta. L’oracolo aveva predetto al re che il figlio che gli fosse nato avrebbe ucciso il proprio padre e avrebbe sposato la propria madre. Laio allora ordinò a Giocasta di uccidere il piccolo appena nato, ma la regina non ne ebbe il coraggio e lo affidò a uno dei servi, che lo espose sul monte Citerone. Qui fu trovato da Euforbo (eû phorbë = buon alimento), un pastore del re di Corinto Polibo, e, portato a corte, venne allevato con tenerezza materna dalla regina Peribea che non aveva figli. Gli fu dato il nome di Edipo (dal greco oideîn poús, piede che si gonfia) perché era stato trovato dal pastore appeso a un albero con i piedi forati alle caviglie e legati insieme.