Lessico
Nicolaus Praepositus
Nicolò di Salerno
Ciò che pare certo è l’appartenenza di Nicolaus Praepositus alla Scuola Salernitana. Non si sa quando nacque (fu attivo intorno al 1140), né si posseggono sia pur scarne notizie biografiche in italiano. Scrisse Antidotarium (Venetiis, 1471) e Dispensarium ad aromatarios. (Lugduni, 1505, 1537). Il suo famoso Antidotarium, che divenne la farmacopea ufficiale di tutta Europa, risalirebbe al 1140, quando si può presumere che egli fosse nel fior fiore della sua attività, e la data la possiamo dedurre dal seguente brano:
To the twelfth century, when Arabian polypharmacy was introduced, belong Nicolaus Praepositus (about 1140), whose "Antidotarium", a collection of compounded pharmaceutical formulae, became a model for later works of this kind, and Matthaeus Platearius, who, towards the end of the century, wrote a commentary on the above-named "Antidotarium" (Glossae) and a work about simple drugs (Circa instans). (www.newadvent.org)
Due fonti internet forniscono il 1231 sia come data di fondazione della scuola medica di Salerno da parte di Federico II, sia come anno in cui Federico II riavviava la facoltà di medicina all’Università di Salerno. In ambedue i casi troviamo Nicolaus Paepositus come direttore della scuola.
1231 - Holy Roman Emperor Frederick II founds a medical school in Salerno, Italy. The curriculum includes three years of logic, five years of medicine, and one year of practice. The school's director is Nicolaus Praepositus, author of the first medieval pharmacopoeia. (www.writedesignonline.com)
1231 - The scholarly German king Frederick II re-establishes the medical faculty at the University of Salerno, Italy, under the direction of the physician Nicolaus Praepositus. Frederick also encourages the introduction of human dissection. (www.fofweb.com)
Se il 1140 corrisponde veramente alla data dell’Antidotarium, è alquanto inverosimile che il suo autore sia lo stesso Nicolaus che nel 1231 fu preposto - praepositus - alla scuola medica salernitana. Questo Nicolaus, se corrispondesse a quello dell’Antidotarium, avrebbe avuto come minimo 91 anni d’età.
Oggi, invece di praepositus, possiamo usare il vocabolo prevosto, che viene dall’antico francese prévost a sua volta derivato dal latino praepositus.
Nell'apparato imperiale romano il prevosto - o praepositus - era un funzionario posto a capo di un certo numero di subalterni. Nell'antica Chiesa romana era l'addetto all'amministrazione delle basiliche cimiteriali di S. Pietro, S. Paolo, S. Lorenzo e S. Pancrazio. Nel Medioevo era il monaco addetto all'amministrazione dei beni temporali del monastero; passò quindi nei capitoli canonicali per designarvi il responsabile dei beni del capitolo e dell'andamento della canonica dove si svolgeva la vita comune degli ecclesiastici. Attualmente indica una semplice dignità capitolare, conservando tuttavia una qualche traccia della sua antica funzione gerarchica solo in alcune chiese dell'Italia settentrionali (p. es., nell'archidiocesi milanese). Il titolo di prevosto è attribuito ai parroci della metropoli e ai titolari delle pievi.
Quindi nel Medioevo il prevosto era il monaco addetto all'amministrazione dei beni temporali del monastero. E le prime notizie della Scuola Salernitana risalgono al secolo IX: si era sviluppata probabilmente attorno al convento benedettino di Salerno.
Per cui, per puri motivi cronologici, potremmo trovarci di fronte a due diversi Nicolaus, ambedue Praepositus: forse quello dell’Antidotarium era il praepositus del convento, quello del 1231 era il praepositus o del convento se ancora esisteva, o della scuola medica dell’università nella veste di direttore.
Ma nel caso di Nicolaus Praepositus accadde anche un qui pro quo: infatti a partire dal XVI secolo l’Antidotarium di Nicolò di Salerno, scritto intorno al 1140, venne attribuito a un medico di Lione, Nicole Prévost, vissuto nel 1500, anche lui latinizzabile in Praepositus. Il qui pro quo è stato scoperto grazie al sito www.amuseum.de/medizin/CibaZeitung:
Der fremde Geist, der sich in der neuen Therapie regte, war der hippokratischen Einfachheit, die vor Constantinus in Salerno geherrscht hatte, zu sehr entgegengesetzt, als daß er sich ohne weiteres hätte durchsetzen können. Auf das "Antidotarium" Nicolai Salernitani mit seinen 137 komplizierten Rezepten (seit dem 16 Jh. einem Nicolaus Praepositus zugeschrieben, vermutlich infolge Verwechslung mit dem Lyoner Arzt Nicole Prevost, der um 1500 lebte) folgten Mitte des 17. Jahrhunderts die Ergänzungsschriften des Matthäus Platearius d.J., die "Glossae"„ und das " Circa instans" (so genannt nach den ersten Worten, mit denen es beginnt; sein Titel lautet: De simplici medicina), in denen der Autor, ohne auf die neuen Medikationen gänzlich zu verzichten, sie doch erheblich beschränkt. Ebenso erfährt das ‚Compendium’ des Magister Salernus (um 1130-1160), der die Zubereitung und Wirkungsweise der Heilmittel nach der Art der Araber erörtert, in dem Kommentar des Bernardus Provincialis (entstanden 1150-1160) eine Vereinfachung. Und die köstliche kleine ins Gastronomische gehende Abhandlung des Petrus Musandinus (Mitte des 12. Jhdts.) („Summula de praeparatione ciborum er potuum infirmorum“ bringt nachdrücklich in der neuen Behandlung mit Medikamenten die hippokratische Art zum Ausdruck, die Rücksichtnahme auf die Lebensgewohnheiten und die Überzeugung von der Wichtigkeit einer entsprechenden Ernährung.
Federico II di Hohenstaufen
Frédéric II et son faucon
représentés dans son livre De arte venandi cum avibus
De l'art de chasser au moyen des oiseaux - XIII siècle
Date - entre 1244 et 1250
Dédicataire - son fils Manfred (1231–1266)
Forme – prose
Langue – latin
Contenu
Traité de fauconnerie divisé en six livres:
1. moeurs des oiseaux
2. capture et dressage des oiseaux de proie
3. différents types d'appâts et leur utilisation
4. chasse à la grue à l'aide de faucons gerfauts
5. chasse aux hérons à l'aide de "faucons sacrés" (gerfauts?)
6. chasse aux oiseaux aquatiques à l'aide de petites espèces de faucons
Imperatore (Iesi 1194 - Fiorentino, presso Lucera, 1250). Figlio dell'imperatore Enrico VI di Hohenstaufen e di Costanza d'Altavilla, dopo la morte dei genitori, nel 1198, fu affidato alla tutela di papa Innocenzo III, e quello stesso anno fu eletto re di Sicilia. Principe coltissimo (parlava il latino, il volgare, il francese, il tedesco, il greco e l'arabo), affiancò alla sua azione politica un'intensa opera di mecenate. Tra le sue opere civili spiccano la fondazione dell'Università di Napoli (1224), gli aiuti alla scuola medica di Salerno, l'impulso agli studi scientifici e speculativi. La sua vocazione scientifica è attestata dal trattato di ornitologia, De arte venandi cum avibus, notevole sia per l'acutezza dell'osservazione sia per il rigore e la vivezza dell'espressione. In origine l'arte di preparare i farmaci era esercitata dallo stesso medico che curava i malati ed era spesso frutto dell'esperienza del singolo, fatta eccezione per certi farmaci ormai noti e riconosciuti; nel Medioevo la farmacia ebbe il suo campo di ricerca e di sviluppo nei monasteri e le due figure di medico e farmacista rimasero ancora unite. A separare le due funzioni fu la Scuola Salernitana, dando al ramo farmaceutico un notevole impulso. Federico II, nelle sue terre, diede alla professione del farmacista una prima codificazione, proibendo ogni rapporto fra medico e farmacista, limitando il numero delle farmacie, esigendo l'autorizzazione di un collegio di medici da chi intendeva professare la farmaceutica e dando regole precise per conservare i farmaci.
Celebre scuola medica le cui prime notizie risalgono al sec. IX. Sviluppatasi probabilmente attorno al convento benedettino di Salerno, fu per tutto il Medioevo il più importante centro di studi medici teorici e, soprattutto, pratici. Solo dopo il Mille raggiunse un alto livello scientifico con Guariponto (m. verso il 1050), autore di un trattato sulle malattie (Passionarium), Alfano di Salerno (ca. 1015-1085), che lasciò alcuni scritti sulla teoria umorale del corpo umano, e soprattutto Costantino Africano (Cartagine ca. 1010-1015 - Cassino 1087), un cartaginese convertitosi al cristianesimo e fattosi poi benedettino. Quest'ultimo contribuì in maniera particolare allo sviluppo della medicina in Occidente, traducendo in latino e introducendo nell'ambiente salernitano le opere dei medici greci (Ippocrate, Galeno) e arabi. La scuola, che teneva in gran conto la chirurgia e pare anche basasse le nozioni anatomiche sulla pratica della dissezione altrove rigorosamente proibita, raggiunse il massimo splendore attorno al sec. XII con Ruggero di Salerno. Se l'orientamento fondamentalmente pratico garantì alla scuola una pressoché completa indipendenza dalla Chiesa, le concesse però scarsi contatti con i campi più vasti della cultura, escludendola dai grandi dibattiti filosofico-scientifici dell'epoca. Il canale attraverso cui il pensiero medico della scuola entrò in circolazione non fu quindi rappresentato tanto dalle opere scientifico-specialistiche dei suoi maestri quanto piuttosto da uno scritto a carattere divulgativo, il Flos Sanitatis o Regimen Sanitatis Salernitanum, poemetto in esametri redatto attorno al sec. XIII. L'opera, che ebbe larghissima diffusione, costituì per secoli il più consultato manuale di medicina. La nascita nei sec. XII e XIII di altre importanti scuole mediche (Montpellier, Bologna, Padova, Parigi) e, successivamente, la fondazione delle università determinarono il graduale declino della scuola salernitana, che peraltro sopravvisse fino al 1811, anno in cui Gioacchino Murat ne decretò lo scioglimento.
Ed ecco la ricca biografia in inglese
Nicolaus, commonly called Praepositus to distinguish him from Nicolaus Myrepsus, was at the head of the celebrated medical school at Salerno, in the former half of the twelfth century, as appears from the fact of his work being commented on by Matthaeus Platearius. He is said to have belonged to a noble family, to have acquired considerable wealth, and to have been the principal physician of his age. He is sometimes said to be the author of two pharmaceutical works, a large one called "Antidotarium Magnum," or "Nicolaus Major" (or Magnus) for the use of druggists, and a smaller one, chiefly used by physicians, and called "Antidotarium Parvum," or "Nicolaus Minor" (or Parvus). This, however, appears to be a mistake that has arisen from confounding his work with that of Nicolaus Myrepsus, though (as we have seen) they are totally different books, though treating of the same subject. The "Antidotarium" is written in Latin, and was, during the middle ages, one of the most popular works on the subject. It was first published in 1471, 4to. Venet., and was frequently reprinted in the fifteenth and sixteenth centuries. Matthaeus Platearius wrote a commentary on the work, which is often printed with it. A very full account of the work, and the bibliographical questions relating to it, is to be found in the second edition of Choulant's Handb. der Bücherkunde für die Aeltere Medicin. [W.A.G. – William Alexander Greenhill, M.D., Trinity College, Oxford] - (Dictionary of Greek and Roman biography and mythology, William Smith, Boston, 1867)