Lessico
Origene
Scrittore e teologo cristiano (Alessandria ca. 185 - Tiro 253 o 254). Discepolo di Clemente Alessandrino, gli fu affidata la preparazione dei catecumeni. In quell'epoca avvenne la sua autoevirazione, che egli compì forse per un estremo rigore morale. Fu poi allievo di Ammonio Sacca, il maestro di Plotino. Riorganizzò la famosa Scuola di Alessandria d'Egitto (Didaskaleion), da cui si allontanò nel 232 in seguito ad accuse d'eresia, ritirandosi a Cesarea, dove fondò un'importante scuola teologica. Subì il martirio sotto Decio.
Il suo pensiero abbraccia i massimi problemi intorno a cui si andava formando la filosofia cristiana e li elabora secondo categorie platoniche e neoplatoniche; opponendosi alle forti correnti gnostiche del suo tempo, sostiene la trascendenza divina. Fondamentale è l'impostazione filologica del suo sistema teologico che si sviluppa dal commento minuzioso della Scrittura, intesa come composita espressione della Verità con preciso scopo didattico da parte dello Spirito:
Origene vi distingue un “senso somatico” (interpretazione letterale, di tipo storico), un “senso psichico” (interpretazione parenetico-morale, parenetico = che tende ad ammonire) e un “senso pneumatico” (interpretazione allegorica). Questi tre gradi costituiscono il cammino progressivo che innalza l'uomo fino a Dio, manifestando il valore salvifico della Bibbia.
Tale metodo esegetico, unito alle sue principali concezioni teologiche, passò ai Padri cappadoci del sec. IV ed è rimasto una struttura portante per tutta la storia della Chiesa orientale. Origene incorse tuttavia in affermazioni eretiche (creazione ab aeterno; subordinazione gerarchica del Figlio al Padre e sua funzione mediatrice fra Dio e il mondo; temporaneità delle pene infernali) che furono condannate dal Concilio ecumenico di Costantinopoli (553).
Della sua vastissima opera, pervenutaci solo in parte e in versione latina, si ricordano il Contra Celsum (8 libri), il De principiis, i commenti parziali a Giovanni e a Matteo, alcune Omelie (in greco) e l'Esapla, edizione sinottica del Vecchio Testamento dove sono disposti sinotticamente, in sei colonne parallele (donde il nome, cioè sestuplice), il testo ebraico dell'Antico Testamento, la sua trascrizione in caratteri greci, le versioni greche di Aquila, di Simmaco, dei Settanta, di Teodozione. Dell'Esapla, andata perduta al tempo della conquista araba della Palestina (sec. VII), rimangono oggi importanti frammenti.