Lessico
Ottone Visconti
Arcivescovo
e signore di Milano (Invorio? 1207 - Chiaravalle 1295). Figlio di Uberto, fu creato
arcivescovo di Milano nel 1262 da papa Urbano IV. Impedito dai Torriani
di prendere possesso della sua carica, visse molti anni in esilio fino a
quando non poté con un fortunato colpo di mano sbaragliare Napo Della Torre a
Desio nel 1277 facendolo prigioniero.
Entrato
vittorioso a Milano, unì ben presto, con l'aiuto del marchese del Monferrato,
il potere civile a quello religioso. Nel 1287 lasciò la direzione degli
affari laici al pronipote Matteo I.
Così ne parla Paolo Giovio:
"Ottone, figliuol di Uberto quel che aveva preso il nome da Ottone
Asiatico bisavolo suo, fu il primo che mise i fondamenti del nobilissimo
principato. Nacque egli nella villa d’Invorio, appresso il Lago Maggiore, di
chiaro sangue, ma con poche facoltà; ritrovandosi talmente allora tanto
afflitto lo stato della famiglia, che tanti onorati baroni di quella
casa mantenevano la riputazione de’ loro maggiori solo colla signoria di
quattro e veramente ignobili ville. Erano queste Invorio, Massino, Vergano ed
Oleggio, Trovasi ancora, che Sultano Visconte comprò possessioni assai grandi
a Milano, fuori di porta Giobbia ( Porta Giobbia o Zovia per esser stata al
tempo de’ Romani dedicata a Giove). Per ciò che per le continue scorrerie
de’ Barbari, e sopra tutto per la guerra civile, tutto lo stato di Lombardia
era travagliato e abbattuto; perocchè non è maraviglia se tante ricchezze
ruinarono nella calamità pubblica. Sono di quei che dicono che dalla sua
natività, per le maravigliose congiunzioni de’ pianeti, gli fu promesso
signoria da’ matematici; ma egli rifiutando affatto gli astrologi,
scherzando, questo solo prese per singolare augurio: ch’egli fosse venuto al
mondo essendo un Visconte piacentino podestà di Milano (il quale era allora
magistrato di suprema autorità), e trovandosi Imperatore Ottone (Ottone IV°
imperatore di Germania). Rilusse assai per tempo in lui, mentre era ancor
garzone, un ingegno gagliardo, altissimo ed ardente, e quel in che era
mirabile, temprato di grave prudenza. Aveva oltre di questo
un’eccellentissima maestà di volto e di corpo; perciocchè egli era di
statura grande, e fermissima molto per la composizione de’ nervi, con un
petto largo e rilevato, occhi molto grandi e pieni di raggi, d’eloquenza
illustre, e, quando era bisogno ornata di esquisite lettere; di maniera che,
piacendo egli grandemente a ognuno, pareva ancora a lui, ch’egli fosse degno
di miglior fortuna."
Ottone entra vittorioso a Milano accolto dal popolo