Lessico


Deposizione dell'uovo
con mutuo consenso

27 febbraio 2007

Non sempre accade che le galline vadano a nascondersi per deporre l'uovo, come affermato da Francesco Mario Grapaldi: Pariunt in loculamentis dispositis, aut ab ipsismet electis loco abditiore, Grapaldus. - Depongono le uova in ripiani predisposti, oppure scelti da loro stesse in un posto piuttosto nascosto, Grapaldi. (Conrad Gessner Historia animalium III, 1555, pag. 415)

Per la fine dell'inverno e per tutta la primavera del 2007 tre sorelle hanno scelto come nido il davanzale di una mia finestra al piano terra e credo sia facile immaginare quanto trambusto ho dovuto sorbirmi prima, durante e dopo il parto mentre stavo traducendo al computer questi passi in latino. Quella con piumaggio blu è venuta col marito a scegliersi il nido sul davanzale, così come accade e deve accadere se una gallina vive una vita libera e spensierata con l'altro sesso.

Le galline più vip hanno la ventura di andare a esplorare col gallo dove deporre l’uovo, lo decidono insieme e lo fanno in assoluto silenzio. La gallina si accovaccia e spesso il gallo monta di guardia finché la consorte si è sgravata.

La gallina può dare il segnale di voler deporre emettendo dei periodici co-co-co che hanno un volume del tutto sommesso anche se di tonalità tendente all’acuto, ed emette i suoi co-co-co mentre gironzola come assorta, quasi fingendo di cercare qualcosa.

Dopo aver deposto, la gallina si sofferma a coccolare il frutto del parto e poi esce dal nido cominciando a cantare a squarciagola, facendo un gran clamore - o un gran casino che dir si voglia – imitata spesso dalle altre galline che in quel momento stanno vagabondando. Ma, ciò che rompe effettivamente i timpani, è quando anche la schiera dei galli si unisce al coro delle femmine, cantando però come una gallina che ha deposto, e un gallo che canta da gallina è mille volte più petulante e indisponente perché non ha la voce adatta per farlo. È come quando Luciano Pavarotti vuole cantare dei brani che solo il Reuccio, solo Claudio Villa poteva elargire senza tema di sgarrare.

D’estate, con le finestre aperte, sono stato costretto parecchie volte a cercare di zittire questo assordante coro lanciando in frutteto caraffate di acqua, che tuttavia ottengono solo una momentanea interruzione del clamore, essendoci sempre un ultimo gallo che emette un’ultima vociata femminea, subito ripresa dal coro unanime che pare posseduto da un ciclo periodico coatto, come quello di certi cani che non riescono a smettere di abbaiare, un ciclo reiterantesi e automantenentesi. Finché pian piano, e in tempi variabili, il tutto va spegnendosi.

Se io fossi un corvo mi precipiterei a cogliere il frutto di un sì elaborato parto, e il corvo è tanto intelligente che lo farebbe se potesse individuare il nido, essendo ormai capace di rubare persino i soldi appena partoriti da un bancomat.
Infatti, non ho mai capito perché la gallina annunci a tutto il mondo che è nato un futuro pulcino e un prelibato boccone, del tutto dimentica che i predatori sono sempre in agguato e contravvenendo quasi stupidamente a tutte le regole del mimetismo.

Non si tratta di un canto di dolore, bensì di gioia, e probabilmente la gallina deve avvertire un gran sollievo dopo essersi sgravata. Un corpo estraneo in cloaca - fatte le debite eccezioni - non fa piacere neppure agli esseri umani. Inoltre, se le espressioni esprimono qualcosa come è loro dovere esprimere, la defecazione viene spesso eufemizzata in beneficio di corpo.

27 febbraio 2007