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Unicum item caput hi pulli pariter gemini, et parum a superioribus
differentes habebant, sed corpora magis quam in illis coniungebantur.
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Parimenti
avevano una sola testa questi pulcini anch’essi gemelli e differivano
di poco da quelli precedenti, ma i loro corpi erano più uniti rispetto
a quelli.
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Si
vero avis ulla monstrifica appellanda est, ea erit Gallus iste, quem
vivum ante aliquot annos in aula Serenissimi Magni Hetruriae Ducis
Francisci Medicei observavi: viris etiam magnanimis aspectu suo
terrifico pavorem incutiebat. Caput non crista carnea, ut in vulgaribus
Gallis ornabatur, nec paleae quoque erant carneae, sed uti aeque ex
plumis constabant militum conos, quibus galeas exornant, aemulantibus.
Habebat in fronte duas pennas, seu potius pennarum calamos (erant enim
nudae) surrectos, ceu duo cornua; item binos alios ab utraque rostri
prope nares parte, sed qui in extremitate plumas tenuissimas ad instar
setarum {a}ederent, necnon et alium in cervice, qui a principio fere
eiusmodi setis erat exornatus. Color totius corporis fere subfuscus, sed
radices pennarum erant albae, pennae vero ita erant constitutae, ut
veluti squamas toto corpore aemularentur. Prope uropygium, qua cauda
exit, tuberculum habebat rotundum, subalbidum. Cauda
non avium more ex plumis, sed carnosa ad instar quadruped<i>um,
pilis nuda, sed in extremitate tamen floccum, qualis in illis conspici
solet, obtinebat. Flocci color erat candicans. Cauda subcaerulea. Tibiae velut ocreis
indutae erant. Iconem proxima pagina dabit.
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Ma
se un qualche uccello deve essere definito mostruoso, lo sarà questo
gallo, che ebbi occasione di osservare vivo alcuni anni fa nel palazzo
del serenissimo Granduca di Toscana Francesco I de’ Medici:
con il suo aspetto terrificante incuteva paura anche agli uomini
coraggiosi. La testa non era ornata da una cresta carnosa come nei
normali galli, e neppure i bargigli erano carnosi, ma erano formati
proprio come da piume quasi simili ai cimieri dei soldati coi quali
adornano gli elmi. Sulla fronte aveva due penne, o piuttosto due calami
eretti di penne (infatti erano nude), come se fossero due corna;
parimenti ne aveva altri due ad ambedue i lati del becco in vicinanza
delle narici ma che presentavano delle piume molto sottili come se
fossero dei peli, e un altro al collo, adorno all’apice di peli quasi
con le stesse caratteristiche. La colorazione di tutto il corpo era
praticamente nerastra, ma le radici delle penne erano bianche, ma le
penne avevano una struttura tale da imitare come delle squame su tutto
il corpo. In vicinanza dell’uropigio, laddove emerge la coda, aveva un
tubercolo rotondo e biancastro. La coda non era fatta di piume come
negli uccelli, ma era carnosa come quella dei quadrupedi, priva di peli,
ma alla sua estremità aveva tuttavia un fiocco come abitualmente si può
osservare in essi. Il colore del fiocco tendeva al bianco. La coda era
azzurrina. Le gambe erano come rivestite da gambali. La pagina seguente
ne fornirà la raffigurazione.
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