Indicas
Gallinas alii, alii Numidicas dicunt etiam has, quas modo damus depictas.
Num vero caudata, quam priori loco exhibemus, an vero quae subsequitur,
cauda carens mas sit, sive Gallinaceus, plane ignoro. Putaverim tamen
caudatum marem esse, faeminam alteram. Sit quomodocunque utraque sub
Gallinae nomine mihi communicata est, prior a serenissimo magno
Hetruriae Duce, cum titulo Gallinae Indicae, altera pro Gallina
Numidica. Prior a rostro ad caudae extremitatem usque (quae candida est,
sed nigris lineis conspersa,) nigra: quae tamen nigredo ubique ferme ad
subcaeruleum vergebat. Podex,
et caudae principium subtus candicabant. Rostrum robustum, recurvum,
rubicundum. Tibiae eiusdem fere coloris, sed pallidioris multo, et in
postica parte ad [335] caeruleum vergebant.
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Alcuni
chiamano galline indiane, altri galline della Numidia
quelle di cui adesso forniamo la raffigurazione. Non so assolutamente se
sia il maschio, ossia il gallo, quella fornita di coda che presentiamo
per prima, oppure quella che viene dopo e che è priva di coda. Tuttavia
sarei dell’avviso che quello con la coda è il maschio e che l’altra
è la femmina. Comunque sia, ambedue mi sono state fornite col nome di
gallina, la prima dal serenissimo Granduca di Toscana Ferdinando I
col nome di gallina d’India, l’altra come gallina della Numidia. La
prima si presenta nera dal becco fino all’estremità della coda (la
quale estremità è candida, ma cosparsa di linee nere): tuttavia questo
nero quasi dappertutto tendeva all’azzurrino. Il podice e la parte
inferiore dell’attaccatura della coda erano bianchi. Il becco era
robusto, ricurvo, rosso. Le zampe erano quasi dello stesso colore, ma
molto più pallido, e posteriormente tendevano all’azzurro.
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