Etimologia botanica
di Alexandre de Théis
1810

Biografie botaniche


T

TabernaemontanusTheodorus Jacobus Tabernaemontanus

TankervilleCharles Bennet, 4th Earl of Tankerville

Targioni TozzettiGiovanni Targioni Tozzetti

TeocritoTeocrito

TheophrasteTeofrasto

ThevetAndré Thevet

ThouinAndré Thouin

ThunbergCarl Peter Thunberg

TillandzElias Tillandz

TilliMichelangelo Tilli

TimmJoachim Christian Timm

TolomeoClaudio Tolomeo

TorénOlof Torén

Tournefort – Joseph Pitton de Tournefort

TourretteMarc Antoine Louis Claret de La Tourrette

TozziBruno Tozzi

TradescantJohn Tradescant the Elder

Trallianus Alexander Alessandro di Tralles

TrattinnickLeopold Trattinnick

TrewChristoph Jakob Trew

TriguerosCándido María Trigueros

TrionfettiGiovanni Battista e Lelio Trionfetti

TulbaghRyk Tulbagh

TurnerWilliam Turner

TurpinPierre Jean François Turpin

TurraAntonio Turra

Tabernaemontanus

Theodorus Jacobus Tabernaemontanus: Germania 1520–1590. Nasce a Bergzabern in Alsazia. Il suo cognome Von Bergzabern viene latinizzato in Tabernaemontanus e con questo verrà ricordato per secoli nel mondo scientifico europeo. Studioso di medicina, farmacia e botanica, conoscitore di molte lingue straniere, insegna all’Università di Heidelberg, città nella quale si spegne nel 1590. Interessi botanici: il suo interesse per le piante medicinali lo porta a raccogliere tanto materiale da poter dare alle stampe la sua opera principale New Kreuterbuch. Studia in particolare alcune piante tropicali utilizzate nelle piantagioni del caffè per ombreggiare le colture; fra queste la "tabernamontana coronaria" che porterà il suo nome. Ricordiamo fra le sue opere anche la pubblicazione nel 1590 dell’importante lavoro Eicones Plantarum.

Tankerville

Charles Bennet, 4th Earl of Tankerville (15 November 1743 – 10 December 1822), styled Lord Ossulston from 1753 to 1767, was a British nobleman, a collector of shells and a famous patron of Surrey cricket in the 1770s. He agreed a set of cricket rules that included the first mention of the Leg before wicket rule. His wife, Emma, was also notable as a collector of exotic plants. Her collection of over 600 illustrations were purchased by Kew Gardens in 1932 and are still available today.

Targioni Tozzetti

Giovanni Targioni Tozzetti (Firenze, 11 settembre 1712 – Firenze, 7 gennaio 1783) è stato un medico e naturalista italiano, capostipite di una famiglia di studiosi la cui opera sarà intimamente legata allo sviluppo scientifico ed economico della Toscana. Figlio di Benedetto e di Cecilia Tozzetti, studiò e si laureò in medicina a Pisa nel 1734, ma avendo ereditato dal padre l’amore per la botanica decise successivamente, sotto la guida dell'eminente studioso fiorentino Pier Antonio Micheli, di dedicarsi allo studio di quest'ultima. In tale ambito compì ricerche fondamentali per la scoperta dei parassiti vegetali, con una forte attenzione anche agli aspetti pratici. I risultati ottenuti furono così rilevanti che fu proprio Giovanni a succedere a Micheli alla guida del Giardino botanico e come professore nello Studio fiorentino. Nel 1739 venne nominato prefetto della Biblioteca Magliabechiana e si occupò per vari anni dell'ordinamento del vastissimo materiale librario. Ciò gli dette inoltre l'occasione di dedicarsi anche ad un altro dei sui interessi, lo studio della storia. In questo campo si interessò in particolare della storia della Toscana: dai suoi studi nacque l'opera Viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa, di cui esistono due edizioni: la prima in sei volumi (Firenze 1751–54), e la seconda in dodici volumi (1768–79). Quest'opera, scritta anche con la collaborazione di Ferdinando Morozzi, costituisce una fondamentale descrizione della Toscana dal punto di vista sia storico che scientifico. Le notizie contenute nell'opera spaziano dalla botanica (in special modo per quanto riguarda la patologia vegetale ante litteram) alla medicina, dalla zoologia alla mineralogia per arrivare all'architettura. Sicuramente però uno degli aspetti più interessanti dei Viaggi fatti in diverse parti della Toscana è quello geografico: Targioni Tozzetti infatti perseguiva il proposito di definire una mappa "letteraria" della sua regione, intento conseguito con grande precisione e cura. Si dedicò inoltre alla cartografia iniziando a redigere una corografia e topografia fisica della Toscana, di cui, però, pubblicò solo il prodromo nel 1754. Nel 1763 pubblicò il Catalogo delle Produzioni Naturali presenti nella Real Galleria. In questa opera proponeva, tra l'altro, la costituzione di un apposito museo scientifico, poi realizzato nel 1775 grazie alla fondazione dell' I.R. Museo di Fisica e Storia Naturale, da parte del granduca Pietro Leopoldo. Nel 1767 pubblicò l'Alimurgia o sia modo di rendere meno gravi le carestie. Fu inoltre il fondatore della Collezione lito–mineralogica di Giovanni Targioni Tozzetti, una collezione di circa 9000 campioni tra rocce e minerali. L'interesse è prevalentemente storico in quanto gli esemplari sono catalogati secondo una vecchia nomenclatura latina. Degno di particolare nota è invece il catalogo della collezione, una raccolta di circa 5000 carte raccolte in 12 volumi che illustrano i diversi campioni, corredati da 9000 illustrazioni eseguite dal figlio Ottaviano. La collezione, per motivi di spazio, è visibile al pubblico solo online grazie a una collaborazione tra il Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze – Sezione di Mineralogia e l' Istituto e il Museo di Storia della Scienza. Fu anche uno dei primi membri dell'Accademia dei Georgofili e della Società Colombaria. Con lui iniziò una vera dinastia di naturalisti, col figlio Ottaviano (1755 – 1829) botanico, il nipote Antonio (1785 – 1856) sempre botanico, il pronipote Adolfo (1823 – 1902) zoologo. Targ.Tozz. è l'abbreviazione standard utilizzata per le piante descritte da Giovanni Targioni Tozzetti.

Thevet

André Thevet (Angoulême, 1502 – Parigi, 23 novembre 1590) è stato uno scrittore ed esploratore francese. Frate francescano francese, cosmografo e scrittore. Finanziato dal cardinale Giovanni di Lorena, nel 1549 compì un viaggio nei paesi del Mediterraneo orientale, visitando Creta e le isole dell'Egeo e si trattenne due anni a Costantinopoli. Nel 1552, lasciata la città, partì per l'Egitto e si recò sul Monte Sinai, quindi visitò la Palestina e la Siria. Tornato in Francia nel 1554, pubblicò il resoconto dei suoi viaggi con il titolo Cosmographie du Levant (Cosmografia del Levante). Poco dopo compì un viaggio in Brasile per il quale divenne celebre descrivendolo nel suo Les Singularitez de la France Antarctique, autrement nommee Amerique: (et) de plusieurs Terres (et) isles decouvertes de nostre Temps (Le singolarità della Francia Antartica, altrimenti detta America: e di numerose Terre e isole scoperte ai nostri tempi – 1557). A suo dire quella terra australe pullulava di unicorni.

Thouin

André Thouin (Parigi, 10 febbraio 1747 – Parigi, 27 ottobre 1824) è stato un botanico e agronomo francese. Figlio d'arte, – il padre Jean André era stato capo giardiniere del "Jardin du Roi" e il fratello era il celebre paesaggista (= progettista di giardini) Gabriel Thouin (1748–1829) – André apprese la botanica da Bernard de Jussieu (1699–1777). All'età di diciassette anni rimase orfano. Buffon, allora, gli offrì di sostituire suo padre e il giovane Thouin non lo deluse: fece aumentare il numero delle piante e delle colture, al punto che, al momento della sua morte, il giardino contava oltre 6.000 specie viventi. Gran Maestro delle collezioni del Museo, botanico, specializzato in innesti e nella coltivazione di specie esotiche, divenne membro della Società di Agricoltura nel 1784, dell' Accademia delle scienze di Francia nel 1786 e, complessivamente, di 72 fra Accademie e Società scientifiche. Assieme a René Desfontaines (1750–1831) stilò l'inventario di tutti gli orti botanici presenti nei dintorni di Parigi che erano stati proprietà di nobili o di altri dignitari decaduti e collaborò all' "Encyclopédie". Nel 1789 venne eletto Deputato supplente del terzo stato agli Stati generali e, nel 1790, membro del Consiglio generale del Dipartimento della Senna, titolo che mantenne sino al 10 agosto 1792. L'anno seguente ebbe la nomina di professore amministratore del Museo nazionale di storia naturale di Francia, incaricato del corso di coltivazione e acclimatazione delle specie alloctone. All'interno del Museo Thouin creò nel 1806 una Scuola di agricoltura pratica. Abitava nel Jardin des plantes, con i fratelli e le sorelle, presso antiche serre e riceveva talvolta personaggi come Malesherbes, Rousseau, etc. Nel 1794 seguì l'esercito nei Paesi Bassi, dove fu incaricato, assieme a Barthélemy Faujas de Saint–Fond (1741–1819) di recuperare collezioni. Il medesimo incarico gli viene affidato durante la Campagna d'Italia di Bonaparte. Georges Cuvier (1769–1832) pronunciò il suo elogio funebre di fronte all'Istituto di Francia. Opere: Essai sur l'exposition et la division méthodique de l'économie rurale, sur la manière d'étudier cette science par principes et sur les moyens de... la perfectionner, Tipografia de Marchant, Parigi, 1805. – Description de l’école d’agriculture pratique du Muséum d’histoire naturelle, Parigi. 1814. – Manuel d'arboriculture. Manuel illustré de la culture, de la taille et de la greffe des arbres fruitiers, 1819. – Monographie des greffes, ou Description technique des diverses sortes de greffes employées pour la multiplication des végétaux, 1821. – Instruction pour les voyageurs et pour les employés dans les colonies sur la manière de recueillir, de conserver et d'envoyer les objets d'histoire naturelle, rédigée... par l'administration du Muséum royal d'histoire naturelle, 1824. – Cours de culture et de naturalisation des végétaux, Edito da M.me Huzard et Déterville, Parigi, 1827. (con un atlante in 4° e 65 tavole incise). – Numerose collaborazioni sotto forma di articoli, nell’Encyclopédie méthodique (sezione Agricoltura), nel Supplément di François Rozier, nelle Mémoires de la Société d’agriculture, nella Feuille du Cultivateur, nella Bibliothèque physico–économique, nel Dictionnaire d’histoire naturelle e nel Nouveau Cours d’agriculture, (due opere pubblicate da Déterville), negli Annales de l’Agriculture françoise, e negli Annales et Mémoires du Muséum d’histoire naturelle. – Cours de culture et de naturalisation des végétaux, (3 volumi e un atlante in 4°) fu fatto pubblicare nel 1827 da suo nipote Oscar Leclerc–Thouin.

Thunberg

Carl Peter Thunberg (Jönköping, 11 novembre 1743 – Thunaberg, 8 agosto 1828) è stato un botanico svedese. È stato soprannominato "Padre della botanica sud–africana" e "Linneo giapponese". È stato allievo di Linneo all'università di Uppsala, ove ha conseguito il titolo di dottore in medicina e in storia naturale nel 1767. Nel 1770 lascia la Svezia per Parigi, ove continua i suoi studi in queste due discipline. Nel 1771, durante un viaggio nei Paesi Bassi, studia l'Orto botanico di Amsterdam e l'Orto botanico di Leida, con i relativi musei. Viene invitato a partire per visitare le colonie olandesi e il Giappone allo scopo di raccogliere dei campioni per gli orti botanici olandesi. Parte nel dicembre del 1771 come medico di bordo su una imbarcazione della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Arriva a Città del Capo dove soggiorna tre anni per apprendere l'olandese. La sua intenzione era di farsi passare per un olandese in Giappone, paese aperto unicamente ai mercanti protestanti olandesi. Durante il suo soggiorno compie numerose spedizioni nell'interno, affrontando spesso notevoli pericoli, allo scopo di raccogliere campioni botanici e animali. Nel marzo 1775, Thunberg parte alla volta dell'isola di Giava e resta a Batavia per due mesi. Nell'agosto 1775, arriva alla sede della Compagnia olandese delle Indie orientali sulla minuscola isola artificiale di Dejima (appena 120 per 75 m) nella baia di Nagasaki, collegata alla terraferma da un terrapieno. Lavora lì come chirurgo (1775–1776). Come gli altri olandesi di questa piccola colonia, gli era praticamente mai concesso di lasciare l'isola. Riuscì comunque a condurre alcune ricerche botaniche; allo scopo di ottenere più esemplari, negozia con gli interpreti lo scambio delle conoscenze della medicina occidentale con nuovi esemplari vegetali. A metà del 1776 ha l'occasione di accompagnare il direttore della colonia olandese nel corso di una visita in Giappone allo shogun di Edo (l'antico nome di Tokyo). Durante questo lungo viaggio ha modo di creare un erbario con numerose piante. Thunberg lascia il Giappone nel novembre 1776. Dopo una breve sosta a Giava, arriva a Colombo, Ceylon (oggi Sri Lanka), nel luglio 1776. Fa numerosi viaggi all'interno dell'isola, in particolare per visitare la colonia olandese di Galle. Continua, naturalmente, a raccogliere campioni per il suo erbario. Nel febbraio 1778, Thunberg lascia Ceylon per Amsterdam. Durante il viaggio di ritorno, si ferma due settimane a Città del Capo e arriva ad Amsterdam nell'ottobre 1778. Va innanzitutto a Londra dove incontra Sir Joseph Banks. Vede la collezione giapponese del naturalista tedesco Engelbert Kaempfer (1651–1716) che era stato a Dejima prima di lui. Incontra inoltre Johann Reinhold Forster che gli mostra le sue collezioni raccolte durante il secondo viaggio di James Cook. Ritorna in Svezia nel marzo 1779 dove apprende della morte di Linneo sopravvenuta un anno prima. Qualche anno dopo (1781) gli subentra come professore di medicina e storia naturale all'Università di Uppsala. I risultati delle sue ricerche vengono pubblicati sotto il titolo di Flora Japonica nel 1784. Attribuisce a numerose nuove specie l'epiteto di japonica; la maggior parte di esse proveniva in realtà dalla Cina essendo state importate in Giappone per ornare i giardini del paese. Nel 1788 pubblica i racconti dei suoi viaggi sotto il titolo di Viaggi di C. P. Thunberg in Giappone passando per il Capo di Buona Speranza, le Isole della Sonda, ecc.. Il racconto del suo soggiorno a Dejima è piuttosto triste. Completa la sua opera botanica Prodomus plantarum nel 1800, Icones plantarum japonicarum nel 1805 e Flora capensis nel 1813. Pubblica numerosi articoli su riviste scientifiche svedesi e di altri paesi. Viene nominato membro onorario di 26 società scientifiche. Autore prolifico, gli sono attribuite 112 opere. Il genere tropicale Thunbergia (della famiglia delle Acanthaceae) è dedicato a lui. Gli sono state dedicate inoltre più di 250 specie vegetali ed anche alcune animali. Opere di botanica: Flora Japonica (1784) – Prodromus Plantarum Capensium (Uppsala, 1794). – Flora Capensis (1807, 1811, 1813, 1818, 1820, 1823) – Voyages de C.P. Thunberg au Japon par le Cap de Bonne–Espérance, les Isles de la Sonde, ecc. – Icones plantarum japonicarum (1805).

Tillandz

Elias Tillandz (1640–1693), later Tillander, was a Swedish born doctor and botanist in Finland. He was the professor of medicine at the Academy of Turku. He wrote the country's first botanical work, the Catalogus Plantarum, which was first published in 1673. As a doctor he also prepared medicines for his patients by using his extensive knowledge of plants. According to legend Tillandz ("Till lands" means "by land" in Swedish) received his name when, as a student, he travelled by boat from Turku to Stockholm. On the way he became so seasick that he returned by walking around the Gulf of Bothnia, a distance of some 1000 kilometers. A genus of epiphytic plants, Tillandsia, was named after Tillandz by Carolus Linnaeus. This botanist is denoted by the author abbreviation Tillandz when citing a botanical name.

Tilli

Michelangelo Tilli (Castelfiorentino, 1655 – Pisa, 1740) è stato un medico e botanico italiano. Michelangelo Tilli nacque a Castelfiorentino da Desiderio Tilli e Lucrezia Salvadori. Nel 1677 si laureò in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Pisa e nel 1681 fu nominato da Cosimo III medico di bordo della flotta granducale. Fu così imbarcato sulle galere toscane alla volta delle isole Baleari, e, nel 1683, si recò a Costantinopoli. Nel 1685, nominato Professore di Botanica e direttore dell'Orto botanico, si trasferì a Pisa prendendo a livello dal Convento di San Matteo il Palazzo Bianco sul lungarno. Fu tra i primi in Italia a utilizzare le serre per le piante, rendendo possibili in Italia le coltivazioni dell'ananas e del caffè. Opere: Catalogus Plantarum Horti Pisani (1723).

Timm

Joachim Christian Timm (born 7 December 1734 in Wangerin, died 3 February 1805 in Malchin) was an apothecary, mayor of Malchin, and a botanist with a particular interest in cryptograms. This botanist is denoted by the author abbreviation Timm when citing a botanical name. Joachim Christian Timm was the son of a tobacconist, Matthias Ernst Timm (1704–1779). He was born in Wangerin in Eastern Pomerania (at that time part of Prussia, now in Poland) and attended school there. In 1749 he started a five–year apprenticeship as an apothecary, initially with Friedrich John in Wangerin, where he served for a year as an assistant. In the 1750s he was in Mecklenburg, working in Rostock. At the end of the 1750s he moved to Malchin to manage the apothecary business of Georg Heinrich Kruger and his successors. In 1760, Timm became the official apothecary of Malchin. In 1771 he was elected senator. In 1778 he became the Second or Vice–Mayor of Malchin, becoming the Mayor in 1790. The tradition of having more than one mayor to lead the town ended with his death. As an apothecary, he was interested in botany. He enthusiastically collected plants of all kinds, especially cryptogams, primarily in the Malchin area. In 1788 he published his work Florae megapolitanae Prodromus, which he based on the system of the Swedish botanist Linnaeus. Professor Johann Hedwig of Leipzig later named a genus of moss Timmia after him, including the species he found at Malchin in Mecklenburg, Timmia megapolitana. The epithet megapolitana here refers to Mecklenburg, which was then often referred to by the Greek equivalent megapolis. At the instigation of the author of a monograph on Timmia, Guy Brassard, a mountain on the Arctic Ellesmere Island was named "Mount Timmia" in honour of Timm. In 1762, Timm married Anna Christine Elisabeth Witte (1743–1792), a merchant's daughter from Röbel. They had ten children, including the sons Joachim (1768–1801) and Hans Timm (1774–1852), who one after the other succeeded their father as the official apothecary in Malchin. Another son, Helmuth Timm (1782–1848), became a pastor in Groß Gievitz and later in Malchin. Joachim Christian Timm is now regarded as a pioneer of modern botany in Germany.

Torén

Olof Torén est un naturaliste et pasteur luthérien suédois, né à Sätila (province de Västergötland) le 1er octobre 1718 et décédé à Näsinge (province de Bohuslän) le 17 août 1753. Après avoir étudié à l'Université d'Uppsala à partir de 1737, Torén devient pasteur en 1747 et participe comme aumônier de marine à deux expéditions de la Compagnie suédoise des Indes orientales, la première à destination de Java à bord du navire Hoppet, en 1748–1749, et la seconde à destination de l'Inde et de la Chine à bord du navire Götha Lejon, en 1750–1752. Au cours de ce dernier voyage, Torén passe notamment cinq mois à Surat et six mois dans la région de Canton. Le deuxième voyage d'Olof Torén a été l'occasion d'une correspondance avec le naturaliste Carl von Linné. Les notes de Torén qui y figurent ont d'ailleurs fait l'objet d'une publication posthume en 1757, sous le titre En Ostindisk Resa til Suratte, China &c. från 1750 April 1. til 1752 Jun. 26. Elles ont ensuite été traduites vers l'allemand en 1765, le français en 1771 et l'anglais en 1771. Linné a dédié à Olof Torén le genre botanique Torenia L. de la famille des Scrophulariacées.

Tournefort

Joseph Pitton de Tournefort: botanico francese (Aix–en–Provence 1656 – Parigi 1708). Viaggiò a lungo e dal 1683 insegnò botanica al Jardin du Roy: diede la prima chiara definizione di genere e creò un sistema di classificazione fondato sui caratteri della corolla. Importanti le sue Institutiones rei herbariae (1700). § Joseph Pitton de Tournefort (Aix–en–Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) è stato un botanico francese. Destinato a diventare prete, studiò presso i Gesuiti. Ma la morte di suo padre lo lasciò libero di seguire i suoi interessi personali, particolarmente nel campo della botanica alla quale si era appassionato fin da giovane. Si fece conoscere costruendo un erbario in Savoia e nel Delfinato (oggi proprietà del Museo nazionale di storia naturale di Francia con sede a Parigi). Intraprese gli studi di medicina a Montpellier e strinse amicizia con Pierre Magnol (1638–1715). Nel 1681, trascorse un anno nei Pirenei per studiarvi la flora. Un periodo difficile, si dice che dovesse nascondere i suoi soldi nel pane per sfuggire ai ladri. L'erbario che vi costituì era così ricco che Guy–Crescent Fagon (1638–1718) lo chiamò a Parigi per affidargli la sua cattedra di botanica al Jardin des Plantes (1683). I suoi corsi erano celebri e attiravano numerosi spettatori, anche dall'estero. Nel 1698 fece conoscere la flora parigina pubblicando il libro dal titolo Histoire des plantes qui naissent aux environs de Paris (Storia delle piante che nascono nei dintorni di Parigi). Su ordine del Re, partì alla ricerca di erbe nei Pirenei dove raccolse numerose specie. Tra il 1700 e il 1702 Tournefort viaggiò nelle isole greche: Creta e Cicladi. Visitò in seguito Costantinopoli, le coste del mar Nero, l'Armenia e la Georgia. Raccolse piante e annotò numerose osservazioni. In Grecia, tentò di ritrovare le piante descritte da Dioscoride ma ne riconobbe solo 400 circa. Durante il suo viaggio fu accompagnato dal botanico tedesco Andreas von Gundelsheimer (1668–1715) e dal pittore Claude Aubriet (1651–1743). Il racconto del suo viaggio, Relation d'un voyage au Levant, fu pubblicato dopo la sua morte. Entrò nel 1691 all'Accademia delle scienze. Solo nel 1694 fece pubblicare la sua prima opera di botanica, Éléments de botanique (Elementi di botanica), con 435 disegni di Aubriet. La sua principale opera botanica è Institutiones rei herbariae (1700), traduzione della precedente in latino ad opera dello stesso Tournefort, dove egli classifica le piante seguendo la forma delle loro corolle, ma, più importante ancora, fa una chiara distinzione tra genere e specie, preparando così il terreno a Carl von Linné. Fu vittima di un incidente a Parigi, nella via che porta oggi il suo nome: rue Tournefort (nel V arrondissement). Merita una citazione anche il De optima methodo instituenda in re herbaria (1697) e la sua Histoire des plantes qui naissent aux environs de Paris ( 1698), la cui traduzione in inglese fu pubblicata nel 1732. Lasciò i suoi manoscritti al suo allievo e amico, Michel Louis Renaume de la Garance (1676–1739). Carl von Linné gli dedicò un genere della famiglia delle Boraginaceae: Tournefortia.

Tourrette

Marc Antoine Louis Claret (de Fleurieu) de La Tourrette (ou de Latourrette) est un botaniste français, né le 11 août 1729 à Lyon et mort en 1793. Son père, Jacques–Annibal Claret de La Tourrette (1692–1776), qui appartient à la magistrature lyonnaise, fut anobli par Louis XV. D'abord conseiller à la Cour des Monnaies, Marc–Antoine–Louis consacre ses loisirs à l'histoire naturelle et se constitue un important herbier. Mais après vingt années d'exercice il renonce à ses fonctions pour se consacrer entièrement à ses études sur l'histoire naturelle et plus particulièrement à la botanique, en gardant aussi une place à l'archéologie et à l'histoire. Dès 1763, il entreprend d'installer le jardin botanique de l'École vétérinaire de Lyon, prévu sur les pentes de la Croix Rousse, et cela avec l'aide de l'abbé Rozier. Puis il installe pour lui un jardin d'acclimatation important sur les pentes de Fourvière. En 1766, c'est dans le parc de la Tourrette qu'il organise un parc botanique où l'on comptera bientôt plus de 3000 espèces, arbres et plantes et arbres étrangers. Son herbier de plus de 1000 plantes est au parc de la Tête d'Or. Il fait de nombreux voyages pour enrichir ses collections, autour de Lyon mais aussi à l'étranger comme en Italie. Le 20 janvier 1767 et malgré ses occupations, il devient secrétaire perpétuel de l'Académie de Lyon pour la section des Sciences (dont il est membre depuis ses 25 ans), jusqu'à sa mort en 1793. Son père Jacques–Annibal était aussi de l'Académie mais dans la section Lettres. Marc–Antoine Louis termine sa carrière tranquillement à l'âge de 64 ans. Né d'une faible complexion, il n'avait cependant pas éprouvé de grandes maladies; sa sobriété et sa tempérance l'ont conduit sans infirmité à un âge avancé. Depuis quelques années il avait éprouvé de gros rhumes et était devenu sujet à des anxiétés, accompagnées d'une forme de jaunisse. À l'automne 1793, les fatigues et les inquiétudes que le siège de Lyon rendent communes à tous les habitants, lui causent une péripneumonie qu'il néglige; dès le quatrième jour les signes de la gangrène se développent, il ne recourt aux secours de la médecine qu'au moment où il ne peut plus rien en attendre. Il succombe sous les atteintes d'une maladie dont il n'était plus temps d'arrêter les progrès.  Il rencontre ou entre en correspondance avec les botanistes de son époque: Carl von Linné (1707–1778), Albrecht von Haller (1708–1777), Jean–Emmanuel Gilibert (1741–1814), Bernard de Jussieu (1699–1777) et Jean–Jacques Rousseau (1712–1778), son ami, sans oublier l'abbé Rozier. La correspondance entre Rousseau et La Tourrette fut d'ailleurs publiée. Le plus important travail laissé par Marc–Antoine–Louis est Démonstrations Élémentaires de Botanique (Lyon 1766, 2 vol. in–8), parfois attribué exclusivement à tort à l'abbé Rozier. Le succès fut certain malgré l'époque défavorable: 4 éditions en 18 ans. L'abbé Rozier prêta son concours pour la première édition, et la quatrième fut augmentée par Jean–Emmanuel Gilibert, autre botaniste qui fut médecin et Maire de Lyon. Cet ouvrage était destiné à l'instruction des élèves de l'École vétérinaire. Il est membre de l’Académie des sciences en 1772. Il est notamment l’auteur de Chloris lugdunensis (1785). Il publie en 1761, un Mémoire sur les végétaux. Il étudie les mousses et les champignons de la région lyonnaise. Il étudie l'influence du climat, des engrais et des labours sur les végétaux qui croissent sous ses yeux, et s'efforce, par l'alliance de l'histoire naturelle, de la chimie et de la physique, d'augmenter la valeur du sol exploité. Marc–Antoine ne fut pas seulement un amateur érudit mais réellement un savant. En botanique il innova en étudiant, avant les autres, les lichens, y compris les espèces habituées à d'autres climats. Il rassembla aussi une collection d'insectes et une collection de minéraux. Publications: Mémoire sur les végétaux, 1761 – Démonstrations élémentaires de botanique, contenant les principes généraux de cette science, l’explication des termes, les fondemens des méthodes, et les élémens de la physique des végétaux; la description des plantes les plus communes, les plus curieuses, les plus utiles, rangées suivant la méthode de M. de Tournefort et celle du chevalier Linné, leurs usages et leurs propriétés dans les arts, l’économie rurale, dans la médecine humaine et vétérinaire ; ainsi qu’une instruction sur la formation d’un herbier, sur la dessiccation, la macération, l’infusion des plantes…, 1766 ; 2e éd., Lyon : chez Bruyset, 1773, 2 vol. in–8° ; 3e éd. (corrigée et considérablement augmentée), Lyon : chez Bruyset, frères, 1787, 3 vol. in–8° ; 4e éd. en 1793, 4 vol. ; Lyon : Bruyset aîné, 1796, 2 vol. in–4° – Voyage au mont Pilat dans la province du Lyonnais, contenant des observations sur l'histoire naturelle de cette montagne, & des lieux circonvoisins ; suivi du catalogue raisonné des plantes qui y croissent, Avignon: Regnault, 1770 – Chloris lugdunensis, 1785.

Tozzi

Bruno Tozzi (Montevarchi, 27 novembre 1656 – Vallombrosa, 29 gennaio 1743) è stato un religioso, botanico e micologo italiano. Figlio di Francesco di Simone Tozzi di origini montevarchine ma cittadino di Firenze, Bruno nacque comunque a Montevarchi; nonostante questo, molti dei vari elogi a lui dedicati lo vogliono, per ovvie ragioni, fiorentino. Vestì l'abito vallombrosano il 5 maggio 1676 «e ben presto ottenne dal suo raro talento, e dalla sua applicazione indefessa una vasta cognizione degli studj sacri, e profani, che lo fecero risguardare per un singolare ornamento della sua Congregazione». Avvicinatosi alle scienze naturali grazie alle influenze del confratello, e botanico, Virgilio Falugi «a simiglianza de' Filosofi più accreditati dell'antichità intraprese molti disastrosi viaggi nelle Alpi d'Italia, nelle diverse spiagge del Mare Toscano e Adriatico e nelle isole adiacenti, osservando minutamente i tesori più segreti della natura, che appariscono negl'insetti, ne' vegetabili, e nelle miniere, e del tutto prendendo quelle rarità, che adornare dovevano il suo scelto Museo, e servire di abbondante materia al suo studio». E non solo «più viaggi egli intraprese per valli e monti scoscesi, onde raccoglier piante ed oggetti di mineralogia come fece» ma anche «a tutto ciò aggiunse una vasta e scelta Biblioteca di libri a questa scienza appartenenti. Istruitosi nell'arte del disegno dipinse le figure di quelle piante, delle quali non poté con altro mezzo ottenere lo scheletro, e con ciò si condusse, ajutato poi anche dai più rinomati Botanici, a scuoprir nuove piante e ad illustrar con critico esame quelle, che negli scritti di pochi trovavansi oscuramente registrate, onde ne formò quelle mirabili sceltissime raccolte di scheletri, di miniature e di osservazioni, che oltre al servire di raro e nobile ornamento alla sua insigne Biblioteca». Biblioteca preziosissima a quanto pare perché costituita da libri rari e pezzi unici. Richiamato successivamente a Vallombrosa, ricoprì l'incarico di Segretario Generale dell'Ordine Vallombrosano, posto che gli aprì poi le porte per essere nominato, nell'ordine, abate della casa madre, visitatore apostolico e infine procuratore generale dei vallombrosani presso la Santa Sede. «Nel mezzo di tante cure però non interruppe giammai l'erudite sue applicazioni, colle quali si conciliò tanta fama, che non solo la società Bottanica di Firenze, ma la stessa società Reale di Londra l'onorarono della propria stima, aggregandolo con applauso universale al numero de' loro Colleghi». O per meglio dire «chiamato egli a Londra come Professore di Botanica con l'assegno di 2 mila scudi, non accettò così onorevole e lucroso posto attesa la sua avanzata età [...] e si contentò di essere ascritto alla Reale Società, come lo fu pure a quella di Botanica istituita in Firenze». Fu maestro ed amico del celebre naturalista Pier Antonio Micheli il quale nel 1729 ringraziò il suo precettore, e compagno di innumerevoli viaggi, inserendo una delle erbe scoperte dal Tozzi nella sua opera "Nuovi generi di piante" e dandole appunto il nome di Tozzia. Non scoprì però solo quell'erba in quanto «le sue cognizioni in botanica gli fecero rendere un servigio più essenziale, non dirò all'umanità, ma alla sensualità dei suoi concittadini, poiché fra la multitudine dei funghi che crescono spontanei nella foresta di Vallombrosa, scoperse quelli chiamati dormienti dallo stare riuniti in piccole famiglie, e nascosti sotterra. Il buon romito rese nota la loro ottima qualità, esponendosi con pericolo il primo a farne la prova». Dunque «i Religiosi Vallombrosani, che a gara con gl'Esteri s'interessavano nelle glorie del P. Tozzi desiderarono di promoverlo al posto supremo di Generale; ma troppa era la di lui inclinazione agli studi per non lasciarsi vincere dall'amor del comando. Pregò egli di poter deporre i suoi impieghi, e con eroica costanza vincendo la renitenza, e le persuasive de' suoi amici, si ritirò l'anno 1730 nelle Celle di Vallombrosa per ivi dar compimento a' suoi studi». «Tralle altre sue fatiche sappiamo esservi una copiosissima Raccolta di Funghi, i quali dipinti tutti со' loro veri colori, e figure, formano grossi volumi, degnissimi d' esser collocati in qualche nobile Biblioteca per la loro sicura conservazione». Oggi sono infatti conservati alla Biblioteca Nazionale di Firenze. «Si era egli presa cura di cercare e scuoprire con ogni diligenza le piante, che si producono pella Toscana, alla quale impresa ha conferito molto la sua dimora ne' Monasteri di campagna, avendo insino voluto finire i suoi giorni nel Romitorio delle Celle di Vallombrosa, elevato sull'altezza della montagna, in distanza di circa mezzo miglio dall'Archicenobio della loro Congregazione. Era egli uomo d'alta statura, di complessione forte, di colore acceso, di capello nero, di volto rotondo; e garbato, ed affabile. La perfezione del suo temperamento l'ha condotto sino all'estrema vecchiezza in buono stato di corpo e di mente, essendo morto quasi nonagenario, con lasciare una scelta libreria della sua professíone, la quale è passata nella Biblioteca del Monastero di Vallombrosa, insieme cogli Erbarj viventi, che egli avea messi insieme». Monastero di Vallombrosa dove, la sua biblioteca, è consultabile ancora adesso.

Tradescant

John Tradescant the Elder (c. 1570s – 15–16 April 1638), father of John Tradescant the Younger, was an English naturalist, gardener, collector and traveller, probably born in Suffolk, England. He began his career as head gardener to Robert Cecil, 1st Earl of Salisbury at Hatfield House, who initiated Tradescant in travelling by sending him to the Low Countries for fruit trees in 1610/11. He was kept on by Robert's son William, to produce gardens at the family's London house, Salisbury House. He then designed gardens on the site of St Augustine's Abbey for Edward Lord Wotton in 1615–23. Later, Tradescant was gardener to the royal favourite George Villiers, 1st Duke of Buckingham, remodelling his gardens at New Hall, Essex and at Burley–on–the–Hill. John Tradescant travelled to the Nikolo–Korelsky Monastery in Arctic Russia in 1618 (his own account of the expedition survives in his collection), to the Levant and to Algiers during an expedition against the Barbary pirates in 1620, returned to the Low Countries on Buckingham's behalf in 1624, and finally went to Paris and (as an engineer for the ill–fated siege of La Rochelle) the Ile de Rhé with Buckingham. After Buckingham's assassination in 1628, he was then engaged in 1630 by the king to be Keeper of his Majesty's Gardens, Vines, and Silkworms at his queen's minor palace, Oatlands Palace in Surrey. On all his trips he collected seeds and bulbs everywhere and assembled a collection of curiosities of natural history and ethnography which he housed in a large house, "The Ark," in Lambeth, London. The Ark was the prototypical "Cabinet of Curiosity", a collection of rare and strange objects, that became the first museum open to the public in England, the Musaeum Tradescantianum. He also gathered specimens through American colonists, including his personal friend John Smith, who bequeathed Tradescant a quarter of his library. From their botanical garden in Lambeth, on the south bank of the Thames, he and his son, John, introduced many plants into English gardens that have become part of the modern gardener's repertory. A genus of flowering plants (Tradescantia) is named to honour him. Tradescant Road, off South Lambeth Road in Vauxhall, marks the former boundary of the Tradescant estate. He was buried in the churchyard of St–Mary–at–Lambeth, as was his son; the churchyard is now established as the Museum of Garden History. He is the subject of the novel Earthly Joys, by Philippa Gregory. – John Tradescant the Younger (4 August 1608 – 22 April 1662), son of John Tradescant the Elder, was a botanist and gardener, born in Meopham, Kent and educated at The King's School, Canterbury.When his father died, he succeeded as head gardener to Charles I and Queen Henrietta Maria, making gardens at the Queen's House, Greenwich, designed by Inigo Jones, from 1638 to 1642, when the queen fled the Civil War. He published the contents of his father's celebrated collection as Musaeum Tradescantianum — books, coins, weapons, costumes, taxidermy, and other curiosities — dedicating the first edition to the Royal College of Physicians (with whom he was negotiating for the transfer of his botanic garden), and the second edition to the recently–restored Charles II.

Trattinnick

Leopold Trattinnick, auch Leopold Trattinick (* 26. Mai 1764 in Klosterneuburg; † 24. Januar 1849 in Wien) war ein österreichischer Botaniker und Mykologe. Sein offizielles botanisches Autorenkürzel lautet „Tratt.“. Trattinnick wurde 1806 Landes–Phytograph von Niederösterreich. Er war 1809 bis 1835 Kustos des K.k. Hof–Naturalienkabinetts in Wien. Er veröffentlichte mehrere mykologische Werke und gab dazu Sammlungen mit Wachsnachbildungen beschriebener Pilzarten heraus. Bekannt wurde er auch durch mehrere kostspielige und nur in kleiner Auflage erschienene Tafelwerke, die größtenteils durch die Blumenmaler Franz Reinelli und Ignaz Stremel illustriert wurden. Die Pflanzengattung Trattinnickia aus der Familie der Balsambaumgewächse wurde von Carl Ludwig Willdenow nach ihm benannt. Namensschreibung: „Trattinick“ oder „Trattinnick“: er veröffentlichte seine botanischen Werke zumindest teilweise unter dem Namen „Leopold Trattinick“ (mit einfachem „n“). Auch die von Karl Ludwig Willdenow nach ihm benannte Gattung Trattinnickia Willd., von Willdenow mit doppeltem „n“ eingeführt, wurde in der botanischen Literatur früher mit einfachem „n“ geschrieben. Aktuell hat sich die zutreffendere Schreibweise „Trattinnick“ mit doppeltem „n“ (wieder) durchgesetzt. So findet sich in der 17. Auflage des „Zander Handwörterbuchs der Pflanzennamen“ die Schreibweise „Trattinnick“, und auch die nach ihm benannte Gattung ist in die Variante mit doppeltem „n“ übergegangen. Werke: Anleitung zur Cultur der ächten Baumwolle in Österreich. Wien 1797. – Genera plantarum methodo naturali disposita. Vindobonae (Wien) 1802. – Fungi austriaci, iconibus illustrati. Wien 1804–1806. – Die eßbaren Schwämme des Oesterreichischen Kaiserstaates. 1809, 2. Aufl. 1830. – Archiv der Gewächskunde. Wien 1811–1818. – Auswahl ... sehr merkwürdiger Gartenpflanzen. 1812–1822. – Flora des Oesterreichischen Kaiserthumes. 1816–1822. – Thesaurus botanicus…. Wien 1805, 2. Aufl. 1819. – Rosacearum monographia. 1823–1824. – Genera nova plantarum iconibus observationesque illustrata. Selbstverlag, 1825 (24 Kupfertafeln). – Neue Arten von Pelargonien deutschen Ursprunges. 1825–1843.

Trew

Christoph Jakob Trew est un médecin et un botaniste allemand, né le 26 avril 1695 à Lauf an der Pegnitz et mort le 18 juillet 1769 à Nuremberg. Ce riche médecin de Nuremberg rassemble des planches illustrées par divers artistes dans plusieurs recueils. Il fait paraître Plantae Selectae en 1750, Plantae rariores de 1763 à 1784 et Hortus nitidissimis omnem per annum superbiens floribus de 1750 à 1792 sous forme de 178 gravures colorées à la main. La parution Hortus nitidissimis est complexe et s’étend sur près de 40 ans. Georg Dionysus Ehret (1710–1770) réalisait des planches sur les plantes en collaboration avec des illustrateurs de Nuremberg dont Nikolaus Friedrich Eisenberger (1707–1771) et Johann Christoph Keller (1737–1795). Ehret travaillait pour le compte du docteur Trew. La publication de ces planches a été poursuivie par l’éditeur Johann Michael Seligmann (1720–1762) puis par ses héritiers. Carl von Linné (1707–1778) avait tapissé les murs de sa chambre par des planches extraites du Plantae rariores. Celui–ci est également constitué en partie des œuvres de G.D. Ehret. Ces œuvres font partie des chefs–d’œuvres de l’illustration botanique du XVIIIe siècle.

Trigueros

Cándido María Trigueros: scrittore spagnolo (Orgaz, Toledo, 1736 – Siviglia 1800), autore di una raccolta di poesie (1776) sotto il nome di un Melchor Diaz di Toledo, "poeta del siglo 16º, hasta ahora no conocido". Scrisse due poemi di scarso valore, El poeta filósofo (1774–78) in dodici canti e la Riada (1784). Deluso dallo scarso successo incontrato quale autore teatrale, presentò rifacimenti del teatro del sec. 17º, specialmente di Lope de Vega. ––– Cándido María Trigueros sent seeds and specimens of Triguera to Cavanilles in Paris.

Trionfetti

Giovanni Battista Trionfetti (Bologna, 1656 – Roma, 1708) è stato un naturalista italiano. Dopo aver compiuto gli studi a Bologna, Trionfetti fu curatore dell'Orto botanico della Sapienza romana. Gli interessi naturalistici, condivisi con il fratello Lelio, professore a Bologna, lo portarono a pubblicare nel 1685 le Observationes de ortu ac vegetatione plantarum, nelle quali condusse un attacco alla teoria, diffusa da Marcello Malpighi, della preformazione del vivente nel seme vegetale o nell'uovo degli animali. Trionfetti sosteneva, inoltre, l'idea della generazione spontanea degli organismi cosiddetti imperfetti e, insieme a Filippo Bonanni, difese la teoria contro le critiche di Francesco Redi e Malpighi. ––– Lelio Trionfetti, filosofo e botanico (Bologna 1647 – ivi 1722), fratello di Giovanni Battista; laureato in filosofia, si occupò anche di botanica; nell'università di Bologna insegnò filosofia e dal 1675 anche storia naturale; pubblicò alcune opere di botanica.

Tulbagh

Ryk or "Rijk" Tulbagh (14 May 1699, Utrecht – 11 August 1771, Cape Town) was Governor of the Cape Colony from 27 February 1751 to 11 August 1771. Tulbagh was the son of Dirk Tulbagh and Catharina Cattepoel, who moved their family to Bergen op Zoom when Rijk was still an infant. As a 16–year old he enlisted with the Dutch East India Company and in 1716 embarked on the ship Terhorst to South Africa. The town of Tulbagh and the plant Tulbaghia was named after him.

Turpin

Pierre Jean François Turpin (Vire 1775 – Paris 1840) était un botaniste et illustrateur français. Il est considéré comme l’un des plus grands illustrateurs botaniques de l’époque napoléonienne. Bien qu’il ait entamé une formation aux Beaux–Arts, Turpin, en tant qu’artiste, était largement autodidacte. En 1794, alors membre de l’armée française et basé à Haïti, Turpin rencontre le botaniste Pierre–Antoine Poiteau (1766–1854) avec il contribuera tout au long de sa carrière. Grâce à Poiteau, il apprend la botanique et réalise de nombreux dessins qui deviendront la base d’études plus approfondies à leur retour en France. Ils ont décrit environ 800 espèces de plantes de la flore haïtienne. Turpin est à l’origine des plus belles aquarelles et illustrations existantes de plantes. Il a non seulement apporté son talent à Poiteau, mais aussi à Poiret ou à Humboldt. Il fut membre de l'Académie des Sciences. Quelques ouvrages auxquels il a contribué: Icones selectae plantarum de Benjamin Delessert (1773–1784) et Augustin Pyrame de Candolle (1778–1841) – Traité des arbres fruitiers d'Henri Louis Duhamel du Monceau (1700–1782) – Plantes équinoxales d'Alexander von Humboldt (1769–1859) et d'Aimé Bonpland (1773–1858) – Leçons de flore: cours complet de botanique de Jean Louis Marie Poiret (1755–1834).

Turra

Antonio Turra, medico e botanico vicentino (1736–1797). Nato a Vicenza il 25 maggio 1736, discendeva da una famiglia cittadina non ricchissima ma sicuramente benestante; il padre era Giovanni Batta Turra, la madre Angela Spezzato, borghese ed istruita. Si laureò in Medicina e Filosofia presso l'Università di Padova, ed iniziò quindi ad esercitare la professione medica a Vicenza. Conosciuta Elisabetta Caminer la sposò probabilmente nel 1772. Donna colta e illuminata, intraprendente scrittrice e traduttrice degli autori stranieri contemporanei, pubblicò per anni insieme ad altri collaboratori il "Giornale Enciclopedico". Il Turra si guadagnò notorietà e reputazione in particolar modo per gli studi di botanica, alla quale attese fin dall'età giovanile, raccogliendo e catalogando numerosissime piante. Seguace del metodo di Linneo, da solo o più spesso in compagnia di Marco Giuseppe Corner, vescovo di Torcello e poi di Vicenza e creatore di un grande orto botanico, e di Pietro Arduino, custode e poi direttore dell'Orto botanico di Padova e dal 1765 primo professore di agricoltura in quella università, compì numerose escursioni sui monti Baldo e Summano e su altre colline del vicentino e veronese. Il Turra diresse l'orto botanico del vescovo Corner e di esso lasciò il Catalogus plantarum horti Corneliani methodo sexuali dispositus anno MDCCLXXI, atque ab Antonio Turra elaboratus. Dopo la morte dell'illustre prelato ogni cosa cadde nell'incuria e nella rovina, tuttavia l'esperienza servì al Turra per la compilazione del suo erbario che conteneva, oltre alle piante indigene, molte esotiche e medicinali. Questa raccolta giunse malconcia al Museo Civico verso la metà dell'Ottocento dopo vari passaggi di proprietà, e qui rimase distrutta durante gli ultimi bombardamenti della seconda guerra mondiale. La scomparsa del vescovo, la perdita della sua biblioteca e l'abbandono del suo orto botanico lasciarono il segno. Se ne accorse di lì a qualche anno un viaggiatore d'eccezione, Wolfgang Goethe che, fissando gli appunti sul diario del 21 settembre 1786, scrisse: «Quest'oggi ho fatto visita al dottor Turra. Per cinque anni egli si è dedicato con passione alla botanica; è riuscito a mettere insieme un erbario della flora italiana ed ha inoltre fondato sotto il vescovo passato un giardino botanico. Tutto questo però è andato perduto. La pratica della medicina ha preso il sopravvento sulla storia naturale: l'erbario è diventato preda dei tarli, il vescovo è morto e il giardino botanico è ritornato, come sempre accade, un orto di cavoli e di agli». Goethe fu piuttosto deluso dall'incontro con il botanico, che stimava: troppo preso dalla medicina, a suo parere, il Turra aveva abbandonato sia l'erbario della flora italiana sia il giardino botanico organizzato per il vescovo Corner. Ma ad allontanare il Turra dalla ricerca non era stato tanto la medicina quanto l'impegno di dirigere in casa propria – l'attuale Casa Paroni in via Canove – la tipografia che stampava il "Giornale Enciclopedico" della moglie Elisabetta Caminer e altre pubblicazioni scientifiche. Indipendentemente dalle aspettative di Goethe, comunque, scrisse molto e fu un importante punto di riferimento per gli studiosi. In buono stato presso la Civica Biblioteca Bertoliana si trova il prezioso manoscritto Vegetabilia Italiae indigena, methodo linneiano disposita, opera tenuta in grande considerazione da tutti gli specialisti in materia, che comprende la classificazione e descrizione di un cospicuo numero di piante. Ma forse per mancanza di tempo o di mezzi restò incompiuta, arrivando a definire fino a metà la diciannovesima delle ventiquattro classi del sistema linneiano. Alla esposizione delle caratteristiche di ogni specie seguono una scelta di sinonimi, la denominazione volgare, la indicazione dei luoghi nativi e degli usi medici, economici ed agricoli. A questa che avrebbe dovuto essere l'opera somma, il Turra fece precedere nel 1780 il Florae italicae prodromus, catalogo di circa 1700 specie italiane, classificate sempre secondo il metodo di Linneo, al quale è aggiunto il supplemento Insecta vicentina. Fu proprio per la sua fama di insigne botanico che diventò socio onorario di molte accademie scientifiche in Italia e all'estero: la Fisiografia di Lunden in Svezia, la Fisica di Zurigo, i Curiosi della natura di Berlino, la Botanica di Firenze, l'Agraria di Udine, gli Aspiranti di Conegliano, etc. Entrò a far parte dell'Agraria di Vicenza fin dalla sua costituzione, prima come censore, poi come segretario al posto di Giovanni Arduino, chiamato nel 1771 a Venezia come Soprintendente all'Agricoltura. Dopo i primi due anni l'incarico gli fu rinnovato in perpetuo, ed egli lo ricoprì con zelo fino al 1797, anno della sua morte, in cui anche l'Accademia cessò di esistere in seguito al cambiamento politico. Il Turra era in un certo senso l'erede di Giulio Pontedera (1688–1757), illustre botanico ed erudito vicentino, professore a Padova e prefetto dell'orto botanico, classificatore della flora veneta secondo i principi del Tournefort, studioso della morfologia del fiore e protagonista di una accesa, ma fallace, polemica contro Linneo intesa a negare la sessualità e la fecondazione delle piante. A testimonianza del suo impegno rimangono diverse pubblicazioni ed alcuni scritti inediti, che si trovano fra i manoscritti della Società. Si ricordano fra le prime la memoria sulla coltivazione del lino, che ottenne l'accessit al concorso del 1782, quella sul piano agrario più vantaggioso per la provincia vicentina del 1771, e il saggio De' modi di procurare la moltiplicazione de' bestiami del 1776, dove, parlando degli ostacoli allo sviluppo dell'agricoltura, dimostra consapevolezza e sensibilità verso i problemi sociali oltre che economici, quali la brevità delle affittanze e la miseria dei villici. Dotato di una mentalità scientifica, analitica e sistematica, può essere considerato un illuminista poco teorico, del tutto alieno da idee radicali e rivoluzionarie, ma altrettanto lontanissimo da una mentalità di astio e disprezzo nei confronti del contadino e da ogni idealizzazione agreste. Dal 1780 al 1795, ottenuto il permesso del Senato, intraprese fra l'altro l'attività di tipografo: nella sua abitazione in via Canove aprì una stamperia, da dove uscirono soprattutto opere di agricoltura. Si spense infine all'età di 61 anni il 4 settembre 1797. ––– Testo tratto e rielaborato da: Storia di Vicenza, editore Neri–Pozza.