Teodoro Pascal

Le razze della Gallina domestica

trascrizione di Fernando Civardi - 2010

Gli accenti rispettano la grafia del XXI secolo

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Razze Americane

 

RAZZE D'AMERICA

1) INTRODUZIONE – Gli americani, amanti della loro indipendenza economica, si emanciparono presto dalla vecchia Europa, e fra i tanti rami della loro meravigliosa attività industriale, la pollicultura occupa uno dei primi posti come importanza di produzione. Egli è naturale che le razze europee dovevano cedere il posto a razze nazionali, e perciò, con una fermezza di volontà, veramente degna di encomio, gli allevatori americani, nel volgere di pochi anni, trasformarono le razze europee ed asiatiche in prodotti americani, ed oggigiorno le loro razze principali si sono talmente affermate, che hanno traversato l’Oceano, trovando la più lusinghiera accoglienza negli allevamenti del vecchio Mondo.

Le prime razze che vennero fabbricate dagli americani, la Dominique, la Plymouth Rock e la Wyandotte, rappresentano le tre razze classiche del nuovo Mondo, senza voler tacere della Brahma-Pootra che se, come vuole il grande gallinologo inglese Wright, non è propriamente una razza americana, è pur tuttavia sempre un prodotto di allevamento americano, e nelle stesse condizioni trovasi la gallina Leghorn, la nostra italiana americanizzata.

Sin qui gli americani si mostrarono abili quanto mai in fatto di allevamento, poiché le tre razze classiche e le due americanizzate stupirono il mondo avino: tutti gli allevatori ebbero a proclamare gli americani, stante l’eloquenza dei fatti, degni emuli degli inglesi nel campo dell’avicoltura; ma qui cominciano le dolenti note. Negli ultimi tempi, gli allevatori del nuovo Mondo, ebbri della vittoria, vollero far troppo, così in fretta e furia fabbricarono schiere di nuove razze, {ad} <ed> ognuna che spuntava all’orizzonte era preceduta dalla più clamorosa réclame, quasi sempre non corrispondente alla realtà dei fatti. I più pomposi nomi, quelli per es. di Wonder fowls (pollo prodigio), Argonauti e simili venivano assegnati alle nascenti razze. Questo delirio avino ha gettato un po’ di discredito sulle razze fabbricate a vapore nell’ultimo ventennio, e gli stessi americani sono restii ad impalmarle; non dico poi nulla degli allevatori europei che non vogliono nemmeno sentirne parlare. La generalità di questi nuovi prodotti provengono naturalmente tutti da incroci, ma di troppo recente formazione per essere lanciati in commercio come rappresentanti di razze fissate, e poi molti di questi bastardi, finché vengono uniti con una delle loro razze madri, mantengono tutte le promesse strombazzate ai quattro venti, ma vengono meno al loro compito appena si accoppiano fra di loro, dando individui disparati e di nessun pregio. Qualche abile, ma poco corretto speculatore, edotto di queste circostanze, ha messo in commercio sempre individui provenienti da una delle razze madri: con siffatto modo il pubblico non aveva che sperticate lodi per i soggetti acquistati, poiché li trovava belli, bene assortiti e molto produttivi, ma finita la festa gabbato il santo. Gli allievi cominciavano a svilupparsi sotto mentite spoglie, variando fra di loro nel volume e nel mantello e, una volta adulti, non producevano come i genitori.

Sicuramente, fra tanto strepitio di réclame, vi sarà qualche voce intonata, qualche voce veritiera, non oso metterlo in dubbio; ma è certo che l’assieme costituisce una colossale stonatura, un’enorme canzonatura spifferata a suon di gran cassa. Che così sia me ne sono convinto, non per avere avuto in pratica le meraviglie americane di quest’ultimo ventennio, ma bensì per averne letto non poco sulle gazzette avine, ove molti provetti allevatori sono tutti d’accordo a condannare lo sbagliato indirizzo della moderna avicoltura americana.

È strano l’indirizzo di allevamento spiegato dagli americani per ciò che concerne il carattere di pollo da carne: nel mentre che la vecchia scuola gastronomica europea proclama come indizio di carne squisitissima nei polli, le zampe rosee, grigie e nere, e come indizio di carne mediocre, le zampe gialle; la moderna scuola gastronomica americana dice: “la migliore carne ce la danno i polli a zampe gialle” e, fermi nella loro opinione, hanno voluto tutte le loro razze, sorte nel volgere di pochi anni, a tarsi e becco gialli.

2) RAZZA DELLA DOMINICA – (Fig. 47) – (inglese Dominique{s}) – È questa indubbiamente la razza nazionale per eccellenza degli americani del Nord, essa merita tutti gli elogi possibili ed immaginabili come gallina pratica: rustica oltre ogni dire, distinta ovaiola quasi come la nostra italiana, produttrice di carne fine e succolenta, non inferiore a quella delle razze classiche da carne che vanta la Francia.

Sull’origine di quest’ottima razza pratica non vi è nulla che ci guidi, senonchè la sua vaga somiglianza con la razza Dorking potrebbe essere un indizio che il sangue di quest’ultima non vi fosse estraneo; ma allora a quale influenza si potrebbe far risalire la colorazione gialla dei tarsi e del becco? È da credere che in tale faccenda la Leghorn abbia prestato il suo concorso, ma si potrebbe anche credere al concorso della Cocincinese, della Brahma o della Malese; purtuttavia sono i caratteri della Italiana e della Dorking che hanno prevalenza nella razza della Dominica e non c’è allevatore che non possa vedere diversamente. In tutti i modi, sia come si vuole, è certo che l’isola della Dominica, situata nel gruppo delle piccole Antille, non ha nulla a che vedere colla denominazione della razza.

La gallina della Dominica è allevata con predilezione in Inghilterra e conta forse anche più amatori in Germania, ove molti la preferiscono finanche alla diffusissima nostra Italiana; certamente la prima razza nazionale degli americani è raccomandabile sotto tutti i punti di vista, quindi non si esagera nel Nuovo Mondo quando si grida osanna ad un simile prodotto eccezionalmente utile e bello.

Caratteri generali e morali della razza

Testa – né troppo grande né troppo piccola, proporzionata al volume dell’animale.
Becco – giallo chiaro, di media grandezza, forte alla base e leggermente incurvato alla punta.
Cresta – riccia, assumente, su per giù, la stessa forma caratteristica della razza Amburgo.
Bargigli – bene arrotonditi e di media lunghezza.
Occhi – con iride di colore rosso vivo.
Orecchioni – rossi e di forma ovale.
Guancie – rosse e nude.
Collo – di media lunghezza, ma la ricca mantelletta lo fa sembrare piuttosto corto e massiccio.
Corpo – robusto e massiccio, di forme quadre, ma non così esagerate come nella razza Dorking.
Dorso – largo.
Reni – larghi come nelle razze asiatiche.
Ali – di media lunghezza, compatte e serrate al corpo.
Petto – ampio e prominente.
Gambe – robuste, grosse e corte.
Tarsi – di colore giallo brillante come nella Leghorn, nudi, robusti, grossi e corti.
Dita – quattro, lunghe, diritte e bene articolate.
Coda – larga, portata alquanto alta e guarnita di falcette lunghe e larghe nel gallo.
Portamento – fiero e maestoso.
Carattere – vivace e vagabondo.
Peso – gallo   kg. 3,500 a 4.
      gallina     2,500 a 3.
Statura – al disopra della mezzana.
Fetazione – abbondante anche nel cuore dell’inverno (140 a 150 uova all’anno).
Uova – bianche e del pero di 60 grammi l’uno.
Carne – bianca, molto squisita; scheletro leggiero.
Incubazione – mediocre; la gallina è buona conduttrice.
Rusticità – a tutta prova come la nostra Italiana; sviluppo molto precoce.

Caratteristiche del piumaggio

Il piumaggio è coucou in tutto il corpo, ma più scuro nella gallina; abbenché una differenza troppo marcata fra gallo e gallina nell’intensità del colore si verifica facilmente, pure non la si ammette dal codice di pollicultura. Egli è perciò che gli americani consigliano di accoppiare le galline le più chiare con i galli i più scuri, così si ha molta probabilità di ostacolare la tendenza del colore scuro della gallina e quella del colore chiaro nel gallo: non pochi allevatori sono di questo avviso, e certamente non si può dire che l’idea sia cattiva. Ogni piuma ha il fondo grigio chiaro ed è traversata da quattro sbarre parallele grigio nerastre, epperò le piume del collo, le remiganti, le lancette e la coda sono traversate da un numero superiore di sbarre che è proporzionato alla lunghezza delle piume. Talvolta si verifica parzialmente o totalmente distribuito del nero, del bianco, del giallo o del rosso alle falcette o alle coverture delle ali, ciò costituisce un grave difetto.

3) LA RAZZA PLYMOUT<H>  ROCK{S} – (Fig. 48) – Bellissima e graziosa razza cha da taluni si vuole derivata dall’unione della Dominica colla Cocincinese cucula e da altri, che rappresentano però la maggioranza, della razza della Dominica colla Giava nera (Black Iavas). Quest’ultima è proveniente dall’unione di uno dei numerosi incroci americani delle razze asiatiche colla razza malese. Baldamus dice che, secondo la convinzione del dott. prof. Heller, l’incrocio della Cocincinese cucula coll’Italiana cucula dà dei Plymouth di tutta perfezione, purché si abbia cura di scegliere gli individui che risultano a tarsi nudi.

Premesso ciò, non credo che sia da rigettarsi il dubbio che così venne formata questa bellissima razza americana, tantopiù che la Leghorn è molto diffusa negli allevamenti americani. Non so capacitarmi perché il La Perre de Roo voglia considerare la Plymouth come varietà della Dominica, mentre che differisce enormemente da questa.

Il nome di questa razza del Nuovo Mondo, tradotto letteralmente in italiano, suona rocca di Plymouth, ma difficilmente si verrebbe a capo dell’etimologia di questo nome stravagante e fantastico, se non si sapesse che gli americani, in tutte le loro manifestazioni, si servono sempre della réclame; ora la stranezza di un nome attira l’attenzione del pubblico, e quindi un siffatto nome costituisce per se stesso una réclame del miglior genere. Ma d’altronde il sostantivo roccia indica che la struttura dell’animale è massiccia e pesante: che questo animale roccioso sia piuttosto di Plymouth (città degli Stati Uniti) anziché di un’altra località, non si può spiegare, giacché la città non ha nulla a che vedere colla razza, dunque, come per la Dominica, anche per la Plymouth, abbiamo due nomi dovuti alla fantasia degli allevatori americani.

La prima volta che apparve la Plymouth nel suo paese nativo a cospetto del pubblico si fu alla mostra di Worcester nel 1868, ove incontrò subito la simpatia generale; nel 1872 comparvero i primi campioni in Inghilterra, e sin dal loro apparire le promesse ottime qualità annunziate dagli americani non si smentirono mai, poiché la razza dal primo giorno che venne presentata al pubblico era molto ben fissata.

Le prerogative economiche della Plymouth coincidono con quelle della Dominica, quindi è lecito di dire tutto il bene possibile ed immaginabile su questo splendido prodotto americano di grossissimo volume e di peso enorme (il gallo adulto pesa da 5 a 5 ½ kg. e 3 ½ a 3,600 la gallina).

Caratteristiche della razza secondo l’americano
Standard of perfection

GALLO

Testa – di media grandezza, portata leggiadramente alta.
Becco – corto, robusto, proporzionatamente curvo, giallo.
Occhi – grandi, chiari, bruni.
Guancie – rosso brillante.
Cresta – scempia, diritta, senza escrescenze laterali, con 5 o 6 denti ritagliati a punta, tessuto fine, rosso brillante.
Bargigli – di media grandezza, alquanto arrotonditi, rosso brillante.
Orecchioni – di media grandezza, rosso brillante.
Collo – di media lunghezza, graziosamente arcuato, sottile e guarnito di ricca mantelletta.
Dorso – di media lunghezza, largo; penne della sella lunghe e larghe.
Petto – ampio, largo e prominente.
Corpo – largo, profondo e voluminoso. Sterno diritto.
Ali – di media grandezza e ben portate. Gomiti e punte ben coverti dalle penne del petto e della sella.
Coda – di media lunghezza, allargata alla base, portata alquanto diritta e guarnita di grandi e piccole falcette ben sviluppate.
Gambe – grandi, robuste e bene impiumate.
Tarsi – di media lunghezza, robusti, gialli.
Dita – di media lunghezza, diritte e gialle.
Colore del piumaggio – bianco cinerino, ogni penna con fascie regolari di colore nero bluastro.

GALLINA

Testa – di media grandezza, portata leggiadramente alta.
Becco – corto, robusto, ben curvato, giallo.
Occhi – grandi, chiari, bruni.
Guancie – rosso brillante.
Cresta – scempia, piccola, diritta, senza escrescenze laterali con 5-6 denti, di tessuto fine, rosso brillante.
Bargigli – di media grandezza, bene arrotonditi, rosso brillante.
Orecchioni – di media lunghezza, rosso brillante.
Collo – di media lunghezza, graziosamente arcuato.
Dorso – di media lunghezza, con leggiera pendenza.
Petto – largo, pieno e rotondo.
Corpo – largo, profondo, pieno e voluminoso.
Ali – di media grandezza e ben portate.
Coda – di media grandezza, portata alquanto diritta.
Gambe – di media grandezza e bene impiumate.
Tarsi – di media lunghezza, gialli.
Dita – diritte, di media lunghezza e gialle.
Piumaggio – come nel gallo.
Difetti da evitare: - tarsi piumati, orecchioni bianchi o rossi farinati di bianco, cresta ripiegata, coda obliqua, becco bianco, penne rosse alla mantelletta, al dorso, alla coda.

4) LA RAZZA WYANDOTTE (Wyandottes) – (Figura 49) – Questa recente razza trae il suo nome da una tribù indiana estinta, i Wyandottes, perché venne allevata sin dal principio nella regione che questi occupavano.

La Wyandotte tipica e originaria, cioè la varietà argentata (le altre cinque varietà che descriverò in appresso sono sorte da questa durante l’ultimo ventennio) è il risultato d’un vero pot-pourri avino: gli americani per ottenerla incrociarono delle galline cocincinesi bianche con un galletto Sebright, quindi delle galline Brahma inverse con un gallo Amburgo argentato e finalmente accoppiarono fra di loro i bastardi che risultarono da queste due unioni disparate.

Nelle due già citate razze classiche, la Dominica e la Plymouth, gli americani ebbero la mano felice, poiché le lanciarono in commercio senza troppa furia, cioè soltanto quando ne ebbero ben fissati i caratteri, ma non così saggiamente operarono colla nascente Wyandotte: i nuovi prodotti lasciavano ancora molto a desiderare, e senza aspettare oltre, vennero battezzati e messi in commercio; non è perciò da meravigliarsi se i contraddittori della nuova razza furono non pochi, ma finalmente, a furia di navigare in burrasca, la Wyandotte nel 1883 gittava le ancore nel seno dello americano Standard of perfection, cioè venne riconosciuta ufficialmente nel mondo avino. Nel 1884 si videro i primi campioni della razza in Inghilterra e nel corso dell’ultimo ventennio la Wyandotte si è estesa in tutta l’Europa, riscuotendo dovunque il plauso generale come bellissima gallina da sport e da produzione. La Wyandotte produce in media 140 - 150 uova all’anno, la sua carne è squisita e succolenta; la smania di covare è un difetto della razza che contraria spesso l’allevatore, e forse è appunto per questo difetto che il rustico allevatore del podere non potrà mai dare la preferenza della scelta alla Wyandotte.

I caratteri esteriori prevalenti in questo pollo sono quelli della Brahma-Pootra, ma il volume ne è molto più ridotto, abbenché in questi ultimi 5 o 6 anni vi è la tendenza ad ingrandirlo, e così non di rado comparirono alle mostre dei campioni che pesavano come le grandi razze asiatiche.

Spesso si riscontra nella Wyandotte un corpo a forme piuttosto quadre come nella Dorking, simili soggetti hanno anche la coda maggiormente sviluppata in confronto dei tipi avvicinatesi ai Brahma e sono alquanto bassi sulle gambe. Il tipo quale lo si vuole attualmente deve rappresentare la linea di mezzo fra i due ora sovracitati, e certamente lo stesso è quello che meglio dà un’impronta speciale alla razza: esso non dev’essere né troppo alto, né troppo basso.

Caratteri generali e morali della razza

Testa – corta. Cranio largo.
Becco – piuttosto corto, robusto e curvo, color di corno alla base, diventando giallo verso la punta.
Cresta – riccia, somigliante a quella della razza di Amburgo, epperò è più schiacciata e più larga e non termina indietro nella caratteristica e lunga punta: quest’ultima è invece abbastanza corta e piuttosto che estendersi in linea retta tende a curvarsi, a seguire cioè la curva della testa.
Bargigli – di media lunghezza e fini.
Occhi – con iride rosso bruna.
Orecchioni – rossi di media lunghezza e di tessuto fine come i bargigli.
Guancie – nude e rosse.
Collo – graziosamente arcuato e corto.
Corpo – corto, largo e profondo.
Dorso – corto e largo come nelle razze asiatiche.
Spalle – piane.
Ali – di media grandezza, compatte, non troppo serrate al corpo.
Petto – ampio e prominente.
Gambe – corte e robuste.
Tarsi – gialli, di media lunghezza, robusti e nudi. Taluni soggetti hanno i tarsi abbastanza lunghi, mentre altri li hanno troppo corti, egli è perciò che bisogna adottare i tipi di mezzo, quelli a tarsi di media lunghezza.
Dita – quattro, lunghe, diritte e robuste.
Coda – larga e di media lunghezza: sono da rigettarsi i galli aventi le falcette troppo lunghe.
Portamento – maestoso.
Carattere – non molto battagliero.
Peso – gallo   kg. 3 - 4 ½.
       - gallina    2 ½ - 3 ½.
Statura – rilevante, ma inferiore a quelle delle grandi razze asiatiche: l’indirizzo attuale dell’allevamento dei Wyandottes tende a creare individui della forte statura asiatica e non vi è dubbio che fra pochi anni la razza americana, che porta il nome di una tribù indiana estinta, si presenterà come razza mastodontica.
Fetazione – abbondante (140 a 150 ova).
Carne – di ottima qualità.
Incubazione – alquanto esagerata.
Rusticità – gli allievi sono di facile allevamento.

Caratteristiche del piumaggio

La Wyandotte tipica, quella che veniva accolta nel 1888 dallo Standard americano, era a manto argentato e sotto queste spoglie la stessa è ancora generalmente conosciuta: i nuovi cinque mantelli, che si sono derivati in questi ultimi tempi dalla varietà tipica sono: il dorato, il bianco, il nero, il giallo, l’ermellinato. Tutte queste recentissime varietà non valgono l’argentata per ciò che concerne il volume e l’assoluta perfezione del mantello, epperò gli allevatori americani riusciranno a vincere tutte queste difficoltà, grazie alla loro indiscussa abilità nella difficile arte dell’allevamento.

Varietà argentata – Ho già detto come venne formata questa gallina che rappresenta la razza madre di tutte le cinque altre di recente formazione: essa è indubbiamente la meglio riuscita.

GALLO

Penne della testa – bianche.
Penne del collo e lancette – bianche, marcate da una striscia nera nel mezzo.
Penne del petto e della parte anteriore del collo – grigio alla base che non si vede e bianche orlate di nero alla parte che si vede.
Penne del dorso – bianche.
Penne delle coscie e del ventre – grigio ardesia alla base che non si vede, nere alla parte che si vede, ma macchiate o meglio sfumate di bianco e di grigio.
Piccole e medie coverture delle ali – bianche.
Grandi coverture delle ali – quasi bianche e macchiate di nero nel mezzo: quando l’ala è piegata queste macchie formano due e magari tre sbarre parallele che traversano l’ala.
Remiganti primarie – con barbe esterne bianche e barbe interne nere.
Remiganti secondarie – nere, epperò le barbe esterne hanno un largo orlo bianco.
Grandi falcette – nere-
Piccole falcette – nere, leggermente orlate di bianco.

GALLINA

Penne della testa – bianche o grigio argento.
Penne del collo – come nel gallo.
Penne del dorso – bianche orlate di nero.
Penne della sella – grigio ardesia alla base che non si vede, bianche con orlatura nera alla parte visibile, epperò il bianco è più o meno inquinato di grigio.
Penne del petto – grigio ardesia alla base che non si vede, bianche con orlatura nera alla parte visibile.
Penne delle coscie e del ventre – grigio ardesia alla base che non si vede, bianche con forte orlatura nera alla parte visibile, l’orlatura nera diventa vieppiù marcata verso le coscie sino a far sparire il bianco del centro della piuma ed a renderla nera, macchiata da punti bianchi nel mezzo.
Remiganti primarie – nere con punta orlata di bianco.
Remiganti secondarie – barbe interne nere, barbe esterne bianche con sottile striscia nera al fusto.
Coverture delle ali – bianche orlate di nero.
Coda – nera con coverture bianche fortemente orlate di nero: il campo bianco è più o meno inquinato di grigio.

Varietà dorata – Senza dubbio questa nuovissima varietà deriva dalla precedente, ma in qual modo, è cosa che non si può precisare. Il dottor Blancke, un forte conoscitore della Wyandotte, la crede derivata dall’incrocio della varietà argentata coll’Amburgo dorata e colla Cocincinese fulva: l’Amburgo ha stabilito il mantello dorato e la Cocincinese ha contribuito parzialmente a dare il fondo dorato ed essenzialmente a ristabilire il volume rimpicciolito dall’influenza della piccola gallina d’Amburgo. Almeno, questo dovrebbe essere il modo di vedere, altrimenti non saprei perché il dottor Blancke avrebbe dovuto ricorrere alla Cocincinese, bastando all’uopo soltanto l’Amburgo. Il sovracitato dottore ha, con siffatto doppio incrocio, ottenuto dei magnifici Wyandottes dorati, e perciò crede fermamente che fu in tal modo che ebbe origine questa varietà.

Il fondo del colore è rosso dorato invece di bianco, il disegno analogo alla varietà madre. Adesso pare che si comincino a vedere dei Wyandottes dorati inappuntabili, simili in tutto e per tutto nella struttura agli argentati, ma la generalità dei soggetti lascia ancora parecchio a desiderare: questi sono più smilzi e più alti sulle gambe dei loro confratelli d’argento, non ostante che hanno il pregio di essere d’oro.

Varietà bianca e varietà nera – Formate ambedue dalla varietà argentata, la bianca da animali molto chiari, molto sbiaditi nel disegno, e la nera da animali molto scuri; nel primo caso si è incrociato con italiani bianchi, e con italiani neri nel secondo caso. La varietà bianca, sin dal principio troppo rimpicciolita di fronte all’argentata, venne ingrandita nel volume coll’intervento del sangue Dorking. La nera, come d’altronde tutte le razze nere a becco e tarsi gialli, la nostra Italiana compresa, difficilmente dà individui a becco e tarsi interamente gialli, poiché spesso risultano tarsi grigi con vena più o meno giallognola. La varietà bianca trovasi nelle medesime condizioni della nera poiché i campioni a tarsi giallo brillante sono, nei più dei casi, un pio desiderio: come ebbi a dire per la Italiana bianca, si hanno sovente tarsi bianchi.

Varietà columbiana – Il manto corrispondente in tutto e per tutto a quello della razza di Brahma-Pootra ermellinata.

Varietà gialla – Il manto è corrispondente in tutto e per tutto a quello della razza della Cocincina gialla (fulvo scuro).

5) LE NUOVE RAZZE AMERICANE – Sull’indirizzo del nuovo allevamento in America ho detto qualche cosa nella introduzione sulle razze di questa parte del Mondo, per cui rimando il lettore a quelle pagine: ora non mi resta altro che alludere sommariamente alle nuove razze che dovrebbero, secondo la réclame americana, rappresentare il non plus ultra delle meraviglie avine.

Argonauti – Razza formata da Mr. H. S. Babcok e che ha la cresta riccia ad uso Wyandotte, i tarsi nudi e gialli, il piumaggio giallo rossastro (remiganti e coda più o meno nere).

È una razza alla di cui formazione concorsero la Plymouth Rock (un incrocio di razza a cresta riccia), la combattente indiana, la combattente inglese nera a petto bruno e l’antico tipo Cocincinese a tarsi nudi.

Downies – (Polli a peluria). – Razza formata nel New-Yersey da I. V. H. Nott; la stessa non è altro se non la Plymouth rivestita di peluria grigia e bianca. Questo pollo a peluria venne formato da individui della Plymouth che subirono una malattia alle penne manifestatasi come vera degenerazione delle barbe e dello stelo. A quanto annunziano gli allevatori americani, nella réclame colla quale accompagnano questo singolare nuovo prodotto, i Downies sono chiamati a rimpiazzare le oche nella produzione della piuma soffice e leggiera.

Iavas – (Giava americana). – La gazzetta germanica Oberschl. Landwirth ci fornisce i seguenti dati su questa razza:

Nell’anno 1891 vennero esportati i primi campioni di questa razza dall’America in Europa. I Giava hanno la grandezza dei Plymouth, però il petto ne è più ampio e più largo; egli è perciò che questo pollo è molto indicato per la vendita al mercato, poiché è maggiormente provvisto di carne di qualunque altra razza della stessa grandezza. La carne preparata  per la tavola non ha l’aspetto nero come si verifica nella spagnuola ed in diverse altre razze ed è molto succolenta e tenera. La testa è piccola e ornata da una piccola cresta scempia che assomiglia a quella della Combattente inglese: il suo colore è come quello degli orecchini, rosso rosato. Il becco ed i tarsi sono coloriti in giallo grigiastro o anche in nero verdastro: il colore giallo brillante non lo si riscontra mai, anzi i tarsi sono spesso chiazzati in nero, e pare che il loro colore non debba entrare gran che nelle caratteristiche essenziali della razza. La coda è più lunga che nei Plymouth e nei Langshan ed è nel gallo molto ben guarnita di falcette. Il peso del gallo è di circa kg. 4,500 e di circa 3,500 kg. la gallina.

I Giava sono docili e mansueti, instancabili nella ricerca del nutrimento e molto rustici. Come produzione di uova, la gallina non lascia niente a desiderare, tantopiù che depone anche nel cuore dell’inverno: nel requisito della fetazione questa razza sta infine fra la gallina italiana e la Houdan, le uova sono grandi, hanno guscio giallo bruno e sono di sapore squisito.

Il manto dei Giava è nero intenso, quindi lo stesso accoppiato all’aspetto elegante dell’animale ed ai suoi distinti requisiti economici, contribuisce a farci considerare questo nuovo prodotto americano come uno di quelli destinati ad un grande avvenire.

Se son rose, fioriranno.

Namoka – Incrocio della Plymouth colla Combattente molto somigliante alla Giava americana.

Sherwood – Sherwood è una fattoria della Virginia ove è stata formata questa razza: la stessa è proveniente da un misto di Cocincinesi, Brahma chiari e Combattenti bianchi. Manto bianco, becco giallo, cresta scempia e di media grandezza, orecchioni rossi. Pregi economici, stando sempre alla clamorosa réclame americana, strabilianti. Sempre avanti Savoia!

White wonder fowl – (Pollo prodigio a manto bianco) – (Fig. 50). – Cresta alla Wyandotte, becco giallo, tarsi gialli e leggermente impiumati. Razza allevata da Mister N. French in New-Haven, {Vermout} <Vermont>. Secondo questo allevatore americano il pollo che, più di ogni altra razza, riunisce in sé tutte le buone prerogative economiche, è appunto il pollo prodigio.

Questo animale ha molto del Brahma, ma è più piccolo di statura, il gallo pesa anche 4 e più chilogrammi. Ho visto diverse incisioni di questo nuovo prodigio americano e mi ha colpito la sua somiglianza con un prodotto d’incrocio esposto a Torino nel 1891, non ricordo più da chi, sotto il nome Vittoria, e che non era altro che una brutta Wyandotte argentata a tarsi calzati.

Patterson fowls – Nelle forme assai somigliante alla Leghorn un po’ ingrandita. Si hanno due distinte varietà, la dorata e l’argentata, la prima ha il mantello simile alla Combattente inglese rossa a petto nero, e la seconda come quello della Combattente ad ala d’anatra.

Chok-Boars-fowls – Questa razza sorprendente è così descritta dal dottor Maar:

Becco di media lunghezza, robusto, aguzzo, di color carne. Testa analoga a quella della Padovana e ornata da un voluminoso ciuffo di penne bianche. Cresta nulla. Guancie rosse. Occhi nascosti dal ciuffo. Orecchioni molto piccoli, bianchi, nascosti dal ciuffo. Bargigli lunghi nel gallo, corti e ben arrotonditi nella gallina. Collo robusto. Petto ampio e prominente. Dorso corto, insensibilmente inclinato. Ali piccole e serrate al corpo. Coda piena, allargata, con larghe falcette. Gambe corte. Piedi color carne o rosei. Ciuffo bianco puro, ma ogni penna orlata di nero intenso. Penne del collo nero brillante con orlatura sottile e bianca. Dorso, ali, petto e coda interamente neri con eccezione di un’orlatura molto sottile ad ogni penna. Il gallo ha la coda nera con riflessi verdastri e le punte delle grandi falcette sono bianche”.

Gli animali si rotolano per terra come i noti colombi epilettici di Lowtan. Solo gli americani potevano regalarci una razza così sorprendente.

Brasiliani – Questi polli sono somiglianti ai malesi dai quali traggono indubbiamente la loro origine, epperò, a differenza della razza madre, sono ancora più alti sulle gambe e di figura più svelta e meno angolosa. Non è difficile di vedere catalogata questa razza sotto il nome di “pollo struzzo”, e difatti l’assieme dell’animale ha un certo che di analogia collo struzzo e specialmente la coda.

La razza viene decantata come buona produttrice di carne ed uova, ma queste sono piccole e di colore giallo bruno.

Vi è anche una razza argentina sulla quale gli americani raccontano meraviglie.

Bum! Bum! Bum! Correte, Signori, ad ammirare i Polli Prodigio, i Polli di Lowtan: si tratta di cose non mai viste Bum! Bum! Bum!

Razze Americane