La datazione consiste nella
determinazione dell’età di una roccia, di un fossile, o di un fenomeno
geologico. Si ottiene in base a due tipi di metodi: relativi e assoluti.
I metodi di datazione relativi
stabiliscono l’età di un reperto in relazione a un altro che è ad esso
posteriore. In base al criterio seguito, si distinguono tre tipi principali:
stratigrafico, paleontologico e litologico.
Il metodo stratigrafico è
basato sul criterio per cui la successione delle rocce dal basso verso l’alto
corrisponde alla successione degli eventi geologici che le hanno prodotte; è
un metodo molto semplice ma non sempre preciso, come nel caso in cui gli
strati siano stati sovvertiti da eventi geologici.
Il metodo paleontologico si basa
sull’uso di fossili, in particolare di esseri molto comuni, distribuiti su
aree molto estese della Terra e per un periodo di tempo limitato, anche dell’ordine
di pochi milioni d’anni. La presenza di questi fossili permette di
determinare con buona approssimazione se la roccia che li contiene si è
formata prima o dopo di un’altra, in base al concetto che la vita si è
evoluta in modo più o meno omogeneo su tutta la Terra.
Il metodo litologico si basa sul
concetto secondo cui, in un’area ristretta, rocce uguali presentano età
uguali. Ha applicazioni molto limitate ed è valido solo per i depositi
formatisi all’interno di un singolo bacino sedimentario, come può accadere
in un determinato mare.