Attualmente le tecniche di
  genetica molecolare forniscono i mezzi per esaminare la variabilità genetica
  direttamente sul DNA al fine di stabilire inequivocabilmente la quota di
  variabilità genetica presente nelle popolazioni naturali. Una di tali
  tecniche per rilevare la variabilità genetica utilizza gli enzimi di
  restrizione che producono tagli a doppio filamento sul DNA a livello di
  sequenze specifiche.
La maggior parte degli enzimi
  di restrizione riconoscono una sequenza di 4 oppure di 6 basi. Ad esempio,
  l'enzima di restrizione BamHI
  riconosce la sequenza GGATCC/CCTAGG. Ogni qualvolta questa sequenza è
  presente sul DNA, BamHI ne taglia la molecola. I frammenti risultanti possono venire
  separati con elettroforesi su gel di agarosio e osservati colorando il DNA o
  adoperando sonde per geni specifici.
Supponiamo che due individui differiscano per uno o più
  nucleotidi in una data sequenza di DNA e che tali differenze siano presenti in
  un sito di riconoscimento per un enzima di restrizione. Uno degli individui
  possiede una molecola di DNA che contiene il sito di restrizione, l’altro
  individuo invece no, in quanto la sequenza nucleotidica del DNA è diversa. Se
  si digerisce il DNA di questi due individui con l'enzima di restrizione e si
  separano su gel i frammenti risultanti, i due individui producono profili dei
  frammenti che sono diversi. Questi profili su gel sono denominati Restriction
  Fragment Lenght Polymorphism o RFLP, cioè
  polimorfismi nella lunghezza dei frammenti generati mediante digestione con
  endonucleasi di restrizione, e indicano che le sequenze di DNA dei due
  individui sono diverse.
Gli
  RFLP vengono ereditati allo stesso modo degli alleli che codificano per altri
  caratteri, però gli RFLP non producono un fenotipo visibile
  direttamente. I loro fenotipi sono rappresentati dai profili dei frammenti
  prodotti su gel quando il DNA è digerito dall'enzima di restrizione. Gli RFLP
  possono essere usati come marcatori genetici per la
  mappatura
  dei geni e possono
  inoltre fornire informazioni su come le sequenze di DNA siano diverse tra i vari individui.
  Tali differenze comprendono soltanto una piccola parte del DNA, cioè quei
  pochi nucleotidi riconosciuti dall'enzima di restrizione.
Tuttavia, assumendo a ragion veduta che i siti di
  restrizione siano localizzati in maniera casuale sul DNA, siccome i siti non
  vengono espressi come caratteri, la presenza oppure l'assenza dei siti di
  restrizione può venir usata per stimare le differenze della sequenza a
  livello generale.
Allo scopo di illustrare l’uso degli RFLP per stimare la
  variabilità genetica, supponiamo di isolare il DNA da 5 topi selvatici,
  tagliare il DNA con l’enzima di restrizione BamHI
  e separare i frammenti con elettroforesi su gel di agarosio. Trasferiamo
  adesso il DNA su nitrocellulosa e saggiamo con una sonda che riconosca il gene
  della b-emoglobina. Si ricordi che
  ciascun topolino porta due copie del gene per la b-emoglobina,
  una su ciascun cromosoma omologo; pertanto, un topo potrebbe essere +/+ (il
  sito di restrizione è presente su entrambi i cromosomi), +/- (il sito di
  restrizione è presente su uno dei cromosomi ed assente sull'altro) oppure -/-
  (il sito di restrizione è assente da entrambi i cromosomi). Su 10 cromosomi
  presenti in questi cinque topolini, 4 possiedono il sito di restrizione e 6
  no.
Per calcolare l'eterozigosi attesa nella sequenza
  nucleotidica esiste una formula apposita che viene tralasciata al fine di non
  tediare inutilmente il lettore. Possiamo però precisare che l'eterozigosi
  a livello dei nucleotidi
  è stata studiata mediante gli enzimi di restrizione in un gran numero di
  organismi e che negli eucarioti varia
  tipicamente tra 0,002 e 0,02. Questo significa che un
  individuo è eterozigote (contiene cioè nucleotidi diversi sui due cromosomi
  omologhi) all'incirca in
  un caso ogni 50 ¸ 500 nucleotidi. Un altro modo di esprimere questo concetto
  sull'eterozigosi a livello dei nucleotidi consiste nell’affermare che due
  cromosomi scelti a caso da una popolazione saranno diversi per un nucleotide
  all'incirca ogni 50÷500.
Uno degli svantaggi di utilizzare gli RFLP per esaminare
  la variabilità genetica è che questo metodo rivela variabilità soltanto per
  un piccolo sottoinsieme dei nucleotidi che compongono un gene, in quanto
  isoliamo solo un piccolo campione di nucleotidi, quelli riconosciuti
  dall'enzima di restrizione, e usiamo questo campione per stimare il livello
  generale di variabilità.