Lessico


Adone
prima di Casablanca

Venere e Adone - 1541
Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore ca. 1490 - Venezia 1576)

Divinità di origine semitica, tipizzata sul prototipo del dio Tammuz (il dio assiro-babilonese della vegetazione, già appartenente al pantheon sumerico come Dumuz) che rappresentava la perenne trasformazione della vegetazione e che annualmente risorgeva sotto lo stimolo di un culto.

Adon in cananeo significava signore, presente nell’ebraico biblico Adonai, mio signore, appellativo di Dio nell’Antico Testamento. Introdotto nel mondo greco-romano (la prima testimonianza di Adone la troviamo in Saffo), il dio ha come paredra Afrodite (paredra era la dea che si accompagnava a un dio, che gli sedeva accanto, spesso come moglie, assolvendo gli stessi compiti) e nella nuova versione del mito perde il suo alone divino, trasformandosi in eroe.

Secondo la mitologia greca Adone nacque grazie al rapporto incestuoso tra Cinira, re di Cipro e sacerdote di Afrodite, e la figlia Smirna o Mirra che, innamoratasi del padre, si fece passare per una delle mogli mediante un sotterfugio. Quando il padre scoprì l’incesto in cui era caduto, Mirra fu costretta a fuggire, e gli dei per salvarla la tramutarono in una pianta resinosa dall’amaro profumo, che da lei prese il nome. A primavera la corteccia della pianta miracolosamente si aprì e ne uscì il piccolo Adone.

Afrodite raccolse il neonato, lo chiuse in un cofano e lo affidò, perché lo allevasse, a Persefone regina dell’Erebo, sposa di Ades il re degli Inferi, che era il regno delle tenebre e la dimora delle anime dei morti. Il bimbo crebbe rapidamente e divenne un bellissimo adolescente. Allora Afrodite si recò nell’Erebo per riprenderlo, ma Persefone non volle restituirlo.

Zeus, per conciliare il contrasto tra le due dee, innamorate entrambe del giovane, decise che Adone avrebbe trascorso un terzo dell’anno con Afrodite, un altro terzo con Persefone, lasciandolo libero di disporre per sé del restante tempo.

Ma Adone preferiva trascorrere anche questo terzo con Afrodite, suscitando la gelosia di Ares – o Marte –  e alla fine di un’estate, mentre era a caccia sui monti del Libano, uno smisurato cinghiale mandato dal geloso Ares assalì e uccise Adone procurandogli una ferita all’inguine. Afrodite accorse per salvarlo, ma non giunse in tempo.

E qui viene il bello. Ripeto che non c’ero sui monti del Libano quando il cinghiale di Ares uccise Adone. Dobbiamo quindi affidarci alle percentuali di probabilità derivanti dalle 19 fonti consultate: così risulta vincente la leggenda secondo cui dal sangue di Adone scaturì un anemone (9 fonti), l’anemone nacque dal corpo di Adone - i cui muscoli erano senz’altro rossi come lo era il sangue - (4 fonti), una fonte dice che il fiore scaturì dalle lacrime di Afrodite, un’altra afferma che le rose che si trovavano vicino ad Adone da bianche divennero rosse, una fonte dichiara che Afrodite creò l’anemone dal nulla allo scopo di avere un simbolo dell’amato presso di sé, e infine 3 fonti non citano assolutamente Adone come responsabile della nascita dell’anemone, né di qualsivoglia altro fiore.

Alle fonti che depongono per un’emogenesi dell’anemone appartiene anche Ovidio, che così scrive in Metamorfosi X, 728: at cruor in florem mutabitur e al verso 735: cum flos de sanguine concolor ortus.

Ma una fonte per la somatogenesi del fiore color sangue è rappresentata da Conrad Gessner che alla voce Adonis così scrive nel suo Onomasticon propriorum nominum (1564): “Nomen proprium filii Cynarae Cypriorum regis et Myrrhae eius filiae, quem Venus in delitiis habuit formositate praecellentem. [...] Venus miserata post multas lachrymas in florem Adonium, qui est sanguineo colore, eum transformavit.”

Quindi, grazie al mito vincente, quando Pausania pensava a un anemone, pensava al colore rosso, in quanto il fiore era sbocciato dal sangue di Adone.

Adone morente


Adone
dopo Casablanca

Nel 1999 il Sixteenth International Botanical Congress decise di cambiare sesso al nostro Adone. Da un bel maschietto lo trasformò in una bella pulzella, prevaricando non solo il volere di Adone ma anche quello di Linneo, tutte persone che ormai non avevano più voce in capitolo. Infatti il congresso decretò che l'Adonis annuus venisse chiamato Adonis annua. Per ulteriori notizie botaniche si veda la voce Anemone del lessico.

Adonis annuus

Io mi oppongo a questo cambiamento di sesso e non mi adeguo alle decisioni del congresso.

Vedo Linneo gioire nella tomba!

Ecco cosa stilai in una corrispondenza con il danese Erik Gotfredsen il 10 giugno 2005. Ho tentato di far giungere il mio disappunto a Stoccolma e al congresso, ma per certe faccende bisogna avere degli addentellati che sono tutt'altro che culturali: ci vogliono addentellati politici.

Dear Erik Gotfredsen,
I received the following reply from Sweden after my query about the flower Adonis masculine/feminine, and I can say that Anderberg overlooked my query at all:

“The generic name Adonis is evidently used as a feminine, and this is reflected by several species epithets that end in an "-a" (e.g. A. annua, A. appenina, A. baetica, A. flammea, A. caudata, A. caerulea, A. flava, A. micrantha). Apparently Linnaeus used generic names ending in -is as feminines, e.g. Clematis, Bellis, Orchis, Oxalis, and Adonis.
Best regards - Arne Anderberg

Thanks to you, Erik, I realized that International Code of Botanical Nomenclature

(St Louis Code - http://www.bgbm.org/iapt/nomenclature/code/SaintLouis/0000St.Luistitle.htm)

says:
article 62 - Note 1. Botanical tradition usually maintains the classical gender of a Greek or Latin word, when this was well established.
*Ex. 1. In accordance with botanical tradition, Adonis L., Atriplex L., Diospyros L., Hemerocallis L., Orchis L., Stachys L., and Strychnos L. must be treated as feminine.

Then Arne Anderberg is replying that - for example - because Clematis is feminine, so also Adonis becomes feminine since ending with –is. For the former tree – the clematis - it is correct to use a feminine gender. In fact the Greek word klēmatís is meaning runner; stolon, and is feminine.

Orchis in Latin is feminine and is meaning the flower orchid, not the testicle like in Greek. The Latin orchis, or orchas, both feminine, mean also a kind of olive.

But in Greek órchis is the testicle, and it is masculine.

So, the nomenclature is quite correct when calling Orchis mascula, Orchis moria, Orchis latifolia etc with a feminine adjective, being that orchis is not a Greek word, but a Latin one.

But I can say you that the “classical gender” of the word Adonis – not Adonium - both in Greek and Latin language is masculine at all, and that this gender “was well established” both by nature and centuries’ use.

Greek
Ádønis or Ádøn (both nominative and masculine) was the lover of Venus
ádønis – masculine too – was a sort of unidentified fish
No other occurrence or meaning of Ádønis, Ádøn and ádønis
.

Latin
The lover of Venus in Latin can be said (in nominative case):
Adon
Adonis
Adoneus
Adoneus
is also an adjective meaning “of Adonis”. There is another adjective coming from Adonis: adonius – referred to a poetic verse coming from ritual invocation of god Adonis.
Adonium – substantive of neuter genus – is the flower in which Adonis was transformed. Also Conrad Gesner quotes this word in his Onomasticon propriorum nominum (1564) when speaking about Adonis the lover.
Adonis is also the fish, quoted by Pliny as masculine (
Circa Clitorium vocalis hic traditur et sine branchiis, idem aliquis Adonis dictus. – NH IX,70
)

We are quite aware that plants and trees in Latin are of feminine gender, and that their fruits are of neuter gender.

But Adonis is masculine because he was a man, and Adonis of Linnaeus is expressing a human mythological masculine being.
Its plant was Adonium, not Adonis
.

There is no authority in this world, neither the International Code of Botanical Nomenclature, who can change a male into e female.

Only Adonis can personally decide to go to Casablanca in order to change his sex (which, however, would be genetically and eternally masculine).

I think that the power of such International Code of Botanical Nomenclature during some of their future meetings could be able to transform a penis into its feminine equivalent, that is, a clitoris.

Penis in Latin is masculine and sounds péos in Greek where is neuter.

Kleitorís in Greek is feminine, and is the clitoris, meaning hill. In Latin this word doesn’t exist. Juvenal, for example, used crista for clitoris. Italian people already succeeded in transforming a clitoris into a little penis, since in Italian clitoride is both feminine and masculine. This same result has been achieved by International Code of Botanical Nomenclature, as demonstrated by Adonis who has been transformed into a man provided with a clitoris instead of the penis he used in profusion.
[Gr. kleitorís, genit. kleitorídos der. di *kléitor ‘collina’ (da klínein ‘inclinare’: V. clìma). “Fu il Fallop{p}io (1523-1562) a sostituire il termine già in uso tentigine, ripescando il termine greco kleitorís, già usato da Rufo e Polluce” (Altieri Biagi Redi 291). – Tentigine: latino tentigo, da tendo, libidine, eccitazione sessuale.]

Surely the new, strange and quite incorrect feminine nomenclature of the flower Adonis occurred at the end of past millennium, since in an encyclopedia I have, and which can be dated around 1995, I found only a masculine Adonis: Adonis microcarpus.

This means that before 1999 the plant Adonis was treated as masculine and this explains why Adriano Fiori in 1974 reported Adonis annuus L. (1753).

The new nomenclature is obviously an offence to Linnaeus!!! Who was quite aware that Adonis was a male.

I will write these things to Sixteenth International Botanical Congress (1999).

But I have to await for the reply from Pavia, and I think that this reply will be the same as that of the Sixteenth International Botanical Congress's statement.

If you agree, you can subscribe my criticism to their statement. But you have to be sure of everything I said above.

All the best.
Elio