Lessico


Celio Calcagnini

Letterato, giureconsulto e professore universitario (Ferrara 1479-1541). Nelle edizioni compare come Coelius Calcagninus, Caelius Calcagninus, Celius Calcagninus. In gioventù servì negli eserciti dell'imperatore Massimiliano I d’Asburgo e di papa Giulio II. Viaggiò in Germania, Polonia e Ungheria con incarichi diplomatici. Fu al servizio del cardinale Ippolito d'Este, che seguì in Ungheria dopo che l'amico Ludovico Ariosto ebbe rifiutato tale ufficio. Fu amico anche di Erasmo da Rotterdam.

Nel 1518 soggiornò a Cracovia, dove forse udì parlare dell'ipotesi copernicana. Fattosi ecclesiastico, nel 1519 divenne professore di belle lettere all'università di Ferrara. Attorno al 1525 scrisse l'opuscolo Quod Coelum stet et Terra moveatur, vel de perenni motu Terrae, nel quale sostenne, tre anni prima di Copernico, la rotazione diurna della Terra, ma non la sua rivoluzione annua attorno al Sole; l'opuscolo - contenuto in Opera Aliquot - fu pubblicato da Froben a Basilea solo nel 1544 e rimase pressoché ignoto.

Convinto sostenitore del moto terrestre, in questo opuscolo giustifica il moto delle maree, proponendo come motivo "contrarios terrae impetus modo praeceptis, modo adsurgentis, nunc aquas deprimentis, nunc in sublime librantis” (i movimenti opposti della Terra, che, ora scendendo, ora salendo, ora spinge in basso le acque, ora le porta in alto), un'idea originale, dove alto e basso, coerentemente alle tradizioni aristoteliche, non hanno un valore relativo alla Terra, ma vengono intesi in senso assoluto.

Scrisse vari trattati di antiquaria, retorica, filosofia. Nell'opera De institutione commentatio propose di eliminare l'uso del volgare.

A proposito delle Epistolicae quaestiones di Calcagnini citate da Gessner a pagina 406 di Historia animalium III (1555), il sito www.smitskamp.nl riporta quanto segue:

Calcagninus, C. Epistolarum criticarum & familiar: libri XVI. Et rerum varietate, et dictionis elegantia, cum studiosae juventuti, tum etiam doctis viris adprime utiles. • Amberg, ex officina Schönfeldiana, 1608. Small 8vo. 4 lvs, 480 p. [Modern boards; paper browned, notes and underlinings, one small burnhole and paper fault in two lvs affecting text slightly] € 670,00
Aside from various editions of classical authors and contributions to other scholars's works, Celio Calcagnini's works are only known through the Opera aliquot (Basel 1544) which included his Letters, and their separate publication at Amberg in the Palatinate in 1608.
BL lists only the Basel edition; BN and NUC catalogues have also the Amberg 1608 edition, but with the express mention Studio et impensis Martini Geysslings ... denuo in lucem aediti, a phrase not present in our copy. If we may believe Graesse II 13 and Hoefer VIII 159, the first three books with 90 letters to his nephew Tomaso Calcagnini were also published separately under the title Quaestiones epistolicae at Amberg in 1608, and the running title in our edition still has that designation, changed after book IV into Epistolae.
We have here a very interesting collection of 365 letters written by the Ferrarese astronomer and philologist Calcagninus (1479-1541), who is said to have preempted Copernicus with his statements in his letters to Ziegler (1518-24, but printed only in 1544) that the earth revolves around the sun (summarized in his Quomodo caelum stet, terra moveatur), see Thorndike V 409. Some letters are also concerned with mathematics (e. g. pp. 158-159). Calcagnini appears to have had a close relationship with Jacob Ziegler, to whom in all 25 letters are addressed, often with fulsome expressions of sympathy (pp. 225, 311). Of interest is also a letter in the form of a dialogue composed during an enforced exile owing to the plague, IV 10. Bietenholz III 242-43. - Collation: π4A-2G8.

Ed ecco in dettaglio le opere presenti in Italia in cui compare Celio Calcagnini. I dati sono presenti in ICCU.

Illustriss. Alphonsi Esten. ac Lucretiae Borgiae epithalamium per Caelium Calcagninum. Ferrariae: Laurentius de Valentia imprimebat, 1502.

Ciceronis De officiis libri III. Cato maior, vel De senectute, Laelius, vel De amicitia, Paradoxa ... Cum Petri Marsi, Francisci Maturantii ... & Ascensij, in haec omnia praestantissimis commentarijs ... Marii Nizolii defensiones locorum aliquot Ciceronis contra disquisitiones Calcagnini. Venetiis: apud Ioannem Mariam Bonellum, 1563.

Dionysii Afri De situ orbis opus studiosis necessarium, quo gentes, populi, urbes, maria, flumina explicantur Graece scriptum. Idem in Latinitatem a Rhemnio grammatico translatum, falso hactenus Prisciano adscriptum, in quo prope ducenta loca castigavimus, quae et Plynio et reliquis geographis plurimum accommodabunt. In idem annotamenta graecorum more Latine scripta, in quibus aliquot autorum castigationes continentur. Coelii Calcagnini annotatio super Anchiale, et Rhemniani carminis pensitatio. Ferrariae: Ioannes Maciochus Bondenus imprimebat, die XVIII Decembris 1512.

Cynthii Ioannis Baptistae Gyraldi De obitu diui Alfonsi Estensis principis invictiss. epicedion. Hercules Estensis dux salutatus. Syluarum liber vnus ... Coelii Calcagnini ad eundem super imitatione commentatio perquam elegans. Lilii Gregorii Gyraldi epistola bonae frugis refertissima. Ferrariae: ex Francisci Roscii libraria officina, ad IIII idus Novembr. 1537.

Lilii Gregorii Gyraldi Dialogi duo de poetis nostrorum temporum ... Eiusdem epistola versu conscripta, in qua agitur de incommodis quae in direptione urbana passus est ... Eiusdem progymnasma ... Ejusdem quaedam carmina et item quaedam Coelii Calcagnini. Florentiae, 1551 ([Firenze : Lorenzo Torrentino]).

Constantini Lascaris Graecae institutiones, et primo. De octo partibus orationis. De constructione. De nomine, et verbo. De pronomine secundum omnes graecorum dialektous, poetarumque consuetudinem. Quibus omnibus altrinsecus addita est latina translatio. Symbolica Cebetis tabula, et graece et latine impressa. Angelica, et humana salutatio ad deiparam virginem. Diligens Pisonis super graecis litteris commentatio ... Luciani Samosatae ... iudicium vocalium, eiusque translatio Coelio Calcagnino interprete. Dominica oratio. Apostolorum symbolum. Initium Evangelii Ioannis apostoli. Psalmus quinquagesimus, cui principium. Miserere mei Domine. Philolai Crotoniatae carmina aurea, quae falso hactenus Pythagorae adscripta sunt ... Phocidis poema. ... Ferrariae: per Ioannem Maciochium Bondenum, tertio Calendas Sextilis 1510.

Io. Baptistae Pignae Carminum lib. quatuor, ... His adiunximus Caelii Calcagnini Carm. lib. III. Ludouici Areosti [!] Carm. lib. II. Venetiis: ex officina Erasmiana Vincentii Valgrisii, 1553.

Celio Calcagnini

Celio Calcagnini (Ferrara, 17 settembre 1479 – Ferrara, 1541) è stato uno scienziato, diplomatico, umanista, soldato, ecclesiastico, professore, poeta, filosofo e storico italiano. Uno dei più dotti sapienti dell'epoca rinascimentale, fu celebrato da Ludovico Ariosto nell'Orlando Furioso (XLII.90, XLVI.14), e formulò una teoria sul moto della terra influenzata da quella copernicana.

Figlio naturale del protonotario Mario Calcagnini e di Lucrezia Constantini, in gioventù servì sia nell'esercito dell'impero sotto l'imperatore Massimiliano I, sia in quello del papato (papa Giulio II), dall'invasione di Carlo VIII di Francia (1494). Dopo un breve periodo come diplomatico del duca di Ferrara in Germania, Polonia e Ungheria e, dopo il soggiorno del 1518 a Cracovia (dove forse udì parlare dell'ipotesi copernicana), Calcagnini si fece ecclesiastico e, nel 1519, divenne professore di belle lettere all'università di Ferrara, rimanendo in servizio fino alla sua morte.

Contemporaneamente portò avanti la sua carriera di diplomatico: dopo essere diventato canonico della cattedrale di Ferrara, fu elevato al rango di protonotario apostolico e viaggiò per l'Europa come rappresentante del cardinale di Ferrara. Si recò a Venezia e a Roma, a Cracovia, e poi per un anno in Ungheria. Partecipò all'elezione di Carlo V come rappresentante del cardinale, per poi tornare infine a Ferrara nel 1520. Nel 1539 fu ambasciatore presso papa Paolo III per il duca di Ferrara Ercole II d'Este.

Durante il suo viaggio a Roma nel 1519 entrò in contatto con quegli studiosi oggetto del mecenatismo di papa Leone X — Girolamo Aleandro, Fabio Calvo, Paolo Giovio e Raffaello — che poi descriverà come studiosi degli antichi. Tra le sue opere sono:

De libero animi motu, uno scritto religioso col quale sostiene la posizione di Erasmo da Rotterdam e del suo De libero arbitrio;

De rebus Aegyptiacis, una traduzione del De Iside et Osiride di Plutarco, che risvegliò l'interesse per l'Egitto e in particolare per i geroglifici;

Descriptio Silentii, studio sotto forma di visione della figura del dio del silenzio Arpocrate;

Anteros, sive de mutuo amore, interpretazione neo-platonica del mito di Eros e Anteros.

Questi ultimi tre furono pubblicati dopo la sua morte, nel 1544, a Basilea, nella Opera aliquot.

Calcagnini formulò una teoria sui moti della terra simile a quella proposta dal suo contemporaneo Nicolò Copernico. La teoria fu pubblicata nel trattato Quod caelum stet, terra vero moveatur, vel de perenni motu Terrae all'interno dell'Opera aliquot (1544), ma già formulato intorno al 1525. Sebbene non documentate, un rapporto tra Copernico e Calcagnini è probabile, in quanto l'astronomo polacco aveva studiato a Ferrara, conseguendo la laurea in diritto canonico nel 1503, e Calcagnini si era recato nel 1518 a Cracovia, dove viveva Copernico.

La teoria di Calcagnini consisteva nel considerare la Terra in moto rotatorio, accompagnato da un moto oscillatorio. La composizione di questi due moti sarebbe stata la causa, tra le altre cose, della precessione degli equinozi e dell'oscillazione delle acque del mare, spiegando così la formazione delle maree. Nel trattato, dunque, Calcagnini sostenne la rotazione diurna della Terra, ma non la sua rivoluzione annua attorno al Sole. L'opuscolo fu pubblicato a Basilea solo nel 1544 e rimase pressoché ignoto.

La sistemazione di Calcagnini influenzò Andrea Cesalpino (1519-1603) che la difese nel suo Quaestiones peripateticae (1569), e che a sua volta influenzò Galileo Galilei, che giunse a credere, sbagliando, che il fenomeno delle maree fosse una dimostrazione del moto della Terra.

Celio Calcagnini

Celio Calcagnini (also known as Caelius Calcagninus; 17 September 1479-1541) was an Italian humanist and scientist from Ferrara. His learning as displayed in his collected works is very broad. He had a wide experience: as soldier, academic, diplomat and in the chancery of Ippolito d'Este. He was consulted by Richard Croke on behalf of Henry VIII of England. He was a major influence on Rabelais's literary and linguistic ideas and is presumed to have met him in Italy, as well as being a teacher of Clément Marot and was praised by Erasmus. Giovanni Battista Giraldi was a student of his, and succeeded him at the University of Ferrara.

He had a contemporary reputation as an astronomer, and wrote on the rotation of the earth. He knew Copernicus in Ferrara at the beginning of the sixteenth century. His Quod Caelum Stet, Terra Moveatur is a precursor of the De Revolutionibus of Copernicus, though A. C. Crombie qualifies his rotational theory as "vague", and is often dated to about 1525.