Lessico


Circe

Circe offre il calice a Ulisse
John William Waterhouse (Roma 1849 – Londra 1917)

Maga divina della mitologia greca, figlia del Sole e dell'oceanina Perseide (o di Ecate), collegata al ciclo degli Argonauti e ricordata nell'Odissea per il suo incontro con Ulisse.

Con pozioni e incantesimi Circe trasformava gli uomini in animali, ma le sue vittime non perdevano il raziocinio ed erano dunque consapevoli dell'accaduto. Durante il suo viaggio di ritorno a Itaca, l'eroe greco Ulisse capitò sull'isola di Eea con i suoi compagni, che furono trasformati in porci. Andando in cerca di aiuto per i suoi uomini, Ulisse incontrò il dio Ermes, dal quale ricevette un'erba che lo rese immune dagli incantesimi della maga.

La costrinse dunque a restituire sembianze umane ai suoi compagni e Circe, sorpresa dal fatto che qualcuno potesse resistere alle sue formule magiche, si innamorò di lui. Ulisse rimase sull'isola per un anno e, quando decise di partire, Circe gli spiegò come trovare nel mondo sotterraneo lo spirito del veggente tebano Tiresia, affinché gli indicasse la via più sicura per il ritorno in patria.

Circe, localizzata nell'isola di Eea e a volte in Italia (al Circeo), ricorre nelle genealogie divine come madre di eroi della tradizione italica che avrebbe avuto da Ulisse: di Telegono, di Romos, di Antias, di Ardeas, rispettivamente fondatori di Tuscolo, di Roma, di Anzio e di Ardea; del re Latino eponimo del Lazio. È ricordata anche come madre del dio Fauno (avuto da Giove) e amante di Pico, antico re del Lazio.

Liber chronicarum – 1493
di Hartmann Schedel (Norimberga 1440-1514)

Circe nel 2003

Eea

Aiaíë nêsos in greco: isola mitica, secondo i Greci abitazione di Eos - l’aurora - e luogo donde sorge il sole. In Omero è la remota dimora di Circe dove approda Ulisse durante le sue peregrinazioni.

Eos

Héøs in greco, mitica personificazione dell'aurora nella religione dei Greci. Figlia dei titani Iperione e Teia, e perciò sorella di Sole (Hëlios) e Luna (Selënë), è concepita anche lei come titanessa. Con Astreo, altro titano, genera i venti (Zefiro, Borea e Noto), la stella del mattino (Heøsphóros, cioè Lucifero) e gli astri.