Lessico


Tossicologia da funghi

Non tutte le specie di funghi sono eduli, anzi, a parte quelli non adatti all'alimentazione perché duri, insipidi o di cattivo gusto, esistono non pochi funghi (funghi velenosi) che possono dar luogo a intossicazioni anche letali.

A tale proposito è bene precisare che non esiste alcun mezzo che consenta di stabilire se un fungo è velenoso oppure no, salvo il fatto di essere in grado di identificare con sicurezza la specie botanica alla quale esso appartiene.

Dal punto di vista clinico-tossicologico l'avvelenamento da funghi può presentarsi con differenti sintomatologie. Si distinguono a tale proposito: una sindrome di tipo nervoso (sindrome muscarinica), una sindrome degenerativa (sindrome fallinica), una sindrome gastrointestinale.

Amanita muscaria - Agaricaceae – Ovulo malefico, Ovolaccio, Fungo dei pazzi

Sindrome di tipo nervoso

La sindrome di tipo nervoso è provocata in genere dai funghi delle specie Amanita muscaria (l'ovolo malefico) e Amanita pantherina (la tignosa bruna). Si instaura rapidamente (2-3 ore dopo l'introduzione del tossico) ed è caratterizzata da cefalea, intensa sudorazione, obnubilamento della coscienza, miosi, riduzione della frequenza cardiaca e collasso circolatorio.

Secondo Potter – come verrà riportato – la muscarina possiede anche effetto paralizzante sul centro respiratorio. Inoltre, essendo dotata di azione a livello del parasimpatico, con effetti simili a quelli dell’acetilcolina, determina broncospasmo.

Ecco forse spiegato il perché gli antichi parlavano di strangulatio – soffocamento – determinato dall’ingestione di funghi. La sindrome muscarinica dura generalmente 3 o 4 giorni e raramente ha conseguenze mortali.

La terapia della sindrome nervosa, dovuta alla presenza nei funghi velenosi di muscarina o di alcaloidi atropino-simili (muscimolo, muscazone, acido ibotenico), è essenzialmente sintomatica, attuata mediante somministrazione di atropina, in presenza di manifestazioni di natura muscarinica, oppure di barbiturici e tranquillanti.

Sam’l O. L. Potter, A Compend of Materia Medica, Therapeutics, and Prescription Writing (1902): Muscarina, Muscarine - Physiological Action. Muscarine is a powerful respiratory and cardiac depressant, paralyzing the respiratory centre, and arresting the heart in diastole by paralyzing the cardiac muscle while stimulating its inhibitory apparatus. It lowers the arterial tension, produces profuse salivation and sweating ; contracts the pulmonary vessels, causing intense dyspnoea ; and increases the intestinal, hepatic and pancreatic secretions, but markedly diminishes the renal. It disturbs the gastro- intestinal tract, causing severe colic, vomiting and purging. It produces spasm of the accommodation, and marked myosis, contracting the pupil when given internally, but dilating the pupil widely when locally applied. (Gelsemium does so also.) Under its action the body temperature is decidedly reduced, and the excretion of waste-products lessened. On the cerebrum Agaricus acts as an intoxicant, producing more vertigo and delirium than Alcohol, followed by profound sopor with lowered reflexes, perhaps coma and death.

Sindrome degenerativa

La sindrome degenerativa, prodotta dall'Amanita phalloides (la tignosa verdognola) e dalle specie affini Amanita verna e Amanita virosa, ha un periodo di incubazione di 10-12 ore: insorge con disturbi cardiaci, oliguria, manifestazioni gastrointestinali; dopo un intervallo di relativo benessere interviene la fase più grave, spesso mortale, caratterizzata da ittero, grave insufficienza epatica, ipoglicemia e morte in collasso cardiocircolatorio o per insufficienza renale.

I principi attivi responsabili dell'avvelenamento di tipo degenerativo si distinguono in due categorie: le amatossine, comprendenti l'alfa- beta- e la gamma-amanitina, l'amanina e l'amanullina, e le fallotossine, che comprendono la falloidina, la falloina, la fallisina, la fallacidina e la fallina B.

Ambedue i tipi di tossine sono peptidi ciclizzati, termostabili e quindi resistenti alla cottura e, inoltre, all'essiccamento. Il tentativo di curare l'intossicazione di tipo degenerativo con antisieri specifici è stato quasi del tutto abbandonato per i suoi modesti risultati. La sieroterapia talora può persino aggravare il decorso dell'avvelenamento inducendo una malattia da siero.

Pure irrilevanti sono i risultati della somministrazione di cervello e stomaco di coniglio, trattamento che è stato proposto alla luce dell'elevata resistenza del coniglio all'avvelenamento da Amanita phalloides. La terapia più in uso consiste nella somministrazione di soluzioni salino-glucosate, di farmaci ipertensivi, di epatoprotettori, glicocorticoidi, acido tioctico e penicilline a dosi elevate.

Sindrome gastrointestinale

La sindrome gastrointestinale è dovuta a numerose specie di funghi (lattari, russule, boleti velenosi, ecc.). Inizia entro un'ora dall'introduzione del tossico e si manifesta con malessere, nausea, vomito, diarrea e intensi dolori addominali. La sintomatologia si attenua dopo 2-3 giorni.

Solo in qualche caso (per ingestione di funghi vecchi, già in via di putrefazione) si hanno complicanze febbrili e sintomi generali di tossinfezione.

La sindrome gastrointestinale è da attribuire all'effetto irritativo sulla mucosa gastrointestinale di sostanze di natura resinoide.

La terapia si basa sull'attenuazione dei disturbi gastrointestinali mediante somministrazione di laudano, di idrossichinolina, ecc. e sul mantenimento dell'equilibrio idrico-salino con fleboclisi destinate a compensare la perdita di elettroliti da parte dello stomaco e dell'intestino.