Lessico


Morhenna Anglorum
Tetrao tetrix / Lyrurus tetrix
Gallo minore / Gallo forcello / Fagiano di monte

Coppia di Tetrao tetrix

Morhenna Anglorum

Ulisse Aldrovandi era a conoscenza di una particolare gallina inglese che latinizzò in Morenna anglorum, alla quale è dedicata la seconda parte del capitolo De Gallo scotico sylvestri et de Morenna anglorum, incluso nella sezione riservata ai polli stranieri. Quando passa a parlare della Morenna, o per svista, o per ossequio alla lingua della terra d’origine, la latinizzazione del nome inglese viene scritta con la lettera h, cioè Morhenna.

È palese che Aldrovandi - o William Turner - ha cercato di mantenere quasi intatto il vocabolo inglese moor trasformandolo in mor, che in questo caso specifico viene ad assumere il significato di moro, scuro, poiché questa era l’interpretazione etimologica corrente in Inghilterra. Però, se egli avesse voluto a ogni costo dare a tale vocabolo il significato di scuro, di moro, anziché di gallina delle eriche, la latinizzazione sarebbe stata Maurhenna, in quanto solo l'aggettivo latino Maurus significa mauro, mauritano, e quindi, in senso traslato, bruno, scuro, nero.

Ora, bisognerebbe sapere se Aldrovandi non ricordava con esattezza quanto riferito da William Turner (probabilmente in Avium praecipuarum, quarum apud Plinium et Aristotelem mentio est, brevis et succincta historia, Colonia, 1544) sul parallelismo tra il piumaggio del maschio e il colore della pelle dei Mori, o se invece se lo ricordava benissimo, fingendo però di porre in dubbio le sue capacità mnemoniche, al fine di dissentire, con discrezione, da questa tesi.

Infatti, in inglese, Moor in antico significava nativo della Mauritania, per assumere più tardi il significato di nativo dell'Africa nordoccidentale, cioè Marocchino. La sua etimologia è identica a quella dell'italiano moro, cioè dal greco (a)maurós e maûros: difficile a vedersi, oscuro, scuro, tetro, cieco.

Mentre moor, con l’iniziale minuscola, significa landa, brughiera, terreno paludoso, e la sua etimologia proviene dall'Antico Inglese mere: mare, lago. Gli attuali termini moor cock e moor fowl significano Gallo di brughiera. Questa seconda possibilità etimologica viene subito riportata da Aldrovandi, in quanto “altri lo chiamano gallo di brughiera, cioè, gallo delle eriche”.

Attualmente, con moorhen si intende la femmina del Fagiano di montagna, oppure la Gallinella d’acqua. In base alle descrizioni fornite, Aldrovandi era incerto sull’identità del volatile britannico. Audubon riporta, tra gli uccelli d’America, anche l’onnipresente Gallinula chloropus - la Gallinella d’acqua - e la denomina Common Moorhen. La Gallinula chloropus è di piumaggio scuro, ma allo stesso tempo frequenta laghi, stagni, paludi.

Diventa un rompicapo voler arguire se nel XVI secolo il termine moor andava inteso anche nell’accezione di Moro, o se indicava solamente l’habitat palustre dell’uccello sul quale indagò Aldrovandi che non ha omesso di riportalo tra i volatili stranieri. L’ha incluso in tale sezione in quanto, essendo discordanti le descrizioni di origine britannica, non gli era possibile una precisa identificazione del volatile; altrimenti, di Gallinelle d’acqua ne aveva a iosa anche lui a Bologna.

In conclusione: mor, incluso nella parola morhenna, se può significare scuro è perché si tratta di un vocabolo inglese latinizzato, e in quanto i Britannici hanno suggerito quest’interpretazione. Ma la morhenna non ha nulla a che fare col Gallo Nero del Mozambico (Gallus morio Temminck 1813 – Gallus morion Corti 1996), che dovrebbe corrispondere all'attuale razza indiana che va sotto il nome di Kadakanath o Kadaknath o Karaknath o Karnatak e il cui appellativo originale pare essere Kalamasi, che significa pollo dalla carne nera.

Nel caso della Morhenna Anglorum si trattava invece del Tetrao tetrix o Black grouse, o Lyrurus tetrix, che noi chiamiamo Gallo minore o Gallo forcello o Fagiano di monte, comune nelle lande e nelle brughiere.

Tetrao tetrix
Gallo forcello

    

Il Fagiano di monte (Tetrao tetrix, Linnaeus 1758) è un uccello della famiglia dei Phasianidae. Il dimorfismo sessuale in questo uccello è ben evidenziato. Il fagiano di monte ha forme piuttosto svelte, ali brevi, ottuse o tondeggianti, con la terza remigante sporgente, la coda composta di diciotto penne, leggermente intagliata nella femmina e nel maschio, invece, così profondamente forcuta che le più lunghe fra le copritrici del sottocoda oltrepassano le più brevi tra le timoniere, le esterne tra le quali si volgono all'infuori a guisa di corna o di mezzaluna, sicché la coda prende forma di lira. Il becco è forte e di mediocre lunghezza, e i piedi sono piumati non solo fino alle dita ma anche sulla membrana interdigitale.

La lunghezza del maschio è di sessanta centimetri circa, l'apertura d'ali di oltre novanta, mentre la coda sfiora i diciotto centimetri e le singole ali ne misurano trenta: la femmina è più corta di circa quindici centimetri e ha l'apertura alare inferiore di sette. Il piumaggio del maschio è generalmente nero, con la testa, il collo e la parte inferiore del dorso di un bellissimo azzurro-acciaio disegnato a fasce bianche quando le ali sono raccolte, e le piume del sottocoda sono bianchissime. L'occhio è bruno, le pupille nero-turchine, il becco nero, le dita brunicce, il sopra dell'occhio e lo spazio nudo perioculare sono rosso-vivo. La femmina assomiglia a quella del gallo cedrone e il suo abito è un misto di giallo-ruggine e bruno-ruggine con liste e macchie trasversali nere.

Le zone in cui questa specie si diffonde sono all'incirca le stesse in cui vive il gallo cedrone, con la differenza che si spingono maggiormente verso il settentrione e si riducono verso il sud. Sui monti della Grecia e della Spagna il fagiano di monte non si trova più, e anche sulle Alpi italiane è diventato piuttosto raro: lo si trova in gran parte della catena alpina dalle Alpi Liguri alle Caravanche (sezione delle Alpi Orientali, a est delle Alpi Carniche, tra i corsi della Drava a nord e della Sava a sud, sul confine tra l'Austria e la Slovenia), ma è scomparso in quei territori dove lo sfruttamento turistico è stato più intensivo. In Germania è abbastanza comune, sia in pianura che sui monti, purché trovi i boschi opportuni; comune è pure in Scandinavia, in Russia e in tutta l'Asia settentrionale, anche qui dove i boschi corrispondono alle sue esigenze, e sono quindi ricchi di bassi arbusti e di cespugli, sparsi di eriche, mirtilli, ginestre e piante paludose. Nella Svizzera lo si trova tanto nella superiore che nella media zona boscosa e si spinge fino all'estremo confine della vegetazione; nella Svezia è frequentissimo ovunque, e lo stesso vale per i boschi siberiani. Nella Germania centrale è uccello stazionario, avendo soltanto l'abitudine di intraprendere escursioni piuttosto regolari quando risieda sulle alte catene montane o nelle province settentrionali; in Svizzera usa spostarsi almeno due volte all'anno dalla sua abituale dimora e nei paesi nordici queste escursioni si verificano con ancor maggiore regolarità.

Di indole più socievole dei galli cedroni, i due sessi vivono regolarmente assieme, salvo alcune eccezioni, almeno nell'autunno e nell'inverno. Conducono una vita abbastanza variata, soprattutto per via degli spostamenti che compiono durante l'inverno, stagione nella quale sovente penano a trovare il cibo e, quando la neve è alta, sono costretti a scavare lunghe gallerie per scoprire qualche scarso alimento.
Non meno pesante del gallo cedrone, il fagiano di monte è però molto più abile nei movimenti: corre con maggior rapidità tenendo il corpo meno inclinato posteriormente, sugli alberi si tiene ora eretto ora orizzontale, e, malgrado la brevità delle ali, vola bene, in linea retta e spesso per lunghi tratti, più leggero e meno rumoroso dell'affine. I suoi sensi sono molto acuti, e grande l'avvedutezza che spiega in tutte le circostanze: si allarma per la più piccola ombra di pericolo, scambia il rischio vero con quello apparente cercando subito scampo nella fuga, ed è sempre piuttosto difficile da sorprendere. La sua voce, che varia con il sesso, nel grido di richiamo consiste in un fischio breve e limpido, e si arricchisce nella stagione degli amori in misura che sembrerebbe sproporzionata in volatili come questi, generalmente piuttosto taciturni.

Per nutrirsi, i nostri uccelli cercano sostanze di una certa delicatezza, ossia foglie, gemme, bacche, semi e insetti; durante l'estate colgono i lamponi, i frutti di mirtillo e le more; nell'inverno le bacche del ginepro e i semi delle eriche, delle betulle, degli ontani e dei faggi. Oltre che di vegetali, come abbiamo accennato, si nutrono di lumachette, vermi, larve di formica, mosche e simili, e i piccoli in particolare vengono nutriti quasi esclusivamente di teneri insetti. In Siberia, quando incominciano i geli, li si vede posati sulle cime dei pioppi e intenti a scorrere col becco i rami secchi per coglierne le gemme: anch'essi hanno bisogno di frammenti minerali per agevolare la digestione.

Nelle regioni centrali d'Europa il periodo degli amori incomincia nella seconda metà di marzo e dura per tutto l'aprile fino al maggio; sui rilievi e nei paesi nordici avviene più tardi, e può durare fino al mese di luglio. Il maschio è poligamo e feconda più femmine, che depongono in solitudine anche fino a 15 uova, che si schiudono dopo 4 settimane di cova (25/28 giorni a seconda della varietà).
I preparativi per la cova incominciano verso la metà di maggio e sono compito esclusivo della femmina. Il nido consiste in una rudimentale depressione scavata in luoghi protetti e contiene da sette a dieci, talvolta dodici uova, sparse fittamente di punti e macchie su fondo giallo-grigio, giallo-rossiccio o grigio pallido. Benché meno zelante di quella del gallo cedrone, la femmina cova con cura e si consacra con tenerezza all'allevamento della prole, nei cui costumi, come anche nelle mutazioni dell'abito, non si osservano grandi differenze rispetto alla specie precedente. Fino al tardo autunno i piccoli restano in compagnia della madre, e si allontanano solo dopo aver vestito l'abito degli adulti.

Il fagiano di monte è fatto segno a molte persecuzioni da parte dell'uomo e di un gran numero di predoni. Nei paesi del nord e sulle alte catene montuose viene insidiato in tutte le stagioni, eccettuata quella degli amori; la caccia più divertente è però proprio quella che si fa in questo periodo, perché anche il solo spettacolo delle sue furie amorose è sufficiente a sorprendere e divertire il cacciatore. Nella Svezia i cacciatori si appostano fin dall'una dopo mezzanotte in apposite capanne erette laddove i maschi sogliono radunarsi, e aspettano che qualcuno ne venga a tiro; il primo colpo mette in fuga tutta la comitiva, ma, passato qualche tempo, se ne ode di nuovo gridare uno, poi un secondo e infine tutti gli altri in un concerto sempre più fragoroso che si conclude con il ritorno del gruppo. Un secondo maschio cade ferito, ma il gioco ricomincia, e, se il cacciatore è fortunato, se ne può uccidere tre o quattro in una sola mattinata. Presi in età adulta, questi uccelli si possono conservare in vita per più anni, e se ne può ottenere la propagazione purché li si tenga in spazi sufficienti, su di un suolo folto di sterpi e in posizione protetta dai venti. Con il permesso della regione questo volatile può essere allevato come animale da giardino o per il ripopolamento.

Nei luoghi in cui galli cedroni e fagiani di monte abitano vicino, e i maschi della prima specie hanno subito una notevole diminuzione, le femmine del gallo cedrone si accoppiano spesso con gli affini; avviene pure che femmine del fagiano di monte si accostino alle pernici di monte. Nel passato non si conoscevano che gli ibridi nati dalle prime due specie citate, e si consideravano erroneamente come una specie propria, ma gli studi posteriori e la scoperta di altri incroci hanno dimostrato che sovente uccelli di diverse specie si accoppiano spontaneamente, generando degli ibridi.

Black Grouse

Binomial name Tetrao tetrix (Linnaeus, 1758) – Synonyms Lyrurus tetrix L. The Black Grouse or Blackgame (Tetrao tetrix) is a large bird in the grouse family. It is a sedentary species, breeding across northern Eurasia in moorland and bog areas near to woodland, mostly boreal. The Black Grouse is closely related to the Caucasian Black Grouse. These birds have a group display or lek in early spring. As with many Gamebirds, the male is larger than the female at 49-55 cm compared to her 40-45 cm length. The cock is very distinctive, with black plumage, apart from red wattles and a white wingbar, and a lyre-shaped tail, which appears forked in flight. His song is loud, bubbling and somewhat dove-like. The female is greyish-brown and has a cackling call. She takes all responsibility for nesting and caring for the chicks, as is typical with gamebirds. The male and female are sometimes referred to by their folk names, Blackcock and Greyhen respectively.

Black grouse have a very distinctive and well recorded courtship ritual or game. At dawn in the spring, the males strut around in a traditional area and display whilst making a highly distinctive mating call. This process is called a Lek - the grouse are said to be lekking. Black Grouse can be found across Europe from Great Britain (but not Ireland) through Scandinavia and Estonia into Russia. In Eastern Europe they can be found in Hungary, Poland, Latvia, Lithuania and Poland. There is a population in The Alps, and isolated remnants in Germany, Denmark, France and Holland.

This species is declining in western Europe due to loss of habitat, disturbance, predation by foxes, crows, etc., and small populations gradually dying out. They have declined in the UK (especially England), having disappeared from many of their former haunts. They are now extinct in Lancashire, Derbyshire, Exmoor, East Yorkshire, New Forest, Nottinghamshire, Worcestershire, Quantock Hills, Cornwall, Dartmoor, Kent, Wiltshire and Surrey. A program to re-introduce Black Grouse into the wild started in 2003 in the Upper Derwent Valley area of the Peak District in England. 30 grouse were released in October 2003, followed by 10 male grouse in December 2004 and a further 10 male and 10 female in April 2005. The programme is being run jointly by the National Trust, Severn Trent Water and Peak District National Park. Conservation groups helping to revive the Black Grouse include the RSPB and the Game Conservancy Trust.

Meanwhile, it should be noted that the tails of black-cocks have, since late Victorian times, been popular adornments for hats worn with Highland Dress. Most commonly associated with Glengarry and Balmoral or Tam O'Shanter caps, they still continue to be worn by pipers of civilian and military pipe-bands. Since 1904, all ranks of the Royal Scots and King's Own Scottish Borderers have worn them in their full-dress headgear and that tradition is carried on in the dress glengarries of the current Scottish-super regiment, The Royal Regiment of Scotland.

Tétras lyre

Le tétras lyre, appelé également petit coq de bruyère (Lyrurus tetrix) est un oiseau sédentaire, symbole des Alpes européennes. Il est considéré comme une espèce relique des époques glaciaires car sa distribution est nordique et boréo-montagnarde.

Taille: Femelle (ou poule) 50-53 cm ; Mâle (ou coq): 60 cm
Envergure: 65 à 80 cm
Poids: Poule: 700 à 850 g ; Coq adulte:1 100 à 1 500 g
Longévité: 6 à 9 ans environ

Mâle: noir à reflets bleus, ses ailes sont brun-noir avec une petite barre blanche. Le dessous des ailes et de la queue sont blancs. La queue se termine en forme de lyre d'où son nom. Les pattes sont courtes et emplumées. Au-dessus de l'œil, une caroncule rouge, de taille variable, très développée au printemps, surmonte un bec court.

Femelle: Livrée brune et roussâtre barrée de noir, de blanc et de gris. La queue légèrement fourchue.

Les doigts des pattes ont une frange d'écailles cornées qui agissent comme des raquettes et évitent à l'oiseau de s'enfoncer dans la neige fraîche. Mœurs: Oiseau sédentaire, polygame et sociable toute l'année. Régime alimentaire: Majoritairement végétarien, se nourrissant de feuilles, de bourgeons, de graines, de fleurs et de baies, il complète son alimentation avec des insectes, des araignées et des invertébrés. Prédateurs naturels: autours, renards, sangliers, mustélidés, corneilles et pies pour les couvées et les œufs.

Le tétras-lyre est surtout célèbre pour ses parades nuptiales printanières. Les mâles se retrouvent tous les ans, aux mois de mars, avril, mai et début juin sur des espaces dégagés d’arbres, plateaux ou tourbières appelés « places de chants ». Au centre de cet emplacement, se trouve l’arène où les coqs paradent, chantent, se mesurent ; les gestes et les allures ont tous une signification bien précise: provocation, domination… Les poules, elles, vagabondent ici et là, d’une place à l’autre, et choisissent chacune leur futur partenaire qui est toujours le mâle dominant ; elles finissent par s’accoupler vers la mi-mai. Fin mai, les poules commencent déjà à pondre (de 3 à 10 œufs), puis à couver ; 26 jours après la ponte du dernier œuf, les jeunes poussins naissent. Les petits sont nidifuges, mais restent accompagnés par leurs mères jusqu’à l’automne où ils se dispersent. Les femelles pondent à même le sol, dans un amas de brindilles, souvent cachées dans un fourré où elles sont alors très vulnérables.

En France: Présents sur une grande partie du massif alpin (du Chablais au Var), ils sont néanmoins vulnérables à cause de l’aménagement touristique ; bien plus localement dans les Ardennes, ils y sont en voie d’extinction. En Europe: Absent de la péninsule ibérique, le petit coq de bruyère habite la Grande-Bretagne, les Alpes, la Scandinavie, l’Europe de l’Est, mais aussi l’Allemagne, la Belgique, les Pays-Bas et le Danemark où les populations sont isolées mais témoignent d’un passé glorieux. Dans le Monde: Le tétras n’est présent qu’en Eurasie, où il peuple une grande partie de la Russie, le nord du Kazakstan, de la Mongolie et de la Chine.

Le tétras-lyre a besoin d'un domaine vital d'au moins 3 000 hectares, comprenant des forêts de conifères avec clairières et des tourbières ; on le trouve jusqu'à 2 300 m d'altitude, limite supérieure des arbres, zone des rhododendrons et des aulnes verts. Il est très lié à la présence d'arbustes de la famille des éricacées (airelle, myrtille, canneberge, bruyères, callune...). Pendant longtemps, l'homme, grâce à l'exploitation des alpages, a favorisé des conditions de vie idéales au tétras-lyre. Traditionnellement, les populations de tétras-lyre sont très sensibles au déboisement et au développement du pâturage extensif qui détruit la végétation basse indispensable à l'oiseau. Aujourd'hui, les menaces sont donc le morcellement et la destruction de l'habitat, la chasse abusive mais surtout les dérangements car son espace vital se trouve souvent en partie intégré dans les domaines skiables des stations ce qui fragmente son habitat. Les comptages effectués ont montré une densité de 0,95 tétras-lyre, pour 100 hectares, dans les secteurs des stations de ski, alors que généralement elle est de 3,25 dans les zones vierges.

Souvent victime de collisions mortelles avec les câbles de remontées mécaniques, son principal ennemi est, l'hiver, le skieur hors-piste, l'amateur de poudreuse fraîche et, l'été, le randonneur. En effet, dès les premiers froids de l'automne, les tétras-lyre se regroupent pour survivre et recherchent des zones d'hivernage où la neige reste poudreuse. Dès les premières neiges, il s'enfouissent dans une sorte d'igloo tout en guettant les éventuels prédateurs. Il peut passer la nuit entière et une bonne partie de la journée dans cet abri s'il fait mauvais temps. Il économise ainsi son énergie.

À chaque dérangement, les tétras-lyre s'enfuient et creusent une nouvelle galerie dans la neige ; ainsi la pratique du ski hors-piste, multiplie les risques de dérangement, ce qui compromet gravement l'équilibre énergétique du tétras-lyre en interrompant ses phases de repos, en créant du stress et en obligeant à la dispersion des groupes. L'été, l'oiseau est trop souvent dérangé par les centaines de randonneurs et en particulier les chiens laissés en liberté; une des conditions de sa survie est alors l'existence d'une végétation haute au sol.

Dans certaines régions des Alpes des mesures ont commencé à être prises, pour la sauvegarde du tétras-lyre, telles: préservation de zones vierges de toutes activités humaines; interdiction des zones d'hivernage aux skieurs hors-piste; dans certaines zones, limitation du passage des randonneurs aux sentiers balisés et interdiction des chiens en liberté; dans certaines zones, retardement de la montée des troupeaux en alpage; installation sur les câbles de spirales ou de bouchons, biens visibles par les oiseaux, afin de limiter les collisions.

Population estimée en Europe: 325 000 à 740 000 couples. Le tétras-lyre est l'une des espèces mentionnées à l'annexe 1 de la directive 79/409 de la CEE, laquelle implique de prendre "des mesures de conservation spéciale concernant leur habitat, afin d'assurer leur survie et leur reproduction dans leur aire de distribution". La sous-espèce britannique reste classée comme gibier, ce qui permet de la chasser et d'en faire des conserves.