Ulisse Aldrovandi
Ornithologiae tomus alter - 1600
Liber
Decimusquartus
qui
est
de Pulveratricibus Domesticis
Libro
XIV
che tratta
delle domestiche amanti della polvere
trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti
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Gallus
Silvestris di Henry Sinclair
riprodotto a pagina 460
di Historia Animalium III (1555) di Conrad Gessner
[340] DE
GALLO SCOTICO Sylvestri, et de Mor<h>enna Anglorum. Cap.
XV. |
CAPITOLO
XV IL
GALLO SILVESTRE SCOZZESE E IL FAGIANO DI MONTE DEGLI INGLESI |
Reperitur
in Scotia, tradente Hectore Boetho[1]
quoddam sylvestris Galli genus, Phasiano carne, ac magnitudine
simillimum: sed nigra pluma, rubentibus admodum palpebris, frumento
victitans. Huius alitis effigiem Ornithologus[2]
Henricum a S. Claro[3]
clarissimum virum e Scotia sibi transmittendam curavisse scribit. Scoti
in hoc genere marem vocant Ane blak {cock} <cok>, id est Gallum
nigrum: faeminam, quae magnitudine inferior, et colore dilutior est, ane
grey hen, id est, Gallinam fuscam. Mas collo, pectore, alis, coxisque
punctis rubicundis aspersus est, faeminam leucophaeam maculae nigrae
variant. Supercilia, et barbulas in utroque sexu membrana rubra insignit.
Anglus quidam hac icone visa, in Anglia etiam capi retulit locis
erica plenis. Eandem avem Guil. Turnerus intelligere videretur in
descriptione, quam statim subdemus, nisi faeminae alium colorem
tribueret, quam ait magis russam esse Perdice, cum faemina Galli nigri
Scotici fusca sit, ut diximus. |
Come
riferisce Hector Boëce, in Scozia si trova un genere di gallo
silvestre che per carne e per grandezza è molto simile al fagiano: ma
ha le piume nere, le palpebre molto rosse e si nutre di frumento.
L’Ornitologo scrive che l’illustrissimo Henry Sinclair si prese
cura di fargli pervenire dalla
Scozia la rappresentazione di questo uccello. Gli Scozzesi in seno a
questo genere chiamano il maschio ane blak cok, cioè gallo nero:
la femmina che è inferiore in grandezza e di colorazione più diluita, ane
grey hen, cioè, gallina scura. Il maschio è cosparso di punti
rossi a livello del collo, del petto, delle ali e delle cosce, delle
macchie nere rendono variegata la femmina che è grigia. Una membrana
rossa adorna le sopraciglia e le ciglia in ambedue i sessi. Un Inglese
dopo aver visto questa raffigurazione riferì che anche in Inghilterra
vengono catturati nei luoghi ricchi di erica. Sembra che William
Turner si riferisca allo stesso uccello nella descrizione che tra poco
riporteremo, se non fosse che attribuisce alla femmina un altro colore,
e dice che essa è più rossa della pernice, mentre la femmina del
gallo nero scozzese è scura, come abbiamo detto. |
Gallinaceum
sylvestre genus apud nos est (inquit Turnerus Anglus, Morhennam vulgo
vocant, ni fallor, forte propter colorem maris nigrum, ut in {mauris}
<Mauris>: alii, puto Hethcok, id est, Gallum ericarum) in quo
faemina ita a mare differt, ut duorum generum istiusmodi rerum imperito
videri possint. Mas Gallo domestico paulo minor, totus niger est,
excepta ea parte caudae, quae podicem tegit. Ea enim alba est. Caeterum
nigredo huius nonnihil splendescit, ad eum fere modum, quo Columborum
nigrorum torques circa colla splendescunt. Ad viriditatem igitur proxime
accedit. In capite rubrum quendam habet, sed carneum cirrum, et circa
genas duos habet veluti lobos rubros, et eos carneos. Faemina
tota maculis distincta est, et a Perdice, nisi maior esset, et ruf{f}a magis, aegre dignosci posset. In desertis locis, et
planis, erica potissimum consitis, ambo degunt. Grano vescuntur, et
summis ericae germinibus. Breves habent alas, et breves faciunt volatus.
Hanc avem Attagenem esse conijcerem, sed qui Attagenem describunt, marem
a foemina non separant. Unde colligo eundem fuisse colorem, et eandem
figuram maris, et faeminae. Quod si Attagen non sit, Gallina esse
videtur Varronis rustica[4].
Haec ille. |
Presso
di noi esiste un genere di gallinaceo selvatico (dice Turner
l’Inglese, e lo chiamano volgarmente Morhenna, se non vado errato,
forse per il colore nero del maschio, come negli abitanti nella
Mauritania; ritengo che altri lo chiamino Hethcok - Heath cock, Gallo
di brughiera - cioè, Gallo delle eriche) e in questo genere la femmina
differisce talmente dal maschio che a un inesperto in materia potrebbero
sembrare appartenenti a due generi diversi. Il maschio è di poco più
piccolo del gallo domestico, è completamente nero, eccetto quella parte
della coda che ricopre il podice. Infatti tale parte è bianca. Per il
resto la sua nerezza risplende alquanto, quasi allo stesso modo in cui i
collari dei piccioni neri risplendono intorno al loro collo. Pertanto si
avvicina parecchio a un colore verde. Sulla testa ha un qualcosa di
rosso, ma si tratta di un ciuffo carnoso, e intorno alle guance ha come
due lobi rossi e anch’essi carnosi. La femmina è tutta punteggiata di
macchie e se non fosse più grande e più rossa la si potrebbe
distinguere con difficoltà da una pernice.
Ambedue vivono in luoghi solitari e pianeggianti, soprattutto coperti di
erica. Si nutrono di chicchi di grano e dei germogli apicali
dell’erica. Hanno ali corte e compiono dei voli brevi. Io sarei
dell’avviso che questo uccello è il francolino, ma coloro che
descrivono il francolino non fanno distinzione del maschio dalla
femmina. Per cui deduco che il colore e l’aspetto del maschio e della
femmina erano uguali. E se non si tratta del francolino, sembra che
possa essere la gallina selvatica di Varrone.
Queste le sue parole. |
Verum
hanc avem non esse Attagenem, ex eius historia apparebit: praesertim cum
Attagen sit palustris, haec non item. Vide an eadem avis sit, quam
Longolius Attagenem putavit, cuius verba recitavimus in Grygallo[5].
Haec omnia Ornithologus, qui sane et dum Attagenem palustrem vocat,
Attagenem novisse minime videtur, est enim montium incola, ut suo loco
descripsimus. |
Risulterà
chiaro dalla sua descrizione che questo uccello non è il francolino:
soprattutto in quanto il francolino vive nelle paludi, e questo uccello
non si comporta allo stesso modo. Vedi se per caso non è lo stesso
uccello che Gisbert Longolius ha ritenuto essere un francolino e le
cui parole abbiamo riportato a proposito del Grygallo. L’Ornitologo
ha scritto tutte queste cose, il quale in verità quando definisce il
francolino un uccello palustre sembra che non conosca assolutamente il
francolino, essendo infatti un abitante dei monti, e l’abbiamo
descritto a suo tempo. |
[1] Scotorum Regni Descriptio. (Aldrovandi)
[2] Conrad Gessner Historia Animalium III (1555), pag. 460: Scoti in hoc genere marem vocant ane blak cok, id est gallum nigrum: foeminam quae magnitudine inferior e colore dilutior est, ane grey hen, id est gallinam fuscam.
[3] Sinclair o de Saint Clair: antica famiglia scozzese.
[4] Rerum rusticarum
III,9,16-17: Gallinae rusticae sunt
in urbe rarae nec fere nisi mansuetae in cavea videntur Romae, similes facie
non his gallinis villaticis nostris, sed Africanis. [17]
Aspectu ac facie incontaminatae in ornatibus publicis solent poni cum
psittacis ac merulis albis, item aliis id genus rebus inusitatis. Neque fere
in villis ova ac pullos faciunt, sed in silvis. Ab his gallinis dicitur
insula Gallinaria appellata, quae est in mari Tusco secundum Italiam contra
montes Liguscos, Intimilium, Album Ingaunum; alii ab his villaticis invectis
a nautis, ibi feris factis procreatis.
[5] Gessner riporta le parole
di Longolius a pagina 478 di Historia Animalium III (1555) a
proposito del Grygallus minor, un uccello che a Colonia e in altre zone era
detto in tedesco Birckhün, cioè gallina della betulla. A pagina 477,
parlando del Grygallus maior, Gessner fornisce l’etimologia del nome, che
è onomatopeica: Avis haec ad vivum depicta, in Helveticis alpibus, circa
Claronam praecipue, vocatur ein Grügelhan, per onomatopoeiam: quam ego
secutus Latine etiam grygallum dicere volui. Graece etiam γρυκόκκυξ
nominari poterit, a particula gry ad vocis
imitationem facta, et verbo κοκκύζειν,
quod voci gallinaceorum peculiariter tribuitur: unde
et orthriococcyx pro gallinaceo legitur. § Per la raffigurazione del
Grygallus maior fornita da Gessner si veda il lessico. §
Buffon a pagina
202 di Histoire naturelle des oiseaux II (1771) è dell'avviso assai
rispondente al vero che il Grygallus maior non rappresenta
assolutamente un'altra specie di uccello, ma che altri non è che la femmina
del Tetrao urogallus o Gallo cedrone, così come il Grygallus
minor è la femmina del Lyrurus tetrix o Fagiano di monte.