Lessico
Messalino Cotta
Marco Valerio Messalla Messallino (dal latino: Marcus Valerius Messalla/Messala Messallinus/Messalinus) (?, 36 aC – Roma, dopo il 7 dC) è stato un politico e generale dell'Impero romano. Appartenne alla nobile famiglia dei Valerii. Nato nel 36 aC, era figlio del famoso oratore Marco Valerio Messalla Corvino, al quale assomigliava nel carattere. Divenne console nel 3 aC a 33 anni, in ottemperanza al normale cursus honorum delle magistrature del periodo. Ebbe due figli, una certa Valeria, e un maschio, Marco Valerio Messalla, divenuto anch'egli console nel 20. Sposò in seconde nozze Claudia Marcella Minore, nipote di Augusto, e il loro figlio, Marco Valerio Messalla Barbato, fu padre dell'imperatrice romana Valeria Messalina, terza moglie dell'imperatore Claudio.
Nel 6-7 fu proconsole dell'Illirico ed ebbe l'incarico di sostenere l'invasione della Boemia dei Marcomanni di Maroboduo dal Danubio, partendo da Carnuntum, sotto l’alto comando di Tiberio. Lo scoppio della rivolta dalmato-pannonica, quello stesso anno, lo costrinse a tornare in Illiria per sedare i primi fuochi della rivolta. Dopo uno primo scontro sfortunato, Messalino riuscì a battere e mettere in fuga 20.000 Dalmati che erano stati attirati in un'imboscata, e poi condusse l'intero esercito, senza grandi perdite, all'interno della fortezza legionaria di Siscia.
Tiberio, che si unì a lui solo verso la fine dell'anno, a causa del procrastinarsi delle difficili trattative di pace condotte con il sovrano dei Marcomanni, Maroboduo, aveva pertanto costretto Valerio a operare da solo, difendendo prima la provincia illirica, e poi sbarrando le porte di una possibile invasione dell'Italia, ai ribelli dalmati e pannoni. Per questi motivi riceveva gli ornamenta triumphalia, e la legione che lo accompagnò in questo duro anno di guerra, la legio XX, si meritò l'appellativo di Valeria Victrix, da Valerio Messalla Messalino.
Messallino fu uno dei primi a praticare una forma di adulazione, quasi esagerata, nei confronti del princeps, in questo caso di Tiberio. Tacito racconta che suggerì a Tiberio, divenuto imperatore, che a lui fosse giurata fedeltà, da parte di tutti i membri del senato, ogni anno, ma Tiberio rifiutò. Propose anche di erigere una statua d'oro di Germanico, da inserire nel tempio di Marte Ultore, per celebrare Tiberio e la memoria di Germanico. Anche questa volta Tiberio non accettò.
Il poeta Ovidio, ormai in esilio a Tomi da diversi anni, si appellava alla gratia che Valerio Messalla Messalino godeva presso il princeps, il cui padre, Messalla Corvino, era stato in passato suo grande amico ed estimatore, affinché gli fosse concessa la possibilità di far ritorno a Roma. Messalino, però, ne ignorò la richiesta e Ovidio morì esule nel 18, lungo le coste del Ponto.
Fonti
primarie
Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 112.
Publio Cornelio Tacito, Annales, I, 8; II, 18.
Dione Cassio Cocceiano, Storia
di Roma, LV, 29,1; 30,1-4.
Casal Rotondo
Al VI miglio dell'Appia Antica si trova un grande mausoleo chiamato Casal Rotondo a causa di un piccolo casale, ora trasformato in villa, che vi fu costruito sulla sommità. Il sepolcro, di età augustea, è formato da un corpo cilindrico, originariamente rivestito di travertino, impostato su un basamento quadrangolare di 35 metri per lato. Un'iscrizione frammentaria con il nome di Cotta fece credere all'archeologo Luigi Canina che si trattasse del monumento funebre eretto per Messalla Corvino, console nel 31 aC, dal figlio Messalino Cotta, avvocato e letterato dell'epoca di Augusto, mentre sembra riferirsi a un altro sepolcro, anch'esso in forma di edicola circolare, con tetto conico a squame coronato da un pinnacolo, attribuibile, in base a un frammento d'iscrizione, a un membro della famiglia degli Aureli Cotta. Questa iscrizione, insieme ad altri frammenti architettonici, furono murati nella parete laterizia a fianco del mausoleo tra il 1830 e il 40 dallo stesso Canina: le nicchie in basso risultano prive di alcuni pezzi che sono stati rubati dai soliti imbecilli.
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Marcus Valerius Messalla Messallinus
Marcus Valerius Messalla Messallinus was the son of the Roman famous orator Marcus Valerius Messalla Corvinus, whom he resembled in character. He was a senator and consul in 3 BC and 3 AD. Messallinus suggested to Roman Emperor Tiberius an oath of allegiance should be sworn to him yearly; he also suggested two golden statues be placed in two temples, in celebration of Rome's foreign victories and in memory of Germanicus, which Tiberius rejected. He married Roman Emperor Augustus' niece Claudia Marcella Minor, her second husband. Their son Marcus Valerius Messalla Barbatus was the father of Marcus Valerius Messala Corvinus (consul 58) and Roman Empress Valeria Messalina who was Roman Emperor Claudius' third wife.
Sources
Tacitus - The Annals of Imperial Rome
Suetonius - The Lives of the Twelve Caesars