Quando
gli imperatori si ammalavano
Giuliano l’Apostata: “Dott. Oribasio sto male”
Era il
medico bizantino più noto e importante.
Scrisse un’antologia
considerata una preziosa fonte della storia della medicina.
di Fabio Astolfi
Con
l’editto di Milano del 313 dC l’imperatore Costantino
aveva stabilito che la religione cristiana venisse adottata come
religione ufficiale dello Stato; tuttavia le tradizioni pagane a Roma
erano ancora fortemente radicate, almeno tra a nobiltà e per gran
parte del Senato, tanto che i cristiani in tutto l’Impero
rappresentavano soltanto il 15-20% della popolazione. Inoltre, nel 326
dC l’imperatore trasferisce la capitale a Bisanzio, che da lui
prenderà il nome, di Costantinopoli. La “Nuova Roma” in breve
tempo viene arricchita di mura, di piazze di mercato e di numerosi
edifici pubblici, archi onorari, colonne dedicate all’imperatore.
Sarà qui che Costantino sperimenterà la conciliazione tra il potere
imperiale e la religione cristiana. Con Teodosio (379-395) si avrà
infine una definitiva distinzione tra Impero Romano d’Oriente e
Impero Romano d’Occidente: net 395 dC. Infatti affiderà la
conduzione delle due parti ai suoi figli, Arcadio per l’orientale e
Onorio per l’occidentale.
Avremo
così la totale affermazione di un nuovo polo culturale, Bisanzio,
caratterizzato dall’incontro tra la cultura e le conoscenze
classiche e la spiritualità cristiana, che darà origine alla civiltà
bizantina.
Il
medico bizantino più importante è considerato Oribasio, figlio di nobile
famiglia orientale, vissuto tra il 325 e il 403 dC. Completò i suoi
studi ad Alessandria d’Egitto, una delle migliori scuole di medicina
dell’antichità, riuscendo a dimostrare le sue capacità a tal punto
da divenire amico e medico personale dell’imperatore Giuliano
(360-363 dC), detto l’Apostata per la sua volontà, per altro senza
successo, di restaurazione dei culti pagani a dispetto dell’ormai più
che affermata religione cristiana. Oribasio, che dallo stesso
imperatore fu nominato questore di Costantinopoli, si basò sulle
imprescindibili conoscenze apportate alla medicina antica da Galeno,
aggiungendovi ben poco di personale. Ma con la sua antologia Sinagoghe
mediche - Synagogaí iatrikaí, ci fornisce una fonte
preziosa sulla storia della medicina antica, permettendoci di
conoscere alcuni importanti medici dell’antichità, come il valente
chirurgo Antillo vissuto nel II secolo dC, autore di un’interessante
teoria degli aneurismi, che altrimenti avremmo del tutto ignorato. Il
trattato di Oribasio, composto in 70 libri, venne poi riassunto dallo
stesso autore per il figlio Eustazio, con il nome di Sinopsi,
in 9 libri. Compose anche un trattato di terapia, l’Euporista,
traducibile in “Medicamenti di facile preparazione”. Come già
sottolineato, le opere di Oribasio furono assai poco originali,
trattandosi spesso di raccolte di informazioni e terapie formulate dai
più famosi medici a lui precedenti; tutto ciò, ma soprattutto il suo
attaccamento alle teorie di Galeno, gli comportò la poca stima del
suoi colleghi e degli autori successivi, che arrivarono addirittura a
soprannominarlo “La scimmia di Galeno”.
Altri
medici meno noti ma utili per conoscere meglio l’Impero Bizantino e
il livello della sua medicina sono Ezio di Amida
(527-565), autore anch’egli di un’opera basata sulle conoscenze
precedenti, il Tetrabiblion; Alessandro di Tralles
(525-605), autore di alcuni trattati, Della medicina, Sulle
febbri, tradotti in breve dal greco in latino e in arabo, e una Lettera
sui vermi intestinali - Perì helmínthøn
epistolë; Paolo d’Egina
(625-690) autore di un ottimo trattato di chirurgia tenuto in
considerazione in Europa per secoli, visto che fino a tutto il XVII
secolo l’ernia inguinale, ad esempio, si operava secondo i suoi
dettami.
Molti
altri ancora sono poi considerati esponenti minori della medicina
bizantina, ancor più caratterizzati dall’aver compilato opere
contenenti informazioni tratte dai grandi medici del passato.
Ugualmente questi testi, copiati nei secoli, spesso corredati da
eccezionali illustrazioni miniate, e conservati gelosamente in
biblioteche e monasteri di mezzo mondo, sono documenti eccezionali che
ben rappresentano, sebbene la loro scarsa originalità, come Bisanzio
era divenuta, ricevendo il testimone che prima fu di Atene e di Roma,
il polo culturale del Mediterraneo in epoca tardo-antica.
da
Il Giornale della Previdenza – anno VII – n° 8/2005
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