Lessico


Oribasio

Medico e compilatore bizantino (Pergamo 325 - Costantinopoli 403). Studiò ad Alessandria, dove ebbe come maestro Zenone di Cipro. Tornato in patria divenne medico personale di Giuliano l'Apostata. Esiliato alla morte del suo protettore, riparò a Roma, ma fu poi richiamato a Costantinopoli per l'alta stima di cui godeva.

È autore di una vasta opera di compilazione in settanta libri (Synagogaí iatrikaí) che riunisce i più famosi testi medici dell'antichità ordinati in modo da formare un trattato. Scrisse anche un compendio di medicina, Synopsis, in nove libri, e un altro, Euporista (Rimedi facili da procurare), dedicato ai profani che volessero acquisire nozioni di medicina pratica.

Quando gli imperatori si ammalavano
Giuliano l’Apostata: “Dott. Oribasio sto male”

Era il medico bizantino più noto e importante.
Scrisse un’antologia considerata una preziosa fonte della storia della medicina.
di Fabio Astolfi

Con l’editto di Milano del 313 dC l’imperatore Costantino aveva stabilito che la religione cristiana venisse adottata come religione ufficiale dello Stato; tuttavia le tradizioni pagane a Roma erano ancora fortemente radicate, almeno tra a nobiltà e per gran parte del Senato, tanto che i cristiani in tutto l’Impero rappresentavano soltanto il 15-20% della popolazione. Inoltre, nel 326 dC l’imperatore trasferisce la capitale a Bisanzio, che da lui prenderà il nome, di Costantinopoli. La “Nuova Roma” in breve tempo viene arricchita di mura, di piazze di mercato e di numerosi edifici pubblici, archi onorari, colonne dedicate all’imperatore. Sarà qui che Costantino sperimenterà la conciliazione tra il potere imperiale e la religione cristiana. Con Teodosio (379-395) si avrà infine una definitiva distinzione tra Impero Romano d’Oriente e Impero Romano d’Occidente: net 395 dC. Infatti affiderà la conduzione delle due parti ai suoi figli, Arcadio per l’orientale e Onorio per l’occidentale.

Avremo così la totale affermazione di un nuovo polo culturale, Bisanzio, caratterizzato dall’incontro tra la cultura e le conoscenze classiche e la spiritualità cristiana, che darà origine alla civiltà bizantina.

Il medico bizantino più importante è considerato Oribasio, figlio di nobile famiglia orientale, vissuto tra il 325 e il 403 dC. Completò i suoi studi ad Alessandria d’Egitto, una delle migliori scuole di medicina dell’antichità, riuscendo a dimostrare le sue capacità a tal punto da divenire amico e medico personale dell’imperatore Giuliano (360-363 dC), detto l’Apostata per la sua volontà, per altro senza successo, di restaurazione dei culti pagani a dispetto dell’ormai più che affermata religione cristiana. Oribasio, che dallo stesso imperatore fu nominato questore di Costantinopoli, si basò sulle imprescindibili conoscenze apportate alla medicina antica da Galeno, aggiungendovi ben poco di personale. Ma con la sua antologia Sinagoghe mediche - Synagogaí iatrikaí, ci fornisce una fonte preziosa sulla storia della medicina antica, permettendoci di conoscere alcuni importanti medici dell’antichità, come il valente chirurgo Antillo vissuto nel II secolo dC, autore di un’interessante teoria degli aneurismi, che altrimenti avremmo del tutto ignorato. Il trattato di Oribasio, composto in 70 libri, venne poi riassunto dallo stesso autore per il figlio Eustazio, con il nome di Sinopsi, in 9 libri. Compose anche un trattato di terapia, l’Euporista, traducibile in “Medicamenti di facile preparazione”. Come già sottolineato, le opere di Oribasio furono assai poco originali, trattandosi spesso di raccolte di informazioni e terapie formulate dai più famosi medici a lui precedenti; tutto ciò, ma soprattutto il suo attaccamento alle teorie di Galeno, gli comportò la poca stima del suoi colleghi e degli autori successivi, che arrivarono addirittura a soprannominarlo “La scimmia di Galeno”.

Altri medici meno noti ma utili per conoscere meglio l’Impero Bizantino e il livello della sua medicina sono Ezio di Amida (527-565), autore anch’egli di un’opera basata sulle conoscenze precedenti, il Tetrabiblion; Alessandro di Tralles (525-605), autore di alcuni trattati, Della medicina, Sulle febbri, tradotti in breve dal greco in latino e in arabo, e una Lettera sui vermi intestinali - Perì helmínthøn epistolë; Paolo d’Egina (625-690) autore di un ottimo trattato di chirurgia tenuto in considerazione in Europa per secoli, visto che fino a tutto il XVII secolo l’ernia inguinale, ad esempio, si operava secondo i suoi dettami.

Molti altri ancora sono poi considerati esponenti minori della medicina bizantina, ancor più caratterizzati dall’aver compilato opere contenenti informazioni tratte dai grandi medici del passato. Ugualmente questi testi, copiati nei secoli, spesso corredati da eccezionali illustrazioni miniate, e conservati gelosamente in biblioteche e monasteri di mezzo mondo, sono documenti eccezionali che ben rappresentano, sebbene la loro scarsa originalità, come Bisanzio era divenuta, ricevendo il testimone che prima fu di Atene e di Roma, il polo culturale del Mediterraneo in epoca tardo-antica.

da Il Giornale della Previdenza – anno VII – n° 8/2005

Dictionnaire historique
de la médecine ancienne et moderne

par Nicolas François Joseph Eloy
Mons – 1778