Lessico


Sambuca

Stemma di Sambuca di Sicilia

In latino sambuca, in greco sambýkë, forse da ricollegare all'arameo o al caldeo sabb'ka. In antico era uno strumento musicale di origine asiatica, forse fenicia, simile a una piccola arpa triangolare, quindi a corde pizzicate. Nelle prime forme di arpa, le corde non erano numerose come negli attuali strumenti, e non solo perché la sensibilità musicale degli antichi popoli era più semplice, ma anche per la difficoltà di costruire corde che fossero in grado di essere intonate in una vasta gamma di suoni diversi, dal grave all'acuto.

Nel Medioevo sambuca fu il nome generico dato a molti strumenti musicali, come una varietà di flauto (ricavato dal sambuco), la cornamusa, la ghironda e un tipo particolare di piccola arpa.

Sambuca era anche un'antica macchina da guerra fornita di funi a forma di scala o ponte levatoio, costruita per facilitare la scalata delle mura delle città assediate. Detta sambuca per la rassomiglianza con lo strumento musicale a corde.

Tutt'altra cosa è la sambuca, il famoso e tipico liquore di origine laziale.

Sambuca di Sicilia
ex Sambuca Zabut

Comune di 95,88 km2 con 7287 abitanti  in provincia di Agrigento, 104 km a nordovest del capoluogo, tra le valli dei fiumi Belice e Verdura. Si chiamò Sambuca fino al 1863, Sambuca Zabut dal 1863 al 1923 quando grazie all'epurazione toponomastica fascista divenne Sambuca di Sicilia.

Le origini del nome Sambuca sono ancora incerte. Le principali ipotesi: 1) come lo strumento musicale greco a forma di arpa; 2) nome del palazzo del Comune e forma della pianta del centro storico del paese; 3) dalle piante di sambuco diffuse in antichità nella valle del lago Arancio.

Le origine dell'attuale Sambuca risalgono allo sbarco dei musulmani in Sicilia nel 827 e all'arrivo dell'Emiro Al Zabuth lo Splendido nel territorio. In tempi più remoti l'area era abitata dagli Elimi e dai Sicani. Questi edificarono una città nell'altopiano di Adranon già nel quarto secolo aC del quale rimane un sito archeologico e numerosi reperti di particolare valore. Nel 1863 al nome Sambuca venne aggiunto "Zabut" in onore del suo millenario fondatore. Di questo periodo rimane il Castello Zabuth.

Sambuca
il liquore del Lazio

La base della sambuca è costituita dagli olii essenziali ricavati dalla distillazione a vapore dei semi dell'anice stellato, che conferisce al liquore un forte profumo di anice, solubile nell'alcool allo stato puro il tutto addizionato da una soluzione concentrata di zucchero e altri aromi naturali. È simile al Mistrà, l'acquavite di anice.

Il nome sambuca, deriva da un termine arabo, probabilmente Zammut. Così veniva chiamata una bevanda a base di anice "approdata" nel porto di Civitavecchia su navi provenienti dall'Oriente. Il nome italianizzato veniva dato a un liquore, anch'esso a base di anice, nato a Civitavecchia da tempo, che pertanto nulla ha a che vedere con la pianta del sambuco.

Infatti in questa città portuale in provincia di Roma, viene prodotto da oltre 130 anni un liquore a base di anice chiamato appunto sambuca. La prima commercializzazione si ebbe alla fine del XIX secolo a Civitavecchia con Luigi Manzi che diede i natali alla Sambuca Manzi appunto, ancor oggi prodotta. Nel 1945, a guerra appena finita, nasce la Sambuca Extra Molinari per iniziativa del Commendatore Angelo Molinari.