Ulisse Aldrovandi

Ornithologiae tomus alter - 1600

Liber Decimusquartus
qui est 
de Pulveratricibus Domesticis

Libro XIV
che tratta delle domestiche amanti della polvere

trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti

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DE MONSTRIS

Cap. VIII.

CAPITOLO VIII

I MOSTRI

[319] Cum in hac Gallinacea familia, si in ullo alio animalium genere, monstra generentur, itaque aliquot etiam monstrorum icones, quorum pleraque ipsimet observavimus, hoc loco, ne quid in hac avium historia deesse videatur, naturae miracula admirantibus lectoribus visum est exhibere.

Dal momento che in questa famiglia di gallinacei, come in qualunque altro genere di animali, si generano degli esseri mostruosi, mi è pertanto parso opportuno presentare a questo punto agli stupiti lettori come prodigi della natura anche alcune immagini di mostruosità la maggior parte delle quali io stesso ho osservato, affinché non sembri che manchi qualcosa in questa ricerca sugli uccelli.

Prior itaque hic Gallus tripes cum multis aliis pullis in Brut<t>iis olim natus dicitur, anno nempe mundi 3767. ante vero natum Christum 196.[1]

Orbene, si dice che questo primo gallo con tre zampe nacque tempo fa nel Bruzzio insieme a molti altri pulcini, e precisamente nell’anno 3767 dalla creazione del mondo, cioè nel 196 prima della nascita di Cristo.

 

Subsequentem Gallum, qui pariter tribus instructus est pedibus, vulgo Gallo Grotesco dicunt. Erat autem a collo ad anum usque coloris aterrimi, sed maculis candidissimis conspersus, toto vero dorso ad uropygium usque ferruginei. Alarum maxima pars item ferruginea. Sui tamen principio, et qua ventrem spectant, subfusci, sed albicantibus maculis conspersi oblongis. Remiges pennae omnes albae. Cauda semiviridis, ac semiatra. Oculos macula rubra ambiebat. Icon sequenti pagina exprimetur.

Il gallo successivo, che parimenti è fornito di tre zampe, lo chiamano nel linguaggio corrente gallo grottesco. Ora, si presentava di colore estremamente scuro dal collo fino all’ano, ma era punteggiato di chiazze estremamente bianche, però su tutto il dorso fino all’uropigio era color ruggine. Anche gran parte delle ali era color ruggine. Nella loro parte iniziale e là dove sono rivolte verso l’addome erano di colore piuttosto scuro, ma disseminato di macchie biancastre più lunghe che larghe. Tutte le remiganti erano bianche. La coda era un po’ verde e un po’ nera. Una chiazza rossa circondava gli occhi. L’illustrazione verrà riprodotta alla pagina seguente.


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[1] Le date e l'immagine sono tratte da Prodigiorum ac ostentorum chronicon (1557) di Licostene. Nel Monstrorum historia (1642) Aldrovandi riporta due date diverse da queste e che non esistono in Licostene: 3768 e 194. Questo errore di Aldrovandi ci ha permesso di risalire alla fonte della strana datazione, cioè a Licostene.