Teodoro Pascal
Le razze della Gallina domestica
trascrizione di Fernando Civardi - 2010
Gli accenti rispettano la grafia del XXI secolo
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4 – Razze tedesche
1) INTRODUZIONE – Lo sport avino in Germania trova, come ebbi ripetute volte a dire, molti fautori: egli è naturale che costoro mirano sempre essenzialmente a mettere in evidenza le loro razze nazionali. Veramente, razze d’impronta tutta speciale, la Germania non ne possiede, poiché quasi tutte, chi più e chi meno, sono varietà della gallina comune tedesca, ottenute, nei più dei casi, mediante incrocio di questa con altre razze. Lo stuolo di razze nazionali che sono state risorte o formate nell’ultimo ventennio si vanno sempre vieppiù affermando nel loro paese, ma all’estero non sono conosciute ancora: gli è che molte di queste razze non rappresentano altro che la gallina comune leggermente modificata nelle forme, ritoccata e raffinata, ma restata quasi allo statu quo. S’intende bene che siffatti soggetti potranno offrire un interesse tutto regionale, potranno perciò affermarsi nell’industria locale, ma non varcheranno certamente la cerchia circoscritta della loro regione. Ammenoché avessero a risultare in detti soggetti eccezionali requisiti economici, spontanea riuscirebbe allora la loro diffusione all’estero, ma così non è: le razze tedesche hanno delle ottime qualità economiche, ma hanno forti e potenti competitori nelle razze spagnuole e italiane per ciò che riguarda la massima produzione d’uova, e non meno potenti rivali nel campo opposto, nella produzione della carne, rivali che rispondono ai nomi di Dorking, Houdan, Crèvecoeur, ecc. Per concludere dirò: le razze attuali che possiede la Germania stanno bene a casa loro, in casa altrui non ci vogliono andare per ora, e non ci andranno, fintantoché rappresenteranno sottorazze della gallina comune tedesca in gran parte molto affini colle razze del Mediterraneo. Ma questa circostanza non dà pensiero agli allevatori tedeschi, poiché il loro scopo è di rendere la loro gallina comune più produttiva di quello che è attualmente, e ci sono perfettamente giunti colle diverse razze da essa derivate. Né qui si arresta il loro paziente lavoro: ora che hanno superata questa barriera vogliono saltarne un’altra, vogliono creare cioè una gallina ovaiuola pari o magari superiore alla italiana. Le diverse razze e sottorazze che hanno formato checché ne vogliono dire alcuni autori tedeschi, non hanno certamente raggiunto questo intento, forse lo raggiungeranno nello avvenire, ma forse non lo raggiungeranno mai, poiché le condizioni climatiche della Germania non sono così favorevoli allo sviluppo della polleria come nei paesi del bacino del Mediterraneo. I tedeschi non vogliono creare razze fantastiche con ciuffo da bersagliere, con elmo piumato da generale, con corni o cornetti alla Menelao e con trampoli per camminare, tutte appendici incomode e inutili; ma si contentano dell’abito dimesso della gallina comune, alla quale assomigliano quasi tutte le razze da essi create negli ultimi tempi: i tedeschi vogliono infine soltanto la gallina pratica per eccellenza, la vera gallina della fattoria.
2) LA GALLINA COMUNE TEDESCA – La gallina abbandonata a se stessa, la gallina comune, in Germania, come del resto dappertutto, ha molto risentito dell’influenza delle razze estere: i suoi caratteri concordano quasi completamente con quelli della gallina comune francese, epperò la cresta è un po’ più piccola, diritta nel gallo e leggermente ripiegata di lato nella gallina. Molti autori tedeschi hanno consumato fiumi d’inchiostro per esaltare i requisiti economici della loro gallina comune, ma checché ne dicano, la gallina italiana è più produttiva di quella, e che così sia lo dimostra il rilevantissimo allevamento di polli provenienti dall’Italia che si fa in Germania: certamente i tedeschi non incettano il pollame da noi per i nostri belli e neri occhi.
3) LA GALLINA DI RAMELSLOH (Fig. 29) – (das {Hubn} <Huhn> von Ramelsloh). – Nell’Hannover, presso Harburg (reggenza di Lüneburg), sulle rovine d’un antico convento denominato {Ramlsloh} <Ramelsloh>, sorge ora un microscopico paesello che porta questo nome. Quei laboriosi frati allevavano su larga scala una razza bianca di polli, celebrati per le loro prerogative economiche. La razza sopravvisse alla distruzione del convento e venne coltivata con predilezione in quel contado, ma gradatamente cadde nell’oblio, tanto che attualmente a Ramelsloh non si trova più un solo capo di questo pollame. Epperò, grazie all’attività di pochi volonterosi, la razza è stata risorta ed attualmente la si trova sparsa in diverse località della Germania.
La gallina di Ramelsloh tipica è tutta bianca, ma recentemente venne anche fabbricato il tipo fulvo chiaro. Diversi autori tedeschi dichiarano questo tipo proveniente da un incrocio del tipo originario bianco colla razza della Cocincina, ma comunque sia, questa varietà è riconosciuta ufficialmente nei concorsi avini.
La gallina di Ramelsloh viene decantata come ovaiola non inferiore alla nostra italiana, colla quale ha non poca somiglianza di forme; epperò il suo corpo è più massiccio, più grosso e più lungo di questa, inoltre il collo è più diritto, la cresta è più piccola, la coda un po’ più inclinata. Il becco della Ramelsloh è corno chiaro o corno scuro, i tarsi nudi e grigi. Questo prodotto è dunque più sviluppato della nostra gallina italiana, ma per lo contrario manca allo stesso quella eleganza di forme, quella fierezza, quella vivacità che tanto distingue la nostra razza comune. Per ritornare sull’argomento della fecondità dichiarata pari a quella della gallina italiana, dirò che ci sarà un tantino di esagerazione in questa affermazione, poiché se così fosse gli allevatori tedeschi non alleverebbero con tanto accanimento la nostra gallina: essi troverebbero nella loro Ramelsloh non solo un’ovaiola pari alla nostra, ma anche una migliore produttrice di carne ed un pollo molto più voluminoso.
4) LA GALLINA DI LACKENFELD – (das Lackenfelder {Huhm} <Huhn>). – È una bellissima varietà della gallina comune tedesca, originaria da Dielingen in Vestfalia e coltivata anche nell’Hannover. Ciò che caratterizza principalmente questo tipo di gallina comune si è il suo piumaggio tutto bianco, tranne che alla testa, al collo ed alla coda interamente nero, ma d’un nero intenso e non interrotto da sfumature grigie: il contrasto marcatissimo fra il bianco del corpo ed il nero del collo e della coda è sorprendente. Sono da scartare per la riproduzione gli animali che tradiscono del nero sul dorso e sulle ali, nonché del bianco alla coda ed al collo, epperò si tollera un po’ di bianco verso la testa e qualche penna nera alla sella.
La carne di questa gallina è molto apprezzata e non meno apprezzate sono le uova pel loro peso di 55 grammi circa, (deposizione annuale: circa 150 uova).
Questo prodotto è molto apprezzato alle mostre del Belgio e dell’Olanda, e forse anche più che in Germania: i soggetti perfetti di manto vengono acquistati a prezzi assai alti. Difatti il mantello di questo pollo, dato lo spiccato contrasto fra il nero della testa e della coda col bianco candido di tutto il corpo, rende la Lackenfeld elegante razza da sport.
5) RAZZA CANTORI DI BERG O RAZZA DI ELBERFELD DEGLI AUTORI FRANCESI (ted. bergische Kräher) – È questa certamente la regina delle razze tedesche, l’unica forse che ha una impronta tutta speciale, e requisiti tali, da rappresentare una razza nel vero senso della parola, quindi merita che se ne parli con un po’ di dettaglio.
Gli autori francesi, e similmente i rari autori italiani, chiamano questo prodotto “razza di Elberfeld”, ma io preferisco di lasciarle la denominazione che venne sempre adottata dai tedeschi, che le è molto bene appropriata: difatti la razza trae la sua origine dall’antico ducato di Berg, che poi venne aggregato alla Prussia, e si distingue per la facoltà che ha il gallo di cantare a distesa, alternando il canto con trilli sonori e armoniosi: forse questi cantori del pollaio potrebbero destare l’invidia delle migliori interpreti del famoso rondò della Lucia. Ma, scherzi a parte, la particolarità del canto di questa bella razza è stupefacente, poiché è unica in tutte le razze galline; la lunga durata del canto è il primo requisito che si richiede da questi virtuosi pennuti, e ciò è tanto vero che i tedeschi definiscono molto spesso la razza coll’appellativo “Kraher über den Berg”, la di cui fedele traduzione nel nostro dolce idioma suona “cantori al disopra della montagna”. Con questa espressione si vuole indicare che il canto deve durare tanto tempo per quanto si impiega a valicare una montagna, cioè si vuole indicare con questa esagerazione che il canto deve essere molto prolungato nell’animale di razza pura; ma d’altra parte si vuol far risultare anche la sonorità del canto, esagerando al punto da volerlo far sentire, per modo di dire, anche al di là d’una montagna. I gorgheggi ed i do di petto di questi galli tenori formano la principale attrattiva di questa bella razza. I cantori di Berg sono allevati dappertutto in Vestfalia, e godono molto favore anche in qualche località delle provincie renane; i loro requisiti economici nulla lasciano a desiderare, poiché la gallina è distinta ovaiola, le sue uova sono abbastanza grosse ed hanno un guscio candido. Come covatrice la gallina non emerge troppo, ma è ottima madre. Gli allievi sono rustici e di rapido sviluppo; all’età di 5 o 6 mesi forniscono carne delicata e fine. Infine questa razza è molto raccomandabile.
Questo prodotto tedesco deriva con tutta probabilità dalla razza spagnuola a guancie rosse, colla quale ha molta somiglianza di forme.
Caratteristiche delle forme
Testa – grande e lunga.
Becco – corno chiaro e di
costruzione robusta, leggermente incurvato alla punta e di media lunghezza.
Guancie – rosse e nude. Orecchioni
abbastanza grandi e bianchi.
Cresta – scempia, dentellata,
piuttosto grande, portata diritta nel maschio e ripiegata alla metà della sua
altezza nella gallina.
Bargigli – di medi lunghezza e
arrotondati alle estremità.
Occhi – scuri e molto vivi.
Collo – lungo.
Dorso – lungo e quasi orizzontale.
Ali – lunghe e serrate al corpo.
Petto – largo e pieno, ma non molto
prominente.
Tarsi – piuttosto lunghi, robusti e
grigi.
Dita – lunghe e in numero di
quattro.
Coda – portata un po’ inclinata.
Portamento – elegante e fiero, come
nella razza spagnuola.
Peso – 3 a 3 kg. e mezzo nel gallo.
Statura – un po’ al disotto della
spagnuola.
Caratteristiche del piumaggio
Secondo {Düringen} <Dürigen>, il piumaggio dei cantori di Berg si presenta a tenore di quanto segue:
“Le coperture delle ali si compongono di penne rosso brune e nere, le ultime sono però le predominanti e formano una larga sbarra nera che traversa le ali; le remiganti sono bruno castano con macchie oblunghe nere ai due lati del fusto che è anche bruno castano; le penne della coda, le piccole e grandi falcette sono d’un nero intenso con splendidi riflessi verdi; l’avancollo, il petto ed il ventre sono pure di color nero. I fianchi e il petto, nei giovani galli, devono essere macchiati di bruno, mentre che i galli più vecchi non mostrano mai miscuglio di colori. Quanto più intenso è il colore, quanto più sono regolari le macchie e quanto più ricco è lo splendore metallico, tanto più pregiato è l’animale. La gallina è tutta nera con macchie bruno dorate mentre che le remiganti sono identiche a quelle del maschio”.
Attualmente lo sforzo degli allevatori tedeschi è rivolto a migliorare la regolarità del mantello, sì da renderlo punteggiato, non molto dissimile dal caratteristico disegno del pollo padovano dorato. Si conosce solo il mantello dorato, ma tutti gli autori francesi parlano di livrea argentata, nera, cucula, ecc.; ciò non è esatto, e l’errore deriva dal fatto che costoro confondono i cantori colla “Cresta ripiegata di Berg”.
6) CRESTA RIPIEGATA DI BERG (ted. bergische Schlotterkämme) – (Fig. 30) – Molto affine colla precedente e decantata anche come più produttiva della stessa, questa razza ha la cresta molto sviluppata, quasi al pari della razza italiana. La gallina porta la cresta totalmente ripiegata da un lato. In generale è razza più robusta della precedente ed a diversità di queste, oltre il manto dorato, ha anche l’argentato, il cuculo, il nero: è proprio questa la razza che corrisponde alle galline di Elberfeld degli autori francesi.
7) LA GALLINA STROPPIATA O MUTILATA DI BERG O DI VESTFALIA (ted. bergisches od westfälisches Krüperhuhn) – È {a} <la> gallina comune tedesca, a tarsi corti come la padovana nana e la courtes-pattes dei francesi. La si riscontra per ogni dove in Vestfalia, e come i tipi italiani e francesi, è oltremodo rustica e produttiva.
8) GUANCIE PAFFUTE DI TURINGIA (Fig. 31) – (Ted. thüringer Bausbäckchen) – Volatile alquanto originale, che trae la sua origine da Ruhla, piccola città della Turingia, e che si riscontra anche nella Franconia, epperò in nessuna di queste località si trovano animali di razza pura. Negli ultimi tempi sono sorti numerosi amatori di questa razza, che già le hanno dato la dovuta riparazione, dopo lungo abbandono in cui venne tenuta.
Questo prodotto, per ciò che riguarda la conformazione della testa, ricorda la razza di Mantes colla quale ha la cresta somigliantissima, ma più piccola e cioè scempia, allungata indietro, non profondamente dentellata e portata diritta, anche nella gallina (nella Mantes è ripiegata). Finalmente, come la Mantes, questa razza tedesca possiede una barba che le nasconde le guancie sino alla metà della testa, epperò la barba è corta e larga. La testa è piccola e rotonda, il becco color di corno, corto e incurvato leggermente, gli orecchioni bianco-crema e nascosti dalla folta barba, i bargigli rudimentali, il collo leggermente arcuato e corto, il dorso largo e corto, il petto ampio, ma non prominente, i tarsi bleu ardesia. La statura è su per giù corrispondente a quella della gallina comune tedesca, quindi l’animale è piuttosto piccolo. Il mantello è variato nella colorazione, così abbiamo il nero, il bianco, il giallo, il cuculo, il bianco macchiato di nero ad ogni penna, il bianco con testa e coda nera: oltre la livrea bianca macchiata di nero (argentata), è molto in voga la dorata. Buona ovaiola e produttrice di ottima carne, questa gallina è pure distinta ovatrice e ottima conduttrice.
Da questa razza i tedeschi hanno formato un magnifico prodotto da ingrasso unendolo colla razza di Ramelsloh, un prodotto a cui hanno dato il nome di Winsener Masthuhn. Questo pollo ha tutti i requisiti del pollo da tavola per eccellenza, è di rapido sviluppo, prende subito il grasso, ha carne bianca, ed è molto resistente ai cambiamenti atmosferici.
9) RAZZA DI AUGSBURG – La rivista olandese Avicultura dell’annata 1891 annunziò nelle sue colonne che nel sud della Germania si alleva una buona gallina. La stessa risulta da un buon incrocio di La Flèche e Italiani neri, e venne nel 1883, ad un’assemblea svevo-bavarese, costituita da delegati di un gran numero di società avine del paese, proclamata la migliore e la più utile gallina. Per promuoverne la sua diffusione si sono impiantate stazioni d’allevamento dalle sovracitate società che si obbligano di cedere uova e animali in grande copia. La gallina di Augsburg, continua la rivista olandese, ha le seguenti buone prerogative: depone molte e grosse uova, è poco propensa all’incubazione, si sviluppa rapidamente ed è insensibile alle influenze atmosferiche.
La formazione di questa nuova razza devesi allo zelo indefesso d’un industriale di Augsburg, il sig. Giulio Meyer, e certamente, dati i due buoni elementi da lui scelti, la gallina italiana e La Flèche, la razza di Augsburg è degna di essere propagata.
La gallina di Augsburg è un po’ più grande della italiana e pari alla stessa nella produzione d’uova, ma i caratteri esteriori si avvicinano molto di più a quelli della razza La Flèche. La cresta è scempia e doppia, composta cioè da due creste scempie, non molto alte e non profondamente dentellate (seghettate), finite a punta lunga nella parte posteriore e propriamente a cornetti. La razza non è ancora perfettamente fissata e specialmente nella caratteristica della strana cresta, ma gli sforzi degli allevatori bavaresi sono rivolti a vincere questa difficoltà.
Un prodotto d’incrocio, che è molto allevato nel Nord della Baviera, e nel quale scorre anche generoso il sangue della gallina italiana come nella razza di Augsburg, è quello risultante dalla unione della Langshan colla Italiana nera. Questo prodotto è fecondo al pari della gallina di Augsburg, epperò è molto più voluminoso e non ha la cresta doppia, molto antipatica, perché è sempre una cresta da bastardo. Chi non ha visto nei cortili di campagna animali a cresta doppia? Chi non ne ha ricevuto penosa impressione? Francamente preferisco l’incrocio della Langshan: ho visto ripetutamente siffatti animali e vi assicuro che si presentano bene, eleganti nelle forme, di bella corporatura e ben posati sulle gambe: non si direbbero figliuoli illegittimi.
10) LA GALLINA DI SÜNDHEIM – (ted. das Sündheimer huhn) – Trae la sua origine da Sündheim, villaggio situato nei pressi di Offenburg, nel granducato di Baden. La razza di Sündheim è molto coltivata in quei paraggi e risulta dalla gallina comune badese, dalla Brahma e dalla Dorking; dunque, su per giù abbiamo un prodotto che ha molti punti di contatto colla Faverolles francese. La gallina di Sündheim ha cresta scempia, di media grandezza, bargigli piccoli e barba, corpo tozzo, tarsi leggermente piumati e talvolta anche nudi ma sempre di color chiaro. La stessa è distinta ovaiola e buona produttrice di carne, buona covatrice e dà allievi rustici e di rapido sviluppo. Il colore del piumaggio è variato, così predominano il nero, il rosso bruno accanto a quelli diametralmente opposti, il bianco, il grigio della razza Dorking, ecc.; ma il manto, che è il più frequente di tutti, è quello arieggiante l’ermellinato della razza Brahma.