Vol. 2° -  XXVI.1.3.

Il sebo-cheratinocita del pollo

È stato stabilito da Freinkel (1972) e da Wrench (1980) che l’epidermide del pollo è un organo deputato alla sintesi lipidica. Lavker (1975) ha dimostrato che l’epidermide del pollo sintetizza in prevalenza trietilgliceroli e alcuni fosfolipidi.

Le cellule epidermiche del pollo differiscono da quelle dei mammiferi per il fatto di possedere un apparato di Golgi più sviluppato - caratteristica condivisa con la ghiandola dell’uropigio, con le ghiandole sebacee dei mammiferi e con le cellule del tessuto grasso, o adipociti - e questo particolare sviluppo dell’apparato di Golgi sembra proprio in relazione all’attività di sintesi lipidica.

Le cellule dello strato basale dell’epidermide presentano ben evidente sia il reticolo endoplasmatico liscio che granulare (REL e REG), ma una volta che esse diventano cellule dello strato spinoso solo il REL rimane evidente. Tutto ciò è ben differente da quanto si può riscontrare nelle cellule epidermiche dei mammiferi, che hanno un reticolo endoplasmatico scarsamente sviluppato.

Nel caso delle cellule epidermiche del pollo, il RE sembra essere coinvolto nella lipogenesi: piccole gocce di grassi appaiono dapprima attorno ai nuclei delle cellule basali, per poi aumentare di volume e confluire a formare delle strutture globulari di maggiori dimensioni quando le cellule si spostano negli stati intermedi. La lipogenesi prende l’avvio già negli ultimi stadi di sviluppo embrionale.

Fig. XXVI. 6. – Sequenza delle cellule dell’epidermide di pollo

B cellula basale

S cellula dello strato spinoso

Ti cellula dello strato transizionale inferiore

Ts cellula dello strato transizionale superiore

C cellule dello strato corneo

L gocciole lipidiche intracellulari e intercellulari diffuse sino alla superficie cutanea.

I precursori della cheratina vengono deposti nella parte periferica del citoplasma degli strati epidermici di transizione, e nella parte centrale della cellula di cheratina non se ne forma a causa della presenza di grandi gocciole lipidiche in elevata quantità. Alla periferia della cellula esistono delle aree non cheratinizzate, dovute forse alla diffusione di lipidi in questi punti prima che sia avvenuta la cheratinizzazione.

Attraverso queste lacune, non protette dall’azione disintegratrice degli enzimi lisosomiali idrolitici, i grassi riescono a diffondere nello spazio intercellulare, per cui le cellule cornee contengono una quantità di grassi inferiore alle cellule degli strati sottostanti.

Le cellule corneificate si trasformano comunque in squame grassose, per cui lo strato corneo è come se fosse un sandwich di lipidi, composto dalle squame al posto delle fette di pane, le quali racchiudono dei grassi: un panino imbottito di grassi. Ne risulta una cute ricoperta di un manto costituito da un film lipidico che nel pollo equivale alla secrezione sebacea dei mammiferi. I lipidi della cute vengono così riversati sul piumaggio.

Lucas & Stettenheim (1972) hanno potuto dimostrare che nel pollo l’entità della sintesi lipidica varia da un’area all’altra, essendo più spiccata nelle aree glabre e minima in quelle impiumate. Ciò nonostante, qualsiasi distretto cutaneo mostra un’attività lipidosintetica, e alcuni grassi sono presenti nella guaina del follicolo della piuma, come pure sulle piume. Le regioni maggiormente attive nella produzione di grassi sono le seguenti: l’angolo d’apertura del becco, la superficie plantare delle zampe, la cresta e i bargigli, mentre negli apterili del petto la lipogenesi è moderata.

Dal punto di vista funzionale l’epidermide somiglia molto da vicino all’uropigio e alla ghiandola sebacea dei mammiferi. L’epidermide dei polli può essere definita una ghiandola sebacea olocrina, non discostandosi in questo dalle ghiandole presenti nell’uropigio, per cui è stato coniato il termine di sebo-cheratinocita (Wrench, 1980).

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