Vol. 2° -  XXX.10.

il bianco

Mancanza di pigmenti

§ i soggetti albini, sia Uccelli che Mammiferi

Riflessione totale della luce

· la riflessione avviene da parte di numerosissime superfici:

§ latte

§ nervi

§ tessuto connettivo

§ tessuto adiposo non pigmentato: nel maiale, nella pecora, nel coniglio [1]

§ piume

§ capelli

§ ossa

§ gusci o conchiglie

§ la Cavolaia Pieris napae [2]

Guanina sotto forma di cristalli

§ orecchioni dei Polli - - , la faccia bianca dell’Ara ararauna e di altre Ara

§ squame e pinne dei Pesci [3]

§ tegumento di Cefalopodi

§ come l’Epeira diademata , in cui disegna la croce addominale

§ nello strato pigmentato della retina [4]

Acido urico

§ tentacoli di alcune varietà dell’Anemone Piumosa Metridium senile

Note

1 - Coniglio: nel coniglio un gene recessivo x determina la mancanza di xantofillossidasi, per cui il tessuto adiposo è colorato in giallo; lo stesso può accadere negli ovini, nei quali questa mutazione recessiva è stata finora segnalata solo in Islanda.

2 - Farfalle: il colore bianco delle ali delle farfalle è di origine strutturale, non è dovuto alla leucopterina, che può essere asportata senza che le ali cambino colore.

3 - Guanina: è contenuta nei guanofori, speciali cellule delle squame e della pelle dei pesci; in questi cromatofori i cristalli di guanina si trovano dispersi oppure aggregati a seconda della maggiore o minore quantità di luce riflessa dal fondo; lo stimolo per lo stato di aggregazione viene percepito attraverso l’occhio.

4 - Guanina e tapetum lucidum: nello strato pigmentato della retina, nei coccodrilli e in certi pesci, la guanina forma il tapetum lucidum, che riflette la luce, essendo così responsabile dell’occhio brillante; il tapetum lucidum è assente nell’uomo, mentre è presente in un mammifero come il Galagone, nel quale la riboflavina assorbe anche i raggi UV a lunghezza d’onda maggiore che entrano nell’occhio e che così vengono riflessi sotto forma di una fluorescenza verdognola che conferisce ulteriore brillantezza all’occhio. Pare che riflettendo la luce sulla retina, il tapetum sia così in grado di migliorare la visione. Lemuri [1] erano chiamati presso gli antichi Romani gli spiriti dei Defunti: si credeva che durante la notte questi spettri andassero in cerca della luce e guardassero fissi i viventi con lo sguardo splendente, emettendo alte grida; benché i Lemuri del Madagascar non abbiano nulla di spettrale, il nome romano fu dato loro dagli esploratori francesi che li scoprirono, per i loro occhi fissi rosseggianti nell’oscurità e per le loro voci, spesso acute. Fra le Proscimmie del Madagascar la famiglia più ricca di specie e di forme è quella dei Lemuridi, animali di grandezza compresa tra quella del ratto e quella del gatto. I Galagoni appartengono alla famiglia dei Galagidi; non sono in grado di arrampicarsi, ma sono abilissimi saltatori; queste piccole Proscimmie sono diffuse in numerosi territori africani; durante il giorno la pupilla forma una piccola ellissi verticale, ma di notte è perfettamente rotonda e gli occhi hanno uno splendore meraviglioso. Questi occhi, quando nell’oscurità vengono colpiti da un raggio di luce, scintillano come carboni ardenti e quando la luce proviene secondo un particolare angolo, essi risplendono come opale verdeazzurra. Le grida dei Galagoni ricordano gli strilli dei bambini, da cui il nome di Bambini dei boschi.

 

 sommario 

 avanti 



[1] Lemures in latino è il nome generico delle anime dei morti; quelle buone venivano adorate come divinità domestiche, i lares,  quelle cattive andavano errando come spettri o fantasmi notturni ed erano dette larvae. Per placare e cacciare le larvae dalle case il 9 maggio veniva celebrata la festa dei lemuria.