Lessico
Andrea Corsali
Lapide
scolpita da Maciò
al secolo Giulia
Grazi Bracci
Andrea Corsali (Firenze, 29 giugno 1487 – ?, ? ...) è stato un navigatore italiano. Il cognome Corsali, piuttosto inusuale, sembra in relazione con "corsaro", per cui egli sarebbe il discendente di un navigatore che praticò la guerra di corsa nel Mediterraneo; lungi dall'essere una forma di disordinato banditismo, come ci hanno fatto immaginare i film di Hollywood. Spesso nel Medioevo e nell'Età Moderna era una vera e propria forma di guerriglia per mare finanziata dai signori del tempo (il condottiero inglese Francis Drake (Tavistock ca. 1541 - presso Porto Belo 1596) fu addirittura fatto Sir dalla regina Elisabetta I d'Inghilterra).
La famiglia Corsali, per quel che se ne sa, ebbe origine a Monteboro, in quella che fu poi la villa dei Setticelli. Il padre Giovanni (circa 1452 - 8 dicembre 1519) era stato priore nel 1493 e Podestà di Peccioli nel 1503. Andrea nacque il 29 giugno 1487, e, al servizio dei Medici di Firenze, dei quali era molto intimo, navigò nei Mari del Sud non per motivi economici (quelli cantati da Ivano Fossati ne La pianta del tè) o politici, ma solo per pura sete di conoscenza. Così dice di lui Luigi Carrer, poeta e critico italiano (Venezia 1801-1850):
«...va annoverato fra i più illustri navigatori italiani, inferiore al Vespucci nell'importanza delle scoperte, ma non minore di lui e dell'Empoli nell'arte dello scrivere.»
Contrariamente ai suoi fratelli che si trovano nei registri dei battezzati di Empoli, Andrea è forse nato a Firenze, nel senso che è stato "segnato" in Santa Maria del Fiore presso la cosiddetta Opera del Duomo fiorentina. La famiglia infatti era "pendolare" fra la casa avita di Monteboro e quella del capoluogo, dove aveva la residenza per via delle attività pubbliche del padre Giovanni. Potrebbe però anche essere nato a Empoli ed essere poi stato registrato a Firenze per avvalorarne la cittadinanza fiorentina cui a quell'epoca tanto si teneva. Mancano purtroppo certezze in proposito.
Lo "scopritore ideale" dell'Australia
Fornito di un ampio bagaglio di strumenti per rilevazioni astronomiche e scientifiche, da erudito conoscitore delle scienze naturali e da acuto osservatore dei territori e dei costumi dei popoli, riportò in Italia notizie originali, accurati resoconti e importanti scoperte. Anzitutto scoprì l'esistenza della Nuova Guinea e fece notare come Sumatra e Ceylon sono due isole ben distinte (la geografia antica le confondeva con il nome di Taprobane).
La bandiera dell'Australia
Per primo, poi, intuì l'esistenza di una massa continentale a sud della Nuova Guinea, su cui fece diverse ipotesi, pur non sbarcandovi mai. Per questo molti australiani lo considerano lo "scopritore ideale" della loro terra, e quindi il vero iniziatore della loro storia. Non a caso, Andrea Corsali è scarsamente noto in Italia, ma piuttosto noto in Oceania (nemo propheta in patria).
La Croce del Sud
Ma non basta. Fu il primo a dare una descrizione astronomica della Croce del Sud, costellazione che oggi campeggia proprio nella bandiera dell'Australia, e compì importanti osservazioni sulle due Nubi di Magellano, le galassie satelliti della Via Lattea, precedendo Antonio Pigafetta che le avrebbe osservate solo quattro anni dopo di lui. Fece rilevare gli errori di Tolomeo circa la differenza di longitudine fra la costa africana e quella dell'India, e diede un'esatta descrizione degli usi e costumi degli abitanti dell'Etiopia. Lo storico Renato Lefèvre ha dimostrato usando le fonti dell'epoca che fu lui a esportare in Africa i caratteri da stampa. Papa Leone X, che non a caso era un Medici, gli affidò una missiva da consegnare al leggendario re David d'Etiopia.
Relazioni di viaggio
E proprio ai Medici sono indirizzate le lunghissime relazioni che il Corsali stese dei suoi due viaggi, e che ci sono pervenute integralmente. Entrambe furono spedite dall'India e pubblicate rispettivamente nel 1516 e nel 1518.
La prima è indirizzata a Giuliano de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e fratello di Leone X, e racconta del lungo viaggio compiuto da Lisbona al seguito di un'ambasceria portoghese, comprendente la circumnavigazione dell'Africa e la traversata dell'oceano Indiano. La seconda è indirizzata a Lorenzo de' Medici, duca di Urbino, e vi si parla dei territori del Mar Rosso e del golfo Persico, visitati nel corso di un'avventura dai toni drammatici. Entrambe le relazioni furono incluse da Giovan Battista Ramusio nella monumentale raccolta Delle navigationi et viaggi, edita a Venezia nel 1550.
Ciò che resta di lui
Non si sa quando sia morto Andrea Corsali. Il suo nome e il suo stemma furono incisi in Santa Croce nel 1898, insieme a quello di altri navigatori toscani. Firenze gli ha dedicato una strada ed Empoli un largo.
Copia
manoscritta della lettera di Andrea Corsali
inviata al Principe Duca Juliano de' Medici
venuta Dellindia del mese di Octobre nel XDXVI,
preparata per Andrea Gritti, Doge di Venezia dal 1523.
La
lettera di Andrea Corsali fu spedita da Cochin a Giuliano de' Medici a Firenze
The Corsali manuscript', Horden House, 1989. National Library of Australia
"...Dapoi che partimmo da Lisbona navigammo sempre con prospero vento, non uscendo da scilocco e libeccio, e passando la linea equinoziale fummo in altura di trentasette gradi nell'altro emispero, a traverso di capo di Buona Speranza, clima ventoso e freddo, ch'a quei tempi il sole si trovava ne' segni settentrionali, e trovammo la notte di 14 ore. Qui vedemmo un mirabil ordine di stelle, che nella parte del cielo opposita alla nostra tramontana infinite vanno girando. In che luogo sia il polo antartico, per l'altura de' gradi, pigliammo il giorno col sole e ricontrammo la notte con l'astrolabio, ed evidentemente lo manifestano due nugolette di ragionevol grandezza, ch'intorno ad essa continuamente ora abbassandosi e ora alzandosi in moto circulare camminano, con una stella sempre nel mezzo, la qual con esse si volge lontana dal polo circa undici gradi. Sopra di queste apparisce una croce maravigliosa nel mezzo di cinque stelle, che la circondano (com'il Carro la Tramontana) con altre stelle, che con esse vanno intorno al polo girandole lontano circa trenta gradi: e fa suo corso in 24 ore, ed è di tanta bellezza che non mi pare ad alcuno segno celeste doverla comparare, come nella forma qui di sotto appare...."
http://astrocultura.uai.it
Andrea
Corsali
un avventuroso esploratore
e astronomo empolese
Nemo propheta in patria, e Andrea Corsali, erudito navigatore nelle Indie, a Empoli è piuttosto misconosciuto, pur dopo la scoperta della sua provenienza locale e l'individuazione della casa dove la sua famiglia abitava da secoli e continuerà a risiedere ancora fino all'estinzione. Ne hanno trattato profusamente anche storici nostri contemporanei come Renato Lefèvre, Spallanzani, Luzzana Caraci e pochi anni fa si tenne un convegno a Castelfiorentino incentrato in buona pane su di lui, con relativa pubblicazione della conferenza sulla Miscellanea Storica della Valdelsa.
Noi viceversa ci si contenta di onorare la memoria di Giovanni da Empoli che con la nostra città, a quel che pare, aveva poco a che vedere salvo una remota provenienza, e che per primo non lesinò le lodi al "nostro Andrea Corsali, uomo certamente d'ogni fede degno, per essere litterato, e che ha cognizione assai... e dell'astrologia e della cosmografia; el quale assai tempo ha consumato utilmente in ricercare questi mari e terre et insule di qua, e datone di tutto perfettamente buon conto: talmente che io tengo per cosa certa, che altro meglio di lui non possa scrivere, per le molte buone qualità che sono in lui". E il Carrer lo annovera "fra i più illustri viaggiatori italiani, inferiore al Vespucci nell'importanza delle scoperte, ma non minore di lui e dell'Empoli nell'arte dello scrivere".
Navigatore singolare per i suoi tempi: non affronta le traversie dei mari per affari o missioni politiche, non fu uno dei tanti mercanti e avventurieri, ne' uomo d'armi, ma, fornito di un grosso armamentario di strumenti per rilevazioni astronomiche e geografiche, eruditissimo conoscitore di scienze naturali, acuto osservatore dei territori e dei costumi, riportò notizie originali, accurate indagini e scoperte non indifferenti. Dà per primo una descrizione astronomica della Croce del Sud e delle cosiddette nubi magellaniche, attribuite poi erroneamente al Pigafetta che le notò solo 4 anni più tardi, fa rilevare l'errore di Tolomeo sulla longitudine fra la costa africana e quella dell'India, per primo fece notare l'esistenza della Nuova Guinea, distinse Sumatra da Ceylon e dette un'esatta descrizione degli usi e costumi del popolo abissino. Il noto storico Lefèvre, che su di lui tanto ha scritto (e la cui madre curiosamente era una Bellini empolese), riferisce che ben tre fonti indipendenti, manoscritti coevi, testimoniano come fosse l'apportatore e il divulgatore dei caratteri di stampa in Africa.
Suoi non disinteressati mecenati furono i Medici (compreso Leone X che gli affidò una missiva per il favoloso re David d'Etiopia) e infatti a loro sono indirizzate le lunghissime relazioni che del Corsali ci rimangono, descrittive di due fra i suoi più notevoli viaggi; le due lettere furono spedite dall'India in patria e subito pubblicate nel 1516 e 1518 in edizioni divulgative, ristampate poi dal Ramusio nella monumentale raccolta "Navigationi et viaggi" nel 1550. La prima lettera è diretta a Giuliano de' Medici, figlio del Magnifico e fratello di Leone X, e vi si riferisce sul lungo viaggio compiuto da Lisbona al seguito di un'ambasciata portoghese, della circumnavigazione dell'Africa, della traversata dell'Oceano Indiano fino a porti e terre dell'India. La seconda relazione è indirizzata a Lorenzo de' Medici duca d'Urbino e vi si racconta anche dei territori sul mar Rosso e sul Golfo Persico in un viaggio perigliosissimo e drammatico.
Il suo nome e il suo stemma furono incisi in Santa Croce nel 1898, insieme a quello d'altri navigatori toscani, e Firenze gli ha con riconoscenza intitolato una strada. Come in verità anche l'Amministrazione empolese che gli ha intestato un "Largo", chissà perché a Pagnana e non in città o almeno a Brusciana-Ponte a Elsa.
Tornando al nostro ambito, la famiglia Corsali ha, per quello che ne sappiamo, i suoi albori e purtroppo il suo tramonto e conclusione, a Monteboro, allora nel Popolo di S. Bartolomeo a Brusciana, dimora che sarà sempre, per tre secoli, la base per tutta la famiglia. Il trecentesco capostipite Corsale, agiato brigliaio, dà inizio a una casata in ascesa sociale, tanto da ottenere dopo tre generazioni l'ambita "cittadinanza" fiorentina, pur al solito continuando a risiedere per lo più nella casa d'origine, dove infatti si registrano nascite, gestione di affari, testamenti e morti. La residenza fiorentina dei Corsali era in piazza S. Croce, in una casa denominata "il diluvio" per le frequenti inondazioni dell'Arno, a pochi metri di distanza dal palazzo dei Da Verrazzano. Giovanni da Verrazzano e Andrea Corsali essendo vicini di casa, quasi coetanei e con le stesse inclinazioni si sono sicuramente conosciuti.
Partiti come stamaioli e sellai, gli intraprendenti e intelligenti Corsali ottengono cariche di Priore, Podestà, Gonfaloniere, e Giovanni, padre del nostro navigatore, è intimo e benemerito in casa Medici, ai quali scrive con grande familiarità, beneficiato anche dall'esenzione delle decime. Tutte queste considerazioni, onorificenze e facilitazioni, ho buoni motivi archivistici per ritenere che discendano da una parentela non strettamente ufficiale fra i Corsali e i Medici: infatti la madre di Andrea, Caterina Del Cittadino, era congiunta dell'amante più probabile di Giuliano de' Medici. Da questa unione nacque postumo Giulio, allevato dallo zio Lorenzo il Magnifico, divenuto poi Papa come Clemente VII.
Contrariamente al Nostro avventuroso esploratore Andrea, il fratello Gonfaloniere Bastiano resta tranquillamente in sede, e così suo figlio Andrea, omonimo dello zio, che nasce e muore a Monteboro. Alla sua dipartita, avvenuta senza discendenti diretti nel 1605, nomina eredi i cugini Bardelli, ma "per fidecommisso", lasciando cioè intravedere la speranza che da qualche remota parte del continente potesse riapparire qualche più legittimo pretendente ai beni familiari. Cosa che poi non avvenne; e l'ultimo Andrea Corsali "portò l'arme alla fossa nel sepolcro dei suoi maggiori" nella SS. Annunziata, tomba di famiglia acquistata con gran pompa e ambizione nel 1496.
Così finisce questa "nostrale" famiglia, non senza il vanto di averci lasciato un viaggiatore illuminato, buon letterato, corografo, cosmografo, astronomo, un personaggio insigne ancora in parte da ricostruire e valorizzare.
Giulia
Grazi Bracci
La Signora delle Capre
Andrea
Corsali
viaggiatore italiano del XVI secolo
Andrea Corsali, figlio di Giovanni, fu un viaggiatore toscano (nato nel 1487, forse a Firenze o a Empoli) che visitò l'India, toccando Calicut (1525) e l'Etiopia (1517), e rientrando per lo Yemen. Ma, salvo che da storici, geografi, persone di cultura e pochi altri, in Italia è scarsamente conosciuto. Non così in buona parte del resto del mondo, principalmente in Oceania, dove pure egli mai si recò, ma di cui intuì l'esistenza, facendo varie ipotesi sulla presenza di una massa continentale a sud della Nuova Guinea.
Per questo gli Australiani ritengono questo instancabile viaggiatore lo "scopritore ideale" e il più antico testimone della loro terra, una specie di pater patriae, un punto di partenza della loro identità. E non a caso in tutte le bandiere e vessilli delle nazioni del continente nuovissimo - come Australia, Nuova Zelanda, Nuova Guinea, Papuasia, Samoa - compare la raffigurazione della costellazione della Croce del Sud, che il Corsali fu il primo a descrivere poeticamente ed efficacemente, e a illustrare in una relazione scritta.
Altro segno della considerazione di cui egli gode colà è il fatto che le due principali Biblioteche-Archivio dell'Australia fanno a gara per detenere, pubblicare ed esporre manoscritti e ricerche monografiche in merito al viaggiatore italiano; inoltre, nell'agosto del 2003 è stata posta, nel monumentale atrio dell'altrettanto grandiosa Mitchell State Library of New South Wales a Sydney, una moderna scultura in vetro, acciaio e fibre ottiche, con un suggestivo sfondo in blu-cobalto, che riproduce il disegno, elaborato dal Corsali, della Croce del Sud.
Recentemente infine, grazie ai moderni mezzi di diffusione di notizie e di cultura, è cresciuta la conoscenza delle sue imprese: il personaggio Andrea Corsali, dopo aver viaggiato tanto fortunosamente in vita quasi 500 anni fa, continua ora a fare il giro del mondo con la sua fama, "navigando" in Internet in pagine-web dei più vari argomenti e provenienza, quali la Cina, l'America, l'Australia. In particolare il sito dell' Unione Astrofili Italiani gli dedica pagine interessanti, descrive ampiamente la costellazione, riporta le parole di altri scopritori che la individuarono, e conclude con una rassegna delle bandiere nazionali su cui essa compare.
Ma se egli fu involontariamente dimenticato per secoli dai suoi conterranei Empolesi e Valdelsani, presso i suoi contemporanei aveva avuto notevole e meritata considerazione. Per primo tessé le sue lodi il concittadino Giovanni da Empoli, anche lui navigatore e viaggiatore illuminato: "il nostro Andrea Corsali, uomo certamente d'ogni fede degno, per essere litterato, e che ha cognizione assai… e dell'astrologia e della cosmografia; el quale assai tempo ha consumato utilmente in ricercare questi mari e terre et insule di qua, e datone di tutte perfettamente buon conto: talmente che io tengo per cosa certa, che altro meglio di lui non possa scrivere, per le molte buone qualità che sono in lui".
Le sue relazioni erano tenute in gran considerazione: la prima, diretta a Giuliano dei Medici, figlio del Magnifico e fratello di Leone X, riferiva sul viaggio di circumnavigazione dell'Africa, partendo da Lisbona al seguito di un'ambasceria portoghese, e della traversata dell'Oceano Indiano fino ai porti e le terre dell'India; la seconda, indirizzata a Lorenzo dei Medici duca d'Urbino, racconta dei territori sul Mar Rosso e sul Golfo Persico, in un viaggio perigliosissimo e drammatico. Spedite dall'India in patria, furono subito pubblicate nel 1516 e '18 in edizioni divulgative, e ristampate poi dal Ramusio nella monumentale raccolta "Navigationi et viaggi" nel 1550.
Anche se non può essere definito un esploratore, poiché viaggiò sempre "al seguito" dei Portoghesi, Corsali fu per i suoi tempi un navigatore singolare: non affrontò le traversie dei viaggi per mare per affari o missioni politiche, non fu mercante o avventuriero o uomo d'armi, ma - eruditissimo conoscitore di scienze naturali, acuto osservatore dei territori e dei costumi - riportò notizie originali, accurate indagini e scoperte non indifferenti.
Fu il primo a dare, come già abbiamo detto, una descrizione astronomica della Croce del Sud e delle cosiddette nubi magellaniche (attribuite poi erroneamente al Pigafetta, che le notò solo quattro anni più tardi); fece rilevare l'errore di Tolomeo sulla differenza di longitudine fra la costa africana e quella dell'India; per primo ipotizzò l'esistenza della Nuova Guinea; distinse Sumatra da Ceylon e dette un'esatta descrizione degli usi e costumi del popolo d'Etiopia (dove si era recato a portare una missiva affidatagli da Leone X per il favoloso re David); e ancora: manoscritti coevi testimoniano come fosse l'apportatore e il divulgatore dei caratteri di stampa in Africa.
Tutte queste notizie le abbiamo tratte da un affascinante libretto pubblicato a Empoli nel 2003 da Giulia Grazi, ingegnere-insegnante-in-pensione, appassionatasi alle ricerche sui Corsali quando, una quindicina di anni fa, consultando le piante dei Capitani di Parte, vide che la sua abitazione era contrassegnata come Chasa di Bastiano Corsali.
Nella prefazione l'Autrice si dichiara incapace a "metter su qualcosa di serio" quale una monografia ben documentata, ma in realtà ha compiuto un lavoro veramente notevole di ricerca di documenti e testimonianze, inserendo alla fine del libro un elenco - che, oltre a essere una ulteriore prova della sua indagine approfondita, può servire di effettivo stimolo a proseguirla - di "spunti per il futuro, settori da approfondire, piste da seguire, con la speranza che prima o poi qualcuno si prenda la briga di scandagliare meglio queste opportunità inevase e inconcluse". Non è un caso che il suo libro sia conservato presso la Library of Congress e altre biblioteche pubbliche prestigiose.
La prof. Grazi è così riuscita a ricostruire anche la storia della villa di Monteboro, che era appartenuta ai Corsali fin dal secolo XIV (il primo proprietario "documentato" da lei reperito è, nel 1399, un Andrea, omonimo del famoso pronipote) e nel secolo scorso è entrata in possesso della sua famiglia attraverso una serie di successioni e vendite, che ne hanno modificato l'aspetto e la grandezza originari con rifacimenti, aggiunte e decorazioni.
www.sullacrestadellonda.it
Andrea Corsali (1487–?) was an Italian explorer who worked in the service of Giuliano di Lorenzo de' Medici of Florence and Lorenzo II de' Medici, duke of Urbino. Corsali traveled to Asia and the south seas aboard a Portuguese merchant vessel, writing home with accounts of the lands and peoples he encountered along the way. Two of Corsali’s letters from the ‘east Indies’ were published in Florence in 1518, and again in Gian Battista Ramusio, Delle navigationi et viaggi (Venice, 1550), along with accounts by other travelers and merchants such as Giovanni da Empoli (1483-1518). He also noted that Sumatra and Ceylon (Sri Lanka) are two distinct islands (ancient geography confused them with the name of Taprobane). Corsali’s death date is unknown. Corsali is known in Italy for having identified New Guinea, previously unknown to the Italians, and for having hypothesized the existence of Australia, although he never disembarked there himself.