Lessico


Sant'Erone
diacono di Sant'Ignazio di Antiochia
viene trasformato da Aldrovandi
in un fantomatico San Gallo
anch'egli diacono di Sant'Ignazio.

Erone I morto, nel 127. Hërøn in greco pare significhi colui che venera gli eroi. Fu il terzo successore di San Pietro sulla cattedra di Antiochia, avendo sostituito Sant'Ignazio morto a Roma intorno al 110. In base a quanto ci tramanda Beda nel suo Martyrologium, la festa di Erone I ricorre il 16 ottobre, come per San Gallo discepolo di San Colombano.

Da non confondere con un altro Erone, discepolo ad Alessandria d'Egitto dell'autoevirato Origene, martire nel 202 durante le persecuzioni di Settimio Severo (Leptis Magna 145 - Eburacum 211) quando morirono anche i Santi Plutarco, Sereno, un altro Sereno, Eraclide, Raide (catecumena), Potamiena e sua madre Marcella, nonché Basilide (dal 1948 patrono della Polizia Penitenziaria, che lo celebra il 12 settembre). Erone viene festeggiato il 28 giugno.

Ed è pure da non confondere con un altro Erone, anch'egli martire, morto ad Alessandria d'Egitto nel 250 durante le persecuzioni di Decio (Sirmio, Pannonia, ca. 201 - Abritto, Mesia, 251), e la cui festa ricorre il 14 dicembre. Con lui furono martirizzati i Santi Arsenio, Isidoro e il fanciullo Dioscoro. Furono tutti quanti sottoposti a crudeli supplizi, Dioscoro venne flagellato e poi liberato, mentre gli altri furono gettati sul rogo.

Il miracolo di Aldrovandi

Ecco il testo di Aldrovandi responsabile del fantasmagorico cambio d'identità. Siamo a pagina 185 del II volume di Ornitologia. Ovviamente Ulisse ci propina anche un errore – amato invece di amator – che renderebbe l'interpretazione del passo del tutto aleatoria se non disponessimo del testo di Beda consultato il 20 dicembre 2006 presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Acqui Terme (AL), dove l'efficientissimo bibliotecario Walter Baglietto aveva già predisposto il Martyrologium munito di segnalibro alla pagina indiziata.

AldrovandiOrnithologiae tomus alter (1600) – pag. 185: Est et Gallus Sancti Confessoris nomen, ut refert Beda, cuius vita plena virtutibus conscripta habeatur. Erat autem beati martiris Ignatii diaconus, qui episcopus factus viam magistri pius imitator sequutus, pro commendato grege, Christi amato<r> occubuit. Fuit et Gallus alius Columbani abbatis discipulus. Hic et Hildeboldus diaconus pisciculos, quos de flumine reticulo traxerant in solitudine assaturi, ignem concinnabant, [...]

Come riferisce Beda, Gallo è anche il nome di un santo confessore, la cui biografia sarebbe ricolma di atti virtuosi. Infatti era diacono di Sant’Ignazio martire, e dopo essere diventato vescovo seguì da coscienzioso imitatore la via tracciata dal maestro, ed essendo amante di Cristo morì per il gregge a lui affidato. E un altro Gallo fu discepolo dell’abate Colombano. Lui e il diacono Ildeboldo preparavano il fuoco in un luogo solitario per arrostire i pesciolini che con una reticella avevano tratto fuori dal fiume, [...]

Ecco il testo tratto dal Martyrologium di Beda e contenuto in Patrologia Latina curata da Jacques-Paul Migne (Parigi, 1850, pagina 1074, volume 94) che riguarda i Santi la cui festa ricorre il 16 ottobre. L'amputazione perpetrata da Aldrovandi che trasforma Sant'Erone in San Gallo viene evidenziata in grassetto.

B. XVII Calend. Novemb. – Depositio sancti Galli confessoris, cujus vita plena virtutibus conscripta habetur. Apud Lugdunum beati Antiochi episcopi. Apud Viennam sancti Theodati episcopi, item Heronis, qui post beatum Ignatium Antiochenam rexit Ecclesiam. Erat enim hic beati martyris Ignatii diaconus; qui episcopus factus, viam magistri pius imitator sequitur, et pro commendato grege amator Christi occubuit.

B. XVII giorno che precede le calende di novembre (16 ottobre). – Inumazione di San Gallo Confessore, del quale si possiede una biografia ricolma di atti virtuosi. A Lione quella del beato vescovo Antioco. A Vienna di San Teodato vescovo, parimenti di Erone, che dopo Sant'Ignazio governò la Chiesa di Antiochia. Infatti costui era diacono di Sant'Ignazio martire e, diventato vescovo, si mette a seguire da coscienzioso imitatore la via  tracciata dal maestro, ed essendo amante di Cristo morì per il gregge a lui affidato.

Siamo di fronte a un'altra delle invenzioni o, se vogliamo, delle manipolazioni, non certo a una svista del nostro Ulisse. Chissà come avrebbe reagito l'Inquisizione per questa ingerenza in campo agiografico, un'intrusione che si è concretizzata in un nuovo Santo, emulando così Dio che creò l'Universo dal nulla.

Se Aldrovandi proprio ci teneva a incrementare il numero dei santi di nome Gallo, gli sarebbe bastato addurre San Gallo di Tours, che viene invece tralasciato. Per salvare Ulisse da questa critica dal sapore denigratorio, saremmo costretti a ipotizzare che aveva tra le mani un'edizione mutilata del Martyrologium di Beda, oppure che la sua fonte era tanto inattendibile quanto egli stesso risulta a ogni piè sospinto.

Misteri della Fede!

No single collection of Western philosophical and theological writings is comparable to the Patrologiae Cursus Completus, the extraordinary achievement of the 19th century scholar and priest Jacques-Paul Migne. The Patrologia is divided into the Patrologia Latina and the Patrologia Graeco-Latina. The Patrologia Latina covers the works of the Latin Fathers from Tertullian around 200 AD to the death of Pope Innocent III in 1216. In 221 volumes, it covers most major and minor Latin authors, and contains the most influential works of late ancient and early medieval theology, philosophy, history, and literature.

In alto il testo di Beda - In basso il testo dei Bollandisti
Dalla nota di Smith al testo dei Bollandisti
forse il gesuita e storico Charles de Smedt (Gand 1833 - Bruxelles 1911)
risulta chiaramente
che San Gallo festeggiato il 16 ottobre era il discepolo di San Colombano.

Bollandisti - Studiosi gesuiti belgi incaricati dell'edizione critica e commentata dei ponderosi volumi degli Acta sanctorum, l'opera agiografica sui santi della Chiesa cattolica. I bollandisti prendono il nome dal gesuita fiammingo Jean Bolland (1596-1665), curatore, insieme a Godefroid Henschen (1601-1681), dei primi cinque tomi dell'opera, contenenti il materiale relativo ai santi venerati dal calendario cattolico nei mesi di gennaio e febbraio, e realizzati sulla base del progetto di Eribert Rosweyde (1569-1629) che aveva iniziato la raccolta delle fonti. Dopo la pubblicazione, curata da Daniel Papebroch (1628-1714) dei tomi relativi ai mesi da marzo a giugno, l'opera proseguì fra alterne vicende fino al 1773, anno della soppressione dei gesuiti, giungendo fino ai primi volumi del mese di agosto, prima della dispersione definitiva della biblioteca e del materiale con l'invasione francese del 1792. Ricostituita nel 1837, l'associazione riprese l'attività nel 1845, con la pubblicazione dei tomi del mese di ottobre per merito di Victor de Buck (1817-1876), e l'avvio dei lavori per il mese di novembre grazie al contributo di Charles de Smedt e dei padri Delehaye e Peeters. Charles de Smedt fu professore di storia ecclesiastica a Lovanio e dal 1877 fece parte della società dei bollandisti, di cui fu direttore dal 1882. Tra le sue opere: Gesta episcoporum Cameracensium 1092-1138 (1880), Analecta bollandiana (1882 e seg.), Principes de la critique historique (1883), Notre vie surnaturelle (1910-11).

Jacques-Paul Migne

Sacerdote e editore francese (Saint-Flour 1800 - Parigi 1875). Fondò nel 1836 una tipografia presso Parigi (in via dicta D'Amboise, prope portam vulgo D'Enfer nominatam, seu Petit-Montrouge) con il proposito di pubblicare tutti i testi fondamentali della letteratura religiosa cristiana. Notevoli le collezioni Scripturae sacrae cursus completus (28 vol., 1838-40), Theologiae cursus completus (28 vol., 1840-45), e l'Encyclopédie théologique (171 vol., 1844-66).

Ma l'opera più grandiosa e ancora oggi insuperata fu Patrologiae cursus completus, che comprende 221 vol. di Patrologia latina (1844-55) con le opere di 261 autori cristiani dal sec. II al XIII e 161 vol. di Patrologia graeca (1857-66). Benché spesso acritica, la monumentale opera di Migne resta la fondamentale fonte patristica.