Ulisse Aldrovandi
Ornithologiae tomus alter - 1600
Liber
Decimusquartus
qui
est
de Pulveratricibus Domesticis
Libro
XIV
che tratta
delle domestiche amanti della polvere
trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti - revisione di Roberto Ricciardi
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Huius
cutis, vel praeputii foramen unicum existit, quod vulgares
podicem Gallinarum credunt. Praeputium hoc formam habet
sph<a>ericam, et musculum subiectum figura etiam
sph<a>erica. Nam obtinet maiorem capacitatem, et cum utrumque
foramen cooperiri debeat, cutis etiam maxime erat dilatanda, cui maxime
extensioni sph<a>erica figura est accom<m>oda: prominet
cutis haec praeputium referens, vel ipsius proportionale, turgidum,
globosum, instar papillarum apicis. Musculus cutem praeputii subvestiens,
sph<a>ericam, ut diximus, etiam figuram habet, cuius latitudo
pollic{r}is existit. Fibras autem obtinuit non {parerellas} <parallelas>,
vel aeque distantes, quemadmodum sphincter intestini humani, sed a
circumferentia ad centrum conversas, et diametrales: quemadmodum ex
subiecta figura demonstrabitur. Cur vero os uteri ad spinam, vel
supernam partem, ponatur, coitum ipsum causam esse opinamur. |
Di
questa cute, o prepuzio, esiste un’unica apertura, che la gente comune
crede essere l’ano delle galline. Questo prepuzio possiede forma
circolare e possiede il muscolo sottostante di forma anch’essa
circolare. Infatti possiede un'ampiezza maggiore, e dal momento che deve
ricoprire ambedue gli orifizi, anche la cute deve dilatarsi il più
possibile, e la forma circolare è adatta per la sua massima
distensione: questa cute sporge ricordando un prepuzio, o qualcosa a
esso assimilabile, turgido, globoso, come la punta dei capezzoli. Il
muscolo che sottende la cute del prepuzio, come abbiamo detto, ha
anch’esso forma circolare, la cui larghezza consiste in un pollice. Ma
ha ricevuto in dotazione delle fibre che non sono parallele, ossia
equamente distanziate, come lo sfintere dell’intestino umano, bensì
che dalla circonferenza convergono verso il centro e ad andamento
radiale: così come verrà indicato nell’immagine sottostante. Poi,
perché l’apertura dell’ovidutto si trovi nei pressi della colonna
vertebrale, o parte superiore, supponiamo che è il coito stesso ad
esserne il motivo. |
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AA. Gallinae pudenda. O. Os uteri ad spinam superne. DDDD. Circumferentia musculi praeputium constringentis. V. Exitus intestinorum, vel podex ad ventrem inferne. EEEEE. Fibrae a circumferentia ad centrum pertinentes. |
AA. Genitali esterni di gallina. O. Apertura dell’utero [della vagina] posta superiormente presso la
colonna vertebrale. DDDD. Circonferenza del muscolo costrittore del prepuzio. V. Sbocco dell’intestino, o podice, posto in basso verso la pancia. EEEEE: Fibre che dalla periferia sono dirette verso il centro. |
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Nam
supergressu haec animalia coeuntia, instrumenta in proximo habere
oportebat, quo facilius, et promptius invicem coniungerentur. Exitus
praeterea intestinorum deorsum versus merito vergit. Nam infra etiam {ellius}
<illius> est officium, quemadmodum scripsit Aristoteles, quod
intelligere debemus ratione ipsorum excrementorum ex {elementati}
<elementari> portione terrestri ad inferiora tendentium. |
Infatti,
a causa del montare l’uno sull’altro, era necessario che questi
animali durante l’accoppiamento possedessero i dispositivi
ravvicinati, in modo da potersi unire tra loro più facilmente e più
rapidamente. Inoltre lo sbocco dell’intestino è di conseguenza
diretto verso il basso. E infatti la sua funzione è rivolta verso il
basso, come scrisse Aristotele,
e dobbiamo interpretarlo nel senso che ciò dipende dagli escrementi
stessi, costituiti dalla porzione terrestre dell’elemento, i quali
tendono verso il basso. |
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Substantia
uteri membranea, et crassa est (uterum nunc proprie dictum
intelligo). Hoc enim corpus maxime omnium dilatatur, ac extenditur, et
in ipsum recipitur ovum iam auctum, ac propemodum absolutum. Figura est
concava, oblonga latior qua ad exitum pertinet, in longitudinem trium
digitorum, caeterum angusta, rotundiorque intestini tenuis formam
repraesentans. Porrigitur enim ab infimo abdomine iuxta ipsorum
intestinorum usque ad locum conceptionis ovorum sub septo transverso,
estque cum extenditur, longitudine dodrantali[1],
cuius longitudinis ratione membranam obtinuit a spina dorsi
proportionalem omnino, ac persimilem intestinorum mesenterio, quam et
venae frequentes percurrunt cum ad nutritionem ipsius uteri, tum ad ovi
intrinsecus contenti, dum pertransit a loco sub septo transverso ad
ipsius uteri exitum, alitionem. Membrana autem spinae colligans, et
connectens eadem prorsus existit ipsi mesenterio intestinorum, quin
im<m>o eadem est, et substantia, et origine: quapropter consensum
habet uterus praesertim cum ipsis intestinis. |
La
sostanza che costituisce l’utero è membranacea e spessa (ora intendo
l’utero propriamente detto). Infatti questa formazione anatomica si
dilata e si distende più di tutte le altre, e in essa viene accolto
l’uovo già aumentato di volume e quasi ultimato. La sua conformazione
è concava, allungata, più larga là dove si trova il punto di uscita,
della lunghezza di tre dita, per il resto è stretta e alquanto
arrotondata, ricorda così l’aspetto dell’intestino tenue. Infatti
si estende dalla parte più bassa dell’addome nei pressi dello sbocco
intestinale fino al punto del concepimento delle uova che si trova sotto
il setto trasverso, e quando viene disteso è della lunghezza di ¾ di
piede
[circa 23 cm]; ma in rapporto alla sua lunghezza è stato dotato di una
membrana del tutto proporzionata che parte dalla colonna vertebrale del
dorso, e del tutto simile al mesentere dell’intestino, e la percorrono
numerose vene non solo per nutrire l’ovidutto stesso, ma anche per
alimentare l’uovo contenuto all’interno mentre transita dal sito che
si trova sotto il setto trasverso fino allo sbocco per l’appunto
dell’utero [della vagina]. Poi, la membrana che lo collega e lo unisce
alla colonna è del tutto uguale al mesentere intestinale stesso, e anzi
è identica sia come sostanza che come origine: motivo per cui
l’ovidutto ha uno specifico rapporto soprattutto con lo stesso
intestino. |
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Figura
uteri inaequalis, alibi angusta, oblonga, alibi lata, brevis: iuxta
hanc varietatem varia quoque sortiri nomina debet. Nam uteri latitudo,
infimo abdomini proxima, et in qua ovum iam absolutum
continetur{;}<,> est ipsemet uterus{,}<;> reliquum vero
corpus angustum, oblongum, rotundum, quod ad septum transversum
extenditur, vel uteri stomachus, vel uterus productus, extensusve, vel
uteri gula nuncupari posset. Est autem membranea, et tenuis, admodum
diversa a reliquo utero protenso, et a substantia ipsius uteri, qui ad
exitum iacet. Nam finis hic membraneus subtilis, et pellucidus existit,
ac exanguis. Intestinum quoque uteri ratione figurae, et quantitatis cum
longitudine rotunditatem cavernosam habeat, merito diceretur, cui
accedit membranae occasio hanc uteri extensionem, vel productionem
spinae colligantis, quod mesenterium uterinum appellamus. Intermedia
pars uteri, quae est illius portio ab utero proprie dicto, finem
interiacens crassam obtinet substantiam, albam, lacti similem, et [202]
in semetipsam considentem, cuius {mesereon} <mesenterion>
multiplices venas habet. |
L’aspetto
dell’ovidutto è dissimile, in un punto è stretto e allungato, in un
altro è allargato e corto: in base a questa varietà - d’aspetto -
deve anche ricevere varie denominazioni. Infatti la parte larga
dell’ovidutto, prossima alla parte più bassa dell’addome, e nella
quale è contenuto l’uovo ormai ultimato, è l’utero propriamente
detto; ma la rimanente porzione stretta, allungata, arrotondata, che si
estende in direzione del setto trasverso, potrebbe essere denominata o
esofago dell’utero, o utero allungato, o esteso, o gola dell’utero.
È poi di consistenza membranosa, e sottile, del tutto diversa dalla
rimanente porzione dell’utero e dalla sostanza che compone quella
parte dell’utero che si trova vicino allo sbocco. Infatti questa parte
terminale si presenta membranosa, sottile e diafana, ed esangue. A buon
diritto potrebbe anche essere detto intestino dell’utero in rapporto
all’aspetto e all’estensione, dal momento che a causa della sua
lunghezza possiede una circonferenza cava, cui si aggiunge l’appiglio
della membrana che collega alla colonna questa estensione o
prolungamento dell’utero, cosa che noi chiamiamo mesentere uterino -
legamento dorsale dell’ovidutto. La parte intermedia dell’ovidutto -
il magnum, che è ubicata fra l’utero propriamente detto e la
parte terminale - l’estremità superiore, possiede una sostanza densa,
bianca, simile al latte, e sedimentata in se stessa, e il suo mesentere
possiede numerose vene. |
[1] Per la struttura e le dimensioni dei vari tratti dell'apparato genitale della gallina secondo l'odierna terminologia anatomica si veda Summa Gallicana.