Con la microscopia elettronica
  sono stati individuati 4 stadi nello sviluppo del melanosoma:
  §
  l’unità strutturale di base consiste dapprima di
  tirosinasi e probabilmente di una matrice proteica
  §
  nel secondo stadio queste unità assumono una disposizione
  ordinata, in modo tale da formare le strutture membranose interne del
  melanosoma
  §
  a questo punto ha inizio la biosintesi melanica a livello
  delle membrane interne
  §
  man mano che la melanina va accumulandosi sulle membrane
  interne, il melanosoma si trasforma eventualmente in una particella
  uniformemente densa dotata di una struttura visibile; in questa fase il
  melanosoma perde gradatamente la sua attività tirosinasica, e quando la
  melanizzazione è completa tale attività non può più essere evidenziata.
Il melanosoma completamente melanizzato corrisponde a
  quello che viene comunemente detto granulo di melanina. Tali granuli tendono
  ad accumularsi alla periferia della cellula, prendendo rapporto specialmente
  coi dendriti.
Dopo essere stata sintetizzata sui
   ribosomi, la tirosinasi viene trasferita all’apparato di
  Golgi,
  dove va incontro a un processamento post-traduzionale durante il quale riceve
  acido sialico e zuccheri neutri attraverso legami N- e O-glicosidici. Giunta a
  maturazione, la tirosinasi viene quindi
   
  
  impacchettata negli  acantosomi, o coated vesicles, per
  essere liberata al melanosoma, dove si aggrega in una forma ad elevato peso
  molecolare attivamente coinvolta nella melanogenesi.
Come è stato dimostrato per i sistemi lisosomiali, pare
  che la parte glucidica della tirosinasi funzioni in sede intracellulare come
  segnale per il trasferimento dell’enzima dagli acantosomi ai compartimenti
  melanogenetici dei melanociti. La glicosilazione sembra pertanto essenziale
  affinché la melanogenesi possa verificarsi.