I GENI RESPONSABILI
DEL DISEGNO secondario del piumaggio
seconda parte
|
mo
- mottled & pied |
Autosomico
recessivo
Gruppo di associazione sconosciuto
Mottled
può essere tradotto in
vari modi: screziato, variegato,
venato, macchiettato, maculato, perlettato, picchiettato. Una traduzione
meno abituale, ma non per questo scorretta, può essere pomellato.
Pied
significa variegato, pezzato, pasticciato. Pie,
oltre a significare gazza, vuol
dire pasticcio di carne oppure torta di frutta. Da notare che il piumaggio
della gazza è bianconero.
Pomellato
deriva da pomello, con probabile
influenza del francese pommelé,
derivato a sua volta da pomme,
pomo, che è un frutto rotondo. Già nel 1470 si trova l’aggettivo pomellato riferito al
mantello del cavallo grigio - oppure bianco - con macchie rotondeggianti
più chiare o più scure rispetto allo sfondo. In epoca anteriore, nel 1300,
questo aggettivo veniva attribuito ad altri animali oltre al cavallo. Esiste
il marmo pomellato; si usa dire,
in tono poetico, che le braccia sono
pomellate di chiazze rosse, che il
cielo è pomellato di nubi.
Suonerebbe proprio così male Ancona pomellata, visto che in zoologia esiste il precedente del
cavallo? Con l’aggettivo pomellato intenderemmo quel disegno delle piume
caratterizzato da macchie rotondeggianti e non saremmo più costretti a
utilizzare macchiettato fine,
termine prolisso e impreciso che non esprime il senso di rotondità.
Dobbiamo comunque ricordare che per lo standard il gene mo deve generare
all’apice della piuma una chiazza bianca che prossimalmente termina ad
angolo acuto, foggiata quindi a lettera V
-
, e che sono gravi difetti le
chiazze rotonde oppure irregolari che danno un aspetto pagliettato, rotondo
come un lustrino. Per cui l’aggettivo pomellato non esprime quanto preteso
dallo standard. Ma
essendo le perle sferiche sarebbe improprio anche perlettato,
ammesso che perlettato sia un termine corretto.
Nel 1904 lo scozzese Robert Miller dello Stirlingshire creò la Livorno Exchequer partendo solamente da Leghorn, che erano Livorno a colorazione uniforme - con ogni verosimiglianza nere - senza introduzione di sangue estraneo alla razza e, come fa ripetutamente notare lo stesso Miller nel suo articolo apparso sulla rivista australiana Poultry (sabato 5 agosto 1922):
“... senza introduzione di neanche una goccia di sangue Ancona.”
Fig. IV. 14 - Livorno Exchequer
Stiamo facendo questa digressione tanto per dimostrare ancora una volta quanto sia talora imprecisa l’avicoltura, dotata di un bagaglio culturale che si è sviluppato a ripetuti colpi di singhiozzo. Miller affermava - quasi con vanto - che egli non aveva studiato il Mendelismo e che era digiuno di qualsiasi ismo che fosse in qualche modo colpevole di avergli permesso di creare una nuova varietà di Livorno, la quale avrebbe marchiato in modo indelebile un’epoca dell’avicoltura. Miller dichiarava:
“L’aiuto mi venne dalla buona sorte. I primi esemplari erano pochi, 4 o 5 in tutto. Fu la Provvidenza a presentarmeli, non attraverso vie innaturali o semimiracolose, ma solo attraverso una normale e abituale nascita di pulcini. Tra i circa 4.000 pulcini usciti dal mio ceppo di Leghorn...etc”.
E non specifica di che colore
fosse il suo ceppo.
In Poultry Paintings
1890-1968,
dedicato alla mano superlativa di Van Gink, Van Wulfften Palthe afferma che
la Exchequer originò nel villaggio scozzese di Denny nel bel mezzo di un
ceppo di Leghorn bianche e per un
capriccio della natura - assecondando così con sarcasmo l’affermazione
di Miller - e che i pulcini erano 1.000, anche se a me risultano 4.000
dai dati riferiti dallo
stesso Miller.
Numeri di pulcini a parte, si può perentoriamente
affermare che la Exchequer non può originare dal bianco ormai consolidato dalla selezione del Miller, ma solo dal nero o da
un bianco dominante ancora eterozigote poiché insufficientemente
selezionato. Ecco però che a fomentare i nostri sospetti sul fatto che
Miller sia mendace interviene la giusta spiegazione sussurrata da Palthe: si
dice che il vero responsabile di questo capriccio
della natura fu un incrocio con la Minorca nera, avvenuto prima del 1900.
Miller giura che non vi fu neppure una goccia di sangue Ancona a contaminare il suo ceppo, ma
non si spinge oltre ad affermare che non vi fu neppure una goccia di sangue
di qualsivoglia razza. Bugiardo sì, ma restando nel vero! Il principio
psicologico della excusatio non petita
accusatio manifesta - una scusa non richiesta è un’accusa palese - è
senz’altro applicabile al giuramento di Miller che, essendo un
ignorantone, non pensava che i posteri avrebbero dipanato la matassa del
mistero semimiracoloso che circondava la sua bella Livorno. I Posteri si
sono limitati a usare quegli ismi che la scienza ha messo a disposizione dell’Uomo di Buona
Volontà.
È indispensabile una premessa: in un soggetto pied
il bianco e il nero sono ripartiti in modo irregolare. Le piume possono
essere sia in parte che interamente bianche o nere. Presentano questo
disegno la Mantes e la Gournay, e probabilmente era anche quello della
Houdan del XIX
secolo
prima di essere modificata dagli Inglesi.
Exchequer
significa
scacchiera, e il mantello di un pollo exchequer non è certo una scacchiera
nel senso stretto della parola, in quanto ne possiede solo i colori, il
bianco e il nero, ma non il disegno rettangolare. Oltretutto, per questo
disegno della Livorno si usa volentieri il termine pied,
pasticciato come una torta o bianconero come una gazza, e in passato si
ammise un gene specifico per questo disegno, siglato appunto con pi. Dobbiamo convenire che Exchequer è un termine più elegante di pied,
e dire Livorno a Scacchiera non suona assolutamente male, mentre sarebbe
una dissonanza Livorno pasticciata.
Macchiettato
fine è troppo fine rispetto al disegno exchequer, macchiettato
grossolano è veramente un termine grossolano e credo sia meglio
abbandonarlo. Variegato è poi troppo vago, poiché non dice se la
variegatura è a strisce o rotondeggiante o di qualsivoglia foggia. Lasciamo
exchequer all’exchequer e pomellato al pomellato. Al massimo l’exchequer
potremmo tradurlo con leopardato, zebrato, anconitano.
Già! Ottima idea l’ultimo vocabolo, specie per i campanilisti che in
questo caso non peccherebbero né di orgoglio né di presunzione, in quanto
l’Ancona è la pomellata per antonomasia!
-
Fig. IV. 15 - Ancona
Incredibile e frustrante la supremazia del blocco culturale tedesco all’inizio del 1900. Pascal (1905) per denominare il disegno mottled era costretto all’impiego di livrea uso Houdan. A questo proposito dice:
“Nei nostri cortili è più comune di quello che
non si crede ed è designata da noi come nera brizzolata di bianco;
la chiamiamo pure razza d’Ancona
perché da questa città fu introdotta in America, ma nei cataloghi è
soppresso questo nome totalmente.”
Un’ultima digressione su Exchequer. Nel 1936
gli
Australiani interpretarono, credo giustamente, che l’aggettivo Exchequer
fosse stato attribuito alla nuova Livorno per il fatto che il mantello era chequered,
e questo aggettivo non significa solo quadrettato, ma anche vario, variato.
Tuttavia non si può escludere che Robert Miller volesse attribuire a
Exchequer un doppio senso.
L’attuale termine inglese per scacchiera è chess-board,
mentre con Exchequer si intende il Tesoro di Stato del Regno Unito di Gran
Bretagna e Irlanda del Nord, tesoro che è sotto il controllo del Cancelliere dello Scacchiere, titolo
corrispondente a quello di Ministro delle Finanze. E il tutto risale al XIV secolo,
quando il tavolo del dipartimento del fisco reale era appunto uno
scacchiere, in quanto coperto da una tovaglia con disegno a quadri sulla
quale i contabili tenevano i conti.
Miller così decantava la sua nuova Livorno:
“Forte e
virile, facile da allevare, in grado di produrre uova in quantità
remunerativa rispetto al costo del mangime necessario, nonché in grado di
deporre uova così grandi da costituire un record; la forza e il vigore si
sono selezionati nella mia fattoria situata a 120 metri sul livello del
mare, esposta a tutti i venti dell’est e del nord.”
Era un nuovo Tesoro
per gli allevatori?
Dall’articolo di Miller si è infatti avuta conferma del
doppio significato attribuito al nuovo disegno del mantello: il creatore
della Exchequer adduce una deposizione annua media individuale di 204,
228
e
291
uova,
con ottimi risultati anche sull’isola di Skye, anch’essa dominata da
condizioni meteorologiche non tra le più favorevoli.
Fig. IV. 16 - Houdan
I simboli mo
e pi
sono stati assegnati da Hutt (1949) a due geni che hanno in comune
un effetto inibente sulla deposizione di melanina. Il gene mo determina una
macchia bianca all’estremità distale solo in una percentuale delle piume:
si incontra un apice bianco ogni 2-5 piume
-
-
- . Questo disegno è caratteristico dell’Ancona e
della Houdan, che hanno il nero come colore di fondo. Tuttavia, si è
dimostrato che lo stesso gene è in ballo nei disegni tricolori,
riscontrabili nella Sussex, nel Combattente Inglese Antico e nella Nana
Calzata.
Fig. IV. 17 - Sussex tricolore
Un disegno che si avvicina a quello di un’Ancona
progressivamente schiarita dalle mute successive è quello presentato dalla
Livorno Exchequer: su tutte le piume è sicuramente attivo il gene mo, ma
nella Exchequer alcune hanno l’apice nero, altre sono completamente nere o
completamente bianche, oppure presentano il bianco in quantità variabile.
La Exchequer ha, come colore di sfondo, il nero integrale dovuto alla
combinazione E/E.
Incrociando un gallo Livorno Exchequer, pied,
con una gallina Ancona pomellata e quindi portatrice di mo, si è potuto
dimostrare che ambedue i soggetti erano portatori di mo allo stato
omozigote: i pulcini nati presentavano un piumaggio intermedio tra quello
dell’Ancona pomellata e della Livorno Exchequer. Pertanto le vedute attuali considerano il
piumaggio mottled e pied determinati da uno stesso gene mo,
e i fenotipi differenti dipendono da geni modificatori.
Tuttavia è anche possibile che i due tipi di piumaggio
siano determinati da alleli
differenti incompletamente dominanti: quest’ipotesi nasce dal
fatto che Asmundson e Milne non hanno mai ottenuto fenotipi pied
nella progenie dei numerosi incroci tra Ancona e altre razze, inclusa la
Wyandotte fulva portatrice di una stretta restrizione dell’eumelanina.
Tutto ciò suggerisce che l’ipotesi di alleli multipli sia la più plausibile.
E Carefoot sintetizza tutte queste ipotesi affermando che l’effetto
pied è un’espressione estrema del gene mo.
Che il disegno della Sussex tricolore o della Nana calzata
millefiori sia tricolore, è un dato lampante. Un po’ meno credibile
sembrerebbe questo aggettivo attribuito all’Ancona, che saremmo pronti a
definire bicolore oppure pomellata, rispettando con questo secondo aggettivo
la rotondità della chiazza bianca e la presenza di soli due colori. Ma
così non è ,
non è bicolore, e ne vedremo il perché.
Per dimostrare che nelle varie razze dotate del disegno
pomellato è sempre in causa lo stesso e identico gene mo, sono stati
eseguiti incroci in cui la sorgente di mo era la Houdan pomellata. Come
sorgente dei 4 piumaggi tricolore sono stati impiegati: Barbuta di Uccle
millefiori e porcellana, Sussex tricolore e Combattente inglese antico nano
pagliettato. Ci si servì anche della Livorno dorata, essendo non pomellata
e con colore di sfondo e+/e+.
Come sorgente del gene dell’argento S, associato al gene Co, è stata
usata la Nagasaki bianca coda nera, o Siro, allo scopo di cercar di
riprodurre la versione argento del tricolore, in cui la feomelanina venisse
spiazzata dal gene S.
Dagli incroci effettuati si ottennero soggetti che, se
avevano come colore di sfondo il nero, si presentavano pomellati, mentre
quelli che nel colore di sfondo contenevano la feomelanina, si presentavano
tricolori.
Il gene mo non solo è in grado di determinare fenotipi
adulti differenti a seconda del colore di sfondo: mo possiede anche un’influenza
differenziata sulla colorazione del piumino dei pulcini . Per esempio i pulcini neri della Houdan
pomellata, con sfondo E/E, hanno la superficie ventrale abitualmente crema
chiaro. Quando mo è allo stato omozigote l’area crema ha un’estensione
maggiore, tanto da includere tutta quanta la superficie ventrale e i lati
della faccia.
Fig. IV. 18 - Nana calzata millefiori
Per quanto si è potuto appurare finora, mo influenza solo il piumino dei soggetti con genotipo E/E. Negli altri genotipi, anche se il piumino possiede le caratteristiche proprie al gene in causa, non si possono trarre conclusioni sullo stato eterozigote oppure omozigote di mo.
Millefiori Veneta o Millefiori di Lonigo
Cari amici, in vista dell'esposizione a Due Carrare (PD) mi era stato chiesto di provare a redigere una bozza di standard per la Millefiori Veneta o Millefiori di Lonigo. Questo è il risultato; abbiate pazienza se troverete qualche imprecisione, è il mio primo tentativo a riguardo. – 30 ottobre 2014
Andrea
Mangoni
laureato in Scienze Biologiche presso l'Università degli Studi di Padova
zoologo, divulgatore, fotografo
Questo gene possiede un effetto
inibente sulla pigmentazione del piumino nero, non osservabile nel piumino
dei soggetti tricolori. Sulle piume di copertura l’effetto del gene è ben
definito, sia per i soggetti tricolori che per quelli a sfondo nero: il gene
mo cambia il suo modo d’agire per ben due volte durante la pigmentazione
della piuma:
§
dapprima
inibisce la deposizione di qualsiasi tipo di melanina alla punta, cosicché
risulta bianca
§
procedendo
la pigmentazione, mo perde la sua capacità inibente e permette solamente la
sintesi di eumelanina a dispetto di qualsiasi altro pigmento il soggetto sia
in grado di produrre per motivi genetici. Compare una striscia nera a forma
di lettera V con apice verso la base della piuma, e la striscia è nera
anche se il resto della piuma verrà pigmentato da feomelanina
.
§
dopo
la deposizione della striscia di eumelanina, l’azione di
mo
viene messa fuori gioco e viene finalmente concesso al genoma di
esprimersi nella parte residua della piuma.
Se il soggetto ha uno sfondo nero, è logico che la
striscia nera non viene percepita come un’entità distinta dal colore di
base. Tuttavia, osservando attentamente, si può scorgere una sottile linea
punteggiata che separa le due porzioni nere aventi origine differente
. Un’osservazione compiuta
sull’Ancona ha inoltre svelato che spesso la striscia possiede riflessi
porpora, mentre la rimanente porzione nera è dotata di riflessi verdi.
Questa è un’ulteriore dimostrazione che mo ha agito sul nero solo a
livello della banda a forma di V.
Questo dato è una conferma del fatto che i riflessi verde
e porpora si generano per una differente struttura microscopica sia della
melanina che della cheratina. Nel caso in esame, infatti, il nero viene
determinato da due geni differenti: mo per la banda, E per la restante
piuma. Ecco perché paradossalmente
un soggetto che è bicolore si potrebbe definire tricolore, e un tricolore
classico, dovuto a feomelanina nel resto della piuma, diventa niente po’
po’ di meno che un quadricolore. Per i piumaggi tricolori la striscia nera alla
base dell’apice bianco potrebbe essere dovuta a un gene di restrizione del
nero, verosimilmente al gene Co.
Se è corretta l’ipotesi
secondo cui l’azione di mo si estrinseca attraverso due momenti distinti,
allora diventa possibile ottenere una versione argentata del disegno
tricolore classico. La variante
argentata del tricolore è caratterizzata da piume con apice bianco seguito
da una banda nera a forma di V, con il resto della piuma che è bianco per
rimozione della feomelanina da parte del gene S. La progenie ottenuta da un
gallo Nagasaki bianco coda nera accoppiato con una femmina Sussex tricolore,
appartiene tutta quanta al bianco columbia. In questa generazione il gene mo
non estrinseca la sua azione essendo eterozigote.
Maschio Nagasaki bianco coda nera | Femmina Sussex tricolore | ||
eWh eWh_Mo+ Mo+_Co Co_S S_mh+ mh+ |
ey ey_mo mo_Co Co_s+ W_Mh Mh | ||
eWh =
frumento dominante mo = mottled Co = columbia Mh = mogano ey = frumento recessivo S = argento - s+ = oro |
|||
100% soggetti tipo columbia eterozigoti per mo |
gameti femminili |
||
ey mo Co s+ Mh | ey mo Co W Mh | ||
gameti maschili |
eWh Mo+ Co S mh+ | ey
mo Co s+ Mh eWh Mo+ Co S mh+ maschio tipo columbia |
ey
mo Co W Mh eWh Mo+ Co S mh+ femmina tipo columbia |
eWh Mo+ Co S mh+ | ey
mo Co s+ Mh eWh Mo+ Co S mh+ maschio tipo columbia |
ey
mo Co W Mh eWh Mo+ Co S mh+ femmina tipo columbia |
Maschio figlio di F1 | Femmina figlia di F1 | ||
eWh ey_Mo+ mo_Co Co_S s+_mh+ Mh |
ey eWh_mo Mo+_Co Co_S W_Mh mh+ | ||
eWh =
frumento dominante mo = mottled Co = columbia Mh = mogano ey = frumento recessivo S = argento - s+ = oro |
|||
solo
1/4 di tutta la progenie è tricolore e si tratta di maschi |
gameti femminili |
||
ey mo Co S Mh | eWh Mo+ Co W mh+ | ||
gameti maschili |
eWh Mo+ Co S mh+ | ey
mo Co S Mh eWh Mo+ Co S mh+ maschio tipo columbia |
eWh
Mo+ Co W mh+ eWh Mo+ Co S mh+ femmina tipo columbia |
ey mo Co s+ Mh | ey
mo Co S Mh ey mo Co s+ Mh maschio tricolore argento |
eWh
Mo+ Co W mh+ ey mo Co s+ Mh femmina tipo columbia |
Nei pomellati a sfondo nero, come Ancona e Houdan, l’incidenza
della macchiettatura è variabile, interessando una piuma ogni 2, talora
arrivando fino a una piuma su 5; lo standard giapponese è più esigente e
vuole tutte quante le piume pomellate. Nei disegni tricolori gli standard
richiedono un apice bianco su ogni piuma.
Tutti i
tricolori posseggono il gene s+
-
-
-
-
-
-
- . Nella Sussex tricolore è il
gene ey a determinare il colore di
sfondo, reso mogano dal gene Mh .
Una delle difficoltà maggiori
incontrate da un allevatore, specie quando è alle prime armi, è quella di
orientarsi nel dedalo delle terminologie che dovrebbero aiutarlo nel
definire il disegno e il colore delle piume. Si tratta di termini che per l’inesperto
dovrebbero lapalissianamente significare null’altro se non ciò che egli
apprese fin da bambino, mentre in avicoltura costituiscono un linguaggio
arcano, travisato, riservato agli iniziati. Tutto ciò si verifica perché
alcuni vocaboli che non hanno nulla a che fare con l’evidenza vengono
consacrati dall’uso, in quanto nessuno si è mai peritato di scovare l’etimologia
di una parola molto semplice, che per l’uomo della
strada ha sempre avuto, e sempre avrà, un solo significato, quello più
evidente.
In avicoltura per
definire il colore di certi piumaggi è accettato il blu.
Nel pollo
il blu è osservabile solamente a carico dell’orecchione della Silky
e raramente anche di qualche altra razza, essendo dovuto al fenomeno della diffusione
di Tyndall. Altra rara occasione per osservare il blu ci è offerto dal
guscio delle uova di Araucana
grazie al contenuto di biliverdina. Siccome a carico del piumaggio dei polli
il blu non esiste, non possiamo confonderlo con un altro eventuale blu, e non vale la pena di modificare questo aggettivo anche se improprio,
poiché sarebbe come incaponirsi nel dire che il
sole tramara quando scende in mare, o che i monti trasolano quando l’astro scompare dietro le vette, nonché
affermare che i globuli rossi sono in realtà globuli pallidi poiché colorati in giallo paglierino se osservati
al microscopio. Insomma, tutti noi accettiamo alcuni termini quando essi non
generano confusione. Gli Olandesi e i Tedeschi denominano il millefiori porcellana, e il porcellana lo
chiamano porcellana blu. A questo
punto è necessario chiarire cosa s’intende per porcellana.
Porcellana
deriva dal latino porcus
o porcellus, ambedue nel significato di maiale, con analogia poco
chiara. Pare che il termine sia dovuto alla somiglianza in colore,
brillantezza e translucidità fra il prodotto ceramico e una conchiglia.
Infatti porcellana era il nome
dato anticamente a parecchie specie di molluschi del genere Cypraea
e alla loro caratteristica conchiglia lucida usata per lavori ornamentali.
Tale conchiglia potrebbe aver dato il nome ricollegato a porcus o per la forma di porcello della conchiglia, o per la
somiglianza della fessura della conchiglia con la natura della porcella.
Porcellana è quel prodotto ceramico a pasta vetrosa, a
grana finissima e compatta, assai bianca, translucida e sonora, impermeabile,
inattaccabile dagli agenti chimici, di origine quasi certamente cinese. Si
conoscono colombi campagnoli porcellana a mantello grigio dalle ali
finemente reticolate in nero e bianco. Bianco porcellana è un mantello
equino bianco che, per la pigmentazione nera della pelle, acquista un
riflesso bluastro. Per cui anche se gli oggetti in porcellana sono bianchi
è accettato come porcellana anche quel colore dei polli che è bluastro,
grigio perla. Non può essere porcellana un colore giallo oro come quello
della Nana calzata millefiori. Salvo che ci si riferisca alle parole di
Marco Polo, il quale diceva che la porcellana era un “piccolo
animale marino dei crostacei di color rosso giallastro con chele setolose.”
Tuttavia, sempre Marco Polo affermava che in Cina “spendono
per moneta porcellane bianche, che si truovano nel mare, e che se ne fanno
le scodelle”.
Nel millefiori
il colore di base è un vivace oro fulvo uguale a quello della Brahma fulvo
columbia, la cui formula è eb/eb_Co/Co, che quindi
dovrebbe costituire il corredo anche del millefiori.
Nel porcellana
tutto è come nel millefiori, salvo l’intervento del gene lavanda lav. L’eumelanina
della banda a forma di lettera V si diluisce in grigio perla e l’oro fulvo
si tramuta in beige.
Nel pagliettato
del Combattente Inglese Antico nano, che sarebbe opportuno definire
perlomeno pagliettato bianco, il
corredo e+/e+
determina nel maschio un petto nero macchiettato di bianco con piume del
dorso rosso scuro tricolori. Nella femmina le piume del petto sono di un
ricco salmone tricolore; le piume del dorso sono tricolori con porzione
basale punteggiata di nero su sfondo marrone, come è la norma, cui segue la
banda nera e la punta bianca. Attenzione quindi a non confondere questo
disegno col pagliettato vero e proprio. Il termine inglese spangled usato nel caso del Combattente antico è una trappola,
poiché la causa del disegno risiede nel gene mo.
Nei soggetti omozigoti
per il gene mo la percentuale di bianco
cresce
a ogni muta.
Un buon soggetto da esposizione non rimane tale se non per qualche anno, poi
diventa troppo rapidamente bianco. Pare che il gene mo imponga dei tarsi bianco rosato oppure gialli,
che nel piumaggio nero e blu presentano piccole scaglie nere o grigie,
dovute alla melanina epidermica.
I soggetti eterozigoti Mo+/mo hanno il colore della melanina
di base. Possono essere neri, e possono essere individuati qualora servano
da riproduttori, in quanto spesso presentano leggere decolorazioni bianche
alla nuca e all’estremità di timoniere, remiganti primarie e piume di
calzatura se presenti.
Non si tratta solo di uno dei
disegni più attraenti, in quanto è anche il più utile commercialmente: il sesso dei pulcini può essere identificato attraverso il piumino.
Questo disegno è posseduto da Plymouth Rock, Dominicana, Combattente
Inglese Antico crele, Grigia
Scozzese, Wyandotte barrata, Cucù delle Fiandre, Cucù di Rennes, Blu dell’Olanda
del Nord, Marans, Delaware - che è un columbia barrato - e da parecchie
varietà cucù. Fu Spillmann a stabilire che il gene di questa barratura è
dominante e legato al sesso.
Fig. IV. 19 - Scotch
grey
Ludlow, autore dell’immagine, ha messo la gallina in secondo piano
e ne ha trascurato l’esatta barratura.
I comuni dizionari di inglese
non riportano questa parola e neppure l’amico tedesco Rüdiger Wandelt -
perfetto anglofono - conosce il significato di questo vocabolo. L’amico
Rüdiger può benissimo essere scusato, visto che neanche Wright ci dice
perché l’Amburgo spruzzata argento in alcune località fosse chiamata Creole o Creel. L’insigne
studioso di fine ottocento si limita e suggerire che evidentemente il nome
derivava dalla miscela di nero e di bianco nel piumaggio.
Jeffrey scrive che i barrati dotati di eumelanina e
feomelanina, a seconda delle diverse parlate dialettali USA, ricevono il
nome di Yellow Cuckoos, Creels, Creoles, Cirches, Mackerels.
Un’ipotesi potrebbe essere quella secondo cui crele
non sia altro che la modificazione di creole,
creolo. Vediamo allora cosa s’intende per Creolo
o Crioglio: si tratta di un individuo nato
nell’America Latina da genitori francesi, spagnoli o portoghesi. Nelle
Antille e in alcune regioni dell’America centromeridionale si intende un
meticcio nato da padre bianco e da madre india o negroamericana. Crioglio
viene direttamente dallo spagnolo criollo
(1590),
che significa meticcio, servo nato in casa, derivato a sua volta da criar,
che vuol dire allevare. Creolo è giunto a noi attraverso il francese créole.
Se l’inglese crele è una
trasformazione di creole, tale aggettivo potrebbe indicare un pollo meticcio
derivato dal dorato col barrato, oppure un pollo nel cui mantello si ravvisa
qualche analogia con la pelle rossa o caffelatte dei meticci americani. Ma l’Amburgo
spruzzata argento di Wright è bianconera.
Una seconda ipotesi, più suggestiva della prima, ma anch’essa
da verificare, è che si tratti di una modificazione di mackerel, lo sgombro comune - Scomber
scombrus - che ha diversi sinonimi: scombro, lacerto, maccarello.
Paragonando i due sgombri conosciuti è proprio il maccarello a essere
dotato della barratura trasversale migliore, e maccarello in tedesco suona
in modo del tutto simile a crele,
almeno nella grafia: Makrele.
Anche se l’attribuire al pollo una barratura da pesce
non è una raffinatezza in quanto a mala pena accetteremmo zebrato, l’ipotesi dell’origine etimologica
[1]
di crele dallo sgombro è
confortata dal fatto che un pollo barrato viene spesso identificato col nome
di un altro animale, per lo più di un uccello. Infatti, la colorazione
Cucù e la colorazione Sparviero
non vogliono esprimere altro che piumaggio a barre, caratteristico dei predetti uccelli.
Fig. IV. 20 - Livorno crele
Il pulcino di sinistra, avendo la chiazza occipitale più ampia,
può già essere sessato: è un maschio.
Fig. IV. 21 - Scomber scombrus
È lo sgombro comune, che ha diversi sinonimi: scombro, lacerto,
maccarello.
Lo Sparviero levantino, Accipiter brevipes, che gli inglesi chiamano sparrow-hawk, cioè passerotto-falco, è quello con la barratura al
petto più marcata. Il Falco dell’Europa centrale, Falco peregrinus germanicus, presenta al petto una barratura ben
evidente, con barre che talora assumono una forma a V molto allargata, e il
falco è detto hawk in inglese. Il
Cuculo maggiormente diffuso, Cuculus
canorus, è per lo più grigio con petto chiaro barrato, ma esiste anche
la variante marrone (solo nelle femmine e nei giovani). La femmina marrone
si presenta barrata su tutto il mantello.
Cuculo - Cuculus canorus
Nidiaceo
di cuculo imbeccato da una cannaiola
Acrocephalus scirpaceus - sua madre adottiva
Non facciamoci ingannare dal
Falco cuculo o Falco dai piedi rossi, Falco
vespertinus, il quale non presenta disegno barrato. Solo la sua femmina,
dal ventre omogeneo, ha il restante mantello barrato, in modo così
sostenuto da dare più l’idea di un pagliettato. È ancora dubbio se la
rassomiglianza superficiale di alcuni Cuculidi ai Falconiformi rappresenti
un adattamento allo scopo di intimorire i piccoli uccelli, e se ciò
risultasse vero sarebbe l’unico caso di autentico mimetismo batesiano
inteso a imitare quelle specie che sono temute. Il Cuculo comune plana verso
un nido in modo simile a quello dei Falconiformi e, come abbiamo visto,
appare simile a uno Sparviero per le strisce che gli attraversano il petto.
B
- sex-linked barring |
Legato
al sesso, incompletamente dominante
Gruppo di associazione V - cromosoma Z
Gene
universalmente conosciuto in grado di determinare, per lo più su una piuma
nera, un disegno a barre alternate bianche e nere
-
-
-
-
-
-
-
-
-
- . La
barratura non è ben definita e netta, bensì un po’ sfumata, all’opposto
della barratura autosomica. Questo gene risiede sul cromosoma sessuale
maschile, per cui la femmina è emizigote. Il maschio invece può essere sia
eterozigote che omozigote. Il miglior effetto si estrinseca su una piuma di
piccole dimensioni
- . Le barre più ampie sono
presenti sulle piume di dimensioni maggiori
- .
Il gene B
mostra un chiaro effetto-dose,
indicando una mancanza di compensazione da parte del cromosoma W. La maggior
parte degli studi sul barrato legato al sesso sono stati effettuati sulla
Plymouth Rock con genotipo E/E. Il piumaggio dei maschi adulti B/B possiede
delle strisce bianche più estese rispetto ai maschi B/b+ e rispetto alle femmine B/W, e
gli ultimi due hanno delle barre bianche praticamente di ampiezza uguale a
quelle nere , mentre nel primo caso il maschio omozigote ha
una banda bianca che è larga il doppio di quella nera.
Fig. IV. 22 - Plymouth Rock barrata
Allo stesso modo la presenza di due geni B è in grado di rimuovere l’eumelanina dai
tarsi più di quanto ci riesca un solo gene, e l’azione si
svolge sulle squame.
Il parallelismo e la larghezza delle barre, come pure la
demarcazione netta tra bianco e nero
-
-
-
- ,
sembrano quasi venir determinati da una crescita rallentata delle piume. Perciò gli allevatori
di Plymouth Rock barrata hanno incorporato
il gene K
legato al sesso che condiziona una lenta crescita del piumaggio e hanno introdotto altri geni modificatori che
favoriscono un impiumamento lento.
I pulcini hanno un piumino nero e mostrano una chiazzetta bianca a livello della nuca:
quella dei maschi è più ampia, con bordi meglio definiti rispetto a quella
delle femmine. Al momento della nascita le femmine hanno i tarsi fortemente
eumelanizzati con una netta demarcazione tra il nero e il giallo delle dita,
mentre i maschi hanno dei tarsi chiari e non presentano la caratteristica
demarcazione tra nero e giallo delle sorelle. A causa del diverso
comportamento del pigmento a carico della chiazza occipitale e degli arti
inferiori, i pulcini possono essere sessati con accuratezza all’atto della
schiusa, con sicurezza pari al 98%.
Il gene B è autonomo,
dal momento che trapianti di abbozzi d’ala in embrioni non barrati
rimangono barrati ed esprimono il loro caratteristico effetto-dose. Era
stato ipotizzato che il ritmico controllo della deposizione dell’eumelanina
nella piuma barrata fosse dovuto a qualche fattore diffusibile proveniente
dai melanociti, il quale permetteva la sintesi di pigmento sino a un livello
critico, oltre il quale scattava l’inibizione del pigmento. In altre
parole, la striscia bianca corrisponderebbe alla crescita della piuma
durante l’intervallo di tempo necessario ad allontanare il fattore
inibente. Studi recenti concordano sul fatto che debbano intervenire degli
effetti citotossici dovuti ai metaboliti della tirosina, ma si crede che i
melanociti dei soggetti con gene B siano semplicemente più sensibili all’accumulo dei precursori della
melanina, che tuttavia non trascende i normali livelli. Si sa che tali
precursori hanno un effetto tossico per le cellule pigmentarie se superano i
livelli di guardia. È anche interessante il fatto che il processo di
barratura non è contemporaneo in tutte le piume, poiché ciascun follicolo
si trova in una sua fase di sintesi/non sintesi, per cui la barratura è per
così dire asimmetrica.
L’apice
di tutte le piume barrate inizia
con una striscia nera. I melanociti adiacenti alla striscia bianca
posseggono un’elevata attività tirosinasica e fosfatasica suggestiva per
un’autolisi, attività ben maggiore se paragonata a quella dei melanociti
adiacenti a una striscia nera quando è di turno la sua formazione. La zona
in diretto contatto con la banda bianca è sprovvista di melanociti, in
quanto agli ipersensibili
melanociti B è impossibile migrare in questo punto sin quando l’accumulo
di precursore non sia stato rimosso. Verosimilmente i melanociti b+ sono insensibili all’accumulo
a livello normale dei precursori dell’eumelanina. Anche a livello dell’occhio
il gene del barrato è in grado di ridurre in modo dose dipendente la
quantità di eumelanina.
Il
gene B può agire anche sul fulvo
.
Forme cucù fulvo sono
regolarmente osservate. Punnett e Pease, che hanno studiato questa
colorazione nella PR barrata oro (1928),
sono giunti alla conclusione che, come nei soggetti barrati in nero, è in
causa un gene del barrato legato al sesso. Tuttavia, siccome il gene della
barratura nei soggetti feomelanici non determina la chiazza occipitale in
parecchi pulcini con piumino fulvo o marrone, mentre si tratta di un’azione
caratteristica del gene quando è attivo sul nero, i due studiosi sono
giunti alla conclusione che nei feomelanici il gene della barratura non è
lo stesso di quello classico, ma
un suo allele, che differisce un po’ nell’intensità d’azione. Sembra
tuttavia probabile che la mancanza di una bella definizione della barratura
nel piumaggio feomelanico - sia nei pollastrelli che negli adulti - possa
essere dovuta a un’incompatibilità generale tra la feomelanina e la
massima espressività di certi disegni a carico della piuma.
Un esempio ci è fornito dal pagliettato, che per l’Amburgo
pagliettata argento deve agire anche sulla coda, mentre nella varietà oro
è forzatamente stabilita una coda nera da parte dello standard. Ovviamente
quest’incompatibilità tra feomelanine ed espressione del disegno avrebbe
bisogno di un’interpretazione biochimica, e già sappiamo che i granuli di
feomelanina sono di dimensioni minori rispetto a quelli di eumelanina. Ma
questo è puramente un dato morfologico, anche se microscopico.
L’allevatore sa per esperienza che l’effetto di B
sulle colorazioni di base non-E è molto variabile. In linea generale le
piume nere risultano barrate, ma l’espressione del barrato sulle piume
feomelaniche è imprecisa, come nel caso del Combattente Inglese Antico crele. Sono state sviluppate delle varietà barrato rosso, come la Gold
Barred Rock e la Gold Barred Basca.
Negli sfondi feomelanici l’espressione della chiazza occipitale è più
variabile, come abbiamo già sottolineato, e si accentua solo nei pulcini
con capo più scuro. Il barrato si esprime sul piumaggio blu, anche se in
modo impreciso, e questo spiega la scarsa popolarità del blu barrato.
Sono osservabili anche delle varietà a tonalità nera
più chiara rispetto ai soggetti cucù di abituale riscontro: si tratta del cucù argentato
-
- , molto frequente nella Marans.
Le galline nane vendute al mercato mettono in evidenza
come il gene cucù comporti grandi possibilità di espressione genica, per
intervento di geni modificatori o per una robustezza
maggiore o minore del gene.
Non tutti i soggetti cucù presentano il disegno
desiderato, e questo accade perché sono in gioco dei geni modificatori. Le
barre possono essere nette come nella Plymouth Rock che si
presta ottimamente a questo disegno, e in questo caso è molto espressivo l’aggettivo
francese tranchant
[2]
riferito al barrato, cioè tagliato con una trancia, oppure le barre possono
presentarsi confuse. A questo proposito vale la
pena di ripetere quanto appena espresso: l’accumulo di geni modificatori è uno modo attraverso
il quale gli allevatori cercano di ottenere i migliori risultati sul colore
e sulla sua distribuzione. Tutti i Plymouth Rock barrati hanno il gene B,
ma solo alcuni presentano una barratura netta ed evidente, mentre in altri
essa è così indistinta da farli apparire fumés.
A partire dal 1920, quando lo standard di questa razza limitò a 2
le
varietà ammesse, una con ampie barrature bianche - barratura aperta -, l’altra
con bande strette, gli allevatori hanno cominciato a produrre le 2
varietà
quasi su ordinazione. Tutti gli individui possedevano lo stesso gene della
barratura, ma presentavano una diversa quantità di geni modificatori.
Fig. IV. 23 - Marans cucù
Quanto sia talora difficile ottenere un bel soggetto barrato possiamo arguirlo dalla lettera che William Plant mi inviò il 24-9-1994. Questo appassionato studioso e allevatore australiano si dedicò alla Cocincina nana a partire dal 1965, e la sua passione consisteva appunto nella varietà barrata. Ecco cosa scrisse sapendo della mia recente visita a Utrecht in occasione di Ornithophilia 1994:
“Attualmente sto indagando per comprendere perché non si riesce a
ottenere una bella barratura eccetto che nella Plymouth Rock. Penso che il
nocciolo del problema risieda in qualcosa di diverso dalla crescita lenta e
rapida della piuma. Ho scritto a Fred Jeffrey esponendogli questa mia
supposizione, ed egli mi ha risposto che la questione non è assolutamente
semplice e mi ha anche riferito che quando visitò la mostra di Colonia nel
1980 ebbe la fortuna di poter ammirare delle Livorno barrate belle come una
Plymouth Rock. Io suppongo che, pur essendo Tedesche, avessero degli
antenati Olandesi.”
Si sono attribuite cause diverse alle variazioni del
barrato, ma pare che la causa fondamentale sia rappresentata dalle variazioni della velocità di crescita della piuma.
Le piume presentano una crescita lenta durante le prime 2-3 settimane di
vita, poi la velocità aumenta considerevolmente col risultato di un
vessillo barrato e un iporachide a disegno indistinto
a causa della sua struttura anatomica. Si è potuto dimostrare che la lenta
crescita determina la miglior barratura. I geni di impiumamento rapido
determinano una miglior pigmentazione nera ma con una separazione tra nero e
bianco che non è netta e stagliata. Queste affermazioni sono fortemente
suggestive per indurre a pensare che i soggetti cucù posseggono sì il gene
del barrato, ma una crescita troppo rapida della piuma, la quale, unita ad
altri fattori, è la causa di un disegno indistinto a carico del vessillo.
Allo stesso modo i maschi crele,
che sono dei barrati rossoneri, presentano una scarsa penetranza del
barrato, dovuta almeno in parte alla rapidità d’impiumamento.
Il ritmo con cui si genera la striscia nera dipende dalle
sostanze che comportano un’inibizione della melanogenesi. Come già
specificato, è la tossicità dei precursori a inibire i melanociti, per cui
il momento critico in cui la melanogenesi va in
tilt dipende dal lasso di tempo trascorso dall’inizio della
pigmentazione, lasso durante il quale i melanociti hanno raggiunto la
massima intossicazione.
Se la barratura inizia in modo sfasato ai due lati della
piuma, ne risulta una piuma barrata in modo incrociato, con una barra nera
giustapposta a una bianca. L’aspetto che ne deriva, se anche la
quantità di pigmento è insufficiente, è quello di un soggetto tendente al
marrone.
Essendo legato al sesso, e quindi al cromosoma Z, questo
carattere si esprime meglio nei galli omozigoti. La gallina presenta pur
sempre il colore cucù, che può definirsi come cucù scuro,
spiegato facilmente dallo stato emizigote per B.
Per ulteriori dati a
completamento di quanto esposto sul gene B, si vedano nel II
volume
i seguenti capitoli:
XIV
- 8.1. - Dominanza e recessività
Il
gallo omozigote B/B presenta un colore cucù più chiaro della gallina.
Accoppiato con una gallina B/W darà 100% di discendenti B/B e B/W.
Maschio
barrato omozigote |
Femmina barrata | ||
B/B |
B/- |
||
B = barrato legato al sesso | |||
50%
maschi barrato chiaro 50% femmine barrato scuro 100% soggetti barrati |
gameti femminili |
||
B | - | ||
gameti maschili |
B | B/B | B/- |
B | B/B | B/- |
Maschio
barrato omozigote |
Femmina nera | ||
B/B |
b+/- |
||
B = barrato legato
al sesso b+ = assenza di barrato |
|||
50%
maschi barrato scuro 50% femmine barrato scuro |
gameti femminili |
||
b+ | - | ||
gameti maschili |
B | B/b+ | B/- |
B | B/b+ | B/- |
Il colore dei galli cucù scuro e delle galline cucù è
la stessa: infatti B si esprime allo stato eterozigote in ambo i sessi, per
cui l’influenza sul piumaggio è identica.
Maschio barrato scuro |
Femmina barrata | ||
B/b+ |
B/- |
||
B = barrato legato
al sesso b+ = assenza di barrato |
|||
25%
maschi barrato chiaro 25% maschi barrato scuro 25% femmine barrato scuro 25% femmine nere |
gameti femminili |
||
B | - | ||
gameti maschili |
B | B/B | B/- |
b+ | B/b+ | b+/- |
Maschio nero | Femmina barrata | ||
b+/b+ |
B/- |
||
B = barrato legato
al sesso b+ = assenza di barrato |
|||
50%
maschi barrato scuro 50% femmine nere |
gameti femminili |
||
B | - | ||
gameti maschili |
b+ | b+/B | b+/- |
b+ | b+/B | b+/- |
Secondo quanto preteso da certi
standard, alcuni allevatori sono alla ricerca di galli cucù scuro per
poterli appaiare alle femmine. Ciò è da evitare perché contrario alla
ricerca sull’omogeneità genetica di una varietà. Infatti tali galli sono
degli eterozigoti. Però, se a taluni piace l’uniformità del piumaggio
nei due sessi, così sia!
Con l’impiego di riproduttori neri ben selezionati si possono ottenere soggetti con barre nero intenso dai riflessi verdi. Naturalmente l’abilità dell’allevatore sta nel riconoscere il nero giusto, e ciò è reso più facile disponendo di un soggetto interamente nero anziché basandosi sul nero osservabile solo sulle barre. Carefoot ha notato parecchie femmine dotate di barre blu porpora interposte a barre nere verde scarabeo. Questa barratura particolare non deve essere confusa con le barre porpora spesso osservabili nel nero esteso, in quanto si tratta di vere barre delle stesse dimensioni di quelle verdi.
Per cui, a determinare una bella
barratura e a ovviare a questo inconveniente non dovuto al gene B,
probabilmente intervengono geni modificatori minori in grado di aiutare il
gene del barrato a inibire il nero, oppure capaci di aggiungere sulla barra
bianca il tocco di azzurro decisamente auspicabile secondo alcuni.
Naturalmente è molto più agevole ottenere soggetti con il bianco azzurrato
disponendo di maschi omozigoti per B, con barra bianca larga il doppio, in
cui il bianco è facilmente definibile nelle sue caratteristiche. A cosa
sarebbe dovuto questo azzurro? A parer mio non si tratta d’altro che di un
interruttore del pigmento che funziona gradualmente come un reostato, e non
come un tutto o nulla.
Sempre Carefoot suggerisce un metodo molto pratico nel
pronosticare una bella barratura nel Plymouth Rock adulto: basta osservare
le ultime due remiganti primarie del piumaggio giovanile. Se esse sono
barrate in modo eccellente, anche la barratura del mantello adulto sarà
eccellente, altrimenti l’adulto sarà barrato in modo insoddisfacente.
Le femmine nere che scaturiscono dagli incroci volti a
ottenere una barratura identica nel maschio e nella femmina, presentano
becco nero e tarsi scuri. I tarsi scuri rappresentano il problema maggiore
quando si desiderano dei barrati di elevata qualità, in quanto, come nelle
varietà nere a tarsi gialli, è richiesto un bel nero anche nell’iporachide,
altrimenti si corre il rischio di non osservare una bella barratura in
questa sede e nel piumino. Per fortuna il gene del barrato permette alla
razza Plymouth Rock di avere le caratteristiche richieste dallo standard, in
quanto in essa la mutazione B inibisce in modo soddisfacente la deposizione
di eumelanina anche a livello di becco e tarsi.
Tuttavia un solo gene non è in grado di raggiungere
pienamente questo risultato e lascia qualche traccia di nero in tali sedi.
Sono i maschi chiari, quelli omozigoti, a possedere becco e tarsi chiari.
Nel caso si voglia selezionare il barrato con uguale estensione nei due
sessi, è necessario scegliere continuamente quei soggetti dotati di zampe
più gialle e iporachide più nero. È un’impresa quasi titanica.
Basterebbe accettare l’omozigosi nel maschio, che credo sia molto
piacevole e in grado di conferire al suo corpo un senso di leggerezza che la
femmina non possiede. Si tratta di punti di vista, di giochi per adulti, i
quali vogliono dimostrare le loro doti ma che trascurano ciò che di bello
la genetica è in grado di offrire. A mio avviso un maschio chiaro suscita
il senso di leggerezza e di spinta verso l’alto come lo fa un arco gotico.
Paragonerei la femmina a un arco romanico a causa del senso di chiusura che
il suo mantello suscita, e oserei definirlo tetro. Nessuno si sognerebbe mai
di affermare che l’arco romanico è più bello del gotico, o viceversa.
Sono due espressioni artistiche ispirate a concezioni della vita
diametralmente opposte.
L’effetto generale di una bella barratura viene
nettamente migliorato quando le piume sono rettilinee, strette e con apice
tendente al rettangolare, in quanto le piume strette danno una sensazione di
incremento della barratura a causa della ridotta estensione in senso
laterale, mentre una piuma rotondeggiante tende a guastare il barrato coi
suoi bordi curvilinei.
Il gene B inibisce il
deposito di melanina dermica ai tarsi, alle unghie e al becco,
che sono colorati in bianco rosato o in giallo, seguendo l’influenza sul
deposito cutaneo di xantofille esercitata dalla serie allelica W+/w.
Strabiliante è l’etimologia
di Plymouth Rock. Strabiliante perché per conoscere la verità bisognerebbe
interpellare direttamente il Dr J.C. Bennett che per la prima volta nel 1949
appioppò
questo nome a un pollo che era un po’ come un’insalata russa: Cochin,
Dorking, Malese, Sangue Indiano
Selvatico. Questo nome passò nell’oblio e l’attuale razza non ha
nessun nesso con il pollo di Bennett. Il primo soggetto PR - derivato da un
figlio di Giava Nera e di un Asiatico (Cochin?) accoppiato con una Brahma
bianca - fu esposto da D.A. Upham di Wilsonville, Connecticut, alla mostra di
Worcester (Massachusetts) che si tenne nel 1869. Il prototipo era frutto dell’abilità di Joseph
Spaulding di Putnam, Connecticut. La colorazione e il tipo vennero fissati
nel ceppo più famoso, il ceppo Essex, solo 9 anni dopo l’esposizione.
La colorazione bianca della Plymouth Rock fu introdotta solo nel 1880 e la fulva fu ammessa nello standard nel 1893. Brown non spende una parola circa l’etimologia della razza, cui dedica preziose righe il nostro Pascal:
“Il nome di questa razza del Nuovo Mondo, tradotto letteralmente in
italiano, suona rocca di Plymouth, ma difficilmente si verrebbe a capo dell’etimologia
di questo nome stravagante e fantastico, se non si sapesse che gli
americani, in tutte le loro manifestazioni, si servono sempre della réclame; ora la stranezza di un nome attira l’attenzione del
pubblico, e quindi un siffatto nome costituisce per se stesso una réclame
del miglior genere. Ma d’altronde il sostantivo roccia
indica che la struttura dell’animale è massiccia e pesante: che questo
animale roccioso sia piuttosto di Plymouth (città degli Stati Uniti)
anziché di un’altra località, non si può spiegare, giacché la città
non ha nulla a che vedere colla razza, dunque, come per la Dominìca, anche
per la Plymouth, abbiamo due nomi dovuti alla fantasia degli allevatori
americani.”
A proposito della Razza della Dominica, che oggi chiamiamo Dominicana, Pascal è preciso:
“In tutti i modi, sia come si vuole, è certo che l’isola della Dominica, situata nel gruppo delle piccole Antille, non ha nulla a che vedere colla denominazione della razza. È questa indubbiamente la razza nazionale per eccellenza degli americani del Nord, essa merita tutti gli elogi possibili ed immaginabili come gallina pratica. Certamente la prima razza nazionale degli americani è raccomandabile sotto tutti i punti di vista, quindi non si esagera nel Nuovo Mondo quando si grida osanna ad un simile prodotto eccezionalmente utile e bello.”
Brown accenna solo di
sfuggita a una sua possibile introduzione negli USA da parte dei Puritani,
senza che peraltro questa notizia potesse essere confermata, e alza le
braccia in segno di resa di fronte al problema della sua origine.
Credo sia più facile parlare dell’Archaeopteryx che di avvenimenti recenti.
L’amico Frank Fogarty di Taree
(NSW - Australia)
attraverso un paziente lavoro di selezione, sotto la guida di Sheridan
(Ricercatore del Dipartimento di Agricoltura del NSW)
e con la consulenza di Carefoot, si è messo in testa di trasferire il
barrato per antonomasia, quello della Plymouth Rock, nella Cocincina nana,
nella quale il disegno è un cucù, quindi un po’ confuso. Iniziò la sua
avventura nel 1985
accoppiando
un maschio omozigote di PR nana con femmine Cochin nere, un gallo Cochin
nero con femmine PR nane ovviamente eterozigoti per B, cioè emizigoti. Dopo
6 anni era pronto a incrociare fratelli e sorelle, anni nei quali, oltre a
selezionare per il barrato, aveva dovuto ricostruire il tipo
della Pekin.
A distanza di 10 anni ho avuto il piacere di vedere una
Cocincina nana che è barrata nel vero senso della parola
- , un barrato che non è più il barrato di un tempo, denominato barrato
aperto, cioè con strisce nere e bianche meno sottili e quindi diverse
da quelle della PR. Ciò è dovuto senz’altro a differenze strutturali a
carico del piumaggio delle due razze, soffice per la Cochin, compatto per la
PR, senza escludere l’intervento di fattori che influenzano la rapidità
di crescita della piuma. Il barrato di Fogarty è un barrato chiuso, non
serrato come quello della PR ma degno di competere con questo. Fogarty non
ha fatto null’altro, a parer mio, che trascinare nella Pekin quei geni
modificatori posseduti in esclusiva dalla PR, e che ora non sono più di suo esclusivo
appannaggio. Ma Frank non ha ancora finito la sua selezione, e tra qualche
anno vedremo qualcosa di eccezionale.
Bsd
-
sex-linked dilution |
Legato
al sesso, dominante su B e allele di B
Gruppo di associazione V - cromosoma Z
È
stata descritta da Munro (1946) una mutazione strettamente
correlata al barrato legato al sesso, detta diluizione legata al sesso,
dovuta a un allele di B, oppure a una mutazione strettamente vicina a questo
gene. Nel 1960 Van Albada & Kuit isolarono tale mutazione e i loro
dati suggerirono trattarsi di un allele dominante su B. Si propose il
simbolo Sd, ma non ebbe seguito.
Il rapporto di dominanza è il
seguente: Bsd > B > b+.
Munro ha attribuito la mutazione
Bsd come trattarsi di un tipo di blu ben fissato dalla
selezione, dal momento che le femmine emizigoti presentano un piumaggio blu
chiaro e un barrato come i maschi eterozigoti, anche se, a dire il vero, i
maschi omozigoti riflettono un effetto-dose e sono essenzialmente bianchi,
simili a soggetti bianco dominante, dai quali differiscono per essere
epistatici sulla feomelanina, mentre il bianco dominante lo è a fatica.
In diverse razze e in molte
varietà il disegno d’origine autosomica mostra spesso delle differenze
tra i sessi, il cui motivo principale risiede nella struttura sessualmente
dimorfica della piuma, indotta a sua volta dagli estrogeni.
La differenza morfologica a carico delle piume dovuta al
sesso viene rimossa dal gene Hf, che costringe il piumaggio maschile a
somigliare strettamente a quello femminile, determinando così dei maschi travestiti,
che oggi in campo umano sarebbero molto à
la page.
Secondo le attuali vedute sono implicati gli estrogeni, in
quanto Hf induce un aumento della loro concentrazione nel distretto cutaneo.
Oltre a cause ormonali, intervengono anche i genotipi del locus E,
dal momento che il disegno si esprime in maniera differente quando la
colorazione di base è simile oppure è sessualmente diversificata.
Interessante il dato riferito da
Hollander: quando più di 70 anni fa T.H.Morgan sottopose a castrazione dei
galli con piumaggio da gallo, si
verificò la perdita di buona parte dell’orlatura, e il risultato finale
fu un piumaggio quasi uniformemente dorato.
Sia Serebrovsky nel 1926,
che Henderson nel 1956, hanno cercato di spiegare l’espressione
omocromatica di alcuni disegni nei due sessi come dovuta a un solo gene,
siglato Hc - Homocromous -, cui si attribuì l’azione permissiva dell’orlato
nei maschi non dotati di piumaggio gallina. Successive ricerche hanno
mostrato che non è assolutamente così, e non è il caso di fare una
carrellata di quanto esposto a proposito dei vari disegni sinora analizzati.
Solo per rinfrescare la memoria, e per convincerci dell’inesattezza della
teoria espressa dai due studiosi, basti ricordare che su colori di base
non-E il gene Co permette l’espressione dell’orlo semplice sul ventre
del piumaggio maschile, anche se la completa espressione dell’orlo
richiede la contemporanea presenza di Ml.
Sempre sugli stessi colori di base non-E, l’altro
restrittore dell’eumelanina Db non permette l’espressione del disegno
nel maschio, poiché gli procura una coda nera tipo columbia. Al contrario,
ambedue i geni Co e Db conducono a disegni nelle piume con sfondo tipo-E, di
concerto con geni del loro particolare gruppo d’interazione. Esempi sono
la Polish argento e fulva orlata, nonché la Fayoumi barrata.
Perciò, la chiave dell’espressione dell’omocromatismo
dei disegni nei due sessi è
il risultato di un’appropriata combinazione di molti geni, e dell’ambiente
in cui vive il follicolo, condizionato dall’ormone sessuale.
Fig. IV. 24 - Idealizzazione di alcuni disegni su base autosomica
[1] Dire origine etimologica è quasi come dire bella calligrafia. Non parliamo di quando le nostre orecchie vengono trafitte da brutta calligrafia. Crele, e tutte le altre elucubrazioni etimologiche che vi propino, vogliono solo far giustizia delle terminologie scorrette causa di confusione. Gli aggettivi perniciato e pluriorlato ne sono un esempio fin troppo chiaro. - Il greco étymos significa vero, verace, per cui etimologia = dire il vero. In greco kalós significa bello, kakós significa brutto, cattivo. Brutta calligrafia va girato o in cacografia (come cacofonia = cattivo suono) oppure in brutta grafia. Concedetemi, solo per questa volta, di scrivere origine etimologica, altrimenti non avrei avuto alcun aggancio per esibire questo ennesimo sfoggio di cultura.
[2] I nostri Cugini d’oltr’Alpe sono sempre stati maestri nel coniare aggettivi che potessero rendere l’idea immediata di quanto si vuol significare. Per rimanere in campo ornitologico, quando la valvola cardiaca mitrale, perché bicuspide come una mitria vescovile, si rinserra a causa di un reumatismo articolare acuto, si verifica la stenosi mitralica. Ascoltando il cuore si sente un ritmo a tre tempi, non a due tempi come giustamente espresso dall’accompagnamento nella canzone Cuore cantata da Rita Pavone. In questa canzone l’accompagnamento fa tum-ta, equivalenti a primo e secondo tono. Nella stenosi mitralica il ritmo è ta ta-ta e i Francesi l’hanno denominato rythme de rappel, ritmo di richiamo. Ma richiamo di cosa? Provate a interrogare un neolaureato. Può darsi vi risponda esattamente, dicendovi che si tratta del richiamo del maschio della quaglia rivolto alla femmina, che suona come un distinto qua qua-qua, il primo qua staccato dagli altri due, e il cuore fa ta ta-ta proprio come fa il maschio della quaglia.