Lessico


Paolo Morigia

Nato a Milano nel 1525, dove morì nel 1604, appartenne all'ordine dei Gesuati fondato dal beato Giovanni Colombini, ordine di cui fu nominato quattro volte superiore generale e, con l’approvazione della Santa Sede, ne riformò gli statuti.

Storico, le sue opere vennero giudicate da Girolamo Tiraboschi (gesuita, storico della letteratura ed erudito italiano, 1731-1794) come assolutamente mancanti di spirito critico. Tuttavia, esse raccolgono dati interessantissimi per la conoscenza della storia del suo tempo, frammisti a notizie favolose e puerili che attestano l’estrema credulità del Morigia.

Morì a Milano nel 1604 e venne sepolto nella chiesa di San Girolamo. Da un epitaffio posto sulla sua tomba da Giorgio Trivulzio, conte di Melfi, si desume che il Morigia aveva composto sessantun opere.

Ma lo storico ed erudito Filippo Argelati (1685-1755) nella sua Bibliotheca scriptorum mediolanensium ne cita solo quarantacinque, alcune delle quali manoscritte. Gli scritti del Morigia spaziano dalla Istoria dell’origine di tutte le religioni (Venezia,1569) che fu anche tradotta in francese (Parigi 1578) ed è una storia superficiale dell’origine degli ordini religiosi; alla Historia dell'antichità di Milano (Historiae urbium et regionum Italiae rariores, Venezia 1592), una raccolta dei racconti popolari e delle favole più accreditate nel milanese; fino alla Istoria della nobiltà et degne qualità del lago Maggiore (Milano, 1603).

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La pitta di Teodolina
con 12 - docici - pulcini

Il Dizionario della lingua italiana di Niccolò Tommaseo e Bernardo Bellini (1865-1879) riferisce che pitta equivale a gallina: s. f. Per Gallina è voce fanciullesca, ma su per la Montagna pistojese lo dicono anche gli adulti. In dialetto valenzano (Valenza – AL) e nelle aree circostanti si usa pita con una sola t per indicare la chioccia. Potrebbe trattarsi di un vocabolo di origine onomatopeica che rispecchia il continuo petulante richiamo emesso della chioccia ai suoi pulcini. Che pita indichi petulanza lo conferma ciò che si dice a una persona noiosa: Fa nijnta la pita – Non fare la chioccia ~ A t'è nuius acmé na pita – Sei noioso come una chioccia. 

Da non confondere la pitta di Morigia con pitta (voce di origine telugu, lingua dravidica parlata nell'India centro-orientale) che identifica un genere di uccelli passeriformi con una ventina di specie diffuse in Africa, Asia e Australia, come per esempio la Pitta del Bengala, Pitta brachyura.

La notizia degli inesistenti 12 pulcini, che in realtà sono 7, è stata desunta da pagina 305 di Ornithologiae tomus alter (1600) di Ulisse Aldrovandi che si è fidato di Morigia, il quale ne scrisse nella sua Historia dell'antichità di Milano (1592).

Aldrovandi abitava a Bologna, distante 203 km in linea d'aria da Monza dove la chioccia è conservata, per cui non si può pretendere che Ulisse si recasse a Monza per verificare il numero di pulcini.

Paolo Morigia abitava a Milano, a 14 km in linea d'aria da Monza (lui specifica 10 miglia), ma non si prese la briga di bearsi gli occhi con questo manufatto altomedievale. è proprio vero ciò che scrisse di lui Girolamo Tiraboschi: le sue opere sono assolutamente mancanti di spirito critico. Se non bastasse, l'Enciclopedia Biografica Universale Treccani (2007) aggiunge: scrisse moltissimo, accompagnando a un'estrema credulità la cura di raccogliere il maggior numero possibile di notizie e fatti.

Io aggiungerei: gli antichi aforismi sono sempre veri.

Chi troppo vuole nulla stringe!

Paolo Morigia è stato corretto in una cosa.
Nel 1592, quando aveva 67 anni,
nella Historia dell'antichità di Milano
ha utilizzato la stessa immagine di quando aveva 33 anni
ma ha tolto la didascalia dalla cornice perché di anni ne aveva 67.

Ecco la stessa immagine utilizzata nel 1559
contenuta in una sua opera di carattere religioso.

Gesuati

Gesuati deriva dal nome di Gesù Cristo. Ordine religioso (anche Chierici apostolici di San Girolamo), fondato nel 1360 dal beato Giovanni Colombini per l'esercizio delle opere di misericordia, nell'osservanza di una rigorosa penitenza. Si diffusero in Italia e dal 1425 anche in Francia, segnalandosi per l'eroica assistenza ai malati in caso di epidemie. Decaddero nel sec. XVII e papa Clemente IX li soppresse (1668). Accanto a loro visse l'ordine femminile delle Gesuate, fondato nel 1367 da Caterina Colombini ed estintosi nel 1872.

Giovanni Colombini

Ricco commerciante nativo di Siena (1304-1367), dopo aver letto la vita di Santa Maria Egiziaca, elargì gran parte dei suoi beni ai poveri e si dedicò alla preghiera, raccogliendo attorno a sé molti discepoli, chiamati popolarmente Gesuati. Sospettato di eresia dall'Inquisizione, fu scagionato da Urbano V (1367). Gregorio XIII lo inserì nel Martirologio Romano e Paolo V ne concesse il culto liturgico alla città di Siena (31 luglio) e ai Gesuati. Le sue Lettere per ardore mistico sono inferiori solo a quelle di Santa Caterina e restano tra gli esempi insigni della prosa del Trecento.

Girolamo Tiraboschi

Storico della letteratura ed erudito italiano (Bergamo 1731 - Modena 1794). Gesuita, insegnò eloquenza nella milanese Accademia di Brera; chiamato nel 1770 dal duca Francesco III a dirigere la Biblioteca Estense di Modena, si dedicò a numerosi lavori di erudizione (Vita di Fulvio Testi, 1780; Storia dell'augusta Badia di San Silvestro di Nonantola, 1784-89; Memorie storiche modenesi, 1793-95). Acquistò fama con la Storia della letteratura italiana (1772-82). Opera monumentale, la Storia di Tiraboschi cerca l'accertamento scrupoloso dei fatti, perseguito con tale probità culturale da fare tuttora dell'opera una miniera di notizie preziose e di prima mano.

Girolamo Tiraboschi

Girolamo Tiraboschi (Bergamo, 18? dicembre 1731 – Modena, 9? giugno 1794) è stato uno storico, bibliotecario, gesuita, erudito italiano. All'età di 15 anni entrò nella Compagnia di Gesù e frequentò i collegi di Monza e Genova. Nel 1755, dopo avere insegnato in qualche scuola di provincia, fu chiamato alla cattedra di Retorica nel collegio dei gesuiti di Brera, nella sede dell'attuale Accademia di Belle Arti di Brera. Qui si dedicò spontaneamente anche al riordino della biblioteca, la futura Biblioteca Nazionale Braidense. La fama di erudito aumentò per la revisione del vocabolario di Mandosio (1682-1736) e soprattutto per una monumentale opera riguardante gli Umiliati (Vetera Humiliatorum monumenta annotationibus, ac dissertationibus). Nel 1770 venne pertanto chiamato dal duca di Modena Francesco III d'Este alla direzione della Biblioteca estense come successore dello Zaccaria e di Ludovico Antonio Muratori. Tiraboschi rimase a Modena per il rimanente della sua vita.

A Modena nel decennio 1772-1782 riuscì a realizzare la monumentale Storia della letteratura italiana in 13 volumi, la prima opera completa che sia stata dedicata all'argomento. Tiraboschi continuò a curare a lungo quest'ultima opera tanto da far uscire una nuova edizione in 16 volumi nel periodo 1787-1794. Continuò inoltre l'attività di ricerca erudita in genere su argomenti di storia locale, per i quali era più facile controllare i documenti del passato, con la conseguente pubblicazione della storia dell'Abbazia di Nonantola e del Dizionario degli stati estensi, pubblicato postumo in due volumi. Fra le opere erudite riguardanti letterati del passato sono importanti la vita di Fulvio Testi e l'opera del poeta cinquecentesco Giovanni Maria Barbieri. Molto importante fu inoltre la sua attività di editore del "Nuovo giornale dei letterati d'Italia", a cui collaborarono fra altri Saverio Bettinelli e Clementino Vannetti; il periodico venne inteso come un aggiornamento continuo della "Storia della letteratura italiana", che si arrestava per l'appunto al Settecento.

Opere

De patriae historia, Milano 1760;
Vetera Humiliatorum monumenta annotationibus ac dìssertationibus prodromis illustrata, 3 vol, Milano, 1766-68;
Storia della letteratura italiana, Modena, I edizione in in 13 volumi, 1772-1782; II ed. rivista e ampliata, in 15 volumi, più un sedicesimo che contiene l'indice generale, 1787-1794;
Vita del Conte D. Fulvio Testi, Modena, 1780;
Biblioteca modenese ovvero notizie della vita e delle opere degli scrittori nati negli stati del duca di Modena, 6 volumi, Modena, 1781-1786;
Notizie biografiche e letterarie in continuazione della Biblioteca modonese, Reggio, 1796 [8]
Della pittura e della statua di Leonbatista Alberti, Milano, 1804[9]
Storia dell'augusta abbazia di San Silvestro dì Nonantola, aggiuntovi il Codice Diplomatico della medesima illustrato con note, 2 volumi, Modena, 1784-1789;
Notizie de' pittori, scultori, incisori, architetti natii degli stati del duca di Modena, Modena, 1786;
Notizie della Confraternita di San Pietro Martire in Modena, Modena, 1789;
Riflessioni sugli Scrittori Genealogici, Padova 1789;
Dell'origine della poesia rimata, opera di Giammaria Barbieri modenese, pubblicata e con annotazioni illustrata dal cav. ab. Girolamo Tiraboschi, Modena 1790;
Memorie storiche modenesi col Codice Diplomatico illustrato con note, 3 volumi, Modena, 1793-1795;
Dizionario topografico storico degli stati estensi, Modena, 1824-5 (postumo).

Girolamo Tiraboschi

Girolamo Tiraboschi (December 8?, 1731 - June 3?, 1794) was an Italian literary critic, the first historian of Italian literature. Born in Bergamo, he studied at the Jesuit college in Monza, entered the order, and was appointed in 1755 professor of eloquence in the University of Milan. Here he produced (1766-1768) Vetera humiliatorum monumenta (3 vols), a history of the extinct order of the Humiliati, which made his literary reputation.

Nominated in 1770 as librarian to Francis III, duke of Modena, he turned to account the copious materials there accumulated for the composition of his Storia della letteratura italiana. This vast work, in which Italian literature from the time of the Etruscans to the end of the 17th century is traced in detail, occupied eleven years, 1771-1782, and the thirteen quarto volumes embodying it appeared successively in Modena during that period. A second enlarged edition (16 vols) was issued from 1787 to 1794, and was succeeded by many others, besides abridgments in German, French and English. Tiraboschi died at Modena on 3? June 1794, leaving a high reputation for virtue, learning and piety. Tiraboschi also wrote, among many other works:

Biblioteca modenese (6 vols, 1781-1786)
Notizie de' pittori, scultori, incisori, ed architetti modenesi (1786)
Memorie storiche modenesi (5 vols, 1793-1794)

He edited the Nuovo giornale dei letterati d'Italia (1773-1790), and left materials for a work of great research entitled Dizionario topografico-storico degli stati estensi (2 vols, 1824-1825).