Lessico


Serapide

Serapide - Musei Vaticani

Dio egizio creato (o adottato e imposto al culto) in epoca tolemaica. È una figura composita rispondente al sincretismo religioso greco-egizio favorito dalla politica dei Tolomei.

Forse il suo nome nasce dalla fusione di Osiride e Api, il dio egiziano venerato sotto le spoglie di un toro (secondo un metodo tradizionale egiziano, la “fusione di dei” o teocrasia); sta di fatto che, come Osiride, è messo in relazione con Iside e col mondo dei morti.

L'aspetto di re dei morti l'ha fatto talvolta identificare al greco Plutone; ma era anche identificato con Zeus, con Dioniso e con altre divinità. In realtà è un dio “panteistico” che poteva assumere i caratteri di ogni divinità politeistica.

Trovò diffusione soprattutto come “salvatore” nei casi di emergenza e come “guaritore”. Il tipo più antico è quello della statua di culto del serapeo di Alessandria, attribuita a Briasside e nota da numerose copie e rielaborazioni. Il dio, barbato e con lunghe chiome, è seduto in trono e vestito di chitone e mantello; la destra regge lo scettro, la sinistra poggia sulla testa di mezzo di un Cerbero (il cane degli Inferi, secondo la mitologia greca un mostro a tre o più teste che impedisce l'uscita ai morti, nato da due terrificanti esseri mitici, Echidna e Tifone); sul capo è il modio, simbolo della fertilità.

Modio

Nell'antica Roma, misura di capacità degli aridi equivalente a ca. 9 litri. Anche misura agraria che, sempre nell'antica Roma, equivaleva a un terzo di iugero (unità di misura di superficie agraria pari a 0,252 ha).