Vol. 1° -  V.4.3.

Gallus gallus - Gallo Rosso della giungla

Fig. V. 5 - Emissione speciale per celebrare il XX World’s Poultry Congress
Nuova Delhi - 1996

La scelta è caduta sul Gallus gallus,
nonostante l’India possa vantare il Gallus sonnerati come specie unicamente indiana.

Sua dimora preferita sono le folte foreste, in cui si aggira guardingo, rendendo difficile la sua cattura. Molte Bantam gli somigliano così da vicino che è stato arduo stabilire una sua distinzione dai polli nani. Secondo Jean Robocker, amabilissima allevatrice di Nane Olandesi del Montana, la varietà dorata è quella che fra tutte le Bantam somiglia maggiormente al Gallus gallus.

Una caratteristica comportamentale comune sia al maschio che alla femmina è la silenziosità: ambedue non starnazzano quando vengono catturati o maneggiati e il maschio corteggia la femmina in assoluto silenzio (Bebee 1926, Ripley 1987, Nyunt 1993 - Lehr Brisbin Jr., manoscritto in preparazione). Queste particolarità, unite a quelle peculiari del piumaggio maschile, sono in grado far differenziare un ceppo selvatico da un ibrido.

Fig. V. 6 - Nana Olandese.
Secondo Mrs Jean Robocker - Montana, USA -
questa nana è quella che somiglia più da vicino al Gallo Rosso della giungla
sia per l’aspetto che per le dimensioni.

Evolutionary relationships
of Red Jungle Fowl and chicken breeds
Irina Moiseyeva -  Michael Romanov
2002

Playing chicken with red junglefowl:
identifying phenotypic markers
of genetic purity in Gallus gallus

Un Gallus gallus geneticamente puro
incrociato con una gallina domestica
2007

Genetic evidence from Indian red jungle fowl
corroborates multiple domestication of modern day chicken
2008

Identification of the Yellow Skin gene reveals
a hybrid origin of the domestic chicken

Global diversity and genetic contributions of chicken populations
from African, Asian and European regions
Steffen Weigend
2014

4.3.a. Monogamo o poligamo?

Lo studio comportamentale ha messo in evidenza che la monogamia è assai frequente tra gli Uccelli, mentre è relativamente rara presso i Mammiferi. In alcuni casi, legami stabili possono coinvolgere più individui, estendendosi cioè al di fuori della coppia per comprendere diversi cospecifici di sesso diverso. Quando un maschio si lega a più femmine si ha la situazione di harem [1] . Il formarsi di harem è ampiamente documentato, soprattutto nei Mammiferi e nei Pesci. Nel Tribonyx mortierii, gruiforme rallide proprio della Tasmania, il rapporto è rovesciato in quanto normalmente due maschi si legano a una sola femmina.

Dopo una revisione della letteratura, e dopo il colloquio col Professor Massa, vi confesso che le mie idee circa la monogamia del Gallo Rosso della giungla sono diventate alquanto probabilistiche. Non voglio trasmettere anche a voi quest’incertezza. Cercherò di esporre i dati in modo tale che possiate farvi un’idea di come sia facile in campo naturalistico passare da un’osservazione personale ad un assioma. Spesso uno scienziato che sia veramente tale deve limitarsi a riferire i fatti di sua osservazione, procrastinando sine die, se necessario, l’enunciazione di una legge anche se valida solo in linea generale. Che una legge possa essere valida solo in linea generale è insito nella natura della materia che stiamo trattando.

Se possediamo tante varietà cromatiche del piumaggio lo dobbiamo alle mutazioni. Le mutazioni non riguardano solo fenotipi così facili da osservare, ma riguardano anche il comportamento, che spesso riteniamo dovuto a una scelta dell’anima. Ma l’anima si sostanzia in un supporto organico che è il cervello. Basta la presenza di un cromosoma in più ed ecco che un bimbo è mongoloide. Inoltre, ricordiamoci della seguente equazione:

fenotipo = genotipo + ambiente

A suo tempo affronteremo non solo i comportamenti normali e anomali del pollo, ma cercheremo di entrare più in profondità: quali sono i geni che determinano l’etologia? Da queste premesse risulta chiaro che la monogamia o la poligamia di una specie può essere una scelta determinata da condizioni puramente ambientali. Tralasciando la poligamia umana caratteristica di alcune culture, rimaniamo in Italia: chi direbbe che quel tale, in Sicilia, che aveva 7 mogli, era un italiano? Potrebbe avere ragione Van Gink quando afferma che anche il gallo monogamo per antonomasia, il varius, talora gradisce la compagnia di più femmine. L’eccezione non fa che confermare la regola.

Finsterbusch sostiene che il Gallus gallus è poligamo. Condivide la stessa idea anche il Professor Massa. In letteratura troviamo numerosi studi effettuati sul Gallo Rosso della giungla accompagnato da diverse femmine, per cui questo harem assemblato dall’uomo non viene disdegnato dal gallo. In Van Gink Poultry Painting curato da Van Wulfften Palthe, Van Wulfften scrive che “the red junglefowls are usually monogamous.D’altro canto Van Gink, in De Hoenderrassen, non fa menzione del comportamento sessuale del Gallus gallus, mentre attribuisce la monogamia al varius, ammettendo però che talora si accompagna a 3-4 femmine.

Delacour afferma che il Gallo Rosso della giungla, pur avendo in linea di massima le abitudini del genere cui appartiene, risulta più gregario, poiché si raduna in gruppi più numerosi rispetto alle altre specie selvatiche e i soggetti rimangono più a lungo uniti tra loro.

Arnolds non è categorico circa la monogamia o la poligamia del Gallus gallus. La sua osservazione è molto semplice e indicativa. Se un Gallo Rosso vive in compagnia di parecchie femmine, solo le uova di una femmina risultano fecondate. Lo stesso comportamento, della preferenza a turno di una sola partner, viene riferito da Finsterbusch a proposito del Malese.

Delacour è dell’avviso che il problema della monogamia e della poligamia in seno ai Phasianidae è abbastanza complicato. I soggetti di numerosi generi vivono in isolamento e i due sessi si incontrano quando è giunto il momento di accoppiarsi, come accade per i generi Polyplectron e Argusianus. In altri generi il maschio si accompagna a una o a varie femmine. È interessante notare che la poligamia, o un libero modo d’associarsi, si riscontra tra gli uccelli di tutti gli ordini in cui il maschio è dotato di un piumaggio altamente specializzato dal punto di vista ornamentale. Gli Uccelli del Paradiso ne sono un classico esempio.

Finsterbusch, in un’approfondita analisi del Gallo Arabo, riferisce dati molto interessanti, alcuni dei quali curiosi, come l’infallibile afrodisiaco made in Arabia: miscelare sangue di gallo con miele, mettere sul fuoco [non chiedetemi per quanti minuti, se a bagnomaria, etc, in quanto non ne ho avuto né il tempo né la necessità], quindi spalmare l’intruglio sul pene per aumentare la potenza virile e il piacere. In base a dati storici e letterari, Finsterbusch deduce che il Gallo Arabo è un Bankiva e le attenzioni che esso dimostra per le mogli scaturisce semplicemente dal suo egocentrismo sensuale, che a sua volta è causa dell’istinto battagliero.

4.3.b. Maschio del Gallus gallus

Fig. V. 7 - Gallus gallus

Sommità del capo arancio scuro; mantellina arancio rosso con sfumature arancio dorato, dotata di lunghe lanceolate con fiamma nera e rachide giallo pallido; il nero della fiamma, conformata a lettera V allungata, si estende verso l’apice della piuma senza raggiungerlo. Il petto e l’addome sono neri.

Le scapolari, le piccole copritrici alari e le mediane del dorso sono marrone, più scure al centro della schiena, sfumate in oro arancio dove iniziano le lanceolate del groppone. Le grandi copritrici alari sono nere.

Le remiganti primarie sono nero brunastro dai riflessi verdi e porpora, con barbe esterne rosse. Le remiganti secondarie sono anch’esse nere con riflessi verdi e con la metà anteriore della faccia esterna color castagna, cosicché il triangolo dell’ala è di questo colore.

Le copritrici della coda e le timoniere sono verde bronzo. La coda è portata abbastanza orizzontale a mo’ di fagiano, il cui ricordo si ravvisa anche nell’andatura. Il fiocco bianco posto alla radice della coda è ben evidente. Il sottocoda è nero oleoso. Gli speroni sono lunghi e aguzzi. Si veste di un piumaggio post-nuziale o piumaggio d’eclissi.

Gallus gallus in fase d'eclissi

4.3.c. Femmina del Gallus gallus

Sommità del capo colorata in marrone, che si continua in una larga e mal definita banda intorno alla gola. Le corte lanceolate del collo e la parte superiore della mantellina sono giallo oro, un po’ più aranciate ai lati del collo; ognuna di queste piume ha una striscia nera mediana e un rachide pallido. Il resto della superficie superiore del tronco, incluso il lato esterno delle secondarie, sono marrone color terra finemente arabescate in nero, talora con un disegno così regolare che basterebbe un tocco magico per dar luogo al pluriorlato. Le primarie sono marrone scuro, un tantino più pallide o macchiettate sulla faccia esterna.

La parte bassa ed anteriore del collo è marrone; il petto è di un color salmone che si fa meno intenso all’addome, e le sue penne, dotate di rachide pallido, non sono punteggiate di scuro. I fianchi del corpo, marrone color terra, sono arabescati in nero, coperti da piume anch'esse con rachide pallido. Quelle della coda sono di un nero brunastro; le due timoniere centrali con ambedue i lati, mentre le rimanenti solo con il lato esterno macchiettato di rossastro pallido. Le uova sono bianche sfumate in rosa-crema che talora tende al tannino.

4.3.d. Appendici del Gallus gallus

Becco color corno chiaro per diventare rosso verso la base della mandibola. Occhio rosso aranciato o marrone giallastro. Cresta rosso vivo brillante dentellata in modo regolare. Orecchioni talora rossi e talora bianchi. La distinzione tra le varie sottospecie potrebbe stabilirsi in base al colore e alle dimensioni degli orecchioni, ma questo criterio non è completamente affidabile. Gola rosso-rosata, più pallida della cresta. Dalla gola partono due bargigli rossi e corti. Nella femmina tutti questi colori sono meno accesi, con cresta e bargigli rudimentali. Tarsi piombo pallido o ardesia.

Pulcino di Gallus gallus

 sommario 

 avanti 



[1] Harem è quella parte dell’abitazione musulmana riservata alle donne e ai bambini. L’etimologia è turca, ma di origine araba: haram significa proibito.