Vol. 1° -  IX.7.4.

I polli delle 4 Terre - Vierländer Landhuhn

Ecco lo spunto per una nuova piccola bagarre rompicapo.

Sembra che io ci sguazzi, ma vi giuro che non è così. Giuro.

Nel ricomporre l’epistolario di Plant per farne due volumi, avevo lasciato i puntini di sospensione dove nel manoscritto avevo incontrato il nome della razza di polli che adesso ci terrà impegnati.

Il 19-11-1980 Plant indirizza una lettera a Watson, della fatidica Smithsonian Institution. Dopo avergli contestato che l’osso trovato da Bullock sull'isola La Mocha appartenesse a un Gallus gallus - come era stato impropriamente etichettato - chiede quale potesse essere la razza di polli visti da Roggeveen sull’Isola di Pasqua, in quanto a lui constava trattarsi di una:

«[...] Vierländen (near Hamburg in Germany). However my information tells me there was a breed of Vierländer Landhuhn. This breed is now extinct but it was used to make up a breed called the Ramelsloher [1] in conjunction with the Andalusian

Ottime le ricerche di Plant, anche se nei libri tedeschi da me consultati si parla solo di una rassomiglianza della Vierländer con la Spagnola. O Bill ha peregrinato per anni chiedendo lumi a dritta e a manca grazie all’erronea traduzione in Vierländen di una parola tedesca - cioè Vaterland, dato che Behrens usava il tedesco - oppure si dà il caso che la fonte adottata da Langdon è in errore qualora la razza citata da Plant, la Vierländen, corrisponda al vero.

Il vocabolo inglese Fatherland equivale al tedesco Vaterland. C’è da presumere che anche nel 1722 Madrepatria in tedesco si scrivesse come adesso.

Achim Güntherodt, grazie al quale verso fine agosto del 1996 mi è stato possibile comprendere a fondo il significato di alcuni passi essenziali del testo originale di Behrens, mi dà certezza che egli, nel suo resoconto sulla scoperta dell’Isola di Pasqua, non parla di Padre Terra, in Germania detta Vaterland e che corrisponde al termine inglese di Langdon. In italiano, non per questioni di ostentato femminismo, ma per essere la Terra di genere femminile, diciamo per forza Madre Terra o Madre Patria. Invece, sia in inglese che in tedesco, land è di genere neutro per cui gli si antepone Padre.

Siamo di fronte a uno dei classici busillis.

Non so da dove Plant abbia desunto l’esistenza di un’estinta Vierländer Landhuhn ma, essendo Plant estremamente preciso, c’è da credergli. Il nocciolo della questione sta nel fatto che Plant avrebbe potuto evitare tutto questo stress se, come nella fonte citata da Langdon - Alexander Dalrymple, 1770 - si fosse tradotto Vaterland con Fatherland e non con Vierländen. Il ridicolo sta però nel fatto che Vaterland e Fatherland sono ambedue inventati. Ma anche la pietra dello scandalo è mera invenzione: infatti Vierländen è inventato di sana pianta, oltre che tedescamente scorretto [2] !

Il tradurre un ipotetico Vaterland in Fatherland - anziché in Vierländer - è molto più aderente al vero, in quanto credo che gli avventurieri proprio se ne strafregassero del nome e delle caratteristiche di una razza di polli europei. Inoltre, Métraux è fermamente convinto che la famosa descrizione di Behrens dell’Isola di Pasqua è uno dei documenti più fantasiosi e fuorvianti che possediamo. Ed è vero.

Per gli Italiani tutti i loro polli sono dei Padovani, eccezionalmente dei Livornesi, più raramente ancora sono degli Ancona. Solo noi avicoltori siamo quei pazzoidi a sapere che un tempo in Italia esisteva una Polverara e una Valdarno. Dev’essere accaduto a Behrens ciò che accade alla gente comune: quelli dell’Isola di Pasqua erano polli come quelli che ci sono in Europa. Punto e basta.

Come ho fatto a venire in possesso del testo originale di Carl Behrens, precisamente del X capitolo di Der wohlversuchte Südländer. Reise um die Welt 1721/22 (Leipzig, Brockhaus 1923)?

Credo che Bill Plant sia rimasto maggiormente stressato dai quesiti che gli ho posto tra maggio e giugno del 1996 - quando è stato mio ospite - di quanto lo sia stato dai 3.800 km che gli ho fatto sgommare in caravan attraverso l’Europa Centrale - .

Mentre nell’androne dell’aeroporto di Londra Bill prendeva fiato dopo 21 ore di volo da Sidney, già alle 5 del mattino lo tallonavo con il problema dei Vierländer Landhuhn. Dopo esserci concessi una settimana in Inghilterra, appena rientrati in Italia lo costringevo ad affrontare una volta per tutte il mistero, scrivendo alla Cambridge University Library, alla quale aveva inviato una lettera nel 1979. Mister Lees, Superintendent & Reading Room, il 14 gennaio 1980 gli rispondeva così:

«I have looked at the Hakluyt Society volume published in 1908 to which you refer in your letter but I can find no reference to blue eggs. Roggeveen does say that very few domestic fowls were seen (p.22) but in an appendix - Carl Friederich Behrens' narrative of Roggeveen's visit - there is a reference to "500 live fowls which were like those of the Vierländen" (p.135). I assume that the Vierländen referred to is the agricultural area adjacent to the city of Hamburg. I am sorry that I cannot give you any more positive help.»

Se volevamo controllare che non ci fosse stata una qualche svista nella traduzione del testo originale, Bill doveva ad ogni costo riscrivere alla Cambridge University Library per chiedere il testo originale di Behrens, dato che la fonte citata da Lees e una di quelle citate Langdon circa Vierländen era la stessa: il volume della Hakluyt Society.

La risposta da Cambridge fu quasi immediata: conteneva l’invito a rivolgersi alla British Library di Londra in quanto la copia del testo originale di Behrens si trovava colà, ed erano accluse due pagine, la 134 e la 135, tratte da The voyage of Captain Don Felipe Gonzales ... to Easter Island in 1770-1..., trascritta, tradotta e edita da Bolton Glanvill Corney (Cambridge: Hakluyt Society, 1908). A pagina 135 si trova proprio la fatidica Vierländen:

«After that they brought us more than 500 live fowls, which were like those of the Vierländen.»

Non restava altro da fare che scrivere a Londra e nel pomeriggio la lettera veniva imbucata.

Nel frattempo era scoccata l’ora di dare inizio al nostro peregrinare in caravan e dopo pochi giorni eravamo da Achim Güntherodt, ospiti della sua famiglia a Beberstedt in Turingia, fino a pochi anni fa Germania Orientale.

Venne la volta di tartassare Achim, che si mise a sfogliare vecchi testi di avicoltura. Finalmente saltava fuori la fantomatica razza Vierländer. Così, tra mimica e dizionarietti, visto che né io né Achim abbiamo appreso l’inglese ad Oxford, riuscivamo a redigere un testo che lascio intonso, limitandomi solo a tradurlo.

Fig. IX. 10 - Vierlande - Le quattro terre: 1 Harburg, 2 Winsen (c’è scritto Wisen, ma è un errore che non ho voluto correggere e del quale volutamente taccio il peccatore) 3 Hittfeld e 4 Ramelsloh erano i borghi dell’area amministrativa di Amburgo in cui si allevavano i polli Vierländer.

Il piccolo stemma di Ramelsloh alla destra del 4 - recuperato via Internet - reca una mitria vescovile e, vedi caso, un gallo dal piumaggio bianco e tarsi blu ardesia .

 

 

VIERLÄNDER FOWLS

Research by Achim GÜNTHERODT - 1996
Dingelstädt - Thüringen
Germany

From Baldamus - Beeck
Illustriertes Handbuch der Federviehzucht
Paul Parey - Berlin - 1908

The Vierländer was the first step before the White Ramelsloher. The steps were:
1 - Vierländer
2 - Hamburger Mastkücken (fatten chickens)
3 - Mastkückerei, also told Winterkückerei = business branch.

This business branch was present (1908) in the following areas:
1 - Hamburg + Haarburg, todayHamburg-Harburg
2 - Winsen
3 - Hittfeld
4 - Ramelsloh
i.e. the four lands.

This activity of fattening fowls was a secondary activity (side-time) of poor people to gain some money.

I POLLI VIERLÄNDER

Ricerca di Achim GÜNTHERODT - 1996
Dingelstädt - Thüringen
Germania
Da Baldamus - Beeck
Illustriertes Handbuch der Federviehzucht

Paul Parey - Berlin - 1908

La Vierländer è stato il primo passo nel creare la Ramelsloher Bianca. I passaggi furono:
1 - Vierländer
2 - Hamburger Mastkücken (polli ingrassati)
3 - Mastkückerei, detta anche Winterkücke­rei = ramo occupazionale.

Questo tipo di occupazione era presente (1908) nelle seguenti aree:
1 - Hamburg + Haarburg, oggi Hamburg-Harburg
2 - Winsen
3 - Hittfeld
4 - Ramelsloh
cioè le quattro terre.

Quest’attività di ingrassare polli era un’occupazione secondaria della gente povera per guadagnare qualche soldo.


From Julius Völschau
Illustriertes Hühnerbuch
Richter - Hamburg - 1884

The first name of the fowls was Vierländer, then was given the name Ramelsloher.

Vierlande: villages which belong to the Hamburg’s government area. This area was well known for cultivation of strawberry and flowers, but also for fattening poultry of all kind.

In Vierlande there was the practice of winterchickenbreed. The name Vierlande was attributed to the fowls from 100 years and before. Characteristics of the birds:
- it was a wonderful perfect constant breed
- the shape was like that of the Spanish.
The eggs to obtain winterchicken­breed became from Vierlande. The diffe­rence between Vierländer and Ramelsloher is in the colour:

Vierländer: big and black eyes - only white plumage - single comb

Ramelsloher: yellow eyes - yellow or white plumage.

In both the legs are blue.


Da Julius Völschau
Illustriertes Hühnerbuch
Richter - Hamburg - 1884

Il primo nome dei polli è stato Vierländer, quindi ricevette quello di Ramelsloher.

Vierlande: villaggi appartenenti all’area amministrativa di Hamburg. Quest’area era molto famosa per la coltivazione di fragole e fiori, ma anche per l’ingrasso di volatili da cortile di tutti i tipi.
Nella Vierlande era prassi l’allevamento invernale dei polli. Il nome Vierlande fu attribuito ai polli da 100 anni e anche prima. Caratteristiche di questi volatili:
- era una razza bella perfetta e costante
- nella forma era come la Spagnola.
Le uova per far nascere i pulcini d’inverno provenivano dalla Vierlande. La differenza fra Vierländer e Ramelsloher sta nel colore:

Vierländer: occhi grandi e neri - solo piumaggio bianco - cresta singola

Ramelsloher: occhi gialli - piumaggio fulvo o bianco.

Ambedue hanno tarsi blu.

 

Il 24 giugno dovevo separarmi da Bill, che rientrava in Australia. Ambedue eravamo in attesa della risposta da Londra così come gli innamorati agognano un segno d’affetto dall’amante.

Nel frattempo Achim decide di trascorrere una vacanza tutta italiana: il 22 agosto 1996 vado ad accoglierlo alla Stazione Centrale di Milano. Dopo 4 giorni mi vede felice come un bambino che ha ricevuto la visita di Santa Klaus, felicità che si è tramutata in salti di gioia quando, dopo avermi subito trascritto dai caratteri gotici il tanto atteso testo di Behrens, mi dice che, meraviglia delle meraviglie, magia delle magie, non compare né Vaterland né Vierländer né Vierländen.

Com’era possibile tutto ciò?

Invitai Achim a rileggere il capitolo decimo per me indecifrabile, ma la risposta fu perentoriamente la stessa, senza prova d’appello. La pregai di mettersi subito a tradurre i brani essenziali e di vedere a cosa potesse corrispondere il Fatherland di Langdon.

La cosa era molto semplice, perché a un certo punto si parla di 500 polli vivi, e nel modo seguente:

Darauf brachten sie uns über fünfhundert lebendige Hühner, die genau so wie unsere aussahen.

Al che, loro ci portarono più di 500 polli vivi, che nell’aspetto erano esattamente come i nostri.

Risulta pertanto chiaro che la traduzione libera adottata da Langdon - Fatherland - rispecchia il vero. Ma la fonte relativa a Vierländen citata da Langdon e da Lees è la stessa. Allora, perché Corney si è preso la briga di inventare i Vierländen?

Sono preciso, non pignolo come mi fu detto, e abitualmente non m’interessa atteggiarmi a Sherlock Holmes. Ma stavolta volevo concedermi questo passatempo.

La notizia dell'invenzione di Corney era sensazionale e meritava una telefonata in Australia. Che stranezza! Quando hai una cosa così da dire sembra esserci qualche malevolo a metterti i bastoni tra le ruote: la linea telefonica era sovraccarica e l’annuncio invitava a riprovare più tardi. Solo dopo un’ora e mezzo, verso le 23 australiane, potevo esprimere a Bill il frutto delle nostre ricerche.

Beh!? Direte voi. C’è da prendersela così tanto a cuore?

. Rispondo io.

Perché, se i polli visti da Roggeveen fossero stati dei Vierländer, allora qualche Europeo era già stato da quelle parti, oltre ad essere una pedina in più nelle mani di coloro che non accettano una cultura e un’evoluzione autonoma delle popolazioni del Pacifico.

Invece, quelli visti da Behrens, erano polli come quelli che si possono vedere in Europa. Penso sia chiaro.

Mi incuriosisce sapere perché Corney si è preso la briga di tradurre il tedesco unsere con una ben precisa razza di polli creata nell’area di Amburgo. Mi viene il sospetto che la chiave di volta dell’enigma stia nel fatto che Behrens possa essere nato ad Amburgo o in qualche città del circondario.

Mi metto alla caccia di notizie e riesco ad appurare che le tre enciclopedie a mia disposizione riportano a mala pena due diversi Behrens, uno nato ad Amburgo e l’altro a Brunswick, molto più giovani del nostro Carl Friederich. Di costui nessuna traccia, per cui incarico Achim, ormai rientrato in Germania, di condurre ricerche in merito. Anche lui non arriva a cavare il ragno dal buco e pertanto scrivo a Mrs Dorothea Miehe, colei che dalla British Library aveva mandato il testo di Behrens a Plant.

Mrs Miehe, responsabile della Sezione Germanica della British Library, riesce a trovare la città natale di Behrens: Rostock. Questo nome mi ricorda il Baltico, ma non riesco a collegare Amburgo con la città del nostro Behrens. Quasi con timore comincio a scartabellare libri e CD. Se Rostock e Amburgo non hanno nulla in comune, eccetto una distanza di 150 km in linea d’aria, allora la mia ipotesi sul perché del misfatto di Corney potrebbe rivelarsi fasulla.

Invece l’aggancio lo trovo: le due città hanno fatto parte della Lega Anseatica. Ma, basta questo a giustificare l’ingiustificabile traduzione di Corney? Se per caso Amburgo era un piccolo borgo rispetto a Lubecca - dove si tenevano le diete della Lega - allora non si potrebbe affermare che sarebbe l’importanza di Amburgo ad aver fatto scaturire quasi per magia dalla penna di Corney una razza di polli nata nelle campagne amburghesi. Ma Amburgo era importante, eccome! Per dimostrarvelo è ovvio che debbo non tralasciare nulla che lo dimostri, parlando delle città in ballo e della Lega Anseatica. Cominciamo da questa, dando ovviamente la precedenza alla lettera ricevuta da Mrs Miehe, datata 17 settembre 1996:

«Dear Dr. Corti,

«As to your enquiry regarding Carl Friederich Behrens I found out from the Deutsche Biographische Index that he was born in Rostock. The dates of his birth are uncertain, he was born around 1701 or in the late 17th century and died shortly after 1739.»

«In merito alla sua domanda riguardante Behrens, ho trovato che nacque a Rostock. La data di nascita è incerta, in quanto nacque intorno al 1701 o verso la fine del XVII secolo e morì appena dopo il 1739.»

7.4.a. La Lega Anseatica o Hansa

In origine il termine Hansa designò una schiera armata. Verso il XII secolo passò ad indicare un'associazione di mercanti tedeschi operanti all'estero e di mercatores hansati si parla in documenti inglesi e francesi dell'epoca. Il primo nucleo dell’Hansa va ricercato nella lega che unì dal 1241 Amburgo e Lubecca, cui si aggregarono ben presto Brema, quindi Rostock e via via Lüneburg, Wismar e Stralsund, che rimasero sempre tra loro alleate. La nascita ufficiale della Lega risale al 1256 e nel 1358 a Lubecca assunse il nome di düdesche Hense. Nel periodo più florido contò 90 città associate, ma le città dell'Olanda, della Zelanda e delle Fiandre, pur avendo intensi contatti con la Lega, non vi aderirono ufficialmente.

Per le città affacciate sul Baltico, Amburgo rappresentò fin dal XIII secolo lo sbocco sul Mare del Nord; inoltre, occupò sempre un punto nodale, essendo al centro dell’arteria commerciale che univa la Russia all’Occidente.

L'ultima dieta della Lega ebbe luogo nel 1669, dopo 40 anni dalla penultima. Da allora ne conservarono il nome glorioso Lubecca, Amburgo e Brema. Non si arrivò mai a uno scioglimento vero e proprio dell’Hansa. Ancora nel 1815 Lubecca, Amburgo e Brema entrarono nella Confederazione Germanica con il nome di Hansa, pur essendo venuto meno il vincolo associativo già fin dalla metà del secolo XVII.

7.4.b. Amburgo

Il nucleo originario di Amburgo si formò su di un'altura morenica presso la confluenza dell'Elba con un suo piccolo tributario, l'Alster, sulla cui riva sinistra esisteva un centro abitato sin da epoca remotissima, corrispondente all'attuale Altstadt, la città vecchia. Tuttavia Amburgo entrò nella storia solo con Carlo Magno che agli inizi del secolo IX vi eresse dapprima una chiesa, quindi una fortezza - da cui il nome della città che originariamente era Hammaburg, da Burg am Hemmnis = fortezza vicino all'ostacolo - per conseguire il duplice intento di evangelizzare gli Slavi e di proteggere dalle loro incursioni questo estremo lembo dell'Impero Franco. Amburgo prese ad affermarsi solo quando scoprì la propria vocazione di città, per così dire, marittima, in quanto la navigabilità dell'Elba ovviava all'ostacolo della sua grande distanza dal mare. Infatti, sono forse del secolo X le prime opere portuali. Passata nel 1110 agli Schauenburger, Amburgo era già così fiorente centro mercantile da ricevere nel 1189 da Federico Barbarossa ampie concessioni in materia economica e giurisdizionale, tra cui la possibilità di istituirsi in porto franco, privilegio su cui Amburgo ha fondato sin d’allora la sua prosperità.

Come abbiamo visto, nel 1241 Amburgo strinse un trattato commerciale con Lubecca, ponendo le basi della Lega Anseatica. In breve, grazie al suo porto sia fluviale sia d'alto mare, sorto al punto di congiunzione tra la navigazione marina e quella interna, poté assicurare il collegamento tra Europa orientale e occidentale sulla grande arteria Novgorod-Bruges, e divenne lo sbocco sul Mare del Nord delle città dell'Hansa. Assai ospitale per gli stranieri, nella seconda metà del XVI secolo accolse protestanti olandesi e mercanti inglesi. Così, soppiantando definitivamente Lubecca, e approfittando del declino di Anversa, nel XVII secolo Amburgo divenne il principale centro commerciale nordeuropeo. Inoltre, dall’inizio del 1700 era uno dei principali centri culturali della Germania, specialmente per l’opera lirica (Händel) e il teatro drammatico (Lessing).

7.4.c. Lubecca

Sorse dapprima come punta della penetrazione nel Baltico dei mercanti tedeschi e venne poi ufficialmente fondata da Adolfo II di Holstein, morto nel 1164. Distrutta nel 1157, ricostruita da Enrico il Leone duca di Sassonia nel 1159, divenne città libera dell'Impero nel 1226 sotto Federico II. Nella seconda metà del secolo XIII si affermò come centro della Lega Anseatica e nel 1356 fu sede dell'Assemblea Generale delle Città aderenti, detta Hansetage.

7.4.d. Rostock

Antico villaggio e fortezza distrutta dai Danesi nel secolo XII, ottenne lo statuto municipale nel 1218. Nella seconda metà del XIII secolo divenne centro commerciale e nel secolo successivo entrò a far parte della Lega Anseatica.

Credo perciò alquanto verosimile la mia deduzione sul perché della prevaricazione linguistica e storica perpetrata da Corney.

Credo anche che il disturbo arrecato a Mrs Miehe sia pienamente giustificato.

 sommario 

 avanti 



[1] Ho controllato se Edward Brown cita questa possibilità, ma non ne fa menzione.

[2] Vierländen è un errore. Ho voluto accertarmi ricorrendo ad Achim Güntherodt, la quale così mi ha specificato il 21 maggio 1998: " Vierländen is not correct, better or right Vierländer. Land = singular; Länder = plural. A people who is living in Vierland/Vierlande (area near Hamburg) = Vierländer."