| Un'equazione
          inveterata afferma: uova appuntite = maschi, uova rotonde = femmine.
          Lanza e Vegetti hanno optato per la seguente versione del testo
          aristotelico, un testo che, stando ad Aldrovandi, denoterebbe
          un'errata trascrizione: "Le uova allungate e appuntite danno
          femmine, quelle arrotondate, cioè con l'estremità circolare, danno
          maschi." (Historia
          animalium VI, 2).
          
           I
          due studiosi affermano pure che secondo le vedute più recenti la Naturalis
          historia di Plinio dipende da una epitome ellenistica, cioè da un compendio della Historia
          animalium. In questo caso potrebbe sorgere il dubbio che
          l'equivoco dipenda da un errore dell'epitome e che Alberto  vi abbia posto rimedio. Infatti Plinio la pensava
          in modo antitetico ad Aristotele: "Feminam edunt quae rotundiora
          gignuntur, reliqua marem." (Naturalis
          historia X,145). Columella  concordava con Plinio: "Cum deinde quis volet quam plurimos mares
          excludi, longissima quaeque et acutissima ova subiicet: et rursus cum
          feminas, quam rotundissima." (De re rustica, VIII 5.11). Più
          tardi Avicenna dissentì sia da Plinio che da Columella, e lo stesso fece Alberto,
          tanto da affermare: "Hoc concordat cum experientia, quam nos in
          ovis experti sumus, et cum ratione." Insomma,
          è questione di mettersi d'accordo su come la pensasse effettivamente
          Aristotele, anche se alla fin dei conti sembra un problema di lana
          caprina. Aldrovandi vuole seguire una certa versione del testo
          aristotelico, successivamente andata corrotta, e così Aristotele,
          Plinio e Columella si trovano a dar ragione non solo ad Aldrovandi, ma
          anche alle donne di campagna che hanno pratica di chiocce e di uova da
          incubare.
          
           Ogni
          tanto ci troviamo a cozzare contro degli ipse
          dixit, e i guai aumentano quando non sappiamo con certezza cosa fu
          detto. Non so dal punto di vista della sagoma quale campionario di
          uova fossero in grado di esibire le galline dei tempi di Aldrovandi,
          ma esistono allevatori che riescono a individuare la gallina che ha
          deposto un determinato uovo. Nella mia piccola esperienza posso
          affermare che in base alla sola foggia non mi è difficile attribuire
          un uovo a una Pechino piuttosto che a una femmina di Combattente
          inglese moderno nano: nel primo caso si tratta di uova molto
          arrotondate, nell'altro di uova appuntite. Stando all'oziosa diatriba
          che ci tiriamo appresso, secondo Aldrovandi il mio pollaio dovrebbe
          essere popolato da Pechino femmine e straripare in Combattenti maschi.
          Insomma, la forma di un uovo è legata non solo alla razza, ma anche
          all'individuo, come sono pronti a confermare coloro che sono in grado
          di individuare una gallina dalla conformazione di un certo uovo  . Questa
          possibilità era nota già due millenni fa. Infatti Plinio (X, 155)
          afferma: "Traditur quaedam ars gallinarii cuiusdam dicentis, quod
          ex quaque esset." Cioè: “Si tramanda anche la bravura di un
          allevatore di polli che riconosceva di quale gallina fosse ciascun
          uovo.” Questo allevatore era di Delo ed è citato da Cicerone in Academica II,86:
          "[…] gallinarium invenisti Deliacum illum qui ova cognosceret?"
          (hai trovato quell'allevatore di Delo che era in grado di riconoscere
          le uova?). Nello
          studio Relazione fra l’indice di forma e la schiudibilità delle
          uova di Auxilia e Mastrorillo possiamo trovare un conforto
          scientifico al fatto che non esiste relazione tra forma dell'uovo e
          sesso del nascituro, relazione già applicata anche al genere umano. Infatti,
          prima dell'avvento dell'ecografia, ciascuno si sbizzarriva a predire
          il sesso del bambino: addome appuntito = maschio, addome arrotondato =
          femmina. Quelle signore che hanno vissuto il periodo pre-ecografico
          sono pronte ad affermare che non sempre questa equivalenza era vera.
          Il lavoro di Auxilia e Mastrorillo, suscitato dalla convinzione che le
          uova la cui forma si scosta alquanto da quella standard presentino
          schiudibilità scarsa o nulla, non riguarda la predizione del sesso,
          bensì la schiudibilità delle uova, che dal punto di vista sia
          commerciale che amatoriale è ben più importante, e così conclude:
          "L'indice di forma delle uova rivelò una variabilità piuttosto
          limitata. Essa non apparve influire in modo significativo sulla
          percentuale di schiusa delle stesse. Pertanto, nella scelta delle uova
          destinate all'incubazione non si deve attribuire un valore
          pregiudiziale alla forma nei riguardi della schiudibilità. La forma
          ha invece un'importanza notevole ai fini della commercializzazione,
          specie in vista di una diffusione sempre maggiore della vendita di
          uova confezionate in contenitori standardizzati. Poiché essa è
          ereditabile in alta misura, l'allevatore, eliminando dall'incubazione
          le uova che rappresentano le varianti estreme rispetto alla forma,
          tende a produrre ovaiole le quali depongono uova che maggiormente si
          avvicinano alla forma standard e, conseguentemente, di più elevato
          interesse commerciale."
          
           Quindi
          la forma di un uovo è un tratto dotato di elevata ereditabilità e
          varia da individuo a individuo e tra ceppi della stessa razza, ed è
          essenzialmente dovuta all’istmo dell’ovidutto .
          Sono state notate variazioni dell'indice di forma indotte da fattori
          di ordine fisiologico quali l'inizio della deposizione, il suo ciclo,
          nonché eventuali pause della stessa, e pare che le uova di pollastra
          siano più rotonde di quelle di gallina, così come il primo uovo di
          un ciclo risulta essere generalmente più lungo e più stretto del
          secondo uovo. Esiste inoltre una correlazione statistica certa
          madri-figlie anche per la forma come per altre importanti
          caratteristiche qualitative delle uova, e, se non bastasse, la forma
          non è influenzata solo dalla madre, ma anche dal padre di colei che
          depone. Chi
          ha mai sentito dire che nei megaincubatoi industriali si separano le
          uova in base alla forma al fine di favorire il lavoro di sessaggio dei
          pulcini alla nascita? Per il sessaggio sono state trovate soluzioni
          totalmente diverse nelle quali per ora non ci addentriamo, ma che non
          prevedono assolutamente una separazione delle uova da incubare in base
          alla loro foggia.
          
           L'esempio
          che vorrei addurre non è del tutto pertinente, ma aiuterà a chiarire
          le idee. In campo umano si parla di feci caprine che altro non sono
          che quelle feci che ricordano quelle della capra. Qualora un paziente
          riferisca questo sintomo, per il medico è giunto il momento di fare
          la parte dell'istrione, in quanto può sentenziare un insieme di cose:
          che il paziente è un po' nervosetto, che ogni tanto sente dei crampi
          addominali, eccetera. Insomma, è come se fosse un cartomante, o, se
          volete, un copromante: il paziente soffre di colite spastica, e
          l’istrione che ha di fronte glielo dice ancor prima di avergli
          palpato la corda colica, cioè un colon talmente contratto da sembrare
          una corda. Il grosso intestino, sottoposto a spasmi di origine
          psichica, segmenta le feci e imprime loro la forma che hanno quelle di
          capra.
          
           Perché
          la forma dell'uovo è così caratteristica per ogni gallina, e così
          ereditabile? La mia risposta è empirica e solo deduttiva, ma potrebbe
          corrispondere al vero: perché anche l’istmo e l'utero di gallina
          sono dotati di uno strato muscolare che non si modella passivamente
          sul guscio in formazione, ma, attraverso il tono muscolare distribuito
          in vario modo e in varia entità nei loro segmenti, sarà in grado di
          attribuire una particolare foggia al guscio. Questa attività
          muscolare non si svolge per pochi minuti, e neppure per pochi secondi
          come accade per la spessa muscolatura vaginale, ma per un’ora e un
          quarto nell’istmo e per ben 20-21 ore nell’utero.
          
           Nel
          pollo domestico gli studi sul rapporto sessi alla nascita sono stati
          condotti senza tener conto della forma dell'uovo da cui sono nati i
          pulcini, e hanno messo in luce che il rapporto sessi secondario -
          quello calcolato al momento della schiusa e contando i soggetti vivi -
          è praticamente equivalente a 1:1, cioè 50% maschi e 50% femmine. Lo
          stesso Darwin, a questo proposito, così riferiva: “Per quanto
          riguarda i polli ho ricevuto un solo rapporto, precisamente che di
          1.001 polli di una razza nobile Cocincina allevati per otto anni dal
          Signor Stretch, 487 furono maschi e 514 femmine.”
          
           Sir
          Thomas Browne ,
          conterraneo di Darwin nonché collega mio e di Aldrovandi, nel suo Pseudodoxia
          Epidemica III,xxviii taglia corto ed è alquanto categorico:
          “That the sex is discernable from the figure of Eggs, or that Cocks
          or Hens proceed from long or round ones, as many contend, experiment
          will easily frustrate.” Diremmo: un uomo pratico e di poche
          parole il nostro Browne. Io direi che soprattutto era anglicano e non
          si sentiva addosso il peso di certe tradizioni e soprattutto
          l’occhio inquisitore di certe istituzioni. |