Se è utile conoscere le leggi
dell’ereditarietà, ai piccoli allevatori interessa maggiormente vederne l’applicazione
pratica, poiché gli sforzi sono spesso vanificati proprio dalla cattiva
interpretazione dei principi fondamentali che regolano la trasmissione delle
caratteristiche genetiche.
Ancor oggi sentiamo parlare di segreti d’allevamento.
Nell’allevamento non esistono segreti. Che si tratti di gallinacei, bovini,
piccioni, conigli o uccelli da gabbia, riproduzione e allevamento seguono le
leggi mendeliane: l’unico segreto sta nel conoscerle e nel saperle
applicare.
Allevare soggetti con caratteristiche ben definite da uno
standard non rappresenta solo una vera difficoltà: diventa un’arte non da
tutti posseduta. Nel caso nostro, non si tratta solo di allevare una miriade
di polli, e non si tratta neppure di ottenere soggetti di buona qualità,
bensì soggetti di qualità superiore, non certo animali di cui ne esistono 13
per dozzina. Ciò che appassiona il piccolo allevatore è creare soggetti
eccezionali, dei Campioni, cui legare la propria fama.
Molti
allevatori sono continuamente alla ricerca di riproduttori d’élite
che accoppiano con altri animali presunti perfetti, dicendo a se stessi che
deve per forza scaturirne un campione. Altri si accaniscono a voler
continuamente introdurre nuovo sangue nell’allevamento. Si tratta di un
grave errore!
Nulla è più assurdo e più falso di credere che animali, dotati esteriormente di tutte le caratteristiche rispondenti allo standard di razza, siano per questo in grado di dare necessariamente discendenti molto buoni. Possono benissimo farlo, ma nulla è meno certo, soprattutto se li abbiamo appena acquistati, e magari non conosciamo neppure i loro genitori e il loro patrimonio genetico.
Molti allevatori credono che il conseguimento di
un campione dipenda in gran parte dal fattore fortuna, che può giocare il suo
ruolo in alcuni casi, anche se è molto più rispondente al vero affermare che
qualsiasi allevatore che non voglia impegnarsi nell’esame dei suoi
riproduttori e nell’acquisizione delle conoscenze elementari sull’ereditarietà,
deve senz’altro forzare la fortuna. Quando si fanno accoppiamenti a caso, ci
vuole evidentemente una gran fortuna per ottenere una discendenza di qualità,
in quanto è il caso ad aver creato il buon soggetto. L’allevatore ha fatto
un buon accoppiamento senza saperlo.
Innanzitutto
l’allevatore deve procurarsi animali presso un amatore che da anni si dedica
a una razza. Al momento dell’acquisto deve informarsi sul grado di
parentela dei soggetti, e chiedere che gli vengano mostrati gli ascendenti.
Non concluderà l’acquisto se non sarà completamente appagato della purezza
dei soggetti prescelti. La
chiave di riuscita non è altro che la conoscenza dell’ereditarietà dei
riproduttori e per conoscere queste qualità bisogna assolutamente
conoscere i genitori, i nonni e, se possibile, i bisnonni. Qualsiasi
allevatore in selezione che voglia riuscire, non ha altra scelta che familiarizzarsi il più possibile con le leggi di
Mendel che sono la guida più sicura sia nel creare che nel fissare una razza.
Le esperienze di genetica hanno dimostrato 2 principi della massima
importanza, sia per ottenere nuove razze, sia per selezionare razze ormai da
tempo fissate:
·
i
caratteri sono spesso tra loro indipendenti
·
certi
caratteri predominano solo apparentemente sul carattere opposto
Così, incrociando piante o animali dai caratteri opposti,
abitualmente tutta la F1 presenterà il carattere di uno
solo dei genitori. Il carattere che compare in tutti i discendenti vien detto dominante, l’altro, che sembra non
essere ereditato ma che di fatto si trasmette e rimane nascosto, è detto recessivo. La prima generazione mette
dunque in evidenza la prima legge di Mendel, quella della dominanza.
Incrociando tra loro i soggetti di F1
dotati di un carattere ricevuto da uno solo dei genitori, invece di ottenere
in F2
soggetti identici ai genitori, si avranno dei discendenti dei quali alcuni
presentano il carattere di uno dei nonni, altri il carattere dell’altro
nonno, cioè alcuni mostrano il carattere dominante, altri il carattere
recessivo che si credeva scomparso, ma che in verità era solo nascosto,
latente, con una proporzione di 3 dominanti contro 1 recessivo.
Prendiamo come esempio il piccione Timpano di Vienna
[1]
:
accoppiamo 2 soggetti ad ali nere, il maschio rosso e la femmina gialla.
Otteniamo in F1 soggetti che sono tutti del colore del padre, cioè
rossi. Il carattere rosso è quindi dominante sul giallo. Accoppiando 2
prodotti di F1, i nati di seconda generazione sono per il 75% rossi, il
25% ha il colore giallo della nonna. Tra il 75% rossi, 25% sono puri e 50%
sono impuri poiché portatori del carattere giallo recessivo, ma non si
possono distinguere gli uni dagli altri perché son tutti vestiti di rosso. Il
25% giallo, di questa seconda generazione, è perfettamente puro, e se
accoppiamo tra loro tali gialli, essi daranno sempre dei gialli.
Identifichiamo il padre RR e la madre gg. Vediamo
che in prima generazione i giovani hanno ricevuto un carattere dal padre e un
carattere dalla madre, sono Rg. Un
soggetto che riceve 2 caratteri differenti, portati uno dal padre e l’altro
dalla madre, sappiamo che vien detto eterozigote.
In F2 esistono 3 combinazioni
possibili: R/R_R/g_g/R_g/g. Gli RR
hanno ereditato interamente il loro colore dal nonno, i gg
interamente dalla nonna: sono soggetti puri, omozigoti,
mentre gli Rg e i gR
sono eterozigoti o impuri.
Questa è una succinta esemplificazione della legge della segregazione,
o della disgiunzione dei caratteri. È incredibile constatare come numerosi allevatori
operino ancor oggi affidandosi al caso, alla fortuna, mentre potrebbero
guadagnare molto tempo, anni addirittura, se volessero familiarizzarsi con
queste leggi e applicarle.
Per meglio illustrare l’utilità delle leggi di Mendel
in avicoltura, citeremo un esempio molto noto: Cook, il celebre allevatore inglese creatore
di tutta la linea Orpington, si dedicò agli incroci
necessari per ottenere la varietà bianca nel momento in cui le galline a
cresta a rosa erano particolarmente di moda in Inghilterra. Poco tempo dopo ci
fu un’inversione completa di gusti, e gli allevatori non vollero che galline
a cresta semplice. L’Orpington bianca con cresta a rosa appena fissata
dovette ritornare alla cresta semplice. Introducendo delle Orpington nere a
cresta semplice nel ceppo bianco con cresta a rosa, Cook si rese conto che il
carattere cresta a rosa era dominante. Se non avesse saputo applicare le leggi
di Mendel, avrebbe avuto bisogno di anni per rifare dei bianchi a cresta
semplice, mentre ci riuscì in 2 generazioni.
Il carattere R
della cresta a rosa
è dominante e richiede un genotipo Bd+
della cresta semplice per svolgere la sua azione, per cui si potrebbe
ravvisare il caso di 2 geni complementari. In F1
otteniamo solo creste a rosa. Accoppiando i soggetti di F1
tra loro, in F2 otteniamo: 25% di Bd+/Bd+, 50% di Bd+/R o R/Bd+,
25% di R/R. Ricordiamo quindi che le
qualità di un soggetto non vanno giudicate sull’apparenza esteriore, ma
vengono confermate dalla discendenza.
[1] Ha nomi differenti: in Inghilterra è Archangel, probabile trasformazione del francese arc-en-ciel, cioè arcobaleno , in Francia è Bouvreuil, ciuffolotto, in Germania è Gimpel, fringuello marino.