Conrad Gessner

Historiae animalium liber III qui est de Avium natura - 1555

De Gallina

trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti

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Et huiusmodi ovum sibi visum in regione Corascena testatur Avicenna. Sunt et alii forte plures corruptionis ovorum modi, qui sub iam dictis facile comprehendi possunt, Haec omnia Albert.

E Avicenna attesta che un uovo siffatto – che emette luce per bioluminescenza - è stato da lui osservato nella regione del Corasan. Forse esistono parecchi altri modi di alterazione delle uova che possono facilmente essere catalogati nelle modalità appena descritte. Tutte queste cose le ha scritte Alberto.

¶ Subventanea. Ovorum quae subventanea vel zephyria nominant Galenus meminit lib. 2. de semine, (Ova facientes, inquit, sine mare aves et pisces sunt siccae temperaturae.) et lib. 14. de usu partium, ubi causam adfert cur nihil tale gressilia[1] faciant. In Lusitania ad Oceanum monte Tagro, quaedam e vento certo tempore concipiunt equae: ut hic gallinae quoque solent, quarum ova hypenemia[2] appellant, Varro[3]. Sunt qui hypenemia, hoc est subventaneos illos partus, zephyria nominent: eo quod verno tempore concipiunt aves flatus illos foecundos ex favonio recipere videantur. sed idem faciunt etiam si digito in genitale palpetur, τῇ χειρί πως ψηλαφώμεναι, Aristot.[4] Novimus altiles gallinas sine maris opera, mulierum manibus tantum confotas, ova peperisse; Oppianus in Ixeut. Ova subventitia (etsi partes videantur habere omnes) principio carent, quod a maris semine affertur. quapropter animata non sunt, etc. Aristot. de generat. anim. 2. 3.[5] Et {eiusdem} <tertii> libri capite primo[6], Perdices foeminae (inquit) tum quae coierint, tum quae nondum coierint, quarum usus est in aucupiis, cum olfaciunt marem, vocemque eius audiunt, alterae implentur, alterae statim pariunt, nam ut in homine et quadrupede fit, quorum corpora accensa libidine turgent ad coitum. alia enim cum primum viderunt, alia cum leviter tetigerunt, semen emittunt. sic et perdices sua natura libidinosae, levi egent motu cum turgent, citoque secernunt, (semen emittunt,) ut in iis quae non coierunt, subventanea consistant: in iis quae coierint, ova brevi augeantur et perficiantur. Et rursus in eodem capite: Subventanei conceptus in iis fiunt avibus quae non volaces sunt {ut} <nec>[7] uncae, sed multiparae, quoniam excremento ipsae abundant. uncis in alas et pennas id vertitur, corpusque exiguum siccum et calidum habetur. decessus autem menstruorum et genitura, excrementum sunt.

Uova piene di vento. Galeno ha fatto menzione delle uova che chiamano piene di vento o zefirine nel II libro del De semine (dice: Le uova che gli uccelli e i pesci fanno senza i maschi sono di costituzione secca.) e nel libro XIV del De usu partium corporis humani dove adduce il motivo per cui gli animali che vanno a piedi non producono nulla del genere. In Lusitania sul monte Tagro nei pressi dell’oceano in un determinato periodo certe cavalle concepiscono per effetto del vento: come qui – in Italia - sono solite fare anche le galline, le cui uova le chiamano piene di vento, Varrone. Vi sono alcuni che chiamano zefirine le uova hypenemia, cioè quei prodotti del parto pieni di vento, in quanto sembra che in primavera essi ricevano i soffi fecondanti da Favonio. Ma fanno la stessa cosa se con un dito si palpa in sede genitale, têi cheirí pøs psëlaphømenai, Aristotele. Sono venuto a sapere che le galline d'allevamento hanno deposto uova senza intervento del maschio, ma dopo essere state solamente riscaldate dalle mani delle donne, Oppiano in Ixeutica. Le uova piene di vento (anche se sembrano possedere tutte le parti) mancano del principio generatore che viene arrecato dal maschio. Per cui sono prive di vita, etc. Aristotele De generatione animalium II, 3. E nello stesso libro, primo capitolo, dice: Le pernici femmine, sia quelle che si sono accoppiate, sia quelle che ancora non si sono accoppiate, e che vengono impiegate durante l'uccellagione, quando annusano il maschio e odono la sua voce, le seconde vengono fecondate, le prime partoriscono immediatamente, infatti accade come negli esseri umani e nei quadrupedi, i cui corpi, una volta che la libidine si è innescata, si gonfiano per il coito. Infatti i primi emettono il seme non appena hanno dato uno sguardo, i secondi dopo aver dato una toccata leggera. Così anche le pernici che sono per loro natura libidinose, necessitano di un piccolo stimolo quando sono eccitate, e rapidamente depongono (emettono il seme) tant'è che in quelle che non si sono accoppiate le uova sono piene di vento: in quelle che si sono accoppiate, le uova aumentano di volume in breve tempo e giungono a compimento. E ancora nello stesso capitolo: Il concepimento di uova ventose avviene in quegli uccelli che non sono dei volatori né dei predatori dalle unghie ricurve, ma che fanno molte uova,  in quanto essi hanno del residuo in abbondanza. Negli uccelli dalle unghie ricurve esso viene trasformato in ali e penne, e si ottiene un corpo piccolo, asciutto e caldo. Infatti la fuoriuscita di materiale mestruale e lo sperma rappresentano una secrezione.

Et paulo post[8], Fiunt subventanea ova, quoniam materia seminalis in foemina est, nec menstruorum decessio fit avibus ut viviparis sanguine praeditis. Volacibus subventanea non gignuntur, scilicet eadem causa, qua neque multa ab iis ipsis generantur. Uncunguibus enim parum excrementi inest, et marem desiderant ad excrementi commotionem. Gignuntur subventanea ova numero quam quae foecunda sunt, sed minora, ob unam eandemque causam. quod enim imperfecta sunt, minus augentur: quod minus augentur, plura numero existunt. minus etiam suavia sunt, quoniam minus concocta, concoctum enim in quovis genere dulcius est. Sed avium aut piscium ova non perfici ad generationem sine mare, satis exploratum habemus. Et rursus, Avium etiam subventanea ova colorem duplicem obtinent, habent enim ex quo utrunque sit, et unde principium, et unde cibus, sed haec imperfecta sunt et maris indiga. fiunt enim foecunda, si quo tempore ineuntur a mare. Subventanea ova sine coitu gignuntur. et falsum est quod quidam dicunt ea reliquias esse praegressi coitus. satis enim conspectum est in novella tum gallina tum ansere, gigni sine coitu[9], Aristot.

E poco più avanti: Le uova piene di vento si formano in quanto nella femmina è presente la materia seminale, e il flusso mestruale non si verifica negli uccelli, come invece accade nei vivipari forniti di sangue. <...> Le uova piene di vento non vengono prodotte dagli uccelli volatori evidentemente per lo stesso motivo per cui da parte loro non ne vengono prodotte parecchie. Infatti in quelli dalle unghie ricurve si trova poca secrezione e hanno bisogno del maschio per eccitare la secrezione. Le uova ventose vengono generate in un numero uguale a quelle feconde, ma sono più piccole, per un unico e identico motivo. Dal momento che sono imperfette, si accrescono di meno: dal momento che si accrescono di meno, sono in numero maggiore. Sono anche meno squisite in quanto sono meno concotte, infatti in qualunque genere di cose ciò che è concotto è più gradevole. Ma abbiamo analizzato a sufficienza il fatto che le uova degli uccelli e dei pesci non giungono a compimento dal punto di vista riproduttivo senza l'intervento del maschio. E ancora: anche le uova ventose degli uccelli hanno due colori, infatti posseggono ciò che ha dato luogo ad ambedue, sia ciò da cui proviene il principio generatore, sia il cibo, ma esse sono imperfette e bisognose del maschio. Infatti diventano feconde se a un certo punto vengono fecondate dal maschio. Senza coito si generano delle uova ventose. Ed è falso ciò che alcuni dicono, che cioè esse sono dei residui di un coito pregresso. Infatti si è potuto osservare quanto basta sia nella gallina che nell'oca giovani che esse vengono prodotte senza il coito, Aristotele.

Et rursus[10], Non audiendi sunt qui ova hypenemia dicta a vento, quasi subventanea dixeris, reliquias esse partus, quem coitus fecerit, arbitrantur. Iam enim aliquas gallinarum et anserum iuvencas, expertes adhuc coitus parere hypenemia visum saepius est. Sunt haec sterilia et minora, ac minus iucundi saporis, et magis humida (ut Plinius quoque scribit[11]) quam ea quae foecunda gignuntur, sed plura numero. humor eorum crassescere incubatione avis non potest: sed tam candida, quam lutea pars similis sibi perseverat. Pariunt genus id ovi plures aves, ut gallinae, perdices, columbae, pavones, anseres, (ut Plinius quoque transtulit) et quae ab ansere, et vulpe composito nomine chenalopeces[12], id est, vulpanseres dictae sunt. Ova huiusmodi omnia sunt infoecunda, nec aliud quam ovum, nisi quo alio modo maris opera contingat, Idem. Et alibi[13], Redditur certe ovum subventaneum illud foecundum: et quod iam conceptum per coitum est, transit in genus diversum, si prius coeat, quae vel subventaneum, vel semine maris diversi conceptum fert, quam ovum ipsum a lutea in candidam ambientem partem proficiat. Ita enim fit, ut subventanea ova foecunda reddantur: et quae inchoata a mare priore sunt, specie posterioris proveniant. At si iam candidum acceperunt humorem, fieri non potest, ut vel subventanea in foecunda mutentur, vel quae per coitum concepta gestantur, transeant in genus maris, qui secundus coierit. Graece legitur subventanea ova foecunda futura, si gallina ineatur, πρὶν μεταβαλεῖν (τὸ ὠόν) ἐξ τοῦ ὠχροῦ εἰς τὸ λευκόν:

E ancora: Non bisogna ascoltare coloro che ritengono che le uova ventose cosiddette dal vento, come se si dicesse piene di vento, sono dei residui del parto che è avvenuto in conseguenza del coito. Infatti si è potuto osservare piuttosto spesso che alcune galline e oche giovani che non si sono ancora accoppiate depongono uova ventose. Esse sono sterili e più piccole e di sapore meno gradevole, e più acquose (come scrive anche Plinio) di quelle feconde, ma in numero maggiore. Il loro contenuto liquido non può ispessirsi attraverso l'incubazione da parte dell'uccello: tant'è che sia la componente bianca che quella gialla rimangono immodificate. Parecchi uccelli depongono questo tipo di uovo, come le galline, le pernici, le colombe, i pavoni, le oche, e quelle che sono dette chenalopeces (come anche Plinio ha tradotto), cioè volpoche, attraverso la fusione dei vocaboli oca e volpe. Tutte siffatte uova sono infeconde, e non sono altro che uova, a meno che per intervento del maschio non accada diversamente, sempre Aristotele. E in un latro passo: Senza dubbio quell'uovo ventoso viene reso fecondo: e quello che è già concepito attraverso il coito passa a un altro genere se quella che porta dentro di sé un uovo ventoso, oppure concepito attraverso il seme di un maschio di specie diversa, si accoppia prima che l'uovo stesso si sposti dalla parte gialla a quella bianca che sta attorno. Così infatti accade che le uova ventose diventano feconde: e quelle che sono fecondate dal maschio precedente si trasformano nella seconda specie di uccello. Ma se hanno già ricevuto il liquido bianco, non può verificarsi che da ventose si trasformino in feconde, oppure quelle che vengono portate essendo state concepite attraverso il coito, passino alla specie del maschio che ha montato per ultimo. In greco si legge che le uova ventose diventeranno feconde se la gallina viene montata prima di trasformare (l'uovo) da giallo a bianco – prìn metabaleîn (tò øón) ex toû øchroû eis tò leukón.

Niphus vertit, priusquam candidum obtegat luteum. prius enim ova lutea tantum apparent in utero: postea etiam albumen in eis discretum. Ubi autem scribitur ova ex semine maris qui prius coierit concepta, degenerare si alius inierit postea, et posterioris speciem referre: Albertus non recte habet, alterari ea ad sterilitatem ovorum venti. Avis quae ovum coitu conceptum gerit, si cum alio mare coierit, simile eius quo cum postea coivit, excludet omne genus pullorum, quapropter nonnulli ex iis, qui ut gallinae generosae procreentur operam dant, ita mutatis admissariis faciunt, tanquam semen maris sua facultate materiam contentam in foemina qualitate tantum quadam afficiat, non etiam misceatur constitutionemque subeat, Aristot. de generat. anim. 1. 20.[14] Irrita ova, quae hypenemia diximus, aut mutua foeminae inter se libidinis imaginatione concipiunt, aut pulvere, Plinius[15]: qui haec ex authore aliquo Graeco mutuatus videri potest. Graeci quidem ἁφήν tum pulverem vocant, tum tactum sive contrectationem. concipiunt autem gallinae huiusmodi ova etiam manu contrectatae, ψηλαφώμεναι, ut Aristoteles scribit[16]. Contra afferri potest, ἁφήν non simpliciter pulverem, sed illum quo palaestritae post unctionem inspergebantur significare, ut Budaeus annotavit: et cum pulveratrices [422] sint gallinae, et pulveratio quoque contrectatio quaedam et affricatio sit, hoc quoque modo sterilia huiusmodi ova ab eis concipi posse.

Agostino Nifo traduce: prima che il bianco ricopra il giallo. Infatti dapprima in utero – nell'ovaio - le uova sono solo di colore giallo: successivamente in esse si vede anche il bianco. Infatti vi sta scritto che le uova concepite attraverso il seme del maschio che ha montato per primo degenerano se un altro maschio monta successivamente, e che somigliano alla seconda specie: Alberto non è d'accordo che si alterano tanto da diventare sterili come le uova ventose: L'uccello che reca un uovo concepito attraverso il coito, se si accoppierà con un altro maschio, darà luogo a tutta una progenie di pulcini simile a quello con cui si è successivamente accoppiato, e che pertanto alcuni tra quelli che si danno da fare affinché nascano galline di razza, si adoperano affinché, con il cambio dei maschi da monta, il seme del maschio con il suo potere svolga un'azione sulla materia contenuta nella femmina solamente riguardo un certo tipo di qualità, ma non che vi si misceli pure e prenda il posto della sua composizione, Aristotele De generatione animalium I, 20. Le uova sterili che abbiamo chiamato hypenemia le concepiscono a causa di una mutua e reciproca fantasia libidinosa, o attraverso la polvere, Plinio: può sembrare che ha dedotto queste cose da un qualche autore greco. Infatti i Greci chiamano haphën sia la polvere, sia il tatto o palpazione. Infatti le galline concepiscono siffatte uova anche quando vengono palpate con la mano, psëlaphømenai, come scrive Aristotele. Tuttavia si può obiettare che haphën non significa semplicemente polvere, ma soprattutto quella di cui si cospargevano i lottatori dopo essersi unti, come Guillaume Budé ha annotato: ed essendo le galline delle razzolatrici nella polvere ed essendo anche il riempirsi di polvere un qualche tipo di toccamento e di sfregamento, è verosimile che anche in questo modo da esse possano venir concepite siffatte uova sterili.


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[1] Gressilia = pedestria animalia = πεζά ζῷα = animali che procedono a piedi. Nel suo Lexicon graecolatinum (1537) Gessner dà la seguente definizione di πεζός: pedes, pedibus iter faciens, pedestris. Quindi non vi compare assolutamente gressilis. Forse nel Medioevo era un termine discretamente in voga. Eccone degli esempi. Alberto Magno (De animalibus liber VI tractatus 3 caput I) usa l'aggettivo gressibilis: De generatione gressibilium. Due citazioni tratte dal Du Cange: Engelberto di Admont (1250-1331) De longaevitate caput VII, gressibilis = qui graditur – Medicina Salernitana (1622, pag. 179) gressilis = quadrupes qui graditur (si ad genus gressilium conferatur). - Non sappiamo da quale traduzione di Galeno Gessner abbia tratto l'arcaismo gressilia, chiaramente derivato da gressio = passo, andatura, a sua volta derivato dal verbo gradior che significa camminare. Sta di fatto che Nicolaus Rheginus (1528) traduceva πεζά ζῷα di Galeno con pedestria animalia. Ma sta pure di fatto che la ricostruzione di questa sequenza - al fine di interpretare correttamente il gessneriano gressilia - è stata resa possibile dai soldi dei cittadini Francesi, i quali pagano sì le tasse come gli Italiani, ma una parte di questo denaro va chiaramente a profitto della cultura, e in questo caso della cultura globalizzata, in quanto nel giro di poche ore, senza muovermi di casa e senza inquinare l'atmosfera per spostarmi in auto per chissà quale destinazione, grazie a Gallica e a BIUM (Bibliothèque interuniversitaire de Médecine, Paris) ho avuto tra le mani i testi di cui ora vi faccio partecipi. In Italia le cose stanno in tutt'altra maniera!

Claudii Galeni pergameni, secundum Hippocratem medicorum facile principis opus de usu partium corporis humani, Nicolao Regio Calabro interprete, Parisiis, ex officina Simonis Colinaei, 1528 – Liber XIV, pagina 412: Est autem hoc & in gallinis manifestum. Concipiunt enim hae ova, (quae vocantur ὑπηνέμια, hoc est subventanea) absque masculi communicatione. Quibus ovis quod quidem deest aliquid ad perfectionem, ostenditur ex eo, quod non potest ex ipsis animal generari. Quod tamen formam universam habent etiam haec, qualem & alia ova, evidenter apparet. Sola enim quae a masculo inditur caliditas, deest eis ad perfectionem. Sed hoc quidem in pedestribus animalibus impossibile est existere.

Galeni de Usu partium libri XVII. Ad codicum fidem recensuit Georgius Helmreich... Vol. II - Lipsiae: in aedibus B. G. Teubneri, 1909 - ΠΕΡΙ ΧΡΕΙΑΣ ΜΟΡΙΩΝ XIV,7 - pagina 303, 167,10: ἔστι  δὲ δὴ τοῦτο κἀπὶ τῶν ἀλεκτορίδων εὔδηλον. κυΐσκονται γὰρ αὗται τὰ ὑπηνέμια καλούμενα τῶν ᾠῶν· ἄνευ τῆς πρὸς τοὺς ἄρρενας ὁμιλίας, οἷς ὅτι μὲν ἐνδεῖ τι πρὸς τὸ τέλον, ἐκ τοῦ μὴ δύνασθαι ζῷον ἐξ αὐτῶν γεννηθῆναι δηλοῦται. τὴν δ’οὖν ἰδέαν ὅτι σύμπασαν ἔχει καὶ ταῦθ', οἵανπερ καὶ τὰ λοιπὰ τῶν ᾠῶν, ἐναργῶς φαίνεται· μόνη γὰρ ἡ παρὰ τοῦ ἄρσενος αὐτοῖς ἐνδεῖ θερμότης εἰς τελειότητα. ἀλλὰ τοῦτό γε τοῖς πεζοῖς ζῴοις ἀδύνατον ὑπάρξαι.

[2] L'aggettivo greco ὑπηνέμιος è composto da ὑπό = sotto e ἄνεμος = vento.

[3] Secondo l’edizione del De re rustica della UTET, la frase completa di Varrone contenuta in II,1 è la seguente: In fetura res incredibilis est in Hispania, sed est vera, quod in Lusitania ad oceanum in ea regione, ubi est oppidum Olisipo, monte Tagro quaedam e vento concipiunt certo tempore equae, ut hic gallinae quoque solent, quarum ova hypenemia appellant.

[4] Historia animalium VI,2 559b 5-9: Le uova che alcuni chiamano kynosoura o «sterili» compaiono più spesso d’estate. Certi poi chiamano le uova sterili «zefirine», perché è in primavera che le femmine degli uccelli recepiscono i venti tiepidi; si ha lo stesso effetto anche quando le si palpa con la mano in un certo modo. (traduzione di Mario Vegetti) - De generatione animalium III,1 749a 34-749b 7: Negli uccelli si formano anche prodotti spontanei, che sono chiamati da alcuni «ventosi» e «di zefiro». Essi si hanno negli uccelli che non volano e non hanno le unghie ricurve, ma sono prolifici, perché sono dovuti all’abbondanza del residuo (negli uccelli dalle unghie ricurve invece siffatta secrezione è volta alle ali e alle piume, e il loro corpo è piccolo, asciutto e caldo) e perché la secrezione mestruale e lo sperma sono un residuo. (traduzione di Diego Lanza)

[5] De generatione animalium II,3 737a: Per questo in tutti gli animali che hanno uova sterili, l’uovo che si forma ha le parti di entrambi, ma gli manca il principio, e quindi non si anima, perché l’anima è portata dal seme maschile. Tutte le volte dunque che il residuo femminile si appropria di siffatto principio diventa prodotto del concepimento. (traduzione di Diego Lanza)

[6] Qui Gessner si dedica a una miscela di due passi non troppo vicini tra loro - dei quali il secondo è posto davanti al primo - tratti non dal libro II, bensì dal libro III di De generatione animalium. La traduzione di Teodoro Gaza rappresenta la fonte di Gessner. Ebbene, in Gaza i brani ora citati da Gessner si trovano appunto nel libro III, capitolo 1. Ecco i due brani, dei quali il primo è posposto. III,1 749b: Essi si hanno negli uccelli che non volano e non hanno le unghie ricurve, ma sono prolifici, perché sono dovuti all’abbondanza del residuo (negli uccelli dalle unghie ricurve invece siffatta secrezione è volta alle ali e alle piume, e il loro corpo è piccolo, asciutto e caldo) e perché la secrezione mestruale e lo sperma sono un residuo. Dal momento che anche la natura delle piume e quella del seme provengono da un’eccedenza, la natura non può contribuire cospicuamente a entrambi. Per questa stessa causa gli uccelli con unghie ricurve non si montano frequentemente, né sono prolifici, mentre lo sono quelli pesanti e, di quanti volano, quelli che hanno un corpo massiccio, come il colombo e gli altri siffatti. - III,1 751a: Per questo alcuni sono soliti dire delle uova sterili che non si producono da sé, ma sono resti di una precedente copula. Ma ciò è falso: si è constatato sufficientemente sia per la gallina sia per l’oca giovani che si sono prodotte uova sterili senza coito. Inoltre le pernici femmine, condotte alla caccia, avendo odorato il maschio e avendo udito la sua voce, quelle non ancora montate si impregnano, quelle montate depongono immediatamente le uova. La causa di questo fenomeno è la stessa di quella che agisce sugli uomini e sui quadrupedi: quando il corpo si trova inturgidito in vista del coito o per qualche cosa che si vede o per un piccolo toccamento emette lo sperma. Ora siffatto tipo di uccelli è per natura propenso al coito e ricco di sperma. Tanto che occorre solo un piccolo impulso quando si trovano in stato di turgore e immediatamente si produce in essi il processo escretivo. Di conseguenza in quelli non montati si formano uova sterili, in quelli montati le uova crescono e giungono rapidamente a compimento. Tra gli animali che sono esternamente ovipari gli uccelli emettono le uova compiute, i pesci incompiute, e che conseguono il loro accrescimento esternamente, come anche si è già detto. Ne è causa il fatto che il genere dei pesci è prolifico; è quindi impossibile che molte uova conseguano internamente la loro compiutezza, per questo sono deposte esternamente. L’emissione è rapida perché l’utero dei pesci esternamente ovipari si trova in corrispondenza dei genitali. (traduzione di Diego Lanza)

[7] Non dispongo del testo greco, ma emendare ut con nec oltre che dal buon senso (infatti pernici e fasianidi non sono predatori dalle unghie ricurve) è dettato anche dalla traduzione di Diego Lanza, e, se non bastasse, da quella di Arthur Platt (1910): Some embryos are formed in birds spontaneously, which are called wind-eggs and 'zephyria' by some; these occur in birds which are not given to flight nor rapine but which produce many young, for these birds have much residual matter, whereas in the birds of prey all such secretion is diverted to the wings and wing-feathers, while the body is small and dry and hot. – La bagarre si intensifica se prendiamo il testo di Teodoro Gaza: ...quae non volaces sunt: aut uncae sed multipar<a>e: quoniam excremento ipsae [...].

[8] De generatione animalium III,1 750a 3-7; b 3-21 (passim): Le uova sterili si formano, si è anche già detto, perché nella femmina è presente la materia seminale, ma negli uccelli non si produce la secrezione mestruale come nei sanguigni vivipari.[...] Gli uccelli che volano non hanno uova sterili per la stessa causa per la quale non sono neppure multipari: il residuo degli uccelli dalle unghie ricurve è scarso ed essi necessitano del maschio che ecciti l’escrezione del residuo. Le uova sterili si producono più abbondantemente di quelle feconde e sono più piccole di dimensione per una sola e identica causa: poiché sono incompiute sono di dimensione più piccola, e poiché sono di dimensione più piccola sono in maggior numero. Sono anche meno dolci perché sono meno cotte, e in tutte le cose ciò che è cotto è più dolce. Si è dunque osservato a sufficienza che né le uova degli uccelli né quelle dei pesci giungono a compimento agli effetti della riproduzione senza i maschi, ma sul formarsi anche nei pesci di prodotti senza i maschi non si è ugualmente certi; si è visto che questo accade soprattutto per i pesci di fiume: alcuni infatti risultano avere uova direttamente, come si è scritto di loro nelle Ricerche. (traduzione di Diego Lanza)

[9] De generatione animalium III,1 751a: Per questo alcuni sono soliti dire delle uova sterili che non si producono da sé, ma sono resti di una precedente copula. Ma ciò è falso: si è constatato sufficientemente sia per la gallina sia per l’oca giovani che si sono prodotte uova sterili senza coito. (traduzione di Diego Lanza)

[10] Historia animalium VI,2 559b: Coloro che affermano che le uova sterili sono residui delle uova precedentemente prodotte in seguito a copulazione, non dicono il vero: vi sono ormai sufficienti osservazioni relative a giovani galline e oche che hanno deposto uova sterili senza essersi mai accoppiate. La uova sterili sono più piccole, meno gradevoli e più liquide di quelle fecondate, ma vengono prodotte in maggior quantità. Anche se le si pone sotto la femmina, il liquido non si condensa affatto, e sia il giallo sia il bianco rimangono immutati. Molti uccelli depongono uova sterili, ad esempio la gallina, la pernice, la colomba, il pavone, l’oca, il germano reale. (traduzione di Mario Vegetti) - De generatione animalium III,1 751a: Per questo alcuni sono soliti dire delle uova sterili che non si producono da sé, ma sono resti di una precedente copula. Ma ciò è falso: si è constatato sufficientemente sia per la gallina sia per l’oca giovani che si sono prodotte uova sterili senza coito. (traduzione di Diego Lanza)

[11] Naturalis historia X,166: Inrita ova, quae hypenemia diximus, aut mutua feminae inter se libidinis imaginatione concipiunt aut pulvere, nec columbae tantum, sed et gallinae, perdices, pavones, anseres, chenalopeces. Sunt autem sterilia et minora ac minus iucundi saporis et magis umida. Quidam et vento putant ea generari, qua de causa etiam zephyria appellant. Urina autem vere tantum fiunt incubatione derelicta, quae alii cynosura dixere.

[12] Filippo Capponi in Ornithologia Latina (1979) giustamente propende a identificare il chenalopex con la volpoca (Tadorna tadorna) anziché - come comunemente si crede - con l'oca egiziana (Alopochen aegyptiacus, in passato detto anche Chenalopex aegyptiacus).

[13] Historia animalium VI,2 560a: Le uova che alcuni chiamano kynosoura o «sterili» compaiono più spesso d’estate. Certi poi chiamano le uova sterili «zefirine», perché è in primavera che le femmine degli uccelli recepiscono i venti tiepidi; si ha lo stesso effetto anche quando le si palpa con la mano in un certo modo. Le uova sterili diventano feconde, e quelle che già risultano da una copulazione mutano dall’uno all’altro genere, se prima che il giallo si sia trasformato in bianco, la femmina che porta le uova sterili oppure quelle concepite per fecondazione riceve il coito di un altro uccello: allora le uova sterili diventano feconde, e quelle feconde preesistenti assumono il genere dell’uccello che ha effettuato il coito per ultimo. Se però la trasformazione nel bianco ha già avuto luogo, non avviene alcun mutamento: né le uova sterili diventano feconde, né quelle concepite per fecondazione assumono il genere del maschio che ha montato per ultimo. E se la copulazione è interrotta quando le uova sono piccole, quelle che già esistono non si accrescono più; ma se la copulazione riprende, le loro dimensioni aumentano rapidamente. (traduzione di Mario Vegetti)

[14] De generatione animalium I,20 729a: Col che è anche chiaro che il liquido seminale non proviene da tutto il corpo: né potrebbero secernersi dalla stessa parte già separati, né, affluiti insieme nell’utero, lì separarsi; ma accade ciò che peraltro è logico: poiché il maschio apporta la forma e il principio del mutamento, e la femmina il corpo e la materia, come nella cagliatura del latte il corpo è dato dal latte, mentre il succo di fico o il siero sono l’elemento che possiede il principio costitutivo, così è anche di ciò che, provenendo dal maschio, si suddivide nella femmina. (traduzione di Diego Lanza)

[15] Naturalis historia X,166: Inrita ova, quae hypenemia diximus, aut mutua feminae inter se libidinis imaginatione concipiunt aut pulvere, nec columbae tantum, sed et gallinae, perdices, pavones, anseres, chenalopeces. Sunt autem sterilia et minora ac minus iucundi saporis et magis umida. Quidam et vento putant ea generari, qua de causa etiam zephyria appellant. Urina autem vere tantum fiunt incubatione derelicta, quae alii cynosura dixere.

[16] Historia animalium VI,2, 560a 5-9: Le uova che alcuni chiamano kynosoura o «sterili» compaiono più spesso d’estate. Certi poi chiamano le uova sterili «zefirine», perché è in primavera che le femmine degli uccelli recepiscono i venti tiepidi; si ha lo stesso effetto anche quando le si palpa con la mano in un certo modo. (traduzione di Mario Vegetti)