|
F
- frizzling |
Autosomico
incompletamente dominante
Gruppo di associazione II - cromosoma 2
Il
piumaggio arricciato è conosciuto da secoli ed è stato osservato in
parecchie regioni dell’Asia. Per le notizie storiche si veda il Gallus
crispus (vol.I
- VI.1.5.).
Anche
Aldrovandi descrisse un gallo arricciato nel secondo volume della sua Ornithologia,
collocandolo nel capitolo VIII intitolato De monstris, nel quale vengono riferite le stranezze:
De
hoc Gallo ad me scripsit Pompilius Tagliaferrus Parmensis inter
praeclaros medicos haud infimus his verbis: Ad te mitto Galli monstrosi
effigiem, etsi tamen in illo delineando pictor haud mihi satisfecerit.
Sed scias velim, duo potissimum in hoc Gallo reperiri admiratione digna,
quae in Gallinaceis, et Gallinis nostris visuntur minime. Primum, et
praecipuum est, quod alarum pennae contrario, quam in aliis modo
situantur, nam pars illarum prona, quae ex naturae praescripte in aliis
interius vergit, in hoc exterior conspicitur, ita ut tota ala, penitus
inversa videatur. Alterum notatu dignum existimo, quod cervicis plumulae
caput versus cirri instar eriguntur; quorsum etiam tota cauda attolli
conspicitur. |
Pompilio
Tagliaferro da Parma, per nulla ultimo fra i medici illustri, mi scrisse
a proposito di questo gallo con le seguenti parole. Ti invio la
raffigurazione di un gallo mostruoso, nonostante il pittore non mi abbia
per nulla soddisfatto nel rappresentarlo. Ma vorrei che tu sapessi che
in questo gallo si rinvengono due cose particolarmente degne di essere
ammirate e che nei nostri galli e nelle nostre galline non si vedono
minimamente. La prima cosa, ed è la più importante, è il fatto che le
penne delle ali sono disposte al contrario rispetto agli altri polli:
infatti il loro lato concavo, che come prescritto dalla natura negli
altri polli è rivolta all’interno, in questo gallo si mostra rivolta
all’esterno, cosicché tutta l’ala appare completamente rovesciata.
Ritengo degno di nota un’altra cosa: le piccole piume del collo si
ergono come riccioli in direzione della testa, verso la quale anche
tutta la coda appare dirigersi. |
Fig. XV. 1 - Il gallo arricciato di Ulisse Aldrovandi
Fu Davenport (1906)
a
suggerire per primo il comportamento dominante del gene F
dell'arricciato. Studi successivi di Hutt,
Landauer e Dunn riuscirono a dimostrare che questo gene non possiede affatto un’azione
letale sull’embrione.
Grazie al gene mf,
modificatore dell’arricciato, sono osservabili 4 fenotipi arricciati, dei
quali uno solo interessa l’allevatore di polli ornamentali:
F/F_Mf+/Mf+ - omozigoti per F senza intervento di mf - il rachide della piuma, estremamente ricurvo, offre l’impianto a barbe anch’esse estremamente arricciate; la piuma è fragilissima, per cui si spezza con facilità, lasciando questi soggetti quasi nudi -
F/F_mf/mf - omozigoti per F
e mf - l’intervento dei due geni
modificatori attenua le espressioni estreme del genotipo precedente, per cui
si ottiene un aspetto meno lanoso
F/f+_Mf+/Mf+ - eterozigosi per F senza intervento di mf - è il fenotipo da esposizione, in cui il rachide e le barbe sono meno ricurve rispetto a quanto accade negli omozigoti per l’arricciato, con interessamento minore anche delle timoniere e delle remiganti - -
F/f+_mf/mf
-
eterozigosi per F con omozigosi per mf
- solo un occhio attento è in
grado di percepire l’azione di F,
in quanto il soggetto presenta un piumaggio praticamente normale.
È stato dimostrato da Landauer & Aberle (1935)
che
l’azione di F si svolge a livello
del follicolo senza che tutto l’organismo sia coinvolto in
disturbi metabolici; inoltre, non sono presenti proteine anomale. Si tratta
solamente di una diversa disposizione spaziale dei comuni elementi costitutivi
della piuma. Le barbe, che nei polli normali formano una trama solida, sono
spesso attorcigliate, ed essendo fragili, finiscono per spezzarsi lasciando il
rachide denudato.
È stato studiato il metabolismo basale dei soggetti
arricciati, che, oltre a essere aumentato, si accompagna a incremento della
secrezione tiroidea e surrenalica adrenergica. Ovviamente ciò comporta un
consumo di cibo e di ossigeno superiore alla norma, accelerazione della
frequenza cardiaca con aumento della portata circolatoria. Per le inabituali richieste
metaboliche si determina un’ipertrofia di alcuni organi: cuore, milza, gozzo
e canale alimentare. Invece, secondo alcuni, un singolo gene F non sarebbe in grado di compromettere le capacità isolanti del
piumaggio, per cui gli effetti sulla fisiologia generale sarebbero scarsi o
nulli.
Negli omozigoti, che sono praticamente nudi, l’isolamento
termico è senz’altro deficitario. Per mantenere costante la temperatura
corporea questi soggetti non possono fare altro che produrre più calore e
irrorare maggiormente sia la cute che gli organi impegnati nel mantenimento
dell’omeotermia, e ciò comporta un superlavoro per il cuore, che pertanto
si ipertrofizza. Questi maschi raggiungono più lentamente la maturità
sessuale e le femmine ovulano più tardivamente e in quantità minore.
Qualcuno afferma che
probabilmente Aldrovandi riportò il primo caso di mutazione istrice
che vedremo appresso. Io sono dell’avviso che è alquanto difficile arguire
se la gallina da lui descritta - e che ora vedremo - fosse affetta da qualche
anomalia genetica a carico del piumaggio tanto da farla somigliare a un
istrice. Quanto segue è tutto ciò che ci riferisce Aldrovandi su questa
gallina:
[...] altera [gallina] intra
duos parietes reperta fame extincta, atque eo modo, quo vides, in
lapideam ferme substantiam conversa, cauliculis suis absque pennis
histricis instar horrida, intra arcis vetustissimae parietes reperta.
Eam illustrissimus comes, ac senator nostrae urbis amplissimus D. Io.
Pepulus olim mihi tanquam rem miram donavit. |
[...]
l’altra gallina fu rinvenuta fra due pareti, morta di fame, e così,
come puoi vedere, quasi pietrificata, con un aspetto ispido come quello
di un istrice a causa delle rachidi delle piume prive di barbe,
rinvenuta fra le pareti di un antichissimo rifugio. Me ne fece dono un
giorno, come se fosse una cosa straordinaria, l’illustrissimo conte e
nobilissimo senatore della nostra città Giovanni Pepolo. |
Aldrovandi non specifica dopo
quanto tempo dalla morte la gallina fu rinvenuta. Se questo lasso di tempo
fosse stato lungo, allora il piumaggio, anche se normale, avrebbe potuto
perdere le barbe, presentando solo il rachide; evenienza, tuttavia, più
fantastica che realistica.
È difficile che fosse in gioco la mutazione porcupine
[1]
,
o istrice, in quanto sarebbe stato necessario allevare la futura
gallina - verosimilmente bolognese - ben protetta dal freddo. A meno che l’avessero
effettivamente allevata al caldo! Altrimenti non si spiegherebbe il fatto di
essere stata rinvenuta quasi pietrificata tra due pareti di un antichissimo
rifugio.
Tuttavia, ammesso che la gallina in questione fosse
portatrice di un’anomalia genetica del piumaggio, io propenderei per un’omozigosi
del gene dell’arricciato, e che con il trascorrere del tempo avesse perso le
fragili barbe in quelle piume che ne erano ancora dotate. La sua ala è troppo
somigliante a quella della tav.34 - 1
di un soggetto omozigote per il gene
dell’arricciato.
Fig. XV. 2 - La gallina istrice di Ulisse Aldrovandi
L’aspetto bizzarro degli arricciati fa pensare che siano
appena usciti da una lavatrice. Le piume del collo, viste di profilo, se hanno
le punte rivolte verso la testa, ricordano una gorgiera che fa da cornice al
capo
- , e ciò sarebbe esteticamente desiderabile. Le penne della
coda e delle ali si presentano abitualmente meno ricurve.
Siccome gli arricciati per lo più non riescono a
raggiungere i posatoi volando, durante la notte si accalcano al suolo per
scaldarsi, e finiscono così per spezzarsi le piume l’un l’altro. Non si
è potuto stabilire se gli arricciati siano in grado di avvantaggiarsi dei
climi caldi, come accade per i Collo Nudo. Un dato è certo: quando l’ambiente
è caldo, il gene F è in grado di
far aumentare il volume e il numero delle uova deposte, con riduzione della
mortalità. Pare inoltre che un’eterozigosi per Na e F favorisca la
capacità depositiva.
Gli omozigoti non vengono considerati membri rispettabili
del fenotipo frizzle, e sono
scartati non appena identificati, mentre servirebbero ottimamente per essere
accoppiati con soggetti a penne lisce.
I frisés forniscono un interessante esempio di dominanza incompleta,
di amore degli allevatori per un genotipo che non può riprodursi in modo
costantemente puro, nonché di un gene capace di influenzare sia il fenotipo
che le attività funzionali dell’organismo, come accade nel Collo Nudo.
mf
- modifier of frizzling |
Autosomico
recessivo
Gruppo di associazione sconosciuto
Si tratta di un classico gene
modificatore, appartenente cioè a quella categoria di geni in grado di
modificare l’espressione di un carattere semplice, che di solito dipende da
una coppia di alleli. Talora i geni modificatori riescono ad annullare
completamente il fenotipo originale. Gli arricciati eterozigoti Ff+
possono presentare penne quasi appiattite se mf è omozigote, in quanto si ottiene un piumaggio solo lievemente
increspato.
Hf
- henny feathering |
Autosomico
incompletamente dominante - limitato a un sesso
Gruppo di associazione sconosciuto
Inutile ripetersi e impossibile
aggiungere qualcosa a quanto espresso nel capitolo dedicato ai caratteri
sessuali secondari (vol.II - XXIV.4.3.). Ci
limitiamo a ricordare che questo piumaggio è posseduto dalla Sebright. Oltre
a conferire un aspetto bizzarro, il piumaggio gallina potrebbe essere
interessante in un gallo da combattimento perché lo farebbe apparire femmina
agli occhi dell’avversario, che così non si caricherebbe
con la necessaria dose di aggressività. Avrebbe pertanto un interesse
strategico. Secondo alcuni questo gene sarebbe presente nel Combattente
della Guadalupa ed è presente nel Combattente Spagnolo.
h
- hookless |
Autosomico
recessivo
Gruppo di associazione III - cromosoma 1
Si tratta di uno dei tratti caratteristici e più appariscenti della Moroseta, detta anche Silky , che in inglese significa setoso. Questo gene trasforma radicalmente la struttura della piuma, in quanto il rachide è più delicato, accompagnato da barbe molto lunghe e spesso bifide. Le barbule sono anch’esse allungate, disposte in modo irregolare, senza uncini, per cui le piume non possono avere l’abituale aspetto appiattito in quanto le barbe sono disunite. Le timoniere sono interessate più delle remiganti.
Piume di Silky secondo Lewis Wright – The illustrated book of Poultry (1890)
L’asportazione della tiroide
si traduce in un piumaggio di tipo setoso, ma soggetti setosi e soggetti normali producono la
stessa quota di ormoni tiroidei. Pertanto l’azione di h si svolge solo a livello del follicolo. Lo studio biochimico del
piumaggio non ha messo in evidenza proteine anomale, per cui la causa della
struttura setosa risiede nella differente disposizione spaziale dei normali
elementi strutturali della piuma, analogamente a quanto accade nell'arricciato.
Kn
· Ks · K -
slow feathering |
Alleli
legati al sesso, con rapporto Kn > Ks > K > k+
Al
momento della schiusa è facile notare che sono visibili solo le remiganti
primarie e secondarie, mentre il resto del pulcino è ricoperto da piumino,
che in modo graduale, e secondo un ordine prestabilito, viene sostituito dalle
piume di contorno nel giro di 4-8 settimane. Le piume di contorno vengono
successivamente sostituite del piumaggio giovanile, a sua volta soppiantato
dal piumaggio adulto. Il piumaggio adulto viene cambiato annualmente
attraverso la muta, che, come la crescita delle piume, viene influenzata da
svariati fattori, ambientali e genetici.
Le razze Asiatiche, Americane, Inglesi e le cosiddette razze
pesanti - Brahma, Cocincina, Rhode Island, Wyandotte, Plymouth Rock,
Orpington - sono caratterizzate da una ridotta velocità d’impiumamento,
mentre le razze Mediterranee - Livorno, Ancona, Minorca e altre razze ancora -
hanno un impiumamento rapido.
Nel 1922 Serebrovsky stabilì che questo diverso
comportamento è dovuto a due alleli dotati di azione opposta, e che il gene
dell’impiumamento lento è dominante rispetto al gene selvatico dell’impiumamento
rapido. Successivamente sono stati identificati altri alleli, ai quali è
stato attribuito questo rapporto di dominanza: Kn
> Ks
> K > k+. L’azione degli alleli è la
seguente:
Kn è responsabile dell’impiumamento
estremamente rallentato
Ks causa un impiumamento
ritardato
K determina una rapidità d’impiumamento appena
rallentata.
2012 - the 120th anniversary of
the birth of
Aleksandr Sergeevich Serebrovsky
by Irina Moiseyeva
and Mikhail Romanov
Il locus K è
situato vicino al locus S sul
cromosoma Z, e i due geni distano solo 1,1 unità crossover. Il locus della
velocità d’impiumamento è interessante sotto due profili: innanzitutto
perché rappresenta un classico esempio di come una velocità di crescita sia
controllata da un singolo locus, mentre i parametri di crescita del soma per
lo più si trovano sotto il controllo di alcuni loci; in secondo luogo perché
questo gene può essere utilizzato per il sessaggio in tenera età,
particolarmente utile nel caso della Livorno bianca, che ovviamente non può
mostrare gli effetti cromatici dei geni legati al sesso.
La letteratura sull’utilizzazione
dell’impiumamento per il sessaggio è piuttosto consistente e può essere
riassunta nel modo seguente, ricordando che i pulcini debbono essere asciutti
prima di venir giudicati:
Genotipo |
Fenotipo del neonato |
k+/k+ | le remiganti primarie e secondarie emergono in modo netto dal piumino e dalle copritrici, contrariamente a quanto accade nei soggetti a impiumamento lento |
Ks e Kn | nel neonato non si nota praticamente alcun
sviluppo delle remiganti primarie e secondarie, con copritrici molto
corte |
Genotipo |
Fenotipo a 12 settimane d'età e oltre |
k+, K e Ks | sia i maschi omozigoti che le femmine emizigoti
per k+,
K e Ks abitualmente
sono impiumati in modo completo |
Ks/Ks |
alcuni maschi Ks/Ks possono essere sprovvisti di timoniere |
Kn |
i soggetti portatori del gene
Kn non sono mai completamente
impiumati; le femmine, e i maschi omozigoti, abitualmente si presentano
nudi durante il periodo del piumaggio giovanile; raggiunta l’età
adulta, le femmine sono variamente impiumate: da nude a quasi del tutto
impiumate; i maschi adulti presentano per lo più un ventre spiumato cui
si accompagna un’assenza di timoniere e di remiganti; i maschi
eterozigoti sviluppano il piumaggio più precocemente rispetto agli
omozigoti e da adulti si presentano quasi del tutto normali, salvo l’assenza
di timoniere |
A questo punto della nostra
preparazione genetica possiamo essere in grado di sfatare rapidamente certe
credenze. Infatti alcuni allevatori sono convinti che le femmine sviluppano la
coda sempre prima dei maschi. In un
allevamento nel quale si mantiene l’omogeneità genetica e nel quale sono
possibili solo due alternative, K o k+,
maschi e femmine con lo stesso genotipo mettono le piume della coda con ugual
rapidità o uguale lentezza. Anzi, se qualcuno volesse dedicarsi a un’osservazione
millimetrata, potrebbe forse dimostrare quanto non si è ancora scritto, che
cioè potrebbero essere i maschi a presentare un effetto dose. Per cui, nel
caso di un genotipo k+, i maschi potrebbero essere più precoci, nell’altro
caso più tardivi delle sorelle.
Il gene Kn è dotato di effetto pleiotropico a livello di alcuni
organi: lo sviluppo della cresta è molto rallentato, e nelle femmine, anche
se mature sessualmente, non raggiunge mai il colore e le dimensioni normali. A
tutto ciò si contrappone un’ipertrofia estrema dell’uropigio con
variazioni individuali nel contenuto in acidi grassi del secreto. La
temperatura ambiente non è in grado di influenzare il volume ghiandolare e la
composizione dei grassi, mentre il caldo permette alla cresta di raggiungere
dimensioni normali.
Nel 1970 Mérat ha voluto revisionare i dati riguardanti
la velocità di incremento corporeo
nei soggetti a impiumamento rapido e lento. Non sono state notate differenze
significative tra i due genotipi, solo talora ha potuto mettere in evidenza
una lieve superiorità dei soggetti a impiumamento rapido. Al contrario, i
dati di Dunnington (1986) metterebbero in evidenza una più rapida crescita
somatica nei soggetti a impiumamento lento. Proprio per questa estrema
divergenza di dati si deve concludere per un effetto pleiotropico.
Tuttavia potrebbe essere utile l’osservazione di Hutt,
condivisa dalla nostra pratica, che le razze a impiumamento rapido sono più
veloci nel raggiungere la maturità, in quanto non hanno bisogno di disperdere
una quota di energia alimentare per produrre calore. Non scordiamo che la
rapidità di crescita del piumaggio può essere stimolata con la tiroxina, che
è in grado di indurre un’improvvisa muta se somministrata a forti dosi.
Potrebbe anche darsi che esista una situazione di ipertiroidismo fisiologico
nelle razze leggere, caratterizzate anche da un certo nervosismo e dall’amore
per il volo, concesso dal peso e dalla struttura anatomica. E poi l’esperienza
insegna che le razze pesanti hanno un carattere bonaccione e docile. Oltre che
sul carattere, l’ormone tiroideo influisce sulla cresta, e le razze pesanti
di norma hanno una cresta di dimensioni ridotte.
Ora attenti, si sta per entrare nel mondo della psicologia.
Un antico dilemma che tormentava Freud, e che non è stato risolto né lo
sarà mai, è il sapere quanto un uomo ha di congenito e quanto di acquisito,
capace di determinare la sequenza dei suoi collegamenti psichici
consci-preconsci-subconsci-inconsci. Come ho più volte espresso, io credo che
il giusto sta nel mezzo, non per amore del quieto vivere alla Don Abbondio,
non per amore dell’aurea mediocritas,
bensì per il fatto che spesso tutte le ipotesi estreme si sposano e ne
scaturisce l’idea migliore.
Ho due esempi classici da citare. Il primo riguarda un
amico allevatore del quale non conoscevo i genitori, ma del quale conoscevo il
fratello, molto diverso anche se anagraficamente non distante. Il giorno che
ho avuto la fortuna di conoscere la famiglia, ho potuto cogliere come uno dei
fratelli somigliasse psicologicamente al padre, l’altro aveva copiato la
madre anche dal punto di vista fisico. Ma l’altra osservazione che vorrei
citare, e che ci fa rientrare nel seminato,
consiste nell’aver spesso affermato che anche l’allevatore più inesperto
saprebbe individuare al primo approccio un neonato di Livorno dorata, senza
pericolo di confonderlo con un coetaneo Phoenix collo oro. Il primo fugge al
minimo rumore ed è in costante allarme. A questo punto demando agli
scienziati il compito di determinare il grado di funzionamento tiroideo nel
pulcino Livorno, qualora non sia già stato fatto. Se si scoprirà che la
tiroide di tale pulcino funziona normalmente, allora credo valga la pena di
pensare a qualcosa di genetico, in grado di condizionare la quota di endorfine,
o similari, prodotte dal cervello del pulcino.
Nel
1988 Bacon ha osservato, in ceppi di Livorno bianca, che la progenie femminile
a impiumamento lento deponeva poco ed era soggetta a elevata mortalità,
attribuita a infezioni virali, per uno stretto linkage con il gene provirale
endogeno ev-21, capace di
interferire con la risposta immunitaria nei confronti dei virus delle leucosi
trasmessi attraverso l’uovo. Si è potuto dimostrare che non esistono
differenze tra genotipi k+
e genotipi K circa la risposta
immunitaria nei confronti del virus implicato nel morbo di Marek o comunque
verso altri antigeni.
ts
· t - tardy feather growth |
Autosomico
recessivo, con rapporto ts > t
Gruppo di associazione III - cromosoma 1
In
ceppi a impiumamento rapido non è infrequente osservare la comparsa di alcuni
soggetti le cui piume non crescono con la velocità attesa. Fu Warren (1933)
a
studiare quest’anomalia in un ceppo di Livorno e battezzò questi soggetti
come ritardati, che da adulti si
presentavano normali, ma che da piccoli erano facilmente distinguibili dagli
altri pulcini. Alla nascita possedevano 6 remiganti primarie ben definite, ma
solo 3 su 9 remiganti secondarie lo erano. Nei pulcini normali le piume della
coda sono evidenti in media intorno ai dieci giorni, mentre nei ritardati esse comparivano solo a tre settimane d’età. A 6
settimane, normali e tardoni erano uguali. Lo stesso Warren dimostrò che, per
la comparsa di questo fenotipo, è necessario un genotipo k+/k+ oppure k+/-.
Successivamente fu messo in evidenza un allele dello
stesso locus dotato di un’azione lievemente differente, in quanto è un po’
più ritardante di quella posseduta dal gene descritto da Warren. Alla schiusa
sono presenti le 6 primarie, ma non è visibile alcuna secondaria, e al decimo
giorno di vita le remiganti sono tutte ipoevolute, presentandosi più sottili
e più corte della norma. Le piume della coda fanno la loro comparsa a sole 8
settimane d’età e anch’esse si sviluppano lentamente. I tardoni di Warren
e questi nuovi ritardati, raggiunta la maturità, sono tra loro
indistinguibili e sono uguali ai soggetti a impiumamento rapido. A causa dell’azione
sulle secondarie, a quest’altra mutazione fu assegnato il sovrascritto s.
È stato possibile stabilire che
il locus T giace sul cromosoma 1,
precisamente nel braccio corto, mentre nel braccio lungo vengono, in
successione, Ml-P-O.
Ha
- hard |
Autosomico
dominante
Gruppo di associazione sconosciuto
Le
mostre usano suddividere i soggetti in due categorie: razze a piumaggio rigido
e razze a piumaggio soffice. Alcune razze a piumaggio rigido: Combattente
Inglese Antico e Moderno, Aseel, Cornish, Malese, nelle quali le piume formano
con la pelle un angolo acuto, più accentuato di quello riscontrabile in razze
a piumaggio soffice, per cui le piume rimangono ben aderenti al corpo, sono
più corte e più fragili. Possiamo aggiungere che le squame delle razze a
piumaggio rigido generalmente sono più ravvicinate.
Nelle razze a piumaggio soffice le piume sono disposte ad
angolo meno acuto, sono più soffici e sono abitualmente abbondanti,
conferendo al soggetto un senso di apertura
che si realizza appieno nella Cocincina.
Possiamo così comprendere
perché la primitiva classificazione parlasse di piumaggio chiuso e aperto e non di piumaggio rigido e soffice. Il
piumaggio rigido si comporta come tratto dominante, e il suo allele recessivo ha+,
posseduto dal tipo selvatico, molto verosimilmente dev’essere influenzato da
geni modificatori per riuscire a determinare tutta la gamma di mantelli soffici
peculiari di ciascuna razza.
Ap
- apterylosis |
Autosomico
dominante
Gruppo di associazione sconosciuto
Fu
Sturkie (1942) a studiare questo gene in un ceppo di Rhode Island
rossa, caratterizzato dall’avere una riduzione degli pterili quasi come il
collo nudo, oppure da una loro assenza, una situazione comunque più estrema
rispetto a quella presentata dal collo nudo. L’espressione di questo gene
andava da una situazione quasi normale sino a una completa nudità. Dove i
follicoli erano presenti, le piume si sviluppavano normalmente, ma piumino e
pennoplume erano sempre assenti in tutti gli apterili. L’impiumamento della
testa era per lo più normale, con assenza di piume solo al sopracciglio. In
tutti i soggetti le ali e le gambe erano normalmente impiumate. Nel giro di 8
anni si giunse all’accumulo di geni modificatori con espressione estrema del
fenotipo.
Il gene Ap non possiede effetti negativi sulla schiudibilità, ma si è
dimostrato letale per il 58% circa dei pulcini di 15 giorni d’età a causa
di una ridotta assimilazione del cibo, cosa che non accade se si fornisce un
pastone inumidito. Tuttavia quest’effetto benefico è transitorio. Si
presume che questa mortalità non sia legata alla mancanza di piume, quanto a
qualche disordine fisiologico fondamentale. I soggetti che riescono a
raggiungere la vita adulta mostrano un peso che è solo il 75% del normale.
sc
- scaleless |
Autosomico
recessivo
Gruppo di associazione sconosciuto
In un ceppo di New Hampshire è stata descritta una condizione di nudità in cui la papilla delle piume, le squame dei tarsi, i cuscinetti dei piedi, nonché gli speroni, non si sviluppano affatto. Questi pulcini erano quasi completamente privi di piumino alla nascita e attraverso la selezione fu possibile ottenere pulcini con una certa quota di piumino e di corrispondenti piume nell’età adulta. Si sono così ottenute linee con scarso e con normale impiumamento.
Grazie al Dr Avigdor Cahaner possiamo essere certi che i soggetti omozigoti per il gene sc presentano su tutta quanta la superficie corporea un'assenza di follicoli - o papille - delle piume, come accade anche per il collo dei polli Collo Nudo sia eterozigoti che omozigoti per il gene Na. Ecco la risposta che il 3 ottobre 2010 ho ricevuto via e-mail dal Dr Avigdor Cahaner: "Dear Dr Corti, I can confirm that the homozygous Scaleless chickens (sc/sc) do not have feather follicles over their entire body (similar to the situation of the neck in Na/na and Na/Na chickens). If you need additional information, I'll be happy to help you. Kind regards, Avigdor Cahaner." (The Hebrew University of Jerusalem - Faculty of Agriculture - Rehovot, Israel)
L’epidermide è trasparente, simile a ceralacca, sottile, i tarsi sono privi di squame come lo sono i cuscinetti dei piedi. La schiusa non è compromessa da questo genotipo, ma sono necessarie speciali condizioni d’allevamento per ridurre la mortalità postnatale. Le poche piume che riescono a svilupparsi hanno nell’adulto una struttura alquanto primitiva, i maschi non hanno speroni anche se le altre strutture di origine ectodermica, quali unghie, becco, cresta e bargigli sono del tutto normali. Raggiunta la maturità, la cute diventa rossastra, specie nei maschi. Il derma dei soggetti portatori dell’anomalia funziona come di norma, in quanto è solo l’epidermide la responsabile di tutta la situazione anomala.
Il
pollo nudo
di Avigdor
Cahaner
Prototipo
di pollo nudo
creato da Avigdor
Cahaner - 2002
È del 2002 la foto del prototipo di un pollo nudo creato da Avigdor Cahaner (Hebrew University of Jerusalem, Faculty of Agriculture, Rehovot, Israel) il quale ricavò da uno stock di ovaiole a lenta crescita il gene dell'assenza di squame – sc, scaleless – capace, come abbiamo visto, di rendere nudo un pollo. Introdusse questo gene in uno stock di broiler a rapida crescita e pare che la combinazione - ovviamente sc/sc - funzioni in modo eccellente nel produrre carne in quelle aree caratterizzate da temperature capaci di compromettere la rendita economica e alimentare derivante da broiler normalmente impiumati. Inoltre, non avendo i polli nudi la necessità di essere spiumati, ne consegue un risparmio di acqua e di elettricità.
Nell'Abstract of Poster N. 18 del 4th European Poultry Genetics Symposium (Croatia 2005) i seguenti studiosi (tra cui anche Cahaner) Ajuh J., M. Siegmund-Schultze, A. Valle Zárate, Y. Azoulay, S. Druyan, A. Cahaner (Inst. of Animal Production in the Tropics & Subtropics, University of Hohenheim, Germany - Faculty of Agriculture, The Hebrew University of Jerusalem, Rehovot, Israel) hanno ribadito i risultati positivi delle loro ricerche sul tema "The effects of the naked neck (na) and featherless (sc) genes on performance losses of broilers reared under hot temperature" e sono giunti alla conclusione che effettivamente varrebbe la pena introdurre il gene sc dell'assenza di squame nelle linee commerciali dei broiler a rapida crescita allo scopo di incrementare la produzione di carne in situazioni ambientali caratterizzate da elevata temperatura. L'abstract è disponibile in formato PDF.
Ovviamente non mancano le critiche, come possiamo desumere dalla seguente monografia di Massimo Ortelli
Il
pollo senza piume
di Massimo Ortelli
26-05-2002
www.ecplanet.com
Lo scienziato israeliano Avigdor Cahaner e la sua équipe di ricercatori hanno creato un pollo senza piume che appare di colore rossastro, si moltiplica più velocemente ed è più resistente al caldo.
Secondo Avigdor Cahaner la mancanza di penne favorirebbe molto gli allevatori perché non vi sarebbe più alcun inquinamento dovuto dalla perdita delle piume da parte dei polli. Per cui meno spese per la pulizia degli allevamenti.
Sempre secondo il ricercatore, questa manipolazione genetica sconvolge le regole dettate dalla natura, ma dimostra che tutto sommato le penne per i polli possono essere anche un intralcio alla loro stessa vita. Ad esempio, in estate si raggiunge il maggior numero di decessi a causa del caldo, specialmente nei paesi temperati. Il pollo senza piume, essendo più resistente al caldo, è meno a rischio di decesso. Per gli allevatori dunque un altro vantaggio: meno moria delle bestie significa meno perdite di soldi.
Il ricercatore, per elogiare la sua scoperta, cita inoltre come esempio l'Africa: il pollo senza piume potrebbe benissimo vivere in questo continente contribuendo così alla carenza di cibo per la popolazione.
Un'opinione quest'ultima infondata secondo molti. Secondo altri ricercatori alcune teorie di Avigdor Cahaner sono solamente delle opinioni personali: ad esempio, i polli privi di piume pur essendo resistenti al caldo sono soggetti a scottature solari e a conseguenti malattie della pelle che, nella maggior parte dei casi, portano anche alla morte dell'animale. E poi bisogna ancora vederci chiaro sulle modalità della modificazione genetica a cui sono stati sottoposti gli animali.
Questa scoperta ha suscitando molto scalpore non solo negli ambienti scientifici di tutto il mondo, ma anche tra la gente comune. Tutti infatti si domandano: andando avanti di questo passo, cosa si potranno mai inventare in futuro certi personaggi che si auto proclamano scienziati?
nk
- Ottawa naked |
Autosomico
recessivo
Gruppo di associazione sconosciuto
Osservata
nel 1956, è la mutazione più recente che causa nudità nel pollo. Nei casi
estremi i pulcini sono quasi completamente privi di piumino, altrimenti
presentano appena qualche chiazza nuda. Le aree nude sono prive di follicoli,
cosicché da adulti questi soggetti si presentano con lo stesso grado di
nudità posseduto quando erano piccoli. Una caratteristica peculiare è la
fusione parziale o totale del 3° col 4° dito. L’elevata mortalità
embrionale è spiegabile attraverso l’alta incidenza di anomalie a carico
della colonna vertebrale e dei reni.
Particolari precauzioni di
allevamento sono ovvie e se si procede a un’inseminazione artificiale si
può dimostrare che la fertilità è normale. Da ricordare che questo gene è
collocabile tra quelli che agiscono a livello del mesoderma.
n
- sex-linked naked |
Legato
al sesso, recessivo
Gruppo
di associazione V - cromosoma Z
Le
prime osservazioni relative a questo gene provengono da un ceppo di Livorno
bianca, studiato da Hutt & Sturkie nel 1938. Il grado di nudità dei
pulcini al momento della nascita variava in modo considerevole, anche se in
generale era la parte anteriore a essere più glabra. Al momento del piumaggio
giovanile, i soggetti perdevano il piumino e diventavano completamente nudi,
con ricrescita del piumaggio estremamente lenta, follicoli non eruttivi e
altri tumefatti, ripieni di sangue coagulato. Spesso le piume si spezzavano in
prossimità della cute. Anche se al momento del piumaggio adulto i soggetti
erano più vestiti di quanto non fossero con quello giovanile, le aree prive
di piume presentavano ampie oscillazioni nella loro estensione. Il numero
degli pterili era normale, e ciascun pterilio era dotato di alcune piume, e
negli apterili erano presenti pennoplume e piumino. Le remiganti erano
abitualmente assenti e al loro posto si potevano osservare degli spezzoni.
Erano presenti fino a quattro timoniere. Rispetto ai polli normali non fu notata una
particolare differenza dei parametri di crescita, della maturità sessuale e
delle caratteristiche delle uova.
Tuttavia
è stato possibile documentare che il gene n
è semiletale
sia prima che dopo la nascita: letalità pari al 46,7% a 19-21 giorni d’incubazione,
letalità a 6 settimane di vita pari al 55,3%. Vengono colpiti sia i maschi
omozigoti che le femmine emizigoti. Al fine di individuare il punto d’azione
di questo gene sono stati eseguiti trapianti di cute, dai quali è stato
possibile dedurre che l’azione si svolge solo a livello del follicolo.
af
- abnormal feathering |
Autosomico
recessivo
Gruppo
di associazione sconosciuto
Somes
nel 1988 riferì di un’interessante osservazione fatta dall’inglese
Bulfield, che consiste in un normale piumino nei pulcini, mentre il piumaggio
giovanile e adulto si presentano anormali, caratterizzati da struttura anomala
delle piume distribuite a chiazze. L’espressione di questo carattere è
estremamente variabile, potendo causare soggetti completamente nudi nei casi
estremi. Tuttavia alcuni soggetti adulti svilupparono delle remiganti
secondarie.
Alopecia |
Ereditarietà
da definire, recessiva
La
linea DAM (Delayed Amelanosis
line), sviluppata all’Università del Massachusetts, è caratterizzata da un’elevata
incidenza postnatale di amelanosi e di cecità, con bassa incidenza di
tiroidite autoimmune e di un difetto d’impiumamento successivamente noto
come alopecia.
I
pulcini sono normali alla schiusa. Raggiunte le 6-8 settimane di vita
sviluppano un difetto strutturale del rachide e delle barbule in
corrispondenza dell’apice delle timoniere e delle remiganti. Parecchie piume
nei soggetti più anziani si spezzano, lasciando così il soggetto in preda a
una completa nudità oppure ad aree più o meno estese di alopecia, a seconda
della gravità dell’anomalia. In base alle alterazioni microscopiche si
suppone possa trattarsi di un processo autoimmune. I geni specifici non sono
ancora stati identificati, anche se dagli incroci si può arguire una loro
recessività.
pc
- porcupine |
Autosomico
recessivo
Questa
mutazione è capace di impedire un normale sviluppo delle piume, in quanto
esse assumono l’aspetto di aculei già nei pulcini appena nati, naturalmente
dopo che il piumino si è asciugato. Non solo, ma questa condizione è già
dimostrabile nell’embrione non appena cominciano a svilupparsi le piume. L’adulto
continua a mantenere piume non sviluppate con aspetto di aculei. I pulcini
sono difficili da allevare in quanto hanno bisogno di un ambiente più caldo
del solito per impedire l’eccessiva dispersione termica. Non è mai stato
possibile ottenere uova fertili dagli omozigoti, neppure con l’inseminazione
artificiale, e le galline depongono pochissime uova. Accoppiando degli
eterozigoti si può sperare in una progenie.
Ralph G Somes Jr., parlando di questa mutazione in Poultry
breeding and genetics, così si esprime: “On page 352 of Aldrovandi
on chickens (Lind, 1963) is pictured what is presumably
the first reported porcupine fowl.”
Per
giungere a tale conclusione - che cioè presumibilmente quello di Aldrovandi
fu il primo pollo porcupine della storia - Somes ha avuto intuito,
nonché la fortuna di avere a disposizione l’immagine della gallina istrice
di Aldrovandi , e
certamente non giunse a tale conclusione per il fatto di disporre della
traduzione di Lind. Infatti, se si
fosse basato esclusivamente sulla traduzione di Lind, gli sarebbe stato impossibile sapere
che Aldrovandi paragonò la gallina in questione a un istrice. Si tratta di
una delle tante mistificazioni del testo latino che Lind ha perpetrato a iosa,
a discapito della ricerca scientifica e della serietà di Aldrovandi, anche se talora questa serietà si dimostra assai precaria, come nel caso
della pentadattilia
(III - X-7.1.).
Riportiamo nuovamente il testo relativo alla gallina istrice, accompagnato
stavolta dalla fantasmagorica traduzione di Lind.
[...]
altera [gallina] intra duos parietes reperta fame extincta, atque eo
modo, quo vides, in lapideam ferme substantiam conversa, cauliculis
suis absque pennis histricis instar horrida, intra arcis vetustissimae
parietes reperta. Eam illustrissimus comes, ac senator nostrae urbis
amplissimus D. Io. Pepulus olim mihi tanquam rem miram donavit. |
[...]
l’altra gallina fu rinvenuta fra due pareti, morta di fame, e così,
come puoi vedere, quasi pietrificata, con un aspetto ispido come
quello di un istrice a causa delle rachidi delle piume prive di barbe,
rinvenuta fra le pareti di un antichissimo
rifugio. Me ne fece dono un giorno, come se fosse una cosa
straordinaria, l’illustrissimo conte e nobilissimo senatore della
nostra città Giovanni Pepolo. |
[...] the other hen was found between two
walls, dead of hunger, and, as you see, with its flesh almost changed
to stone and its feathers like little stalks or stems used as
ornaments on the capitals of columns; it was found between the walls
of a very ancient arch. The most illustrious count and senator of our
city, the excellent John Pepulo, gave it to me some time ago as a
wonderful thing. |
Nel testo dedicato al pollo, Aldrovandi usa una sola volta
la parola histrix. Pertanto, se disponessimo unicamente della
traduzione di Lind - come è accaduto a Somes - anche noi giungeremmo alla deduzione che
Aldrovandi non ha mai citato un piumaggio che fa somigliare un pollo a un porcupine,
a un istrice.
Così come - sempre secondo Lind
- Aldrovandi non avrebbe mai parlato della razza di Polverara. Ma di questa
grave manchevolezza, che ha dei chiari e importanti risvolti storiografici,
discuteremo in un altro capitolo.
ropy
- ropy |
Autosomico
recessivo
Gruppo
di associazione sconosciuto
Nel
1949 Warren ebbe modo di osservare pulcini appena nati che si presentavano
appiccicaticci, quindi facilmente identificabili rispetto ai normali. Da
adulti essi sembrano del tutto normali, ma osservati più attentamente
presentano una fissurazione a carico della metà prossimale delle piume più
grandi presenti sulle ali, e il difetto può essere scoperto solo osservando
la piuma dal basso. Talora le piume di copertura si presentano leggermente
arruffate, per cui è stato attribuito il termine e la sigla ropy
a questa anomalia. Se non fosse per l’alterazione delle piume, questi
soggetti sono normali sotto tutti i profili.
wi
- wiry |
Autosomico
recessivo
Gruppo
di associazione sconosciuto
È
possibile osservare questa sindrome nei pulcini appena nati, che presentano
gli elementi del piumino uniti insieme e privi di barbe nella metà distale.
Diventati adulti, questi soggetti sono colpiti principalmente a carico delle
piume delle ali e della coda: le barbe aderiscono tra loro e al rachide, tant’è
che rimangono ancora parzialmente ricoperte dalla guaina. Col progredire dell’età
questi soggetti diventano sempre meno distinguibili da quelli normali.
Fisher
ha studiato gli effetti della temperatura d’allevamento sui pulcini con
piume a fil di ferro. Innanzitutto il gene non ha effetti negativi sulla
schiusa, ma i pulcini debbono soggiornare per due settimane a 37°C per
ridurre al minimo la mortalità. Pertanto questo gene rientra tra i letali
facoltativi.
wo
- woolly |
Autosomico
recessivo
Gruppo
di associazione sconosciuto
A
un giorno di vita i pulcini mostrano un’estrema variabilità di quest’anomalia,
anche se abitualmente è presente uno spiccato accorciamento del piumino con
aree cutanee da totalmente coperte a seminude. Quando sono presenti delle aree
di alopecia, più spesso sono localizzate al dorso e al ventre, con una
quantità variabile di plumule arrotolate a forma di noduli. Altro tratto
caratteristico dei neonati è rappresentato dall’aspetto liscio e lucente
delle gambe, specie posteriormente, e dei piedi, specie alla pianta.
Il
piumaggio giovanile e adulto di questi soggetti lanuginosi è normale per
quantità, distribuzione e lunghezza, ma tutte quante le piume hanno una
struttura anormale, essendo arruffate ed incomplete, conferendo al soggetto la
mancanza di aspetto liscio e di simmetria. Il difetto risiede prevalentemente
nelle barbule, che hanno direzione alterata oppure sono assenti, ma di
composizione chimica normale. Si associa un uropigio ipertrofico.
La
capacità di crescita non è delle migliori e la mortalità incide
discretamente verso il 19°-21° giorno di vita embrionale, anche se
fertilità e schiudibilità sono normali. Alla nascita i pulcini hanno una
vivacità minore e necessitano di un ambiente più caldo. La penetranza del
gene è completa.
Lf
- long filoplumes |
Autosomico
dominante
Gruppo
di associazione sconosciuto
Poco
prima di morire McGibson stava lavorando intorno a una caratteristica del
piumaggio, precisamente a carico delle aree ricoperte da piumino,
rappresentata da filoplume 1-10 cm più lunghe delle piume adiacenti normali
definitive. Successivamente, in una linea di soggetti dell’Università del
Connecticut, Somes ha osservato delle filopiume che si proiettavano al di là
delle pennoplume e delle piume di contorno. McGibson attribuì al gene in
causa un comportamento dominante.
st
- stringy |
Recessivo
- Autosomico? Legato al sesso?
Gruppo
di associazione sconosciuto
In
questo caso il piumino del pulcino assume un aspetto sfilacciato in quanto le
barbe sono rigirate e tra loro incollate. Fu un’osservazione di Kessel a
mettere in evidenza quest’ennesima anomalia, che non ebbe altri riscontri. I
pulcini di Kessel si presentavano normali per dimensioni e vivacità, ma al
compimento di una settimana di vita cominciarono a mostrarsi fiacchi, per
morire tutti quanti in capo a due settimane. I genitori erano rappresentati da
un gallo e sei sorelle. Non essendo stato possibile proseguire nell’allevamento,
non fu dato di stabilire se si trattasse di un gene autosomico o eterosomico,
anche se si può presumere fosse recessivo.
sn
- sunsuit |
Autosomico
recessivo
Gruppo
di associazione sconosciuto
Hutt
e Long (1950)
hanno
riportato un’anomalia del piumaggio molto infrequente, la cui espressione
era variabile a seconda degli individui, ma che essenzialmente consisteva in
estremità nude con il tronco abbastanza impiumato. Nel pulcino di un giorno
il piumino si presentava a fil di ferro e appiccicaticcio, specialmente a
livello del collo e del dorso, in quanto le barbe delle plumule erano
incollate tra loro all’apice. Nell’adulto il piumaggio raggiungeva l’estremo
grado di anomalia, con remiganti ridotte in lunghezza e in numero. Anche le
piume della coda si presentavano così, ma non eguagliavano le alterazioni
delle remiganti. Invece testa e collo erano normali. I maschi erano colpiti
più delle femmine.
Probabilmente
era presente una continua rigenerazione di piume e molti soggetti, raggiunta
la maturità, mostravano anomalie del becco e delle unghie: becco superiore e
inferiore allungati, talora arcuati e incrociati, unghie eccessivamente lunghe
col passare del tempo. Non esistevano segni di letalità associata a questa
mutazione. Si potrebbe pensare che il disturbo consista in una discheratosi.
Cr
- crest |
Autosomico
incompletamente dominante
Gruppo di associazione II - cromosoma 2
Come
l’impiumamento dei tarsi, anche il ciuffo è una caratteristica comune a
molte razze. Il fenotipo del ciuffo è molto variabile forse a causa delle
dimensioni e del tipo di cresta cui si associa, anche se quest’ipotesi non
è del tutto dimostrabile come vedremo appresso.
L’espressione massima del ciuffo viene raggiunta da
Crèvecoeur , Houdan
- , Sultano e Polish
-
- , che presentano anche una cresta relativamente oppure molto piccola, a
forma di lettera V, la cosiddetta cresta a cornetti, salvo la Houdan che è
dotata di un’ampia cresta a foglia di quercia
- . In
queste razze il ciuffo è ampio e pieno, raggiunge la parte anteriore del
capo, scende verso il collo e verso i lati della testa. Le piume del ciuffo
hanno una struttura e una forma del tutto simile a quelle della mantellina.
Nella Silky, dotata di cresta a noce, il ciuffo delle femmine è simile a quanto descritto, mentre nei maschi ha una dimensione intermedia, è diretto verso l’alto, adattandosi alla cresta che non gli permette molto gioco, con la maggior parte delle piume che lo compongono orientate posteriormente e non verso il basso e ai lati della testa - - - .
La Barbuta di Watermaal, dotata di una cresta a rosa
abbastanza estesa posteriormente, ha un ciuffo che riceve il nome di fiocco.
Il fiocco, in inglese tassel,
consiste in un gruppetto di piume che prende origine da dietro la cresta e
che cade verso la parte posteriore del collo
-
- .
Altre razze che possono essere fioccate:
Vecchia Stiria, Breda
- , Combattente Inglese Antico,
Pyncheon[2]
e Sulmtal, tutte dotate di cresta semplice eccetto la Breda, che è priva di
cresta e ha un fiocco molto più piccolo di quello della Watermaal . Un fiocco è presente anche nella Caumont e nella La Flèche
- .
La Ciuffata di Appenzell
e la Brabantea hanno
un ciuffo a forma di elmo le cui piume originano
da dietro la cresta e che sia nel maschio che nella femmina puntano in alto
e anteriormente. Ambedue queste razze hanno una cresta a cornetti.
Attualmente non sappiamo ancora se il ciuffo pieno e tutte
le sue gradazioni intermedie - inclusi quindi il ciuffo a elmo e il fiocco -
siano dovuti allo stesso gene Cr.
Il fatto che la Breda, priva di cresta, abbia un ciuffo delle dimensioni di
un piccolo fiocco, sta a indicare che è coinvolto un altro allele oppure un
altro locus nel determinare le dimensioni del suo ciuffo. Anche il ciuffo a
elmo associato con cresta a V - uguale a quella delle razze a ciuffo pieno -
sembra essere una variante di ciuffo troppo spiccata per essere dovuta a
semplici geni modificatori: il gene della cresta a elmo potrebbe occupare un
locus differente rispetto a quello occupato da Cr, oppure potrebbe
trattarsi di un allele di Cr.
Tutte le razze dall’ampio ciuffo hanno un’ernia
cerebrale. Per le relazioni fra entità dell’ernia e entità del ciuffo si
rimanda al capitolo X dove sono trattate le anomalie scheletriche del capo. Come
abbiamo già puntualizzato in tale capitolo, alcune razze dotate di fiocco o
di ciuffo a elmo - come Barbuta di Watermaal, Brabantea, certe varietà di
Combattente Inglese Antico nano, Ciuffata di Appenzell - non mostrano un’ernia
cerebrale, che sarebbe motivo di squalifica. Abbiamo anche detto che le basi
genetiche dell’ernia cerebrale non sono state ancora del tutto chiarite. L’ernia
è sempre stata strettamente associata alla presenza di un ciuffo e in
passato le due manifestazioni furono attribuite a due distinti geni
recessivi, ma Warren e Hutt (1936)
- sulla scia
degli esperimenti di Fisher (1934,1935) - dimostrarono che ambedue i tratti sono dovuti a un singolo gene al
quale Dunn e Jull (1927)
hanno assegnato il simbolo Cr,
e dimostrarono pure che ciascuno di questi tratti viene interessato in modo
indipendente da geni modificatori che conducono a fenotipi molto variabili.
I due ricercatori hanno anche dimostrato che il locus Cr è associato
al locus del bianco dominante I, distante 12,5 unità crossover. I
soggetti eterozigoti per Cr generalmente non presentano ernia
cerebrale.
Quando il ciuffo è molto ampio il pollo riesce a guardare
solo verso terra perché le piume delle arcate sopraccigliari ricoprono
tutto l’occhio e questo spiega l’atteggiamento inquieto al minimo
rumore. Quindi un ciuffo troppo generoso nuoce alla rusticità della razza,
rendendola paurosa, inadatta alla coabitazione con razze più vivaci,
sensibile alle malattie respiratorie per fosse nasali ampie con coane
verticali, incapace di andare in cerca di cibo lontano dal suo territorio.
Per la Houdan si suggerisce un’osservazione alla portata
di tutti quando si vuol separare il più presto possibile i maschi dalle
femmine: alla comparsa delle piume del ciuffo, esse sono a punta nel
maschio, ad apice arrotondato nella femmina. A questo proposito vorrei fare
un’annotazione quasi ovvia. Si tratta del dimorfismo sessuale delle piume
del ciuffo, che nella Polish e in altre razze dall’ampio ciuffo è tanto
evidente da servire agevolmente a differenziare i sessi senza ricorrere ad
altri attributi: infatti la femmina ha un ciuffo a pompon,
mentre le piume del maschio - allungate e appuntite - cadono a caschetto.
Per cui, quando si parla di aree del piumaggio sessualmente dimorfiche,
sarebbe buona regola includere anche il dimorfismo a carico del ciuffo, che
rispecchia il dimorfismo a carico della mantellina
Per un’analisi storica sulla probabile epoca di comparsa
di questa mutazione si veda l’ultimo capitolo di questo volume.
Mb
- muffs and beard |
Autosomico
incompletamente dominante
Gruppo di associazione III - cromosoma 1
Nel II secolo dC Claudio Tolomeo - il famoso astronomo,
matematico e geografo greco - nella sua Geografia
(VII.2.33)
riferisce di un pollo con barba, probabilmente
la mutazione barba e favoriti,
presente a Trilinga, o Triglypta, nello Stato birmano di Arakan (D’Arcy
Thompson, 1895).
Anche la Gallina nana e la Gallina Patavina di Aldrovandi del 1600
-
- e forse anche il Gallo Patavino
- presentano una certa quota di barba e favoriti e ricordano abbastanza da
vicino un rappresentante maschile dell’attuale Polverara .
Favoriti: sono
strisce di barba che dalle tempie scendono lungo le guance e che vengono
dette anche basette.
Eccone l’etimologia, che si basa sul significato di amato, prediletto, favorito : “Alcuni che si vergognano di essere
Italiani e vogliono in ogni congiuntura mostrare il loro animo servile,
usano Favoriti per quella parte
della barba che si lascia crescere più o meno sulle guance, e che in
Toscana si dicono Le fedine, quasi
che esse facciano fede della virilità. Altrove si chiamano anche Pizzi,
ma propriamente il pizzo è quella
nappa di barba che si lascia crescere dal mento in giù e che termina a
punta. Favoriti è un neologismo di origine francese introdottosi per la
moda sorta dopo la rivoluzione politica del 1797.”
(Cortelazzo & Zolli, 1980).
Nel pollo i favoriti non sono dovuti alla moda, né sono
simbolo di ostentazione mascolina, visto che anche le femmine ne sono
adorne. Essi consistono in un ciuffo di piume che si proiettano
orizzontalmente da ambo i lati della faccia. La barba è invece costituita
da un ciuffo di piume diretto verticalmente e in basso e che si stacca dalla
base del becco. Barba e favoriti sono sempre associati. Si tratta di una
caratteristica comune a Houdan
- ,
Faverolles, Orlov, Barbuta di Watermaal
-
- ,
Barbuta d’Anversa
- ,
Barbuta di Uccle, Crèvecoeur ,
Nana Olandese barbuta, Sultano, alcune varietà di Polish e di Silky,
Barbuta di Turingia, Padovana, Polverara
e altre razze ancora.
Negli eterozigoti l’espressione del fenotipo è
variabile. Il fenotipo può già essere identificato in pulcini
di un giorno d’età, anche se a questo stadio la classificazione non è
completamente affidabile, specie negli eterozigoti. Questa mutazione si
accompagna a una certa riduzione dei bargigli, che talora sembrano due gocce
di sangue.
Questo gene non ha ancora avuto
un’allocazione nella mappa del cromosoma 1. Sappiamo solamente che
dista 44,3 unità crossover dal locus del gruppo sanguigno H, Ea-H.
ba
- congenital baldness |
Legato
al sesso, recessivo
Gruppo
di associazione V - cromosoma Z
Talora,
tra i pulcini appena nati, se ne possono osservare alcuni con piccole aree si
calvizie nella parte più alta della testa. Questa situazione è molto comune
ma poco conosciuta. Per lo più è localizzata al di sopra degli occhi o
dietro la cresta
- . Proprio per il fatto di essere poco nota,
passa spesso inosservata. L’azione del gene è molto variabile, e spesso si
traduce in una scomparsa delle piume solo in quell’area che sta al di sotto
del lobo della cresta. La scomparsa delle piume è dovuta all’assenza di
follicoli.
L’estensione
della calvizie è variabile, in quanto i follicoli mancanti possono essere uno
o due, oppure tanto numerosi da produrre chiazze di 10 mm². Fu Sturkie (1941)
a
dedicarsi allo studio istologico di quest’anomalia, e concluse per un
difetto legato alla separazione fra epidermide e derma, dovuta a vescicole
ripiene di liquido. Le vescicole si formano quando l’embrione ha circa 8
giorni di vita, raggiungendo le massime dimensioni all’11° giorno, per poi
regredire nel giro di 15-16 giorni, quando il liquido che contengono viene
riassorbito. Questo processo comporta un assottigliamento della cute
soprastante e un disturbo nella formazione della papilla della piuma.
L’ereditarietà
di questo tratto è stata chiarita da Somes solo nel 1989. Ricorrendo a un
numero elevatissimo di incroci fu in grado di concludere per un gene
recessivo legato al sesso, distante 8 unità crossover dal gene sal.
Siccome alcuni maschi sono calvi anche se eterozigoti, forse ba
non è completamente recessivo, oppure sono coinvolti parecchi geni, uno dei
quali è legato al sesso.
Na
- naked neck |
Autosomico
incompletamente dominante
Gruppo di associazione III - cromosoma 1
Gyps
fulvus – Avvoltoio grifone
di Eleazar Albin
Storia naturale degli uccelli, Umberto Allemandi & C., 1992
Questo gene risiede sul cromosoma 1, ma non dimostra un particolare legame con altri due geni che già conosciamo e che appartengono allo stesso cromosoma: P e O. La dominanza incompleta è dimostrata dal fatto che i soggetti eterozigoti Na/na+ sono dotati di cravattino, un ciuffo di piume in corrispondenza del gozzo, mentre gli omozigoti mancano di tale caratteristica , oppure al suo posto mostrano poche piume delle dimensioni di uno spillo. La presenza o l’assenza del cravattino può essere usata con sicurezza per separare gli eterozigoti dagli omozigoti già al momento della schiusa.
Grazie al Dr Avigdor Cahaner possiamo essere certi che i soggetti eterozigoti oppure omozigoti per il gene Na presentano al collo un'assenza di follicoli - o papille - delle piume, così come accade per tutta quanta la superficie corporea dei soggetti omozigoti per il gene sc responsabile del Pollo Nudo. Ecco la risposta che il 3 ottobre 2010 ho ricevuto via e-mail dal Dr Avigdor Cahaner: "Dear Dr Corti, I can confirm that the homozygous Scaleless chickens (sc/sc) do not have feather follicles over their entire body (similar to the situation of the neck in Na/na and Na/Na chickens). If you need additional information, I'll be happy to help you. Kind regards, Avigdor Cahaner." (The Hebrew University of Jerusalem - Faculty of Agriculture - Rehovot, Israel)
Gallo collo nudo eterozigote per il gene Na
allevamento Cesare & Cesare – Valenza – 2005
foto Giuseppe Di Bitetto
Si è dimostrato che non esistono assolutamente differenze
nella fertilità tra galli normali, eterozigoti e omozigoti per Na.
Il soggetto collo nudo ha una temperatura corporea che è di 0,2°C inferiore
rispetto alla norma
- nel
pollo la temperatura degli organi vitali è compresa fra 39,6 e 43,6 °C - e questa situazione può giustificare l’abbondanza di
eiaculato dei galli, in quanto è noto che le temperature elevate giocano un
ruolo negativo. Nell’uomo il testicolo deve trovarsi nella sua giusta sede,
che raggiunge al momento della nascita o poco dopo. Se il testicolo si ferma
in qualche punto del suo percorso, risente della temperatura che è più
elevata di quella dello scroto, e non si verifica la produzione di spermatozoi.
La mortalità embrionale è di poco superiore al 10% sia
negli omozigoti che negli eterozigoti, con perdita maggiore di pulcini negli
ultimi stadi d’incubazione. Questa mortalità sembra legata al fatto che le
pochissime piume del collo permettono alla testa di assumere atteggiamenti
errati.
La mortalità durante il periodo postembrionale non mostra
differenze tra soggetti normali e a collo nudo, eccetto quando i pulcini
vengono sottoposti a uno stress superiore a 40°C. In questa situazione il 59%
dei collo nudo sopravvive, mentre i soggetti normalmente impiumati raggiungono
solo il 33%. Nell’adulto la mortalità non differisce per temperature
intorno a 20°C. Se l’ambiente raggiunge 30°C o più, si è visto che
ovaiole eterozigoti muoiono in percentuale minore rispetto a quelle
normalmente impiumate. Si può aggiungere che sono state fatte osservazioni
sul cannibalismo, che in presenza del gene Na
ha un’incidenza inferiore, e questo fatto potrebbe aggiungersi ai dati a
favore di una maggior sopravvivenza del collo nudo.
Gli pterili del pollo sono
10 e corrispondono a quelle
aree in cui si impiantano le penne di contorno. Gli apterili sono le altre
aree della cute fornite di pennoplume e di piumino. Orbene, gli apterili dei
soggetti con genotipo Na sono
sprovvisti di follicoli. Non solo, anche certi pterili possono essere assenti
o molto ridotti in estensione, per cui questi polli hanno meno piume di
contorno. Lo pterilio cefalico è praticamente inesistente, in quanto è
costituito solamente dall’area che contorna la base della cresta. I tratti
cervicali - sia dorsale che ventrale - sono assenti, i tratti dorsopelvico,
dorsocaudale e pettorale hanno un’estensione molto ridotta. Ne risulta una
pelle nuda che diventa rossastra, specie nei maschi prossimi alla maturità
sessuale.
La razza più importante che presenta questo fenotipo è
la Collo Nudo di Transilvania. Altri polli a collo nudo sono il Combattente collo nudo del Madagascar,
il Malese Collo
Nudo, il francese Cou Nu du Forez
[3]
e lo Shingangadi dello Zaire. Tuttavia questo gene possiamo trovarlo in
svariate popolazioni diffuse in tutto il mondo.
Ricordiamo che il piumaggio del pollo non è conveniente
dal punto di vista economico, in quanto una quota della razione proteica si
trasforma in un apparato commercialmente inutile. Recentemente il gene Na
è stato introdotto in broilers e in ovaiole allevati in paesi caldi. Nel
soggetto omozigote si ottiene una riduzione dell’impiumamento pari a circa
il 40%, che nell’eterozigote scende al 30%.
I normali broilers allevati in paesi caldi mostrano un
rallentamento della crescita e un peso minore. Hanzle & Somes (1983)
introdussero
il gene Na in un ceppo di broilers
di Plymouth Rock bianca e furono in grado di dimostrare che in climi caldi gli
omozigoti possono raggiungere un peso significativamente maggiore rispetto ai
broilers normalmente impiumati, con una ridotta quota di tessuto adiposo ma
con maggior contenuto idrico e un peso secco più elevato. Dal punto di vista
economico, in climi caldi il beneficio si traduce in un minor consumo di
mangime per finalità omeotermiche, e, in qualunque clima, in un minor
dispendio anabolico finalizzato a piume inutilizzabili. Inoltre, essendo
lievemente ipotermico e disperdendo meglio il calore, il collo nudo è
costretto a bere meno e può nutrirsi di più, evitando i rallentamenti di
crescita osservabili durante le estati torride.
Anche il peso maggiore delle uova deposte da ovaiole collo
nudo può essere spiegato dal fatto che una quota proteica della razione viene
messa a disposizione delle uova anziché essere dirottata verso le piume.
Anche il guscio ne trae vantaggio, poiché, come già abbiamo accennato, a
causa di una miglior dispersione termica queste galline non vanno incontro ad
alterazione dell’equilibrio acido base, che durante la stagione calda rende
ragione delle anomalie così spesso osservabili a carico dell’involucro
calcareo.
Prima di addentrarci nella biografia del Collo nudo di Transilvania, analizziamo alcuni stralci dell'ingarbugliata storia del suo probabile antenato, cioè del Malese Collo nudo del Madagascar.
A mio avviso questo pollo fu il capostipite di quello dal collo nudo di Transilvania e passò dalle mani degli Indonesiani - prima che approdassero in Madagascar - a quelle degli Egizi e quindi degli Anatolici e poi degli allevatori della Transilvania.
Secondo gli attuali e meno attuali lessici greci il gypaléktør – vale a dire l'antico Malese Collo nudo - altri non fu che un uccello fantastico. Ma non era assolutamente fantastico, né era da identificare con l'upupa qualora il relativo testo greco avesse avuto la possibilità di venir correttamente tradotto riallacciandosi a un Malese collo nudo del tutto ignoto ai non addetti ai lavori, ai lavori di avicoltura.
Si trattava semplicemente del γύψ = avvoltoio + ἀλέκτωρ = gallo (solo quel gallo che fa chicchirichì) detto in latino gallus vulturinus, cioè un gallo con fattezze da avvoltoio, in quanto condivideva - e tutt'ora condivide - un collo senza piume con quasi tutti gli avvoltoi del Vecchio e Nuovo Mondo, un collo implume voluto dall'evoluzione naturale per consentire all'avvoltoio di svuotare le carogne senza imbrattarsi eccessivamente.
Il gypaléktør venne prescritto come alternativa all'avvoltoio in una ricetta medica stilata da Ezio di Amida nel VI secolo dC, ma il suo cuore era già un ingrediente di una ricetta magica contro l'amnesia contenuta in un papiro di due secoli prima, cioè del IV secolo dC.
Avvoltoi europei
Avvoltoi del Vecchio Mondo
Avvoltoi del Nuovo Mondo
Finsterbusch
Carlos Adolfo
Cockfighting all over the world
SAIGA Publishing Co.Ltd., Hindhead
1929
Madagascar fowl
page 460
Finding typical Oriental or Malay fowls in the island of Madagascar, off the coast of South-east Africa, and there extant from time immemorial, one would believe, at the first impression, that they were indigenous to that island, being extremely far away from the original country of the Malay, — Siam and Malacca.
In fact, many writers believed that the island was to be considered as the last portion of a sunken continent, and the fowl on them, closely related to that of India and Siam, a further evidence of that theory. There are strong evidences, however, that the fowl was introduced from India by Dravidian settlers over three thousand years ago.
The Madagascar fowl referred to are typical Malays, some of which show the peculiar nakedness which we have known in Siamese and Jap fowl. Such fowl were introduced in France, as described by that authority, Dr. H. P. Clarke, Indianapolis, and known there as “denudés” or “Malgaches.”
The reasons that assist us in believing that Malays were introduced in Madagascar, — which apparently prior to that epoch was void of any Galli,—are as follows:
The ruins of Great Zambabwe in Rhodesia, especially the most ancient ones, show distinct Dravidian origin as is borne by the monumental central tower, representing a “Lingam”; and many other architectural designs, carried out on the principle of the circle, the sun-wheel of Dravidian origin (Cakra).
The names, Zambesi, Sansibar and Zambabwe are of Mongolic-Dravidian origin. Zambesi is a corruption from Zamberi and is derived from the Dravidian Sambu-Arru, according to Mr. J. F. Van Oordt, Capetown, — which means: Sambu-Gold and Arru-river, i. e. gold river. Zambabwe, where the great gold mines of ancient fame were, is also Dravidian from Sambu-Gold and bye-work (byed-pa in Tibetan means “to work”).
In his study, “Who were the builders of Great Zambabwe,” Mr. J. F. Van Oordt gives us a convincing demonstration that the Dravidians, from the sides of the Indus, built original Zambabye, and no doubt that the enormous wealth of gold that characterized the Indian Lords of yore, came from that land, — ”Ophir” of the bible, — now Rhodesia.
Those Dravidians had emporiums and settlements at Sokotra in the Gulf of Aden and Madagascar.
In both places we find native Malay fowl. In Sokotra, later on the Arabians almost effaced the footprints of the Dravidians, but in Madagascar they did not. It appears that Zambabwe (Ophir) was taken by the Arabs in later centuries after a long and tenacious struggle and subsequently abandoned when the green flag of the prophet led the tribes along the Mediterranean to Spain, and to a stop at Tours.
It would carry us too far to give here even an extract of the convincing facts, — there are so many of them, — that the Dravidians were the builders of Great Zambabwe. It is sufficient to know that they had a large settlement in Madagascar, in fact so large that they got reinforcements from here in their tiresome defense against the Arabian intruders, who after centuries of investigation got news of the exact location of the mythical land of Ophir.
So it came, with all probabilities, that the Malay was introduced in Madagascar about 1100 B.C., “and perhaps a good deal earlier.”
The
Madagascar Game
by
Craig Russell
with permission from SPPA Bulletin, 2003, 8(1):4
SPPA = Society
for the Preservation of Poultry Antiquities
www.feathersite.com
A
Madagascar Game
Original drawing by SPPA member Ross Simpson, 2003
Like the Dorkings, Oriental Games are history's chickens. At least some members of the group were well established and in their present form at a time when existing records let the old five toed breed (Dorkings) and western games disappear into the mists of time. The group has a family tree with several connected yet very distant branches. Some would place the Aseel at the heart of this tree. Others reserve that honor for the Malay. I don't intend to get into a detailed discussion of the arguments and records, but the family seems to have three primary branches. The Aseel (the old Indian pure blood games), the tall, hard bodied Malayoid types (like the Malay and the Shamo), and the Pheasant Malay (including Sumatras and fowl in the background of the Cubalaya and the Kraienkoppe).
I have found references to a sparsely feathered member of the Malayoid group that had at an early date made it to the western [??? – forse eastern] coast of Africa and to the island of Madagascar. Other examples of the Madagascar Game could be found in southeast Asia and in scattered portions of the East Indies. These fowl apparently first came to European notice in Madagascar, hence their western name. Actually early voyagers transplanted most of the Asian game group to Africa and the Islands in the Indian Ocean. Only the naked neck members of the group received a uniquely African name.
In time, traders from the Middle East carried the Madagascar Game home, where they eventually reached Turkey and Eastern Europe. This is the fowl in the ancestry of the modern Naked Neck (or Turken). When compared to other chickens, Malays, Shamos and Aseels exhibit reduced featherization. This is true both in terms of down and in actual size of the feather tracts. The naked neck trait is simply an exploitation of this unique Oriental fowl characteristic.
Not being able to obtain Madagascar Games, early in my poultry career I settled for their descendents, the Naked Necks, and found them to be a hardy and thrifty fowl. My experiences with Naked Necks, along with the enjoyment of other Orientals in my collection, kept the Madagascar Game on my mind through the years. While in France in the 1970s I thought I located a real Madagascar Game but the bird turned out to be a Cornish X Naked neck cross. In Asia I talked to people who knew of them, but I never saw one. The best I was able to do was locate photographs in old magazines and glimpses on TV travel shows. In the 1990s I heard rumors that some Madagascar Games existed in the United States. I finally obtained some of these birds and learned that they had a slight western game infusion. They nonetheless lived up to my fond expectations. They were a large Malay type fowl (film footage from Africa often shows Madagascar Games ranging with Malays). I would think a lot of crossing back and forth over the years, yet most African Malays and Shamos seem to be Black Red with cinnamon or wheaten females. Madagascar Games are highly variable, with Black and Brown Reds predominating. Regular Black Reds, Orange Reds (similar to the color of a light New Hampshire) and various Blue patterns have all shown up in my breeding pens. Not long ago SPPA member Claus Twisselmann located a web site of the German Malay Club that describes the Madagascar Game, complete with pictures, and provides some fascinating historical information. The breed is also mentioned in a few 19th and early 20th century American and British poultry books. In Madagascar the breed is known as Malgache and in France as Cou Nu de Madagascar.
Like the Oriental group in general the Madagascar Game is a first class broody and an attentive mother. The German Malay Club credits the Madagascar Game with a willingness to adopt chicks from other broods and even reports that some males will brood chicks. I haven't seen those characteristics in my stock, but I haven't kept them in a situation where such behavior could be demonstrated. In the west their history goes back at least 150 years. They have been used both for meat crosses and to give size and strength to Western Games. They are a unique and historic breed, well worth the attention of poultry preservationists and anyone interested in exotic fowl.
Due akohovavy – femmine di pollo - e un akoholahy – maschio di pollo - fotografati in Madagascar nel marzo 2005 da Stefano, figlio di Sergio Franzese, fonte essenziale per le mie ricerche antropologiche e linguistiche. Il giovane fotografo non era in missione speciale né aveva l'incarico di documentare le razze dei polli malgasci. Tutt'altro. Questa sua foto scattata casualmente a Itaosy, un comune rurale alla periferia di Antananarivo capitale del Madagascar (circa 19° di latitudine sud) mette chiaramente in evidenza dei polli – akoho – dotati della caratteristica silhouette del Malese, una silhouette del tutto sovrapponibile a quella del Madagascar Game di Ross Simpson e del Madagascar fowl di Finsterbusch, ambedue dal collo nudo, ma ambedue discendenti dal Gallus malayensis, a sua volta discendente dal Gallus giganteus ipotizzato da Temminck. La foto di Stefano Franzese è una riprova del fatto che quando uno sperduto artigiano del Madagascar si mette a fabbricare un beccabecca da vendere ai turisti e che vedremo tra poco, per la silhouette dei suoi beccabecca trae ispirazione da quegli akoho che ha quotidianamente sott'occhio, e che hanno una sagoma ben diversa dai beccabecca russi.
Marzo
2005 – Itaosy – Madagascar
Il giovane fotografo Stefano Franzese
Gallorum
Numidicorum pugna
Galli combattenti delle Indie Orientali armati di speroni artificiali
Appendice a Ornithologiae tomus tertius ac postremus (1603) di Ulisse
Aldrovandi
Inveni in eorundem Hollandorum prima in Indiam Orientalem navigatione Gallorum Numidicorum genus esse, quod nostratium formam (ut eorum verbis utar) commistam habet: Volatile vero esse et admiratione dignum, atque invicem ita inimicum, ut incolae alligatis ad eorum calcaria (quemadmodum olim apud Graecos factitatum in Galli historia diximus et aliis in regionibus) novaculis invicem non solum pugnare sinant, donec alter eorum occumbat, sed de victoria magno inter se pretio etiam certent.
Sempre a proposito della prima navigazione degli Olandesi in India Orientale ho trovato che esiste un genere di Galli della Numidia che (per servirmi delle loro parole) possiede un aspetto simile a quello dei galli nostrani. E che si tratta in verità di un volatile pure degno di ammirazione e così nemico l'uno dell'altro che i contadini, dopo aver fissato delle lame ai loro speroni, [...] permettono non solo di combattere l'uno contro l'altro finché uno dei due soccombe, ma fanno tra loro delle cospicue scommesse su chi sarà il vincitore.
Stefano Franzese ha scattato una foto che documenta una tipologia tipicamente malesioide dei polli da lui casualmente incontrati in Madagascar. Aldrovandi evidentemente non conosceva questa tipologia in quanto accettò dai resoconti olandesi lo scambio per una gallina di Numidia, ed è meglio non addentraci in questo rompicapo che addirittura ha fatto battezzare Meleagris il tacchino.
Sta di fatto che questi combattenti delle Indie Orientali, parenti stretti dello Shamo e del Malese Collo nudo del Madagascar nonostante i bargigli più abbondanti, a noi Europei venivano resi noti dagli Olandesi solo appena prima del 1603 (quando fu pubblicato il III volume di Ornithologia di Aldrovandi), mentre in Madagascar erano noti al minimo già da due millenni.
Insomma, per non indurvi in confusione: i polli di Stefano hanno la stessa genealogia di quelli riportati da Aldrovandi, una riprova che la lingua del Madagascar ha parecchio da spartire coi polli che qui mettono e mettevano in tavola.
beccabecca del Madagascar – 2005 |
beccabecca di Mosca – 1995 |
beccabecca del Madagascar – 2005 |
beccabecca di Mosca – 1995 |
Il beccabecca malgascio – documento assai importante sotto il profilo storico del pollo - è stato un inaspettato e graditissimo regalo del Dr Mario Ivaldi che nel 2005 l'ha acquistato per strada nei pressi di Manakara, città e porto sull'Oceano Indiano con 20.000 abitanti nella provincia di Fianarantsoa e situata 120 km a sudest del capoluogo, nonché a circa 22° di latitudine sud.
Pianista o xilofonista? Né l'uno né l'altro - Michael Romanov suggerisce un effetto vodka su colui che applicò l'etichetta al beccabecca russo. Infatti non si tratta di un pianista – pianist anche in russo - e non credo che l'etichettatore volesse indicare uno xilofonista, parente prossimo del pianista. Infatti L. Andrei della ditta produttrice, appositamente interpellato da Romanov, ha ammesso l'errore, per cui Romanov in una e-mail del 21 settembre 2006 mi ha precisato: "In the meantime, I got reply from Bogorodskoe from Andrei L. He said that the "Pianist" label could be erroneously reattached to "Chickens" in the trade shops. So, I was perhaps right suggesting that there might be a drunken controller who misplaced the label".
Il beccabecca russo lo acquistai nel 1995 in un negozio di Mosca in occasione del mio unico e indimenticabile soggiorno grazie a un congresso di biologia, al quale fui invitato e accompagnato da Michael Romanov, quando ebbi la fortuna di conoscerlo. L'esatta identificazione dell'origine di questo beccabecca la si deve a Romanov che ne ha decifrato l'etichetta: "The multicolour peck-peck is from Russia. According to the label, it comes from the village of Bogorodskoye – or Bogorodskoje, or Bogorodskoe - in Sergiev Posad District of Moscow Region." (e-mail del 14 & 19 settembre 2006)
La Transilvania è una regione
storico-geografica della Romania centrale che si estende per circa 61.000
km², formata da un vasto altopiano inciso da vari tributari del Danubio e
racchiuso dai rilievi montuosi dei Carpazi Boscosi a nord, dei Carpazi
Orientali a est, delle Alpi Transilvaniche o Carpazi Meridionali a sud, e dei
Monti Apuseni o Carpazi Occidentali a ovest. La popolazione è costituita in
prevalenza da Rumeni, e quindi da Ungheresi e da Tedeschi. Teodoro Pascal è troppo
spassoso quando lancia frecciate estetiche al pollo. Sentiamo cosa ci racconta
a proposito del Collo Nudo.
Il
pollo Collo nudo di Teodoro Pascal - 1905
La coppia di destra ha le zampe impiumate tipo
Langshan, il pollo delle due colline.
Per la genetica di questo tipo di impiumamento dei tarsi si veda XV.6.1.
“Questa strana e brutta razza si distingue, come indica
il suo nome, dal collo sprovvisto di piume e ricoverto invece di una pelle
aggrinzita e rossa come il sedere della bertuccia. La testa è anche nuda,
salvo che sul vertice da dove ricadono indietro delle piume molto fini, di
modo che l’animale appare ciuffuto; ma l’assenza totale di qualsiasi
accenno ad una protuberanza emisferica nella parte anteriore del cranio, ove
spunta il pseudo ciuffo, è lì a dimostrarci che non abbiamo a fare con una
razza ciuffuta. Da quanto ho detto emerge chiaro che le piume che rivestono il
vertice della Collo Nudo, e che ricadono indietro a guisa di capelli, dànno l’idea
d’un ciuffo, perché sono isolate dalla nudità completa della testa e del
collo, ma che in realtà non rappresentano affatto un ciuffo.
“La prima volta che comparve al pubblico questa razza fu
alla mostra internazionale di Vienna del 1875, espostavi dalla signora
Szeremley di Elisabethstadt in Transilvania: i campioni esposti erano di
provenienza turca e vennero chiamati türkische
Huhner (polli turchi), Szeremleyhüner
(polli Szeremley), Siebenburger Sperber
(cuculi di Transilvania). Un noto scrittore in materia avina, il signor
Marquadt, racconta che la giuria della mostra viennese del 1875 era molto
imbarazzata nel dover giudicare la nuova e sconosciuta razza: gli uni
pensavano che i campioni esposti dalla signora Szeremley rappresentavano delle
mostruosità, gli altri ricorrevano colla loro immaginazione ad una
mistificazione provocata collo strappamento delle penne del collo, ma grazie
all’intervento di qualche ungherese, a cui la razza era già nota nel
proprio paese, vennero tolti dall’imbarazzo i poveri giurati.
“Purtuttavia è accertato che prima del 1875, epoca
nella quale la signora Szeremley fece conoscere questa strana gallina, la
razza Collo Nudo era già nota in alcune contrade della Transilvania e dell’Ungheria,
ove venne sempre designata sotto la strana denominazione di Puka Truk [sic!] (gallo tacchino), appunto perché la si vuole derivata
dall’unione mostruosa del tacchino colla gallina comune della Transilvania.
La voluta origine di questo pollo dal tacchino è basata sulla conformazione
del collo molto analoga a quella di questo animale. Questa azzardata opinione
venne a suo tempo sostenuta con molto calore dal dott. Klusch di Schäszburg
in Transilvania, in un suo lavoro sull’allevamento della polleria di
Transilvania, pubblicato nella gazzetta avina di Dresda Blätter
fur Geflugelzucht, 1879.
“Nei grandi cortili di campagna vennero talvolta
osservati dei polli colla testa pelata e col collo più o meno spennato, ma
nessuno vi fece mai caso: si pensava che il volatile era così mal ridotto in
seguito ad effetto senile, ed allora lo si vendeva al mercato; ma se invece
era giovane si andava all’idea che trovavasi in piena muta, ed in tal caso
si pensava che nell’inverno avrebbe rimesso le penne perdute.
“Le investigazioni praticate sin qui dal citato dott.
Klusch gli fecero conchiudere che in diverse località della Transilvania si
trovano polli i quali con tutta probabilità derivano dagli antenati dei
moderni Collo Nudo; ma in principio questi non dovevano avere il collo tanto
stranamente e regolarmente nudo come i tipi attuali, ma bensì vestito
soltanto del fusto delle penne e nudo interamente soltanto alla gola ed al
principio del petto. Ciò venne sempre confermato da persone dimoranti in
quelle contrade, e che ebbero continuamente a meravigliarsi di osservare con
alquanta frequenza siffatti polli spennati e abbastanza diversi nelle forme
dagli altri confratelli del pollaio. È naturale che la pelle del collo,
essendo scoperta, doveva risentire dell’influenza dell’aria e perciò
indurirsi, e, stante la maggiore affluenza del sangue, colorirsi di rosso come
nel tacchino.
“La Perre de Roo descrive molto sommariamente questa
razza e la tratta con disprezzo, dichiarandola inutile. Veramente non stanno
così le cose, poiché è generalmente noto che la Collo Nudo produce ottima e
squisita carne, la gallina è distinta ovaiola, gli allievi sono di rapido
sviluppo e straordinariamente rustici. Questa meravigliosa razza è meno
brutta di quanto si vuole affermare da taluni, anzi la particolarità delle
sue forme impressionano favorevolmente e non è da mettersi in dubbio che
finirà per affermarsi completamente. In Italia la Collo Nudo è ancora una
vera rarità: un bel gruppo figurò alla mostra di Torino nel 1891.”
Pochi commenti al testo di Pascal, commenti troppo facili per noi che viviamo
nel 2000. Il fenotipo può essere ingannevole se si vuole giudicare l’origine
d’un animale, senza contare che alla fine del 1800 ci si dilettava ancora di fantasie come quelle
riguardanti il Basilisco. Affermare che dal tacchino e da un pollo possa
nascere un ibrido, non è difficile. Bisogna solo cimentarsi negli incroci,
che però sono alquanto deludenti: a parte la scarsa fertilità osservabile
dopo inseminazione artificiale, negli esperimenti controllati gli embrioni
muoiono invariabilmente nel guscio. Il premio
longevità spetta a quegli embrioni che hanno affannosamente raggiunto il
23° giorno d’incubazione, per poi morire. Questi dati sono riportati da Annie
Gray.
Esatta l’osservazione sull’impiumamento degli
antenati. Noi lo diremmo in due parole: gli eterozigoti erano più impiumati,
e con l’inbreeding fu gioco forza la comparsa degli omozigoti, più
spennacchiati. Sì. Grazie. Adesso si fa presto a dirlo, ma dobbiamo dire
grazie a Mendel & Company.
Pascal viene preso dal rimorso,
e passa da questa strana e brutta razza
a un glorioso finale: questa
meravigliosa razza è meno brutta di quanto si vuole affermare. Forse il
primo pensiero non era suo, forse era di qualche capoccia
conservatore di cui abbondano le giurie.
Hungarian Indigenous Chicken Breeds
Origin, breeding purposes and standard characteristics
by
István Szalay PhD.
Institute for Small Animal Research
Department of Gene Conservation
H-2101 Gödöllõ, P.O.Box 417
Hungary
Origin and Breeding History of Indigenous Hungarian
and Transylvanian Naked Neck Chicken Breeds
www.katki.hu/english/genmege/gmege97.html
The origin of Hungarian and Transylvanian chicken breeds is not known exactly. Winkler (1921) and Bakoss (1931) presume that progenitors of these birds were brought into the Carpathian basin from Asia by the Hungarian conquerors at the end of the ninth century. This "ancient Hungarian" chicken later must have mixed with other breeds (mostly Oriental and Mediterranean types), which formed the different Hungarian chicken breeds as they are known today. During the centuries of their formation these breeds have been well adapted to the special climatic conditions and farming systems of the country, which made them very precious in this part of Europe.
Until the beginning of commercial chicken breeding in Hungary these breeds of chickens of different colours (white and partridge in the Great Hungarian Plain, yellow and speckled in Transdanubia, mostly white, black and speckled naked neck breeds in Transylvania) were bred. They were preferred here not only for their relatively good egg production but mostly for their excellent meat quality coming from the "seeking habit" of these birds, scratching for food regardless of hot or cold weather. They became strong, resistant to diseases and the costs of keeping them were very low.
In order to keep up with other European and overseas chicken breeds a major breeding program was started at the predecessor of the Institute for Small Animal Research in Gödöllõ in the early 1930s. Breeding work of Báldy and his colleagues was aimed at making the breeds uniform in colour and body shape, improving egg production together with body weight to a level that does not affect meat quality. This work resulted in good dual-purpose (meat and egg) Hungarian chicken breeds, which were propagated all over the country and abroad.
During the Second World War the majority of these birds were killed. Nevertheless, thanks to systematic breeding work of Bálint Báldy, Béla Lacza, Alfréd Suschka and others in Gödöllõ, and Ferenc Biszkup,, László Beke and their colleagues in Mosonmagyaróvár, Hungarian indigenous chicken breeds were not only preserved, but propagated again in great quantities by the 1950s (Biszkup and Beke, 1951; Báldy, 1954; Annual Report, Institute for Small Animal Research, 1954).
Beginning in the early 1960s, together with the expansion of commercial poultry breeding, Hungarian breeds were replaced by foreign hybrids of both layer and meat type chickens even on small-scale farms. Since then it has been the task of the Institute of Agricultural Quality Control (and its predecessors) to maintain Hungarian and Transylvanian breeds as a gene reserve. In close co-operation with that institute, the following institutions are presently involved in this important programme in Hungary: Pannon University of Agricultural Science, Mosonmagyaróvár (Hungarian Yellow breed), Debrecen University of Agricultural Science, Hódmezõvásárhely (Hungarian Speckled and Transylvanian Naked Neck Speckled breeds) and the Institute for Small Animal Research, Department of Gene Conservation, Gödöllõ (all, up to now, maintained Hungarian and Transylvanian Naked Neck chicken breeds).
In the remainder of this paper, first, the standard characteristics of indigenous Hungarian and Transylvanian Naked Neck chicken breeds are described and then the production traits based on the results obtained in Gödöllõ are briefly dealt with. Finally, the possible future use of these breeds as suggestions of the authors, is also discussed.
[1] In inglese con porcupine si intende l’istrice. In italiano porcospino identifica per lo più il riccio, più raramente l’istrice.
[2] La Pyncheon è una nana autentica degli Stati Uniti, ottenuta da Nathaniel Hawthorne nel 1850. Ha un piumaggio millefiori, cresta semplice, e dovrebbe essere sprovvista di protuberanza cranica, come stabilì il suo creatore.
[3] Il Collo Nudo del Forez, che per ora esiste solo nella varietà gigante, è originario della piana del Forez nel dipartimento francese della Loira. Lo standard indica un collo completamente nudo, ad eccezione di un ciuffo di piume al centro della parte bassa del collo, nettamente libero e isolato, e solo nella colorazione bianca. Questo ciuffo implica uno stato eterozigote Na/na+.